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Musica per tutti i giovani e simpatizzanti del rock, quella proposta nella "Notte dei rocker viventi" il 30 dicembre 2023, all’Auditorium “Peppino Prencipe”, a Monte sant’Angelo, dall’APS Arci Nuova Gestione.

Il “Torre dei Giganti Rock Festival indoor”, vedrà la partecipazione di gruppi musicali locali. L’invito è rivolto a rocker, simpatizzanti, amanti della musica, soci e scorribande, per trascorrere una serata all’insegna della musica rock e per scambio di auguri.

Per qualsiasi informazione, disponibilità, aiuto, supporto, etc, contattare:

  • pagina facebook APS Arci Nuova Gestione
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • l’APS Arci Nuova Gestione in via Sant’Oronzo, 5.

Il punto semestrale del Cremss-Asset: nei primi sei mesi del 2023 dati in linea con quelli del 2022. In totale 4.344 sinistri con lesione di cui 82 mortali; 95 persone decedute e altre 6.579 ferite.

Per la prima volta rispetto agli anni del Covid (2021-22) gli incidenti stradali in Puglia non registrano aumenti. La tendenza emerge dai dati provvisori trasmessi all’Asset - Servizio Cremss - dalle Forze dell’ordine relativi al primo semestre 2023, in cui si sono registrati 4.344 sinistri con lesione di cui 82 mortali (di cui 8 plurimortali) che hanno provocato il decesso di 95 persone e il ferimento di altre 6.579.

Rispetto al primo semestre 2022 si tratta in pratica dello stesso numero di incidenti (1 in più) con un incremento del 3,9% per il numero di feriti. Il numero degli incidenti mortali è diminuito del 3,5% mentre il numero di morti è aumentato di una unità.

Sul tema resta confermato l’impegno dell’Asset e della Regione Puglia verso le iniziative finalizzate a ridurre il più possibile le cause degli incidenti stradali, a cominciare dalla distrazione - causata in primis dall’uso degli smartphone - e dall’eccesso di velocità. Se da un lato si è da poco conclusa la campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale “Al volante il cellulare può aspettare”, dall’altro a gennaio riparte il progetto di educazione alla sicurezza stradale “La strada non è una giungla”, rivolto a studenti e insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, che vede la partecipazione di oltre 50 scuole e più di 5mila studenti.

È «Invariato il numero di incidenti stradali nel primo semestre 2023 ma ancora troppi morti. Continua l’impegno di Regione e Asset per la sicurezza stradale», quanto ha dichiarato l’assessore ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, sui dati degli incidenti stradali del primo semestre 2023 diffusi dal Cremss-Asset.

 

Mappa incidenti stradali e AssetPuglia 1° semstre 2023


I dettagli del primo semestre

In questo primo semestre il 73% dei sinistri ha coinvolto due o più veicoli che hanno causato il 54% dei decessi e il 78% dei feriti; il 17% degli incidenti ha coinvolto un solo veicolo (fuoriuscita) provocando il 40% dei morti e il 15% dei feriti; il 10% dei sinistri ha coinvolto i pedoni registrando il 6% dei morti e il 7% dei feriti.

Il maggior numero di morti si è registrato nella Città metropolitana di Bari con il 29%, seguita dalla provincia di Foggia e dalla provincia di Taranto con il 22%.

Rispetto allo stesso periodo del 2022, si è registrato un incremento dei sinistri pari al 3,0% nella città metropolitana di Bari, del 2,6% nella provincia di Taranto e dello 0,9% nella provincia di Foggia; si registrano decrementi di incidentalità stradale nella provincia di BAT (-8,8%), Lecce (-3,6%) e Brindisi (-0,4%).

Per quanto riguarda la distribuzione dei sinistri stradali nei comuni della Puglia, nel corso del primo semestre 2023 è emerso che in 41 comuni dei 257 della regione non sono stati rilevati sinistri stradali con morti e feriti e in 132 comuni sono stati registrati da 1 a 10 sinistri. I comuni che hanno rilevato da 11 a 30 sinistri sono stati 55 mentre in 16 comuni sono stati registrati da 31 a 60 incidenti. Nei restanti 13 comuni si è concentrato il 50% dell’incidentalità registrata su tutta la regione. In particolare il comune di Bari ha registrato 732 sinistri, Taranto 293, Lecce 235, Foggia 186, Brindisi 144, Barletta 133, Cerignola 74, San Severo 73, Monopoli 69, Trani 68, Bitonto 64, Andria 63 e Altamura 61. Il maggior numero di sinistri mortali è stato registrato nel comune di Taranto con 5 sinistri e 5 morti, seguita da Laterza con 4 sinistri e 6 morti, Cerignola e Nardò 4 sinistri e 4 morti, Bari e Foggia con 3 sinistri e 3 morti.  

Il 71% dei sinistri è avvenuto all’interno dei centri abitati e sono stati registrati il 25% dei decessi e il 67% dei feriti; in ambito extraurbano è avvenuto il 29% dei sinistri, il 75% dei decessi e il 33% dei feriti.

Le strade provinciali sono la tipologia più a rischio: hanno registrato il 43% dei sinistri mortali e il 46% dei decessi (solo qui 5 incidenti plurimortali hanno causato la perdita di 14 persone); le strade statali hanno registrato il 23% dei sinistri mortali e il 22% dei decessi; sulle strade urbane si sono concentrati il 26% degli incidenti mortali ed il 22% dei morti.

Quanto alle provinciali più pericolose, nella città metropolitana di Bari la SP 231 ha registrato 17 incidenti di cui 2 con esito mortale che ha provocato 5 morti, seguita dalla SP 236 con 16 sinistri, dalla SP 240 con 12 sinistri di cui uno mortale e dalla SP 235 con 10 sinistri di cui uno mortale. Tra le strade provinciali ricadenti nel territorio di Foggia la SP 109 e la SP 107 hanno registrato 7 incidenti seguite dalla SP 95 con 4 incidenti di cui un mortale e la SP 115 con 3 incidenti di cui un mortale. Nella provincia di Taranto la SP ex580 ha registrato 3 sinistri di cui un mortale. Per la provincia di Lecce la SP 359 ha registrato il maggior numero di sinistri (8) di cui due mortali. Per la provincia di Barletta Andria e Trani si segnala la SP 2 con 11 sinistri e nessun incidente mortale.

Per quel che riguarda invece le statali, nella provincia di Foggia la SS 16 ha registrato 25 sinistri di cui 2 incidenti mortali, la SS 89 ha registrato 10 sinistri di cui 1 mortale, la SS 673 ha visto 6 incidenti, e 5 sinistri di cui 2 mortali la SS 90; nella città metropolitana è la SS 16 ad aver segnalato il maggior numero di incidenti con 100 sinistri, 1 morto e 180 feriti seguita dalla SS 96 (21 sinistri, 1 morto e 62 feriti), la SS 100 (20 sinistri, 1 morto e 43 feriti) e la SS 172 (14 sinistri). Nella provincia di Taranto si è segnalata la SS 7 con 48 sinistri di cui 4 mortali che hanno provocato 6 morti e 62 feriti e la 106 con 11 incidenti e 15 feriti. Nella provincia di Brindisi si è registrato un incidente mortale sulla SS379 mentre nella provincia di Lecce la SS 16 ha registrato 11 incidenti di cui un mortale avvenuto nel tratto del territorio del comune di Lecce.

Un ultimo focus sulla cosidetta utenza debole: nei primi sei mesi dell’anno non sono stati registrati incidenti stradali mortali che hanno coinvolto monopattini e bici elettriche. Sono invece tre i sinistri mortali che hanno coinvolto i ciclisti. La fascia d’età dei conducenti di monopattini maggiormente coinvolta in sinistri stradali è risultata quella compresa tra i 30-44 anni (28%), seguita dalla fascia 45-64 anni (22%); i conducenti minorenni coinvolti rappresentano il 13%. I minorenni, invece, sono la categoria dei conducenti più esposta negli incidenti che riguardano i ciclomotori (48,6%).

La categoria dei conducenti compresi nella fascia d’età 45-64 (27%) è maggiormente coinvolta negli incidenti con i motocicli, seguita dalla fascia d’età 18-24; tra i ciclisti spicca la categoria dei conducenti compresi nella fascia d’età 45-64 (29%) seguita dai conducenti in età compresa tra i 30-44 anni (27%).

Ulteriori informazioni nella sezione sicurezza stradale del sito Asset: http://Asset.regione.puglia.it

Novantasei giorni, tanto è passato dal momento in cui J., minore straniero non accompagnato di 16 anni, di origini camerunensi, ha messo piede nell’Hotspot di contrada Cifali, Sicilia Orientale.

Come lui, molti minori stranieri non accompagnati restano negli Hotspot in attesa di un trasferimento ben più dei 30 giorni – recentemente aumentati a 45 -  previsti dal Vademecum per la rilevazione, il referral e la presa in carico delle persone portatrici di vulnerabilità, redatto e pubblicato dal Ministero per le libertà civile e l’Immigrazione il 23 giugno 2023.  Per assurdo i tempi medi di permanenza di un adulto negli stessi centri di prima accoglienza è di circa 7 giorni, secondo quanto rilevato dal team MEDU, che opera quotidianamente presso gli Hotspot della Sicilia orientale, portando supporto psicologico e orientamento legale.

Quella di Cifali è una delle tre strutture allestite in Sicilia Orientale per identificare rapidamente i migranti e i richiedenti asilo al momento dell’arrivo, per poi trasferirli in strutture di accoglienza o di rimpatrio. La permanenza in queste strutture dovrebbe durare solo fino al termine delle procedure di identificazione, dunque un periodo estremamente breve. In molti casi, invece, i minori non accompagnati finiscono per restare negli Hotspot oltre tre mesi, senza potersi mai allontanare dalla struttura e in assenza di adeguati spazi, attività e servizi, disattendendo in buona parte le tutele definite al capitolo V.III.4 del Vademecum citato.

Per J. le giornate nell’Hotspot di Cifali, scorrono lente senza certezze su quando arriverà il giorno del trasferimento. La struttura versa in condizioni a dir poco precarie, senza riscaldamento e con una sola doccia con acqua calda per una media di 100 ospiti. Un non-luogo in aperta campagna, circondato da alte sbarre, dal quale non è consentito uscire e sorvegliato costantemente da un cospicuo contingente di forze dell’ordine e dell’esercito. Il rimando al recente trascorso, fatto per molti degli ospiti di centri di detenzione, carceri informali, abusi e torture subite lungo le rotte migratorie e nelle carceri libiche è immediato, con il conseguente emergere o acutizzarsi di disturbi post traumatici, come confermato dagli psicoterapeuti del team.

Ottantuno giorni dopo il suo arrivo, in data 5 dicembre, J. viene trasferito insieme a tutti gli altri 88 ospiti dell’Hotspot di Cifali - temporaneamente chiuso per ristrutturazione - presso l’Hotspot di Pozzallo. Il giorno dopo, dodici fuggono dal centro per il timore, secondo quanto riferito dai compagni, di essere rimpatriati o trasferiti in Albania.

Timore, paura e rabbia, sono gli stati d’animo dei ragazzi incontrati dal team MEDU nei giorni seguenti. Timore di essere rimpatriati, paura per il futuro incerto e rabbia perché sospesi in un limbo indefinito da 3 mesi.

Al 31 ottobre 2023 si registravano in Italia 23.798 minori stranieri non accompagnati e un totale di 6.006 posti disponibili in strutture SAI (Servizi Accoglienza Integrata) oltre a poche centinaia di posti in strutture FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione). Questo si traduce matematicamente nel fatto che solo il 25% dei Minori stranieri non accompagnati trova posto nei SAI o nelle strutture FAMI, il restante 75% in parte verrà accolto in famiglie (quasi tutti minori di nazionalità ucraina) o in strutture autorizzate di responsabilità regionale o comunale. I più sfortunati, come J., attenderanno in un limbo per più di 3 mesi, senza possibilità di spostarsi, in camerate enormi e prive di riscaldamento e con davanti un futuro incerto.

A fronte di questa drammatica situazione, il Governo, con un emendamento alla legge di bilancio ha stabilito che i minori tra i 16 e i 18 anni saranno equiparati, in termini di tutele, ai migranti maggiorenni. In contemporanea, con lo stesso decreto, parte dei fondi (45 milioni di euro) dedicati all’accoglienza dei minori, sono stati riassegnati alla sicurezza.  

Ad oggi J. 16 anni, aspetta ancora dal 16 settembre, di sapere quale sarà il suo destino in Italia, il Paese che ha raggiunto dopo aver attraversato deserti, prigioni e la roulette russa del Mediterraneo, scampando alla sorte di accrescere il drammatico bilancio dei morti e dispersi nel Mediterraneo: 2.200,  circa 8  ogni giorno nel 2023..

MEDU chiede con fermezza al Governo che i minori non accompagnati vengano prontamente trasferiti in strutture di accoglienza adeguate, dove posano godere delle tutele sancite dalle convenzioni internazionali e dalle normative nazionali. In primo luogo, chiede che sia rispettato il tempo di permanenza massimo di 45 giorni nelle strutture di prima accoglienza così come definito dalle normative vigenti. Chiede inoltre che durante la permanenza vengano garantiti adeguati servizi, a tutela dei diritti e della salute psico-fisica di tutte le persone accolte con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, tra cui i minori.

Aggiudicato da Anas l’appalto denominato “S.S. 89 Garganica – Lavori di realizzazione della viabilità di San Giovanni Rotondo e Realizzazione dell’asta di collegamento da San Giovanni Rotondo al capoluogo dauno. - 4° Stralcio - S.S. 693 SVV del Gargano - S.S. 89 Garganica - Collegamento Vico del Gargano – Mattinata. Tratto Vico del Gargano – Vieste” per un importo offerto per lavori e servizi di € 246.193.334,71, cui aggiungere € 10.695.211,65 per oneri relativi alla sicurezza non assoggettati a ribasso.

“Questo intervento è strategico per lo sviluppo di un territorio dalle tante bellezze e potenzialità – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano -. Oltre a migliorare l’accessibilità ai centri abitati e alle aree turistiche della zona, riducendo i tempi di percorrenza, e a garantire maggiore sicurezza stradale, questa nuova infrastruttura potrà aiutare a contrastare lo spopolamento del territorio, perché migliori collegamenti significano maggiori servizi e maggiore attrattività anche economica. Il tutto preservando il prezioso ambiente naturale del Gargano.”

"In due anni siamo riusciti a vedere aggiudicati i lavori di una grande opera di rilevanza nazionale, un'infrastruttura che centra l'obiettivo storico di una migliore accessibilità al Gargano per i residenti che si spostano giornalmente per lavoro, studio o per curarsi e per i tanti italiani e stranieri che entrano in Puglia dal casello autostradale di Lesina-Poggio Imperiale sull’A14”, dice il vicepresidente e assessore alle Infrastrutture, Raffaele Piemontese, che ricorda fosse il "20 dicembre del 2021 quando, insieme al presidente Michele Emiliano e alla collega assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia, incontrammo l'allora ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, per convenire sulla strategicità di molte opere per la Puglia e questa era tra le più importanti”.

«Una stagione teatrale allestita in tempi strettissimi, grazie all'impegno dell'ufficio cultura, alla collaborazione del Teatro Pubblico Pugliese e all'entusiasmo e all'energia della neo-assessora Alice Amatore. Con il teatro Giordano aperto per la prima volta anche alle compagnie locali, a talenti che meritano un doveroso riconoscimento e una importante vetrina nella loro città», scrive sul suo profilo istituzionale Facebook la Sindaca di Foggia, Marida Episcopo.

Infatti, tempi brevissimi per una stagione teatrale che vede un programma ricco di eventi. E ciò va considerato dato che incasellare tutti pezzi di un puzzle come questo non è affatto facile.

Sul palcoscenico del teatro Giordano saliranno attori come, Ferzan Ozpetek, Drusilla Foer e tanti altri, anticipati dagli spettacoli di Carlotta Natoli ed Emilio Solfrizzi con "L’anatra all'arancia”, che il 26 e 27 gennaio 2024 apriranno le tende giordaniane. La stagione continuerà fino al 3 e 4 maggio con Nino Frassica & Los Plaggers Band.

Tante compagnie e non solo nazionali e internazionali, anche di attori locali, per ridare identità a una città che merita far conoscere le proprie origini.

Saranno cinque le compagnie teatrali del programma iniziale, tutte selezionate con criteri oggettivi stabiliti dal Teatro Pubblico Pugliese, ha in sintesi detto l'assessora alla Cultura del Comune di Foggia, Alice Amatore, nella conferenza stampa, anticipando che le rappresentazioni inserite nelle proposte dedicate agli artisti locali, vedranno sul palco avvicendarsi Teatro dei Limoni, Michele De Virgilio, ormai attore affermato in campo nazionale e oltre, Pino Casolaro, Piccola Compagnia Impertinente e Piccolo Teatro.

Di controcanto è la Sindaca Episcopo ha elogiare il lavoro svolto dall’assessorato: «È soltanto l'inizio di un percorso orientato a una narrazione della città che tenga finalmente conto della sua ricchezza culturale, storica, artistica, delle sue tradizioni e degli slanci innovativi, dell'impegno sociale e civile».

Una narrazione che apre le porte a ciò che di eccellente abbiamo nella nostra terra di Capitanata, alle nostre attrici e attori e a tutti gli altri teatri di Foggia, ha posto in evidenza la Episcopo: «I teatri locali sono stati giustamente inseriti nel nostro cartellone, perché anche noi siamo espressione di buona cultura teatrale. La cultura è da sempre rivoluzionaria, non solo nel suo contesto, ma anche nella politica, nell'economia, nella società civile, nei costumi e nel senso civico dei cittadini».

Detto ciò, l’invito è di essere parte attiva del cartellone, seguendo gli eventi teatrali e di accreditarsi l’ingresso attraverso la campagna abbonamenti online, aperta dal 27 dicembre aprirà dalle ore 18, sul circuito VivaTicket.

“L’ospedale pediatrico Giovanni XXIII è in grave crisi, per cui è l’ora di una vigorosa iniziativa riformatrice, per agganciarlo all’eccellenze italiane e sganciarlo dagli ingranaggi arrugginiti dell’attuale organizzazione. Per questo abbiamo presentato un emendamento alla pdl Omnibus, il cui esame è già fissato per l’8 gennaio, per trasformare il Giovanni XXIII in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico - IRCCS. Più o meno come i maggiori ospedali pediatrici delle altre regioni italiane, delle quali non dobbiamo essere da meno. Se non facciamo questo o anche altro, ma di portata ampiamente riformatrice, il Giovanni XXIII è destinato a morire, mettendoci in coda nella sanità pediatrica italiana e alimentando la mobilità passiva.”

Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, dei consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.

“La nostra proposta racchiusa nell’emendamento presentato, ha come finalità il raggiungimento di livelli d’eccellenza nazionale in ambito pediatrico e la riduzione della mobilità passiva. Per far questo si impegna la Giunta regionale ad avviare il procedimento di trasformazione del Giovanni XXIII di Bari in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico - IRCCS.

"Con la delibera di avvio del procedimento la Giunta regionale dovrà indicare le attività necessarie e il relativo cronoprogramma di tutte le fasi e in particolare: la ricognizione puntuale dell’attuale organizzazione clinica; le disposizioni idonee a modulare o incrementare l’attuale organizzazione amministrativa, clinica e scientifica per ottenere il riconoscimento in IRCCS, con indicazione di un programma scientifico, di accorpamenti di unità operative, delle risorse umane necessarie e relativi transiti da altre strutture ospedaliere; la ricognizione delle stato generale degli immobili funzionalmente dedicati e stima di massima dei costi necessari ai più opportuni adeguamenti, ovvero alla diversa localizzazione.

"Nelle more della conclusione del procedimento di riconoscimento in IRCCS e comunque entro il sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della legge, la gestione amministrativa e sanitaria dell’ospedale Giovanni XXIII dovrebbe essere accorpata a quella della ASL di Bari, previa rimodulazione del vigente Piano ospedaliero, finalizzata all’unificazione delle branche pediatriche. Nell’ambito del processo di trasformazione, le risorse necessarie per gli investimenti di adeguamento strutturale degli immobili interessati assumeranno carattere di priorità all’interno di qualsiasi programmazione finanziaria dedicata all’edilizia o alla tecnologia in ambito sanitario.”

Mercoledì 27 dicembre, ore 18, nella Sala Fedora del Teatro U. Giordano di Foggia. L’autore e giornalista presenta “Mina. Viva lei” e ritrova il pubblico della sua città.

“Basta mettere una sua canzone, e subito ci si sente compresi, incredibilmente descritti, accolti e accettati”. È così? Sì, decisamente. Ma questa è solo l’artista, segue l’altra faccia della luna, quella che Tony di Corcia e Barbara Alberti raccontano, è il caso di dire, una canzone per volta. È tutto concentrato in Mina. Viva lei (Edizioni Clichy, 2023), l’ultimo graffio biografico-letterario del giornalista e scrittore nativo di Foggia, ma ormai apprezzato in tutta Italia per i suoi lavori, da Gianni Versace a Giorgio Armani passando Alda Merini e “Paz”. Mercoledì 27 dicembre, alle ore 18, Tony di Corcia presenta in anteprima il suo libro dedicato alla grandissima cantante italiana nella Sala Fedora del Teatro comunale U. Giordano di Foggia. La vita di Mina, la carriera, ma anche la TV, la radio, la moda, in una parola: il segno, ciò che ha lasciato e che continua a lasciare anche all’età di ottant’anni perché, come si legge nel libro attraverso le parole della notissima autrice Barbara Alberti, “Mina è lo scandalo, sempre e comunque, nel significato originario di inciampo. Inciampo alla morale comune”. A conversare con Tony di Corcia sarà il giornalista Felice Sblendorio. Previsti i saluti della neo assessora alla cultura Alice Amatore, alla prima uscita istituzionale, e della sindaca Maria Aida Episcopo.

Mina. Viva lei (Edizioni Clichy, 2023). Nell’epoca in cui tutto è «iconico», è diventato difficile dire chi meriti davvero questa definizione. Ma su Mina non ci possono essere dubbi. Più gli altri si affannano per ottenere un quarto d’ora di celebrità, più lei brilla per assenza. Dopo il suo ritiro dalle scene nel 1978, ha mantenuto la parola e ha fatto ciò che a molti risulterebbe inconcepibile: sparire. E più sparisce, più il suo mito si amplifica. Mina ha cantato tutto: l’amore, il dolore, il sesso, l’amicizia. E ha cantato tutti: dai nomi celebrati agli autori più sconosciuti, lanciando le loro carriere. Oltre che nella musica, in cui si è mossa da regina incomparabile per talento, estensione vocale e intelligenza, ha saputo lasciare il suo graffio nella televisione, nella radio, nella moda. E nella società: nel moralismo imperante degli anni Sessanta, posava sorridente sui giornali con il suo bambino nato fuori dal matrimonio. Ancora oggi, a più di ottant’anni, si dimostra la più moderna di tutti. Duetta con una star giovanissima come Blanco e nel caos digitale decide che la sua casa discografica produrrà dischi a 33 giri. Tony di Corcia ha invitato la scrittrice e sceneggiatrice Barbara Alberti a fare un gioco: ascoltando alcune canzoni di Mina, non necessariamente le più conosciute, hanno usato la sua musica e i suoi testi come pretesto per analizzare il nostro passato e il nostro presente, i nostri linguaggi, i nostri cambiamenti. La voce di Mina come pretesto per parlare di vita. E di amore.

Tony di Corcia. Ha iniziato la sua attività professionale nel 1990 e ha scritto per le redazioni pugliesi di Repubblica e del Corriere della Sera. Nel 2010 ha pubblicato Gianni/Versace: lo stilista dal cuore elegante, seguito nel 2012 da Gianni Versace: la biografia (Lindau) con una prefazione di Giorgio Armani. Nel 2013 sono usciti Valentino: ritratto a più voci dell’ultimo imperatore della moda (Lindau) e Burberry: storia di un’icona inglese, dalla Regina Vittoria a Kate Moss. Nel 2015 ha pubblicato Alda Merini e Michele Pierri: un amore tra poeti (Falco Editore, prefazione di Maurizio Costanzo), nel 2018 La femmina è meravigliosa: vita impaziente di Andrea Pazienza (Cairo) e nel 2019 Giorgio Armani. Il re della moda italiana (Cairo).

L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia, soprattutto nel Gargano per conoscere tanti atleti, nuotatori e ciclisti, runner e ultrarunner, camminatori e ultracamminatori e partecipare ad allenamenti di nuoto, bici, corsa e camminate mattutine e serali, confrontandosi anche con gli atleti locali.

Attraverso risposte ad alcune mie domande, approfondiamo l’esperienza di Vito Rubino, un super ultra triatleta.

Complimenti per il tuo triathlon “estremo” anomalo, com’è nata l’idea? Volevo fare una traversata a nuoto da Baia delle Zagare a Manfredonia in solitaria e senza alcun aiuto al seguito. Inoltre, non volevo coinvolgere nessun mezzo motorizzato nell’impresa, neanche per raggiungere il punto di partenza. Così ho pensato di andare in bici fino a Baia delle Zagare, la sera prima della traversata, dormire sotto le stelle, e poi dopo la traversata a nuoto di 25km fino a Manfredonia, tornare correndo a Baia delle Zagare il giorno dopo, per riprendere la bici. Quindi, il “triathlon” è nato in modo spontaneo. Per mettere le distanze in prospettiva, la parte di corsa è stata circa quella di un Ironman, la parte in bici la metà. C’è però da dire che il dislivello complessivo (la somma di tutte le salite) di 2270 metri è stato notevolmente superiore a quello di un tipico Ironman. Inoltre, la parte di corsa è stata prevalentemente su sentieri sterrati. Invece la parte a nuoto è stata più di sei volte e mezzo la distanza a nuoto di un Ironman (Durata totale della traversata 11h15’).

Davvero una grande sfida per persone abituate a gare estreme come lo è Vito Rubino che oltra ad aver portato a termine gare di endurance come ultratrail di 160km, ironman (3,8km nuoto, 180 bici, maratona 42,195km), ultraman (10km nuoto, 500 bici, 80 km corsa), ha attraversato in bici anche gli Stati Uniti da Est a Ovest percorrendo 4.800 km. Insomma un amante della fatica, delle sfide, una persona molto fiduciosa in se stesso e altamente resiliente. 

Quale attrezzatura hai utilizzato: bici, nuoto, corsa? Bici da strada, boa di visibilità per il nuoto, scarpe da trail running per la corsa e attrezzatura da campeggio. L’attrezzatura da campeggio è stata piuttosto minimalista, niente tenda o sacco a pelo ma solo un materassino gonfiabile e un lenzuolino da campeggio.

Davvero un gran coraggio e un’altissima capacità di adattamento che permette di fare imprese sempre più ardue che incrementano autoefficacia e autostima e permettono di stare in contatto con proprie percezioni corporee e multisensoriali.

Gli alimenti prima, durante e dopo? La mia dieta preferita sia per la preparazione che per il recupero è quella mediterranea. Durante traversate di questo tipo normalmente mi segue mia moglie in canoa per passarmi qualcosa da mangiare direttamente in acqua. Questa volta però siccome ero da solo sono dovuto uscire un paio di volte per mangiare qualcosa (panini con bresaola). Durante la corsa e la bici invece me la sono cavata con delle barrette ai cereali.

Avevi voglia di particolari alimenti e bevande durante l’impresa? Acqua con sali minerali è stata indispensabile durante la corsa l’ultimo giorno.

Avevi piani B in caso di maltempo o altro? Avevo vari piani di ripiego. Una delle caratteristiche di questa piccola impresa è l’autosufficienza, nel senso che non ho avuto nessun aiuto al seguito. Questo significa che dovevo cavarmela da solo per qualsiasi situazione, soprattutto durante il nuoto. Il problema principale è che al momento della traversata la mia condizione fisica non era ottimale. Avevo avuto prolungati disturbi intestinali che mi avevano piuttosto indebolito nel corso dei giorni precedenti, tanto che avevo messo in dubbio la mia capacità di farcela. In queste imprese di lunga distanza, se non riesci ad assimilare sufficienti calorie, ti spingi verso il collasso. Tra le varie alternative, avevo lasciato uno zaino sulla spiaggia a Mattinata con l’occorrente per la corsa, così se una volta arrivato a Mattinata non mi fossi sentito in grado di continuare, sarei tornato a riprendere la bici correndo. Quando però sono arrivato a Mattinata, ero così carico e motivato che non avevo nessuna intenzione di tornare indietro. Penso che comunque alla fine la parte più difficile sia stata la parte di corsa verso Baia delle Zagare in un giorno da temperature record. Dopo Mattinatella, ho seguito i sentieri nell’area di Monte Barone. Le salite, combinate al caldo e alla mia condizione preesistente, mi hanno completamente spossato. Avevo finito le mie riserve d’acqua e non c’era nessuno che poteva aiutarmi in quei sentieri desolati. A un certo punto mi sono steso all’ombra di un albero senza energia. Dopo qualche minuto ho sentito che non avevo altre opzioni che farcela. Quindi mi sono alzato e ho continuato a correre. 

Altamente espertissimo Vito grazie alle sue tante gare di endurance, a volte con team a seguito di cui spesso è parte o capo team sua moglie Palas, anch’ella molto sportiva e atletica che spesso partecipa alle sue imprese, anche in coppia o a squadra, di corsa, in bici tandem, multi sport. Più si fa esperienza e ci si mette in gioco e più si apprende dall’esperienza e tutto diventa più fattibile e meno arduo e pericoloso.

È un allenamento propedeutico a eventuali altre gare o sfide? In un certo senso, ogni sfida è un allenamento per la sfida successiva.

Step by step, si alza sempre l’asticella delle difficoltà con sfide e imprese sempre più allettanti, faticose ma stimolanti.

Che significato ha per te questa sfida nel tuo Gargano? Questa avventura mi ha permesso di esplorare e riscoprire sempre più risvolti del nostro meraviglioso territorio

Risulta essere un territorio molto ricco di flora e fauna, molto diversificato con montagne e mare, e si presta bene a gare di endurance come ultratrail, 100km su strada, giro del Gargano in bici, traversate di nuoto. Vito è stato capace di fare tutto da solo bici, nuoto e corsa in autosufficienza senza organizzatori, ma gestendosi da sé.

Quando si portano a termine imprese progettate con adeguato allenamento si è molto soddisfatti e ricchi dentro.

Ti è capitato durante tale attività di temere qualcosa o ricordate precedenti allenamenti o gare? Durante la traversata ho iniziato a nuotare controcorrente. Per dare un’idea nuotare con forte corrente in direzione contraria è un po’ come correre sul tapis roulant in palestra. Quando hai 25 km davanti è piuttosto scoraggiante. A me aiuta il fatto che sono ottimista, e sperare che le condizioni migliorino mi fa andare avanti. Dopo circa 10 km non avevo più la corrente contro, ma il mare aveva iniziato ad agitarsi. Durante gli allenamenti e gare precedenti, ho imparato a nuotare in condizioni avverse e ho lavorato sul mantenere la calma in tali condizioni. Per esempio, una volta durante un Ironman a St. George nello Utah, la sezione di nuoto era in un lago con delle onde di quasi due metri, al punto tale che era impossibile vedere le boe che indicavano il percorso. Gli atleti disorientati nuotavano in direzioni disparate. A un certo punto i soccorsi hanno iniziato a prendere i nuotatori in difficoltà. Alla fine, ne hanno presi più di duecento. Io anche ero in difficoltà e ho richiesto aiuto a un canoista di soccorso, ma le onde erano così alte che prima che il canoista potesse soccorrermi si è ribaltato. Quindi ho capito che dovevo farcela da solo. Un'altra volta stavo nuotando lungo la costa dell’isola di Catalina, in California, dove generalmente le acque sono sensibilmente più fredde che nel Mediterraneo. La nuotata era stata bellissima fino a quel momento in una parte selvaggia dell’isola. All’improvviso, ho sentito una pressione opprimente per uscire dall’acqua per la sensazione di freddo. Sono uscito su una spiaggia lungo la costa e ho cercato di riscaldarmi facendo flessioni o squat e poi sono rientrato in acqua per cercare di tornare al punto di partenza. La sensazione di freddo mi ha obbligato a uscire diverse altre volte, ma era sempre peggio. Nonostante facessi squat a più non posso, non riuscivo a smettere di tremare. Allora ho chiesto aiuto alzando le braccia all’equipaggio di uno yacht ormeggiato non lontano dalla costa, ma loro credevano che li stessi salutando.  Il rientro via terra sarebbe stato troppo complicato. Allora, nonostante stessi tremando, sono rientrato nuovamente in acqua e ho fatto un ultimo sforzo. Il freddo era tale che non riuscivo a nuotare con le mani distese e avevo come delle vertigini. Questa volta mi sembrava di avere un mancamento. Poi finalmente, ho girato un ultimo puntone, ho visto la spiaggia dove stavo cercando di tornare e ho tirato fuori delle energie che non pensavo di avere. Infine, queste situazioni mi hanno fatto imparare come gestire situazioni difficili.

 

Tutto ha un rischio e dei vantaggi, ma se non ci si mette in gioco non si va da nessuna parte e non si cresce dal punto di vista caratteriale e si conosce poco se stessi, mettendosi in gioco si impara a conoscersi, a progettare, a capire come muoversi e sapersi organizzare in ogni crisi e difficoltà.

Incontri particolari in mare, bici, corsa? La notte prima della traversata mentre dormivo all’aperto sono stato svegliato più volte da dei cinghiali che mi giravano intorno. All’inizio mi sono un po’ spaventato, poi il sonno ha prevalso

Cosa ti rimane di tutto ciò? I paesaggi meravigliosi e la soddisfazione di averli attraversati con le mie proprie forze. La cosa più importante però che mi porto dietro è la capacità di riflettere sui miei propri limiti e capire come superarli per prepararmi ad affrontare nuove sfide, non solo nello sport ma anche e soprattutto nella vita quotidiana. Allo stesso tempo, spero di poter ispirare altri a vincere le proprie paure e ad affrontare le proprie sfide.

Dedichi questa sfida a qualcuno? La dedico a due persone speciali, Antonio Rubino e Rosa Balzamo, i miei genitori, che mi hanno sempre stimolato a tirare fuori il meglio di me e che hanno seguito l’impresa da lassù. 

Davvero una bellissima dedica che fa capire quanto può essere importante avere a cuore e in mente le persone care che continuano in qualche modo a tifare e sostenere.

L’esperienza raccontata dalla coppia Palas Policroniades e Vito Rubino, dal Canada al Messico in mountain bike tandem per 30 giorni, è riportata nel libro “Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti”, 8 ottobre 2018, di Matteo Simone (Autore).

https://www.amazon.it/donne-sempre-determinate-competitive-resilienti/dp/8894995151

Vito è menzionato nei libri:

“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito da Aracne Editrice.

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825528275

Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella classifica delle top five rimangono saldi spaghetti e penne che mantengono saldamente il primato come formati più amati, confermando la supremazia anche come preferiti nell'acquisto. A breve distanza i fusilli, che conquistano il cuore del Nord Italia. Nel centro-sud, la medaglia di bronzo è condivisa tra le paste corte e quelle adatte a brodi e minestre. Pasta protagonista delle Feste: con l'avvicinarsi del Natale, i pastai di Unione Italiana Food propongono una piccola guida al giusto abbinamento formato/condimento, riservando un posto d'onore ai primi piatti ricchi di gusto e tradizione.

a cura dell'Unione Italiana Food

L’amore per la pasta, il rapporto quasi sentimentale che lega gli italiani ai piatti della tradizione, è legame forte e questione identitaria. Non a caso, siamo leader mondiali di produzione (3,6 milioni di tonnellate) e consumo (23 kg a testa).

Corta o lunga, liscia o rigata, fine, piena o bucata, si fa presto a dire pasta: perché da due ingredienti semplici e naturali come acqua e semola di grano duro è nato un mondo. Nomi e forme raccontano territori, cultura popolare, tecniche di produzione, l’arte e la fantasia del pastaio, e soprattutto un prodotto da sempre accessibile e trasversale. E per questo tanto amato. Ma quali sono le abitudini di consumo nel Belpaese? Siamo i più appassionati pasta lover al mondo, ma risultiamo anche amanti fedeli: se è vero che si contano oltre 500 formati di pasta, è vero anche che scegliamo quasi sempre gli stessi. In generale, secondo Unione Italiana Food, nella produzione di pasta, quella corta rappresenta il 70% del peso relativo dei vari formati contro il 30% occupato dalla pasta lunga. Ma, all’atto pratico, il parametro di ogni scelta dovrebbe essere la ricetta che andremo a preparare.

LA TOP FIVE DEI FORMATI DI PASTA PIÙ AMATI: IN TESTA, SPAGHETTI E PENNE

Gli Spaghetti si posizionano al 1° posto dei formati più amati dagli italiani. Lo rivela un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati NIQ che ha fotografato le preferenze in fatto di formati di pasta nel nostro Paese, secondo 4 aree: Nord-ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna), Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia). Se gli spaghetti sono l’ID della pasta, e la cosa non sorprende, al 2° posto si posizionano le Penne. Per i due formati più amati dagli italiani, è plebiscito. Insieme, rappresentano il 78% della pasta venduta in tutto il Paese, tenendo in considerazione che quando parliamo di spaghetti e penne ci riferiamo a tutta la categoria di spaghettini, spaghettoni, pennette, mezze penne, pennoni e tutte le diciture affini che riportano allo stesso formato. A partire dalla 3° posizione, cominciano a delinearsi le preferenze regionali, con formati di pasta iconici utilizzati per le ricette della tradizione. Al Nord (ovest ed est) vincono i Fusilli mentre nel centro sono le paste corte come le Mezze Maniche a farla da padrone e al sud la preferenza va alla pasta per brodi e minestre, con la Pasta Mista ad occupare la maggior parte della sezione. Viceversa, al 4° posto, al Nord (ovest ed est) e al Sud vince la pasta corta contro i Fusilli che conquistano il Centro e infine, in 5° posizione, la pasta per brodi e minestre predomina al Nord mentre al Centro e al Sud vincono i Rigatoni/Tortiglioni/Maccheroni.

FORMA, TRAFILA E CAPACITÀ DI CONTENERE I SUGHI: ECCO I SEGRETI DELL’ABBINAMENTO PERFETTO

Ogni regione, ogni campanile ha la sua ricetta simbolo, ogni italiano ha il suo preferito ma, al di là di alcune nozioni di base, non tutti sanno che certi formati danno il meglio di sé con determinati tipi di sugo e non con altri. E che esistono regole precise per l’abbinamento. I pastai di Unione Italiana Food in vista del Natale propongono una guida all’abbinamento e 5 ricette delle feste con i formati di pasta più amati (vedi Focus 1). Alcuni abbinamenti vengono da soli o, meglio, sono figli di tradizione e consuetudini secolari (Spaghetti aglio olio e peperoncino, Trofie con il pesto, Tagliatelle con il ragù, Ziti con la salsa genovese), altre sono coppie più aperte (come la Carbonara che, sempre più spesso, abbandona la pasta lunga preferendo rigatoni e mezze maniche). Ma come orientarsi con gli abbinamenti più quotidiani o creativi? Sono quattro i parametri da tenere d'occhio:

1.OSSERVIAMO IL FORMATO

In che modo la forma della pasta incontra il condimento? Le spire del fusillo o le righe di una penna catturano il sugo, lo spaghetto lo avvolge, una lumachina lo accoglie e così via. Un solo elemento, anche piccolo, cambia tutto: la curvatura di un formato, una variazione nel suo spessore tra rigo e valle, un profumo nel sugo, tempi e modi di cottura (classica, ripassata in padella o risottata, reidratata), perfino il modo di servirla nel piatto o lo strumento con cui la mangiamo: forchetta o cucchiaio? Ci sono sughi più corposi e sughi più lisci. E paste versatili, che riescono a valorizzare condimenti di consistenza diversa, o formati “progettati” per dare il meglio proprio con quell’abbinamento.

2.LA TRAFILA, QUESTIONE DI TEXTURE

La trafilatura ci fa capire come si comporterà la pasta in cottura (e mantecatura) ma anche la sua sensazione in bocca. Da una trafilatura in teflon si ottiene una pasta dal cuore più croccante, mentre una pasta trafilata al bronzo risulta più omogenea. E ancora, la superficie porosa o rigata cattura meglio i sughi più sciolti, mentre una texture più liscia è perfetta con sughi più “avvolgenti”.

3.LA PROVA DELLA FORCHETTA (O DEL CUCCHIAIO) PER CAPIRE L’INTENSITÀ DEL BOCCONE

La impariamo prima assaggiando singolarmente il formato e il condimento, la cui intensità dovrà essere direttamente proporzionale a quella della pasta. Un bucatino o un pacchero richiedono una masticazione più lunga di una pastina. Analogamente, un sugo robusto come quello alla Carbonara non è adatto ai finissimi Capelli d’angelo mentre le Tagliatelle non hanno alcuna possibilità con le consistenze leggere ed eteree di un aglio, olio e peperoncino. Le Pennette o i Ditalini si trovano bene anche in un cucchiaio, etc.

4.LA TECNICA DI COTTURA GIUSTA PER RENDERE PERFETTO L’INCONTRO

Se ci sono tutti i presupposti per un flirt tra pasta e condimento, il cuoco fornisce l’aiutino per rendere i partner inseparabili. I pastai italiani forniscono sulla confezione e sui siti aziendali tutte le indicazioni su come valorizzare al meglio il formato con la cottura. Per esempio, mantecando in padella con un cucchiaio di acqua di cottura o un filo d’olio per fare l’emulsione. O scegliendo il metodo di cottura più adatto, come la cottura risottata per legare i sughi più liquidi ai formati più lisci (per esempio gli spaghetti aglio Olio e peperoncino), la finitura in padella delle linguine con le vongole per generare la cremina dalla parte più sottile delle “alette” e così via.

Secondo Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai di Unione Italiana Food, la pasta è una e molteplice. In Italia siamo i custodi della tradizione. Abbiamo le nostre preferenze ma non rinunciamo a cambiare le carte in tavola e sperimentazioni e stravolgimenti si richiamano, per affinità o contrasto o reinterpretazione, al nostro patrimonio alimentare. Proprio questa sua versatilità e la capacità di adattarsi a ingredienti diversi in combinazioni infinite fanno della pasta un alimento sempre contemporaneo e globale. Proprio per questo, accanto ai cinquecento formati attuali di pasta censiti, le aziende continuano a sviluppare per innovare l’architettura della pasta e andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori, con impegno e maestria, e con la speranza che in ogni parte del mondo tutti possano trovare la loro pasta preferita e l’abbinamento del cuore”.

ECCO COME ABBINARE I FORMATI DI PASTA PIÙ POPOLARI SECONDO I PASTAI DI UNIONE ITALIANA FOOD

PASTA LUNGA:

  • Bucatini: amatriciana, gricia, sughi strutturati con pomodoro e formaggi
  • Bavette: sughi semplici di pesce, pesto alla genovese
  • Capellini: minestre
  • Fusilli: con ragù alla napoletana, sughi di carne, ricotta
  • Lasagne: sughi ricchi di carne, formaggi e verdure
  • Maccheroncini: ragù alla napoletana, sughi di carne
  • Rigatoni: sughi corposi, ragù di carne, verdure, salsiccia, adatti anche a timballi al forno, con sughi di carne
  • Spaghetti: serviti asciutti, con filetto di pomodoro, sughi all’olio, sughi di pesce, carbonara
  • Ziti: serviti asciutti, in timballo o spezzati con ragù alla napoletana o sughi di carne

PASTA CORTA:

  • Conchiglie: con salsa di pomodoro, sughi semplici, sughi di carne
  • Farfalle: sughi semplici all’olio, paste fredde estive
  • Mezze maniche rigate: pomodoro fresco o sughi semplici al burro, carbonara
  • Orecchiette: cime di rapa, sughi al pomodoro e ricotta
  • Pasta mista: in brodo, brodo, minestroni, zuppe, la pasta e fagioli
  • Penne lisce: sughi leggeri di pesce e verdure, pasta fredda
  • Paccheri: ragù di pesce, sughi corposi di verdure
  • Trofie: lessate con fagiolini e patate e poi condite con il classico pesto alla genovese

 

5 RICETTE DELLE FESTE CON I FORMATI DI PASTA PIÙ AMATI

A CURA DELLO CHEF SIMONE RUGIATI

1.SPAGHETTONE CON CREMA DI RISO ALLO ZAFFERANO, PEPE SARAWAK, PANCETTA AFFUMICATA

Ingredienti - Riso 200 gr, Zafferano 2 bustine, Sale qb, Pepe sarawak qb, Spaghetti 400 gr, Pecorino 100 gr

Preparazione - Iniziamo dalla salsa di amido mettendo a bollire 200 gr di riso bianco nel doppio del suo peso di acqua. Dovrà cuocere 30 minuti e riposarne 5. È necessario che il riso sia sempre sommerso da almeno 3 cm di acqua, quindi dovrete aggiungerne alla dose indicata. Quando pronto scolatelo di modo da tenere l’acqua di cottura che a questo punto sarà diventata una crema semi trasparente e collosa, ossia l’amido del riso. Alla salsa di amido aggiungete lo zafferano, il pecorino e frullate tutto quando aggiustando di sale e pepe. Mettete a cuocere gli spaghetti e in ultimo cuocete la vostra pancetta a cubetti. Una volta pronta asciugate il grasso in eccesso. Mantecate la pasta insieme alla salsa e alla pancetta, servite in una fondina con un cucchiaio di salsa sul fondo e una grattugiata di pecorino.

2.SPAGHETTI AL “PESCE PERSO”

Ingredienti - Spaghetti 400 gr, 1 cucchiaio di olio evo, Peperoncino a piacere, ½ spicchio d’aglio, 4/5 capperi dissalati, 1 cipolla piccola, 3 filetti d’acciuga, 3 cucchiai di liquido dei pelati, 1 pelato privato dei semi, 3 olive nere, 1 cucchiaino di origano, 4 gocce di limone. Per il crumble: 1 fetta di pane vecchio grattugiato, 1 cucchiaino d’olio, 2 gocce di olio d’acciughe

Preparazione - In una padella, preparate il fondo di cottura con olio, peperoncino senza semi, aglio senza anima interna e tritato fino ed infine capperi dissalati e tritati finemente e i filetti d’acciuga. Fate cuocere lentamente, a fuoco basso, aggiungendo la cipolla rossa o cipollotto fresco tagliato fino. A questo punto, iniziate a bollire la pasta e a preparare il crumble di pane: basterà far saltare in padella il pane grattugiato per circa 2 minuti a fuoco medio/alto. Nel frattempo, preparate i pomodori pelati eliminando l’attaccatura al picciolo e tagliateli a fette, scartando i semi; con poca acqua del barattolo sfumate il fondo, aggiungete l’origano, le olive nere denocciolate, i filetti di pomodoro a crudo, delle gocce di succo di limone e buccia di limone, una parte del crumble di pane condito con olio e olio di acciughe e infine saltate la pasta. Disponete la restante parte del crumble on top.

3.PENNE ALLO SPADA CON PESTO DI PISTACCHI

Ingredienti - 320 g di penne, 120 g di pesto di pistacchi di bronte, 250 g di pesce spada, 100 g di ragusano grattugiato, 4 pomodori datterini, 1 arancia non trattata, 1/4 bicchiere di vino bianco, 1 spicchio di aglio, olio extravergine, sale, pepe

Preparazione - Schiacciare l’aglio, metterlo in una padella con un filo di olio extravergine, aggiungere i pomodori tagliati in 4 parti e stufare dolcemente il tutto. Tagliare il pesce spada a cubetti e metterlo nella padella: quando sarà ben rosolato, sfumare con il vino bianco e regolare di sale e pepe. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e tuffarla ancora al dente nella padella con la salsa. Terminare la cottura con l’acqua della pasta e completare il piatto con il pesto di pistacchi, il ragusano e un’abbondante grattugiata di buccia di arancia.

4.FUSILLI DI VERDURE

Ingredienti - Fusilli di farro o integrali 100 gr, 4 carciofi, 1 spicchio aglio, 1 scalogno, peperoncino qb, pecorino semi stagionato qb, sale e pepe, olio evo, vino bianco

Preparazione – Pulire i carciofi bagnandoli in acqua e limone e tagliarli in due, dopo aver tolto le foglie esterne e il fieno centrale. Mettere in padella lo scalogno a fiamma bassa con olio Evo ed eventuale peperoncino se gradito, e uno spicchio d’aglio tagliato in due o schiacciato. Alzare la fiamma e togliere l’aglio e il peperoncino. Cominciare a trifolare i carciofi, cominciando dalla parte delle foglie, tagliata più sottile, rosolandola e sfumandola con poco vino bianco e un po’ d’acqua per ammorbidirli. Spostare il tutto in un piatto e cominciare a saltare la base dei carciofi a dadini piccoli finché non diventano croccanti, unire sale e pepe e riunire l’altra parte di carciofi, unendo sempre un po’ d’acqua. Separatamente, cuocere i fusilli in acqua e scolarli all’interno del condimento, molto molto al dente, in modo da far assorbire tutto il condimento liquido all’interno della pasta. A questo punto, unire il pecorino semi stagionato per mantecare e il resto a scaglie sopra. A scelta, si può profumare con della buccia di limone.

Far andare in padella lo scalogno tagliato a fettine con l’olio evo, l’aglio e il peperoncino. Trifolare i carciofi e sfumare con il vino bianco. Aggiustare di sale e pepe. Saltare i fusilli in padella e mantecare con il pecorino. Profumare con la buccia di limone. 

5.MEZZAMANICA DI FARRO, CACIO, PEPE E CRUSCA

Ingredienti - Crusca Sohn 1 bustina a porzione, Mezzamanica di farro 400 gr, Pecorino 1 spicchio, Pepe qb. Per la salsa di amido cacio e pepe: riso 200 gr, acqua 400 gr, pecorino 100 gr

Preparazione

Iniziamo dalla salsa di amido cacio e pepe mettendo a bollire 200 gr di riso bianco nel doppio del suo peso di acqua. Dovrà cuocere 30 minuti e riposarne 5. È necessario che il riso sia sempre sommerso da almeno 3 cm di acqua, quindi dovrete aggiungerne alla dose indicata. Quando pronto scolatelo di modo da tenere l’acqua di cottura che a questo punto sarà diventata una crema semi trasparente e collosa, ossia l’amido del riso. Alla salsa di amido aggiungete il pecorino, il pepe e frullate tutto quando aggiustando di sale. Cuocete le vostre mezzemaniche, scolatele e saltatele con la salsa cacio e pepe, servite aggiungendo una generosa macinata di pepe, il pecorino grattugiato e la vostra Crusca Sohn.

Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha sottoscritto una convenzione con i rappresentanti delle associazioni e delle federazioni territoriali di donatori di sangue.

La firma è avvenuta al termine di una conferenza stampa alla quale, oltre al presidente Emiliano, hanno partecipato l’assessore regionale alla Salute Rocco Palese, il direttore del Dipartimento Promozione della Salute e del Benessere Animale Vito Montanaro e la dirigente del Servizio SGAT – Rap. Istit. e Capitale Umano S.S.R. Antonella Caroli.

A rappresentare il mondo dell’associazionismo sono intervenuti rappresentanti regionali di Croce Rossa Italiana, AVIS, FIDAS, Fratres, l’Associazione Donatori Sangue "Nicola Scarnera" e l’Associazione Salentina Donatori Sangue.

La nuova convenzione si basa sulla deliberazione n° 1559 del 13/11/2023 della Giunta regionale, che recepisce quanto stabilito dall’Accordo concernente la definizione di criteri e principi generali per la regolamentazione delle convenzioni tra regioni, province autonome e associazioni e federazioni di donatori di sangue, stipulato in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato- Regioni l’8 luglio 2021.

“Volevo cogliere l'occasione per ringraziare le migliaia e migliaia di volontari che all'interno delle associazioni che raccolgono sangue in Puglia” ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano “ perché ci danno un contributo essenziale, decisivo per la gestione di alcune malattie croniche, soprattutto per la gestione dell'emergenza. Senza le adeguate coperture di sacche di sangue non sarebbero possibili una serie di attività chirurgiche che vengono assicurate da questo lavoro quotidiano, che non va mai in vacanza perché purtroppo le malattie e le necessità di sangue non hanno tregua neanche d'estate o durante le feste di Natale”. “Da parte della Regione di tutti i pugliesi c’è gratitudine verso chi ha impegnato la propria vita nella raccolta di sangue” ha aggiunto il presidente Emiliano, “questo ulteriore protocollo migliorerà l'organizzazione dei servizi, invito tutte le ASL della Puglia nel dare alle associazioni quel sostegno che poi si trasforma in risultati migliori nella raccolta del sangue. Bisogna  incoraggiare con una cura particolare, che mi auguro si riesca sempre a dare ad ogni volontario e ad ogni associazione".

L’assessore regionale alla Salute Rocco Palese ha commentato: "È importante attuare questa sottoscrizione con tutte le associazioni di volontariato della regione perché la donazione di sangue significa donare vita ad altre persone che hanno estremo bisogno. Penso che ci sia anche un grande messaggio di cultura della donazione in un contesto di solidarietà in tema con la festa natalizia. Il mio ringraziamento va al costante impegno dei volontari delle associazioni, sempre in prima linea quando vengono chiamati nelle emergenze. Fa piacere che la Regione oggi dia questo segnale istituzionale molto importante, intendiamo valorizzare al massimo questo impegno e questo accordo".

Concorde il direttore del Dipartimento Promozione della Salute e del Benessere Animale Vito Montanaro: "Oggi è una giornata in cui celebriamo un ennesimo passo verso l'umanizzazione del rapporto con i nostri cittadini e con i nostri ammalati. Sottoscrivere una convenzione con le associazioni di donatori di sangue per noi è un motivo di grande orgoglio perché consente di poter raccontare a tutti che continua la tradizione del rapporto eccellente con queste organizzazioni. Dobbiamo continuare su questa linea, dobbiamo  incrementare il numero delle donazioni soprattutto di plasma. La Regione Puglia, come tante altre regioni, ha una convenzione con un'azienda che ha il compito di lavorare le sacche di plasma dall'intero territorio regionale per ottenere dei plasmaderivati che, comprati sul mercato, determinerebbero una spesa davvero molto rilevante per il bilancio. Per noi è un motivo di grande soddisfazione, anche perché i derivati del plasma consentono di curare patologie molto problematiche e in alcuni casi rare, così come spesso è anche molto problematico reperire il farmaco plasmaderivato sul mercato".

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“Spinnaker”, l’operazione contro l’attività illegale della pesca della Guardia…

in Notizie Gargano by Redazione
La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero…
Dic 22, 2023 814

Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 634

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 690

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 659

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 487

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 761

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 587

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 594

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 651

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 502

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

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