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Antiqua Rosa, gioiello architettonico. L’esposizione di gioielli di Silvia Lì

a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

Con le opere artistiche di Silvia di Iasio (in arte Silvia Li’) il passato diventa presente, attraverso un percorso che solo chi interpreta la nostra cultura attraverso i segni della storia, può carpirne i secreti dei popoli, che hanno lasciato le loro tracce nella pietra, segni tangibili di civiltà antiche, ma soprattutto segni che affondano le loro radici nelle tradizioni popolari, che si rifanno ai nostri progenitori, fra cui i Longobardi, i Bizantini, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, le cui tracce oggi le possiamo ritrovare nei numerosi monumenti della città micaelica, Monte Sant’Angelo, ricca di storia e di cultura. L’Artista, attraverso la Mostra di oggetti artigianali, ci porta verso quei simboli che hanno caratterizzato la storia pugliese, ma soprattutto la civiltà garganica, di cui Monte Sant’Angelo ne rappresenta il cuore e il centro focale dei popoli europei, che per primo hanno assunto come loro protettore l’Arcangelo Michele. Un ritornare verso le nostre radici, in cui i segni del pellegrinaggio micaelico, legati per gran parte al Romanico Pugliese, hanno determinato quell’unità politico-culturale dell’Europa. Cultura, Arte e Religiosità

popolare che ritroviamo nei segni del culto micaelico e, quindi, nelle iscrizioni longobarde, presenti nelle cripte del santuario micaelico. Iscrizioni latine e runiche, queste ultime, antico alfabeto germanico, di cui la designer con i suoi “gioielli” ne rappresenta i significati  e i segni della memoria. Così come gli splendidi rosoni delle cattedrali pugliesi, di cui ne ha riprodotto quelli del Santuario di San Michele, della Chiesa di San Rocco, della Tomba di Rotari, di Santa Maria Maggiore e di San Benedetto. Così come vengono riportate nella Mostra le orme di mani e piedi dei tanti pellegrini diretti al Santuario di San Michele, sulle cui pareti sono impressi i segni del pellegrinaggio micaelico. Segni che oggi vengono riprodotti in maniera magistrale attraverso le opere artistiche di Silvia di Iasio. Un mondo variegato,  ma semplice nei suoi contenuti, tanto da creare le premesse per fare del nostro Santuario di San Michele un Sito UNESCO.

A questo punto ci domandiamo: chi è Silvia di Iasio? Quali sono state le sue prerogative per quanto riguarda tale riconoscimento? Certamente dobbiamo ricordare che Silvia è stata per diversi anni la Presidente del CLUB UNESCO e come tale ha fatto si che facesse conoscere attraverso Convegni e Seminari di Studi le bellezze artistiche  della città di Monte Sant’Angelo, con il suo ricco patrimonio culturale, tanto da creare le premesse per essere riconosciuta come uno dei borghi più belli d’Italia. Tutto ciò, bisogna specificare, nasce dell’amore di Silvia per la sua città e per la sua storia, tanto da  laurearsi in Arredamento e Design all’Università Federico II di Napoli e perfezionarsi, poi, successivamente presso il Politecnico di Milano. Da questa passione  di designer sono nate le sue collezioni di gioielli e poi  numerosi oggetti artigianali come le pietre semipreziose, legate all’artigianato locale e, quindi, alle tradizioni artistiche dei popoli che hanno colonizzato la Puglia e il Gargano.  Tutto ciò nella consapevolezza che solo chi possiede l’anima dei luoghi o il Genius Loci può carpirne i segreti e la bellezza artistica. Una dimensione che si acquista solo sul campo, specie chi vive a contatto con la sua gente, ma soprattutto chi conosce la sua storia e la sua cultura. In  questo senso Silvia di Iasio è l’espressione più vera e genuina del nostro Genius Loci, il cui termine acquista un suo significato culturale e simbolico solo se lo si rapporta con la cultura dell’abitare e, quindi, con un luogo specifico, la cui identità si connette con la sua specificità storica e ambientale. In questo caso il Genius Loci lo si rapporta con il luogo stesso, con la sua anima e con quello spirito o daimon di cui gli antichi solevano proteggere il luogo stesso attraverso la presenza del Genius Loci. In altri termini il Genius Loci si  prende cura dell’uomo e del suo ambiente e la sua influenza si estende attraverso la creatività dei suoi  oggetti, fra cui i monili e i gioielli, tanto da diventare essi stessi simboli di protezione con l’abitare. In questo senso l’Artista ne interpreta l’essenza stessa della nostra cultura e delle nostre tradizioni, legate in gran parte al significato del nostro Genius Loci.  Tutto questo lo ritroviamo nelle sue opere, che possiamo ammirare, fino al 2 Luglio 2021, nel Battistero di San Giovanni in Tumba a Monte Sant’Angelo. Una Mostra che si inserisce molto bene nell’ambito delle celebrazioni riguardanti il decennale del riconoscimento del Santuario di San Michele da parte dell’UNESCO (2011-2021), quale espressione della cultura longobarda in terra pugliese. Manifestazione che vede in primo piano l’Amministrazione Comunale di Monte Sant’Angelo e la Regione Puglia. Afferma a tale proposto il Sindaco Pierpaolo d’Arienzo: “Da dieci anni la nostra città si fregia di un  riconoscimento di pregio come quello dell’UNESCO che ci ha proiettato sulla scena internazionale e sul quale abbiamo basato il nostro brand “LaCittàdeidueSitiUNESCO”. Un riconoscimento che ci riempie d’orgoglio e che merita di essere festeggiato con un grande evento”. Del resto solo  con la riscoperta del proprio Genius Loci, la città può riprende, anche dopo l’attuale pandemia,  il suo cammino di civiltà e di cultura, in un percorso condiviso di scelte e di decisioni improntate alla legalità e alla giustizia sociale. E questo deve essere alla base di ogni programma politico-culturale specialmente riguardante la nostra città. In questo senso oggi si parla di “diritto alla città”, di città in evoluzione, di città condivisa, di città diffusa. Tutto questo ci porta a considerare l’abitare, con la sua comunità e la sua creatività artistica, come luogo privilegiato per manifestare il nostro amore non solo per la città, ma soprattutto per il nostro il territorio, inteso come paesaggio che si fa storia e cultura, attraverso la creatività dei nostri artisti.

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