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La Polizia di Stato di Foggia nell’anno 2023, nell’ambito della pianificazione e predisposizione di specifici servizi volti alla tutela dell’ordine e la sicurezza pubblica, all’elevazione della sicurezza percepita, alla deflazione di criticità connesse alla consumazione di reati predatori e forme di illegalità diffusa, ha emanato circa 2.000 ordinanze questorili.

Nello specifico, sono stati disciplinati con ordinanza circa 200 servizi volti a garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive in Foggia e provincia.

Sono stati effettuati 384 servizi interforze di controllo straordinario del territorio in “Piazza Mercato” a Foggia e “Movida” a Foggia, Manfredonia, San Severo, Cerignola e Lucera. Tali servizi sono mirati a rafforzare i controlli in aree a diffusa vocazione aggregativa di giovani, con un focus specifico in quella “Piazza Mercato”, soprattutto a seguito delle criticità occasionatesi presso il citato comprensorio. Le attività hanno come ulteriore finalità il contrasto ogni forma di illegalità, con l’identificazione di soggetti ritenuti d’interesse, al contrasto di forme di piccolo spaccio, anche mediante attività di polizia giudiziaria ed attività operativa mediante l’effettuazione di ispezioni e perquisizioni personali. I controlli vengono estesi anche alle autovetture e ai ciclomotori in transito al fine di verificare la regolarità delle prescrizioni amministrative connesse alla tenuta degli stessi e all’utilizzo del casco, elevando sanzioni al C.d.S ove le circostanze lo richiedano.

Con la stessa finalità sono stati effettuati circa 100 servizi presso le zone “Quartiere Ferrovia”, “Candelaro”, “Carmine Vecchio” e “Centro storico”.

Invece, in totale 96 servizi “Ad Alto Impatto” sono stati effettuati nei comuni di Foggia, Cerignola, San Severo e Manfredonia.

 ANDAMENTO DELLA DELITTUOSITA’

REATI PIU’ SIGNIFICATIVI

2022

2023

VARIAZIONE PERCENTUALE

 

ATTENTATI

2

1

-50%

OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI

16

9

-43,7%

TENTATI OMICIDI

13

20

+53,8%

OMICIDIO PRETERINTENZIONALE

1

0

-100%

OMICIDI COLPOSI

24

32

+33,3%

LESIONI DOLOSE

739

685

-7,3%

PERCOSSE

130

152

+16,9%

MINACCE

944

878

-6,9%

 VIOLENZE SESSUALI

51

41

-19,6%

 FURTI

9937

9474

-4,6%

 RICETTAZIONE

262

191

-27,1%

 RAPINE

247

191

-22,6%

ESTORSIONI

159

143

-10%

USURA

4

6

+50%

SEQUESTRI DI PERSONA

18

8

-55,5%

TRUFFE E FRODI INFORMATICHE

2072

2056

-0,7%

DELITTI INFORMATICI

212

157

-25,9%

TOTALE DELITTI            

22805

21398

-6,1%

Dal confronto dei dati contenuti nella tabella suesposta, emerge un visibile decremento dei reati nel totale generale, con una inflessione importante per il reato di omicidio volontario che subisce un decremento del 43,7%; anche i reati di rapina e ricettazione scendono rispettivamente del 23,7% e 28,1%; scendono anche i delitti informatici del 23,6%.

2023

PERSONE ARRESTATE

406

PERSONE DENUNCIATE

1485

FURTI E RAPINE FOGGIA E PROVINCIA

 

2022 

 2023

                    

FURTI

9937

9474

-4,6%

RAPINE

247

191

-22,6%

FURTI E RAPINE FOGGIA

 

2022 

 2023

 

FURTI

4099

3353

-18,2%

RAPINE

93

82

-11,8%

ATTIVITA’ DIVISIONE ANTICRIMINE 2023

Sorveglianze speciali

30

di cui  per violenza domestica

4

misure patrimoniali

1

fogli di via obbligatori                       

9

avvisi orali

91

daspo

52

dacur 

17

ammonimenti

28

Nell’ambito delle più ampie attività volte al ripristino della legalità, sono state effettuate confische di beni di cui è stata consentita l’appropriazione: n. 1 Stornara – n. 1 San Severo – n. 1 Lucera;

sono stati effettuati n. 45 escomi di abitazioni occupate abusivamente di cui 32 a Foggia, 5 a San Severo e 8 a Manfredonia;

sono stati eseguiti nel comune di San Severo n. 80 sequestri preventivi di immobili realizzati abusivamente, disposti dal Gip presso il Tribunale di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica.

ATTIVITA’ DI POLIZIA AMMINISTRATIVA, SOCIALE E DELL’IMMIGRAZIONE 2023

Autorizzazioni per punti gioco e scommesse ai sensi dell’ art.88 T.U.L.P.S.

rilasci

64

Passaporti

rilasci

14.932

Licenze porto di fucile

uso caccia

402

Uso sportivo

378

ATTIVITA’ UFFICIO IMMIGRAZIONE 2023

Permessi di soggiorno rilasciati

9.356

Espulsioni

112

Rimpatri

45

Ordini del Questore a lasciare il territorio nazionale

112

ATTIVITA’ DI POLIZIA GIUDIZIARIA PIU’ SIGNIFICATIVE

FOGGIA

1)       18.01.2023 personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, traeva in arresto un massimo esponente della batteria “Sinesi-Francavilla”, colto nella flagranza dei reati di porto abusivo in luogo pubblico di armi comuni da sparo e relativo munizionamento, porto di oggetti ad offendere, ricettazione e inosservanza degli obblighi imposti dalla Sorveglianza Speciale, cui era sottoposto;

2)            20.01.2023 personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, traeva in arresto un giovane 23enne, colto nella flagranza dei reati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e di detenzione illegale di materiale esplodente, trovato in possesso di grammi 18,3 di cocaina, grammi 12 circa di marijuana e grammi 32,1 di hashish e 2 ordigni artigianali improvvisati non omologati (c.d. bombe carta);

3)            30.01.2023 personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia,  all’esito di un mirato servizio volto al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, traeva in arresto un giovane 20enne, colto nella flagranza del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, in possesso di circa 4,5 kg di hashish;

4)            06.02.2023 personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, eseguiva un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di due coniugi, presunti responsabili del reato di detenzione ai fini della cessione di sostanze stupefacenti in concorso, per avere, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, illecitamente detenuto, al di fuori dei casi consentiti per uso personale, ed effettivamente venduto o comunque ceduto a terzi, sostanza stupefacente, del tipo cocaina, con un ricavo stimato di oltre 83.000,00 Euro;

5)             31.03.2023 personale della locale Squadra Mobile dava esecuzione all’ ordinanza di applicazione delle misure cautelari di cui due in carcere e una degli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti, presunti responsabili, in concorso, dei delitti di detenzione illegale di armi e ricettazione. I gravi indizi di colpevolezza a loro carico sono emersi nel corso delle attività svolte dagli investigatori a seguito dell'omicidio di SCROCCO Alessandro avvenuto in data 17.5.2022. Nel corso dell'esecuzione, presso l'abitazione e nella disponibilità di uno dei soggetti coinvolti, veniva rinvenuta una pistola Walthe PPK cal. 7,65, con matricola abrasa e munita di 6 cartucce, di cui una in canna;

6)            17.05.2023 personale della Squadra Mobile traeva in arresto un uomo di 43 anni, colto nella flagranza dei reati di detenzione, porto illegale d’arma da fuoco e lesioni personali aggravate. In particolare, il soggetto si trovava all’interno di un bar del centro cittadino che trasmetteva in diretta l’incontro calcistico di Champions League Inter-Milan quando, a seguito di una discussione per futili motivi, avrebbe attinto con colpi d’arma da fuoco un altro soggetto, ferendolo alla gamba sinistra. Le immediate indagini espletate dagli investigatori, consentivano di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del soggetto in ordine ai reati contestati;

7)             05.06.2023 personale della locale Squadra Mobile eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal  G.I.P. del Tribunale di Bari a carico di un soggetto classe ’71, elemento apicale del clan “Gaeta” e intraneo alla batteria foggiana “Moretti-Pellegrino-Lanza” e  di un altro soggetto classe ’86, già detenuto per altra causa, per concorso in tentato duplice omicidio ai danni di Di Bari Alessio e Stanchi Ciro, quest’ultimo intraneo alla batteria “ Sinesi-Francavilla”, avvenuto il 30.09.2020;

8)            22.06.2023 personale della locale Squadra Mobile traeva in arresto un uomo di 32 anni per i reati di detenzione e porto illegale di arma clandestina, ricettazione e spari in luogo pubblico, poiché esplodeva colpi d’arma da fuoco in viale Kennedy all’indirizzo di altri due soggetti, rimasti illesi;

9)            26.06.2023 personale della locale Squadra Mobile traeva in arresto due giovani di 21 e 25 anni, colti nella flagranza dei reati di sequestro di persona e lesioni personali, perpetrati nei confronti di un altro ragazzo;

10)         04.07.2023 il personale della Squadra Mobile eseguiva un’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico di un uomo di trentasei anni, emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, su richiesta dalla locale Procura, sottoposto alle indagini preliminari con riferimento  al delitto di estorsione ai danni del titolare di un attività commerciale;

11)          10.07.2023 personale della locale Squadra Mobile dava esecuzione a 17 ordini di carcerazione a seguito di condanna definitiva nell’operazione “Decima Azione” del 30.11. 2018, coordinata dalla D.D.A. di Bari;

12)         13.07.2023 personale appartenente alla locale Squadra Mobile dava esecuzione all'ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere per i reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo e porto in luogo pubblico nei confronti di due giovani 20enni. I provvedimenti scaturivano a seguito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia nonché quella presso il Tribunale dei Minorenni di Bari.

13)         26.07.2023 personale della Squadra Mobile eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di 3 soggetti 20enni e un’ordinanza di custodia cautelare in IPM , emessa dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, nei confronti di due minorenni, in relazione ai reati di tentato omicidio e rapina, aggravati da motivi abietti e dalla crudeltà, perpetrati ai danni di un ragazzo marocchino. Tale misura è stata richiesta dalle rispettive Procure della Repubblica, che hanno coordinato l’attività d’indagine avviata dalla Squadra Mobile a seguito dell’aggressione e della rapina perpetrate ai danni del cittadino marocchino, in data  24 giugno 2023 in Piazza Mercato a Foggia, luogo della movida foggiana. I destinatari dell’ordinanza venivano  sottoposti altresì alla misura di prevenzione del Dacur;

14)         15.09.2023 personale della locale Squadra Mobile, procedeva all’arresto in flagranza di reato di un giovane 20enne, sottoposto alle indagini preliminari in relazione al reato di tentato omicidio;

15)         25.09.2023 a seguito di tempestive indagini esperite dalla locale Squadra Mobile, veniva eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Foggia, ne confronti di cinque soggetti indagati, in concorso, per i danni causati ad un Sovrintendente della Polizia di Stato;

16)         24.10.2023 all’esito di una articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, la locale Squadra Mobile dava esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo in relazione al reato di tentata estorsione ai danni di un altro soggetto, volontario della protezione civile di Apricena, incaricato di effettuare il servizio di trasporto pazienti dagli OO.RR di Foggia ad Apricena.

17)         26.10.2023 a seguito di perquisizione ex. art. 41 del T.U.L.P.S nell’abitazione di un soggetto veniva rinvenuta una pistola S.B.F cal. 6,35 con matricola abrasa e nell’abitazione di un altro  una pistola marca “Bernardelli” cal. 6,35 con matricola abrasa e sette proiettili( di cui uno incamerato). Si rappresenta che in data 14 u.s il soggetto aveva subito un agguato a colpi di arma da fuoco nel corso del quale veniva attinto alla spalla sinistra.

18)        26.10.2023 personale della Squadra Mobile treva in arresto due soggetti, in quanto a seguito di perquisizione domiciliare venivano rinvenuti e sequestrati ingenti quantitativi di sostanza stupefacente ossia 10 involucri di cocaina per un peso di Kg. 3,5  circa, 15 involucri di eroina per un peso di Kg 7,3 kg., 17 kg. di codeina, 12,6 kg. di kobret (eroina di scarto), circa 50.000 euro in contanti, manoscritti di contabilità,  due presse idrauliche e materiale per il confezionamento.

19)         26.10.2023 personale della Squadra Mobile in esecuzione ad O.C.C emessa dal Tribunale di Foggia traeva in arresto quattro persone foggiane tra cui due fratelli avvocati, indagati per falso ideologico e  materiale e truffe in danno di assicurazioni. Contestualmente veniva sottoposto ad obbligo di presentazione alla P.G un altro soggetto per i medesimi reti.

20)       30.10.2023 in esecuzione di O.C.C, personale della locale Squadra Mobile procedeva all’arresto di un uomo, quale presunto autore del tentato omicidio del occorso nelle sere precedenti. Si rappresenta che in data 25.10.2023 personale della squadra mobile a seguito di due perquisizioni personali ex. art. 41 del T.U.L.P.S a carico di due soggetti, consentivano di rinvenire nelle rispettive abitazioni due armi illegalmente detenute e pertanto venivano tratti in arresto.

21)         In data 14.11.2023 personale della squadra mobile dava esecuzione a O.C.C della D.D.A di Bari nei confronti di quattro soggetti  indagati di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso in danno di imprenditori foggiani;

22)         16.12.2023 personale della Squadra Mobile e dell’Arma Carabinieri dava esecuzione ad una ordinanza emessa dal Tribunale di Foggia, su Proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 4 persone indagate per i reati di usura ed estorsione aggravata. L’ordinanza scaturiva da una articolata indagine a seguito di una denuncia sporta da una vittima di estorsione, che aveva chiesto in prestito la somma di euro 1000, il quale a sua volta ne pretendeva la restituzione di euro 7.000

SAN SEVERO

1)             03.03.23 Personale della locale Squadra Mobile, nell’ambito di mirati servizi spaccio di stupefacente nel comune di San Severo, traeva in arresto 3 soggetti in relazione al reato di  detenzione ai fini di spaccio dì sostanza stupefacente. Nella circostanza veniva smantellata una fiorente attività di spaccio organizzata all’interno di un manufatto abusivo adibito a saletta di spaccio e coffee shop sito in piazzale San Bernardino.

2)            29.03.23 a conclusione di una complessa ed articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, personale della locale Squadra Mobile dava esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. Durante l'esecuzione sono state altresì effettuate perquisizioni domiciliari estese ad alcuni box abusivi nel quartiere San Bernardino. In particolare, nel soffitto dell'abitazione di un soggetto venivano rinvenuti numerosi involucri, sapientemente occultati, contenenti munizioni e armi, anche da guerra, perfettamente funzionanti e con le matricole abrase. Nel corso dell’operazione si procedeva a sequestro di un vero e proprio arsenale costituito da: una Mitragliatrice Uzi,  dotata di due caricatori e di silenziatore; una Mitragliatrice Skorpio  dotata di due caricatori; due Revolver cal. 357 magnum con matricola abrasa; una pistola semiautomatica, munita di caricatore; una pistola semiautomatica Beretta con matricola punzonata, munita di 2 caricatori; un silenziatore e numerose cartucce. Oltre al provvedimento restrittivo, uno degli indagati veniva tratto in arresto, colto nella flagranza del reato di detenzione illegale di armi e munizioni, anche da guerra, e ricettazione.

3)            29.06.23 personale della locale Squadra Mobile dava esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Foggia in relazione a 21 immobili abusivi realizzati nel rione popolare San Berardino nel Comune di San Severo. Tale provvedimento scaturisce dalla attività investigativa che aveva dato origine alla operazione  denominata Troy e Troy2, conclusesi rispettivamente in data 10 ottobre e 23 novembre 2022, durante la quale furono accertate numerosissime violazioni del reato di detenzione ai fini di spaccio di rilevanti quantitativi di sostanza stupefacente con il conseguente arresto di diverse decine di soggetti.

4)            18.07.23  personale della Squadra Mobile, in collaborazione con la Polizia Locale di San Severo, i Reparti Prevenzione Crimine, il Reparto Volo, il Reparto Mobile, una unità cinofili antidroga e antiesplosivo e un team artificieri, davano esecuzione al Decreto di Sequestro Preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Foggia, su richiesta dalla locale Procura, in relazione a 16 manufatti abusivi realizzati nel Rione popolare San Bernardino del comune di San Severo (FG). Il provvedimento scaturisce da un'ampia attività investigativa, svolta in collaborazione con il Comando Polizia Locale di San Severo, a carico di 13 soggetti indagati per i reati di occupazione abusiva e abuso edilizio.

Si precisa che predetta operazione fa seguito alla nota attività investigativa che ha dato origine alle operazioni denominate Troy e Troy 2.

5)             1.08.2023 all'esito di un'articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia veniva eseguito il terzo decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Foggia, in relazione a 5 immobili abusivi realizzati nel Rione popolare San Bernardino. Il provvedimento, che scaturiva da una più ampia attività investigativa — svolta in collaborazione con il Comando Polizia Locale di San Severo, ha come destinatari i 7 soggetti  indagati per i reati di occupazione abusiva e abuso edilizio. Si precisa che predetta operazione fa seguito alla nota attività investigativa che ha dato origine alle operazioni antidroga denominate Troy e Troy 2, conclusesi rispettivamente in data 10 ottobre e 23 novembre 2022.

6)            06.10.2023 personale della locale Squadra Mobile, all’esito di una articolata indagine, in esecuzione alla ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, su proposta della Procura della Repubblica, eseguiva un decreto di sequestro preventivo nei confronti di nr. 18 indagati in relazione a 26 immobili abusivi realizzati nel rione Popolare San Bernardino. Nel corso delle operazioni all’interno di un box sono state rinvenute e sequestrate circa 100 cartucce inesplose cal. 357 magnum oltre ad un ordigno manufatto artigianale comprensivo di miccia ed innesco dalle potenzialità offensive micidiali, due moto oggetto di furto ed uno scooterone con telaio abraso.

7)             15.11.2023 personale della locale Squadra Mobile in esecuzione del decreto di sequestro preventivo del Tribunale di Foggia, procedeva nei confronti di 10 indagati,  per violazioni della legge in materia di stupefacenti,  al sequestro di nr. 12 immobili abusivi realizzati nel rione popolare “San Bernardino”. Il provvedimento rappresenta un ulteriore step di sequestri a seguito di indagini per occupazione abusiva e abuso edilizio nell’ambito del filone di inchiesta “Troy” e “Troy 2” portate a termine dalla Polizia di Stato con numerosi arresti per il reato di cessione di sostanze stupefacenti perpetrati nel quartiere ”San Bernardino”.

8)            OPERAZIONE “NEW GENERATION” 06.12.2023 personale del  Commissariato di P.S di San Severo e della Squadra Mobile dava esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa del Tribunale di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 15 soggetti di cui 4 in carcere e nr. 11 agli arresti domiciliari per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le indagini avviate all’inizio del 2022 e conclusesi nel mese di luglio dello stesso anno, sono scaturite da un accurato monitoraggio posto in essere da personale del Commissariato di P.S di San Severo nei confronti di soggetti dediti all’acquisto ed alla cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana nei territori di San Severo e Torremaggiore.

CERIGNOLA

1)          18.01.23 personale della Squadra Mobile e personale del Commissariato P.S. di Cerignola procedeva alla esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 soggetti, gravemente indiziati per il reato di violenza sessuale di gruppo aggravata e cessione di sostanza stupefacente avvenuta in Cerignola il 22.10.2022 ai danni di una minore di anni tredici.

2)            24.5.23 personale della Squadra Mobile di Foggia e personale del Commissariato di P.S. di Cerignola, davano esecuzione al decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, a carico di un 36enne e un37enne, gravemente indiziati per i reati di tentato omicidio, detenzione illegale di arma comune da sparo e porto in luogo pubblico.

3)          20.11.2023 personale della Squadra Mobile, in collaborazione con il personale del Commissariato P.S di Cerignola procedeva al controllo di un’autovettura, durante il quale nel cruscotto adiacente al sedile del passeggero veniva rinvenuta una pistola scacciacani modello 92 cal. 6.35 modificata, al fine di poter esplodere proiettili reali cal. 6.35. Pertanto il conducente veniva tratto in arresto, colto nella flagranza del reato di detenzione di arma clandestina, ricettazione e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale.

Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza n. 55/2023 ordina:

1) La regolamentazione del traffico in maniera alternata, disciplinato da movieri, con l’apposizione di opportuna segnaletica, per l’esecuzione dei lavori sul metanodotto esistente denominato “Allacciamento Lat. Meridionale Lucera” DN80 (3”) P=64bar di proprietà di Snam Rete Gas, sulla Strada Provinciale n. 5 al km 1+095;

2) La presente Ordinanza entra in vigore dal 19/12/2023 e resterà valida fino al giorno 15/01/2024.

I Comuni di Zapponeta (Capofila), Rignano Garganico e Candela sono orgogliosi di annunciare che il loro progetto congiunto "Daunia in bici" è stato finanziato dal bando del Ministero del Turismo a valere sul fondo “piccoli comuni a vocazione turistica”, classificandosi ai primissimi posti di una graduatoria nazionale che conta la presenza di quasi 400 iniziative progettuali. 
 
Daunia in Bici, risultato l’unico progetto approvato nell’intera Puglia, con un finanziamento complessivo di €1.209.000 nell'arco di 3 anni, si propone di trasformare le aree interessate in una destinazione cicloturistica e permetterà di valorizzare un itinerario che mette in collegamento Gargano e Monti Dauni.
 
L'iniziativa mira a sviluppare infrastrutture ciclabili di qualità, includendo la creazione di velostazioni, punti di ricarica per e-bike, itinerari video, tracce GPS per percorsi ciclistici, nonché l'organizzazione di eventi sportivi e turistici collaterali.
 
L'area di progetto è un crocevia per ciclabili di rilevanza regionale e nazionale, includendo tratti delle Ciclovie Adriatiche, della Valle dell’Ofanto e delle Ciclovie degli Appennini e Francigena, posizionando così questi tre comuni come un punto di incontro per gli amanti del cicloturismo provenienti da diverse direzioni.
 
Un elemento chiave del successo di "Daunia in bici" è stata la collaborazione con diverse associazioni, imprese e enti locali che hanno condiviso la visione e la passione per un turismo sostenibile. Partner come Associazione Biciamici FIAB Foggia, Confagricoltura Foggia, Legambiente circolo Lo Sperone, Aps Candela Promozione, Isola che non c’è Onlus e Anspi San Clemente, hanno dimostrato un forte interesse e impegno verso la realizzazione di questo progetto. Per il sindaco di Zapponeta Vincenzo Riontino ”essersi classificati ai primi posti di un avviso pubblico così partecipato ci rende particolarmente orgogliosi e rappresenta il riconoscimento dell’innovatività e della vision strategica del progetto”. Per Luigi di Fiore sindaco di Rignano Garganico “abbiamo accolto con grande entusiasmo questa notizia, un progetto che da valore alla sinergia e alle collaborazioni territoriali e che si inserisce in un piano organico di sviluppo turistico-culturale per Rignano”. Grande soddisfazione anche per Nicola Gatta sindaco di Candela “diversificare, destagionalizzare, allungare le presenze turistiche oltre il periodo Natalizio, questi i nostri obiettivi e le nostre attese da questa iniziativa”.

Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, FlixBus rafforza i collegamenti con la provincia di Foggia e la Puglia, per agevolare il ritorno in famiglia – e il successivo rientro nella città di domicilio – di chi studia o lavora fuori regione. Questo incremento interesserà soprattutto le rotte attive fra la Puglia e le grandi città del centro e nord Italia, e avrà inizio in questi giorni.

Oggi, in provincia di Foggia, FlixBus collega, oltre al capoluogo, anche San Severo, San Giovanni Rotondo, Manfredonia e Candela, garantendo un servizio continuativo di mobilità con alcune delle principali città italiane. In tutto, sono 37 le destinazioni collegate da FlixBus sull’intero territorio pugliese: di queste, 10 (il 27% del totale) contano meno di 20.000 abitanti.

Per Foggia e San Severo partiranno, settimanalmente, fino a 25 corse dirette da Roma, 17 da Bologna e 12 da Milano, a cui si aggiungono le 10 corse settimanali in partenza da Napoli. Anche chi lavora o studia in città come Siena o Perugia potrà tornare in famiglia senza bisogno di cambiare, in alcuni casi in notturna, imbarcandosi la sera e arrivando in città la mattina.

Inoltre, grazie alla rete internazionale di FlixBus, anche chi studia o lavora in Germania potrà fare rientro in famiglia, partendo da città come Monaco di Baviera, Francoforte o Stoccarda.

Chi deve raggiungere Manfredonia e San Giovanni Rotondo potrà partire da Roma e Pescara fino a 13 volte a settimana. Infine, anche Candela sarà raggiungibile da Roma 5 volte a settimana.

Tutte le tratte sono in vendita sul sito www.flixbus.it, tramite l’app FlixBus e nei punti vendita sul territorio.

Anche nel 2024, la provincia di Foggia potrà beneficiare dell’accordo tra FlixBus e la Via Francigena

FlixBus e l’Associazione Europea delle Vie Francigene hanno rinnovato l’accordo per il 2024: anche l’anno prossimo, chi percorrerà la via di pellegrinaggio più antica d’Europa potrà viaggiare sugli autobus di FlixBus a tariffe agevolate per spostarsi fra le tappe, arrivare alla tappa di partenza o tornare a casa alla fine del viaggio.

Il rinnovo dell’accordo coinvolge anche le tappe della provincia di Foggia in cui la Via Francigena interseca la rete di FlixBus: San Severo, Manfredonia, San Giovanni Rotondo e Candela. Incentivando la scoperta della Puglia a passo lento, FlixBus e l’Associazione mirano a supportare l’affermazione, sul territorio, di un approccio al viaggio più consapevole e immersivo.

Da un lato, percorrendo a piedi la Via Francigena nel Foggiano, i viaggiatori avranno la possibilità di stabilire un contatto più intimo e profondo con le comunità che incontrano lungo il proprio itinerario. Il viaggio diventa così un’esperienza concreta dei luoghi, in cui chi viaggia rinuncia a dettare i propri ritmi e le proprie esigenze in favore di un’attitudine più aperta.

Dall’altro, la scelta di raggiungere il territorio con un autobus FlixBus anziché con la propria auto consentirà loro di diminuire significativamente l’impatto ambientale del proprio viaggio[1], nonché di contribuire alla riduzione del traffico e al decongestionamento stradale. La cura per il territorio si esprime, in questo modo, anche come attenzione per l’ambiente.

I «viaggiatori del cuore» che tornano a casa: un’indagine fa luce su un nuovo tipo di passeggero

Secondo lo studio Cosa ci spinge a viaggiare, commissionato da FlixBus alla società di ricerche Squadrati nel 2023, nel post-pandemia 1 persona su 4 viaggia per motivi di affetto, attribuendo un'importanza fondamentale alla famiglia e alle amicizie. Lo studio classifica questa categoria come «viaggiatori del cuore», analizzandone il profilo e le abitudini. Tra le considerazioni che emergono da questa analisi, una riguarda la tendenza, fra molte delle persone appartenenti a questa categoria (il 26% del totale), a prediligere il periodo natalizio per mettersi in viaggio.

L’importanza degli affetti è sempre più centrale all’indomani del periodo pandemico: per gran parte delle persone, infatti, oggi viaggiare significa «ritrovare il proprio benessere» (come dichiarato dal 47% del campione intervistato, contro il 36% del pre-pandemia) e «stare con le persone a cui si vuole bene» (come dichiarato dal 34% del campione, contro il 23% del pre-pandemia).

Prendersi cura della memoria, recuperarla e consegnarla alle nuove generazioni diventa sempre più importante. Perché la memoria non solo è utile per capire il passato e sistematizzare il presente, ma rende chiaro anche il futuro.

È da questa consapevolezza che parte la seconda vita di MAD - Memorie Audiovisive della Daunia, l’archivio digitale fondato da Luciano Toriello - che raccoglie documenti audiovisivi relativi alla storia e alle tradizioni etno-antropologiche del territorio della Daunia dal secondo ’900 ad oggi - risultato tra gli Organismi Culturali e Creativi aggiudicatari di un finanziamento dell’Unione europea-Next Generation EU, nell’ambito del progetto TOCC-Transizione digitale del PNRR. Grazie a questo progetto MAD, che è l’archivio più grande dell’audiovisivo in Puglia, continuerà a crescere con la digitalizzazione e la catalogazione di nuovi fondi, cui farà seguito la messa on line di una digital library.

A raccontare la visione del progetto durante l’incontro intitolato “Custodire l’immateriale”, svoltosi giovedì 30 novembre al Cineteatro dell’Opera di Lucera e moderato da Felice Sblendorio, è stato proprio Luciano Toriello partendo dalla genesi di MAD. «L’idea di creare un archivio audiovisivo nasce nel 2018 in collaborazione con Annalisa Mentana e grazie al sostegno del bando "PIN - Pugliesi Innovativi" della Regione Puglia. In questi anni abbiamo ricevuto numerose donazioni di materiale da parte di tv locali e studiosi, che ci ha permesso di raggiungere circa 15mila ore di girato su nastro, che racconta la provincia di Foggia dal dopoguerra ai primi anni del secolo in corso. Ora con le politiche europee che mettono al centro la digitalizzazione degli archivi abbiamo la possibilità di ampliare il nostro lavoro, acquisendo nuovi fondi e creando l’archivio di famiglia, materiale in super 8 girato anche in maniera amatoriale ma che ci restituisce usi e costumi della nostra terra in maniera autentica. Tutto questo materiale sta avendo una seconda possibilità perché negli anni è stato usato in varie produzioni per la creazione di nuovi documentari».
A sottolineare la validità del lavoro svolto da MAD e del “Custodire l’Immateriale” è stato anche il Direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia Aldo Patruno (intervenuto in video collegamento), ricordando che con la legge 17/2013 la Regione Puglia ha istituito il patrimonio culturale immateriale. «C’è un dato che la dice lunga su quanto sia importante l’oggetto di questo appuntamento ed è che nei capitoli del PNRR in cui è impostata la strategia culturale, i 3 assi principali sono i borghi, le architetture e i paesaggi rurali, la digitalizzazione degli archivi. Quindi la memoria come elemento identitario di questi aspetti del paesaggio culturale è al centro delle politiche e degli investimenti. Questo vuol dire che tutto quello che abbiamo fatto, in tempi non sospetti, ha un grande valore».
«Questo interesse dell’Europa e del PNRR per gli archivi è una cosa che mi fa molto felice perché ha un grande significato civile”, ha evidenziato la docente universitaria e antropologa Laura Marchetti, anche lei in collegamento video, che ha aggiunto: «Vuol dire che l’Europa vuole recuperare la propria memoria e consegnarla alle nuove generazioni. C’è questo interesse anche in Africa e in America Latina, perché le culture che sono state alla periferia della Storia sentono la necessità di riprendersi, attraverso gli archivi, l’identità dimenticata».
 
Durante la serata sono stati proiettati alcuni filmati, selezionati dal ricco archivio di documenti audiovisivi frutto di acquisizioni e donazioni da parte di emittenti televisive locali, associazioni culturali, enti religiosi e privati cittadini. Clip tratte dal “Fondo Aldo Genovese”, che raccoglie materiale audiovisivo riguardante la Comunità francoprovenzale di Faeto; dal “Fondo Opera San Giuseppe”, tra cui anche quelle della costruzione del Cineteatro dell’Opera; dal “Fondo Della Valle” con i primi turisti che si recano alle Isole Tremiti; brevi estratti da alcuni filmini di famiglia che fanno parte di fondi di privati di Lucera (tra cui il “Fondo Montepeloso”) e scene del matrimonio di Teresa e Pietro, genitori di Toriello.
«Quando ho ritrovato un super 8 con su scritto “Matrimonio Teresa e Pietro” e ho visto per la prima volta mia madre e mio padre da giovani in movimento, ho capito subito che poteva nascere un bellissimo progetto sullo sguardo e le emozioni delle persone che si rivedono in filmati di un tempo passato nella loro personale storia», ha raccontato Luciano. È nato così il nuovo archivio di famiglia (che ha già acquisito molti fondi di famiglie), con la convinzione che anche le piccole storie, le piccole memorie, possono raccontare qualcosa di universale.
 
L’evento “Custodire l’Immateriale”, che rientra nelle attività di promozione di Lucera candidata a Capitale Italiana della Cultura 2026, ha visto la presenza del Vicesindaco e Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Monte Sant’Angelo Rosa Palomba, in nome dell’ideale ponte tra Monte Sant'Angelo, Capitale pugliese della Cultura 2024, e Lucera che potrebbe raccoglierne l’eredità nel 2025.
«L’archivio MAD nasce a Lucera ma ha un legame forte con Monte Sant’Angelo, città che ha dato la possibilità a Luciano Toriello di fare molta ricerca attraverso diverse attività, dal festival “Mònde” agli incontri formativi con le scuole fino ad un docufilm sulla restanza. Quando ci siamo candidati a Capitale Italiana della Cultura Luciano è entrato nel comitato tecnico scientifico, perché riteniamo che sia una risorsa importante per Monte Sant’Angelo. Sarà lui a seguire la residenza cinema nel 2024», ha sottolineato Rosa Palomba.
 
«Il lavoro che fa MAD è straordinario perché prendersi cura della memoria è qualcosa di veramente importante», ha ribadito Alessandra Cataleta, che insieme a Fabio Mollo ha curato la regia di “Semidei”, film realizzato in occasione delle celebrazioni dedicate al 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. La proiezione del documentario, avvenuta dopo il dibattito su “Custodire l’Immateriale”, ha segnato l’inizio degli eventi della rassegna itinerante delle “Giornate degli Autori EXTRA in Puglia”, nata grazie all’accordo siglato tra la Società MAD e l’Associazione “Giornate degli Autori”.
All’incontro “Custodire l’Immateriale” sono intervenuti anche il sindaco di Faeto Michele Pavia, che ha raccontato il lavoro fatto da Toriello con “Matria” (ambientato a Faeto e dedicato all'isola linguistica francoprovenzale dei Monti Dauni) e Gianni Finizio, referente del fondo “Opera San Giuseppe”.
 
“Custodire l’immateriale” è un’iniziativa finanziata dall’Unione europea - Next Generation EU nell’ambito del PNRR TOCC - Transizione digitale.
La rassegna “Giornate degli Autori EXTRA in Puglia” in accordo con l’Ass. “Giornate degli Autori” rientra nelle iniziative di “Mònde - Festa del Cinema sui Cammini” ed è realizzata con il sostegno di Regione Puglia, Apulia Film Commission, Apulia Cinefestival Network 2023. In collaborazione con Comune di Lucera, Comune di Monte Sant’Angelo, Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, La Massarìa, ADTM.

L’arte nella sua molteplicità espressiva e comunicativa è anche espressione dell’anima, di ciò che si ha dentro e si vuol comunicare con il proprio estro, la propria identità e creatività.

Anche d’Identità di appartenenza, di quella resilienza che il tempo ha modificato ma che rimane nella primigenia capacità strutturale di una civiltà che oggi sente il bisogno di riportare alla luce.

Le opere di Michele Affatato rappresentano l’immaginifico mondo che fu e che ritorna, non solo nei suoi pensieri, con i suoi sogni. Sulle tele colori e materiali prendono corpo, animando l’irreale, quasi onirico, scenario dove Michele ha avuto i natali. Colori come fiori e libertà, sfumature come anime e angeli, riflessi come luci di un tempo che inesorabilmente scandisce l’esistenza di tutti noi, ciò che l’artista foggiano rappresenta nelle sue opere. Un’osmosi radicata nell’essere territoriale, aprendo anima cuore e intelletto alle platee che lo osservano.  Quadri che nel tempo hanno impreziosito muri di gallerie e palazzetti dell’arte, castelli, sale e, ora, anche palazzi e grattaceli rinomati che ospitano l’USA Tour Biennial 23/24 della Fondazione Effetto Arte.

 

MAffatato La libertà non ha prezzo 140x70 con stracci tinti in acrilico fosforescente su tela gran gallery NewYork 2023

[La libertà non ha prezzo]

Oltreoceano c’è un pezzo della nostra storia, della nostra arte contemporanea, ben rappresentata da Michele Affatato, in concorso con alcune opere, tra le quali "La libertà non ha prezzo" su tela gran gallery 140x70 cm. con applicazione di stracci tinti con acrilico fosforescente in concorso a New York, “Campo fiorito” acrilico su gran gallery 40x40 cm. concorso a Miami.

 

MAffatato Campo fiorito 40x40 acrilico su gran gallery Miami2023

[Campo fiorito]

L’Usa Tour Biennial si svolge in quattro città statunitensi, News York, Washington, Miami e Los Angeles, latitudini diverse per far spaziare ovunque la selezione artistica italiana in una Biennale dove l’operato della creatività di un selezionato numero di artisti rappresentano l’Italia negli States. Usa Tour è anche editoria, con la promozione di cataloghi, di video-esposizioni, vendita in ogni sede di fotolitografie artistiche tratte dalle opere degli artisti, dove si danno appuntamento migliaia di collezionisti e operatori d’arte. Tra le sue peculiarità si annovera l’originale esposizione delle opere scelte su grandi schermi a Broadway e Times Square, in quella Manhattan che offre tante possibilità. Usa Tour Biennial non è solo esposizione, perciò possibilità di farsi conoscere, è un concorso, con premi a tre zeri e riconoscenze e pubblicazioni.

Un ghiotto appuntamento che Michele Affatato umilmente ha saputo cogliere e soprattutto esser scelto per rappresentare l’Italia nella sua iconica identità e rappresentanza fattiva dell’arte, unica al mondo.

 

MAffatato USATourBiennial23 24 platea

 [Durante la presentazione all'USA Tour Biennial 23/24]

Michele Affatato è un autodidatta. Nella vita lavora (forse perché nella maggior parte dei casi di arte non si campa?) aiutando tante persone, per dovere, per bisogno, per piacere di farle star meglio, per un sorriso donato e a volte ricevuto. Ma è un artista e nel tempo libero crea le sue opere, che artisticamente sono figurative, con pennello e spatola esclusivamente con olio e senza schizzi preliminari: «Odio disegnare sulla tela bianca il soggetto». È anche scultore su legno. Nelle sue pluridecennali attività annovera mostre al Palazzetto dell'Arte di Foggia, in provincia, in regione e a livello nazionale. Ha partecipato a laboratori artistici di vario genere, a varie collettive, bi-personali e altrettante mostre personali. con sostanziali riconoscimenti, scritture e premi anche internazionali. Vittorio Sgarbi lo ha notato e nel 2021 lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori. Tra i premi più significativi ci son quelli del Premio Internazionale Città di New York e Città di Budapest, ambedue nel 2020, il Premio Internazionale Michelangelo, nel 2021, quello della Pro Biennale a Venezia, nel 2022, e sempre nello stesso anno alla Mostra Internazionale di Arte Contemporanea a Spoleto.

 [l'artista Michele Affatato]

MAffatato fra sacro e profano MSA ott2023

Con questa motivazione della Giuria, letta dalla professoressa Maria Teresa Rauzino, il saggio ha vinto il 2° premio al concorso "Tratturo Magno", svolto a Palazzo Dogana Foggia il 25 Novembre 2023.

«Michele Eugenio Di Carlo, nel suo saggio ‘Il dibattito di fine settecento lungo le vie erbose della transumanza’, dimostra una approfondita conoscenza degli eventi storici e delle tematiche inerenti l’argomento proposto. Si avvale di varie fonti documentarie e storiografiche, sviluppando una trattazione ricca, puntuale, coesa e originale. Ampia bibliografia»

Di seguito il saggio completo, a cura del prof. Michele Eugenio Di Carlo.

CENNI STORICI SULLA TRANSUMANZA

La transumanza dalle alture appenniniche centro-meridionali, lungo le larghe vie erbose rivolte verso il Tavoliere delle Puglie, richiedeva la migrazione stagionale forzata di greggi e pastori e ricorreva dai tempi della pastorizia arcaica.

I primi a regolare la transumanza, fissando una tassa regolamentata in base alle «Tavole censorie», furono i Romani. Infatti, lo scrittore romano Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.), nel manuale di agricoltura De re rustica, forniva informazioni essenziali sulla pratica della transumanza della sua epoca. Lungo il tratturo da Boiano a Benevento, scolpito su una lapide di uno degli ingressi alla città di Sepino, è tuttora visibile un rescritto, il De Grege ovarico1. L’Avvocato dei locati presso il tribunale della Regia Dogana, Domenico Maria Cimaglia, cita l'antico Vestigal romano2 relativo al passaggio del bestiame che dal Sannio andava a svernare nella piana di Puglia3. Crollato l’Impero Romano, le precarie condizioni di sicurezza nella conduzione di migliaia di animali per centinaia di chilometri, già rilevate dallo storico romano Tito Livio4, diventavano insostenibili, tanto da logorare l’economia legata alla pastorizia. Terminate le invasioni barbariche, i Normanni tentavano di risolvere i problemi legati al banditismo endemico prevedendo pene drastiche per coloro che attentavano alla sicurezza del bestiame lungo le vie della transumanza.

In un convegno svoltosi nel 1999 a Foggia, la studiosa Maria Rosaria Tritto5 rimarca il rinvenimento da parte di J.L.A. Huillard-Breholles delle costituzioni normanne nel Codice pubblicato a Melfi nel 1231 da Federico II di Svevia6. L’economia fiscale dei pascoli regi prosegue con gli Angioini, come accertato nel 1859 dall’economista napoletano Ludovico Bianchini, il quale menziona un editto del 24 gennaio 1334 concernente un tributo da pagare per il pascolo nel Tavoliere7. Prima dell’avvento degli Aragonesi, re Ladislao impone una tassa e, in seguito, la sorella Giovanna II precisa i limiti di affitto delle superfici a pascolo per conti e baroni con una lettera del 18 settembre 14298. Il passaggio dagli Angioini agli Aragonesi è segnato dalla confusione e dalla sottrazione dei pascoli fiscali, a cui pone rimedio Alfonso d'Aragona con la decisione presa nel 1442 di regolamentare la transumanza, ritenendo fiscalmente utile agevolare l’economia della pastorizia nei «deserti campi di Capitanata» dalla «dispersa ed estinta popolazione»9.

La Dogana della mena delle pecore viene costituita con un atto dell’agosto del 1447, affidando al nobile funzionario catalano Francesco Montluber il gravoso onere di fissare il complesso sistema di regole per permettere alle greggi di svernare nel Tavoliere passando attraverso pascoli feudali, comunali ed ecclesiastici, affrancando da violenze e abusi i pastori. I tratturi, le lunghe e larghe vie erbose per il passaggio degli animali, vengono acquisite da baroni, comuni ed enti ecclesiastici per il solo periodo autunno-invernale, lasciando libero il possesso o la proprietà per il restante periodo. Complessivamente vengono destinati al pascolo transumante circa 15 mila carra10. Cimaglia stima le terre censite a pascolo e indica i tre grandi territori acquistati al fine di consentire la sosta agli animali in attesa dell’assegnazione di una posta nel Tavoliere:

[...] il Fisco possiede in erbaggi fissi sicuri ed invariabili carra 12.667, versure 18, e carra 1216 versure 10 di erbaggi, che durano dal dì 29 Settembre, fino al dì 17 Gennajo [...] Oltre a questi erbaggi [...] furono dal Fisco acquistati vasti campi tra il fiume Sangro, e 'l Trigno, lungo le pianure bagnate dall'Adriatico, destinate all'interino soggiorno del bestiame maggiore, ed altre più vaste campagne tra 'l Trigno, e 'l Fortore di ugual uso per le pecore, o sia pel minuto armento. A tal uopo ancora acquistò la Corona i molti erbaggi pel monte Gargano, per le vaste colline di Andria, di Minervino, ed altri, [...]11.

Agevolata la pastorizia transumante, l'agricoltura del Tavoliere viene relegata a un ruolo del tutto secondario. Oltre ai pascoli già soggetti al regio demanio (“erbaggi ordinari”), al momento dell’istituzione della Dogana vengono aggiunti gli “erbaggi ordinari soliti” e, subito dopo, gli “erbaggi straordinari soliti o ristori” e gli “erbaggi insoliti”, pascoli privati requisiti dalla Dogana solo nelle annate in cui risultano insufficienti i pascoli fiscali12.

Ferrante (1458-1494), giunto al potere, opera al fine di liberare produzioni e commerci dal gioco feudale e recupera al Regio Demanio diversi territori sottoposti a giurisdizione feudale, provocando la Congiura dei Baroni (1485-1487). Al riguardo lo storico garganico Giuseppe Piemontese scrive:

[…] il re voleva attuare un'organica riforma dello Stato, i cui cardini erano la riduzione del potere baronale, lo sviluppo della vita economica e la promozione a classe dirigente dei nuovi imprenditori e mercanti napoletani, […] Tutto ciò nasceva, come vedremo, dalla progressiva infeudalità delle città, ché, allora, nel Regno di Napoli, su 1550 centri abitati, solo poco più di cento erano assegnati al regio demanio, cioè alle dirette dipendenze del re e della Corte, mentre tutti gli altri erano controllati dai baroni13.

Intanto, il Tavoliere viene diviso in ventitré aree denominate «locazioni» adibite al pascolo: Andria, Arignano, Camarda, Candelaro, Canosa, Casalnuovo, Castiglione, Cave, Cornito, Feudo d'Ascoli, Guardiola, Lesina, Ordona, Orta, Ponte Albanito, Procìna, San Giuliano, Sant'Andrea, Salpi, Salsola, Tressanti, Trinità, Valle Cannella. A queste locazioni, come chiarisce Michele Magno, vengono aggiunte quelle di San Iacovo, Lamaciprana, San Chirico, Fontanella, Versentino, Farano, Correa Grande, Correa Piccola, Siponto, Stornara, Stornarella, Quarto delli Turri, San Giovanni in Fonte, Quarto San Giovanni, Canne, Gaudiano, Parasacco, Alvano, Fabrica, San Lorenzo, al fine di preservare i pastori poveri dall’abuso delle sub concessioni di pascoli fiscali da parte dei locati ricchi. Diventate insufficienti, vengono sottoposti al regime fiscale altri territori, aggregati alle locazioni principali e persino esterni al Tavoliere: il Feudo di Monteserico, i boschi di Ruvo e di Montemilone, i demani di Ascoli, di Bisceglie, di Bitonto, di Cagnano, di Campolato, di Carpino, di Grumo, di Ischitella, di Isola Varano, di San Bartolomeo, di San Nicandro, di Sequestro, di Terlizzi, di Toritto, di Venosa, di Vieste e di Peschici14. Le locazioni sono frazionate in «poste» assegnate nominalmente ai locati o fidati; poste che Salvatore Grana, in un testo del 1770 sull’istituzione della Dogana, censisce in numero di 44615.

Greggi e pastori, al fine di raggiungere il Tavoliere percorrono vie erbose larghe 111 metri, gli storici “tratturi” che consentono, oltre il passaggio e la sosta, anche l’alimentazione animale. Vie che si ramificavano in una serie infinita di “tratturelli” meno larghi, a loro volta congiunti da vie minori, i cosiddetti “bracci”, e che il «Fisco da varj angoli de' più lontani Apruzzi stabilì, prolungate a traverso di Capitanata, fino alle sponde di Otranto, e verso Basilicata, ed altre contrade, dalle quali passar soleva l'armento»16.

I tratturi principali, definiti regi, sono cinque. Il tratturo L’Aquila-Foggia, definito anche Tratturo Magno, lungo 244 chilometri, raggiunge Foggia lungo un percorso adiacente al mare Adriatico che dal Gran Sasso conduce al capoluogo di Capitanata passando per i seguenti comuni: Bazzano, Poggio Picenze, S. Demetrio ne’ Vestini, Barisciano, Capestrano, Corvara, Cugnoli, Alanno, Rosciano, Chieti, Bucchianico, Villamagna, Giuliano teatino, Arielli, Poggiofiorito, Frisa, Lanciano, S.M. Imbaro, Mozzagrogna, Torino di Sangro, Vasto, S. Salvo, Petacciato, S. Giacomo Schiavoni, Guglionesi, S. Martino in Pensilis, Serracapriola, S. Paolo di Civitate, S. Severo. Il regio tratturo Centurelle- Montesecco, lungo chilometri 155, si diparte e si ricongiunge al Tratturo Magno seguendo un percorso più interno e attraversando le seguenti località: Caporciano, Navelli, Collepietro, Bussi sul Tirino, Torre de’ Passeri, S. Valentino, Lettomanoppello, Serramo, Roccamontepiano, Fara Filorum, Rapino, S. Martino, Filetto, Orsogna, Castelfrentano, Montenero di Bisaccia, Montecilfone, Guglionesi, S, Martino in Pensilis, Montesecco. Il tratturo Celano-Foggia con i suoi 208 chilometri è il più appenninico e attraversa le seguenti località: Cerchio, Collarmele, Goriano Sicoli, Raiano, Sulmona, Pettorano sul Gizio, Rocca Pia, Rivisondoli, Roccaraso, Pietransieri, S. Pietro Avellana, Pietrabbondante, Bagnoli del Trigno, Salcito, Lucito, Castelbottaccio, Morrone del Sannio, Ripabottoni, Bonefro, S. Giuliano di Puglia, Casalnuovo Monterotaro, Lucera. Il tratturo regio Castel di Sangro-Lucera, il più breve con i suoi 127 chilometri, giunge a Lucera attraversando i seguenti territori: Roccasicura, Pescolanciano, Chiauci, Civitanova del Sannio, Duronia, Molise, Torella del Sannio, Castropignano, Ripalimosani, Campodipietra, Toro, Gambatesa, Volturara Appula, Motta Montecorvino, Volturino. Il tratturo Pescasseroli-Candela, lungo ben 221 chilometri, seguendo la linea dei versanti appenninici, dal Parco Nazionale degli Abruzzi raggiunge il Tavoliere attraversando i seguenti territori: Opi, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena, Scontrone, Rionero Sannitico, Forlì del Sannio, Isernia, Pettoranella del Molise, Castelpetroso, Cantalupo del Sannio, S. Massimo, Boiano,

S. Polomatese, Campochiaro, Guardiaregia, Sepino, S. Croce del Sannio, Circello, Reino, S. Giorgio in Molara, Buonalbergo, Montecalvo Irpino, Zungoli, Anzano di Puglia, Rocchetta S. Antonio, Candela.

Nel 1880 la rete tratturale è ancora consistente:

[…] Km: 175,905 in provincia di Aquila; 32,618 in provincia di Teramo; 200,588 in provincia di Chieti; 372,766 nel Molise; 41,500 in Basilicata; 191,420 in provincia di bari; 378,190 in Capitanata; 46,178 in provincia di Avellino; 40,407 in provincia di Benevento; 47,124 in Terra d'Otranto17.

In attesa dell’assegnazione delle poste, operazione che avviene dal 29 settembre al 25 novembre, tre vasti territori denominati “riposi” sono a disposizione delle greggi: il Saccione nel Molise, le Murge di Minervino, la «Montagna dell'Angelo». La sede della Dogana nel 1468 viene spostata da Lucera a Foggia con sede dal 1731 nel Palazzo Dogana. L'amministrazione della Regia Dogana assegna le poste ai locati, riscuote la fida, reintegra le aree occupate abusivamente, fissa i prezzi dei prodotti venduti in esclusiva alla Fiera di Foggia dai soli locati. Da Ferrante in poi, la Regia Dogana acquisisce giurisdizione civile e penale su chiunque abbia un’attività legata alla pastorizia transumante.

L’amministrazione della Dogana era costituita da un Doganiere avente tra i maggiori collaboratori due ufficiali fiscali curanti il patrimonio dei demani fiscali, da un giudice assistito da un Avvocato dei Poveri che tutelava i piccoli locati, da un «mastrodatti archivista», da un «libromaggiore», da un percettore, e da diversi «cavallari» e «compassatori». Ogni locazione curava i propri affari presso la Dogana tramite due deputati eletti, mentre l’assemblea della generalità dei locati eleggeva quattro deputati ai fini della rappresentanza presso la Regia Corte.

Le «terre di portata», cioè i terreni destinati alla cerealicoltura, quasi sempre di proprietà o in possesso di baroni, Chiesa, Università, affidati a esperti «massari di campo», erano soggetti a una rotazione biennale: solo metà superficie veniva coltivata, l’altra metà era destinata in parte al pascolo transumante e in parte al riposo. Stefano Di Stefano di Agnone, governatore della Dogana dal 1734, spiega le modalità fissate per la coltivazione delle «terre di portata»:

Terre di portata sono quelle create dalla Regia corte nel 1548, assegnate ai particolari padroni ad uso di coltura, con ordine limitato di quel che si può seminare, e far maggese in ciaschedun anno, affinché non venghi impedito il pascolo, che si concede ai locati; maggese, terra lasciata a riposo ad anni alterni, nell'allora sistema di rotazione biennale; mezzana, parte del territorio saldo, e mai coltivato con alcuni alberi di pera agreste, ed altre piante selvatiche, volgarmente dette perazze, che serve per uso e pascolo dei buoi che devono ivi arare, e coltivare i territori vicini, concesso ai massari di campo18.

Da questa distribuzione del territorio nasceva il conflitto permanente tra pastori e agricoltori, che sconfinavano costantemente nelle terre destinate al pascolo transumante. Già nel 1551 Francesco Revertera, luogotenente della Camera della Sommaria, era costretto a reintegrare numerosi terreni pascolativi fiscali occupati e usurpati, scatenando il malcontento generale degli addetti a vario titolo all’agricoltura. Tuttavia, i massari di campo avrebbero continuato ad usurpare i pascoli regi, destando vigorose proteste da parte dei locati.

Nel 1553 la dichiarazione al fisco del numero di pecore condotte al pascolo invernale diventa un obbligo spontaneo («professazione»), che induce a denunce sovradimensionate al fine di ottenere maggiori superfici di pascolo da subaffittare a prezzi maggiorati a pastori poveri. Il numero enorme di pecore dichiarate (4-5 milioni), l’incapacità burocratica di incamerare i proventi fiscali, le diffuse critiche alla professazione, conducono nel 1611 alla concessione quinquennale «di tutti i terreni pascolativi delle locazioni e dei ristori non ché dei pascoli straordinari insoliti [...]», assicurando al fisco l'entrata annua di 250 mila ducati19. Tuttavia, l’aumento del prelievo fiscale, conseguente al rinnovo dei contratti, incontra la forte resistenza dei locati che non si placa nemmeno quando il consigliere della Corona Fabio Capece Galeota riduce i canoni. Nel 1661, una prammatica vicereale accoglie la proposta di Capece di reintrodurre il sistema della professazione, preferito dai locati ricchi quanto avversato dai pastori poveri. Sul finire del secolo, la fase critica della pastorizia si accompagna a un’agricoltura colpita dagli scarsi raccolti di grano, dalle invasioni di cavallette, dalla carestia e da rivolte di un popolo rurale oppresso da pesanti condizioni fiscali e dal dispotismo feudale.

Mantenere in essere il sistema fiscale legato alla transumanza è un’operazione complessa e comporta oneri impegnativi: prevenire usurpazioni e occupazioni di pascoli fiscali, procedere a ripetute reintegre, vietare e penalizzare l'affitto di pascoli privati prima che siano utilizzati tutti i pascoli regi, controllare che le assegnazioni dei pascoli corrispondano al reale patrimonio animale dichiarato per evitare i danni delle false professazioni, tenere a bada le giurisdizioni ordinarie e feudali nelle questioni che riguardano esclusivamente il foro della Dogana, procedere penalmente contro agenti e amministratori della Dogana diffusamente corrotti.

Il predominio del pascolo sull’agricoltura nega da secoli qualsiasi opportunità di sviluppo a un Tavoliere sempre più arido che continua a presentare estese aree malariche non bonifiche. A metà del Settecento, nel 1751, Ferdinando Galiani apre il dibattito su come utilizzare in modo migliore la seconda pianura d’Italia, abitata da una popolazione scarsa che vive di stenti:

Io conto tra le maggiori cause d'intoppo per cui dopo un rapido incominciamento, si è visto forzosamente rallentarsi fra noi il corso del progresso ed il ristoramento dell'agricoltura, il sistema della Dogana di Foggia, sistema che al volgo sembra sacro e prezioso perché rende 400.000 ducati al re; al saggio sembra assurdo appunto perché vede raccogliersi 400 mila ducati da un estensione di terreno che ne potrebbe dare due milioni; abitarsi da centomila una provincia che ne potrebbe alimentare e fare ricchi e felici trecentomila; preferirsi terre incinte alle cinte; l'alimento delle bestie a quello dell'uomo, la vita errante alla fissa, le pagliaie alle case, le ingiurie delle stagioni al coperto delle stalle; e tenersi in fine un genere di industria campestre che non ha esempio d'altro somigliante nella cinta Europa: ne ha solo nella deserta Africa e nella barbara Tartaria20.

Alle incalzanti critiche di Galiani seguono, dopo qualche decennio, le dotte analisi di illustri studiosi e economisti, diversi dei quali chiedono la riforma o l'abolizione del regime fiscale della Regia Dogana. Nel 1787, quando sale il fermento degli agricoltori, al metodo della professazione subentra un contratto di affitto sessennale dei pascoli che riapre il dibattito sulla necessità di concedere i pascoli ai locati in maniera permanente. Infatti, nel 1792, la Prammatica XXIV De Administratione Universitatum21 «permette di censire i terreni demaniali di qualunque specie».

Ferdinando IV, tornato a Napoli alla fine della Repubblica Partenopea, incarica Vincenzo Sanseverino di aggiornarlo sulla propensione dei locati riguardo la censuazione dei pascoli. Ottenendo indicazioni divergenti, il 6 dicembre 1805, Sanseverino opta per l’affrancazione delle terre fiscali già coltivate dai possessori al saggio del 4 %, incontrando il compatto dissenso dei grandi allevatori.

Goffredo de Bellis, governatore della Regia Dogana, profondamente risentito, comunica al Re che la «vendita delle terre, o siano Masserie di Regia Corte» è stata ovunque ben accolta nel Tavoliere, ad eccezione dei grandi locati, che pur detengono, a detrimento degli interessi della nazione, non meno di un terzo dei terreni della Regia Corte, versando all’erario appena ventitré carlini a versura. Di fronte alla raggiunta intesa dei locati di astenersi dall’affrancazione, De Bellis reagisce spingendo il Governo napoletano a procedere nell’affrancazione anche dei terreni in possesso dei locati, dichiarando scaduti i contratti di affitto dei regi terreni dei possessori che non intendono esercitare il diritto di prelazione, relativo all'affrancazione, in modo tale che «essi saranno i primi a concorrere subito alle compre, e cercheranno di conservare nel miglior modo possibile le sorgive della di loro opulenza»22. Ma, ormai, i francesi si presentano nuovamente alle porte del Regno di Napoli.

Il Governo francese percepisce la peculiarità del regime fiscale del Tavoliere e il 2 maggio 1806 cancella il sistema fiscale della Dogana, determina la censuazione delle terre del Tavoliere, demanda l’applicazione della legge alla nuova amministrazione del Tavoliere. È una legge che scioglie tutti i vincoli e le servitù esistenti, cede i pascoli in enfiteusi23 perpetua con preferenza ai locati, accorda la possibilità di affrancazione delle terre salde a coltura e, attenta a conservare le entrate fiscali, aumenta del 10% i canoni delle terre a pascolo24.

IL DIBATTITO DI FINE SETTECENTO

La prima parte del Settecento trova intellettuali ed economisti chiaramente allineati dalla parte della «ragion pastorale». Già nel 1700, l’avvocato doganale foggiano Andrea Gaudiani scrive un manoscritto con la chiara intenzione di tutelare i privilegi concessi ai locati, considerando l’agricoltura un’attività secondaria da subordinare alla pastorizia transumante25. Nel 1731, l’avvocato doganale di Agnone, futuro governatore della Regia Dogana, Stefano Di Stefano, pubblica sulla

«ragione pastorale» il lavoro26 che sarà il più citato e consultato dagli studiosi dalla seconda metà del Settecento, affrontando con compiutezza l’intricata e complessa materia della gestione doganale dei pascoli fiscali. Il primo a sostenere una critica radicale al sistema della Regia Dogana è Ferdinando Galiani, nella prima edizione del Trattato della moneta del 1751, quando ancora non erano maturate le pregiudiziali che avrebbero qualche decennio dopo minato il primato della pastorizia nel Tavoliere. Infatti, Nicola Fortunato nel 1760 parteggia «in senso ultrapastorale all'industria della lana»27, asserendo che la pastorizia è l’attività «la più antica e la più soddisfacente a' comuni bisogni [...] il vero nerbo per sollevare ed esaltare alle stelle un'intera Nazione, ancorché abietta e depressa che mai fosse»28. Ancora nel 1767, Fortunato, nella Discoverta dell'antico Regno di Napoli29, si limita a inutilmente ottimistiche indicazioni al fine di ovviare alla impietosa decadenza di un regime fiscale avviatosi ineluttabilmente al tramonto.

Negli anni Ottanta del Settecento si riaffacciano, dopo Galiani, dure critiche alle posizioni vincolistiche del regime doganale del Tavoliere, motivate anche da una consistente crescita demografica. Infatti, il docente di Storia Moderna Saverio Russo rimarca che il progetto ferdinandeo, fisiocratico, anti-vincolista e moderatamente liberista, stimola scrittori, riformatori ed economisti a prendere in seria considerazione persino l’ipotesi della soppressione della Dogana, dato che l'aumento dei prezzi favorisce la «ragione agricola» e penalizza la «ragion pastorale» connaturata al commercio della lana30.

La svolta avviene nel 1783, quando Domenico Maria Cimaglia pubblica il suo Ragionamento sull’economia pastorale, ritenendo le norme proibitive che favoriscono la pastorizia responsabili della desertificazione e dello spopolamento del Tavoliere e suggerendo la censuazione dei demani. Al Cimaglia che afferma con convinzione che non «è umano stabilimento, che possa eternamente durare, e che per riuscire sempre, ed ugualmente vantaggioso alla cittadinanza, non bisogni essere da tempo in tempo, o riformato, o grandemente corretto»31, si contrappongono nello stesso anno Vincenzo Patini con il Saggio sopra il sistema della Regia Dogana della Puglia, suoi difetti e mezzi di riformarlo, portatore di una posizione conservatrice a tutela dei privilegi dei locali e Antonio Silla di Scanno con La pastorizia difesa, avverso alla censuazione nelle forme più risolute.

Secondo Vito Masellis, biografo del Cimaglia, la

proposta censuazione ricevé obiezioni, ma infine fu pienamente accolta dal governo. Una "prammatica" del 1792 decretava la spartizione dei demani in piccole proprietà, includendo in quel beneficio anche i braccianti (M.D. Merino, Memoria della divisione delle terre fiscali di Puglia, Napoli 1794, p. 87). Il lungimirante progetto  di riforma del C. può  ritenersi insieme con  altri alla base della legge di censuazione del Tavoliere (maggio 1806) per cui, auspice Giuseppe Bonaparte, quelle terre risorgeranno economicamente dopo secolare abbandono. Quando con l'abolizione dei demani del Tavoliere fu abolito l'istituto della Dogana di Foggia, il C. ricevé per designazione del governo, nel 1808, la nomina di, presidente della Grande Corte criminale di Trani32.

Nel suo Ragionamento Cimaglia indica le numerose problematiche a cui sono soggetti soprattutto i pastori poveri possessori di poche decine di pecore: la subdola concorrenza dovuta dalla professazione volontaria a vantaggio dei locati potenti; l'obbligo a trasferire l’intero gregge in Puglia anche in condizioni climatiche avverse; l'usurpazione dei regi pascoli da parte di baroni, enti ecclesiastici e massari di campo; l'inconsistenza delle azioni di reintegra dei pascoli fiscali occupati; le drammatiche condizioni degli animali che spesso aspettano oltre il 25 novembre l’assegnazione di una posta in campi di fango privi d’erba; la necessità di comprare erba a prezzi esosi nelle annate in cui risulta scarsa; il pagamento della fida anche su terreni occupati o completamente inondati; la perdita del gregge in annate particolarmente fredde o siccitose. Tutte condizioni che causano spesso la rovina dei più poveri tra i locati abruzzesi e molisani. La visione liberista di Cimaglia si manifesta con una critica feroce al sistema economico della Dogana, ma anche con la proposta clamorosa di assegnare definitivamente una posta fissa ai locati, pur evitando la riduzione delle entrate fiscali:

Questa economia dunque perditrice della Corona, ed inutile alla Nazione, tenuta a bada dalle folli speranze, alle quali taluni Locati rinunciar non sanno, perché deve sostenersi? […] E poi non è legislatore, non è filosofo economico, che non abbia lontanamente e costantemente predicato, che 'l commercio, e le industrie, perché possano accrescersi, e riuscir profittevoli a chi l'esercita, abbiano per loro intrinseca natura bisogno di libertà. E la succinta istoria delle poche narrate cose assai ne dimostra, che nell'industria armentaria della Dogana di Foggia, ogni qualunque libertà sia suffogata, e tolta33. […] Si è dunque proposto nel Supremo Consiglio, se possa meglio convenire, ed alla nazione, ed alla Corona il darsi que' vasti campi, tutti in ragione di censo perpetuo a' stessi Locati, cosicchè ciascun Locato abbia la sua Posta fissa, e nella quale goder debba tutte le libertà, che gode ogni proprietario cittadino sul proprio fondo34.

La proposta diventa ultramoderna nel momento in cui Cimaglia suggerisce di mettere da parte le «antiche idee di proibirsi la coltura delle Poste a' Censuarj: che anzi si vorrebbe, che ciascun Censuario divenir dovesse, ed agricoltore, e pastore»35, spiegando che i locati diventati censuari di una posta fissa sicuramente sarebbero nelle condizioni di eseguire migliorie tali (curare gli erbaggi, costruire ricoveri e fienili) da farsi bastare mezza posta per alimentare gli animali, destinando l’altra metà alla coltivazione. Una proposta che tiene conto dello sviluppo complessivo della Capitanata sotto diversi aspetti socio-economici: porre la pastorizia fuori dalle crisi ricorrenti, dare impulso alla spenta attività agricola, creare le condizioni per ripopolare il Tavoliere, produrre nel territorio i generi alimentari necessari al fabbisogno interno; ammodernare l’antiquato sistema fiscale.

Cimaglia, anticipando le critiche dei sostenitori della «ragion pastorale», insiste sul «difetto del dritto di proprietà» che trattiene «la povera plebe alle piccole agricolture, allo stabilimento delle vigne, degli orti, e di ciocchè esige la naturale libertà [...]»36, tanto da costringere la città di Foggia a rifornirsi di frutta e verdura persino dalla capitale Napoli. Sensibile alla lezione giannoniana, ritiene amorale che i beni ecclesiastici dismessi e abbandonati, pur dotati di vasti fondi e di consistenti ricchezze, vengano utilizzati per la produzione di erbe vendute ai locati abruzzesi anche a prezzi quintuplicati, finendo «con matematica esattezza a sostener il pasto d'un Cardinale, d'un Commendatore, d'un Beneficiato»37, mentre invece andrebbero dismessi e ceduti in beneficenza ai poveri.

Vincenzo Patini, nativo di Castel di Sangro, nel suo Saggio del 1783 presenta la pastorizia come la «vera sorgente delle ricchezze presso le nazioni civilizzate e commercianti»38, elenca i benefici storicamente da essa apportati e minimizza l’evidente decadenza del regime fiscale, pensando che basti tornare alle leggi fissate da Alfonso D’Aragona. In pratica, propone una semplice riforma, «utile e vantaggiosa che senza dare alcuna scossa alla macchina, sia atta a sostenerla, e a preservarla da funesta rovina [...]»39, che intravede quasi certamente nei progetti di censuazione del Tavoliere, ponendosi su un piano concettuale opposto a quello di Cimaglia.

Secondo Patini, basterebbe porre fine alle usurpazioni con decise azioni di reintegra, eliminare le dannose «scommessioni»40, distinguere nettamente i campi destinati alla pastorizia da quelli utilizzati a fini agricoli, rendere assoluta la difesa dei privilegi dei locati. Patini sembra indifferente alla secolare e sempre mancata risoluzione delle controversie tra pastori e agricoltori, concede che sia necessario abolire l’ingiusto metodo della professazione, suggerisce di assegnare le poste ai locati ogni dieci anni in modo che «sicuri della propria sede nel Tavoliere sarebbero a portata d'ovviare a' danni delle scommessioni, mediante la custodia dei loro possessi [...]»41, liberi di tornare nel Tavoliere nel momento climatico più propizio sottraendosi ai danni materiali causati dalle lunghe attese nei riposi prima di ottenere una posta.

Il deputato generale dei locati Antonio Silla, abruzzese di Scanno, ben oltre Patini si chiude in difesa della «ragion pastorale», suggerendo le misure necessarie per rigettare il progetto di censuazione dei pascoli del Tavoliere con il testo La pastorizia difesa del 1783. Silla stesso illustra le ragioni che sorreggono la proposta di censuazione di Cimaglia e di altri autori che preferisce non citare42:

Per indurre i più semplici ad approvare questo nuovo sistema, lor si poneva avanti gli occhi il diritto di proprietà, che ciascuno avrebbe acquistato su della sua porzione: Che gli erbaggi non si sarebbero più distrutti con le anticipate scommissioni, perché ogni uno si sarebbe guardata la parte del territorio a lui censito: Che ogni Locato potea farsi nella sua posta ripari fissi, ed altri comodi necessarj: Che ciascuno poteva a suo genio migliorarne il territorio con piantazione di alberi, e con seminarvi ancora, quantunque volte si volesse, fieni esotici, patate, ed altri nobili prodotti […] 43.

Persino Silla ritiene che «la Dogana abbia bisogno di riforma nello stato, in cui oggi si ritrova»44, tuttavia mette in chiaro «l'insussistenza de' progetti» di censuazione presentati alla Giunta istituita dal sovrano Ferdinando IV. Diversamente dal Cimaglia, per Silla dare in enfiteusi perpetua i regi pascoli ai locati equivale a «voler fondare in Puglia la sola agricoltura, e distruggere la Pastorale»45. Entra in polemica aperta sulla consistenza dell'aumento delle entrate fiscali derivanti dalla censuazione dei terreni46 che Cimaglia ha previsto in almeno 200 mila ducati, che salirebbero a oltre 300 mila qualora si considerasse il reinserimento dei pascoli delle «Chiese morte», dei «beni di Orta», e di tutti i contrastati e incerti erbaggi regi confusi tra i «riposi»47. Tra l’altro Silla, non ritenendo realistica la previsione di reintegra dei territori usurpati su cui si basa il calcolo delle maggiorate entrate fiscali, teme che si andrebbero a favorire gli usurpatori dei regi pascoli penalizzando pesantemente i locati, considerato

che 'l peso di ducati 50. sia troppo gravoso al Ceto de' Locati, non ci vuol molto per restarne persuasi. Gli stessi Autori di progetti ci fanno intendere, che in quest'ultimo decennio, il più felice di tutti, non si è pagato più l'erbaggio Fiscale di 24. ducati il carro: E pure i Locati sono oggi nelle più dure strettezze, che fa produrre la miseria48.

Se per Silla le problematiche che hanno portato alla decadenza del regime fiscale necessitano di una riforma, per Cimaglia esse possono essere affrontate e risolte solo in maniera radicale con la censuazione in enfiteusi perpetua dei regi pascoli del Tavoliere. Silla è inoltre convinto che il «progetto della Censuazione indirizza principalmente le sue mire a stabilire i Locati facoltosi in detrimento della gente più povera [...]» e al Cimaglia, che per i locati poveri provenienti da uno stesso territorio ha previsto l’assegnazione in comune di poste nelle migliori locazioni al prezzo di 42 ducati al carro, dedica toni sarcastici: il «poco anzi lodato Progettista, il quale avendo veduto, che la Censuazione era ineseguibile per la povertà, ha deciso che si censui il meglio alle persone facoltose, e quel che resta poi si faccia godere alla misera gente»49.

Nel 1786, l’accademico fiorentino Luigi Targioni presenta a Napoli i suoi Saggi50, concentrando la sua attenzione sull’economia pastorale del Tavoliere e proponendo soluzioni economiche, tecniche e sociali tali che pastorizia e agricoltura possano convivere divenendo più redditizie per l’erario, per i locati, per le popolazioni rurali. Targioni, fine studioso e esperto agronomo, approva sostanzialmente il progetto di censuazione perpetua di Cimaglia e suggerisce gli interventi tecnici necessari a dare sostanza allo sviluppo dell’economia agricola e pastorale della Capitanata. Per l’illustre fiorentino, l’intervento primario consiste in una generale opera di sistemazione idraulico-agraria e di bonifica con costruzione di canali e strade per prevenire allagamenti, inondazioni, stagnazione delle acque che, rendendo insalubri intere aree del Tavoliere, sono causa del basso indice demografico, della scarsa produzione agricola, delle malattie che affliggono pastori e animali transumanti.

Targioni ritiene che la mancanza di proprietà nel Tavoliere, «per Legge severamente proibita», ha comportato che «nessuno si dà il pensiero di farvi i necessari ripari per gli animali, onde ogni anno nel Dicembre debbono i Pastori attendere alla formazione del ricovero per loro stessi e per le mandre, e quindi se la stagione si fà presto rigida, segue molta mortalità nelle bestie», ma anche l’impossibilità di migliorare i pascoli, dato che «il sistema attuale della distribuzione dei pascoli di Puglia in vece di procurarne la conservazione e il meglioramento tende a condurli ad una irreparabile rovina». Considerazioni che portano Targioni a «proporre che in Poste-fisse venga distribuito tutto il R. Tavoliere di Puglia: cioè che siano a perpetuo Livello ceduti ad altri dal Fisco i terreni che lo compongono»51, essendogli chiara la rilevante differenza tra i contratti di affitto temporanei e le concessioni a titolo perpetuo:

I Livellari perpetui essendo sicuri di poter godere per sempre i frutti dei meglioramenti che sono per fare ai terreni che essi hanno preso a livello, attendono a fare le necessarie coltivazioni, ancorchè queste portino una grave spesa [...] ma come sperare da un'affittuario, anche a lungo tempo di venti o trent'anni [...] che negli ultimi anni voglia fare quelle spese le quali ad esso non possono giovare?52.

Riguardo al commercio della lana, Targioni condivide la tesi di Antonio Genovesi di promuovere nel Regno di Napoli l’attività manifatturiera, al fine di non esportare all’estero lana grezza ma prodotti finiti con notevoli benefici per economia nazionale e per gli indici di occupazione: «[…] quanto maggiore utilità deve ridondare per il Regno di Napoli dal promuovere in esso tale industria, mentre entro di esso possono raccogliersi ottime lane»53.

L’autore fiorentino, pur ritenendo fondato il progetto di censuazione perpetua del Tavoliere proposto da Cimaglia («ha Egli pure proposto la censuazione perpetua di quel territorio»54), si oppone decisamente all’assegnazione in comunione di poste ai locati poveri:

«[…] si perderebbe tutto il vantaggio delle Censuazioni perpetue, se stabilita la generale censuazione degli erbaggi Fiscali al Corpo dei Locati, o a varie partite di essi, sotto il titolo di Locazioni fosse data la legge alle Locazioni dei poveri armentarj che si dovessero tra essi loro dividere il campo da tre anni in tre anni, come propone il Sig. Cimaglia55.

Al contrario, sui maggiori benefici che deriverebbero all’erario dalla censuazione perpetua, Targioni va ben oltre le stime del pugliese, scrivendo che «l'aumento delle R. Entrate Fiscali maggiore assai dei ducati trecentomila proposti dal Signor Cimaglia»56, potendo addirittura toccare mezzo milione di ducati. A certificare la stima di Targioni nei riguardi del foggiano, i suoi Saggi – circostanza del tutto insolita - si concludono «con le parole istesse del Sig. Cimaglia»57.

Gaetano Filangieri, nonostante avesse pubblicato in cinque volumi la Scienza della legislazione, manifestando la sua totale avversione al sistema feudale, nel 1787 viene chiamato dal primo ministro Acton a far parte del Supremo Consiglio delle Finanze, potendo in tal modo portare all’attenzione del Sovrano, di studiosi e di economisti del calibro di Palmieri, Galanti, Grimaldi, Delfico, le sue proposte di riforma per rilanciare le produzioni e i commerci affrancando da pesi feudali le plebi rurali.

Nel 1788 Filangieri si occupa del regime fiscale della Dogana, scrivendo il Parere presentato al Re sulla proposizione di un affitto sessennale del così detto Tavoliere di Puglia58:

[...] nell'anno 1788, allorchè si trattò nel supremo Consiglio delle finanze di Napoli, se in vece dell'affitto annuale del Tavoliere di Puglia, col metodo della professione, fosse stato conveniente di stabilire un affitto sessennale col metodo ordinario della pubblica subasta; per indi da questa prima operazione potersi passare a quella più utile e più grande della ripartizione di tutte le terre dello stesso Tavoliere in perpetua enfiteusi. Il cavalier Filangieri richiesto dal Re del suo parere, lo ripone colla seguente Rimostranza59.

L’insolitamente cauto Filangieri dichiara di essere favorevole all'affitto sessennale, ritenendolo al momento l’unica via percorribile per evitare di avventurarsi lungo l’irto percorso dell’assegnazione delle terre in enfiteusi perpetua. La sua è pur sempre l’ottica prudente di chi legge il progresso solo passando attraverso riforme organiche, non cedendo mai a interventi legislativi specifici sconnessi dal contesto socio-economico.

Colapietra considera il parere positivo all’affitto sessennale di Filangieri il passaggio obbligato prima della definitiva enfiteusi perpetua, onde evitare il rischio della «paventata possibilità che della censuazione beneficiassero i soli pugliesi, e peggio ancora, i soli capitalisti, con la dannosa esclusione degli abruzzesi»60.

Nel 1788 il teramano Melchiorre Delfico nel Discorso sul Tavoliere di Puglia61 tratta gli aspetti giuridici ed economici legati alla transumanza. Al contrario di Filangieri, si indirizza con slancio netto a sostegno della ripartizione delle terre del Tavoliere tra locati e agricoltori, avverso alla conservazione del regime feudale e alla divisione classista della società. Delfico ritiene che i numerosi vincoli del regime fiscale legato alla pastorizia transumante abbiano condizionato l’attività agricola, al punto tale da incidere pesantemente sull’incremento demografico e sul progresso dell’intera Capitanata. L’economista abruzzese reputa miseri gli argomenti e i pregiudizi di coloro i quali ritengono il Tavoliere destinato in perpetuum alla sola pastorizia transumante a causa di condizioni ambientali e climatiche irreversibili, quando già negli stessi anni lo scienziato Michelangelo Manicone medita sulle dinamiche antropiche che hanno desertificato il Tavoliere, chiamando in causa l’uomo, «le sue scelte, le sue responsabilità di fronte ai cambiamenti climatici del Gargano, all'aridità del Tavoliere in conseguenza degli intensi disboscamenti che allora avevano interessato queste terre»62.

Il salentino Giuseppe Palmieri, dal 1787 nel Supremo Consiglio delle Finanze, propone le sue idee riformatrici a supporto di un’agricoltura libera da vincoli63. Saverio Russo rileva i passaggi che conducono Palmieri nei Pensieri economici del 1789 a concludere che il regime fiscale della Dogana sia responsabile dell'arretratezza agricola del Tavoliere64: «L'agricoltura non può migliorare del suo stato durante il sistema del Tavoliere. Non può eseguire la coltivazione al tempo che conviene [...] ma deve aspettare il termine prescritto»65. Dal prezioso testo Della ricchezza nazionale del 1792 giunge un giudizio tranciante e definitivo sul sistema fiscale: «[...] è fuor di ogni dubbio, che la pastorizia Pugliese offendi l'agricoltura; anche se non si vuole rinunciare all'uso della ragione, ed all'aumento della ricchezza nazionale, bisogna sbandire questa barbara pratica intieramente dal Regno»66.

Il Tavoliere di fine Settecento appare all’economista leccese come un deserto privo di alberi con corsi d'acqua non regimentati, paludi e acque stagnanti malariche che deprimono il già basso indice demografico. Anche secondo Palmieri l’agricoltura può convivere proficuamente con la pastorizia stanziale, ma «[…] il privare un terreno delle ricche produzioni dell'agricoltura per ottenere le più scarse della pastorizia, rappresenta una condotta strana, in cui non si ravvisa segno alcuno di ragione». In definitiva, occorre liberare il territorio da divieti e vincoli feudali nella piena consapevolezza che «la pastorizia barbara non può recare che danno, e minorare la ricchezza di una nazione culta»67.

Per di Cicco, che ne Il problema della Dogana delle pecore nella seconda metà del XVIII secolo torna sulle riflessioni di Palmieri, la nota Memoria68 è icasticamente conforme al vero:

Perché difendere la pastorizia del Tavoliere, quando essa, conti alla mano, rende meno di quella esercitata altrove? Perché ritenere aprioristicamente che nel Tavoliere niente altro che il gregge possa trovare mezzi di sussistenza, quando tutto il sistema della Dogana congiura contro ogni tentativo innovatore? Perché, infine, allo scopo di giustificare il favore concesso alla transumanza sul demanio armentizio, chiamare in causa la pretesa necessità di provvedere ai bisogni degli abruzzesi, quando è noto che questi, se fossero liberi di poter scegliere, dirigerebbero i loro animali ad altri pascoli, e scendono nel Tavoliere solo perché costretti dalla legge?69

Nel 1790, l’abate di Ripalimosani Francesco Longano, nel Viaggio dell'abate Longano per la Capitanata, descrive un Tavoliere consacrato alla transumanza, abitato da pastori erranti e da braccianti ridotti in povertà, che sopravvivono in una terra spoglia, priva di alberi e ricoveri per uomini e animali. Una Capitanata che «praticati alcuni pochi regolamenti» può «divenire una delle più prospere Provincie del Regno»70 e che Alfonso d’Aragona aveva destinato con un «nobile disegno» ad «accrescere le arti secondarie» legate alla lana, che invece svenduta grezza «non ti dà neppure il quarto di quelche ti dà manifatturata»71. Secondo l’abate mancano stabilimenti per la trasformazione in prodotti finiti, ma anche una rete per il commercio dei prodotti della pastorizia transumante con l’estero, tanto che a fine Settecento la Capitanata si presenta priva di opifici e laboratori necessari alla lavorazione della lana grezza e delle pelli, oltre che delle remunerative produzioni di frutta e ortaggi provenienti da fuori, come l’olio che «viene dalla Marina di Bari, forse perchè quello di Viesti è portato fuori […]72.

Longano riproduce un misero mondo fatto di braccianti giornalieri, pastori abruzzesi e molisani vaganti, sofferenti e straziati nel corpo e nell’anima, «premuti da' pesi, vessati da agenti, erarj, e governatori, e predati in fine in ogni anno da' pochi ricchi, e da privileggiati de' proprj Paesi»73. L’autore molisano ritiene che per poter «il piano stesso ammirare verdeggianti d'arbori, e arricchiti d'ogni genere di fruttati», il possesso delle terre dovrebbe essere garantito «a chi le può fare ben valere, non già a sfaticati, e agli alunni dell'accidia»74, giungendo a condividere la proposta di dividere in piccole quote gli estesi seminativi, invitandovi abruzzesi e molisani a condizione di piantarvi alberi da frutta per migliorare l’alimentazione, per rifornire di legna da ardere i miseri tuguri dai freddi invernali e con la clausola di dotarsi di ricoveri stabili per consentire il trasferimento definitivo delle famiglie, supplendo così allo spopolamento del Tavoliere.

La proposta di Longano si scosta da quella del Cimaglia nel ritenere opportuno «vietare, che il Locato potesse essere massaro di campo, e questo poter menare masserie di pecore»75. Per il resto, punta all’assegnazione di una posta fissa con priorità ai locati provenienti dai territori più distanti dal Tavoliere, non solo per ovviare allo spopolamento e alla desertificazione climatica, ma anche perché convinto della fertilità di terreni che – secondo il suo parere - necessitano solo di trasformazione agraria e cure assidue. Pertanto: «Finchè non si concederà la proprietà delle terre, ed esse non vengano divise, e soddivise in piccoli pezzi, non si potrà mai vedere di chi è suscettibile quel terreno, il quale […] non può non essere atto a fare ben veggetare le piante»76.

Per il resto, la critica di Longano si abbatte pesantemente sulla brutale società feudale che grava il peso delle tasse «sopra l'unica classe dei campagnuoli», i cui figli «vengono esclusi dal potersi far notai, ed ottenere cariche civili», mentre risulterebbe utile allo Stato che proprio i contadini potessero accedere alle cariche pubbliche77. Mentre i vescovi di Capitanata, assenti e disinteressati, assistono impavidi alla «corruzione de' costumi» diventata «universale»78  e i baroni a capo di città e feudi, «sempre avidi, e sempre rapaci», assegnatari di giurisdizioni civili e penali al fine di «conservarne la quiete interiore, e la sicurezza esterna», causano «l'Epoca della rovina del Regno»79.

Giuseppe Maria Galanti, molisano di Santacroce di Morcone, descrive le condizioni socio- economiche del Regno di Napoli su diretto incarico di Ferdinando IV. Nel consegnare al Re, il 21 settembre 1791, la sua Relazione intorno allo stato della Capitanata, ritiene che la dinastia borbonica stia sul punto di abolire la detestata feudalità:

Questi provinciali, come gli altri, sono attaccatissimi alla sacra persona di V.M. ed amano il governo regio. Formano il perpetuo soggetto dei loro discorsi l'avversione al governo feudale, gli abusi del governo ecclesiastico, la dipendenza che soprattutto detestano dai tribunali della capitale, le dogane interne, le cattive strade, la giustizia male ordinata nelle Udienze e nelle Corti locali, e vivono in una certa fiducia di vedere tutto questo riordinato e corretto dal cuore paterno di V.M. e dalla saviezza dei Vostri ministri superiori80.

Galanti trova nel regime doganale le ragioni dell’incuria della gestione dell’agricoltura. Nonostante il tribunale della Dogana assolva alla funzione di sottrarre dalla penalizzante giurisdizione baronale chiunque svolga un’attività legata alla pastorizia transumante, Galanti riferisce al Re la sua pesante critica:

questo tribunale serve ad opprimere il debole nelle province lontane: questo è quello che fa rimanere impuniti i piccoli delitti, col favor de' quali l'uomo si corrompe e diventa facinoroso. Con estendere la sua giurisdizione per tutto il regno, presenta un sistema viziosissimo. Deve fidare ne' suoi subalterni, che è quanto dire nella classe di uomini la più corrotta. Senza moltissimo danaro, non si conduce in Foggia un affare a perfezione. […] Una cosa del tribunale di Foggia mi è piaciuta, e che non ho trovato in tutte le Udienze provinciali, ed è l'archivio81.

Anche Galanti stigmatizza il divieto di piantare alberi, fatto che lascia il territorio totalmente assolato durante le torride estati, mentre i suoi sventurati dimoranti restano privi della frutta necessaria ad integrare un’alimentazione già povera, oltre che della legna da ardere per riscaldarsi in inverno. Galanti, come Longano, respinge con decisione la tesi che le terre del Tavoliere non siano adatte alla vegetazione di alberi a causa di fattori climatici:

Io ne ho trovato da per tutto: sono rarissimi, perché non vi è permessa la coltivazione, ma mostrano che il terreno ne sia suscettibile. Tra Foggia ed Orta vi era il bosco della Incoronata, che oggi vedesi in gran parte distrutto. Se vi sono de' siti che escludono gli alberi, questo si osserva in tutte le vaste regioni per circostanze locali82.

Per l’autore molisano, la proprietà della terra deve essere concessa a contadini poveri e braccianti affinché diventi produttiva. In questo senso, diventa tenace patrocinatore della censuazione dei beni ecclesiastici e baronali. Sconcertato dal parere di Filangieri, collega nel Supremo Consiglio delle Finanze, in riferimento alla soluzione a breve termine adottata con l’affitto sessennale che sposta nel tempo i termini della censuazione delle terre del Tavoliere, conclude, non senza amarezza, che «le circostanze attuali non lo permettono: dunque siamo lontani dall'epoca di vedere perfezionata la nostra agricoltura»83.

Galanti non mette in dubbio la qualità delle lane pugliesi, ciononostante ritiene che abbiano subito nel tempo un processo di decadimento qualitativo che lo inducono a proporre migliorie genetiche e corsi per istruire le nuove generazioni di pastori84.

Nel 1790 Natale Maria Cimaglia, fratello maggiore di Domenico, pubblica il testo Della natura e sorte della cultura delle biade in Capitanata85, mettendo in evidenza le gravi carenze dell’agricoltura di Capitanata, limitata dalle norme che privilegiavano la pastorizia. Un testo in cui Saverio Russo rileva «un'analisi ampia e circostanziata dei difetti del sistema cerealicolo della provincia del Tavoliere» che certifica «il segno dell'acquisita legittimazione della cerealicoltura» in sostituzione della solita, scontata e storica polemica contro la pastorizia86.

Cimaglia, già Avvocato dei poveri della Regia Dogana, esperto conoscitore del territorio, spiega l’affannoso impegno dei massari di campo alla disperata ricerca di operai e braccianti, soprattutto al momento di arare i campi, quasi sempre non qualificati e provenienti da province limitrofe87:

La povertà delle braccia è tale e tanta che, approssimandosi l'ottobre, ciascun massaro spedisce sopra le pubbliche strade i suoi capi d'ufficio per condurre all'aratro qualunque povero uomo s'incontri vagando per chiedere da vivere, sia egli di suo mestiere ciabattino, ferraio, falegname, carpentiere o altrimenti […] Gli operai pugliesi sono ordinariamente languidi, pigri, tardi, presuntuosi, ciarlieri, testardi, ladri. I forestieri avrebbero miglior carattere se non divenissero gl'imitatori de' pugliesi testoché veggonsi con essi accumulati. Questo intanto è il popolo che assicura la sossistenza a gran parte della nazione88.

Alle già pesanti condizioni di un’agricoltura limitata da vincoli pastorali, svolta in un territorio dalla storia ambientale travagliata89, sempre alla ricerca spasmodica di braccianti, si aggiunge l’indifferenza del possessore feudale di estesi latifondi, assente e impreparato, i cui tratti peculiari sono così delineati dal Cimaglia:

I campi pugliesi non sono mai diretti e governati dall'uomo, al quale unicamente interessano. Questi […] hanno appena qualche equivoca idea dell'arte dell'agricoltura, appresa da' loro stessi ignorantissimi villani, i quali guidano a tentoni i loro padroni, senzachè l'evento interessi mai il maestro. La povera gente che colla propria persona coltiva i piccoli campi costantemente professa diversi mestieri, tutti lontani dall'agricoltura ed i quali, come più interessanti, la tengono per la maggior parte lontana dalle campagne90.

Il medico foggiano Giuseppe Rosati, per regio decreto del 1787 esaminatore degli agrimensori per il conseguimento della patente doganale91, interviene nel dibattito di fine Settecento presentando il Discorso sull'agricoltura di Puglia92. Come riferito dallo storico Antonio Ventura, Rosati possiede una profonda conoscenza delle tematiche doganali93. Infatti, condivide le tesi legate al regime fiscale di altri autori di fine Settecento.

In particolare, l’interesse di Rosati è rivolto alla carente regimazione dei corsi d’acqua, ragione della rottura ricorrente degli argini naturali e dei derivanti ingenti danni all’esercizio del pascolo e alla coltivazione delle terre, oltre che motivo di continue liti tra locati e massari circa l’uso delle acque. Un esempio: lungo il fiume Carapelle in località «Tressanti», i locati, cercando di salvaguardare i pascoli della locazione di Salpi, deviano le acque sulla sponda opposta danneggiando le coltivazioni presenti. Rosati è incaricato di studiare la progettazione di un canale al fine di raccogliere le acque nei periodi di piena e convogliarle direttamente a mare. La ricercatrice Giacoma Desimio Brienza, dopo aver rilevato presso l'archivio storico di Foggia l’elaborato tecnico di Rosati94, ha considerato il lavoro dello scienziato foggiano come uno dei primissimi esempi di pianificazione territoriale, un vero piano di bonifica ante litteram95.

Quando, dopo la legge di eversione della feudalità del 1806, giunge il momento di trasferire ai comuni le terre feudali per ripartirle ai fini di costituire anche l’auspicata piccola proprietà contadina, gli agrimensori vengono impegnati in complesse attività catastali. Allo stesso Rosati è affidato il compito di quotizzare nel demanio di Volturara il fondo «Lardaglio», ritenuto non coltivabile anche perché esageratamente ripido. Tuttavia, l’esperto agronomo foggiano trova una soluzione facendo mescolare la terra di natura argillosa con rifiuti organici e sabbia di mare, rendendolo così permeabile alle acque e alle radici96.

Nel dibattito di fine Settecento va riservato un posto di rilievo al nolano Nicola Vivenzio, giudice della Gran Corte della Vicaria e avvocato fiscale della Regia Corte, il quale si dedica alla lotta contro gli abusi feudali col pieno sostegno di Ferdinando IV.

Si deve a Vivenzio la definitiva abolizione dei diritti di passo o di pedaggio, lungo le vie che conducevano le pecore verso i riposi del Saccione, del Gargano e delle Murge di Minervino, poiché, nonostante i locati beneficiassero di franchigie per i passi di Guglionesi, Civitate, Ponterotto, La Motta, Biccari, San Vito, Ascoli, Candela, Melfi e Spinazzola, spesso erano costretti a pagare il passaggio su ponti e passi ai dipendenti di baroni e latifondisti97. Infatti, messo termine agli abusi, Vivenzio pubblica nel 1790 un testo sull’abolizione dei diritti di passo indirizzandolo al Re98.

Nel 1796, l’avvocato nolano si esprime sul regime fiscale vigente in Capitanata con le Considerazioni sul Tavoliere di Puglia99, facendosi carico delle limitazioni imposte ai coloni che non hanno più «mezzane» per il pascolo dei buoi aratori, non possono eseguire migliorie a causa di contratti di affitto di breva durata, sono assoggettati al monopolio dei mercanti di grano e, addirittura, non possono arare in profondità i terreni in ragione dei vincoli che favoriscono il pascolo. Tutti fattori che concorrono a limitare la produzione di grano e a rincararne il prezzo, determinando la miseria dei coloni e delle popolazioni rurali.

Al fine di prevenire «i criminosi disegni» dei mercanti di grano, Vivenzio propone di fornire ai coloni le anticipazioni necessarie a portare a buon fine il raccolto di grano, evitando così di svenderlo anticipatamente ai mercanti con contratti «alla voce»; circostanza che, oltre all'incetta del grano, procura il rincaro dei prezzi e frequenti agitazioni popolari nei frequenti periodi di carestia.

Vivenzio, inoltre, critico sulla gestione dei terreni in possesso degli Enti Ecclesiastici, dopo aver accertato che «i luoghi pii nella Puglia han cresciuti gli affitti ad un prezzo tanto eccessivo, e maggiore di quello delle terre di Corte, che i coloni non possono sostenerlo», ritiene che il danno creato all’intera economia del Tavoliere vada risolto con la censuazione delle terre di portata dei

«luoghi pii», poiché la divisione della proprietà dei beni terrieri sviluppa la piccola proprietà contadina, migliora le condizioni di vita delle popolazioni rurali, aumenta la produzione di grano, contrasta l’incetta del grano limitando i contratti alla «voce», contiene l’incremento dei prezzi, stimola la crescita demografica. In definitiva, conviene all’interesse pubblico, poiché «la divisione delle terre fra un gran numero di possessori è sempre la prima cagione della ricchezza di una Nazione»100.

Considerati i dispacci giunti nel 1789 al Governatore, a seguito di un progetto di Targioni, prescriventi «la censuazione affrancabile o l’affitto trentennale di alcune parti dei terreni soggetti alla Dogana», nonché il «miglioramento di varie scadenti zone del Tavoliere […]», risulta fondata la fiducia di Vivenzio nei riguardi di Ferdinando IV, trattandosi di un tentativo di enfiteusi parziale del Tavoliere che sicuramente intendeva anticipare quello generale del Tavoliere101.

L’avvocato fiscale della Regia Corte interviene in più occasioni contro gli abusi feudali perpetrati in alcune città del Gargano. A San Marco in Lamis, contro l’infondata pretesa di «terraggio» sulla produzione del granoturco dei coloni da parte del «Conduttore» della Badia, un dispaccio reale del 9 luglio 1798, a firma di Acton e Vivenzio, invita l’abate a non molestare i coloni102. Inoltre, Vivenzio, intervenendo nella secolare disputa tra il comune di Monte S. Angelo e il feudatario, con decreto  del  27  maggio  del  1801,  restituisce  al  comune  il  possesso  della  difesa  in  località «Casiglia»103.

Michelangelo Manicone, naturalista e scienziato di Vico del Gargano, la cui lungimiranza verrà sconfitta «dalla insipienza di contemporanei e posteri»104, non risulta indifferente alle questioni legate al sistema fiscale della Dogana di Foggia, tanto da esternare una posizione radicale non diversa da altri autori: i demani feudali, ecclesiastici e comunali, ma anche le terre fiscali, devono essere divisi e ripartiti con preferenza ai contadini. Motiva senza esitazioni le proprie tesi fornendo dati scientifici sul rapporto tra attività umane e ambiente:

Non è ella una verità di fatto, che i demanj per esser di tutti, son condannati a soffrire un considerabile deterioramento, per cui presentano la più ributtante prospettiva dello squallore, e della sterilità? Si ripartiscan dunque i demanj ai ricchi, ed ai contadini; sieno questi preferiti a quelli; e così la prepotenza e le liti finiranno, i terreni comunali miglioreranno, l'agricoltura dilaterassi, la somma de' prodotti proprj crescerà, e la nazione sarà più ricca105.

Manicone, consapevole dei falliti tentativi del passato di procedere alla censuazione dei demani, sempre ostacolati da locati ricchi e massari di campo106, osserva: «Si abbracci qualunque metodo, purchè si esegua; ed il chiarissimo Palmieri dice colla vera madre del controverso fanciullo: viva la proprietà ne' demanj, e si dia a chi si voglia. Diffatti perché perdere il tempo in dispute, e privare intanto per più lungo tempo la Nazione di tanto vantaggio?»107. In una Capitanata nella quale i lavoratori della terra «non hanno un palmo di terreno da coltivare», nel chiedere un minimo di giustizia sociale per i poveri, il frate richiama la lotta eterna che vede da sempre soccombere l’interesse pubblico a quello privato:

Quanto è all'umanità nocivo il privato interesse!

Esso è quell'ammaliatore, che ci fascina la mente, e ci fa comparire utile pubblico ciò che non è che utile proprio e personale. Una pazzia ci è ella vantaggiosa? essa ci sembra onesta e lodevole […] I Fiscalini, e i Locati, che implorano l'eternità del Tavoliere, ragionano come l'abitator della Costa108, e il Medico di Epidauro109.110

Nel 1792, preso atto che i grandi massari di campo sono appena duecento111, mentre «quei che non hanno né meno un palmo di terra da coltivare» sono circa settantamila, si discute animatamente di ridurre i «campi fiscali» in piccole quote, al fine di favorire la piccola e media proprietà contadina, ripopolare il Tavoliere, creare una migliore equilibrio tra pastorizia e agricoltura. Manicone, a cui viene più volte richiesto un parere, sicuro che «la fortuna particolare comperata con la miseria generale non può chiamarsi ben pubblico», si esprime in questi termini:

Chi non sa, che la terra è tanto più cortese e feconda, quanto più è ripartita, e divisa? Nella terra proporzionatamente ripartita vi s'impiega un maggior numero di famiglie; il maggior numero di famiglie moltiplica la somma delle braccia, e delle fatiche; e la maggior somma delle braccia e delle fatiche rende la coltura più attiva, più assidua, più diligente, più minuta. Ogni angolo del campo è messo a profitto, ogni palmo di terra è innaffiato dalle gocce di sudore, che vi sparge il villico laborioso. Di qui la massima fertilità de' terreni112.

Il frate di Vico del Gargano colloca sostanzialmente l'agricoltura su un piano superiore alla pastorizia sotto diversi punti di vista: maggiore occupazione di manodopera, distribuzione di lavoro e ricchezza a «falegnami, ferrari, maniscalchi, telajuoli, cuojari, funari ec.», approvvigionamento di grano a intere province del Regno di Napoli, commercio con l’estero rilevante anche fiscalmente mentre la lana grezza viene esportata per rientrare lavorata a prezzi decuplicati. Secondo Manicone «la pastorizia, e l'Agricoltura dovrebbero essere sorelle; ma nella Daunia quella è nemica di questa»113. Un punto di vista simile a quello dell’economista foggiano Giacinto Bellitti, il quale in una Memoria114 sulla censuazione del Tavoliere del 1805 assesta, secondo Russo, «un violento attacco alla pastorizia e al sistema dei pascoli naturali con motivazioni di ordine ecologico»115.

La sintesi conclusiva di questo ampio «movimento di idee sulla Dogana e sul Tavoliere» è giusto affidarla a Pasquale di Cicco, direttore dell’Archivio di Stato di Foggia, per i riconosciuti meriti scientifici riguardanti il lavoro culturale svolto sulla Regia Dogana:

Bisognò giungere all’agosto del 1804 per vedere costituita una nuova Giunta, composta dal Luogotenente della R. Camera, Marchese Vivenzio, dal Presidente della Sommaria, Sanseverino, e da due avvocati fiscali del R. Patrimonio, coll’incarico di ascoltare ancora una volta, i vari interessati. Si ebbe così a Foggia, nel febbraio del 1805, un altro parlamento generale, convocato dal Presidente Governatore della Dogana, in cui si elessero i due deputati dei massari di campo e dei portatisti e ad essi, qualche mese dopo, si aggiunsero i tre eletti dei beati. La Giunta napoletana, così integrata, nelle varie sessioni che si susseguirono, fu protagonista, a causa dei contrastanti interessi in gioco, di accese discussioni, alimentate dalle diverse e sovente opposte valutazioni dei locati abruzzesi e massari di campo pugliesi, ed efficacemente riassunte dal Bellitti. Il risultato fu, per l’ennesima volta, quello di differire qualsiasi soluzione radicale e di consigliare l’adozione di misure subito rivelatesi reprensibili. Si dispose, infatti, con dispaccio reale del 6 dicembre 1805 la vendita delle migliorie delle terre salde a coltura, suscitando giustamente le profonde apprensioni dei massari di campo, tanto da provocare l’intervento del Re e del Tribunale della Sommaria, che fu d’avviso contrario alla progettata vendita.

Si giunse così al 1806. Il conquistatore francese, o perché spinto da impellenti necessità economiche, o perché desideroso di mutamenti e meno avvinto del regime abbattuto al rispetto del passato e delle situazioni preesistenti, o perché sinceramente convinto del bisogno e della opportunità sociale di distruggere una istituzione divenuta perniciosa (o forse per tutte e tre le ragioni insieme), non conobbe indugi nella sua operazione antidoganale, e, nell’atmosfera ancora ribollente delle discordie e delle discussioni dell’anno 1805, inserì agevolmente la legge del 21 maggio. Si chiudeva così l’epoca storica iniziata con Alfonso d'Aragona e si apriva un nuovo capitolo per le terre di Puglia116.

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1 M. MAGNO, La Capitanata - Dalla transumanza al capitalismo agrario, Ed. del Rosone, Foggia, 1999, p. 34.
2 Tassa per il passaggio degli animali.
3 D.M. CIMAGLIA, Ragionamento dell'Avvocato de' poveri D. Domenico Maria Cimaglia sull'economia che la R. Dogana di Foggia usa co' possessori armentari e con gli agricoltori che profittano de' di lei campi e su di ciò che disporre si potrebbe pel maggior profitto della Nazione, e pel miglior comodo del Regio Erario", Napoli 1783, p. 8.
4 G. FORTUNATO, Il Mezzogiorno e lo Stato italiano, Firenze, Vallecchi, 1926, vol. II, p. 499.
5 M.R. TRITTO, Particolarità di un regime territoriale tra amministrazione della Dogana delle pecore e del Tavoliere di Puglia, in atti del Convegno «La Regione Puglia e gli Usi Civici» del 25 maggio 1999, a cura di L. Miele, Manfredonia, Centrografico Francescano, 2000, p. 22.
6 J.L.A. HUILLARD-BREHOLLES, Historia diplomatica Federici II, Parigi 1852-1861, vol. IV, pp. 157-161.
7 L. BIANCHINI, Della storia delle finanze del Regno di Napoli, Napoli, Stamperia reale, III ed., 1859, p. 85.
8 N. VIVENZIO, Considerazioni sul Tavoliere di Puglia, 1796, pp. LII-LVIII.
9 D.M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., pp. 7-8.
10 Un carro o carra corrisponde a 20 versure; una versura ad ha (ettari) 1.23.45.
11 D.M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., pp. 16-17.
12 Cfr. M. MAGNO, La Capitanata - Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., p. 39.
13 G. PIEMONTESE, Feudi e Feudatari in Capitanata - Storia del potere baronale dai Normanni all'unità d'Italia, Foggia, Bastogi Editrice Italiana, 2011, p.13.
14 M. MAGNO, La Capitanata - Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., p. 37. Nella nota n. 10 dello stesso testo.
a pag. 37, Magno rileva che le piantine delle locazioni di Agatangelo Della Croce sono conservate nell'Archivio Storico di Foggia, Dogana delle pecore, Serie I, vol. 21.
15 S. GRANA, Istituzione delle leggi della R. Dogana di Foggia, Napoli, 1770.
16 D. M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., p. 17.
17 M. MAGNO, La Capitanata - Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., pp. 38-39, nota n. 13; cit. tratta da D. DI MARZIO, I tratturi, Roma, 1905
18 S. DI STEFANO, Della ragion pastorale over comento su la Pramatica LXXXIX "De officio procuratoris Caesaris", Napoli, presso Domenico Roselli, 1731, vol. I, p. 32; cit. tratta da CRISETTI GRIMALDI Leonarda, L’agonia feudale e la scalata dei “Galantuomini”, tomo 2, Edizioni del Rosone, Foggia 2007, p. 44, nota 11.
19 Cfr. M. MAGNO, La Capitanata - Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., pp. 48-49.
20 F. GALIANI, Della Moneta, Bari, Laterza, 1915, p. 348; cit. tratta da P. SOCCIO, Pauperismo, brigantaggio ed emigrazione, cit., p. 33-34.
21 Prammatica XXIV del 23 febbraio 1792 «De Administratione Universitatum». Da http://www.demaniocivico.it/public/public/439.pdf
22 Archivio storico di Napoli, Ministero delle Finanze, vol. 14.584. fol. 140-141; vedi M. MAGNO, La Capitanata. Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., appendice, pp. 221-222-223
23 L'enfiteusi è il diritto di godere di un fondo altrui con l'obbligo di migliorarlo e di pagare al proprietario un canone. L’enfiteusi può essere perpetua o temporanea per non meno di 20 anni. L'enfiteusi comporta il diritto di affrancazione del fondo rustico che, attualmente, è regolato pagando una somma pari a 15 volte il canone annuo.
24 Cfr. M. MAGNO, La Capitanata. Dalla transumanza al capitalismo agrario, cit., appendice, p. 68.
25 A. GAUDIOSI, Notizie per il buon governo della Regia dogana della mena delle pecore di Puglia (a cura di P. DI CICCO), Foggia, Editrice Apulia, 1981.
26 S. DI STEFANO, Della ragion pastorale over comento su la Pramatica LXXXIX "De officio procuratoris Caesaris", cit.
27 R. COLAPIETRA, Il Tavoliere di Puglia banco di prova dei riformatori e degli scrittori economici nel secondo Settecento, in Illuminismo meridionale e comunità locali, a cura di Enrico Narciso, Napoli, Guida Editore, 1988, p. 151.
28 N. FORTUNATO, Riflessioni intorno al commercio antico e moderno del regno di Napoli, Napoli 1760, p. 104; citazione tratta da R. COLAPIETRA, cit., p. 151
29 N. FORTUNATO, Discoverta dell'antico Regno di Napoli col suo stato a pro della sovranità e de' suoi popoli, Napoli, 1767.
30 Cfr. S. RUSSO, Abruzzesi e pugliesi: la ragion pastorale e la ragione agricola, in Mélange de l 'école française de Rome, Moyen age - Temps modernes, tome 100, 1988, 2, p. 931.
31 D. M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., p. 5
32 V. MASELLIS, Domenico Cimaglia, Dizionario Biografico degli Italiani a cura dell'Istituto della Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Roma, vol. 25, 1981.
33 D. M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., pp. 52-53.
34 Ivi, p. 55.
35 Ivi, p. 56..
36 Ivi, p. 70.
37 Ivi, p. 94.
38 V. PATINI, Saggio sopra il sistema della Regia Dogana della Puglia, suoi difetti e mezzi di riformarlo, Napoli 1783, p.3.
39 Ivi, pp. 11-12.
40 La «scommessione» era la pessima abitudine dei locati di lasciare le proprie poste dal mese di marzo per pascolare liberamente in tutti i pascoli; vedi A. MUSCIO e C. ALTOBELLA (a cura di), Aspetti del contrasto agro-pastorale nei territori della Dogana delle pecore di Puglia: usurpazioni, reintegre e trasformazioni in Agricoltura e pastorizia in Capitanata: la storia e le ragioni di un conflitto (secc. XV - XIX), Foggia, Leone Editrice, 1997, nota 57, p. 47.
41 V. PATINI, Saggio sopra il sistema della Regia Dogana della Puglia, suoi difetti e mezzi di riformarlo, cit., p. 139.
42 Cfr. A. SILLA, La pastorizia difesa - Ove si fa una breve analisi sopra alcuni progetti intorno alla riforma della Regia Dogana di Foggia, Napoli, Stamperia Simoniana, 1783, p. 56.
43 Ivi, pp. 6-7.
44 Ivi, p. 51.
45 Ivi, p. 59.
46 Cfr. Ivi, p. 71.
47 D.M. CIMAGLIA, Ragionamento sull'economia ..., cit., pp. 99-100.
48 A. SILLA, La pastorizia difesa, cit., p. 72.
49 Ibidem.
50 L. TARGIONI, Saggi fisici, politici ed economici, Napoli, Stamperia D. Campo, 1786.
51 Cfr. Ivi, pp. 246-248.
52 Ivi, p. 252.
53 Ivi, p. 317.
54 Ivi, p. 339.
55 Ivi, pp. 339-340.
56 Ivi, p. 344.
57 Ivi, p. 447.
58 G. FILANGIERI, Parere presentato al Re sulla proposizione sessennale del così detto Tavoliere di puglia, in La Scienza della legislazione con giunta degli opuscoli scelti, vol. VI, Milano, Società tipografica de' classici italiani, 1822, pp. 333- 355.
59 Ivi, p. 336.
60 Vedi P. DI CICCO, Il problema della Dogana delle pecore nella seconda metà del XVIII secolo, in «la Capitanata - Rassegna di vita e di studi della Provincia di Foggia», Foggia. a. VI (1966) n. 1-6, p. 67.
61 M. DELFICO, Discorso sul tavoliere di Puglia e sulla necessità di abolire il sistema doganale e non darsi luogo ad alcuna temporanea riforma, Napoli, 1788.
62 N. BISCOTTI, Padre Michelangelo Manicone - Un dimenticato naturalista del Settecento, Foggia, Grenzi Editore, 1996, p. 14.
63 Vedi M. E. DI CARLO, Giuseppe Palmieri e l'agricoltura del Tavoliere del '700, Quotidiano «l'Attacco», 19 maggio 2017, p. 25.
64 S. RUSSO, Abruzzesi e pugliesi: la ragion pastorale e la ragione agricola, cit., p. 932.
65 G. PALMIERI, Pensieri economici relativi al Regno di Napoli, Napoli, 1789, p. 108; cit. tratta da S. RUSSO, Abruzzesi e pugliesi: la ragion pastorale e la ragione agricola, cit., p. 932.
66 G. PALMIERI, Della ricchezza nazionale, Napoli, 1792, p. 107; cit. tratta da S. RUSSO, ibidem.
67 Cfr. Ivi, pp. 101-107.
68 G. PALMIERI, Memoria sul Tavoliere di Puglia, in Raccolta di memorie e di ragionamenti sul Tavoliere di Puglia, Napoli 1831, pp. 89-119.
69 P. DI CICCO, Il problema della Dogana delle pecore nella seconda metà del XVIII secolo, cit., pp. 67-68.
70 F. LONGANO, Viaggio dell'abate Longano per la Capitanata, Napoli, presso Domenico Sangiacomo, 1790, presentazione.
71 Ivi, pp. 155-157.
72 Ivi. pp. 171-172.
73 Ivi. pp. 210-211.
74 Ivi, pp. 219-220.
75 Ivi, p. 232.
76 Ivi, p. 250.
77 Ivi, pp. 123-125.
78 Cfr. ivi. pp. 195-197.
79 Cfr. ivi, p. 202.
80 G.M. GALANTI, Relazioni sulla Puglia del '700, a cura di E. PANAREO, Cavallino di Lecce, Capone Editore, 1984, p. 146.
81 Ivi, pp. 146-147.
82 Ivi, p. 123.
83 G.M. GALANTI, Nuova descrizione geografica e politica delle Sicilie, cit., p. 283.
84 Cfr. ivi, pp. 241-242.
85 N.M. CIMAGLIA, Della natura e sorte della cultura delle biade in Capitanata, Napoli, presso Filippo Raimondi, 1790.
86 S. RUSSO, Abruzzesi e pugliesi: la ragion pastorale e la ragione agricola, cit., p. 933.
87 Vedi M.E. DI CARLO, Fine '700, quei braccianti "languidi, pigri, ciarlieri, presuntuosi e ladri", Quotidiano «l'Attacco», 18 febbraio 2016, p. 19.
88 N.M. CIMAGLIA, Della natura e sorte della cultura delle biade in Capitanata, cit.; citazione tratta da R. COLAPIETRA, Il Tavoliere di Puglia banco di prova dei riformatori e degli scrittori economici nel secondo Settecento, in Illuminismo meridionale e comunità locali, a cura di Enrico Narciso, Napoli, Guida Editore, 1988. p. 179.
89 Vedi N. BISCOTTI, Il Tavoliere delle Puglie, una storia ambientale, Quotidiano «l’Attacco», 15 luglio 2023, p. 22.
90 N.M. CIMAGLIA, Della natura e sorte della cultura delle biade in Capitanata, cit.; citazione tratta da R. COLAPIETRA, Il Tavoliere di Puglia banco di prova dei riformatori e degli scrittori economici nel secondo Settecento, in Illuminismo meridionale e comunità locali, cit., pp. 179-180.
91 Il conseguimento della patente doganale da parte dei regi «compassatori», dopo la pratica in campo e l'inevitabile apprendistato, avveniva tramite un esame nel quale si doveva dimostrare di saper usare lo squadro agrimensorio, di saper suddividere gli appezzamenti in figure geometriche della dimensione richiesta e di saper riprodurre in pianta le divisioni eseguite; vedi V. IAZZETTI, La cartografia doganale nel Seicento, in Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al XIX secolo (a cura di G. DESIMIO, V. IAZZETTI, M. C. NARDELLA, M. R. TRITTO, Foggia, Bastogi, 1993, pp. 9-10.
92 G. ROSATI, Discorso sull'agricoltura di Puglia, s.n.t., 1792.
93 Cfr. A. VENTURA, Introduzione e note in Per la intelligenza del Sistema Doganale di Giuseppe Rosati, «La Capitanata, quadrimestrale della Biblioteca Provinciale di Foggia», 1994, n. 2, p. 205.
94 ASFg, Dogana delle pecore di Puglia, s. I, b. 75, fasc. 1080, cc. 58v, 58r et passim.
95 G. DESIMIO BRIENZA, Terre contese tra le acque, in provincia di Capitanata, dal XVII al XIX secolo, in Agricoltura e pastorizia in Capitanata: la storia e le ragioni di un conflitto (secc. XV - XIX), a cura di Antonio Muscio e Costantina Altobella, Foggia, Leone Editrice, 1997, pp. 151-152.
96 Cfr. M. R. TRITTO, Agrimensori e cartografi tra committenza pubblica e privata dal XVI al XIX secolo, in Cartografia e territorio in Capitanata dal XVI al XIX secolo (a cura di G. DESIMIO, V. IAZZETTI, M. C. NARDELLA, M. R. TRITTO, cit., p. 26, nota 14.
97 Vedi A. MAZZARELLA, Vivenzio Nicola, in Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, tomo 6, Napoli, Nicola Gervasi Editore, 1819.
98 N. VIVENZIO, Rappresentanza a Sua maestà il Re nostro signore per l'abolizione de' dritti di passo, che si esigono nelle strade del Regno, Napoli ,1790.
99 N. VIVENZIO, Considerazioni sul Tavoliere di Puglia, Napoli, Stamperia Simoniana, 1796.
100 Cfr. Ivi, pp. 32-38.
101 Cfr. P. DI CICCO, Il problema della Dogana delle pecore nella seconda metà del XVIII secolo, cit., p. 69.
102 T. NARDELLA, Le Terre della Dogana: opere e saggi, cit., pp. 731-732.
103 M. TRANASI, Dalla proprietà comune alla proprietà privata - Monte Sant'Angelo 1806-1860, Foggia, Leone Editrice, 1994, pp. 95-96.
104 N. BISCOTTI, Padre Michelangelo Manicone - Un dimenticato naturalista del Settecento, cit., p. 5.
105 M. MANICONE, La Fisica Daunica, (a cura di L. LUNETTA e I. DAMIANI), parte I, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005, p. 66.
106 Manicone classifica i coloni dauni in massari, versurieri ed operai. I massari di campo coltivano campi estesi più di 200 versure, mentre vengono definiti massarotti coloro che ne coltivano meno di 200 e versurieri i coloni che posseggono meno di 100 versure; vedi M. MANICONE, La Fisica Daunica, cit., p. 119.
107 M. MANICONE, La Fisica Daunica, cit., pp. 66-67.
108 «L'abitator della Costa» invocava Nettuno affinché spingesse i vascelli carichi ad infrangersi sul litorale.
109 Il medico povero, sui gradini del tempio di Epidauro, supplicava il divino Esculapio affinché mandasse la peste nel Peloponneso.
110 M. MANICONE, La Fisica Daunica, cit., p. 115.
111 Manicone classifica le masserie agricole in piccole (200 versure), medie (400-500 versure), grandi (600 versure).
112 M. MANICONE, La Fisica Daunica, cit., p. 136.
113 Ivi, p. 149.
114 G. BELLITTI, Memoria intorno alla censuazione del Tavoliere della Daunia, S. Giorgio a Cremano, s. e.,1805.
115 S. RUSSO, Abruzzesi e pugliesi: la ragion pastorale e la ragione agricola, cit., p. 933.
116 P. DI CICCO, Il problema della Dogana delle pecore nella seconda metà del XVIII secolo, cit., pp. 71-72.

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 BIBLIOGRAFIA

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  • VIVENZIO Nicola, Considerazioni sul Tavoliere di Puglia, Napoli, Stamperia Simoniana, 1796.

Dalla Regione Puglia in arrivo 5 milioni e mezzo di euro.

La Regione Puglia, con la determina n. 950 del 28 novembre, ha ufficialmente approvato la Strategia di Sviluppo LocaleFOODLINKS 2030”, presentata dal GAL Daunia Rurale 2020 lo scorso 16 ottobre, elaborata con il supporto dell’Università di Foggia e la partecipazione attiva degli attori pubblici e privati del territorio ai laboratori. Ci si prepara dunque alla nuova programmazione 2023 -2027, che godrà di un budget di 5 milioni e mezzo di euro, da investire sullo sviluppo locale dell’Alto Tavoliere con bandi specifici destinati ad Enti ed Imprese del territorio di competenza del Gal, che comprende i Comuni di Apricena, Chieuti, Poggio Imperiale, San Paolo di Civitate, San Severo, Serracapriola e Torremaggiore.

“L’approvazione della strategia premia il grande lavoro svolto dal GAL Daunia Rurale 2020, dichiara la Presidente del Gal Pasqua Attanasio. È un successo per tutti i soci della società consortile. Siamo felici ed orgogliosi di poter continuare a supportare il territorio con fondi considerevoli che investiremo in progetti innovativi capaci di diversificare l’agricoltura e di potenziare l’offerta turistica e culturale dell’Alto Tavoliere, proprio sulla scia di quanto già fatto nella vecchia programmazione. Un ringraziamento particolare va allo staff tecnico del Gal, all’Università per il supporto e a tutti gli attori, pubblici e privati, che nel periodo di stesura della strategia hanno partecipato attivamente, segnalando esigenze e progettualità, fondamentali per l’individuazione di azioni mirate ed un reale supporto del territorio.”

 

Comuni Alto Tavoliere

 

Il filo conduttore della nuova Strategia è il cibo locale, che unitamente al paesaggio e alle tradizioni, diventa il punto di connessione tra la comunità del cibo e la comunità dell’accoglienza e dell’ospitalità, in un’ottica di innovazione e sostenibilità.

Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, arch. Angelo Iannotta con Ordinanza n. 50/2023 ordina che:

sulla Strada Provinciale n. 95 (Cerignola - Candela), sul tratto di strada meglio individuato al km.33+550 (coord. 41°09'04.1"N - 15°31'51.1"E), nel Comune di Candela (FG), è istituita la disciplina provvisoria del traffico veicolare con senso unico alternato, regolamentato da operai movieri della richiedente Ditta Pagone S.r.l., esecutrice dei lavori della Committente Anas Struttura Territoriale Puglia, con osservanza dei parametri previsti dagli articoli n. 61 e 62 del D.L.vo n° 285 del 30.04.1992, e successive modifiche, “Nuovo Codice della Strada”, con l’apposizione di opportuna segnaletica, che di seguito si allega, dal giorno 04/12/2023 al giorno 29/02/2024.

Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, arch. Angelo Iannotta con Ordinanza n. 47/2023 ordina che:

sulla Strada Provinciale n. 38bis (Circumvallazione Apricena), sul tratto di strada meglio individuato dal km. 0+390 (coord. geograf. 41°48'7.98"N 15°25'55.79"E) al km. 0+430 (coord.  geograf. 41°48'8.44"N 15°25'57.31"E), nel Comune di Apricena (FG), è istituita la disciplina provvisoria del traffico veicolare con senso unico alternato, regolamentato da operai movieri della richiedente Parco Eolico Apricena S.r.l., con osservanza dei parametri previsti dagli articoli n. 61 e 62 del D.L.vo n° 285 del 30.04.1992, e successive modifiche, “Nuovo Codice della Strada”, nel giorno 16/12/2023 dalle ore 07.00 alle ore 17.00, per permettere le lavorazioni di tesatura cavi di un impianto di produzione elettrica da fonte eolica e relative opere di connessione.

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