Non si è inteso bene se tra i ragazzi aggrediti a Piazza Mercato, nella notte tra sabato e domenica del 22 agosto 2021, intorno alle ore 02:45, vi fosse davvero un omosessuale. Da fonti raccolte e certe, quella notte tra i ragazzi e ragazze aggredite da un gruppo di vigliacchi criminali che si fa forte in gruppo, non c’era alcun omosessuale. Non c’è differenza perché la persona va difesa sempre e la sua sicurezza garantita. Tutti vanno difesi, sia dalla violenza fisica, da quella verbale, sia da quella mediatica.E a tutti va garantita la libera circolazione in sicurezza, perché, e meno male, c’è ancora chi vuol godersi ogni angolo della nostra cara amata città di Foggia.
Pertanto, l’aggressione è da etichettare razzista e non omofoba. Una precisazione che va fatta. Ciò perché le cronache dei media locali si sono focalizzate più sull’aggressione omofoba, sollevando giustamente indignazione, che sull’aggressione alla persona. Fretta di pubblicare, di raccontare una storia che “acchiappa”, che fa notizia, che solleva interrogativi, senza verificarla nella sua completezza e tener conto che tra gli aggrediti chi è stato etichettato ingiustamente “frocio” e “ricchione” oggi si sente offeso per non esser stato difeso mediaticamente come persona. Pensate a questo aspetto umano che si dimentica quando il genere sopraffà quello personale. Ognuno ha una sua sensibilità che va rispettata.
Chiariamo una cosa, chi scrive è contro ogni forma di razzismo e omofobia. Chi mi conosce lo sa bene e sa anche che sono un perfezionista, in particolare nel dare le notizie, anche a scapito dello scoop.
Quella notte un aggredito è in ospedale per un intervento chirurgico, e non è omosessuale. Gli altri, ragazzi e ragazze, sono stati medicati dall’unità del 118 che è intervenuta sul luogo.
Certo è che c’era anche un ragazzo dalla pelle scura e un altro con biondo. Ma non erano omosessuali. Forse l’abbigliamento ha tratto in inganno chi ha raccontato i fatti a caldo ai colleghi giornalisti. Ragazzi e ragazze vestiti con una delle mode attuali dei punkabbestia, offesi dagli aggressori come “froci”, “ricchioni”.
Un aberrante epiteto che offende la persona, la civiltà, il buon costume, che nel 21esimo secolo è dimenticato e chi lo ricorda è rimasto nel medioevo culturale dell’ignoranza più troglodita e retrograda. Del resto da questa giovane gang criminale cosa potevano aspettarci se non la violenza verbale e poi personale. Gente “educata” alla violenza, figlia di violenti, che scorrazzano in città solo per far del male, per imporre la loro abietta volontà manifestata solo in gruppo.
Tuttavia, le cronache hanno raccontato una vicenda alterata, che ha innescato sdegno e rabbia nel mondo omosessuale. Fior di comunicati stampa a difesa dell’omosessualità, come giusto dev’esser fatto, senza, però, dar peso alle persone, semplici giovani vestiti “diversamente” per alcuni, normali per tanti altri. Associazioni, gruppi, politici, tutti a difendere il genere, giustamente e condivisibile, ma lì quella sera non c’era nessun gay, seppur son volate offese omofobe.
Un fenomeno che le Forze di polizia conoscono bene e sanno che la moda non è sinonimo di violenza, tant’è che hanno ben chiare le idee sulla gang, come si muove, come si veste, come agiscono e chi sono. Tempo al tempo e vedrete che gli scorrazzamenti violenti di questa gentaglia termineranno.
Purtroppo si deve anche registrare che tra i commentatori da tastiera (non leoni ma …. fa rima) c’è anche chi nega l’evidenza dei fatti accaduti, nega le gravi offese omofobe, nega ormai l’intollerante presenza di questa gang tra le strade foggiane. Una grave affermazione che andrebbe rimodulata nelle more della verità. La stessa che chi fa giornalismo prima di scrivere ha l’obbligo di verificare i fatti accaduti ascoltando i diretti interessati, i testimoni e gli inquirenti, e non scriverli per sentito dire solo per lanciare la notizia come lo scoop della giornata, che diventa una bomba mediatica che innesca tutt’altro.
Questi sono i fatti accaduti, verificati, accertati e formalizzati. Il resto è fuffa per uno scoop... fatuo e pericoloso.
Ad Maiora!