"Vieste Archeofilm", al castello di Vieste tre giorni dedicati al cinema di archeologia

Un evento atteso. Un viaggio nel tempo. Dopo l’edizione 2019 torna l’appuntamento con il “Vieste Archeofilm”, rassegna internazionale del cinema di archeologia, arte e ambiente, promossa dall’assessorato alla Cultura di Vieste. Tre giorni ricchi di appuntamenti e di spunti, dal 29 giugno al 1° luglio, nella location d’eccezione del castello svevo di Vieste. Proiezioni gratuite all’aperto, conversazioni e interviste a protagonisti del settore. La città di Cristalda e Pizzomunno che diventa capitale del cinema di archeologia.

Ogni sera, quindi, a partire dalle 21.15, un’immersione profonda nelle virtù di ogni epoca.

Si inizia mercoledì 29 giugno con il film “Al tempo dei dinosauri” (regia Pascal Cuissot), un tuffo nel tempo attraverso il pianeta con spettacolari immagini in 3D, un’illustrazione suggestiva e coinvolgente di comportamenti e caratteristiche di dinosauri e mostri marini: come cacciavano, si riproducevano e gestivano la prole. Si proseguirà con “Choquequirao, la geografia sacra degli Incas” (regia di Agnés Molia e Nathalie Laville). In focus, gli ultimi arrivati sulla scena andina, gli Incas, capaci di costruire il più grande impero che l’America abbia mai visto. Senza conoscere né la ruota né la scrittura, si rivelarono geniali architetti, costruendo enormi edifici in pietra e terrazze a più livelli per l’agricoltura. Ospite della serata sarà Giuliano Volpe, archeologo e accademica italiano, che verrà intervistato sul tema degli “Scavi nel santuario in grotta di Venere Sosandra”.

Il giorno successivo, 30 giugno, ecco “Il patrimonio sommerso. Un museo sul fondo del mare” (regia di Eugenio Farioli Vecchioli e Marta Saviane), un percorso orientato alla scoperta del patrimonio sommerso dei nostri mari. Da Baia ad Albenga, fino a Mazara del Vallo e alle Egadi, le pagine più importanti dell’archeologia subacquea italiana. Seguirà la proiezione de “I giganti del mare” (regia di Daniele Di Domenico), racconto di un’esperienza in barca a vela lungo le coste di Abruzzo, Molise e Puglia, alla scoperta dei trabucchi, grandi macchine da pesca, testimoni silenziosi di una civiltà marinara unica nel mondo. Ospiti della serata, e intervistati, saranno Nicola Martinelli e Beppe Carlone, due grandi esperti della materia, che porranno l’attenzione su “Vieste. Il faro di Sant’Eufemia”.

L’ultima giornata, il 1° luglio, sarà avviata dalla proiezione di “Città del Vaticano, alla ricerca dell’eternità” (regia di Marie Thiry e Marc Jampolski). La Città del Vaticano, con i suoi 2mila anni di storia, diventa uno spunto per parlare del lavoro di scienziati, archeologi, storici e un team di restauratori, che svelano eventi poco noti della storia architettonica del luogo sacro. Affascinanti ricostruzioni e spettacolari animazioni ripercorrono i momenti più importanti del Vaticano.

Ospite della serata sarà stavolta Paolo Mieli, giornalista stimatissimo, intervistato su “Il tribunale della storia. Processo alle falsificazioni”. Poco dopo, ecco la cerimonia di premiazione del film più apprezzato, con l’attribuzione del “Premio Venere Sosandra – Vieste 2022”. Dulcis in fundo, tre cortometraggi: “Seleucus I Nikator” (regia di Yiotis Vrantzas), sulla personalità di Seleuco I il Nicatore, uno dei grandi successori di Alessandro e fondatore delle leggendaria dinastia dei Seleucidi; “Paglicci. La grotta delle meraviglie”, docufilm che illustra uno spaccato di vita quotidiana degli uomini primitivi; e “Ionio. Dialogo tra due mari”, ovvero Taranto e Corfù, due punti di attracco che per secoli hanno visto approdare e partire marinai, guerrieri, filosofi, artisti.

“Vieste è amore per la cultura, attenzione all’arte e alla storia – afferma Graziamaria Starace, assessore alla Cultura di Vieste – e noi con questa kermesse vogliamo raccontarci in modo diverso. Soprattutto vogliamo raccontare, con le immagini di film che sono autentici capolavori, il valore della conoscenza e dello studio del passato. Perché è nella storia che si pongono le radici del nostro presente e del nostro futuro. Approfondirla è un atto d’amore verso noi stessi”.

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