Dopo le diverse esposizioni nella Contemporanea Galleria d'Arte di Foggia e Bari, curata da Giuseppe Benvenuto, e dopo i successi ottenuti nelle varie mostre predette, che hanno letteralmente fatto esplodere l'interessamento all'arte moderna vissuta dal vivo e con chi la produce, dal 13 luglio al 24 settembre 2023, Palazzo Reale presenta una mostra monografica di Omar Galliani, grande maestro del disegno. Opere monumentali, lavori recentissimi e inediti, pezzi storici esposti nelle Biennali internazionali, per un viaggio emozionante attraverso i grandi temi della vita e dell’uomo.
L'INGRESSO È LIBERO E GRATUITO. NON È RICHIESTA LA PRENOTAZIONE.
fonte: palazzorealemilano.it
L’esposizione Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani.
Il titolo della mostra – Diacronica – è mutuato dalla linguistica e si riferisce allo studio delle lingue nel loro sviluppo storico. Il sottotitolo – Il tempo sospeso – allude alla resistenza del fare dell’artista, che in un mondo sempre più digitalizzato e smaterializzato, sostiene la bellezza della fisicità dell’opera d’arte.
Il percorso espositivo, sviluppato al piano nobile di Palazzo Reale, comprende oltre 100 opere, dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Un excursus attraverso i lavori di Galliani presentati nelle Biennali di Venezia, Parigi, San Paolo, Praga, Tokyo, Pechino, nell’ambito di mostre museali, con l’aggiunta di una selezione di inediti, realizzati appositamente per l’esposizione milanese.
A fare da guida, all’interno di un itinerario non cronologico, che consentirà tuttavia al visitatore di seguire il divenire delle opere nel tempo, saranno principalmente suggestioni tematiche ed emotive, capaci di nutrire il pensiero e la fantasia dell’artista: Universo simbolico, Universo mitico, Universo psicologico, Universo erotico, Universo scientifico, Universo paesistico.
L’immagine guida dell’esposizione è De rerum natura (2020), una grande tavola che trae il titolo dal poema di Tito Lucrezio Caro. L’opera raffigura una giovane donna e un colibrì, simbolo di congiunzione tra cielo e terra, tra mondo fisico e spirituale.
Orario
Da martedì a domenica ore 12:00 -19:30
Giovedì chiusura alle 22:30.
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Martedì 15 agosto ore 12:00-19:30
Lunedì chiuso.
Quest’anno dal 9 al 14 luglio 2023 presso il piazzale delle scuole e l’auditorium comunale in via Pilella, si terrà una interessante rassegna delle arti, sotto la direzione artistica di JOSEPH RICKIT (artista Maori trasferitosi in Italia)
La rassegna avrà inizio il 9 luglio e proseguirà per quattro giorni, aprendo con il convegno di presentazione della stessa, che vedrà le esposizioni di artisti provenienti da tutto il mondo, da KEE-TEA RHA dalla Sud Corea, fresco del premio della Giuria vinto al salone della ceramica di Parigi, per la qualità e il carattere innovativo del suo lavoro, gli permetterà di essere il prossimo invitato d’onore del C14-PARIS ed esporre nella hall dell’Annex della mairie.
Dalla Francia MATHIEU DUVAL, sculture in ceramica, passando per l’Italiana ANGELA PISANI (ANGI) che trasforma in arte oggetti di uso comune,
Dalla Nuova Zelanda SEETA MULLER, Artista, direttrice creativa e cinematografica, che Crea sculture intime e opere d'arte in tessuto come installazioni che possono essere collocate nel paesaggio.
Inoltre non potrà mancare la “settima arte”, il cinema, che sarà rappresentato con la proiezione del film “Sa Femina Accabadora – La dama della buona morte” di FABRIZIO GALATEA che narra della “femina accabadora” figura leggendaria della tradizione sarda, una donna che praticava un’antica forma di eutanasia.
Insieme a questi ospiti di caratura nazionale e mondiale si affiancheranno artisti autoctoni sia del Subappenino che della vicina Irpinia.
Da Carife (AV), ci sarà il maestro Gaetano Branca, che oltre ad esporre le sue opere terrà una due giorni di “mani in pasta” e “Roku” per avvicinare i bambini all’arte della terracotta.
Le serate verranno accompagnate da un'altra arte ossia quella enogastronomica, insieme a momenti di spettacolo.
La rassegna è promossa dal Comune di Anzano di Puglia e realizzata in collaborazione con la Pro-loco di Anzano di Puglia.
«Questa è un’occasione davvero speciale per il nostro paese» ribadisce il sindaco di Anzano di Puglia, Paolo Lavanga. «Speriamo possa diventare precursore per l’attrazione non solo di tanti artisti e/o professionisti del settore, ma anche e soprattutto turisti e curiosi che vorranno venire a visitare la mostra. Ci si augura in una fattiva collaborazione non solo della Proloco che già si è resa disponibile, ma di tutta la popolazione anzanese, che siamo certi contribuirà alla buona riuscita dell’evento. Tutti sono invitati a partecipare» chiosa Lavanga.
È trascorso più di un anno (era il 07 maggio 2022) da quando il prof. Giuliano Volpe ha intrapreso la pacifica battaglia, tra l'altro sostentuta mediaticamente anche da questa testata giornalistica indipendente, per liberalizzare le immagini per uso non commerciale del nostro patrimonio dei Beni Culturali. Una legge proposta dall’attuale Ministro Sangiuliano. Nel frattempo il “grido di dolore” si fa sempre più forte, a margine anche della non discussione delle due richieste fatte da un folto gruppo di docenti universitari nell’ambito artistico-storico-culturale.
«Un consiglio impossibilitato ad affrontare le questioni importanti come il pagamento delle immagini dei beni culturali: così il ministro Sangiuliano ha ridotto il principale organò consultivo del ministero» ha esordito il prof. Volpe che congiuntamente ad altri suoi colleghi ha inviato una “lettera Aperta” al Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici.
{youtube}H2fjcskji3M{/youtube}
LETTERA APERTA
al Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici prof. Gerardo Villanacci
e.p.c. All’On. Ministro della Cultura dott. Gennaro Sangiuliano
Al Capo di Gabinetto Cons. Francesco Gilioli
Al Segretario Generale Dott. Mario Turetta
Alla Vice Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici Arch. Carla Di Francesco
Ai Componenti il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici
«Egregio Presidente,
dobbiamo prendere atto con dispiacere che anche nella convocazione del giorno 6 luglio non sono previsti all’ordine del giorno i due argomenti che avevamo da tempo chiesto di discutere, ovvero il DM 161 dell’11.04.2023 e il prestito dell’originale della Costituzione conservato all’Archivio Centrale dello Stato, concesso nonostante il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico per gli Archivi. Si tratta di questioni di carattere generale e di rilievo particolare afferenti la materia dei beni Culturali, sulle quali il Consiglio Superiore può elaborare proposte e osservazioni. Purtroppo constatiamo che, nonostante la richiesta avanzata da tutti i presidenti dei CTS, dai rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai Rappresentanti del personale, non si è ritenuto di inserirli all’ordine del giorno.
Eppure, come Lei ben sa, il decreto che ha emanato le Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali ha provocato un dibattito articolato e diffuso che ha visto gli interventi, in gran parte critici e preoccupati, di moltissime associazioni e personalità del mondo della cultura, oltre ad essere stato oggetto di interrogazione nella commissione cultura della Camera dei Deputati il 7 giugno ’23.
Il DM 161 tocca infatti temi centrali connessi allo studio e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e alla più ampia circolazione delle conoscenze, come abbiamo avuto modo di osservare nel documento a Lei inviato il 23 maggio 2023, con cui chiedevamo di poter discutere questo tema collegialmente per poter trasmettere al Ministro alcune nostre riflessioni e proposte – alcune delle quali già avanzate nel documento sopra citato - in attuazione positiva dei compiti del Consiglio.
Con la presente confermiamo la preoccupazione che l’introduzione di tariffe nel campo del riuso e della riproduzione delle immagini, lungi dal portare i risultati attesi, produca invece strettoie in un ambito – quello della nostra eredità culturale e dell’editoria di qualità - che non soffre certo di eccesso di investimenti, ma, al contrario, di una debolezza strutturale che solo la creatività, la ricchezza della produzione culturale e un allargamento dell’accesso alle fonti della conoscenza potrebbero ridurre.
Avevamo sottolineato che nelle Riproduzioni a scopo di lucro sono state incluse anche l’“Editoria e riviste scientifiche di settore in canali commerciali online/cartacea”, penalizzando così fortemente la pubblicazione dei risultati della ricerca scientifica nei diversi campi in cui si articola il patrimonio culturale, in un momento in cui l’open access viene fortemente incentivato in tutte le comunità scientifiche.
Avevamo evidenziato le presumibili difficoltà di attuazione delle linee guida nella gestione ordinaria delle istituzioni culturali statali, dove la complessità e il costo di procedure efficaci supera di solito i limitati introiti, come esperienze precedenti hanno dimostrato (vedi l’introduzione di tariffe per le fotocopie dei libri nelle biblioteche). Ugualmente di difficile attuazione sembra anche il controllo e la verifica dei risultati, che rischia di rallentare significati vamente ogni processo, se non bloccarlo del tutto.
Analoga preoccupazione avevamo espresso sull’ Uso degli spazi, per i quali il tariffario contenuto nelle linee guida indica prezzi identici per tutta Italia tenendo conto unicamente di due fattori: 1) la classe dimensionale e 2) la classe di pregio e trascurando completamente le ben più articolate differenze fra le varie realtà locali dal nord al sud per la concessione di spazi
Nel documento avevamo proposto una modifica del DM suggerendo una interpretazione sostanziale del concetto di “scopo di lucro”, variamente interpretato nell’ordinamento giuridico italiano. Ferma restando l’opportunità di stabilire un tariffario, va restituita la discrezionalità ai dirigenti nel considerare “scopo di lucro” solo quelle iniziative rivolte a conseguire un significativo profitto o effettuate da organizzazioni con rilevanti disponibilità finanziarie. Verrebbero escluse così le riviste specialisti che, le piccole case editrici, i progetti di ricerca, i documentariartistici etc.
Altro argomento che purtroppo non sarà possibile discutere a breve riguarda il prestito dell’originale della Costituzione alla Presidenza del Senato, nonostante il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico per gli Archivi, alle cui argomentazioni peraltro non è stato dato alcun riscontro, malgrado una esplicita richiesta in tal senso, avanzata dal Comitato in data 5 maggio 2023. Il CTS richiamava infatti la natura del tutto speciale dell’originale conservato in ACS, di cui mai è stata prima autorizzata l’esposizione per essere l’unico originale in serito nella raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti, e quindi una testimonianza giuridica e storica non destinata alla fruizione estemporanea, contrariamente ai due esemplari conservati presso l’Archivio storico della Camera e presso l'Archivio storico della Presidenza della Repubblica, a cui si poteva ricorrere, come già accaduto in passato. A ciò si aggiungeva la mancanza di adeguati parametri conservativi in merito agli standard espositivi.
La questione ci sembra grave sia nel merito che nel metodo: il parere e le motivazioni addotte dal massimo organo consultivo in materia, Il Comitato Tecnico Scientifico Archivi, non vengono tenute in alcuna considerazione e il dispositivo con il quale il MiC autorizza il prestito si limita a dare “atto dell’avvenuto esame della richiesta di autorizzazione al prestito da parte del Comitato tecnico scientifico per gli archivi” sottacendo il parere negativo del CTS e senza motivare il provvedimento, in violazione dell’art.3 della legge 241/90 e della consolidata giurisprudenza in merito che ritiene che la motivazione possa non essere espressa solo quando l’iter logico che ha portato al provvedimento finale sia agevolmente desumibile dall’istruttoria amministrativa. Mette appena conto rilevare che, nel caso in questione la decisione non solo non è desumibile ma è difforme dalle risultanze dell’istruttoria.
Inoltre è stato successivamente richiesta, in data 9.6.2023 una proroga del prestito, autorizzata senza consultare in proposito il Comitato tecnico scientifico e senza tener conto della tabella dei valori igrometrici riscontrati negli ambienti dove è stata esposta la Costituzione, non corrispondenti a quelli previsti nel contratto sottoscritto con l’ACS, ma sistematicamente superiori. Nei fatti si mettono così in discussione le prerogative degli organismi di consulenza del Ministero della Cultura negando l’efficacia di pareri così autorevolmente espressi e si mettono a rischio beni culturali di altissimo valore civile e simbolico.
Animati da spirito costruttivo e dalla comune responsabilità di essere componenti del massimo organo di consulenza del Ministero, esprimiamo la nostra preoccupazione per un differimento dei tempi della discussione collegiale di questi argomenti, che rischia di rendere ininfluente il nostro apporto in materie così importanti e, più in generale, il nostro ruolo istituzionale».
Roma, 3 luglio ’23
- Rappresentanti del personale dott.ssa Valentina Di Stefano sig. Matteo Scagliarini
- dott. Federico Trastulli
- dott.ssa Caterina Bon di Valsassina e Madrisio - Presidente del CTS per le belle arti prof.ssa Daniela Esposito - Presidente del CTS per il paesaggio
- prof. Claudio Varagnoli - Presidente del CTS per l'arte e l'architettura contemporanee
- dott.ssa Giovanna Alberta Campitelli - Presidente del CTS per i musei e l'economia della cultura dott.ssa Diana Marta Toccafondi - Presidente del CTS per gli archivi
- dott.ssa Madel Crasta - Presidente del CTS per le biblioteche e gli istituti culturali
- Personalità del mondo della cultura designate dalla Conferenza Unificata prof. Luigi Canetti
- prof. arch. Nicola Martinelli
Di seguito, e cliccando sul titolo, l’intervista di Archeo Reporter al prof. Giuliano Volpe.
L’annuncio all’anfiteatro augusteo esprime compiutamente la volontà di mettere in circolo nella comunità lucerina la linfa vitale della storia da cui trarre l’energia per il futuro di Lucera.
«Vogliamo ricostruire connessioni e valorizzare coesioni sociali e culturali, ambientali ed economiche - ha dichiarato il sindaco Giuseppe Pitta, proseguendo - e vogliamo attivare processi di partecipazione e co-progettazione fondate sull’intelligenza e la competenza, l’ascolto dell’altro e la consapevolezza di se stessi. Vogliamo far risplendere Lucera e con Lucera lo straordinario territorio dei Monti Dauni. A prescindere dall’esito della sfida, che affronteremo con tutto l’impegno e tutta l’umiltà possibili, un risultato positivo lo raggiungeremo certamente: costruire, insieme, una visione di futuro per la nostra comunità»..
A Vieste c’è un filo conduttore che lega arte e storia e perciò la cultura: eventi di alto spessore, gremiti da chi ha fame e sete di conoscenza.
La sensibilità di chi la sta amministrando, ed è un dato di fatto consolidato e certificato dall’affluenza, è tale che non passa mese che Vieste è in prima pagina in molti media. Non solo per le sue bellezze naturali, note in tutto il mondo, anche per ciò che ospita culturalmente e artisticamente.
All’ordine del giorno, se è permesso dire aggregando spazio-tempo in un unico fattore estemporaneo, nella città famosa per Cristalda e Pizzomunno, chi è del luogo e chi è turista ha la possibilità di nutrire l’anima e la mente con le molteplici proposte culturali, formative per le loro unicità e sorprendentemente settoriali. Ciò vuol dire che Vieste è ricca di storia, la sua e quella proposta con altre realtà. Allo stesso tempo, però, quella storia contrappone ciò che fu a ciò che è, garantendo massima resa alle proposte in essere. In quest’alveo s’interseca l’arte moderna e contemporanea proposta. E a far da conduttore, precursore di come intendere l’arte godibile alla vista e razionale alla mente, è la modernità dei quadri che negli ultimi anni sono stati ospitati nelle varie location cittadine.
“Bansky a Vieste” è l’ultima proposta, osando dire, rivoluzionaria di come concepire l’arte attraverso serigrafie autentiche e certificate da Pest Control Ltd., edizioni numerate fatte dall’artista l’anno 2003 e quello del 2010. Una mostra che nulla toglie ai più “puritani” dell’arte giacché l’artista inglese è tra i più accreditati al mondo per le sue estroverse manifestazioni artistiche, perlopiù di pace contrapposte alla guerra. Messaggi distinti della natura che prevale l’uomo, che basta un semplice schizzo raffigurato in gesto che comunica l’immensità dell’amore.
Filo conduttore voluto da chi ha proposto questa mostra, il gallerista foggiano Giuseppe Benvenuto, della Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia e Bari, che sta letteralmente pian piano sgretolando quel dogma che arte non è solo grandi quadri e capolavori del passato, conservati nei più prestigiosi musei mondiali. Una overture di colori organizzata da MetaMorfosi Eventi, nella veste del suo presidente Pietro Folena, con il Polo Culturale e il Comune di Vieste degnamente rappresentati dal Sindaco Giuseppe Nobiletti e l’Assessore alla Cultura Grazia Maria Starace. È anche, soprattutto, fruibilità dell’arte nel suo intrinseco valore inestimabile dell’opera mondana ma disegnata da mani divenute universali. Opere visitabili dal vivo, senza filtri e soprattutto di artisti in vita, un file rouge con quelli conservati gelosamente nelle teche familiari di chi fu.
Mostre viestane volute da amministratori sapientemente consci che di arte si può anche vivere, ma anche offrirle a platee variegate durante una vacanza. Il Museo Civico Archeologico Michele Petrone è uno di questi.
Come lo è l’intera area del santuario rupestre della grotta di Venere Sosandra, sull’isola di Sant’Eufemia, oggi visitabile, luogo roccioso dove l’archeologo prof. Giuliano Volpe, docente universitario e già Magnifico Rettore dell’Ateno foggiano, congiuntamente dalle Università di Bari e di Foggia e con il supporto dell’Associazione ASSO di Roma e della società ArcheoLogica, in regime di concessione del Ministero della Cultura-Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio di Foggia, ha condotto, e continua a farlo, scavi e studi per riportare alla luce ciò che anche un tempo Uria, cioè l’antica Vieste, custodiva. Un luogo che propone a tutti e alla luce del sole le sue immense ricchezze storiche. Uria era soprattutto meta di marinai che, durante la navigazione adriatica, ivi sostavano per recuperare acqua e viveri, esprimendo la loro devozione alla divinità, che qui aveva un suo luogo di culto, come ricordato anche da Catullo, nel Carme 36. O come l’iscrizione datata al 3 settembre 1002 che ricorda il passaggio del doge Pietro II Orseolo durante la spedizione, con 100 navi da guerra, in soccorso di Bari assediata dai Saraceni. Scoperte, appunto, per renderle godibili a tutti, comunicate con rassegne preposte, come il “Vieste Archeofilm”, la rassegna internazionale del cinema di archeologia, arte e ambiente, dove proiezioni gratuite nell’aperto cortile del Castello Svevo, sono spunto per conversazioni e interviste a protagonisti del settore.
Vieste Capitale della Cultura, in questo caso, di Capitanata; altro che altre proposte (scusate il gioco di parole) senza un progetto fruibile ma solo scritto su carta, con un dossier tra l’altro mai pubblicato, che sfrutta il nome e i luoghi ma senza preservarli e tantomeno renderli appetibili con intelligenti politiche culturali e turistiche. Una Vieste Capitale della Cultura pugliese se avesse formalizzato la sua candidatura per il 2024.
Questa è la sintesi dell’internazionalità culturale di Vieste, libera da veti e perentoriamente propositiva, che un giorno potrebbe avere una luce longeva più artistica, anche urbana, di Lighting Designer internazionali di madre Terra.
Quel filo conduttore è tenace di volontà, è spesso di cultura, è robusto di proposte fattibili ed economicamente appetibili per il bene del territorio e della comunità, è intrecciato da chi crede nel suo patrimonio culturale, è serrato da chi lo propone con la modernità del saper far arte per gli altri, è volano di economia e soprattutto di bellezza. Un filo tessuto sapientemente da oltre un anno a questa parte da proposte novecentesche con opere di Andy Warhol e che oggi continua a far trama per una tela che col vento in poppa porterà nuovi eventi e tutti unici.
Le chiacchiere di chi subordinato ha voluto contrapporsi all’innovazione di proporre quest’arte, anche come servizio e guadagno pubblico, quel vento le ha già dissolte, le ha portate via.
Quel filo conduttore è longevo perché si è saputo guardar oltre i confini di un territorio che non è solo spiaggia, mare e cartoline.
Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle attività investigative avviate sulle regioni di Puglia e Basilicata ma con riflessi sull’intero territorio nazionale e all’estero ha restituito, nel corso dell’anno 2022, al patrimonio culturale italiano, un ingente numero di beni culturali a rischio di definitiva dispersione sul territorio. L’attività operativa evidenzia, nel 2022, una graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale, anche alla luce delle innovazioni legislative che hanno inasprito il sistema sanzionatorio, rendendo più efficace l’attività repressiva. Sotto quest’ultimo profilo il Nucleo di Bari ha deferito all’Autorità Giudiziaria 119 persone per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reato previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.
Sono state eseguite 26 perquisizioni domiciliari e locali che hanno consentito il recupero di 3.707 beni culturali (erano 2.009 nel 2021), di cui 5 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 3613 reperti archeologici, 80 reperti paleontologici oltre a 9 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 2.811.500 per i beni autentici e di € 255.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.
Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di reperti archeologici e numismatici di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. Provengono da queste due regioni, del resto, gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2022, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici indagini investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 11 persone per lo specifico reato di scavo clandestino ma anche, attraverso l’attento monitoraggio delle piattaforme Marketplace ed e-commerce, ormai divenuti canali preferenziali per la compravendita di arte, il recupero di oltre 2600 reperti archeologici databili III e IV sec. a.C. con il contestuale deferimento di 55 persone per ricettazione di beni culturali appartenenti allo Stato.
In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo e in tale contesto sono state denunciate 29 persone.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:
- 40 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
- 11 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiC con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;
- 86 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell'Arma Territoriale;
- 64 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
- 522 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, è sicuramente da menzionare “FREEZING” che ha consentito il rimpatrio, dall’Austria, del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi.
La tela seicentesca, appartenente all’eredità del Conte Giangirolamo II Acquaviva, già conservato presso il Castello Marchione di Conversano (BA), era stato esportato illecitamente dal territorio nazionale nel tentativo di commercializzarlo all’estero. Due persone sono state indagate e deferite all’Autorità Giudiziaria per truffa ed esportazione illecita di beni culturali. Le stesse, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.
I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121x147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.
Le indagini, dirette dalla Procura di Bari, consentivano i rintracciare il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, dove veniva sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo - con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca - di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.
Altra importante attività investigativa avviata e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, consentiva di individuare una preziosa collezione archeologica, consistente in 103 reperti di natura ceramica risalenti al periodo compreso tra il V sec. a.C. e il I sec. d.C., di inestimabile valore storico- culturale ed importantissimo valore economico, custodita all’interno della sala riunioni della sede centrale della Banca Popolare di Bari. Le investigazioni, che hanno accertato l’assoluta estraneità della nuova dirigenza, secondo l’impostazione accusatoria, afferiscono ad un’operazione di compravendita di reperti archeologici perfezionata nell’anno 2009 dall’allora Amministratore Delegato dell’istituto bancario, che aveva fatto approvare al consiglio di amministrazione dell’istituto la proposta di acquisto per un controvalore di centomila euro a favore di collezionista privato. Tuttavia la raccolta archeologica, pur essendo stata denunciata alla competente Soprintendenza dagli originari proprietari, non aveva mai ottenuto la dichiarazione di legittimità di possesso. Le indagini hanno infatti acclarato l’illecita provenienza della stessa che, a fronte di una prima denuncia di possesso presentata nel 1993 nel numero di 41 reperti in piatti e vasellame, di fatto veniva incrementata fino a 103 pezzi formalmente e fisicamente ceduti alla Banca Popolare di Bari.
L’intera collezione, quindi, essendo interamente appartenente al patrimonio dello Stato Italiano, non essendo mai stata dimostrata la legittima detenzione in data antecedente al 1909 (Legge 364/1909), veniva sequestrata preventivamente su decreto del G.I.P. di Bari.
In data 14 settembre 2022 nel corso di una cerimonia questo Nucleo restituiva alla Chiesa di San Giovanni Battista in Casanova del Comune di Leonessa (RI) quattro preziose reliquie consistenti in un frammento della mangiatoia che fu la culla di Gesù Cristo, un frammento del mantello di San Giuseppe sposo, una porzione della cintura in cuoio di San Francesco D’Assisi e un frammento di pelle di San Carlo Borromeo, rubati dalla stessa Chiesa il 4 febbraio 1994 e recuperate da personale di questo Nucleo nel 2002 a seguito di una perquisizione eseguita in Perugia presso l’abitazione di un antiquario del posto.
Arriva l’estate e puntualmente il MAT - Museo dell’Alto Tavoliere del Comune di San Severo dedica ai più piccoli, i bambini dai 5 ai 10 anni, una serie di laboratori ludico-didattici gratuiti.
“L’iniziativa del nostro Museo denominata “Un’Estate da MAT” consiste – dichiara il Sindaco Francesco Miglio che segue direttamente la delega ai Servizi Museali - in una serie di divertenti laboratori dedicati ai bambini dai 5 ai 10 anni, che si svolgeranno il martedì e il giovedì di ogni settimana del mese di luglio. Si tratta di laboratori in grado di venire incontro alle esigenze più diverse di ogni nostro giovanissimo e delle loro famiglie. Una maniera intelligente e formativa di trascorrere le giornate di luglio a conclusione dell’anno scolastico”.
Nello specifico, di seguito la tipologia e le date di ogni laboratorio proposto:
OCRA LOCA
Martedì 4 luglio, ore 10.00-12.00 - Giovedì 6 luglio, ore 10.00-12.00
Le pitture rupestri costituirono la prima forma d’arte e di pittura della civiltà umana. Gli uomini primitivi la utilizzavano per la rappresentazione di scene di vita quotidiana, come le battute di caccia, momenti conviviali attorno al fuoco o figure zoomorfe come buono auspicio. In questo laboratorio attraverso la tecnica degli acquerelli i bambini realizzeranno la propria pittura parietale.
NEOART
Martedì 11 luglio, ore 10.00-12.00 - Giovedì 13 luglio, ore 10.00-12.00
I Dauni utilizzavano la ceramica per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano come le olle, l’orcio e le anfore. Gli uomini non solo rendevano questi utensili funzionali ma sentivano già la necessità di decorarli e renderli esteticamente belli. Le decorazioni più frequenti erano quelle geometriche. Attraverso la tecnica del colombino i bambini ripercorreranno l’esperienza della creazione di vasetti e altri reperti degli antichi dauni.
A TUTTO GRAFFIO
Martedì 18 luglio, ore 10.00-12.00 - Giovedì 20 luglio, ore 10.00-12.00
La tecnica dell'incisione a graffito è già testimoniata dalle incisioni rupestri preistoriche del Paleolitico e del Neolitico, che rappresentano la prima forma d’arte della storia dell’umanità, sin dall’epoca dell’homo sapiens. In questo laboratorio i bambini si cimenteranno nella creazione di pitture rupestri come dei veri uomini preistorici, realizzando graffiti con l’ausilio dei pastelli a cera.
UNO, DIECI, CENTO JAC!
Martedì 25 luglio, ore 10.00-12.00 - Giovedì 27 luglio, ore 10.00-12.00
Nel centenario della nascita del geniale fumettista Benito Jacovitti, il MAT propone un laboratorio finalizzato alla conoscenza dell’autore e del più celebre dei suoi personaggi, Cocco Bill. I bambini conosceranno e disegneranno il magico mondo di Jac, fatto di personaggi fantastici e storie surreali!
Le prenotazioni sono aperte dalle ore 8.30 di domani, mercoledì 28 giugno. I bambini potranno partecipare fino ad un massimo di due diversi laboratori. Ogni adulto potrà prenotare per un solo bambino o per due, se la prenotazione è destinata a due fratelli. È possibile prenotare la partecipazione ai laboratori contattando esclusivamente il numero telefonico 0882.339611 (segreteria MAT), dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.30 e 17.30-20.30; il sabato, ore 18.00-21.00; domenica, ore 10.30-13.30 e 18.00- 21.00.
Per informazioni: MAT - Museo dell’Alto Tavoliere del Comune di San Severo. Piazza san Francesco, 48 San Severo (FG). Tel. 0882.339611
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’artista inglese forse più conosciuto al mondo, il precursore delle visioni creative di un’intera generazione, il talento più rappresentativo della street art internazionale è il protagonista della mostra Banksy a Vieste che, dal 13 maggio al 17 settembre 2023, permetterà al pubblico di ammirare alcune tra le opere più rappresentative degli ultimi decenni, conosciute ovunque per la loro carica dirompente e per i loro messaggi trasversali, politici e sociali, capaci di interpretare con i tratti veloci e intuitivi della street art la realtà complessa dei nostri tempi.
Promossa dal Comune di Vieste e prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con Giuseppe Benvenuto e con il Polo Culturale di Vieste, la mostra proporrà al pubblico una ricca selezione di serigrafie in esposizione per quattro mesi al Museo Civico Archeologico Michele Petrone. Tra le opere alcune vere e proprie immagini simbolo della produzione dell’artista britannico: tra queste una particolarissima versione di Love is in the Air (Flower Thrower), l’ormai famosissimo “lanciatore di fiori” che riproduce in un vero e proprio trittico di ispirazione classica un giovane che lancia un mazzo di fiori, simbolo di una rivoluzione antimilitarista che capovolge il senso comune della guerriglia urbana. Il lanciatore di fiori, che appare per la prima volta nel 2003 come stencil non commissionato a Gerusalemme sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank, è il protagonista dell’opera scelta come simbolo della mostra pugliese: una composizione di tre serigrafie realizzate da Banksy nel 2019, ognuna di loro esposta con la sua cornice originale. Un’opera che raramente si incontra nelle mostre dedicate all’artista inglese e che MetaMorfosi Eventi porta per la prima volta in esposizione per il pubblico pugliese.
L’esposizione tratta per la prima volta Banksy come se fosse un grande artista classico. Grazie ad una collezione di pezzi originali e autenticati gli spettatori possono addentrarsi nell’immaginario artistico di un autore che ormai da oltre un ventennio attraversa la scena culturale mondiale e che ha scelto anche gli attuali scenari di guerra come palcoscenico per i suoi messaggi artistici, mostrando ancora una volta la sua capacità di stare in mezzo al presente.
Oltre a Love is in the Air (Flower Thrower) sono esposte alcune tra le opere più iconiche dell’artista. Tra queste Girl with Balloon, la “bambina con il palloncino”, forse l’immagine più popolare di Banksy, e infatti votata in un sondaggio del 2017 come l’opera più amata dai britannici, che Banksy dipinge per la prima volta nel 2002 come stencil su un muro londinese a lato di un ponte della zona di Southbank e che l’artista “firma” con un breve testo: “C’è sempre una speranza”. Accanto Girl with balloon, in mostra anche Bomb Hugger, più conosciuta come Bomb Love cioè Colei che abbraccia la bomba, che, sebbene del 2003, è un’immagine attualissima: su uno sfondo rosa pop, infatti, una bambina abbraccia una bomba come se stesse abbracciando un orsacchiotto. L’artista realizzò l’opera pensando alla guerra in Iraq e al modo di raccontarla di governanti e media allo scopo di giustificare l’attacco, cioè una guerra per “esportare la democrazia”. Riprodotta in vari formati, l’immagine è apparsa sui muri di città europee tra cui Berlino, realizzata a stencil ma anche su cartelli distribuiti al pubblico in occasione delle proteste antimilitariste, ed è stata pubblicata in 750 copie serigrafiche da Pictures On Walls, proprio durante le manifestazioni in Gran Bretagna per criticare l’intervento congiunto con gli USA contro l’Iraq. In esposizione anche l’iconica serie composta da tre giganteschi topi: Love Rat, Get Out While You Can e Gangsta Rat, tutti del 2004. I topi, che nell’immaginario dell’artista condividono con gli street artist una condizione marginale nella società, sono tra i soggetti più rappresentati da Banksy che su di loro scrive: «Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure, sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà».
«Questa è solo una parte delle tante iniziative culturali che stiamo preparando per la città, in questo 2023 che segnerà l’ulteriore rilancio di Vieste ormai meta internazionale non solo per il turismo balneare. Una grande opportunità per guardare con fiducia al futuro e rilanciare il tessuto economico attraverso l’arte e la cultura – commenta il Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti. - L’arte di Banksy è un capolavoro di comunicazione. E le sue opere sono messaggi puri che vuole fare arrivare a un pubblico più vasto possibile, nella maniera più diretta e comprensibile. Ospitare le opere di Banksy nel favoloso Museo Petrone di Vieste affacciato sul porto, è per noi tutti un motivo d’orgoglio. Ai turisti e ai residenti non solo di Vieste dico semplicemente di non perdere l’occasione di vedere questa mostra che omaggia uno dei talenti più originali del nostro tempo».
«Rivoluzionaria, ironica, provocatoria: l’arte di Banksy arriva a Vieste e rappresenterà il valore aggiunto dell’estate culturale del comune garganico - aggiunge Graziamaria Starace, Assessore alla Cultura Città di Vieste, Un 'fantasma', come qualcuno lo ha definito, capace di far parlare solo le opere e il suo attivismo creativo. Un’arte senza volto, che negli anni si è fatta denuncia, critica politica all’impero globale del consumismo, della discriminazione, dei conflitti, della precarietà, della fatica del vivere. Il Comune di Vieste promuove, incoraggia e sostiene convintamente eventi come questo. Crediamo che attraverso l’arte si possano piantare semi preziosi per la crescita della società e sviluppare modelli di economia intelligente. La mostra dell’artista conosciuto come Banksy, dal titolo “Banksy a Vieste”, si terrà dalla seconda settimana di maggio alla fine di settembre, presso le sale superiori del Museo Archeologico della città. In mostra saranno esposte quaranta opere originali e certificate dell’artista, con un corredo di una ventina di grandi riproduzioni di opere realizzate sui muri e di un’articolata didattica di mostra”.
«Da quando MetaMorfosi Eventi ha deciso di produrre e organizzare mostre su Banksy, abbiamo voluto che l’artista potesse essere scoperto, valutato e apprezzato per la sua produzione come se si trattasse di un artista classico - - spiega Pietro Folena presidente di MetaMorfosi Eventi che produce e organizza l’evento in collaborazione con Giuseppe Benvenuto. – Dopo le tante esposizioni organizzate su Michelangelo, Leonardo e Raffaello in tutto il mondo, infatti, ci sembrava doveroso contribuire all’approfondimento di un nuovo precursore dei fermenti artisti contemporanei. E come questi grandissimi e inimitabili artisti classici sono stati precursori dei loro tempi, Banksy ha mostrato in questi anni di sapersi porre come innovatore e interprete dei nostri complicatissimi anni. Per questo la mostra vuole offrire gli strumenti per capire come ogni sua opera sia il risultato di una riflessione e di un’interpretazione della realtà, oltre che una splendida realizzazione artistica».
«La mostra di Banksy a Vieste," - commenta Giuseppe Benvenuto - "nasce da una fattiva collaborazione con l’Amministrazione locale, in particolare, con l’Assessora alla Cultura Graziamaria Starace, che per la prima volta nella storia di Capitanata, realizza una mostra d’arte contemporanea di spessore internazionale. Con questo progetto, grazie alla importante ideazione e collaborazione di MetaMorfosi Eventi, si realizza l’obbiettivo di educare e sensibilizzare gli amministratori di Capitanata, nello sviluppare finalmente iniziative che possano divenire uno straordinario collante turistico/culturale».
BANKSY A VIESTE
13 maggio - 17 settembre 2023
Museo Civico Archeologico Michele Petrone
Piazzetta Cappuccini
Lungomare Amerigo Vespucci
Vieste
Orari della mostra:
maggio
Venerdì, sabato e domenica 17.30-20.30
Domenica anche 11.00-13.00
giugno
Dal martedì alla domenica 18.00-22.00
luglio – agosto
Dal martedì alla domenica 18.30-23.30
settembre
Dal martedì alla domenica 18.00-22.00
Costo dei biglietti:
- Intero: 10 euro = mostra + visita guidata al Museo Archeologico
- Ridotto*: 8 euro
- Ridotto Residenti**: 5 euro
* Ridotto: per Over 65, giovani dai 12 ai 18 anni, docenti scolastici, studenti universitari e gruppi.
** Ridotto Residenti: per i residenti nel Comune di Vieste.
Gratuito:
- per i bambini fino ai 12 anni non compiuti;
- per i portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza sociosanitaria;
- per le guide turistiche nell'esercizio della propria attività professionale, mediante l'esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità, anche per visite propedeutiche all'accoglimento di singoli o gruppi (l'ingresso gratuito è quindi esteso a tutte le occasioni legate all'attività professionale, comprese quelle di carattere formativo);
- per i giornalisti solo previo accredito in funzione della redazione di articoli sulla mostra.
Prenotazione gruppi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prevendita: maggiorazione di 1 euro sul costo del biglietto per chi lo acquista online.
La mostra, promossa da Città Metropolitana di Firenze e Comune di Firenze, organizzata da MUS.E – a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, è la prima monografica dedicata all’artista americana all’interno di istituzioni museali italiane.
“Ancora una volta Firenze diventa ‘pioniera’ del contemporaneo, con la prima monografica in ambito museale in Italia di Rachel Feinstein, una delle figure più innovative e interessanti della scena attuale. – evidenzia la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – Questo progetto espositivo mette a confronto i lavori di questa straordinaria artista con le collezioni già presenti nei tre luoghi che li andranno ad ospitare, costruendo un dialogo ideale e innovativo tra autori diversi. Significativo poi andare a valorizzare in questi contesti una voce femminile di prim’ordine dell’arte dei giorni nostri”.
"Rachel Feinstein ha elaborato una sintesi originale tra personaggi rinascimentali, architettura dai tratti neoclassici, così come è caratteristico in importanti località statunitensi, veicoli della contemporaneità” dichiara Letizia Perini, consigliera della Città Metropolitana di Firenze delegata alla Cultura. “Questo dialogo che si esprime all'interno delle sue opere, sia pittoriche che nelle sculture, viene a concretizzarsi direttamente in Palazzo Medici Riccardi tra le opere e gli ambienti da lei richiamati.
I suoi specchi si riflettono significativamente negli spazi del percorso museale, così come le sue statue si collocano quasi naturalmente in quelli aperti della Limonaia”.
“Anni fa, prima della pandemia, ho percorso le sale del Museo Stefano Bardini insieme a Rachel Feinstein, artista che ammiro da tempo” afferma Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. “La sua concentrazione e il suo entusiasmo di fronte alle opere presenti nella straordinaria collezione del Museo Stefano Bardini, mi hanno fatto capire quanto bisogno abbiamo dello sguardo di un artista per rigenerare la nostra percezione del patrimonio, che troppe volte consideriamo come mero oggetto del passato. Invece, proprio grazie all’arte contemporanea, questi manufatti tornano a essere cose vive, presenti, che dialogano con noi e ancora oggi ci ispirano. E Rachel è un artista che riesce a stare dentro alle avanguardie, al modernismo, ma al tempo stesso non è ideologicamente e formalmente chiusa a un confronto generoso con la tradizione iconografica del passato. In questo senso, la mostra instaura una sorta di osmosi e dialettica con ognuno dei tre musei, cogliendo in ciascuno di essi qualcosa di peculiare e risvegliando in noi interessi sopiti e meno approfonditi: la linea anticlassica del rinascimento e del manierismo al Museo Bardini; l’influenza della scultura primitiva e policroma al Museo Marino Marini; il sofisticato e fantastico mondo rococò a Palazzo Medici Riccardi. Così continua il viaggio fuori dalle mura delle ex Leopoldine del Museo Novecento”.
[Rachel Feinstein in Florence, installation views of the exhibition, Museo Marino Marini, Florence. Ph. credits Ela Bialkowska OKNO STUDIO. Courtesy Museo Novecento Firenze]
Rachel Feinstein (Fort Defiance, Arizona, 1971) è tra le artiste contemporanee più interessanti del panorama internazionale. I suoi lavori, che spaziano dalla scultura alla pittura, hanno una dimensione onirica che trae ispirazione tanto dall’arte classica e dalla pittura rinascimentale quanto dalle favole moderne e dai cartoons. “Sono sempre stata interessata a rappresentare un mondo fiabesco, per poi mostrare che quel tipo di narrazione è completamente costruita” ha dichiarato l’artista. “Ci sono sempre messaggi oscuri nascosti dietro la bellezza, e l'atto di scolpire significa ascoltare quella voce interiore che ti avverte che qualcosa si nasconde sotto la superficie”. Nelle sue opere, infatti, il mondo immaginifico del fantasy si fonde con riferimenti all’arte medievale e moderna, al barocco e al rococò, all’iconografia religiosa e alla letteratura. In questo modo i riferimenti al sacro si intrecciano al profano, il romanticismo al pittoresco e il sobrio al kitsch, divenendo la cifra stilistica di un linguaggio unico nel suo genere che affonda le sue radici tanto nella rilettura delle espressioni artistiche del passato quanto nella lezione delle avanguardie storiche, una tra tutte il surrealismo.
I curatori hanno scelto di mettere in dialogo le opere di Rachel Feinstein con le collezioni del Museo Stefano Bardini, di Palazzo Medici Riccardi e del Museo Marino Marini, inaugurando così un dialogo serrato tra i capolavori custoditi all’interno di questi luoghi e le opere realizzate dall’artista americana: “Sono molto entusiasta di esporre a Firenze perché Donatello è il mio riferimento assoluto” ha dichiarato Feinstein. Vengono quindi presentate una serie di opere pittoriche e scultoree, alcune di esse di nuova produzione, che guardano alla tradizione gotica e rinascimentale, a quella fiorentina e nordica e traggono ispirazione dalle collezioni dei tre musei, giocando sul confronto generoso e aperto con capolavori dei maestri del passato da Donatello a Michelozzo, fino alle sculture di Marino Marini.
Accanto ai capolavori del Museo Stefano Bardini, sede della collezione dell’omonimo antiquario e connoisseur che tra i suoi tesori conserva opere di Donatello, Della Robbia, Tino da Camaino, Tintoretto e molti altri, sono esposti alcuni lavori che riflettono sulla figura femminile o sono ispirati a santi e icone, parte dell’indagine dell’artista sul consumo delle immagini religiose. Queste figure, all’apparenza scolpite a bassorilievo su legno, paiono ispirarsi tanto alle madonne della tradizione fiamminga quanto a quelle donatelliane esposte proprio all’interno del museo. “Come un artefice del Cinquecento, eccentrica e manierista, Feinstein è in grado di cogliere la relazione tra Donatello e gli artisti del Rinascimento nordico, quali ad esempio Baldung Grien, Gregor Erhart o Tilman Riemenshneider” spiega Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento e curatore della mostra. “Un tipo di abbinamento che fecero anche artisti come Pontormo o Rosso Fiorentino. E come quegli artisti eretici anche la Fenstein prende di mira le strutture ideologiche che ingabbiano la sensibilità e la passione, il corpo e lo spirito”. Partendo da disegni a carboncino che riproducono i dettagli di alcune sculture, Feinstein sviluppa pastelli in scala reale su pannelli di legno, per poi dipingere le immagini su superfici specchiate, rappresentando queste figure sia singolarmente che in gruppo. Gli occhi non vengono appositamente dipinti, evocando così l'inquietante sensazione di diventare un tutt'uno con lo sguardo dello spettatore, lasciando lo spazio per l’empatia e l’identificazione.
A Palazzo Medici Riccardi, luogo simbolo della dimora principesca rinascimentale e sede della prima residenza della famiglia Medici, gli ambienti del giardino e delle sale accolgono alcune sculture in ceramica e una serie di dipinti che ben dialogano con la dimensione artistica tardobarocca del museo, legata al gusto dei Riccardi e agli artisti dell’epoca, tra cui Luca Giordano. Fiore all’occhiello dell'edificio, il giardino mediceo - un tempo luogo di ritrovo, svago e centro pulsante della vita di palazzo - vede allestite quattro sculture in maiolica di Rachel Feinstein che richiamano alla mente atmosfere rococò che ci calano nella dimensione cortigiana di una vita fatta di sfarzi, banchetti e conversazioni cortesi.
Nelle sale degli appartamenti medicei, invece, una serie di dipinti su supporto specchiante raffigurano sontuose ville immerse in rigogliosi giardini dove uomini e donne conversano amabilmente. All’interno di questi paesaggi l’artista accosta elementi molto distanti fra loro, come architetture moderne ispirate a ville lussuose della West Coast, dame e cavalieri in abiti medievali, cortigiane e macchine sportive. Di fronte a questo spettacolo, lo spettatore prova un senso di straniamento e finisce per essere trasportato in una dimensione onirica. Questo ambiente, quasi immersivo, evidenzia ulteriormente gli effetti distorsivi del desiderio legato al consumo che l'artista intende evocare. Tra questi paesaggi si inseriscono anche due ritratti di signora dal sapore rococò, come testimoniano le grandi capigliature, gli abiti e le pose che suscitano al contempo un senso di meraviglia e di grottesca anacronia.
Nella cripta del Museo Marino Marini vengono presentate alcune sculture che testimoniano l’intensa sperimentazione anche materica di Rachel Feinstein, poste in dialogo diretto con i capolavori dello scultore toscano. All’interno del suggestivo allestimento museale in cui si alternano cavalli e cavalieri, figure femminili di danzatrici e le celebri Pomone – figure mitiche e archetipiche che incarnano un ideale di femminilità ripreso dall’iconografia della dea della fertilità etrusca – si inserisce una serie di sculture policrome dalla femminilità dirompente e dalla bellezza grottesca, quasi disturbante, a tratti pasticciata. Gli Angels sono ispirati alle omonime modelle del famoso marchio americano di lingerie, Victoria's Secrets, e appaiono come sacerdotesse di un nuovo canone di bellezza. In luogo delle forme ideali delle figure classiche o delle linee altrettanto irraggiungibili dei corpi da passerella, l'artista presenta nuovi angeli che cannibalizzano le nozioni di bellezza convenzionale attraverso un linguaggio plastico esuberante e potente. Fanno da compendio a queste opere due sculture in maiolica, che nelle forme sinuose ricordano architetture tardobarocche, e una Danzatrice in gesso di Marino Marini. Al carattere primitivo e quasi tribale di quest’ultima, caratterizzata da segni policromi, sembrano guardare i corpi dipinti, materici e colorati, delle figure di Feinstein.
In un dialogo serrato con gli spazi dei tre musei, da sempre deputati alla celebrazione e alla memoria del poter maschile, esercitato nei secoli ed evocato nella magnificenza delle opere del passato, le opere di Rachel Feinstein creano una rottura senza precedenti. La loro carica espressiva rompe l’equilibrio delle forme, portando a riflettere su temi come il pathos e l’eros attraverso la rappresentazione del corpo femminile e l’impudente confronto tra spiritualità e desiderio.
La mostra è accompagnata dalla terza puntata del podcast di Letizia Fuochi Labirinto900. L’episodio è intitolato Rachel Feinstein - La perturbante esperienza della visione ed è ascoltabile su Spreaker.
Un ringraziamento speciale a Palazzo Tornabuoni, Firenze.
Main sponsor Gucci.
Via dei Renai 37, Firenze
cultura.comune.fi.it/musei
Tel. +39 055 2342427
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ORARI:
Venerdì / Sabato / Domenica / Lunedì
11:00 – 17:00
(Ultimo ingresso ore 16:00)
PALAZZO MEDICI RICCARDI
Via Cavour 3, Firenze
palazzomediciriccardi.it
Tel. +39 055 2760552
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ORARI:
Tutti i giorni
9:00 – 19:00
(Ultimo ingresso 18:00)
Chiuso il mercoledì
MUSEO MARINO MARINI
Piazza San Pancrazio
museomarinomarini.it
Tel. +39 055 219432
prenotazioni@
ORARI:
Sabato / Domenica / Lunedì
10:00 – 19:00
(ultimo ingresso ore 18:00)
Martedì / Mercoledì / Giovedì / Venerdì
il Museo è aperto su richiesta e con prenotazione anticipata per singoli, gruppi privati e gruppi scolastici.
Dopo la fortunata mostra didattica “La funzione Pazienza. Un archivio in mostra” della scorsa estate, continuano al MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo le iniziative dedicate al poliedrico e geniale artista Andrea Pazienza.
Lunedì 19 Giugno, a partire dalle ore 20.00, nella splendida cornice del Chiostro del MAT sarà presentato al pubblico il volume “Amo… Andrea Pazienza e l’Arte” di Serenella Russo, il primo progetto dell’Associazione Nuvole Sotterranee, in coproduzione con la Muscles Edizioni Underground di Agropoli (SA). Ingresso gratuito.
Si tratta di un saggio che, prendendo le mosse dal testo “Amo” di Andrea Pazienza, si propone di indagare il rapporto tra l’artista pugliese con la Storia dell’Arte. Andrea Pazienza, durante tutta la sua formazione e carriera artistica è stato continuamente ispirato da svariate forme e ricerche artistiche e da queste ha tratto gli elementi che hanno reso il suo ‘polistilismo’ unico e irripetibile. Si è volutamente lasciato influenzare da vari movimenti artistici attuando un processo di sintesi straordinario, che si esplica in un percorso di eccezionale capacità creativa.
Questo testo, nato all’indomani della collaborazione dell’autrice Serenella Russo con il MAT Museo dell’Alto Tavoliere, all’interno del quale ha svolto nel 2021-2022 il progetto di Servizio Civile Universale “Museum for equality” collaborando alla realizzazione della mostra “La funzione Pazienza. Un archivio in mostra” e alle conferenze “Le influenze artistiche di Paz” e “Ama il tuo ritmo. La performance nell’arte e nella vita di Andrea Pazienza”, intende essere una guida verso il processo di sintesi dell’Artista mettendo in evidenza nomi e movimenti artistici elencati nel testo “Amo”, come una sorta di pista cifrata che accompagna il lettore verso la scoperta dell’Arte di Paz.
Nata a Foggia nel 1994, Serenella Russo si è laureata in “Beni Culturali” presso l’Università degli Studi di Parma e ha conseguito la laurea magistrale in “Antropologia Culturale” presso l’Università degli Studi della Basilicata. Attualmente frequenta un master in “Museologia, museografia e gestione dei Beni Culturali” presso l’Università Cattolica di Milano ed è membro attivo del Muvart, progetto per la valorizzazione del museo civico di Torremaggiore (FG).
La serata sarà aperta dai saluti del Sindaco del Comune di San Severo, avv. Francesco Miglio, e dalla presentazione della dott.ssa Elena Antonacci, direttore del MAT.
Al talk, che sarà moderato da Antonello Vigliaroli, dipendente del museo e responsabile di SPLASH Archivio Bibliografico ‘Andrea Pazienza’, sezione del MAT dedicata a Paz, prenderà parte anche Michele Mordente, responsabile della Muscles Underground Edizioni che da anni pubblica interessanti libri, saggi e fanzine sul mondo del Fumetto. Durante l’incontro saranno proiettati interessanti video e immagini riguardanti Pazienza e il suo rapporto con il mondo dell’Arte.