Foggia: rinvenuto un arsenale di armi. Lo deteneva una famiglia insospettabili – tre arresti

In data 21 ottobre u.s. veniva sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il buttafuori pregiudicato Di F. A. cl. 81 per il tentato omicidio di un giovane ragazzo di Lucera attinto da un colpo d’arma da fuoco alla nuca, dopo una discussione violenta   all’uscita della discoteca Domus.

La certezza che il D. F. A. avesse tentato di uccidere  la giovane vittima  con un colpo d’arma da fuoco si è avuta nella mattinata di ieri, allorquando i sanitari, al termine di un intervento chirurgico, hanno estratto dalla mandibola fratturata della vittima  un’ ogiva.

L’attività della Squadra Mobile, mai interrotta, continuava anche nelle ore successive al fermo del D. F. A. e si concentrava sulle frequentazione dello stesso, al fine di verificare il coinvolgimento di terze persone. Gli accertamenti permettevano di verificare che il buttafuori, subito dopo l’aggressione, era stato casualmente controllato con un giovane incensurato foggiano di nome C. R. cl. 90

Per tale ragione, d’intesa con la Procura della Repubblica di Foggia che ha coordinato tutta l’attività, nel pomeriggio di lunedì, veniva effettuata una perquisizione presso l’abitazione del C. che consentiva il rinvenimento di uno sfollagente telescopico. L’escussione del C., permetteva agli inquirenti di acclarare i rapporti di frequentazioni dello stesso con il DI F. e la probabilità concreta che potesse detenere per conto dello stesso alcune armi , fra cui anche l’arma del delitto.

Accurate perquisizioni nei domicili suoi e dei familiari avvaloravano l’ipotesi investigativa, consentendo  il rinvenimento di un vero e proprio arsenale, ovvero nr. 2 pistole cal. 9x21 con matricola abrasa e relativi caricatori, nr.2 revolver cal. 38, nr. 1 pistola semiautomatica con annesso caricatore rifornito di tre colpi, nr. 1 penna modificata a pistola cal. 22, nr. 1 similarma, nr. 1 silenziatore, nr. 1 canna cal. 7.65, nr. 1 giubbotto antiproiettile e un centinaio di cartucce di vario calibro.

L’attività investigativa consentiva di accertare che della disponibilità di tale arsenale di armi avessero piena contezza anche i familiari del R. C., ovvero i genitori che, in occasione dell’arresto del figlio, temendo una perquisizione da parte degli investigatori, avevano provveduto a spostare le armi da un luogo di loro pertinenza ad altro locale. Pertanto anche i genitori del C. R., ovvero C. A. cl. 59 e T. L. cl. 63 venivano tratti in arresto. 

Sono in corso ulteriori accertamenti volti a chiarire se fra le armi rinvenute vi sia anche l’arma utilizzata per il tentato omicidio,  la provenienza delle stesse e la ragione per cui fossero detenute dalla famiglia C..

 

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