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Foggia. La Prefettura interdice la Foggia Service. L’antimafia gli taglia i ponti con la “società foggiana” e il Comune

Continua il certosino lavoro della Commissione prefettizia Straordinaria che sta amministrando il comune di Foggia, sciolto per infiltrazioni mafiose nel maggio scorso. E con essa l’alacre lavoro del Prefetto di Foggia, dott. Carmine Esposito. Dopo le ultime operazioni delle Forze dell’ordine su richiesta della Magistratura inquirente che hanno incastrato aziende e noti politici e imprenditori foggiani, con arresti eccellenti anche di mafiosi locali, il 9 dicembre dalla Prefettura di Foggia è giunta l’ennesima decisione e azione antimafia, con l’interdittiva alla Foggia Service.

Già presente nelle righe della relazione del Prefetto Carmine Esposito, consegnata al Ministero dell’Interno, all’azienda locale nelle settimane scorse sono stati revocati gli affidamenti pubblici, cui erano titolari. Nel merito, il dirigente comunale Francesco Paolo Affatato  non ha riconfermato il servizio di pulizia e guardiania dei bagni pubblici, unitamente a quelli nel piazzale del Santuario dell'Incoronata, nella villa comunale, nei mercati rionali del Cep e di via Manzoni.

Attività poste all’attenzione della commissione antimafia di accesso agli atti comunali, che avevano trovato riscontri poco chiari in due gare di appalto, dal luglio 2014 al mese di maggio 2021, per partecipazione sempre e solo due società cooperative tra loro collegate.

Per la cronaca, la cooperativa Foggia Service nel marzo 2021 si aggiudicò un appalto con la medesima offerta economica di 49.950 euro al netto dell’Iva. Nella stessa gara presentò un'offerta anche la cooperativa sociale Eco Eco.

Oggi, con la decisione del Prefetto, i dipendenti soci-lavoratori della Foggia Service rimangono inoccupati. I loro contratti sono stati revocati, appunto, dalla Interdittiva antimafia, che però non ha interrotto i servizi pubblici. Difatti il Dirigente comunale Carlo Dicesare, Economato, sin da luglio scorso sta provvedendo ai servizi dei locali suddetti, già interessati da un’altra procedura di affidamento trimestrale.

Tutto è collegato con la Relazione prefettizia che ha determinato lo scioglimento del Comune di Foggia. Infiltrazioni mafiose di –come scritto testualmente nella relazione,  “un uso improprio dell'istituto della proroga… adiacenti ad ambienti mafiosi… con l'intento di 'accontentare' le cooperative sociali destinatarie dell'affidamento”. Una sorta di do ut des tra pubblico-privato sovrainteso dalla “società foggiana” tramite il suo cassiere, tant’è che sempre nella relazione del dott. Esposito si legge che “la sistematicità del modello dell'offerta unica nelle gare per l'affidamento del servizio e dell'aggiudicazione speculare in vari anni alle due società” celava “l'adesione del Comune di Foggia ad una logica spartitoria tra le due società… un vero e proprio 'cartello' nel servizio”.

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Redazione