I giorni de “il raduno dei suonatori di tarantella”: quando sud, musica e danza fanno rima con accoglienza

Il ricordo indelebile di quando tutto ebbe inizio, l’accoglienza come dono prezioso da dare, ricevere e ricambiare, i sorrisi, l’aggregazione spontanea, la forza ancestrale della canzone popolare. Ma anche gli odori, i luoghi senza tempo, le sapienti mani degli artigiani-liutai, i piedi scalzi sulla morbida pietra dei viottoli del centro storico di Monte Sant’Angelo. Fino ai mistici prati carsici dell’Abbazia della SS. Madonna di Pulsano.

Tutto questo oggi continua ad essere ostinatamente racchiuso nello scrigno de “Il Raduno dei suonatori di Tarantella”, esperienza unica nel suo genere giunta ormai alla sua VIII edizione. Quando otto anni fa li si vedeva risalire le strette trame di viuzze del Rione Junno come formiche allegre ed ordinate, si ebbe subito l’impressione che qualcosa di speciale stava nascendo in seno a Piazza De Galganis, luogo in cui i suonatori di tarantella, arrivati da ogni dove, vennero accolti  per la prima volta. 

Parve subito molto chiaramente che l’intuizione di Peppe Totaro, fondatore dei Tarantula Garganica ed appassionato della prima ora di musica e tradizione popolare, avesse fatto centro incarnando la voglia di quegli anni di vivere insieme l’esperienza della tarantella, come una grande passione collettiva. Da li in poi, ogni piazza divenne palco, ogni strada teatro, ogni anfratto luogo ospitale e fu festa fino a notte fonda. Senza tregua, col sole a picco che lasciava il posto alla luna ed alle stelle del Gargano, cullati senza sosta dalla dolce frenesia dei suoni e dei balli della tarantella. 

La spontaneità continuò anche negli anni a venire a rappresentare il vero motore del raduno, anche da quando è stabilmente ospitato dalla Comunità dei Monaci dell’Abbazia di Pulsano. Qui la manifestazione ha continuato il suo percorso di crescita e diversificazione, ampliando e raffinando la propria offerta esperienziale. Dalle visite guidate agli eremi pulsanesi, ai paesaggi mozzafiato dei canyon dei valloni meridionali; dalle degustazioni enogastronomiche fino ai laboratori di chitarra ed i workshop, il “Raduno dei suonatori di tarantella” appare oggi vero e proprio strumento di valorizzazione territoriale. I suonatori arrivano da sempre più lontano perché restano gli unici veri protagonisti. 

Anche ora che il raduno ospita musicisti di livello ed esponenti della world music tra i più influenti, accompagnando e supportando gli stessi durante le performance. Il programma molto fitto ed interessante, andato in scena il 3 e 4 agosto,  ha premiato il lavoro di Totaro, la sua ostinazione nel credere ancora nelle potenzialità di questo territorio (oltre che nell’evento in se), nonostante le mille difficoltà e lo sconforto dovuto ad un impianto burocratico-amministrativo apparso ancora non sufficientemente preparato a supportare iniziative importanti come questa. Mettiamoci poi il sostegno ad una fantastica realtà come la Comunità Monastica di Pulsano che ha avuto il merito di elevare a Luogo del cuore FAI un’Abbazia ridotta ad un rudere depredato e fatiscente, ed il gioco è fatto!

Da Mike Maccarone, ai Cantori di San Giovanni Rotondo, fino ai Premio Parodi Unavantaluna la prima giornata non ha tradito le aspettative, così come la seconda giornata, dai Vocestesa, ai Sonu ‘Rradu,  ai Tarantula Garganica  e Cantori di Monte Sant’Angelo che hanno affascinato il numeroso pubblico presente, per lo più forestieri . Dal Gargano alla Sicilia, dall’appennino campano all’Aspromonte, per un’esperienza da provare anche se profani, anche se neofiti.

La tradizione continua grazie al raduno dei suonatori di tarantella!

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