Con un’integrazione all’attuale dispositivo di legge che ordina limitazioni su tutto il territorio nazionale in materia di Emergenza Sanitaria da SRAS-CoV-2, il Governo tenta di arginare l’esondazione di casi positivi che sta affliggendo l’Italia. La curva epidemiologica, a oggi 24 ottobre 2020 come da dati del Ministero della Salute, è a Rt > 1,5. I casi, da regione in regione, aumentano e impongono restrizioni sempre più stringenti.
QUI LA BOZZA DELL’INTEGRAZIONE ALLA LEGGE 14 LUGLIO 2020
Non al coprifuoco o lockdown come a marzo 2020. Chiudono piscine e palestre, mentre pub, bar e ristoranti a orari limitati. No a sale da ballo, discoteche, teatri e spettacoli all’aperto, e altre forme similari. Luoghi di culto in forma restrittiva, musei e luoghi di cultura aperti secondo le disposizioni di legge in materia emergenziale.
Nell’integrazione, tuttavia, salta all’occhio lo svolgimento di manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali, ovviamente rispettando i protocolli di legge emergenziale. Una decisione che sicuramente avrà ripercussioni sul divieto di altre forme di manifestazioni, seppur locali, che favoriscono l’economia di molte attività commerciali del territorio, oggi in affanno, anzi sull’orlo del fallimento e futura chiusura.
In alcune, come la Campania, ha “costretto” obtorto collo il Presidente De Luca a chiudere tutto. Una decisione non gradita dai napoletani che ieri sera si sono riversati incoscientemente in strada a manifestare il dissenso. Un fiume di gente assembrata, molte delle quali senza DPI imposti e dovuti per salvaguardare la loro salute e quella altrui. Tra loro anche molti manifestanti violenti, delinquenti che hanno letteralmente sfociato la loro ira contro le Forze dell’ordine, sfasciando con spranghe di ferro i mezzi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Gli effetti di questa manifestazione, che poteva svolgersi seguendo le indicazioni di distanziamento e indossando mascherine, evitabilmente si vedranno tra circa dieci giorni, sperando che non mandino in tilt ospedali e centri di rianimazione. Una rissa popolare violenta, che va sanzionata fortemente, che ha attratto presenze delinquenziali pronte a attaccare poliziotti.
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La curva Rt > 1,5 preoccupa il Belpaese, che avrebbe dovuto pensarci prima di riversarsi in strada senza precauzioni.
In Puglia la situazione è allarmante. Il Prof. Lopalco, oggi Assessore alla Salute della Regione Puglia manifesta tutta la sua preoccupazione: «Il numero quotidiano di contagi in leggero e continuo aumento si accompagna di conseguenza ad una pressione sul Servizio Sanitario Regionale, sia sui servizi territoriali che sul sistema ospedaliero. È importante uno sforzo da parte di tutti per rallentare la crescita dei contagi. Nelle prossime settimane dobbiamo ridurre al minimo necessario i nostri contatti sociali».
Contestualmente, anche il Presidente Michele Emiliano, nel suo intervento in Rai nella trasmissione “Titolo Quinto” allerta i pugliesi, e non solo. «La nostra vita sociale e familiare deve essere prudentissima. Si deve uscire solo per lavorare, istruirsi o gravi necessità» la sintesi del messaggio lanciato sulla rete nazionale. Messaggio preparatorio alle decisioni che oggi il Governo ha assunto con l’integrazione di nuove norme stringenti, a mo’ di coprifuoco o lockdown che sia, a quelle esistenti. Disposizioni per fronteggiare soprattutto l’ondata prossima di contagio, che si prevede tra la fine dell’anno e l’inizio del 2021, ma che già sta mettendo radici ben salde in questi giorni. Le strutture sanitarie sono quasi piene e il default è dietro l’angolo. Ricoveri solo in casi di contagi, di emergenza chirurgica e urgentissimi per altre patologie croniche che andrebbero curate sistematicamente e tenute sotto quotidiano controllo, mentre ora sono divenute secondarie, come se si curassero da sole.
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«Servono misure severe ovunque in Italia prima che i nostri ospedali siano sopraffatti. I numeri dei contagiati sono troppo alti e serve diminuirli rallentando la circolazione delle persone –ha dichiarato Emiliano a Titolo Quinto, in RAI-. A questa seconda ondata moltissimi non credevano. Ci hanno fatto fare persino le elezioni: noi presidenti chiedevamo di farle a luglio, ma il Comitato Tecnico Scientifico, che appoggia il governo nelle sue scelte, ci ha spostato a settembre. Questo ha determinato che, ad esempio, nella mia regione si siano infettati persino i candidati presidenti. E questo è un fatto molto grave: abbiamo probabilmente sparso dovunque un innesco e, in maniera sconsiderata, senza considerare le deleghe per gli ospedali Covid. Siamo preoccupati non perché questo virus uccida tutti quelli che contagia, ma perché non abbiamo posti letto sufficienti in medicina, pneumologia e terapia intensiva per gestire queste ondate che, è bene dirlo, sono il doppio di marzo e aprile –il grido di allarme del Presidente a fronte dell’ondata che arriverà-. Io sono sicuro che il trend andrà avanti così: a marzo avevamo un lockdown, un “nemico” che fronteggiava il picco, ma oggi questo muro non c'è. Non abbiamo impressione che ci siano elementi nella società (coprifuochi o lockdown a parte, ndr.)che siano in grado di fermare questo picco. E se non ci sono posti letto in ospedale, bisogna prendere delle decisioni difficili ma evidenti a tutti. La nostra vita sociale e familiare deve essere prudentissima. Si deve uscire solo per lavorare, istruirsi o gravi necessità –chiude Emiliano.-
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