La ratifica della Convenzione di Faro e il ruolo dei volontari

a cura del prof. Giuliano Volpe, Archeologo, presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC, per fondoambiente.it

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica della “Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società”, istituita a Faro il 27 ottobre 2005.

Finalmente la bella notizia, attesa da anni, è arrivata! Il Parlamento italiano ha ratificato la "Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società", presentata a Faro in Portogallo nel lontano 2005 e sottoscritta dal Governo nel 2013, ma a lungo rinviata, osteggiata per diverse, e spesso opposte, ragioni da vari ambienti ostili.

La Convezione, nata all’indomani delle tragiche guerre balcaniche, propone una visione pluralista, inclusiva e rispettosa delle diversità, con lo “scopo di salvaguardare e promuovere quegli ideali e principi, fondati sul rispetto dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello stato di diritto, che costituiscono il loro patrimonio comune”. Sottolinea “il valore e il potenziale di un patrimonio culturale usato saggiamente come risorsa per lo sviluppo sostenibile e per la qualità della vita, in una società in costante evoluzione” e riconosce a ogni persona “il diritto, nel rispetto dei diritti e delle libertà altrui, a interessarsi al patrimonio culturale di propria scelta, in quanto parte del diritto a partecipare liberamente alla vita culturale” (preambolo).

Soprattutto – ed è questa forse la novità principale – affida un protagonismo finora impensabile alle cosiddette “comunità di patrimonio”, “un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future” (art. 2). Sottolineando che “chiunque da solo o collettivamente ha diritto di contribuire all'arricchimento del patrimonio culturale” (art. 5), si sollecita la partecipazione democratica dei cittadini, attribuendo a tutti un ruolo attivo e anche il diritto, individuale e collettivo, “a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento” (art. 4).

Ribadisce in più modi la necessità della partecipazione democratica dei cittadini “al processo di identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione del patrimonio culturale” nonché “alla riflessione e al dibattito pubblico sulle opportunità e sulle sfide che il patrimonio culturale rappresenta” (art. 12). È impressionante il ribaltamento del.......

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