Lo scorso 27 aprile si è conclusa la prima parte del progetto espositivo presso lo studio d’arte di Katia Berlantini, con gli artisti e le artiste del collettivo foggiano che hanno dato vita all’iniziativa.
“Dove sono-Dove sei” così giunge al secondo appuntamento e vedrà ora come protagonisti gli artisti Michele Lella, Nelly Maffia, Michele Carmellino, Guido Pensato, Rosalba Casmiro, Piero Ricucci e Salvatore Lovaglio.
Gli interventi e le installazioni si potranno visitare dal 6 al 10 maggio 2023, dalle ore 18:30 alle 20:30, presso lo studio d’Arte di Michele Lella, in piazza F. Turati 5, a Foggia.
Un progetto, nato da un’idea di Katia Berlantini, che invita a riflettere: “Dove sono-Dove sei. Il Dove rimanda ad un luogo simbolico più che a un luogo fisico. Quel luogo nel quale, qui e ora, attraverso la nostra arte, ritroviamo noi stesse-i ma anche l’altro. Un luogo del sentire e un luogo di pensiero”. Tra le attestazioni di plauso all’iniziativa ci piace altresì condividere le riflessioni dello scrittore Antonio Scotellaro il quale, a proposito dell’incontro con l’altro, scrive: ”Luoghi di alienazione. Luoghi di irrazionalità. Luoghi di socialità al limite della patologica inerzia del vivere tra pensiero unico e l’io egoicobellico. Tornare in presenza. Essere presenti e riconoscersi. Preferendo i terremoti dell’anima ai rapporti remoti in formaldeide”.
nota a cura FCdA, CUNSTA e SISCA.
«La Federazione e le Consulte firmatarie intendono esprimere disappunto e preoccupazione a proposito di un recente decreto del Ministro della Cultura (DM 11 Aprile 2023, n. 161) che attenta all’art. 9 della Costituzione e alla libertà di ricerca, espressione e iniziativa economica in campo culturale sottoponendo a tariffa le pubblicazioni editoriali scientifiche. Il decreto, reso noto l’11 aprile 2023, ha definito un tariffario generale nel quale sono stati fissati gli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi di concessione e per la riproduzione dei beni culturali statali.
Il documento, redatto evidentemente in modo frettoloso, appare piuttosto confuso e di cattiva leggibilità: il complesso e astruso sistema di calcolo per la tariffazione rischia infatti di mettere a dura prova qualsiasi utente che dovrà osservarlo o funzionario ministeriale che dovrà applicarlo, senza peraltro chiarire se il sistema di tariffazione proposto si applichi anche alle riproduzioni già disponibili per l’utente, ad esempio a seguito di download dal sito web o di ripresa con mezzo proprio.
Il decreto colpisce direttamente la ricerca perché generalizza l’applicazione di tariffe sulla pubblicazione di immagini di beni culturali in qualsiasi prodotto editoriale. Con un salto indietro di oltre trent’anni, in un sol colpo viene calpestato il DM 8 aprile 1994, che aveva stabilito la gratuità per la pubblicazione in tutti i periodici e nelle monografie entro i 70 euro e 2000 copie di tiratura, e vengono azzerate le Linee guida per l'acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale, pubblicate la scorsa estate dalla Digital Library del Ministero della Cultura, pur affermando di tenerne conto. Il documento della Digital Library, a differenza del decreto unilaterale in esame, era stato il frutto di oltre un anno di lavoro interno al ministero e di consultazioni pubbliche, proprio in occasione delle quali la Federazione delle consulte universitarie di archeologia, in una nota del 6 giugno 2022, aveva avuto modo di apprezzare la principale novità del documento della Digital Library, vale a dire la previsione di gratuità per la pubblicazione di immagini di beni culturali statali in qualunque prodotto editoriale, indipendentemente dalla tipologia, dalla tiratura o dal relativo prezzo di copertina. Al danno che questo decreto rappresenta per i ricercatori, si aggiunge pertanto la beffa nei confronti di tutti coloro ai quali era stata annunciata, qualche mese prima, la gratuità per qualsiasi utilizzo editoriale.
Ma, soprattutto, la Federazione intende contestare il principio affermato nell’atto di indirizzo del ministro, criticato da ICOM Italia e pervicacemente ribadito nelle premesse al decreto, ovvero quello dell’ossessiva ricerca di redditività dal patrimonio culturale. Questa politica miope, che vede nel patrimonio culturale solo un limone da spremere nell’intenzione di ridurre il disavanzo pubblico (come se fosse questa la mission principale del Ministero della Cultura), finisce per ripercuotersi contro chi studia e valorizza il patrimonio culturale e contro lo stesso ministero il quale, moltiplicando controlli, balzelli e autorizzazioni, si trova - e si troverà sempre di più – a sopportare oneri ben maggiori degli introiti derivanti dai canoni di concessione. È questo, ci chiediamo, ciò che auspica il Ministro della Cultura?
Eppure le associazioni dei professionisti dei beni culturali e molti studiosi, tra cui numerosi accademici dei Lincei, da anni fanno ripetutamente appello, inascoltati, ai principi della Convenzione di Faro per sottolineare l’esigenza di favorire le condizioni per la più ampia riutilizzabilità di dati e immagini del nostro patrimonio culturale, in una logica di Open Access che individua nel libero riuso uno strumento fondamentale per incentivare non solo la ricerca, ma anche l’editoria, l’imprenditoria culturale e creativa, il design e tutti quei settori del Made in Italy che questo governo pure afferma di voler promuovere, al massimo grado, in tutto il mondo.
Tassare ricerca e innovazione significa, inevitabilmente, introdurre inutili barriere e mortificare una moltitudine di iniziative che il ministero dovrebbe - all’opposto - incoraggiare attivamente mettendo chiunque nelle condizioni di poter riutilizzare, allo stesso modo, le immagini di beni culturali che gli appartengono. L’autorizzazione all’uso commerciale - cui viene assimilata l’editoria scientifica - viene inoltre giustificata in base a presunte esigenze di “tutela del decoro”, avallando così vere e proprie forme di “censura preventiva” proprie di uno Stato etico più che di uno Stato laico e democratico quale dovrebbe essere oggi l’Italia. Non senza incorrere, tra l’altro, in clamorosi paradossi: accade infatti che il governo si trovi oggi a spendere milioni di euro per progettare una campagna di promozione turistica del nostro Paese che ripropone l’immagine della Venere di Botticelli in pastiche di dubbio gusto, permettendo così al Ministero del Turismo di divulgare ciò che vieterebbe a qualunque altro cittadino in base al Decreto Ministeriale in esame.
Le consulte firmatarie chiedono, pertanto, al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano il ritiro immediato del decreto e la riformulazione del tariffario in coerenza con i contenuti già espressi nel Piano Nazionale Digitalizzazione e con la più volte richiesta adozione generalizzata di licenze Open Access da parte di musei, archivi e biblioteche.
Chiedono inoltre un urgente incontro per discutere di questa e varie altre questioni relative alla libertà della ricerca sul patrimonio culturale e alla auspicabile maggiore collaborazione tra MUR e MiC, anche alla luce del protocollo sottoscritto del dicembre del 2020».
- La Giunta della Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia (Consulte di: Preistoria e protostoria; Archeologia del mondo classico; Archeologie Postclassiche; Archeologia dell’Italia preromana; Numismatica; Studi sull'Asia e sull'Africa; Antropologia).
- CUNSTA – Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte
- SISCA - Società Italiana di Storia della Critica d’Arte.
Intrecciano fili, storie, vissuti. Intrecciano anche relazioni, conoscenze, bagagli culturali, amicizie. Intrecciano un sogno, quello di realizzare una serie di abiti, partendo da capi usati e cestinati, modificati con la tecnica del macramè. E’ il loro modo per accendere un riflettore sul consumismo, legato in questo caso a capi d’abbigliamento prodotti e destinati alla grande distribuzione low cost, dove si sfruttano persone, si inquina, si calpestano i diritti. Per questo, il “Laboratorio Migramah – Body experience” è qualcosa che va oltre un semplice progetto. E’ un percorso umano e sociale che dà modo d un gruppo di donne di trascorrere delle ore insieme, di conoscersi, di produrre una serie di abiti in macramè, antica tecnica di ricamo, completamente manuale, i cui nodi diventano metafora di un intreccio culturale.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Rapsovive collettivo che nasce dall’intesa di tre artiste foggiane Wanda Giannini, Gaia Scervini e Marta Crucinio - e le beneficiarie accolte nel progetto SAI – Sistema di Accoglienza ed Integrazione - promosso dal Comune di Candela “Vulnerabili” e gestito dalla cooperativa sociale Medtraining del consorzio Oltre in un’area di Villa Torre Bianca. L’iniziativa dà continuità e si intreccia col percorso di sartoria solidale che le beneficiarie seguono con Pina Suriano per imparare tutte le tecniche di filato utili alla produzione di borse, tappeti ed altri piccoli lavori. «Si è creata una bella atmosfera con le beneficiarie che seguono il progetto – spiegano dal collettivo - . C’è tanta collaborazione ed entusiasmo e si nota che l’iniziativa sta producendo benessere soprattutto nelle donne che partecipano in questo percorso». Del resto, lavorare il filo diventa la metafora ideale per chi cerca di riannodare i fili della propria vita, specialmente perché costretta a lasciare il proprio Paese a causa di violenze, guerre, miserie, persecuzioni. Un modo per sfoderare creatività, fantasia ed abilità manuali. Tutte competenze che possono essere utili anche nel mercato del lavoro. Una bella occasione per imparare tecniche nuove e per favorire piccoli momenti di socialità.
Al termine del progetto, dunque, le opere realizzate da Rapsovive in collaborazione con le beneficiarie del progetto SAI di Medtraining diventeranno oggetto di esposizione per far conoscere quanto fatto. Intanto si intrecciano fili, relazioni, storie. Ed è la parte del viaggio che rende speciale questo progetto
23.04.2023 > 29.04.2023 | Italia – Foggia | Residenze Romano
Nel nuovissimo e ospitale “Residenze Romano”, a Foggia, in via Arpi, 68, nel cuore pullulante del caratteristico centro storico, dal 23 al 29 aprile 2023, il maestro d’arte Nunzio Lobasso esporrà “Texture2023”, le sue ultime nuove opere pittoriche.
L’esposizione è con Ingresso Libero, anticipato dal vernissage di domenica 23 aprile 2023, alle ore 18:30, cui saranno presenti l’artista Nunzio Lobasso, la prof.ssa Maddalena D’alonzo, docente di Storia dell’Arte al Liceo Artistico Perugini di Foggia, l’imprenditore Gianmichele Romano, titolare dell’omonimo Residenze che ospita la mostra, Vincenzo Baratta, curatore grafico e fotografo.
Una mostra, come definita dall’artista contemporaneo, prof. Dario Agrimi, che ha curato la presentazione e la critica, come “Nuove Tendenze”, accostando Lobasso al mondo della moda e del linguaggio visivo. «Come uno stilista, impegnato nella ricerca di un nuovo linguaggio che possa essere precursore di nuove mode e tendenze, Lobasso cambia pelle ai capolavori della storia dell’arte. Sveste e riveste le immagini che da secoli rappresentano il bello della pittura di sempre».
Opere policrome, che riprendono quadri di grandi artisti, riprodotte con lo stile della texture, elementi ripetuti più volte che, questo caso, formano il soggetto.
Nunzio Lobasso, così, come scrive il prof. Agrimi: «Dà una nuova identità attraverso un racconto grafico di sovrapposizione di segni e di ricerca maniacale della texture. Ciò che siamo abituati a vedere non sarà più lo stesso. È ciò che conosciamo bene, ma con un gusto diverso. Avrà un sapore che non ti aspetti. Osservando la sua opera è possibile riconoscere istantaneamente l’immagine nativa, ma è il dopo che induce a voli pindarici tra le pluralità cromatiche e segniche. Esaminando attentamente singolarmente ogni opera, è possibile individuare una nuova forma di alfabeto grafico, applicato ripetutamente individuando zone selezionate durante la fase progettuale. Dunque, un nuovo linguaggio, adoperato ad accomunare diverse opere di diversi artisti a un’unica cifra stilistica. L’artista veste i panni dell’alchimista, dello scienziato, cosciente del fatto che l’arte è l’unico luogo dove tutto è possibile e che sarebbe ingiusto porsi dei limiti in uno dei pochi posti dove non siano richiesti. Che le si guardi da lontano o le si guardi da vicino, le creazioni di Lobasso, portano tutte a una conclusione. “C’è da perderci la vista”».
Nunzio Lobasso “Maestro d’Arte” nasce a Foggia nel 1982, dove risiede ed opera attualmente. Ha iniziato il suo percorso professionale e artistico nel 1996 dall’Istituto d’Arte all’Accademia di Belle Arti a Foggia, che attualmente frequenta. Ha svolto numerose collettive, seminari artistici e anche qualche personale d’arte. Il tutto recensito da diversi critici d’arte Internazionali. Tra le ultime c’è “Texture”, inaugurata a Barlad, in Romania, nella suggestiva Galleria d’Arte N. N. Tonitza, riproposta a Foggia nell’iconica Creo Gallery, e presente in alcune collettive d'arte nelle città di Milano, Roma e Torre del Greco.
Successo per la prima edizione “I cavalli di Mosè”, della Fondazione Mosè La Cava, con l’affiche a cura di Giuseppe Petrilli e Andrea Petrillo. Una festa-evento con grande partecipazione di amici, artisti ed estimatori. Era ciò che avrebbe voluto Mosè. Tenere viva la memoria dell’artista lucerino e trasferirla alle nuove generazioni è un dovere della società.
È andato in scena domenica 16 aprile, nella corte di Palazzo Pascale-Cavalli a Lucera, “I cavalli di Mosè”, il primo evento organizzato dalla Fondazione Mosè La Cava per mantenere viva la memoria dell’artista lucerino scomparso due anni fa.
Una vera e propria festa - che ha registrato una grande partecipazione di amici, artisti, estimatori - ispirata allo stile di Mosé che era solito accogliere le persone nella sua casa-studio.
«La casa di Mosè era un po’ come la Factory di Warhol, un luogo dove ci si incontrava e nascevano le idee», ha raccontato il presidente della Fondazione Paolo Lops, che ha aggiunto: «Una delle ultime grandi cose che abbiamo organizzato a Foggia con Mosè è stato l’Affiche. Chiamammo quaranta artisti da tutta l’Italia che ci mandarono le immagini in digitale, le stampammo e le appiccicammo in tutta la casa, che divenne subito una galleria».
Partendo da questa esperienza, la Fondazione ha pensato di chiamare due artisti di Lucera, Giuseppe Petrilli e Andrea Petrillo, che hanno conosciuto Mosè e hanno collaborato con lui, chiedendo loro di fare un intervento sull’opera “I Cavalli”.
Perché “I Cavalli”? La scelta non è stata casuale. «I cavalli di Mosè appartengono al periodo in cui lui è vissuto a Venezia e si è ispirato ai Cavalli della Basilica di San Marco. Ci è sembrato giusto presentare la costituzione della Fondazione in suo nome proprio con un’affiche realizzata in un luogo che lo rappresentasse, che è appunto Palazzo Pascale-Cavalli. In questo palazzo con Mosè abbiamo curato dei restauri, dei decori; sotto la volta di questa corte c’è uno stemma che raffigura un cavallo», ha spiegato Paolo Lops.
E proprio sui cassettoni ai lati dello stemma sono state posizionate le affiche di Giuseppe Petrilli e Andrea Petrillo, che durante la serata hanno illustrato i loro interventi, tra aneddoti e racconti personali.
«Non ho voluto interpretare la sua opera ma ho pensato di dare una continuità, aggiungendo ai due cavalli di Mosè altri due. Sperando che questo galoppo sia infinito nel tempo e si moltiplichi per sempre», ha affermato Giuseppe Petrilli, ricordando il primo approccio con Mosé (quando gli presentò una cartellina di disegni per collaborare ad una rivista di fumetti e fu letteralmente bocciato), le prime mostre insieme e l’attività di action painting in uno storico locale del capoluogo.
«È stato il primo artista di Lucera ad avere una visione di arte internazionale», ha sottolineato Petrilli.
Mosè infatti pur amando la propria città e le sue tradizioni - lo dimostra anche l’impegno profuso per l’Associazione 5 Porte Storiche - ha sempre guardato oltre i confini territoriali.
L’intervento di Andrea Petrillo, invece, prende spunto dalle lunghe e appassionate chiacchierate con Mosè sui loro artisti di riferimento, fatte soprattutto durante la condivisione degli spazi di Palazzo Clearco Cavalli, dove Mosè sognava di creare una sorta di Bauhaus lucerino. «A me piacciono Caravaggio e il Barocco napoletano, a lui piacevano Rubens, Rembrandt, la pennellata di Velasquez. Così ho pensato di reinterpretare un’opera di Rubens che porta in gloria l’effige di una Madonna, portando in gloria la firma di Mosè», ha spiegato Andrea Petrillo.
Durante la serata è stato presentato il catalogo delle opere di Mosè - contenente i dipinti realizzati dall’artista nell’arco temporale che va dal 1992 al 2012 - che lui stesso aveva progettato e che la Fondazione ha voluto stampare con l’editore Claudio Grenzi. Il catalogo è disponibile online.
La Fondazione Mosè La Cava
Nata a luglio 2022, la Fondazione ha l’obiettivo di mettere in campo quello che Mosè - artista, restauratore, designer che si è occupato anche di scultura, incisioni, scenografia e tecniche multimediali, fino alla costruzione di strumenti musicali medievali - aveva in mente di fare, dando così continuità al suo progetto, alla sua idea di arte.
Lavorare sulla memoria per proiettare l’immagine di Mosè nel futuro, per permettere a tutti, soprattutto ai più giovani, di scoprirlo o riscoprirlo.
Per fare questo la Fondazione fa appello a tutti gli amici e i collezionisti che possiedono le sue opere, per censirle, autenticarle e catalogarle; allo stesso tempo metterà in campo laboratori rivolti a bambini e ragazzi in età scolare, per creare occasioni di promozione della cultura artistica e lavorare con le nuove leve, come Mosè amava fare.
“I cavalli di Mosè”, happening collaborativo e creativo ideato dalla Fondazione Mosè La Cava. Un’opera dell’artista sarà contaminata con un’affiche a cura di Giuseppe Petrilli e Andrea Petrillo. Domenica 16 aprile 2023 ore 18.30, Corte di Palazzo Pascale-Cavalli, Lucera via Amendola 55.
INGRESSO LIBERO
Fissare il ricordo di Mosè La Cava continuando a creare, a pensare e ad immaginare. È la finalità dell’happening “I cavalli di Mosè”.
Ideato e organizzato dalla Fondazione Mosè La Cava in occasione del secondo anniversario della scomparsa del poliedrico artista, avvenuta il 13 aprile 2021, l’evento parte da un’opera di Mosè che sarà contaminata con un’affiche a cura di Giuseppe Petrilli, amico storico e collega di Mosè, la cui attività artistica si sviluppa in una doppia produzione, pittorica e digitale, e di Andrea Petrillo, giovane artista che Mosè aveva preso sotto la sua ala.
«Non abbiamo voluto organizzare una semplice mostra ma abbiamo pensato ad un momento creativo e collaborativo, per stare insieme, come piaceva fare a Mosè. Questo evento guarda al passato e ci proietta verso il futuro per continuare a far vivere la sua arte, facendola conoscere anche alle nuove generazioni e stimolandone la creatività», spiega Paolo Lops, presidente della Fondazione, che insieme all’artista lucerino ha curato il restauro di affreschi e decori presenti sulle volte del Palazzo Pascale-Cavalli.
La Fondazione Mosè La Cava, nata a luglio 2022, ha l’obiettivo di mettere in campo quello che Mosè - artista, restauratore, designer che si è occupato anche di scultura, incisioni, scenografia e tecniche multimediali, fino alla costruzione di strumenti musicali medievali - aveva in mente di fare, dando così continuità al suo progetto, alla sua idea di arte.
Lavorare sulla memoria per proiettare l’immagine di Mosè nel futuro, per permettere a tutti, soprattutto ai più giovani, di scoprirlo o riscoprirlo. Per fare questo la Fondazione fa appello a tutti gli amici e i collezionisti che possiedono le sue opere, per censirle, autenticarle e catalogarle; allo stesso tempo metterà in campo laboratori rivolti a bambini e ragazzi in età scolare, per creare occasioni di promozione della cultura artistica e lavorare con le nuove leve, come Mosè amava fare.
Durante la serata sarà presentato il catalogo delle opere di Mosè, che racchiude i dipinti realizzati nell’arco temporale che va dal 1992 al 2012, e che l’artista stesso aveva impaginato e progettato con l’editore Claudio Grenzi, diffondendolo esclusivamente in digitale. Il catalogo sarà in vendita online e domenica durante l’evento.
“Artmosphere” , la seconda edizione targata Rossocinabro, a cura di Cristina Madini, con opere recenti di 43 artisti internazionali.
INGRESSO LIBERO, senza prenotazione.
La mostra è visitabile dal 21 aprile 2023 al 12 maggio 2023, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11:00 alle 17:00.
Sono quasi tutte tele sia di grandi che di piccole dimensioni, fotografie, qualche piccola scultura e degli oggetti di design veramente particolari. Un’immersione nelle opere emotivamente coinvolgente e suggestiva, realizzata solo attraverso una consapevole ricerca artistica ed estetica. L’arte contemporanea è raffinata, è colta e non elitaria, è capace di giocare e stupire. E’ tradizione e innovazione, un lusso accessibile. E’ memoria, ironia, etica e tecnica. Uno specchio del futuro.
Opere di:
Kimberly Adamis (USA), Regina Affonso (Portugal), Elaine Ashburn (USA), Brian Avadka Colez (USA), Teresa Bellini (Italia), Antonella Caponio (Italia), André Colinet (Belgium), Alessio Costantini (Italia), Nathanael Cox (USA), Begoña Cubero Marcos (Spain), Durlindana (Italia), John Dobson (Australia), Durlindana (Italia), Johanna Elbe (Sweden), Ulf Enhörning (Sweden), Maria Evseeva (Russia/Spain), GusColors (USA), Cosme Herrera (USA), Chantal Hulshoff (The Netherlands), Carina Evelina Johnsrud (Sweden), Corina Karstenberg (The Netherlands), Monika Katterwe (Germany), Giorgi Kavelashvili (Georgia), Bulgan Khatanbaatar (Germany), Rebeccah Klodt (USA), Kirsten Kohrt (Germany), Chikara Komura (Japan), Gil Lachapelle (France), Simi Larisch (Germany), Megan Lee (The Netherlands), Fiona Livingstone (Australia), Jean Charles Neufcour (France), Pawel Opalinski (Poland), Yuri Okada (Japan), Sal Ponce Enrile (Philippines), Théodora Sebestyén - ArtByTheo (Hungary), Sou (Japan), Luana Stebule (UK), Christophe Szkudlarek (France), Taka & Megu (Japan), Josefina Temin (México), Nadia Turato (Italia), Janusz Tworek (Poland).
Il lavoro di ciascuno sarà presentato all’interno del sito di Rossocinabro in uno spazio proprio, permettendo così, pur all’interno del contesto unitario della mostra, di mantenere le specificità delle rispettive ricerche.
Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
www.rossocinabro.com
indicazioni stradali
Metro A fermata Repubblica
Metro B fermata Castro Pretorio
La notte tra sabato 8 e domenica 9 Aprile nella Chiesa Madre di Centuripe, durante la messa “In Resurrezione Domini”, come ogni anno, da secoli, cade la Tiledda (telero quaresimale) e svela il simulacro di Cristo risorto.
La caduta della “Tiledda” è l’ultimo suggestivo evento dei riti della Settimana Santa di Centuripe, riti che hanno inizio con l’esposizione dei Sepolcri in diverse chiese del paese, con la processione dei simulacri dell’Ecce Homo, del Cristo alla colonna e di Maria Addolorata durante il Giovedì Santo, e con quella del Cristo nel “tambuletto” (bara in legno dorato e vetro) e di Maria Addolorata il Venerdì Santo accompagnate da tutte le confraternite religiose del paese e dalla banda musicale che esegue marche funebri della tradizione centuripina.
“La Tiledda” che resta esposta ogni anno per tutti i 40 giorni, è un antico telero di seta dipinta, alto sette metri e largo tredici di colore blu, completato alla fine dell’ottocento dal pittore centuripino Giacomo Di Lorenzo, e realizzata cucendo tra loro dodici strisce di tessuto, raffigurante al suo centro la deposizione di Cristo, mentre ai lati è ricca di rappresentazioni simboliche. La sua funzione è quella di nascondere l’altare maggiore dall’inizio della quaresima fino al Sabato Santo, quando, durante la celebrazione della Santa Messa, viene lasciata cadere per scoprire la statua del Cristo Risorto.
Per il secondo anno consecutivo i balconi del centro storico sono abbelliti da striscioni coloratissimi che altro non sono che delle trasposizioni di opere d’arte di artisti provenienti da tutto il mondo che dialogano con la Tiledda di Centuripe reinterpretandola in modo personale e con linguaggi contemporanei. Di enorme stimolo è il confronto che si viene a creare fra il linguaggio visivo dell'opera antica e le tecniche moderne che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro raro nel suo genere.
La Mostra “OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023” che resterà visibile fino al 4 luglio 2023, è organizzata dal Comune di Centuripe con il contributo generoso dell’Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Sicilia ed è curata da Silvio Cattani in collaborazione con KN Academy, ospita quest’anno, oltre ai 19 artisti della passata edizione (Giorgio Antinori, Silvio Cattani, Paolo Fraternali, Margareta Langer, Anna Lorenzetti, Mauro Lovi, Roberta Lozzi, Bruno Marcucci, Leonardo Nobili, Udo Rein, Antonio Sammartano, Francesca Scalisi, Angela Trapani ed Andrey Volkov altri due artisti italiani come Giuseppe Provenzano e Francesco Bruscia e 5 artisti di nazionalità cinese come Li Zhanyang, Shen Gubo, Mao Yanyang, Gong Miko, Wang Yitong.
“Il tema delle pitture è un omaggio libero di questi artisti alla Tiledda che rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità”, Dice Silvio Cattani, curatore della mostra “Essa, attraverso il tempo, con il suo ammaliante potere elargisce, commozione, pietà, emozione e rispetto per una pratica religiosa che ancora oggi ci appare stupefacente. Per gli uomini dell'età barocca stupire era un imperativo ineludibile, certo, ma nella Tiledda c'è qualcosa di più poiché la fascinazione travalica lo sguardo e il rimando alla Fede è palpabile. Così molto stimolante è il confronto fra il linguaggio visivo di quell'opera antica e nuovi modi e le ultime tecniche che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro unico nel suo genere che è la Tiledda di Centuripe”.
Per diversi mesi il centro storico sarà quindi una bellissima vetrina dove i 21 striscioni di 4 x 1,2 m si potranno ammirare nei balconi adiacenti alla chiesa dell’Immacolata Concezione (Chiesa Madre) in via Garibaldi, in via Umberto e in Piazza Sciacca.
Per l’Assessore Andrea Messina: “sostenere il progetto OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023 è in linea con l’Assessorato che ho l’onore di rappresentare, l'Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica è infatti autorizzato a concedere contributi per iniziative di carattere sociale, economico e culturale svolte dagli enti locali nel territorio regionale, anche in collaborazione con associazioni, comitati legalmente riconosciuti, fondazioni nonché altri enti di diritto privato senza scopo di lucro, finalizzate a valorizzare le tradizioni locali, a rafforzare la coesione sociale e lo sviluppo dell'economia locale. Ben vengano quindi iniziative come questa che legano riti religiosi antichi con progetti che mirano a valorizzare i territori e dare un impulso al turismo e all’economia ad esso connesso”.
Anche quest’anno come per la prima edizione della mostra gli artisti presenti doneranno il proprio lavoro al Comune di Centuripe che sta acquisendo così un pregevole patrimonio d'arte per il futuro centro d’arte contemporanea comunale.
”La caduta della “tiledda” è un evento che mi ha sempre affascinato” dice il Sindaco di Centuripe Salvatore La Spina, “non solo per il rito che si svolge la notte di Pasqua, ma anche per l’opera è un’immensa tela di seta che viene esposta una volta l’anno durante il periodo quaresimale, e che ricopre l’altare maggiore della Chiesa Madre da secoli. Quale miglior modo per valorizzare un rito così antico e ricco di fascino se non con un dialogo e una reinterpretazione in chiave contemporanea da parte di artisti provenienti da tutto il mondo, mi auguro quindi che tale progetto possa continuare anche in futuro”.
La presentazione della mostra si è tenuta martedì 4 aprile presso il salone Parrocchiale della Chiesa Madre alla presenza di Don Pietro Scardilli, Parroco della Chiesa Madre; di Salvatore Giuffrida, Commissario del Governo; di Salvatore La Spina, Sindaco di Centuripe; di Giuseppe Ingaglio, storico dell’arte e dell’artista Gong Miko in concomitanza con altri due eventi: la presentazione del restauro dell’Ecce Homo, opera del XVIII secolo restituita al suo antico splendore grazie ai restauratori Antonio Gulisano e Gaetano Caruso; alla sorveglianza di Paolo Russo della Soprintendenza di Enna; di Graziano Pittalà, Priore della Confraternita del Purgatorio e ad una raccolta fondi lanciata dal Sindaco di Centuripe e la presentazione del volume della prima edizione della mostra realizzato grazie al contributo dell’Assessorato Reginale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana.
In occasione di Pasqua, domenica 9 aprile e del lunedì dell’Angelo, Musei, Castelli e Parchi Archeologici afferenti alla Direzione Regionale Musei Puglia saranno aperti al pubblico secondo il consueto piano tariffario. I siti che abitualmente il lunedì osservano la giornata di chiusura, a Pasquetta saranno regolarmente fruibili, rinunciando alla chiusura settimanale o, in pochissimi casi, posticipandola.
La cultura la centro del turismo pugliese, oltre che di svago. Difatti nei luoghi suddetti sarà possibile ammirare le pregevoli collezioni, mostre temporanee, percorsi paesaggistici, affacci suggestivi sulla rigogliosa terra di Puglia.
Il ricco e di qualità cartellone dell’offerta culturale pensato dalla Direzione Regionale Musei Puglia, in concomitanza con le imminenti festività, è la risposta a quanti in questi mesi hanno testimoniato con la loro affluenza.
L’Ulisse di James Joyce come fonte di ispirazione per gli artisti emergenti in occasione dl Bloomsday del 16 giugno 2023. L’idea, l’iniziativa culturale “Una copertina per Ulisse”, è promossa dall’Associazione Culturale UTÒ-Lo Spazio della Luce di Lucera che promuove una “Call for Artists”, un bando creativo per artisti, pensato per incrociare le arti visive con la grafica editoriale. L’iniziativa darà vita a un vernissage di copertine dell’Ulisse di Joyce, che sarà ospitato nella
sede di Utò-Lo spazio della Luce in via Pignatelli 14 a Lucera, nel Foggiano, in Puglia, il 16 giugno 2023, e che sarà visitabile anche nei giorni successivi. L’evento espositivo farà parte del programma “Bloomsday Lucera ‘23”, che sarà lanciato alle ore 19 con un reading presso la libreria dolceria Kublai in via Gramsci 27 a Lucera. Alle 20 si terrà il Vernissage della Call "Una Copertina per Ulisse”, in via Pignatelli 14; seguirà alle 22 il reading presso l’Old Clipper pub 1983, via dei Saraceni 7.
Quando nel 1922 l’autore dublinese James Joyce pubblica il romanzo Ulisse, cambia il corso della letteratura. Raccontando, in 18 capitoli, una sola giornata, il 16 giugno 1904, attraverso i movimenti e le esperienze dei suoi personaggi (Leopold Bloom, Stephen Dedalus e Molly Bloom), lo scrittore irlandese riesce a mettere in scena la vita stessa e, con il suo sperimentalismo linguistico provocatorio e dissacrante, porta sulla pagina il processo del pensiero umano. Il romanzo è attraversato da un’inquietudine elettrica, parla una lingua del futuro, è un oracolo, un’esperienza psichedelica, secondo alcuni è l’opera di una superi Intelligenza algoritmica. Per divulgarlo, leggerlo e celebrarlo l’associazione culturale UTÒ-Lo Spazio della Luce ha ideato questa giornata, che vuole inserirsi nel solco dei ben più noti Bloomsday che si svolgono in giro per il mondo, con umiltà ma con la consapevolezza, joyciana, che nella più piccola provincia è contenuta l’intera umanità.
Al concorso-chiamata per artisti “Una Copertina per Ulisse” - il cui intero regolamento è pubblico a questo link https://we.tl/t-xdb6ustQbs - possono partecipare illustratori, grafici, artisti visivi e non, di qualsiasi nazionalità, luogo di origine o residenza, senza limite di età. Per i minori è richiesta un’autorizzazione espressa per iscritto da parte di uno dei genitori, o di chi ne detenga la patria potestà.
Entro e non oltre la mezzanotte del 31 Maggio 2023 i concorrenti dovranno inviare i file grafici, dettati secondo il regolamento del concorso, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando nell’oggetto del messaggio “Cognome-Nome-Materale concorso BLOOMSDAY”.
L’evento “Bloomsday Lucera ‘23” è ideato e promosso dall’ Associazione culturale Utò-Lo Spazio della Luce in collaborazione con Libreria Dolceria Kublai e Old Clipper Pub 1983.