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“Il mare è quella linea d’orizzonte dentro e fuori di noi che sancisce l’inseparabilità tra la superficie e la profondità”.

“in MAR”E (opere e Installazioni) presso lo Studio d’arte Michele Lella, p.zza Turati 5, Foggia.

“in MARE” nato da una idea di Katia Berlantini approda al quarto capitolo che questa volta vede protagonisti gli artisti Guido Pensato, Antonio Di Michele, Michele Carmellino, Anna Fiore, Nicola Liberatore, Michele Lella e Sinuhe da Foggia.

Il progetto sancisce il nuovo corso del collettivo artistico che ha preso avvio nello scorso aprile con la collettiva “Dove sono/ Dove sei” (capitolo uno e capitolo due) e che la scorsa settimana ha dato vita all’esposizione “in MARE” (capitolo tre) e che ora propone il quarto capitolo. Un nuovo itinerario tra piacere e dolore, tra eccesso e difetto, tra misura e dismisura, tra vita interiore ed esteriore.

Inaugurazione venerdì 29 settembre 2023 h. 18.30.

Apertura: 29-30settembre/ 2-3-4 ottobre h18.30-20.30.

Sabato 23 e domenica 24 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), Musei, Castelli e Parchi archeologici offriranno al pubblico un ampio mosaico di espressioni artistiche e creative, per celebrare il “Patrimonio InVita” tema delle Gep 2023; un viaggio alla scoperta del sistema di valori, conoscenze e pratiche eredità delle generazioni precedenti, lascito per quelle future.

Numerose le opportunità per rendere omaggio all’evento partecipativo per eccellenza, azione congiunta del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea: si comincia nelle ore diurne di sabato 23 settembre al consueto costo del biglietto di ingresso; si prosegue sabato sera con le aperture straordinarie al calar del sole, al prezzo eccezionale di 2 Euro; ultimo appuntamento domenica 24 settembre al costo ordinario del ticket di accesso.

Ampia e variegata l’offerta culturale che attende il pubblico:

Per il Museo Nazionale Archeologico di Altamura le Gep diventano occasione per dare avvio al ricco cartellone di eventi pensato per celebrare il trentennale della scoperta dell'Uomo di Altamura, il Neanderthal più antico d'Italia, il cui scheletro è stato ritrovato nel 1993 nella grotta di Lamalunga. 

Sabato, in mattinata, lo staff del Museo guiderà ragazzi e famiglie nella caccia al tesoro dal titolo "Archeo-detective per un giorno: alla scoperta dei tesori del Museo Nazionale Archeologico di Altamura”.

Si prosegue sabato sera con l'apertura straordinaria del Museo dalle 18.00 alle 21.00. La serata sarà impreziosita dall'iniziativa "Cinema ad occhi chiusi: un percorso immersivo tra i suoni della Murgia".  L’ambiente che riproduce la grotta carsica dell’Uomo di Lamalunga, al secondo piano del museo, si trasformerà in sala immersiva, puramente sonora; il visitatore potrà ascoltare composizioni acusmatiche realizzate a partire dai suoni della Murgia dal Maestro Franco Degrassi, compositore e improvvisatore elettroacustico.

Si bissa domenica mattina.

  • Il Castello Svevo di Bari presenterà al pubblico i nuovi allestimenti multimediali, nell’ambito dell’evento dal titolo “Alla Corte del Tempo”: un nuovo percorso di visita nel quale l’ausilio delle tecnologie digitali amplierà l’accesso alle informazioni attraverso il miglioramento della narrazione della storia, dell’architettura e dei personaggi legati al maniero.
  • Al Parco archeologico e Antiquarium di Canne della Battaglia, sia durante le aperture diurne che durante la serata straordinaria di sabato dalle 18.30 alle 21.30, i visitatori potranno fruire della visione 3D del video “Apud Cannas: verso un modello di fruizione culturale immersivo per i Musei”, dedicato alla narrazione della Battaglia di Canne. Nel filmato, lo studio diretto delle fonti viene coniugato con l’uso delle tecnologie per la rappresentazione e la comunicazione, nell’ottica di offrire la possibilità di musealizzare gli eventi, i protagonisti, le condizioni politiche e sociali del contesto. 

Domenica 24 settembre, inoltre, nel pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00 il consueto percorso disponibile per i visitatori sarà ampliato con il tour guidato lungo l'itinerario extramurario della Cittadella, alla scoperta della complessa stratificazione delle mura di cinta.

  • Nel Museo e Parco Archeologico di Egnazia, sabato dalle 19.00 alle 22.30, in collaborazione con la Società Astronomica Pugliese il pubblico potrà partecipare a "Ri-conquistati dalla luna", un incontro con l'astrofisica Patrizia Caraveo che illustrerà i dettagli delle future missioni spaziali sulla luna.
  • Al Castello di Gioia del Colle, sabato dalle 20.00 alle 22.30, i visitatori assisteranno al recital federiciano tratto dal romanzo storico “Il tramonto delle Aquile” – Parole, musiche ed emozione. Il volume mette in luce la complessa trama di rapporti tra Federico II, suo figlio Manfredi e la sua famiglia: un viaggio nella storia e nei vissuti profondamente umani di un uomo che ha donato eredità letterarie, artistiche, musicali al nostro paese.
  • Presso il Parco archeologico di Monte Sannace, sabato mattina nell’ambito dell’evento dal titolo “Tra i primi cristiani. Nuovi dati dall’acropoli”, saranno esposti, durante una breve presentazione presso il Visitor Center, i dati emersi nel corso della campagna di scavo condotta dal team della prof.ssa Nuzzo sull’acropoli di Monte Sannace. In particolare, sono stati messi in luce i resti di un fonte battesimale che testimoniano una nuova fase di vita dell’altura successiva e ben distinta da quella di epoca precedente. A seguire, una visita accompagnata condotta dai membri dell’equipe dell’Università di Bari consentirà di vedere da vicino il fonte battesimale in via eccezionale, prima di essere coperto sino al prossimo anno per questioni conservative.

Domenica mattina, invece, spazio a “Cosa c’è sotto!?” Il contributo della geofisica alla ricerca archeologica a Monte Sannace: in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari, il prof. G. Romano racconterà di come l’applicazione delle indagini geofisiche abbiano contribuito allo sviluppo della ricerca archeologica sul campo. Con il direttore del Parco, dott. Savino Gallo, saranno presentati a margine i primi dati e i futuri progetti di applicazione estensiva di queste tecniche all’interno del Parco.

Sabato sera, dalle 20.00 alle 23.00, visite accompagnate nel Parco.

  • Al Castello di Copertino spazio all’evento “Dal Castello al Museo”: i visitatori, sia durante le aperture diurne che in occasione della serata di sabato dalle 18.00 alle 21.00, saranno accompagnati lungo le sale del Castello per un tour guidato alla scoperta della sua storia e di come si sia trasformato da fortezza rinascimentale a museo nei nostri giorni.

Inoltre, durante l’apertura di domenica mattina sono previste delle visite al vigneto sopra le mura del Castello, con il racconto della tradizione vinicola del territorio salentino e di come il castello vi sia inserito fino ai nostri giorni. Le visite saranno accessibili solo su prenotazione.

Domenica mattina al Museo Archeologico Nazionale e Castello di Manfredonia laboratorio didattico per bambini e famiglie “In mare con i Dauni”: un viaggio tra le raffigurazioni schematiche di navi sulle stele daunie. Partendo dagli esemplari in esposizione, dopo la visita guidata alla scoperta delle imbarcazioni utilizzate dai Dauni per attraversare i mari dell’Adriatico, su rotte di piccolo e medio cabotaggio, i partecipanti potranno realizzare una porzione di scafo secondo la tecnica detta “cucita” utilizzata in antico per assemblare il fasciame ligneo con corde in fibra vegetale. Sarà possibile caratterizzare anche dei modelli di vela quadra, con simboli e decorazioni tipiche del popolo dei Dauni. L’attività sarà arricchita dalla presenza del maestro d’ascia, Antonio Berardinetti, di Manfredonia, che racconterà la tradizione della cantieristica navale del territorio.

Al Parco archeologico di Siponto in occasione della serata di sabato dalle 19.00 alle 22.00 e durante l’apertura straordinaria di domenica mattina, visite accompagnate alla scoperta della complessa e stratificata storia del sito, a partire dall’età romana fino all’età contemporanea. Un viaggio nella storia ricostruita e resa tangibile dalla evocativa opera di Edoardo Tresoldi.

E non solo. Aperture straordinarie e/o visite accompagnate dal personale anche a Castel del Monte, Museo Archeologico Nazionale di Canosa (aperto straordinariamente sia sabato sera che domenica pomeriggio), Galleria Nazionale “Devanna” di Bitonto (con possibilità il sabato sera di visitare il Loggiato), al Castello di Trani, e al Grottone di Palazzo Jatta a Ruvo.

Sono, inoltre, numerose le iniziative proposte anche dai musei non statali della Puglia. Per ogni dettaglio è possibile consultare le pagine web dedicate: cultura.gov.it/evento/gep2023eventidiurni e cultura.gov.it/evento/gep2023aperturaserale.

«Banksy a Vieste non chiuderà come previsto il 17 settembre, ma proseguirà fino al 1° ottobre».

È l’annuncio fatto dagli organizzatori e curatori della mostra, visto il grandissimo successo di pubblico che ha accompagnato i quasi quattro mesi di programmazione della mostra.

Difatti, l’amministrazione comunale e MetaMorfosi Eventi hanno deciso di prorogare la data di chiusura e permettere ai tanti che lo avevo chiesto di prenotarsi per ammirare alcune tra le opere più rappresentative degli ultimi decenni di un artista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Una mostra che ha incantato chi l’ha visitata, incuriosito chi ha saputo delle “serigrafie di pace e cultura”, ha finanche suscitato polemiche infondate e smorzate immediatamente da prove incontrovertibili.

“Bansky a Vieste” è cultura, decretando la città garganica centro unito da quel filo conduttore tra arte e storia.

Promossa dal Comune di Vieste e prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con Giuseppe Benvenuto e con il Polo Culturale di Vieste, la mostra quindi continuerà a proporre al pubblico una ricca selezione di serigrafie in esposizione al Museo Civico Archeologico Michele Petrone. In esposizione Love is in the Air (Flower Thrower) conosciuta come “il lanciatore di fiori”, Girl with Balloon, la “bambina con il palloncino”, forse l’immagine più̀ popolare di Banksy, Bomb Hugger, più conosciuta come Bomb Love cioè “colei che abbraccia la bomba”, e anche l’iconica serie composta da tre giganteschi topi: Love Rat, Get Out While You Can e Gangsta Rat.

La mostra sarà aperta fino al 1° ottobre dal martedì alla domenica dalle ore 17.00 alle 21.00. Domenica 24 settembre e domenica 1° ottobre: anche la mattina dalle ore 10.00 alle 13.00, presso il Museo Civico Archeologico Michele Petrone, Piazzetta Cappuccini, Lungomare Amerigo Vespucci, naturalmente a Vieste.

Si chiama ‘Stritt street’ ed è un festival degli artisti di strada che il 16 e 17 settembre a Candela vedrà esibirsi acrobati, giocolieri, maghi e musicisti.

Una prima edizione, ma già in grande spolvero, visto che sono previsti 24 spettacoli con oltre 40 artisti in tutto l' arco delle due giornate. Un’iniziativa finanziata dal Ministero della Cultura che ha lo scopo di valorizzare il territorio, promuoverne le bellezze e destagionalizzare i flussi turistici, come già accade con Candela in Fiore in primavera e col Paese del Natale a dicembre.

“Ci stiamo preparando ad un nuovo grande evento che, siamo sicuri, piacerà tanto ai bambini quanto agli adulti”,  ha detto il sindaco di Candela, Nicola Gatta “Sarà un’ulteriore occasione per visitare il nostro splendido borgo, il Museo del Giocattolo, la nostra Trasonna, la via più stretta d’Italia, e il suo affascinante dedalo di stradine, che danno proprio il nome al festival. Sarà possibile ammirare le performance di artisti provenienti diverse regioni d’Italia: l’obiettivo è valorizzare le eccellenze del territorio puntando, però, al confronto con le altre realtà, così da arricchirci a vicenda”.

Dal 29 settembre all’8 ottobre 2023 Firenze torna a essere capitale del contemporaneo grazie alla Florence Art Week, la settimana dell’arte giunta quest’anno alla sua terza edizione. In occasione di questo importante appuntamento, il Museo Novecento organizza Effetto Novecento, un ricco calendario di eventi con mostre di altissimo livello scientifico e di carattere innovativo, ponendosi ancora una volta al centro della programmazione culturale fiorentina e del panorama museale nazionale e internazionale. Mostre oltre al Museo Novecento, anche al Museo Stefano Bardini, Museo di Palazzo Vecchio e Palazzo Medici Riccardi.

Da Robert Mapplethorpe a Cecily Brown, da Nathaniel Mary Quinn a Nico Vascellari, da Wilhelm von Gloeden a Namsal Siedlecki fino alla quarta edizione del premio Rinascimento+ e la grande mostra di Depero a Palazzo Medici-Riccardi

“L’Effetto Novecento ha prodotto in questi ultimi 5 anni una evidente trasformazione della cultura contemporanea a Firenze con progetti espositivi, eventi performativi e iniziative di mediazione culturale di assoluto rilievo scientifico e di forte impatto sociale, un programma riconosciuto ormai a livello nazionale e internazionale. A riprova della qualità di queste molteplici iniziative sono le attestazioni di stima sui media locali e nel mondo come il New York Times, il Financial Times e Forbes – afferma Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento –. L’Effetto Novecento si scatenerà tra pochi giorni in occasione della Florence Art Week una manifestazione di straordinaria importanza ed efficacia che vede la collaborazione di circa quaranta realtà culturali fiorentine.

Si parte il 22 settembre con il ritorno prestigioso e quanto meno perturbante della pura bellezza espressa nelle opere fotografiche di Robert Mapplethorpe a quarant’anni di distanza dalla mostra che lo fece conoscere per la prima volta ai fiorentini, in un confronto mai sviluppato a questo livello con le immagini fotografiche di von Gloeden, le cui messe in scena all’antica hanno anticipato il post-moderno.

Ma questo è solo l’inizio, perché seguirà una serie di progetti espositivi a dir poco esaltante e di impatto internazionale, come quello dedicato alla grandissima Cecily Brown tra le maggiori artiste del nostro tempo.

L'Effetto Novecento si estenderà anche fuori delle mura delle ex Leopoldine. Il Museo Novecento sarà infatti protagonista a Palazzo Medici Riccardi con un’esposizione dedicata a Fortunato Depero, tra i grandi esponenti del futurismo italiano. Potrebbe bastare, invece il 3 ottobre saremo travolti nella performance di Nico Vascellari in Palazzo Vecchio e poi, dopo aver inaugurato il “cortile delle sculture” con Namsal Siedlecki, apriremo al Museo Bardini la prima mostra personale in Italia di Nathaniel Mary Quinn, le cui opere entreranno con dirompente energia all’interno delle sale della collezione Bardini.

Si conclude questa splendida settimana il 6 ottobre con la quarta edizione del premio Rinascimento +. La cerimonia si svolgerà quest’anno a Palazzo Medici Riccardi a suggellare la consolidata tradizione del mecenatismo e del collezionismo in quel palazzo dove tutto questo è cominciato con Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico.

Una ricchezza di eventi resi possibili grazie al contributo dell’amministrazione, al sostegno di molti sponsor e amanti dell’arte e con la collaborazione di prestigiose fondazioni, come la Fondazione Mapplethorpe e la Fondazione Alinari per la Fotografia e quello di gallerie internazionali come Gagosian e Thomas Dane.”

CALENDARIO Apertura al Pubblico

  • 23 settembre 2023 – 14 febbraio 2024| Robert Mapplethorpe e Wilhelm von Gloeden. Beauty and Desire | Museo Novecento
  • 28 settembre 2023–28 gennaio 2024 | Fortunato Depero. Cavalcata fantastica | Palazzo Medici Riccardi
  • 30 settembre 2023 – 2 febbraio 2024 | Cecily Brown. Temptations, Torments, Trials and Tribulations | Museo Novecento e Camerino di Bianca Cappello a Palazzo Vecchio
  • 3 ottobre 2023 | Nico Vascellari. Alessio | Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, fino a esaurimento posti
  • 5 ottobre 2023 | Namsal Siedlecki. Endo | Chiostro, Museo Novecento
  • 6 ottobre 2023 | premio Rinascimento + | Sala Luca Giordano, Palazzo Medici Riccardi, solo su invito
  • 7 ottobre 2023 –11 marzo 2024 | Nathaniel Mary Quinn. Split Face | Museo Stefano Bardini e Museo Novecento
  • 8 dicembre 2023 | Nico Vascellari. Fioretti | Piazza della Signoria, Arengario di Palazzo Vecchio
  • 8 dicembre 2023 | Nico Vascellari. Oltre | Museo Novecento

Invenzioni visive capaci di unire il mondo umano a quello della natura. E’ l’arte dell’illustratrice giapponese Seiko Kawaguchi che il prossimo 20 settembre esporrà a Lucera, in provincia di Foggia, presso lo spazio laboratoriale di via Pignatelli 14, nella mostra dal titolo L’Essenza dell’En, che racchiude opere e dipinti della sua cinquantennale carriera. L’evento dal respiro orientale è ideato e promosso dall’associazione culturale, artistica, ambientale e scientifica Utò-Lo Spazio della Luce, in collaborazione con Poser by Giorgia Ferosi e Masseria nel Sole.

Classe 1954, Seiko Kawaguchi vive ed opera a Shirahama, la splendida “Spiaggia bianca” situata sulla costa meridionale della penisola di Kii in Giappone. Sul lembo dell’isola di Honshu, da oltre un ventennio Kawakuchi ha trasferito il proprio posto di lavoro, dando vita al suo marchio di prodotti Arte Seiko. Grafiche, illustrazioni digitali, come le creazioni che affondano le loro radici nell’anima di creatrice pubblicitaria, che hanno visto l’artista giapponese lavorare per un decennio a Tokyo per importanti società internazionali come Sony, Warner Bros e Rara Avis.

La mostra del 20 settembre (vernissage alle ore 19, fruizione sino alle ore 21) curata da Cleonice Di Muro, vicepresidente dell’associazione Utò-Lo Spazio della Luce, racchiude lo straordinario talento di Seiko Kawaguchi in un condensato della sua carriera artistica, che spazia dagli anni Novanta sino a i giorni nostri per tre decenni. Le sue opere fatte a mano, i dipinti, le litografie digitali, le sue creazioni realizzate per la compagnia di gas nazionale di Shirahama, con la quale Arte Seiko è popolare firma da un ventennio.  

Il mondo creativo di Seiko Kawaguchi, come scrive Antonio Tudisco, “è racchiuso in animali fantastici (o umani animalizzati), che esprimono la raffinata fantasia nipponica dell’artista, mediata sensibilmente da influssi indiani e, di quando in quando, occidentali. La tecnica usata per dipingere è di origine pubblicitaria; un substrato cartaceo normalmente bianco ma a volte di tonalità diverse, che è sempre violato da colori acrilici, molto spesso scelti in tinte calde, combinazioni quanto mai felici ed ideali per esternare un'inesauribile fantasia fatta di strani esseri antropomorfi e di figure astratte riecheggianti, però, forme umane. Seiko Kawaguchi realizza anche opere tridimensionali con oggetti e materiali di uso domestico che, associati e modificati, raggiungono inusitate e simpatiche forme umane”.

Dal Giappone all’Italia, approdando a Lucera, la riconosciuta “Città d’arte”, che concorre con i Monti Dauni a “Capitale italiana della Cultura 2026”.

Nello scenario storico del Palazzo gentilizio di via Pignatelli 14, il 20 settembre verranno esposti in mostra le opere  più importanti di Seiko Kawaguchi, la quale ritorna in Italia, terra alla quale è legatissima, sia umanamente che professionalmente, come ci ricorda una delle sue mostre tenute a Firenze durante gli anni Novanta. Particolarmente forte è il rapporto con la città di Lucera, che viene rinnovato da questo evento targato Utò-Lo Spazio della Luce. “Quello che è strano e allo stesso meraviglioso, è il filo invisibile che collega le persone e gli eventi. In Giappone si chiama En e riporta al concetto spirituale di cerchio umano” dichiara alla vigilia della sua inedita mostra lucerina Seiko Kawaguchi.

Mostra visitabile nella Green Cave a Monte Sant’Angelo, dall'1 al 17 settembre 2023.

Ogni città, sia essa grande o piccola, ha una sua anima, un genius loci o daimon,  che già gli antichi greci riuscivano a cogliere attraverso quel rapporto privilegiato e simbolico fra l’uomo e la divinità, ma soprattutto fra la città e la sua anima che si esprime attraverso l’Uomo e la Madre-Terra o Natura, quale elemento base della vita, sia essa animale che vegetale.

Per questo ogni volta che una città muore o che il luogo stesso scompare, anche la loro anima muore, tanto da rievocare, attraverso la ricerca storica o l’arte, le origini della loro fondazione, che rappresenta il momento fondate dell’esistenza umana e naturale. In ciò entra in gioco, anche e soprattutto il destino stesso dell’uomo, la cui anima, insieme al luogo, viene messa in pericolo. In questo rapporto privilegiato fra Uomo e Natura, fra il creato e la ricerca del divino, vi è l’essenza stessa del processo di umanizzazione e quindi della civilizzazione del mondo, che ha portato, poi, l’Uomo a identificarsi nella sua cultura e nella sua civiltà.  Questo rapporto fra l’Uomo e la Natura è alla base della civilizzazione, che inizia proprio attraverso il sacro rito della pietra, che è alla base della ricerca del nostro artista Salvatore Marchesani, nel rapporto simbiotico che ha con i luoghi che rappresenta, con il loro daimon o lo spirito dei luoghi. In questo caso l’artista Salvatore Marchesani, con le sue opere, vuole porre in evidenza la ricerca dell’anima dei luoghi, che nel nostro caso, diventa un ripercorrere la storia e la cultura abitativa del nostro Gargano, visto attraverso l’architettura spontanea e identitaria dei suoi Centri storici o borghi, da quello di Monte Sant’Angelo a San Giovanni Rotondo, da Vieste a Rodi Gargano, da Mattinata a Vico del Gargano, luoghi dove i miti e i culti antichi hanno formato la loro identità culturale, attraverso la presenza di vari popoli e di varie civiltà, fra cui quella dei Dauni, dei Greci, degli Illiri, dei Romani, fino all’arrivo dei Longobardi e dei Normanni in terra micaelica. Di tutto ciò le opere di Salvatore Marchesani conservano, facendo proprio questa tradizione culturale locale, una dimensione ideale di civiltà mediterranea, in quanto il Gargano ne rappresenta il simbolo e la terra di unione fra l’Oriente e l’Occidente, tanto da essere considerato un ponte e, quindi, trade union fra questi due mondi. Città che conservano ancora il loro legame con il passato, ma che non rinunciano il presente, per costruire il futuro. In questo caso, un artista come Salvatore Marchesani, originario di San Giovanni Rotondo,  diplomatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, e dopo varie esperienze nel campo artistico, con varie Mostre tenute in tutta Italia,  non rinuncia alla sua identità e alla sua cultura mediterranea, che oggi noi riusciamo a cogliere nelle sue opere e nei paesaggi delle città garganiche, viste attraverso due dimensioni: la terra e il mare, due entità protese verso l’ignoto, quello stesso che hanno provato tutti coloro che si sono diretti dall’Oriente verso l’Occidente e quindi verso il Gargano, per costruire il nuovo mondo che è stato la Magna Grecia. Di tutto Ciò Salvatore Marchesani riesce a carpirne i segreti, la forza propulsiva dei luoghi e, quindi, di un borgo o città che nasce e  vive della sua essenza identitaria, che è la stessa dell’uomo del Gargano, proteso verso l’orizzonte del mare.

Salvatore Marchesani da anni va alla ricerca di questa nuova dimensione identitaria, che dà vita e significato alle sue opere e, quindi, ai suoi paesaggi, cogliendo in ognuno di essi l’anima del luogo e, quindi, specie per quanto riguarda i centri storici, l’aspetto identitaria della loro architettura e del loro essere per la vita, sempre nel rispetto reciproco fra la salvaguardia dei luoghi e la presenza dell’uomo come elemento di vita e di sopravvivenza. Afferma a tale proposito Nicola Cisternino, musicista e artista, docente di Arti e Musiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia: “La Pittura per Salvatore Marchesani è un processo continuo di messa a fuoco dello sguardo che si poggia sulla realtà, un affinamento sottile delle qualità della visione che dall’invischiamento della terra-materia e del mystum informale, si apre liricamente alle geometrie dell’ottica dello sguardo riconoscendo nel paesaggio e nelle nude architetture carsiche quella nascita al mondo, continua e perenne che l’occhio dona agli esseri viventi, e agli umani per primi”. Così come Giovanni Scarale riesce a vendere nelle opere del nostro artista “paesaggi d’anima, fondi e controfondi di verità, che il pittore rielabora trascrive sulla tela. Si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un misticismo all’ingiù, un misticismo che non si acquista inebriati di cielo e di sole, ma schiacciando figure e movimenti fino alla loro nullificazione sotto la spinta di una verità non più dilazionabile”. Infatti Salvatore Marchesani, nelle sue opere, rievoca, attraverso uno stile che va oltre la realtà e, quindi, il visibile, il mistero dell’uomo che diventa tale attraverso la rappresentatività dei suoi paesaggi urbani, tanto da creare un processo creativo del fare “casa” e, quindi, una continua ricerca di quell’identità fra luogo e cultura, fra luogo e anima, fra luogo e daimon. “Un Gargano, come diceva Pasquale Soccio, segreto, di cui l’uomo è una sua zolla vivente e vagante, nato dal bisogno di un colloquio con la terra, al fine di comprenderla o meglio comprendere se stesso in momenti essenziali, decisivi, riassuntivi della propria vita…Io non so dove il Gargano abbia il suo cuore, dove il segreto della sua e della mia vita, considerandomi raminga particela, irrequieta zolla da lui distaccarsi e vagabonda, impegnata nel vento della vita. E se error vario mi svia, qui ogni volta mi ritrovo, riconosco il volto della mia patria antica”.

Salvatore Marchesani da anni va alla ricerca di questa nuova dimensione identitaria, che dà vita e significato al rapporto fra il luogo stesso e la necessità di andare oltre, verso un futuro che diventa ricerca dell’eternità, non solo dell’uomo, ma soprattutto dell’anima del luogo stesso. Parlavo prima dei sacri riti della pietra, di cui ogni città è l’espressione più alta, come del resto tutta la cultura e la civiltà greco-romana è fondata sulla pietra, di cui l’arte ne ha sublimato l’esistenza e i significati. Si veda a tale proposito le costruzioni dei templi, derivanti dai culti pagani, le fortezze, i castelli, le chiese, le abbazie e, poi, le case che hanno formato l’intero assetto urbano delle città. Di tutto ciò l’arte di Salvatore Marchesani ne è l’espressione e l’essenza, tanto da soffermarsi, in maniera ossessiva, sulla simbologia e sulla rappresentatività della casa, con la sua architettura e l’assetto urbano, da cui deriva, come abbiamo detto, la civilizzazione dell’uomo e l’essenza stessa dell’identità culturale di ogni popolo. La pietra e, quindi, la casa, come elemento fondativo della costruzione della vita, simbolo dell’uomo che diventa padrone della Madre-Terra, immagine di stabilità, di equilibrio, di bellezza, di compiutezza e di durata, paradigma dello spazio e del territorio dove l’uomo vive e progredisce.  Del resto il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, fra l’Uomo e la Natura,  è stato quasi sempre al centro del processo di umanizzazione, tanto da influire positivamente, non solo sull’evoluzione sociale e culturale dell’uomo, quanto sulla sacralità stessa dei luoghi in cui il sacro, attraverso i suoi templi e le sue cattedrali,  si è manifestato, divenendo così un elemento di conoscenza del territorio stesso. Questo rapporto è stato tanto più forte e completo, quanto più il luogo sacro, come nel caso dei paesi del Gargano, fra cui Monte Sant’Angelo,  era in una posizione elevata, tale da  considerarla, fin dall’antichità, la Montagna Sacra. Una Montagna Sacra da cui ha origine quel processo sincretico fra paganesimo e cristianesimo, e la sconfitta dei culti pagani, fra cui quello di Diomede, di Calcante e Podalirio, di Giove Dodoneo, di Giano, di Mitra e le origini e lo sviluppo, nel V sec. d. C.,  del culto di San Michele sulla Montagna Sacra del Gargano.

Salvatore Marchesani, con la sua arte, ne rappresenta  lo spirito e la forza identitaria dei luoghi del nostro Gargano. Ciò che molti altri nostri scrittori e poeti hanno visto e trascritto, fra cui  Corrado Alvaro, Giuseppe Ungaretti  e, come abbiano visto, il nostro conterraneo Pasquale Soccio.

Scrive Corrado Alvaro, nell’ambito del suo Itinerario italiano, a proposito della  meraviglia dell’architettura spontanea di I  costruttori del Gargano: “Vi sono popoli che hanno un talento istintivo e storico per l’architettura. E si capisce per quelli che hanno da celebrare una potenza e da attestare una forza. Ma s’immagina difficilmente un gruppo di pastori e di contadini che porti una preoccupazione architettonica nella sua abitazione, nel suo forno, nel suo rifugio di montagna... Tutto quello che si scopre, dalle valli asciutte alle cime, è una immane opera di muri a secco che sostengono le terrazze degli ulivi, dei mandorli, delle vigne, del grano”. Lo scrittore viene, poi, colpito dagli enormi comignoli “dalle forme più bizzarre (a toppone, a elmo, a turbante,...) dalla grande perizia degli artigiani e muratori, che hanno riversato la loro forza in queste case dall’architettura più fantastica e mirabile. E proprio questi artigiani muratori. Hanno il genio dell’architettura come in altri, non più molti, paesi d’Italia; e davanti alla loro città costruita mirabilmente sullo scrigno del monte e su due valli, ci si può chiedere se, per avventura, tante invenzioni preziose d’architettura, non soltanto popolare, non vadano proposte a modello d’una moderna architettura povera di idee e pretensiosa, come è quella che ci propone stabilimenti balneari e palagi tutti del medesimo stile. Non esiste da noi un documento che metta sotto gli occhi l’arte di costruire una casa come fanno qui, a Ischia, a Positano, e in pochi altri luoghi, e che rappresenta la forma attraverso cui anni ed anni si raccomandano alla considerazione dei posteri. Arte di  fare scale, passaggi, portici, di risolvere problemi di pendenze, di prospettive, di variarle infinitamente. Arte di legare    gli uomini ai loro luoghi”.

Nel 1934 giunge sul Gargano Giuseppe Ungaretti, poeta e scrittore di fama internazionale, il quale, vangando nelle terre dell’Arcangelo, così scrive: “I contadini del Gargano vanno a cercare la loro terra avara col cucchiaino;  e quando trovano nel sasso un interstizio: giù quel granellino di terra. Sono arrivati così, conquistando un millimetro dopo l’altro, a rendere fruttuoso anche questo versante, e ora è tutto diviso a terrazze che fanno l’effetto di snodarsi sul suo dorso come lentissimi bruchi”.

Così come grande ammirazione e meraviglia il nostro conterraneo Pasquale Soccio, nel suo libro  Gargano Segreto,  così scrive: “Se  un occhio esperto, non sapendo dove si trova, lo chiedesse al cielo di un azzurro nettissimo e profondo, alla crudezza della luce, talora abbacinante, al grigio perla e viola dei monti, alle interminate pietraie, alle rocce, in alcuni punti convulsamente stratificate, alle pendici e alle allodole, gli rimarrebbe solo il dubbio di non sapere se essere nel Gargano o in Grecia. L’ulivo e il mandorlo continuerebbero l’inganno e non meno i bruni volti dei montanari, il loro sguardo, lampeggiante, indagatore e diffidente, e il riso delle donne pronto a notare il ridicolo delle cose e dello steso viaggiatore”. E ancora: “La conferma di questa identità greco-garganica, segreta o scoperta, più che sulle coste va ricercata nell’interno; sempre nel paesaggio montuoso, su alcune vette dove l’orizzonte ha per confine il mare e, ancor più, in alcune valli, nelle forre, nei burroni senza fondo, nei greti aridi dei torrenti, dove un acquazzone passa come una battaglia perduta. Qui “tutto è antico, fermo e incantato: tumultuanti memorie in un silenzio disumano” direbbe un poeta d’oggi”.  Per poi giungere a identificarsi con le stesse pietre del Gargano, tanto da scrivere: “Intensamente io guardo e contemplo questo mare di pietre, questo deserto dell’anima. Scopro le origini della mia patria antica attraverso l’infusorio, il protozoo, il mollusco, con valve e conchiglie, divenuti pietre. Ritrovo la scabra, scontata essenzialità del carattere mio e della mia gente. Mi riconosco, “debole vita che si lagna”, dolente coscienza effimera di queste pietre”.

Tutto ciò lo ritroviamo nell’arte e nelle opere di Salvatore Marchesani, il quale si chiede: Sul Gargano, nei suoi borghi, nelle sue case a schiera, nei centri storici dove predomina l’architettura spontanea, il tempo si è fermato e, nello stesso tempo, si è fatto pietra, tanto da immedesimarmi con essa, in questo processo di pietrificazione, che diventa forza virile, dove si nasce e dove si muore, accettando qualsiasi condizione umana, grato di essere stato qui collocato dalla sorte, nascendo”. La sacralità della pietra e, quindi, della casa, è da ricondurre alla sua stessa origine uranica, alla sua incorruttibilità fisica, al suo essere presenza dominante e permanente del paesaggio, all’idea di solidità, di durata e di resistenza cui è associata, alla sua “alterità”. «Ogni pietra – ha scritto Marguerite Yourcenar nelle sue Memorie di Adriano (1981:77) – rappresenta il singolare conglomerato d’una volontà, d’una memoria, a volte di una sfida. Ogni edificio sorge sulla pianta di un sogno». E oggi, pare che il nostro artista Salvatore Marchesani, dica “Questo è il mio Gargano, il mio Gargano Onirico, dove ognuno di noi cerca di realizzare le sue aspettative di vita e i suoi sogni”.

“Moving Ideas” IV edizione è  targata Rossocinabro, a cura di Cristina Madini, con opere recenti di artisti internazionali. Moving Ideas è un evento ufficiale inserito nella Rome Future Week.

La mostra è visitabile dall’8 al 22 settembre 2023, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11:00 alle 17:00. Venerdì 15 settembre incontro con gli artisti.

È il desiderio di condividere un percorso nel contemporaneo, senza forzare una lettura univoca. La volontà di creare un dialogo con i visitatori, un confronto continuo, senza imbalsamare le opere in una lettura che resti immutata. Un “work in progress”, poiché ci impegniamo quotidianamente, e continueremo nel futuro, ad accogliere e testimoniare i nuovi percorsi che l’arte d’oggi va esprimendo nella sua evoluzione; percorsi che obbligano gli artisti a misurarsi con nuovi punti di vista, con nuovi materiali, con nuovi processi mentali, con il senso di una società in cui la velocità del cambiamento non permette ritmi più lenti di riflessione sulla realtà.

Artisti sede Hub Impact Roma

Toni Altenstrasser, Ayuna, Sergio Belo, Elisabetta Borgognoni, Benedetta Dell’Uomo, Fadiese, Romana Hostnig, Alexandra Kordas, Mario Manuel, Indi Bella Pajonk, Masayo Sakai, Sonia Salvetti  

Artisti sede Rossocinabro

Kimberly Adamis (USA), Laura Casini (Switzerland),  Walter Bohm (Italia),  Mariana Branco (Brazil), André Colinet (Belgium), Lidija Commeça (Germany), Alessio Costantini (Italia), Shahi Dayekh (Lebanon),  Fadiese (France), Fina Ferrara (Mexico), GetFreaky (Taiwan), Aurélie Goarzin (La Reunion), Jo Going (USA), GusColors (USA), Jennifer Boyuan Han (China), Corina Karstenberg (The Netherlands), Monika Katterwe (Germany), Tommi Ketonen (Finland), Rebeccah Klodt (USA), Sunim Koh (South Korea), Kirsten Kohrt (Germany), Chikara Komura (Japan), Lettice Lang (UK), Anya Lauchan (UK),  Fiona Livingstone (Australia), Paul Scott Malone (USA), Denitsa Mihaylova (Bulgaria), Cox Nathanael (USA), Yuri Okada (Japan), Pawel Opalinski (Poland), Sally Ponce Enrile (Philippines), Jean-Paul Soujol Benedetti (France), Christophe Szkudlarek (France), Taka & Megu (Japan), Josefina Temin (México), Kai-Yen Tu (Taiwan), Mariёlle Vroemer (The Netherlands), Pu Wei (China), Sodoma Xia (UK)

Sul web

https://tapropane.com/moving-ideas-4/

https://www.rossocinabro.com/exhibitions/exhibitions_2023/243_RFW.htm

Chi siamo

Tapropane presenta mostre curate su temi rilevanti ed emozionanti nel contesto della cultura creativa contemporanea. Ci impegniamo a rendere l'arte contemporanea accessibile a tutti. Ci sforziamo di presentare progetti in spazi fisici e digitali che siano coinvolgenti, illuminanti ed educativi per un pubblico eterogeneo.

The Tapropane Ltd, è una società londinese.

Rossocinabro con 15 anni di esperienza ha già esposto opere di illustri artisti Annamaria Biagini, James Barsness, Sophokles Koutris, Concetto Pozzati, Giuseppe Teobaldelli, Vincenzo Vavuso... Collaboriamo con Sky Arte, Rai 3, Artribune, AMACI (Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiana), Rome Art Week, e continuiamo il lavoro in prima linea nella scena artistica internazionale e dell'UE.

La galleria è situata nel centro storico di Roma, vicino a Via Veneto e al Parco di Villa Borghese, ed è in prossimità dei principali servizi di viaggio, tra cui le stazioni della metropolitana Castro Pretorio e Repubblica.

Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
www.rossocinabro.com

HUB IMPACT ROMA
Via Palermo 41
00184 Roma

 

 

nota del Sindaco, Agostino De Paolis.

«Un vibrante murales ha preso vita, donando nuova importanza agli spazi urbani.

L'iniziativa, promossa dal Comune di Accadia in collaborazione con artisti locali di fama internazionale, mira a rivitalizzare gli angoli meno conosciuti della nostra cittadina attraverso l'arte pubblica.

Questo murales diventerà una rappresentazione tangibile delle nostre aspirazioni culturali collettive.

Un Capolavoro Artistico che contribuisce anche a trasformare Accadia: Il Nuovo Murales è intitolato “Dipingendo il Futuro”

L'opera d'arte in questione, creata da talentuosi artisti locali guidati dalla visione di Teresa e Armando De Girolamo, la famiglia dell’artista Ryo celebrato in questa fresca e futuristica opera d’arte, contribuisce all'atmosfera unica che si inizia a percepire ad Accadia.

Il murales riflette l'identità di questi nuovi artisti e dell’artista Ryo in un'affascinante sinfonia di colori e forme.

Artisti che auspichiamo di poter ospitare in un appuntamento annuale per la diffusione di un’arte pienamente meritevole di apprezzamento e conoscenza così come testimoniato nell’incontro tenutosi il 18 agosto in Accadia presso la Biblioteca comunale dal Papà di Ryo, il dottor Armando de Girolamo, titolare della Lotras srl.

Un'opportunità per i cittadini e i visitatori di immergersi in un'esperienza visiva ed emotiva, esplorando le sfumature che rendono Accadia un luogo speciale.

Il Sindaco di Accadia, Dott. Agostino De Paolis ha dichiarato: "Questo murales rappresenterà un passo significativo nella trasformazione del nostro comune in uno spazio che incanta i sensi e ispira il cuore. Siamo grati alla famiglia di Ryo, a Teresa ed Armando De Girolamo moglie e papà di Ryo, agli artisti che hanno abbracciato questa iniziativa con entusiasmo e dedizione, e siamo certi che il loro lavoro arricchirà la nostra comunità."

Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione tesa ad avvolgere di bellezza il borgo con l’elezione del balcone fiorito rappresentativo della bellezza del borgo e i mercatini dell’associazione dei disabili.

Successivamente gli sbandieratori ed il corteo storico hanno riempito di colori e atmosfere passate le strade di Accadia per ricordare le nostre origini, le nostre radici.

Questo evento rappresenta un momento di condivisione e di celebrazione della creatività e dell'identità locale.

Uniamo la creatività all'identità “future in the past”, dipingendo il futuro di Accadia».

Grande successo al Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino per la mostra personale “Contenitore di mistero” dell’artista pugliese Ramona Palmisani: Museo aperto anche il 15 agosto.

Particolarmente apprezzata dal pubblico la mostra “Contenitore di mistero” di Ramona Palmisani, allestita nella Sala del Loggiato del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino e visitabile fino al 15 agosto (il museo resterà aperto anche il 14 e 15 agosto con chiusura posticipata al 16).

Un evento organizzato dalla direzione del Mansc in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Montesarchio, guidato da Morena Cecere.

“Ospitiamo con piacere l’artista Ramona Palmisani – commenta l'assessore alla Cultura – con una mostra che si inquadra in un percorso di valorizzazione culturale in continuità con altre iniziative attivate nel tempo e che vede il Museo come centro di produzione culturale, affiancando alle opere e ai reperti importantissimi presenti, di volta in volta, anche mostre ed eventi che ne impreziosiscono ulteriormente l'offerta”.

E il direttore del museo Vincenzo Zuccaro dichiara: “La mostra di Ramona Palmisani "Contenitore di mistero”, allestita nella sala del loggiato all'ingresso del percorso espositivo del Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino, si inserisce nell'ambito delle iniziative di promozione e valorizzazione che il MANSC ha promosso nell 'ultimo biennio in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Montesarchio. L'esposizione dell'artista pugliese inaugurata lo scorso 28 luglio e visitabile fino al 15 agosto, conferma inoltre il ruolo di centro di produzione culturale del Museo nella valle caudina e nell'intero Sannio”.

Inoltre il 10 agosto è rientrato al Museo il vaso di Assteas, famoso cratere definito il più bello del mondo, elemento identitario del Museo e del Sanniocaudino che sarà di nuovo esposto nelle sale dopo la trasferta a Roma.

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