nota di Nicola Netti, capogruppo consiliare di Fratelli d'Italia Cerignola.
[ndr.] Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero [ndr.].
«A breve partiranno le attività del progetto Luoghi Comuni a Palazzo Fornari, ormai sempre più ambiente esclusivo dell'assessore alla Cultura, Rossella Bruno. La sua storica associazione è infatti unica partecipante ed assegnataria del bando di Regione Puglia ed Arti per gli edifici sottoutilizzati: 40mila euro per i primi 18 mesi e successivamente la possibilità di autosovvenzionarsi per 6 mesi con le attività svolte all'interno.
Sia chiaro: è bene che un edificio come quello di Piano San Rocco torni a vivere, dopo gli ultimi anni di vicissitudini, inadempienze, chiusure. Ma che, dopo una ridotta evidenza del bando, partecipi soltanto (in passato ciò era considerato una “malvezzo” pericoloso) e vinca proprio Oltre Babele apre ad alcune domande e riflessioni: è la stessa associazione di cui l'attuale assessore Bruno era stata fondatrice e da anni presidente, fino proprio alla nomina nella Giunta Bonito? È la stessa associazione di cui è diventata vicepresidente da quel momento, per poi abdicare definitivamente proprio in vista della partecipazione al bando regionale? È la stessa associazione che ha rimodulato il proprio direttivo proprio nella direzione under 35 indicata dal bando di Luoghi Comuni? È la stessa associazione in cui figurava anche il marito dell'assessore alla Cultura? È la stessa associazione la cui compagine si ritrova identica e precisa a prestare servizio (civile) in biblioteca?
A dirla tutta, Luoghi Comuni non ha assegnato Palazzo Fornari soltanto alla Oltre Babele. No: solo il piano terra. Il primo piano infatti, con diverso bando dello stesso progetto, è stato affidato ad un'altra associazione (anche qui unica partecipante): Artefatti, nata pochi giorni prima di partecipare al bando regionale, molto vicina e familiare all'assessore.
Insomma, una poco pubblicizzata e singolare chiusura della cultura locale a pochi stretti e vicini. E se ne ha riscontro dalle iniziative fin qui promosse anche nell'ambito del cartellone estivo. Allora, bene che si faccia. Bene che si faccia bene. Ma lo si faccia apertamente, non solo “oltre Babele”... anche oltre se stessi».
“La fallimentare politica regionale in materia sanitaria fornisce una ulteriore prova. Stavolta è il turno delle Rsa, i cui gestori si vedranno ridurre il numero dei ricoveri per l’aumento della quota parte spettante al paziente, ma soprattutto a carico delle famiglie, che già avevano difficoltà a pagare 1000 euro al mese, e che adesso dovranno pagarne 1500”. Lo affermano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Renato Perrini (primo firmatario della richiesta di audizione sul tema inoltrata all’assessore Palese), il capogruppo Francesco Ventola, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone e Michele Picaro.
“La tariffa giornaliera stabilita dalla Regione Puglia è di 100,33 euro (circa tremila euro al mese). Fino al 30 settembre dello scorso anno, la suddetta somma veniva ripartita per il 70% a carico della Asl (circa duemila euro al mese) ed il restante 30% (circa mille euro al mese) a carico del paziente. – spiegano i consiglieri che proseguono - A decorrere dal 1 ottobre 2022, il governo Emiliano aveva già stabilito che i nuovi ricoveri, fermo restando la tariffa giornaliera di 100,33 euro, sarebbero stati sottoposti ad una quota di partecipazione alla spesa pari al 50% (quindi 1500 euro al mese) e non più al 30%. Venivano esclusi da questo provvedimento tutti i pazienti ricoverati in Rsa antecedentemente al primo ottobre 2022, che continuavano a pagare la quota parte del 30% della tariffa. Ma, con la DeGR 659/23 - dlg 502/92 art. 8 del 16/5/23 - la Regione Puglia ha stabilito che a decorrere dal primo luglio 2023, anche i pazienti ricoverati antecedentemente al primo ottobre 2022 dovranno transitare al pagamento della quota parte del 50%, invece della quota parte del 30% che già pagavano. Evidente – concludono i consiglieri meloniani – che ci troviamo di fronte a un atto su cui chiediamo immediate spiegazioni da parte di Emiliano e Palese. Perché alla sofferenza fisica e psicologica di chi è ricoverato e dei familiari che cercano di assisterlo nel miglior modo possibile, non si può aggiungere un fardello economico decisamente pesante di cui farsi ulteriormente carico”.
nota de gruppo regionale di Fratelli d’Italia commenta i dati del rapporto Istat.
“I numeri sono numeri, infatti, qualcuno ha sempre sostenuto che la matematica non è un’opinione… e allora è evidente che c’è qualcuno che più che interpretare i numeri li dà. Due giorni fa il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis ha sostenuto, commentando uno studio di consulenti del lavoro su dati Istat, che: «La Puglia è la regione dove è cresciuta di più l’occupazione in Italia. In 4 anni l’aumento di 100.000 occupati in più e un aumento netto dell’8,6% è un dato eccezionale. Nessuna regione italiana ha registrato un aumento tale sia in termini assoluti che percentuali».
“Ma oggi, sempre secondo i dati del rapporto Istat (‘Noi Italia’) risulta che: la Puglia è prima in Italia per incidenza di povertà relativa con il 27,5%. Al secondo posto la Campania (22,8%) e al terzo la Calabria (20,3%). La media nazionale è dell'11,1%. Non è l’unico record negativo, un altro riguarda proprio il tasso di disoccupazione, anche in questo caso la Puglia registra un altro record negativo sul fronte delle differenze di genere, facendo segnare il divario più alto (5,5%) a sfavore delle donne.
“Come dire che in Puglia si verifica che si hanno più nuovi occupati rispetto alle altre regioni, ma siamo la regione con il maggior divario di povertà e le donne pugliesi sono le più penalizzate d’Italia nel mondo del lavoro. È evidente che siamo di fronte a dati che vogliono dire ben altro: ovvero che nonostante le nuove occupazioni gli italiani più poveri sono in Puglia. Questo il dato che dovrebbe commentare De Santis e farci comprendere come mai le politiche del lavoro non producono ricchezza… forse perché servono più a gestire potere e consenso che generare sviluppo?”
Molte sono le voci che si stanno levando nei confronti della gestione arbitrale della gara di andata della finale di playoff di serie C tra Foggia e Lecco, disputata allo Zaccheria lo scorso 13 giugno.
A tal proposito, raccogliendo gli umori della città e ravvisando alcuni dubbi nella più che discussa e discutibile gestione arbitrale dell’incontro, presieduta dal sig. Kevin Bonacina, l’on. Giandonato La Salandra ha depositato una interrogazione parlamentare a riguardo.
“Non si tratta di tifosi delusi per la vittoria sul campo del Lecco per 2 reti ad 1, ma di verificare se ci siano state eventuali irregolarità in merito alla designazione di un direttore di gara bergamasco, estremamente prossimo alla squadra del Calcio Lecco 1912, con poca esperienza nella categoria o quali siano le valutazioni di opportunità, se mai ci siano state e così anche in merito al rispetto dei protocolli legati al VAR”.
Dall’esame dei video della partita emergerebbe, infatti, una evidente incertezza nell’esame del Video Assistant Referee, usato dai giudici di gara per esaminare situazioni dubbie.
Anche il sig. Luigi Nasca, designato alla sala VAR, secondo alcune notizie di cronaca, sembrerebbe essere stato già protagonista di episodi particolarmente dubbi, con valutazioni negative.
La stessa Lega Pro è stata interessata da un esposto, esteso anche all’AIA, da parte del club rossonero, come si apprende da una nota della Società Calcio Foggia 1920.
“La mia interrogazione – conclude il deputato - vuole acquisire e conoscere, per quanto di competenza del Ministro dello Sport, gli atti relativi alle scelte operate nella designazione del direttore di gara, e dei controllori designati alla gestione della sala VAR relativamente alla partita di calcio Foggia - Lecco, nonché di acquisire ogni opportuna informazione circa il proposto esposto avanzato dalla Società Calcio Foggia 1920, diretto alla predetta Lega e ai vertici dell’AIA”.
Sabato 17 giugno alle ore 18.00 Sala Consiliare del Comune.
La Ministra per le Pari opportunità e famiglia Eugenia Roccella sarà a Cerignola il 17 giugno 2023 alle ore 18.00, nella Sala Consiliare del Comune, per la presentazione del suo libro, “Una famiglia radicale”, organizzata dalla Fondazione Tatarella, in collaborazione con l’“Associazione 5 dicembre – Salvatore Tatarella” e con il patrocinio del Comune di Cerignola.
Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione che introdurrà il convegno, moderato dal giornalista Natale Labia. Interverranno Enzo Pece per l’“Associazione 5 dicembre”, i parlamentari Annamaria Fallucchi e Giandonato La Salandra, il vicepresidente del Consiglio regionale della Puglia Gianicola De Leonardis,
Il libro di Eugenia Roccella, edito da Rubbettino, è un romanzo “storico”, che ripercorre - da una visuale intima - I radicali degli anni Cinquanta e Sessanta.
Narra, con sagace umorismo, di radici isolane, di una famiglia tradizionale e un po’ stramba, confinata nella Sicilia più interna, e di un giovane provinciale che, finita la guerra, arriva in una città stimolante e colta come Bologna, diventa carismatico leader degli studenti laici, si innamora di una donna fuori dagli schemi, e si immerge nell’euforica impresa della costruzione di una nuova cultura politica. Ha intorno un gruppo di ragazzi geniali e di belle speranze, e un giovane e promettente seguace che si chiama Marco Pannella. Un romanzo familiare, ma anche di formazione nel quale Eugenia Roccella include una vera e propria fucina di intellettuali, in parte destinata a divenire classe dirigente della prima repubblica; uomini della tempra di Sergio Stanzani, Gino Roghi, Tullio De Mauro, Gino Giugni, Sergio Castriota, Stefano Rodotà. Non mancano incontri amichevoli e conviviali con artisti, scrittori, giornalisti, tra chi Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Adele Cambria, Lino Jannuzzi.
Biografia.
Eugenia Roccella è nata a Bologna, è sposata e ha due figli. È giornalista professionista; è stata editorialista di Avvenire, della rivista di cultura politica Ideazione, e ha collaborato con diverse testate, tra cui il Giornale, Libero, Il Foglio. Laureata in lettere, è dottore di ricerca in Studi storici della letteratura italiana. Nel 2007 è stata portavoce, con Savino Pezzotta, del primo Family day.
È stata deputata nelle legislature 2008 e 2013 e sottosegretaria al Welfare e alla Salute. Rieletta nel 2022, è stata nominata Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità nel governo guidato da Giorgia Meloni.
Roccella ha pubblicato numerosi libri, tra cui “Dopo il femminismo” (Ideazione editrice, 2001), “Fine della maternità”, (Cantagalli 2015) “Eluana non deve morire” (Rubbettino 2019). Con Assuntina Morresi ha scritto “La favola dell’aborto facile. Miti e realtà della pillola Ru486” (Franco Angeli 2006).
Con Lucetta Scaraffia, ha pubblicato “Contro il cristianesimo. L’Onu e l’Unione europea come nuova ideologia” (Piemme 2005). Sempre con Scaraffia nel 2004 ha curato “Italiane: dizionario biografico delle donne dall’Unità d’Italia”, con i ritratti di 247 donne che hanno fatto la storia d’Italia. L’opera, in 3 volumi, è stata pubblicata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
nota di Fratelli d'Italia - Torremaggiore.
«A metà maggio si apprendeva dai media che la direzione generale dell'ASL Foggia stava per dare esecuzione ad una delibera della Giunta Regionale la n. 985 del 2017, che prevedeva una nuova elaborazione della rete dei laboratori analisi, concentrando questi laboratori nelle strutture ospedaliere di San Severo e Cerignola, e trasformando, di fatto, gli attuali Laboratori Analisi di Torremaggiore, San Marco in Lamis, Vico del Gargano, Vieste e Foggia in Centri Prelievi.
Dopo le solite rassicurazioni dell'Azienda che non ci sarebbero stati disservizi per il cittadino (cosa non vera, in quanto il sistema non è pronto per questo nuovo assetto) ci interfacciammo con l'Amministrazione torremaggiorese per cercare tutti insieme di evitare una ulteriore perdita di servizi, tenuto conto che i servizi previsti in altre delibere di Giunta regionale che dovevano avere attuazione nel nostro PTA, sono ancora in attesa di realizzazione.
A tale proposito insieme alle altre forze di minoranza, in data 24 maggio decidiamo di protocollare una richiesta di Consiglio comunale monotematico per chiedere alla Giunta regionale di intervenire.
Il 30 maggio partecipammo a un incontro con la dirigenza ASLFG, confermando che il nostro laboratorio diventerà centro prelievi, proprio in virtù di quella delibera regionale del 2017. Ma dalla riunione è risultato, con evidenza, che manca ancora la rete informatica, la base per far sì che il tutto funzioni.
Ma è la festa del Protettore della città... in quel periodo…(Sic!).
L'8 giugno partecipammo ad un incontro in cui si sarebbe dovuto stilare la bozza del documento condiviso da portare in Consiglio; peccato che manca una qualsiasi bozza di partenza e ci aggiorniamo a lunedì 12 giugno 2023.
Beh, non ci crederete ma ci arriva la comunicazione che l'incontro con la Commissione sanitaria per fare tale bozza, viene fissata per giovedì 15 giugno c.a.
Risultato? Siamo ancora, in questo momento, in attesa della convocazione del Consiglio comunale monotematico, che per legge deve essere convocato entro 20 giorni dalla richiesta.
Morale della favola: se avete problemi di salute... pregate!».
“Lo stato di crisi continua ad attanagliare il mondo agricolo e in particolare il settore vitivinicolo sul quale si è abbattuta una ulteriore piaga legata alle abbondanti piogge che hanno portato alla proliferazione della peronospora nelle vigne, creando seri problemi ai viticoltori”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che spiega: “Il grido d’allarme del mondo agricolo va ascoltato perché quest’anno si rischia seriamente di non raccogliere l’uva. Alcune Regioni hanno usato fondi OCM per attivare la misura della cosiddetta vendemmia verde, cioè il contributo a sostegno della mancata raccolta che prevede la distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione. In tal senso, quindi, sollecitiamo il governo regionale a intervenire con aiuti concreti al settore vitivinicolo, utilizzando tutti i fondi necessari, nonché di colmare, finalmente, la lacuna concernente il piano vitivinicolo regionale di cui la Puglia è ancora sprovvisto”, conclude De Leonardis.
Una raccolta firme per sostenere la proposta di legge di Fratelli d’Italia per rendere l’utero in affitto reato universale.
A Foggia oggi nei pressi della Cattedrale insieme a militanti, simpatizzanti e semplici cittadini ci sono stati ad accoglierli il commissario cittadino di Fratelli d’Italia Mario Giampietro.
La sottoscrizione, per la quale si può firmare anche online all’indirizzo nouteroinaffitto.it, nasce sull’onda della proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per rendere il ricorso alla maternità surrogata reato universale e quindi perseguibile penalmente in Italia anche se commesso all’estero. Il testo base della proposta è già stato approvato in Commissione Giustizia alla Camera e passerà adesso al vaglio nelle aule di Camera e Senato.
Fratelli d'Italia lavora da tempo per mettere un freno alla pratica aberrante della maternità surrogata, la forma di schiavitù del terzo millennio che umilia il corpo delle donne e trasforma i bambini in una merce: la proposta di legge, presentata nel 2018, finora era rimasta chiusa nei cassetti. Con la maggioranza scaturita nella vittoria alle elezioni politiche finalmente ha preso il via la sua discussione: una battaglia di civiltà che invitiamo tutti i cittadini a sostenere, a prescindere dall'orientamento politico.
“Dalla riqualificazione per finalità di carattere culturale, educativo e sociale a un parco fotovoltaico. Per la stazione di Foggia si profila l’ennesima beffa”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che spiega: “Nel 2019 fu siglato un protocollo d’intesa tra Comune di Foggia, Ferrovie dello Stato, RFI ed FS Sistemi Urbani ai fini della predisposizione di un programma di intervento per la riqualificazione delle aree esterne alla stazione ferroviaria di Foggia. Tale protocollo prevedeva, tra l’altro, il miglioramento del livello di connettività dell’offerta multimodale e del sistema complessivo di accessibilità alla stazione; il miglioramento delle condizioni di sicurezza e del decoro urbano; la valorizzazione e il riuso di aree e fabbricati esistenti per finalità di carattere culturale, educativo e sociale.
Quel protocollo – prosegue De Leonardis – è stato disatteso facendo perdere ai foggiani una opportunità di rinascita di una zona tanto strategica quanto storicamente importante come quella della stazione, da tempo degradata. Adesso, per quelle aree, RFI ha espletato una gara per installare nella zona adiacente a viale Fortore un parco fotovoltaico. Un fatto che va in controtendenza rispetto ad altre città della Puglia come, ad esempio, Bari, Barletta, Brindisi, Lecce e in un’altra decina di centri dove, invece, sono in fase esecutiva progetti di realizzazioni di un doppio fronte delle stazioni che permettono un collegamento tra le due parti delle città attraversate dalla linea ferroviaria e una effettiva riqualificazione delle stazioni all’interno delle quali possono sorgere punti ristoro, punti dedicati al commercio, punti informazioni e ampi parcheggi.
Evidente, quindi, che su Foggia si vada in direzione totalmente altra rispetto a ciò che sarebbe logico realizzare. Perché la realizzazione di un secondo fronte fruibile lungo viale Fortore, rappresenterebbe un beneficio per la città sia sotto il piano della riqualificazione urbanistica, sia per quelli che sarebbero riverberi positivi per quel che concerne, ad esempio, la connettività con Villaggio Artigiani, dove insistono piccole e medie imprese attualmente decontestualizzate rispetto a fondamentali vie di comunicazione, evidentemente necessarie per implementare l’attrattività della zona e accrescere i benefici per le attività imprenditoriali e commerciali esistenti e per quelle che potrebbero sorgere.
Senza dimenticare Rione Martucci e Rione Diaz, due importanti e popolosi quartieri anch’essi avulsi rispetto al resto della città. Inoltre – aggiunge De Leonardis – realizzare il secondo fronte della stazione su viale Fortore, dotato di parcheggio per i bus extraurbani e un sottopasso pedonale di collegamento tra i due fronti, permetterebbe di evitare l’ingresso dei pullman del centro di Foggia e di utilizzare il Nodo Intermodale di viale Manfredi come hub bus cittadino con annessi vantaggi per la circolazione veicolare e la riduzione dei livelli di inquinamento.
I Commissari devono intervenire immediatamente su questa vicenda e adoperarsi concretamente affinché Foggia, ancora una volta, non perda una occasione decisamente importante di riqualificazione e trasformazione di un polo strategico e di rilevante valore storico come quello della propria stazione”, conclude De Leonardis.
“A fronte di un calo progressivo del prezzo del grano duro negli ultimi mesi, considerando che nelle borse merci il prezzo della semola non subisce gli stessi orientamenti e che il prezzo della pasta rimarrebbe perfino invariato, ho chiesto tramite interrogazione al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di avviare una preliminare indagine conoscitiva, al fine di escludere speculazioni a danno dei produttori di grano duro”.
È stata depositata ieri dall'On. Giandonato La Salandra (Fratelli d'Italia) in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati una interrogazione, in seguito al nuovo calo del prezzo del grano duro registrato alla Borsa Merci della CCIAA di Foggia, per individuare le intenzioni del Governo al fine di tutelare la produzione nazionale.
A latere di ogni considerazione sulle differenti qualità del grano importato (sembra che vi sia una più che importante immissione di grano canadese, con circa 400 mila quintali, scaricati soltanto nell'ultima settimana al porto di Bari) è evidente la crisi in cui si trova il settore cerealicolo italiano, che dovrebbe essere trainante per l’agricoltura della Nazione, con particolare rilevanza in territori come quello di Capitanata, vero e proprio granaio d'Italia.
“È necessario – conclude La Salandra - un riconoscimento di valore ad un prodotto che ha elevati standard qualitativi e di salubrità ma costi di produzione meno competitivi rispetto ad altri paesi esteri. Tra le soluzioni più immediate, sicuramente potrebbe esserci l’istituzione di una Commissione unica nazionale e di un registro di carico e scarico della merce, che entri ed esca dai mulini. Intanto, per la prossima settimana è previsto un tavolo tecnico nazionale”.