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NO all’impianto GPL Energas nella Piana di Macchia Monte Sant’Angelo

#contrappunti

«In qualità di storico, già alcuni anni fa, sono intervenuto sulla questione territoriale tra il Comune di Monte Sant’Angelo e il Comune di Manfredonia a proposito dell’insediamento dell’Enichem nella Piana di Macchia, con alcune riflessioni sulla opportunità o meno di creare negli anni Settanta un polo industriale altamente inquinante come l’Enichem in una zona a vocazione agro-turistica, Oggi tale situazione si ripresenta con un nuovo insediamento riguardante il deposito di GPL ENERGAS nella stessa zona e precisamente nella Piana di Macchia.

Un problema, come l’inquinamento provocato dallo scoppio di una colonna dell’ex-Enichem, che ancora oggi stiamo scontando le conseguenze, senza che la bonifica del sito abbia avuto termine. Purtroppo la storia si ripete. Alcuni mesi fa si parlava di un impianto di riciclaggio dei rifiuti di plastica proprio alle porte della strada che porta dalla Piana di Macchia verso Monte Sant’Angelo, mentre oggi si parla di un nuovo impianto di GPL ENERGAS alle porte della città di Manfredonia. Il tutto non tenendo conto della volontà contraria della popolazione locale, sia quella di Manfredonia che di Monte Sant’Angelo e Mattinata, i cui centri oggi sono in netto calo demografico, oltre che in grave crisi economica. E questo perché non si rispettano le vocazioni territoriali, né si investe nelle reali potenzialità dei territori, fra cui, oltre la Piana di Macchia, la Valle di Carbonara, l’entroterra di Pulsano, i boschi circostanti la Foresta Umbra, oltre che lo sviluppo ecosostenibile dei Centri urbani, con i loro Beni culturali.

Purtroppo oggi le volontà delle comunità locali non contano nulla, in quanto soggiogate dai poteri e dalle lobby politiche, che non tengono conto delle reali possibilità di sviluppo locale. In altri termini con la globalizzazione è iniziato lo sproprio delle volontà delle popolazioni locali, i diritti e la legittima podestà di governare il proprio territorio e quindi di investire in esso, secondo una logica identitaria e non secondo la logica del mercato unico globale.      

In tutti questi anni, dal 2018 ad oggi, infatti stiamo assistendo alla eliminazione dell’autonomia locale, con un processo di delocalizzazione che ha determinato l’abbandono delle campagne a favore dell’urbanizzazione selvaggia. Fenomeno che, come nel caso di Monte Sant’Angelo, ha prodotto l’abbandono del Centro storico e, quindi, una progressiva crisi dell’intero Centro urbano che si va di giorno in giorno sempre più spopolando, a causa dell’emigrazione di tante famiglie e giovani verso il Nord. Ormai il diritto all’autonomia, inteso come sviluppo locale e, quindi, come valorizzazione delle proprie potenzialità territoriali, è svanito a vantaggio di una economia di sussistenza e di emarginazione progressiva dei flussi pubblici a vantaggio solo dei centri di potere.

Di fronte a tutto questo ho il dovere e l’obbligo di intervenire per difendere non solo la bellezza e la storicità dei nostri centri urbani, come Monte Sant’Angelo, Manfredonia, Mattinata, e altri centri del Gargano e della Capitanata, ma per difendere soprattutto i loro territori che in questi anni sono sotto la scura di iniziative speculative che porteranno solo inquinamento e distruzione ambientale dell’ecosistema.

E tutto questo sta avvenendo nei confronti della Piana di Macchia, che è un territorio molto appetibile dalle lobby industriali del Nord Italia e dell’Europa, tanto da creare le premesse, attraverso il porto di Manfredonia, una seconda Seveso oppure un nuovo polo industrializzato altamente inquinante. E questo con il beneplacito del Governo, che non tiene conto della volontà espressa dalla popolazione locale, che ha detto No sia allo stoccaggio dei rifiuti di plastica alle porte della città di Monte Sant’Angelo, sia all’impianto di GPL ENERGAS in territorio di Manfredonia-Monte Sant’Angelo. Una popolazione che ha il supporto non solo dei Sindaci interessati, ma anche dell’Arcivescovo di Manfredonia, Mons. Franco Moscone, che ha espresso la sua contrarietà all’istallazione del deposito di GPL ERNERGAS nella Piana di Macchia.

Una decisione che, come in tante altre questioni, viene dall’alto e che non tiene conto della volontà dei cittadini. Purtroppo per quanto riguarda la Piana di Macchia si ritorna al vecchio sistema che vede la volontà politica di pochi prevalere su quella di molti e che ha portato, negli anni Sessanta e Settanta, al fallimento della politica industriale riguardane l’ex-Enichem e poi successivamente alla chiusura sistematica delle fabbriche sorte in base al Contratto d’Area. Oggi si ritorna ad una situazione analoga, in quanto ci ritroviamo davanti ad un insediamento industriale pericoloso e altamente inquinante nella Piana di Macchia, un deposito di gas che un domani potrebbe essere una bomba ad orologeria per l’intera comunità locale, non solo di Manfredonia, ma dell’intero Gargano. Per questo, come cittadino e come intellettuale, che nelle sue opere ha messo in primo piano la difesa del paesaggio del Gargano, espressione della Bellezza e della Cultura, quale sinonimo di Civiltà e di Arte, esprimo il mio disappunto e la mia ferma opinione contro qualsiasi insediamento industriale che deturpi il nostro paesaggio e la sua bellezza.

Una bellezza che nasce dalla civiltà delle culture di tanti popoli (Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi) che hanno lasciato nel tempo un ricco patrimonio d’arte, con numerosi monumenti e opere d’arte, fra cui santuari, chiese, castelli, centri storici, unici e irripetibili per la loro architettura della civiltà mediterranea.  Città d’arte, come Monte Sant’Angelo e Manfredonia, che hanno bisogno non di insediamenti inquinanti, ma di insediamenti ecosostenibili, come le industrie agro-alimentari legate ai prodotti del luogo, come le numerose masserie da adibire a centri di benessere e a sentinelle del nostro paesaggio agro-turistico, la salvaguardia dei nostri centri storici, da trasformarli in centri di accoglienza turistica e così via.

Del resto abbiamo constatato che ogni processo industriale, se non viene legato alla peculiarità identitaria del suo territorio e del suo paesaggio, è destinato a fallire. In altre parole è l’identità territoriale, con le sue potenzialità intrinseca legate all’ambiente e quindi alla sua storia e alla sua cultura, a determinare lo sviluppo locale e, quindi, a creare quel legame stretto con “l’anima dei luoghi”, che presuppone l’acquisizione del suo “Genius Loci”.   In ciò consiste il futuro di ogni città, la sua sopravvivenza e la sua continuità nel solco del proprio passato, ma vivificato dal presente, da cui poi nascerà il suo futuro.  Un futuro che sarà l’espressione della collettività a cui sarà legato il destino della città. 

Una città che non dipenderà solo dalla volontà politica di pochi, ma di tutti.  Del resto la politica dovrebbe essere lo strumento principale per creare le condizioni più favorevoli al “bene comune”, e nel nostro caso, al “bene collettivo”. Solo creando questo connubio, fra politica e cittadini, ogni città e ogni territorio avrà un futuro e uno sviluppo, possibilmente legato al proprio territorio. Il contrario di tutto ciò crea solo danni e distruzioni di ciò che abbiamo costruito negli anni passati. Nel nostro caso il passato deve essere di monito per il presente, rispettando e rafforzando con ogni mezzo la volontà della comunità locale nel dire NO all’impianto di GPL-ENERGAS nella Piana di Macchia».

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