Apollonio: «Il trucco c’è ed è stato scoperto per realizzare un mega impianto rifiuti a Macchia. Cambiato alla chetichella il regolamento ASI»

Prende sempre più piede e coscienza la vicenda della realizzazione dell’impianto per  il trattamento e il recupero della plastica di tutto il Meridione che verrà realizzato in zona Macchia, nel comune di Monte Sant’Angelo, che riguarderà anche alcuni comuni limitrofi come Mattinata e Manfredonia. In questi giorni, sia su alcuni media sia sui social, è infervorata la discussione, con pro e contro, con botta e risposta, tra le parti politiche del comune micaelico e tra alcune associazioni, anche ambientaliste. Secondo alcune tesi, oggi tutte ancora da provare per l’assenza di documenti, molto probabilmente annesso all’impianto suddetto potrebbe sorgere un inceneritore. Per ora sono solo voci, anche se esisterebbero prove cartacee sulla loro veridicità e che si stanno cercando per mostrarle a chi oggi afferma il contrario. Per ora si rimane sui fatti, anche se il silenzio (che per un detto è assenso…) dei più volte interrogati attori politici locali lascia dubbi. Tuttavia si invitano questi attori a smentire (e saremo tutti più felici, contenti e tranquilli) ma con documenti alla mano, da mostrare pubblicamente alla comunità pubblicandoli sui media. Non basta gridare "fake news" da pulpiti istituzionali a mezzo stampa. il popolo vuole leggere le carte.  Eppure in democrazia il parere del popolo dovrebbe essere legge. Perchè allora non se ne discute in piazza, lasciando l'ultima parola ai diretti interessati, a chi abita, a chi ci lavora e coltiva, a chi vive in quell'area e quelle limitrofe? L'agorà ha sempre restituito democrazia ma ha anche disintegrato cariche elettive. Nel frattempo si propone un’interessante riflessione di Michele Apollonio, una nota pubblicata integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero. (ndr.)

A cura di Michele Apollonio

«UN MEGAIMPIANTO per il trattamento e il recupero della plastica di tutto il Meridione, con annesso, molto probabilmente, relativo inceneritore, vicinissimo a Macchia e alla città di Manfredonia, simile a quello contro il quale tante volte Manfredonia si è ribellata». La rivelazione è dell’associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” che svela anche il retroscena che consentirebbe la realizzazione di quell’impianto monstre da parte del comune di Monte Sant’Angelo con l’avallo della Regione Puglia che vi ha stanziato undici milioni di euro, nell’area ex Enichem e precisamente nell’Isola 12

L’ALLARME ad onor del vero non è nuovo. La stessa Gazzetta se ne occupò nell’autunno scorso allorquando una delegazione di ”Manfredonia Nuova” e “5 Stelle” guidata dalla consigliera pentastellata Rosa Barone, pose il problema alla Commissione straordinaria al comune di Manfredonia che inviò una circostanziata istanza al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nella quale si evidenziavano i timori che un impianto di quel genere avrebbe provocato sulla salute pubblica. L’amministrazione di Monte Sant’Angelo che aveva avviato l’iter per la realizzazione di quell’impianto sin dall’agosto 2018, non ha mai smentito l’esistenza di quel progetto ma ha sempre minimizzato la portata delle conseguenze su una piana rigogliosa di uliveti e abitata da numerosi nuclei rurali.

IL PROGETTO aveva visto il coinvolgimento di Eni Rewind, succeduta ad Enichem, che aveva messo a disposizione un’isola dell’area in corso di bonifica. Tutto è rimasto accuratamente segreto nell’ambito dell’amministrazione comunale di quel centro garganico. Specifiche missive inviate ai rappresentati manfredoniani in Regione Paolo Campo, peraltro presidente della commissione all’uso del suolo, e Giandiego Gatta, non hanno avuto alcuna considerazione.

TRA I MISTERI rimasti tali nonostante si sia cercato di farvi chiarezza, il fatto che quell’impianto e di quella natura, veniva localizzato in un’area di pertinenza del Consorzio ASI di Foggia, sulla quale gravavano dei vincoli paesaggistici e ambientali. In particolare l’art. 21 del Regolamento dell’ASI che recitava “le distanze minime imposte dal regolamento rendono di fatto impossibile la localizzazione di qualsiasi impianto di gestione dei rifiuti”. Come mai quel vincolo così specifico e chiaro veniva ignorato?

L’ARCANO lo ha ora svelato “Manfredonia Nuova”. «Il Consiglio di amministrazione dell’ASI – rivela Manfredonia Nuova in una nota – il 25 agosto 2018, riunito sotto la presidenza di Angelo Riccardi, con verbale n.19, modificava il detto Regolamento per rendere possibile questo tipo di insediamenti, inserendo la modifica all’art. 22 bis che detta “Per la localizzazione degli impianti ambientali per il trattamento delle frazioni secche di rifiuto da raccolta differenziata (carta, plastica, metalli ecc.) nell’agglomerato di Manfredonia-Monte Sant’Angelo, non si applicano i limiti di cui ai commi 21 e 22”». Incredibile ma vero. Il trucco scoperto. Probabilmente sta in questo misfatto la spiegazione della chiamata a sé di Emiliano dell’ex sindaco di Manfredonia nonostante la spada di Damocle della incandidabilità».

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