Foggia. Nota azienda agricola interdetta dalla Prefettura. L’onnipresenza mano della mafia

Da poco insediato a Foggia e subito al lavoro per proseguire ciò che ha fatto il suo predecessore nel nome della legalità e sicurezza. Il Prefetto di Foggia, dott. Maurizio Valiante, ha interdetto una nota azienda locale operante nel campo agricolo e vendita dei suoi prodotti. Il nome dell’azienda per ora non è stato reso noto.

L’interdittiva antimafia, prima dell’attuale Prefetto da quando sta a Foggia, in una nota stampa della stessa prefettura, è stata così motivata: “All’esito di un’accurata attività istruttoria svolta con il determinante apporto delle forze di polizia, della Dia e del relativo Gruppo Interforze Antimafia, è emerso l’inserimento nel circuito delle ‘agromafie’ che fanno capo alla consorteria mafiosa della Società Foggiana…” che “ha adottato una nuova interdittiva antimafia nei confronti di una nota impresa della città di Foggia che esercita l’attività agricola e di commercializzazione dei prodotti agricoli”.

Ancora una volta la mano della “societàfoggiana affondata negli interessi di aziende della Capitanata, nell’economia locale privata oltre che in quella pubblica, da anni attanagliata, per molti settori, dalla voracità delinquenziale mafiosa di batterie in guerra tra loro per la spartizione del territorio. Guerra a volte in tregua per la cosiddetta “pax criminale” solo per affondare ancora di più le mani negli interessi pubblici e privati, giustificati da unioni sentimentali tra le famiglie delle batterie.

Foggia da anni è al centro delle discussioni, anche azioni, della “Squadra Stato”, che cerca di arginare e sopprimere il fenomeno mafioso, meglio conosciuto come “quarta mafia”, quella di tutta la provincia di Foggia per esser precisi, con risultati che hanno portato nelle "Patrie Galere" esponenti di spicco della mafia locale, dal "sapor 'ndranghetista". Questa interdittiva è l’ennesimo tassello di un puzzle che man mano sta prendendo forma, parte anche di quello che ha commissariato il Comune del capoluogo dauno sciolto per infiltrazioni mafiose, che non si sa se verrà riabilitato dopo diciotto mesi (febbraio 2023) o ventiquattro (agosto 2023), come parrebbe consolidarsi per la seconda ipotesi dopo le dichiarazioni dei tre Commissari straordinari.

E ciò fa da sponda anche alle decisioni intraprese dalla Prefettura in questa interdittiva, che a conclusione del comunicato scrive: “La complessa attività istruttoria che ha condotto all’adozione del provvedimento di rigore dell’informazione antimafia interdetta permette, ancora una volta, il perseguimento dell’obiettivo della tutela dell’economia legale, e della garanzia della sana concorrenza tra le imprese, impedendo alle società ‘infiltrate’ di contrarre con la Pubblica Amministrazione, preservando in tal modo i settori produttivi e la stessa economia del territorio”.

Se così fosse si prevedono tempi più lunghi per una nuova Amministrazione comunale, anche bui sul piano sociale giacché poco si è fatto e quel poco non bene, in barba a tutte le rimostranze di cittadini associati, contestualmente ai partiti ed esponenti politici che vorrebbero le elezioni. Ma questa della politica è un'altra storia, che andrebbe sviscerata e ancor di più analizzata per, innanzitutto, scegliere chi debba scendere in campo e con chi, visti i precedenti.

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Redazione

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