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Monte Sant'Angelo, città bianca

di Giuseppe Piemontese, Società di Storia Patria per la Puglia

In questi mesi, attraverso alcuni articoli pubblicati dai nostri giornali e dai Siti Web, abbiamo lanciato un grido di allarme per quanto riguarda il decoro urbano della nostra città, Monte Sant’Angelo, assurta negli ultimi anni a Città UNESCO, per la sua storia, la sua cultura e il suo habitat forestale. Una valenza altamente qualificante per una città millenaria che si riconosce per la sua cultura e le sue bellezze naturali. Tuttavia ciò non ha impedito un lento degrado del suo tessuto urbano e, quindi, della sua architettura e della sua urbanistica, specie per quanto riguarda i palazzi storici e in particolare le facciate degli immobili che si trovano specialmente lungo il Corso e più in generale nel Centro storico, ormai da anni abbandonato a se stesso, senza alcun progetto di recupero e di valorizzazione. Un Centro storico che ormai ha perso quella vitalità e quella funzione aggregante che un tempo aveva, quando la vita e il cuore palpitante della città si svolgeva lungo le sue strade, nelle sue piazze, nei suoi rioni, tanto da decantarne quella vita collettiva che è tipica delle città e della cultura mediterranea del Sud Italia. Una Italia del Sud che purtroppo non c’è più, e che in questi ultimi decenni, a causa della perequazione fra Nord e Sud, ha subito un progressivo abbandono da parte della politica, a vantaggio solo del Nord e quindi della sua economica industriale, mentre gradualmente si aggravava la “questione meridionale” tanto che ancora oggi essa è all’ordine del giorno di ogni governo e di ogni legislatura. Così come tante città meridionali, che hanno conosciuto il fenomeno dell’abbandono e dell’emigrazione, specialmente da parte dei giovani, costretti ad andare al Nord per trovare lavoro, oggi ci troviamo di fronte ad un progressivo degrado ambientale delle nostre città meridionali, specie di quelle più piccole, dove la crisi economica morde maggiormente, tanto da provocare l’abbandono di interi quartieri e di intere città. E questo destino sta colpendo anche Monte Sant’Angelo, dove la popolazione continua a diminuire, passando dalle 23.500 ab. del 1951, a nemmeno 11.750 ab. di oggi, con un progressivo abbandono del nostro patrimonio urbano, ormai fatiscente. Per questo, anche se viviamo in un periodo di relativo sviluppo urbano per quanto riguarda alcune infrastrutture, vedi il rifacimento del manto stradale interno e periferico, la Panoramica Sud, tuttavia il decoro urbano lascia molto a desiderare, se non intervengono iniziative da parte dell’Amministrazione che costringa per legge i singoli proprietari a intervenire. Tuttavia non tutto è buio. In questi giorni una luce si è accesa nel Centro storico e precisamente in Largo Dauno, cuore palpitante della nostra città, dove alcuni proprietari hanno “dipinto” con calce bianca le facciate dei loro fabbricati, tale da creare una ambiente altamente estetico e di grande fascino ambientale. Un bianco splendente, fatto di calce viva e lucente, che illumina tutta la Piazza e dà a chi l’ammira un senso di grande bellezza e di grande fascino, tanto da creare quasi uno spettacolo cinematografico, dove fa da sfondo la storia di una città, la sua gente, la sua comunità di un tempo, quel senso di appartenenza e di identità, che solo nelle città meridionali troviamo, in quanto espressione della nostra civiltà contadina e della nostra identità mediterranea. Emblemi di un grande passato di civiltà e cultura. E oggi tutto ciò può essere di esempio, grazie anche all’iniziativa del nostro concittadino Ing. Vincenzo Simone, che ha voluto ad ogni costo sensibilizzare l’opinione pubblica e i singoli proprietari dei palazzi e degli immobili per intervenire al fine di sfruttare l’occasione che lo Stato propone, attraverso gli incentivi degli sgravi fiscali riguardanti le ristrutturazioni. Speriamo che l’esempio di Largo Dauno sia di sprone per altri proprietari di immobili, per creare una “città bianca”, in nome della bellezza e dell’amore per la propria città.

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