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Licenziato per “Conoscere per deliberare”. Radio Radicale abbandona Maurizio Bolognetti

Si può essere d’accordo o no sulle opinioni dette su alcuni argomenti, anche su tutti. Argomentarli è segno di interessamento al tema discusso, anche criticarli che vuol dire porre in essere un contradditorio, specie se è accompagnato da documentazioni e prove. Tutto fa parte della libertà di espressione, di quella forma democratica che contraddistingue le repubbliche democratiche dai regimi totalitaristi, autarchici, monocratici e dittatoriali. Un esempio, ma ne abbiamo tanti sparsi sulla Terra –spesso si fa finta di ignorarli per il comun finto viver bene finanziario e geopolitico-, è l’ultimo conflitto tra Russia e Ucraina, con il beneplacito economico-belligerante di governi che pensano esclusivamente al profitto in casa propria, da un lato dell’Atlantico, e a quello altrui dal lato del Pacifico, tenendo perennemente in bilico la vita dei Paesi del Mediterraneo. Ma è un esempio, che, tra l’altro, ci ha ricordato come l’informazione può essere manipolata e poi veicolata come si vuole e dove si vuole.

In Italia, seppur ci inondano di pubblicità –detta progresso ma è di regresso- contro le fake news, e lo fanno precipuamente i media nazionali in comunella con il governo, sminuendo quella diffusa da piccole testate giornalistiche, spesso locali, con articoli -con prove alla mano- di liberi pensatori e liberi comunicatori, insomma liberi giornalisti, non mancano quelle forme di controllo e poi censura a chi da sempre ha interrogato sistemi, perciò facendo critica costruttiva, poste in essere da altrettanti media nate con la mission del contraddittorio, del farci interrogare se tutto quello detto e fatto è lecito, non lecito, libero, non libero, democratico, non democratico.

È, senza ombra di dubbio, la storia dei giornalisti liberi battitori, sciolti dal sistema e sempre con dati alla mano a denunciare confutazioni, spesso coperte, insabbiate, secretate da non so chi o cosa e per qual bene comune che ha tutto il diritto di conoscere. Qui si materializza tutta l’opera giornalistica di Maurizio Bolognetti.

Che lui possa essere in sintonia con certe condizioni, certe scelte, alcune decisioni, è un dato di fatto. Che poi Bolognetti possa essere dapprima critico poi in contradditorio con altre, è una prova di intelligente e corretto giornalismo che deve porre domande e chiedere risposte. Con Lui si può essere anche in disaccordo, ma che poi dopo anni e anni di collaborazione, gomito a gomito, con chi lo ha voluto per la sua criticità senza ombre, a volte verace nella forma espressiva ma comunicativa alla portata di tutti, con comprovati documenti, lo si metta all’angolo, confinandolo nella sua abitazione, pur pagandolo per un contratto ancora in essere, è un comportamento inaccettabile.

Non si sa cosa possa essere accaduto tra Bolognetti e Radio Radicale, una collaborazione simbiotica, anzi “quasi” alla luce delle ultime decisioni, ma da quello che si legge sulla lettera che ha ricevuto pare non esser più gradito, o meglio non gradite le sue interviste, le sue critiche, i suoi interventi e radio-articoli.

Maurizio Bolognetti respirava da tempo la decisione assunta poche ore fa dal Centro Produzione di Radio Radicale. Era già pronto a questa uscita. Rimane l’amaro in bocca da chi seguiva questa radio, e Bolognetti, poiché l’ha sempre considerata “LIBERA”, ravvedendosi oggi del contrario.

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Maurizio Bolognetti: «Quarantacinque minuti per parlarvi di democrazia, Costituzione e diritto alla conoscenza. E per spiegarvi perchè dalle ore 23.59 inizierò uno sciopero della fame ad oltranza. Buon ascolto!» [Redazione] Dal minuto 33:00, dopo l'analisi del "Civil Servant", ascoltate bene cosa è successo. Poi leggete ciò che è scritto di seguito.

«Ecco quanto mi è costato aver difeso principi e ideali per i quali vivo.  Me l'hanno fatta pagare in maniera silenziosa. Prima imbavagliato, poi pagato per non far niente e ora questo» il commento a caldo di Maurizio Bolognetti dopo aver ricevuto ufficialmente la notizia della fine di collaborazione con Radio Radicale. «Ho difeso per mesi il diritto di chi veniva censurato a poter essere ascoltato. Ho messo in gioco per questo tutto quello che avevo, come sempre, per onorare convinzioni e non convenienze. La convenienza avrebbe dovuto indurmi a tacere e a far finta di niente. Conoscere per deliberare? Quale? Dov'è il conoscere per deliberare se, per dirne una, su dieci interviste realizzate con il prof. Pietro Luigi Garavelli non una di queste in mesi di palinsesto è stata mandata in onda?» la considerazione finale del collega Maurizio dopo per mesi aver cercato di far conoscere la sua idea in merito alla pandemia, ai vaccini, alle cure. «Dov'è il conoscere per deliberare se si cancellano le voci di avvocati, medici, infermieri, ecc. non mandandole in onda e destinandole all'archivio e quindi impendendo agli ascoltatori di una Radio che dice di voler onorare il diritto alla conoscenza di poterle ascoltare? Quanto c'è di onorevole nella rimozione di azioni nonviolente e di disobbedienza civile?» ciò che Bolognetti recrimina a margine della raccomandata A/R del 26 luglio 2022 ricevuta per il fine contratto con la radio, che scrive: “Egr. sig Maurizio Bolognetti, facciamo riferimento al contratto di collaborazione indicato in oggetto (“esercizio del diritto di recesso dal contratto di collaborazione del 3 aprile 2015 avente ad oggetto la realizzazione di servizi giornalistici”), per comunicarle la nostra volontà di recedere da tale accordo ai sensi dell’art. 6 del contratto con effetti a far data dal 30 settembre 2022. A tal data la nostra Società provvederà a liquidare in suo favore eventuali somme ancora dovute in forza del contratto. Distinti saluti”.

 

Letter licenziamento Bolognetti da Radio Radicale 26lug2022

 

Parrebbe una mazzata tra capo e collo, in realtà Maurizio Bolognetti è più disarmato dalla volontà di una radio nata per la libera informazione in virtù di altre, oggi forse più in linea alle situazioni politiche, geopolitiche e sanitarie governative. Difatti la sua risposta lo evince: «A futura memoria. Valutateli voi dopo aver considerato il lavoro che ho provato a svolgere e quel che da sempre ho onorato senza pensare al mio tornaconto personale. È un brutto giorno, ma è un giorno che sapevo sarebbe arrivato» conclude l’amico e collega giornalista Maurizio Bolognetti.

La mancanza di Marco Pannella è racchiusa tutta qui.

Ad Maiora!

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