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Macchia. L’importanza vitale dell’acqua, un valore sconosciuto agli amministratori

#contrappunti

A cura di Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo.

«In questi giorni TV e Giornali stanno riportando i rilevanti danni della siccità alle coltivazioni agricole, alla zootecnia e alla produzione di derivati quali carni, prosciutti, formaggi, frutta, ortaggi, grano, mais etc.

Nessuno però ha riportato i danni all'olivicoltura, forse perché chi si occupa di olio è figlio di un Dio minore o di uno che è stato scaraventato agli inferi.

Perché?

La cronica carenza di acqua da lungo tempo è alla base della crisi del settore agricolo e dell'ulivicoltura anche di Macchia.

Fino ad oggi nessun amministratore si è posto il problema di un settore che con la sua produzione annuale media di 15.000 quintali di olio ha un giro di affari di € 8-10 milioni cioè 3-4 volte il fatturato delle attività turistiche di Monte Sant'Angelo.

La crisi nazionale potrebbe svegliare le coscienze sopite dei politici con l'utilizzo anche dei fondi del PNRR per realizzare nuovi invasi dove raccogliere l'acqua piovana e innanzitutto un diverso modo di irrigazione dal momento che siamo lontani anni luce dalle tecnologie israeliane.

In un mio uliveto nonostante l'irrigazione per il troppo caldo molte olive si seccano, anche quest'anno non ci resta che andare al mare di Chiancamasidde».

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