Tra gli ospiti di Casa Brecciolosa, il 6 dicembre inaugura la sua esposizione a San Marco la Catola.
Mario Daniele ha quasi 70 anni e coltiva con gioia la sua passione per il disegno, la pittura, l’arte. Ha iniziato sin da quando è arrivato a Casa per la Vita Brecciolosa di San Marco la Catola, frequentando con interesse il Laboratorio di Espressione in cui giocava con i colori sui fogli appesi a dei pannelli. Aveva una predisposizione al disegno, ed anche quando l’attività laboratoriale si è interrotta, la passione di Mario per i pennelli non si è mai fermata. Ha continuato a dipingere, ad esprimere su tela i suoi pensieri, nel rispetto dei suoi tempi, delle sue pause, delle sue capacità. Perché Mario è uno degli ospiti della struttura socio-residenziale gestita da Sicura srl che accoglie persone affette da problematiche psicosociali e/o psichiatriche.
Dopo tanto lavoro, quindi, adesso per Mario è arrivato il momento di far conoscere i suoi lavori, di condividere le sue emozioni. E lo farà con l’esposizione dei suoi quadri, la cui inaugurazione si svolgerà mercoledì 6 dicembre 2023 a partire dalle ore 17.00 presso Biblioteca di Comunità dei Monti Dauni (Palazzo Ducale - Largo Amedeo di San Marco la Catola. La mostra si intitola “Spiritualità”, perché in molte delle sue opere ci sono tracce di un suo personale cammino di ricerca spirituale. Si tratta di un risultato importante per Mario, che lo condividerà con gli ospiti e lo staff della struttura che accoglie, in via temporanea o permanente, persone uscite dal circuito psichiatrico riabilitativo-residenziale, prive di validi riferimenti familiari o che necessitano di sostegno nel mantenimento del livello di autonomia e nel percorso di inserimento o reinserimento socio-lavorativo. L’invito è aperto a tutta la cittadinanza, a tutta la comunità. Mario si sente parte attiva della comunità in cui vive. E questa sua mostra di quadri è un modo per sentirsi protagonista e partecipe.
L’arte nella sua molteplicità espressiva e comunicativa è anche espressione dell’anima, di ciò che si ha dentro e si vuol comunicare con il proprio estro, la propria identità e creatività.
Anche d’Identità di appartenenza, di quella resilienza che il tempo ha modificato ma che rimane nella primigenia capacità strutturale di una civiltà che oggi sente il bisogno di riportare alla luce.
Le opere di Michele Affatato rappresentano l’immaginifico mondo che fu e che ritorna, non solo nei suoi pensieri, con i suoi sogni. Sulle tele colori e materiali prendono corpo, animando l’irreale, quasi onirico, scenario dove Michele ha avuto i natali. Colori come fiori e libertà, sfumature come anime e angeli, riflessi come luci di un tempo che inesorabilmente scandisce l’esistenza di tutti noi, ciò che l’artista foggiano rappresenta nelle sue opere. Un’osmosi radicata nell’essere territoriale, aprendo anima cuore e intelletto alle platee che lo osservano. Quadri che nel tempo hanno impreziosito muri di gallerie e palazzetti dell’arte, castelli, sale e, ora, anche palazzi e grattaceli rinomati che ospitano l’USA Tour Biennial 23/24 della Fondazione Effetto Arte.
[La libertà non ha prezzo]
Oltreoceano c’è un pezzo della nostra storia, della nostra arte contemporanea, ben rappresentata da Michele Affatato, in concorso con alcune opere, tra le quali "La libertà non ha prezzo" su tela gran gallery 140x70 cm. con applicazione di stracci tinti con acrilico fosforescente in concorso a New York, “Campo fiorito” acrilico su gran gallery 40x40 cm. concorso a Miami.
[Campo fiorito]
L’Usa Tour Biennial si svolge in quattro città statunitensi, News York, Washington, Miami e Los Angeles, latitudini diverse per far spaziare ovunque la selezione artistica italiana in una Biennale dove l’operato della creatività di un selezionato numero di artisti rappresentano l’Italia negli States. Usa Tour è anche editoria, con la promozione di cataloghi, di video-esposizioni, vendita in ogni sede di fotolitografie artistiche tratte dalle opere degli artisti, dove si danno appuntamento migliaia di collezionisti e operatori d’arte. Tra le sue peculiarità si annovera l’originale esposizione delle opere scelte su grandi schermi a Broadway e Times Square, in quella Manhattan che offre tante possibilità. Usa Tour Biennial non è solo esposizione, perciò possibilità di farsi conoscere, è un concorso, con premi a tre zeri e riconoscenze e pubblicazioni.
Un ghiotto appuntamento che Michele Affatato umilmente ha saputo cogliere e soprattutto esser scelto per rappresentare l’Italia nella sua iconica identità e rappresentanza fattiva dell’arte, unica al mondo.
[Durante la presentazione all'USA Tour Biennial 23/24]
Michele Affatato è un autodidatta. Nella vita lavora (forse perché nella maggior parte dei casi di arte non si campa?) aiutando tante persone, per dovere, per bisogno, per piacere di farle star meglio, per un sorriso donato e a volte ricevuto. Ma è un artista e nel tempo libero crea le sue opere, che artisticamente sono figurative, con pennello e spatola esclusivamente con olio e senza schizzi preliminari: «Odio disegnare sulla tela bianca il soggetto». È anche scultore su legno. Nelle sue pluridecennali attività annovera mostre al Palazzetto dell'Arte di Foggia, in provincia, in regione e a livello nazionale. Ha partecipato a laboratori artistici di vario genere, a varie collettive, bi-personali e altrettante mostre personali. con sostanziali riconoscimenti, scritture e premi anche internazionali. Vittorio Sgarbi lo ha notato e nel 2021 lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori. Tra i premi più significativi ci son quelli del Premio Internazionale Città di New York e Città di Budapest, ambedue nel 2020, il Premio Internazionale Michelangelo, nel 2021, quello della Pro Biennale a Venezia, nel 2022, e sempre nello stesso anno alla Mostra Internazionale di Arte Contemporanea a Spoleto.
[l'artista Michele Affatato]
La Giunta regionale ha deliberato l’istituzione dell’Elenco delle imprese artigiane produttrici di luminarie artistiche e tradizionali di Puglia. L’iscrizione all'elenco è riservata alle imprese artigiane pugliesi con codice ATECO 27.40.02 che producono luminarie artistiche e tradizionali secondo forme, decori, tecniche e stili divenuti patrimonio storico e culturale della Regione Puglia ovvero secondo innovazioni che siano comunque ispirate alla tradizione.
Ai fini della tutela, della conservazione e della valorizzazione delle caratteristiche tecniche e produttive delle luminarie artistiche tradizionali, la Giunta si impegna inoltre a promuovere la creazione del marchio regionale “Luminarie artistiche tradizionali di Puglia”, che potrà essere utilizzato dalle sole imprese iscritte nell’elenco.
“Questo provvedimento – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci – si inserisce in una più ampia policy regionale di valorizzazione dell’artigianato artistico e di tradizione pugliese che trova il culmine nella legge regionale n.7/2023 di riforma dell’artigianato in cui è dedicato ampio spazio proprio all’artigianato artistico e alle luminarie. Le ragioni sono almeno due: da una parte dare prestigio ad una tradizione pugliese dal forte e intenso legame identitario con il territorio e la cultura pugliesi, una tradizione particolarmente amata e apprezzata in giro per il mondo, capace di conquistare l’immaginario, di essere un prezioso strumento di marketing territoriale e di creare posti di lavoro.
Dall’altra parte l’apertura di nuovi spazi e nuovi mercati dovuta ad una nuova fase dell’artigianato artistico che interessa il design. Dunque la maestria dei nostri artigiani, la loro creatività, la volontà di legare una antica tradizione all’innovazione, favorendo anche il passaggio generazionale, inevitabilmente deve vederci impegnati e in prima linea. Dedicare a questo settore specifico interventi mirati, creare un marchio che lo identifichi è il senso di questo provvedimento che oggi approviamo”.
Seguirà l’indizione di avviso pubblico per la presentazione delle domande di iscrizione nell’Elenco delle imprese artigiane produttrici di luminarie artistiche tradizionali di Puglia.
La Polizia di Stato ha eseguito l’ordinanza del GIP di Foggia, che su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, ha irrogato la misura della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di due uomini gravemente indiziati per il reato di furto aggravato commesso in questo centro cittadino il 29.09.2023.
La Squadra Mobile di Foggia, delegata dalla locale Procura della Repubblica, nell’immediatezza dei fatti, ha avviato una corposa e ininterrotta attività investigativa che ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due soggetti già noti agli investigatori per precedenti analoghi.
Gli odierni indagati, la notte del 29.09.2023, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero depredato un esercizio commerciale di vendita di opere d’arte sito in pieno centro, con un bottino il cui valore è stato stimato in 15.000 Euro. L’episodio delittuoso è stato ripreso dalla videosorveglianza presente all’interno del locale, rivelatasi decisiva per l’individuazione dei responsabili.
Le particolari circostanze di tempo, la gravità del danno cagionato oltre che la violenza sulle cose utilizzata per guadagnare l’accesso al locale commerciale hanno determinato l’ Autorità giudiziaria a ricondurre la vicenda nell’alveo del furto aggravato.
Considerate le risultanze investigativi dei poliziotti della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto per uno la misura della custodia cautelare in carcere e per l’altro la misura degli arresti domiciliari, in quanto ritenute necessarie a infrenare il ripetersi di analoghi atti predatori, visti anche i precedenti specifici dei due indagati.
Nella mattinata di martedì, i presunti responsabili sono stati condotti presso gli uffici della Squadra Mobile di Foggia per essere sottoposti alle surriferite misure cautelari.
È doveroso rappresentare che il presente procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati, per questa vicenda, non possono essere considerati colpevole sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la loro posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’Autorità Giudiziaria nel contradditorio tra le parti.
Sono finite sotto sequestro conservativo a Lecce 27 opere e illustrazioni di Banksy che fanno parte di una mostra dedicata al noto artista britannico allestita negli spazi delle Mura Urbiche di Lecce e intitolata An Artist known as Banksy.
Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Roma che ha accolto il ricorso presentato da Mediafarm srl, la società affidataria del Comune di Lecce per la gestione degli spazi delle Mura Urbiche che vanterebbe un credito di oltre 43mila euro nei confronti della A&M (Antonelli & Marziani) Cultural Consulting srl, società detentrice delle opere di Banksy e che ha organizzato la mostra.
La controversia tra le due società è sorta perchè A&M non avrebbe versato a Mediafarm come pattuito, la parte degli incassi necessaria a coprire le spese di funzionamento della mostra. L'esposizione, inaugurata il 20 giugno scorso, si è chiusa il 30 settembre ed è stata visitata da 14.500 persone.
L'udienza per la conferma o modifica del provvedimento è stata fissata al 29 novembre prossimo. Nel provvedimento a firma del giudice Andrea Postiglione della sezione XVII del Tribunale di Roma si legge che la società leccese Mediafarm evidenzia che "le opere esposte rappresentano l'unico bene della A&M essendo la stessa una società di nuova costituzione, con un capitale versato di 2.500 euro".
Il sequestro è stato dunque disposto "per la tutela della garanzia generica che assiste il diritto di credito, essendo diretto a impedire che il debitore possa compiere atti dispositivi del proprio patrimonio e quindi pregiudizievoli dell'interesse del creditore".
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari nelle scorse ore hanno concluso un’ampia attività di verifica sugli usi di aree pubbliche tutelate e sulle attività edilizie riguardanti immobili (aree ed edifici) d’interesse storico-architettonico di Isola San Nicola delle Tremiti, con un’azione di controllo - avviata già nei primi mesi del 2022 - avente la finalità di riscontrare la compatibilità delle forme di utilizzo e degli interventi riguardanti beni culturali e paesaggistici con la loro destinazione culturale, salvaguardando i valori storici e ambientali espressi dall’Isola, che rappresenta il nucleo antico dell’arcipelago.
Sono stati svolti numerosi sopralluoghi, unitamente a funzionari della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di BAT e Foggia, con acquisizione di copiosa documentazione presso gli uffici tecnici del Comune di Isole Tremiti e riscontri catastali presso gli uffici della Direzione provinciale di Foggia dell’Agenzia delle Entrate, accertando una serie di inosservanze delle misure di protezione e conservazione di beni culturali, nonché di gestione dei beni immobili soggetti a tutela paesaggistica, oltre ad irregolarità nelle modalità di concessione in uso di aree demaniali protette dalla legge.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia (che nelle prime fasi accertative ha aperto un fascicolo conoscitivo), hanno consentito - fino ad oggi - di individuare e segnalare all’Autorità Giudiziaria 18 persone, fra cui gestori di attività commerciali ubicate in aree di pregio paesaggistico-ambientale, privati proprietari di immobili sottoposti a vincoli monumentali ed architettonici e tecnici incaricati della redazione dei progetti e della direzione dei lavori, ritenuti responsabili - a vario titolo - di aver violato le norme di tutela del patrimonio culturale e delle aree naturali protette, di occupazione di aree demaniali marittime in assenza di titoli di legittimazione e dell’esecuzione di opere edili in mancanza delle autorizzazioni e/o dei pareri obbligatori e vincolanti della competente Soprintendenza, modificando gli aspetti morfologici della costa, compromettendo la visione estetica e panoramica dei luoghi ed alterando bellezze naturali.
Gli accertamenti dei Carabinieri del comparto di specialità proseguono con il supporto dalla locale Stazione Carabinieri di Isole Tremiti e in sinergia con gli organi ministeriali preposti alla tutela, competenti sull’avvio delle procedure finalizzate all’imposizione degli interventi di ripristino dello stato dei luoghi alterati, nel comune obiettivo di restituire alla pubblica godibilità i luoghi e i siti tutelati, assicurando la conservazione e l’integrità del patrimonio d’interesse culturale.
Occorre precisare che i procedimenti penali si trovano tuttora nella fase delle indagini preliminari e che i soggetti a essi sottoposti non possono essere ritenuti colpevoli fino all’emissione di una sentenza di condanna definitiva.
Le opere del grande artista americano in mostra dal 14 ottobre al 26 novembre nella galleria di Giuseppe Benvenuto, già curatore della mostra di Banksy a Vieste.
Arrivano a Foggia le opere iconiche e provocatorie di uno dei più grandi artisti della street art, Shepard Fairey, in arte Obey. Amato anche da Barack Obama di cui trasformò l'immagine in un'icona mondiale durante la campagna elettorale del 2008 Obey, con il suo stile inconfondibile, sarà in mostra presso la Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia dal 14 ottobre al 26 novembre.
“Against the tide” sarà inaugurata alle 18.30 di sabato 14 ottobre in Viale Michelangelo, 65 e sarà visitabile tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, fino al 26 novembre.
‘Against the tide’ è il titolo dell’esposizione formata da diciotto opere ricercate, tra collage, serigrafie, HPM su carta e copertine di vinili. Il visitatore potrà compiere un viaggio visivo che stimola riflessioni su temi di grande attualità: dalla discriminazione razziale al consumismo, dalla disparità di genere alla devastazione ambientale, argomento quest’ultimo che trova ideale rappresentazione in “Paint it Black”, tra le opere più significative della mostra. Il linguaggio dell‘artista si fonda quasi tutto sul “già visto”, avendo interiorizzato non solo la lezione della pop art ma anche quella del linguaggio pubblicitario e della propaganda politica.
“Dopo il grande successo di pubblico della mostra di Banksy che chiuderà domani a Vieste e per la quale ho ricoperto il ruolo di curatore e direttore artistico in collaborazione con MetaMorfosi Eventi, ho pensato - dichiara Giuseppe Benvenuto, direttore della Contemporanea Galleria d’Arte - ad un nuovo evento di portata internazionale per Foggia. Sulla scia della street art, ho puntato su un grandissimo artista, molto apprezzato anche dall’ex Presidente degli Stati Uniti. Sono certo che la città, che ha tanta fame di cultura, risponderà con interesse e curiosità”.
Contemporanea Galleria d’Arte.
di Giuseppe Benvenuto
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
MENDING past and future intertwine | 7 - 19 ottobre | Curatore Cristina Madini
Rossocinabro è lieta di presentare "Mending, past and future intertwine", mostra inserita nella XIX Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, dedicata anche quest'anno al tema dell'ecologia e della sostenibilità.
testo di Miriana Castellana.
Il filo conduttore di questa edizione della Giornata del Contemporaneo affronta le urgenze globali legate all'ambiente e all'ecosistema, sollecitando una riflessione profonda sul ruolo dell'arte contemporanea nell'ispirare una consapevolezza e una sensibilità più ampia riguardo a queste tematiche cruciali.
La mostra "Mending, past and future intertwine" propone un'esperienza artistica che abbraccia il legame inscindibile tra l'umanità e la Natura, esplorando la necessità di prendersi cura dell'ambiente circostante come parte integrante delle nostre vite. Attraverso opere d'arte che uniscono passato e futuro, la mostra invita il pubblico a considerare il potere proattivo che ha ciascun individuo nel modellare il proprio destino.
L'arte, come profetica capacità di immaginare e creare mondi nuovi, si esprime attraverso la rilettura dinamica del passato, ispirando scelte e azioni che definiranno il nostro futuro. "Mending, past and future intertwine" rappresenta questa visione in un affascinante intreccio concettuale, come un intricato rammendo in cui i visitatori sono i fili che completano l'opera.
"Come i fili che intrecciano la tela, siamo noi stessi a forgiare il nostro destino". Questa mostra rappresenta una chiamata all'azione per riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente e della società. Abbiamo il potere di rammendare il tessuto della nostra esistenza, scegliendo consapevolmente il percorso da intraprendere.
La mostra è una testimonianza della missione di Rossocinabro nell'esplorare e promuovere l'arte contemporanea che va oltre la superficie, affrontando le sfide e le opportunità dell'epoca attuale con profondità e sensibilità.
Gli artisti affrontano la complessità della nostra storia e la fluidità del tempo, proponendo una rilettura dinamica e mai statica di ciò che è stato.
"Mending, past and future intertwine" sarà aperta al pubblico dal 7 al 19 ottobre 2023. L'esposizione promette di stimolare una profonda riflessione sulla nostra relazione con il passato, il presente e il futuro, offrendo un'opportunità straordinaria di esplorare il ruolo centrale dell'arte nell'orientare il nostro percorso verso la sostenibilità.
Artisti: Annamaria Biagini, Ioana Cozbaru, Herrera Cosme, Jean Cherouny, Elena Cholet, John Dobson, Daniela Doni, Fadiese, Mercedes Franklin, Anastasia Gangal, GetFreaky, Lukas Horst, Kirsten Kohrt, Mark Krawczynski, Mariko Kumon, Fiona Livingstone, Elisabetta Pienti, Erwin Rios, Pilar Rivero, Masayo Sakai, Jomay Tam, Radu Tikanete, Kaiyen Tu, Nadia Turato, Mariëlle Vroemen, Worapol
AMACI è l'Associazione dei 24 Musei di Arte Contemporanea Italiani.
Sabato 7 ottobre 2023 si terrà la Giornata del Contemporaneo, il grande evento organizzato annualmente da AMACI per portare l'arte al grande pubblico.
Grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e alla collaborazione con la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Giornata del Contemporaneo rinnoverà il coinvolgimento della rete diplomatico-consolare del MAECI composta da Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura, e si estenderà all’estero da sabato 7 a venerdì 13 ottobre 2023 incentivando la partecipazione di Direttrici e Direttori AMACI a eventi organizzati dalla rete estera della Farnesina e da realtà attive nei Paesi di riferimento. Come nelle scorse edizioni, la manifestazione manterrà diversi nuclei di attività tutte a ingresso gratuito: una programmazione ad hoc dei Musei associati AMACI, iniziative sviluppate in collaborazione con la rete estera del MAECI, il coinvolgimento della rete dei Luoghi del Contemporaneo promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e le proposte dei soggetti aderenti. Un calendario ricchissimo di appuntamenti che fa emergere la rete diffusa delle realtà che promuovono i diversi linguaggi contemporanei sul territorio nazionale e internazionale. La manifestazione si avvale del sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, della collaborazione della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del patrocinio di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, UPI – Unione Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, ICOM Italia.
Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
www.rossocinabro.com
Grazie all’invito del Presidente di EcoGargano, Giuseppe Palumbo, responsabile della gestione del castello di Monte Sant’Angelo, ho potuto visitare l’interessante e pregevole Mostra bipersonale di pittura e sculture degli artisti MICHELE AFFATATO e GHEORGHITA OUATU, che si tiene, dal 23 al 30 Settembre 2023, presso le sale del castello, che sempre più, grazie all’opera divulgativa dei responsabili del nostro castello, sta acquistando sempre più notorietà per l’alto valore culturale e turistico degli eventi in programmazione. Del resto, sono anni che Giuseppe Palumbo sta dedicando, con abnegazione e passione, alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, fra cui il nostro castello, che ci auguriamo venga gestito da persone che appartengano alla nostra cultura e al nostro territorio. Davanti alle opere dei due artisti sono rimasto incantato per la varietà, non solo delle tecniche che entrambi usano, quanto per la varietà dei soggetti rappresentati in maniera originale e unica, sia per il contenuto che per le forme artistiche e il linguaggio che essi usano.
Michele Affatato è un nostro conterraneo, che da anni opera in provincia di Foggia, ma che sta divulgando e proponendo la sua arte in tutta Italia e in Europa, facendosi conoscere attraverso varie Mostre che egli ha organizzato a Bari, Napoli, Venezia, Padova, Monreale, Palermo, Milano, Budapest, Parigi e NewYork, con un notevole successo di critica e di consenso popolare. Consenso che deriva dalla sua arte e dal suo linguaggio che spazia fra realtà e immaginazione, con varie tematiche, che ci riconducono, da una parte alla nostr terra e, quindi, alla nostra identità daunia, con evidenti e prorompenti legami alla civiltà e cultura garganica e mediterranea, dove predomina un paesaggio rurale che ci richiama alla nostra cultura contadina e nello stesso tempo alla presenza del sacro, che si identifica prevalentemente nel culto di San Michele, con la sua originaria iconografia angelica e, dall’altra parte, la presenza di un mondo magico ed onirico, dove il legame con la realtà e, quindi, con la natura diventa sogno e immaginazione di un mondo astratto, ma sempre legato alla materialità e, quindi, al significato simbolico della pietra o della roccia, nel nostro caso la Montagna Sacra, che sta a fondamento della civilizzazione dell’uomo. Un mondo surreale e immaginifico dove il colore, legato alla materialità degli oggetti, esprime quel mondo onirico e irreale che solo un artista, come Michele Affatato sa fare e sa rappresentare. Il tutto legato alla contemporaneità rappresentativa degli oggetti d’uso e, quindi, alla quotidianità del nostro tempo. Un mondo in cui predomina la tecnologia e quindi gli scarti della quotidianità e della temporaneità esistenziale. Immagini costruite soprattutto attraverso i colori che acquistano in Michele Affatato una loro liricità e una loro poeticità espressiva, che solo l’arte e la tecnica di Michele Affatato sanno riprodurre. Un mondo di colori e di immagini, tale da smarrirsi e ritrovarsi nello stesso tempo, legati a ciò che è essenziale, che è la bellezza dell’arte e, quindi, della vita. Tutto ciò gli ha permesso di attirare l’attenzione della critica, ottenendo vari premi e attestazioni di merito, fra cui il Premio Internazionale Michelangelo, 2021; il Premio Internazionale Città di New York, 2020; il Premio Internazionale Città di Budapest, 2020; Pro Biennale, Venezia, 2022; Mostra Internazionale di Arte Contemporanea, Spoleto, 2022, ecc. Infine c’è da sottolineare che la sua arte ha attirato l’attenzione di Vittorio Sgarbi, che lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori, 2021.
Gheorghita Ouatu ci riporta verso un mondo surreale e nello stesso temo onirico, dove la realtà ormai non esiste se non vista attraverso il subconscio e, quindi, attraverso una personale trasposizione del reale verso un mondo di fantasie e di pura realtà legata al subconscio. Gheorghita Ouatu è nata a Tulcea, una ridente città sul Danubio in Romania. Vive in Italia dal 2004, che considera la patria dell’arte e quindi la culla di ogni civiltà e cultura, tale da dare origine alla Magna Grecia e, quindi, alla civiltà europea, da cui l’artista trae anche ispirazione, in quanto figlia di una Europa non etnocentrica, ma pluricentrica, in cui sia l’Est che l’Ovest si incontrano e danno forma e spirito alle aspirazioni degli uomini, ma soprattutto, nel nostro caso, degli artisti, come Gheorghita Ouatu.
L’arte di Gheorghita Ouatu nasce dal profondo del subconscio e, quindi, da una interiorità che solo gli artisti sanno cogliere ed esprimere. Un’arte sublime e nello stesso tempo cruda, per le sue immagini che trasformano la realtà in fantasie e a volte in mostruosità tale da attirare l’attenzione della gente, mettendo quasi in disagio lo spettatore. Infatti, in un suo “depliant” si legge che l’Artista passa facilmente “dal figurativo al materico, dall’astratto al surrealismo, dall’arte metafisica all’arte concettuale”, tanto da dare alla sua personalità di artista una poliedricità stilistica, sia sul piano dei contenuti che sul piano delle forme rappresentate. Del resto l’artista presenta un curriculum molto denso e pieno di significati, tale da caratterizzare, in maniera positiva e ammirevole, il suo percorso creativo, che man mano si arricchisce negli anni di fascino e di originalità, attraverso le sue emozioni artistiche uniche e irripetibili. Nelle sue opere si notano trasfigurazioni del reale, che appartengono sempre all’uomo, ma che la tecnologia ne ha fatte proprio, attraverso pulsazioni metaforiche, allusioni fantastiche, dove l’uomo si sente prigioniero della tecnica e, quindi, non più libero di determinare la sua esistenza, quasi prefigurando l’uomo tecnologico dominato dall’Intelligenza Artificiale (AI). In questo senso l’arte di Gheorghita Ouatu va al di là della realtà, quasi a prefigurare un mondo in cui la tecnologia e, quindi, l’artificio diventano padroni della vita reale dell’uomo, in un profondo smarrimento e perdita della propria coscienza umana. Tutto ciò lo ritroviamo nelle sue opere esposte nel castello di Monte Sant’Angelo, che secondo noi, dovrebbe diventare la sede unica di un futuro Museo d’Arte Contemporanea, come quello di Mart Rovereto, di cui Presidente è Vittorio Sgarbi. Un Vittorio Sgarbi che sta accompagnando, attraverso le sue annotazioni critiche sia l’arte di Michele Affatato che di Gheorghita Ouatu, rapportandosi, di volta in volta, alla temporaneità di Michele e alla ricerca del subconscio di Georgia. Per Michele Affatato Vittorio Sgarbi ha scritto: “Con Michele Affatato abbiamo un confronto ragionato tra i grandi lasciti artistici del passato e le più attuali tendenze espressive… Il lavoro complessivo di Affatato è poliedrico, non vi è un filo rosso che lega tra loro le opere, ma nella loro molteplicità mostrano la voglia di valicare la linea di demarcazione tra stili e discipline. Dalla biografia si evince che l’autore si occupa prevalentemente di pittura con tentativi di combinare ad essa la scultura facendo coesistere le due discipline… Le sue opere hanno una forza dirompente che privilegia l’impressione e abbandona la didascalia… il tutto con slancio energico, quasi alla Van Gogh, avvicinandosi così alle avanguardie europee…per favorire l’impatto emotivo, così come fa Paul Jackson Pollock, pittore statunitense considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto o action painting”. Secondo Leonarda Zappula, "l’individualità artistica di Michele Affatato, maniera conscia o inconscia, rende singolare la sua creazione: è quell’attributo intrinseco nella mente e nelle mani di chi genera un’opera destinata a lasciare traccia del proprio autore per sempre. È per l’appunto questa la connotazione che vuole essere considerata, presa in esame e raccontata attraverso il progetto UNICI… Michele Affatato è un artista poliedrico, la cui produzione si basa sulla volontà di cogliere l’unità del mondo e dell’io e il segreto della realtà rappresentata come opera dell’anima. Nella sua produzione si afferma il primato dell’istinto sulla ragione. Per l'artista italiana Gheorghita Ouatu, l'arte purifica l'anima. I suoi ritratti espressivi ed emozionanti, i pezzi astratti e surrealisti sono vividamente dettagliati e mistici. Trasportare lo spettatore in un mondo parallelo dove tutto è possibile”.
Gheorghita Ouatu ha esposto in tutta Europa, riscuotendo sempre consenso e ammirazione per le sue opere, che vanno al di là del reale, per immergersi in un mondo fiabesco e, quindi, irreale, dove tutto diventa un sogno onirico. Un mondo in cui l’uomo è soggiogato dai media televisivi, quasi succubi di un mistero che rende l’uomo schiavo della tecnologia, dove predomina una assoluta solitudine esistenziale, in mondo fatto di immagini e di puri sogni evanescenti. L’abitudine solo di sentire la voce degli altri, mentre il proprio io si smarrisce in quella degli altri senza nome e senza identità. Sentire più che ascoltare, tanto da rendere nullo l’ascolto e, quindi, la propria presenza nel mondo: un mondo fatto di tanti misteri e di tante sofferenze, che, specie oggi, rendono l’uomo non più artefice del proprio destino, in un mondo in cui predomina ancora la violenza, la distruzione dell’ambiente, oltre che delle città, costrette a subire la violenza della guerra, come sta succedendo in Ucraina, con la Russia, che non rispetta i diritti e l’identità di un altro popolo. Tutto ciò rende l’uomo schiavo del proprio arbitro e della propria hibris, cioè della propria superbia e, quindi, dell’antropocentrismo sfrenato e non più controllabile. Di fronte a tutto ciò, Monte Sant’Angelo, che ha avuto l’onore di ospitare nel suo Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, la Mostra bipersonale di Michele Affatato e di Gheorghita Ouatu, rappresenta quell’unione storico-culturale fra Oriente ed Occidente, fra le loro culture e le loro civiltà, che affondano le loro radici nel mondo greco-romano e nella civiltà dell’Europa medievale. Una Città, Monte Sant’Angelo, simbolo della Montagna Sacra, che ha unito in sè vari popoli, Greci, Romani, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, provenienti da tutta Europa, dall’Oriente bizantino e dall’Occidente latino, contribuendo così, tramite la diffusione del culto micaelico e del suo pellegrinaggio, lungo i grandi itinerari della fede, da Santiago di Compostela a Roma e a Gerusalemme, tramite la Via Micaelica, le grandi vie sacre, a formare e a creare l’identità politico-culturale dell’Europa, unendo nel contempo i popoli del Mediterraneo, là dove oggi si riversano milioni di emigranti provenienti dalle sponde dell’Africa settentrionale, diretti verso i paesi europei, fra cui in primo piano l’Italia. Là dove troviamo la Montagna Sacra, Monte Sant’Angelo, verso cui oggi si dirigono popoli e razze provenienti da ogni parte del mondo, Cina, Giappone, Corea, India dello Ski Lanka, Malesia, Europa, Stati Uniti, in cerca di qualcosa che manca oggi all’uomo e che rappresenta un angolo di salvezza e di solidarietà fra tutti i popoli della Terra.
Una città, come Monte Sant’Angelo, che con il pellegrinaggio micaelico, oggi si pone come uno dei più importati santuari del mondo cristiano e non, meta di milioni di pellegrini e turisti. Un Monte in cammino, il cui significato purtroppo, non è stato capito o per lo più spiegato in maniera esauriente, a Roma, alla Commissione giudicatrice di Monte Capitale Italiana della Cultura 2025.
Un appuntamento da non perdere, per non dimenticare le origini di una città fondata da un miracolo e sugellata dalla volontà federiciana che la erse a centro culturale-storico-paesaggistico di gran parte della penisola italica.
Giovedì 05 ottobre, alle ore 18, presso la sala Diomede del Museo Civico di Foggia, in via Arpi -via centrale e storica del capoluogo dauno-, si svolgerà l’inaugurazione della mostra pittorica “Foggia com’era”.
Gli “Amici del Museo Civico di Foggia” hanno voluto fortemente tre maestri, Walter Aquilino, Anna Maria Del Giudice e Franco Maruotti, testimoni della storia locale. Saranno esposte le loro opere, presentate dal critico d’arte Gaetano Cristino.
Una mostra con opere che raffigurano angoli del nostro centro storico per ricreare nell’animo del visitatore un viaggio virtuale nel tempo attraverso la visione anche di parti scomparse della città di Foggia o poco conosciute.
Una serie di lavori realizzati da questi noti artisti foggiani, autori già di varie rassegne artistiche locali e nazionali, opere realizzate con diverse tecniche: disegni, acquerelli e dipinti ad olio, che raffigurano edifici, chiese ed anche suggestivi particolari di monumenti e vie e slarghi del nucleo più antico della città di Foggia.
Dopo i saluti ed una introduzione di Carmine de Leo, presidente degli Amici del Museo, seguirà una relazione del critico d’arte Gaetano Cristino, si procederà quindi all’inaugurazione di questa mostra sulla vecchia Foggia istallata nella vasta sala Diomede del Museo.
Questa iniziativa è la prima di una serie che l’Associazione Amici del Museo ha messo in cantiere finalizzata alla riscoperta ed alla rivalutazione del nostro centro storico nei confronti di un più vasto pubblico.
Un programma di incontri, conferenze, mostre e visite guidate, che vedranno impegnati storici ed artisti locali, ma anche i giovani delle scuole foggiane con concorsi e coinvolgimenti in brevi esperienze didattiche, affinché quest’area oggi in parte segnata da un inarrestabile degrado urbano, possa essere rivalutata e apprezzata per la sua storia ed il fascino di angoli più o meno segreti che conservano ancora ambienti urbani del tempo che fu.
La mostra resterà aperta fino al 04 novembre, dal martedì a domenica, dalle ore 09:00 alle 12:30 e solo nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 16:00 alle 18:30.
La cittadinanza è invitata a partecipare.