Punti di (s)vista. Putin per l’Ucraina, un ex KGB, non tanto ex

Parte dell'intellighenzia russa reprime la guerra e al netto delle ultime vicende disconosce Putin, ma a lui non interessa. Pretoriani prima e oligarchi poi sono i suoi unici amici, alleati con Xi Jinping.

Sono ore concitate, dove personaggi russi dello spettacolo, dell'arte, dello sport, della cultura, a tante altre realtà, anche del mondo politico, manifestano il dissenso alla guerra. Un NO! categorico, mostrando facce e nomi indifferenti e coraggiosamente contro l’ex, forse, KGB.

Di controcanto Putin ha generato un'altra guerra, quella mediatica, limitando l'accesso ai social network e propagandando notizie, foto e video, che giustificherebbero a suo modo l'attacco come risposta a quello ucraino. Una palese contraffazione della verità che sta ingenerando lotte intestine tra lo stesso popolo russo, perlopiù quello provinciale e simpatizzante di Putin.

Dal mondo democratico occidentale i maggiori server di servizi pubblici stanno inibendo domini di pagine web che provengono dalla Russia, canali che stanno propagandando fake news artatamente confezionate “dall’Armata Russa”. Uno fra tutti i canali youtube e alcuni dei social.

A corroborare questa azione c'è la dinamicità bielorussa. Lukašėnka appoggia Putin, offrendo la green zone a Zelensky, sapendo che potrebbe diventare una dark zone e se non proprio la sua death zone.

L'Ucraina tiene e risponde militarmente e mediaticamente. Ma fino a che punto sapendo che i generali sono continuamente pressati da Putin per una resa e consegna, vivo o morto, di Zelensky?

Il Mar Nero è sotto assedio russo. A ovest i confini ucraini sono controllati dai russi; difatti ci sono solo Russia e Bielorussia. Molte città dell’ovest dell’Ucraina sono in mano ai russi e la Bielorussia è amichevolmente russa. Rimane poco che Putin faccia sue le restanti aree che delimitano l'Ucraina. Il porto di Mariupol, nel Mar d’Azov, è orami sotto controllo russo e quello di Odessa, nel Mar Nero, è la prossima meta ormai acquisita. Di fatto Putin ha ora il controllo dei maggiori due sbocchi commerciali ucraini. L’obiettivo è stato quasi raggiunto: deve solo “domare” il Dobass, giacché la Crimea è sua.

Lo scenario geopolitico che Putin voleva sta per delinearsi, in barba a tutte le convenzioni e diplomazie occidentali, con il beneplacito della Cina che attende la fine del conflitto, sempre che Biden non intervenga fisicamente.

In Europa, negli USA, nella Nato (Otan) si continua a parlamentare, titubanti sul mandare truppe, aprire varchi per facilitare migrazioni di profughi e dissidenti, rispondere al fuoco che ha già mietuto vittime civili, oltre le militari.

I confini orientali ucraini sono stati presi d’assedio dai fuggitivi e sono in allarme per sconfinamenti russi. Un fuggi-fuggi che a breve interesserà anche noi italiani, oltre a quelli dei pluriennali flussi migratori, che Putin controlla per prossime decisioni.

Sconfinare nei paesi Nato, una prova di forza, solo quella perché Putin non è impazzito nell’invaderli, che solo un ex KGB, non tanto ex per i suoi contatti e la sua rete ancora in vita, potrebbe attuare, forte del patto cinese, di alcuni stati mediorientali borderline, della debolezza militare di Polonia, Slovacchia, Ungheria, Moldova e Romania, e perché no, coinvolgendo via Mar Nero Bulgaria e Turchia.

Si tentenna sullo Swift, ultima spiaggia “diplomatica” e “bomba nucleare economica” per costringere Putin a ritirare le truppe in terra straniera.

Si tentenna, in alcuni casi, razionalmente a una risposta militare russa che scatenerebbe un conflitto mondiale, in altri temporeggiando sul calo fisico militare russo a fronte delle mediocri risposte ucraine, aspettando sempre quella resa di Zelensky che diverrebbe il capro espiatorio di una pace firmata con un patto di sangue dell’agnello sacrificabile.

La Cina continua a osservare, attendendo sbocchi commerciali europei più vicini alle nazioni dell'UE, che pare esserci dopo l’assedio di Mariupol e Odessa. Una Cina che non esisterebbe appoggiare militarmente la Russia se gli States decidessero lo scontro armato. Una battaglia già iniziata sul web con attacchi hacker da entrambe le parti, confermato non solo dai rispettivi siti istituzionali bensì dal deep web che in queste ore prolifica di codici, malware, sniffing, trojan, offuscamenti e tanti altri virus e attacchi cibernetici, a siti istituzionali, banche, media, organizzazioni e fondazioni, società commerciali.

Nel mondo l'economia è crollata con le Borse fortemente negative. Ma c'è chi sottobanco sta guadagnando milioni di valute foraggiando gli armamenti e suoi mezzi e strumenti. Del resto la guerra è sempre stata un investimento finanziario, destabilizzando e annientando economie e aumentandone altre.

Manovre di geopolitica forzate anche con milizie riserviste sui campi aversi, come il Donbass che oppone la sua forza all’avanzata russa.

La Nato, per la prima volta e con l'importante servizio delle varie intelligence, sta muovendo le truppe speciali per difendere i suoi confini, possibili obiettivi di Putin per indurre l'Ucraina a cedere.

Lo scenario sta diventando molto serio, con un Putin che sta accelerando, pensando anche a una Ucraina divisa, come avvenne per Germania. Scenari vissuti e che la storia ha ben testimoniato. Sarebbe un compromesso irricevibile per la democrazia ma razionale come pseduo placebo per evitare un conflitto mondiale.

Intanto stridenti rumori ferrosi di carrarmati, sibili di proiettili, rombi di aerei ed elicotteri, sirene e grida umane, rimbombano sanguinose in terre democratiche in attese tentennanti degli Alleati. Papa Francesco lancia appelli di Pace e incontri risolutori, mentre i fiumi arcobaleno riempiono piazze che Putin irride. E il costo della vita aumenta.

Nelle prossime ore si deciderà sullo Swift, poi potrebbe mutare sul fronte militare. Inibendo lo Swift inevitabilmente potrebbero essere avvitati dalla Russia i rubinetti energetici per l'Europa.

Chi pensa che mettendo sanzioni economiche e chiudendo interscambio bancari con la Russia la impoverirebbe fa finta di non tener conto della smisurata finanza che Putin ha accantonato tra valute in Cina e cripto-valute, oltre quelle diamantifere e orafe con paesi intercontinentali debitori di armamenti per le loro guerre insane interne. L’UE lo sa, gli USA lo sanno, la Nato lo sa, ma non c'è chi lo dice per farci credere che la Russia non naviga nell'oro.

Occhio alla Cina che nel suo giusto silenzio, assorda più di una bomba, attende spregiudicate azioni che solo Biden può ordinare, scusa appetibile per riprendersi Taiwan.

La storia sta scrivendo una pagina indelebile che costerà un caro prezzo, anche senza guerra e con Putin che otterrà l'Ucraina, anche divisa da un muro. E la storia ritorna…

Ad Maiora!

#puntidisvista  ♨️ #freethinker  #warucraina

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