L’Ufficio Scolastico Regionale e i militari dell’Esercito, ricordano la Giornata della Memoria con iniziative culturali a favore degli studenti pugliesi.
a cura dell'Esercito Italiano
Questa mattina, 7 marzo 2023, presso il Liceo Scientifico “Marconi” di Foggia, si è svolta una conferenza rivolta agli studenti delle classi quarte e quinte al fine di fornire ai giovani un approfondimento sugli avvenimenti storici legati al “Giorno della Memoria”, istituito con la Legge n. 211 del 20 luglio 2000 "in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti", organizzata dal 21° Reggimento Artiglieria Terrestre “TRIESTE”, inquadrato nella Brigata “Pinerolo”.
Nello specifico, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, la Brigata “Pinerolo” e i Reparti dipendenti, hanno organizzato “Il Cammino della Memoria”, articolato su un ciclo di seminari svolti nelle Città di Barletta, Trani, Altamura, Bari, Lecce, Foggia e Corato.
Durante la conferenza gli studenti hanno potuto conoscere la storia di migliaia di militari italiani che, nei giorni successivi alla proclamazione dell'armistizio dell'Italia (8 settembre 1943), furono catturati e deportati nei campi di prigionia del Terzo Reich. Questa massa enorme di uomini - che furono classificati come IMI (acronimo di Internati Militari Italiani) - ha detto NO per ben due anni a qualunque tipo di collaborazione con la Germania nazista e con la RSI.
La Prof.ssa Antonietta Pistone ha approfondito il periodo storico di riferimento; mentre la prof.ssa Maria Schiena, delegata dell’Associazione Nazionale ex Internati e co-redattrice del giornale “Noi dei lager”, ha parlato della drammatica vicenda dell’internamento e del valore della memoria come strumento di educazione civile e morale. Infine il Comandante della Brigata “Pinerolo” ha fornito una spiegazione sull’etica e i valori di ogni soldato.
Al termine della conferenza, una rappresentanza di alunni, autorità civili e militari, hanno partecipato alla deposizione di una corona d’alloro presso il monumento ai Caduti, situato in Piazza Italia a Foggia, per ricordare il sacrificio dei nostri soldati, nella speranza che questi tragici eventi non debbano mai più ripetersi
Il Liceo Classico Lanza di Ascoli Satriano, col patrocinio della Città di Ascoli Satriano, ha organizzato per giovedì 26 gennaio una conferenza Celebrativa del "Giorno della Memoria", con presentazione del Libro: "Il Vento e la Memoria", del Generale Potito Genova, già Consigliere militare alla NATO e all'Unione Europea.
Un evento di forte valenza etica prima che storica e culturale, al fine di trasmettere alle nuove generazioni i grandi valori della pace, della libertà e della democrazia, che non sono affatto scontati, ma vanno quotidianamente e generosamente alimentati.
L'evento del 26 gennaio che avrà luogo nel suggestivo Auditorium del Polo Museale, con inizio alle ore 18,30, assume un significato del tutto particolare, visti i preoccupanti scenari di guerra che continuano a tenere col fiato sospeso I' Europa e il Mondo intero.
Sarà un evento ricco di sorprese e di ospiti, tra i quali, il responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, Prof. Luigi Di Cuonzo, a testimonianza degli episodi del settembre 1943, quando perdeva la vita anche il giovane soldato ascolano Domenico Pandiscia, per mano di soldati nazisti.
Particolare attenzione sarà rivolta agli interventi e alle domande dei ragazzi, alla ricerca di risposte sugli assurdi conflitti che hanno devastato e continuano a devastare Popoli e Nazioni.
Con l'iniziativa di Giovedì 26 gennaio, Il Liceo Classico "V. Lanza di Ascoli Satriano intende manifestare altresì, vicinanza e solidarietà a quanti in questo momento stanno piangendo i propri figli caduti, a quanti con gli occhi spenti sperano ancora di ricongiungersi ai propri cari, nelle proprie case e nella propria Patria.
Il programma: “GIORNATA DELLA MEMORIA"
Presentazione del Volume "Il VENTO E LA MEMORIA" di Potito Genova
Saluti:
-Angela Barbato
Commissario Prefettizio Città di Ascoli Satriano
- Maria Aida Episcopo
Dirigente USR Puglia Ufficio V ambito territoriale Foggia
- Mirella Coli
Dirigente scolastico Liceo Lanza - Perugini - Foggia
Relatori:
-Luigi Di Cuonzo
Responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta
-Giuseppe Sgobbo
Fiduciario Liceo Classico "V.Lanza" sez.Ascoli Satriano
-Pasquale Inglese Autore e Compositore
Interverranno:
-Potito Genova Autore
-Franco Garofalo Coautore
-Nicola Di Stefano Coautore
-Saverio Pandiscia Presidente ANFCDG sez. di Ortanova
Modera: Biagio Gallo
Con la partecipazione del Tenore Romolo Bruno e del Centro Studi Danza San Giovanni Apporti filmat i a cura dell'ex liceale Davide Coluccelli
ASCOLI SATRIANO 26 GENNAIO 2023 AUDITORIUM POLO MUSEALE ORE 18,30.
E’ stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di San Severo www.comune.san-severo.fg.it a firma del Sindaco Francesco Miglio, dell’Assessore alle Politiche Sociali Simona Venditti e del Dirigente Area II Daniela Ruffo, il bando per la partecipazione al progetto “Il Treno della Memoria 2023”, approvato con delibera di G.C. n.193 de 19/10/2022.
“Il “Treno della Memoria” non si configura – dichiara l’Assessore Venditti - come una gita scolastica o un normale viaggio culturale, ma uno spazio di conoscenza, un percorso educativo capace di coniugare attività di intrattenimento artistico-culturale, testimonianze dirette della storia, momenti frontali e laboratori. È un viaggio nella storia e nella memoria, realizzato attraverso la scoperta dei luoghi e delle storie delle persone che hanno vissuto il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Il “Treno della Memoria” si presenta come un’esperienza molto forte, che coinvolge i giovani partecipanti in riflessioni profonde che si pongono l'ambizioso obiettivo di stimolare nei ragazzi una partecipazione attiva e una conoscenza che, partendo dalle tragiche vicende storiche della seconda Guerra Mondiale, arrivi ad analizzare in maniera critica e costruttiva il presente che li circonda”.
Il progetto prevede un viaggio didattico della durata di 8 giorni con destinazione Cracovia (Polonia) e partenza suddivisa in gruppi, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2023. I gruppi visiteranno l’ex ghetto ebraico de la fabbrica di Schindler, oltre i campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Possono partecipare al progetto il “Treno della Memoria 2023”, quali partecipanti, i ragazzi residenti nel Comune di San Severo o frequentanti gli Istituti Scolastici di San Severo: che abbiano un’età compresa tra 16 e 30 anni; che non abbiano mai partecipato al progetto “Il Treno della Memoria ” o a medesimi progetti organizzati da altri Enti; che si impegnano a progettare, realizzare e presentare al Comune di San Severo un reportage del viaggio, a raccontare l’esperienza online tramite i social network e a organizzare iniziative di restituzione dell’esperienza fatta entro il mese di settembre 2023, pena la restituzione della somma versata dall’Ente promotore per la partecipazione al progetto.
Possono partecipare al progetto il “Treno della Memoria 2023”, come accompagnatore con la funzione di coordinatore delle azioni di restituzione, i cittadini residenti nel Comune di San Severo che abbiano un età compresa trai 20 e i 30 anni, anche se hanno già partecipato al progetto negli anni precedenti, che si impegnino a coordinare e realizzare le azioni di restituzione insieme ai partecipanti dell’edizione 2023.
La quota di adesione al “Treno della Memoria” comprende il viaggio in pullman A/R, l’alloggio, prima colazione, ingresso e visite guidate nei musei ed è a totale carico del Comune di San Severo. Sono a carico dei partecipanti le spese per i pasti. La domanda di partecipazione (con allegata fotocopia del documento di identità), dovrà indicare nell’oggetto “Treno della Memoria 2023 – richiesta di partecipazione” e nel corpo contenere nome, cognome, data di nascita, indirizzo di residenza, numero telefonico e indirizzo e-mail del richiedente, nonché la manifestazione della disponibilità a progettare, realizzare e presentare al Comune di San Severo un reportage del viaggio e a raccontare l'esperienza online tramite i social network, e allo stesso modo per l’accompagnatore la disponibilità a coordinare e progettare insieme ai partecipanti le attività di restituzione. Alla domanda di partecipazione deve essere allegata, a pena di esclusione, un elaborato nelle diverse forme artistiche, che illustri le proprie riflessioni sul significato odierno de “Il Treno della Memoria 2023” e le motivazioni a base della domanda di partecipazione per i ragazzi dai 16 ai 30 anni e per l’accompagnatore un elaborato (testo, video, powerpoint) dove siano progettate le azioni di restituzione in maniera precisa e quanto più dettagliata possibile. Le domande di partecipazione dovranno pervenire, a pena di esclusione, all’ufficio protocollo del Comune di San Severo a mezzo posta elettronica all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro le ore 12.00 del 21 novembre 2022.
La selezione dei n. 6 giovani per il viaggio educativo e per l’accompagnatore sarà effettuata mediante apposita Commissione, nominata dal Dirigente ad interim dell’Area II, con il compito di valutare gli elaborati per la partecipazione all’iniziativa e redigere la graduatoria definitiva di merito. Il giudizio della Commissione è inappellabile ed insindacabile. I primi sei inseriti nella graduatoria saranno ammessi a partecipare al progetto, unitamente al primo selezionato quale accompagnatore. La Commissione avrà il compito di individuare nr. 1 accompagnatore tra i partecipanti delle due edizioni precedenti promosse dal Comune di San Severo, tramite sorteggio.
IL BANDO INTEGRALE CON LE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE E’ PUBBLICATO SUL SITO DEL COMUNE DI SAN SEVERO www.comune.san-severo.fg.it
“Il 27 gennaio è il giorno del ricordo della Shoah per mantenere viva con determinazione e coraggio la memoria di milioni di vittime dello sterminio nazista. Ed in questa Giornata deve essere forte il monito affinchè una pagina della nostra storia così tragica, che si è aperta nel cuore dell’Europa, non debba mai più ripetersi”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
“Gli episodi di antisemitismo che recentemente hanno visto protagonisti anche alcuni adolescenti – ha proseguito la titolare del Viminale – destano preoccupazione e devono spingerci a non abbassare la guardia, consapevoli dei gravi pericoli legati all’intolleranza e alla discriminazione, che ancora permangono nella nostra società. Deve essere sempre alimentato l’impegno morale e civile per trasmettere alle nuove generazioni, soprattutto coltivando il ricordo, i valori della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto di ogni persona e per contrastare ogni forma di odio razziale e negazione dei diritti umani. Una sfida che riguarda tutti noi e il futuro dei nostri figli”.
Una rete di sentieri che si dirama in una distesa verde cosparsa di torrette di avvistamento e resti di vecchi edifici militari. Tufo e mattoni sono sparsi qua e là, insieme a qualche drappo incenerito e ammassi di filo spinato.
Giacciono nel Campo 65, il più grande tra i campi di prigionia italiani, sito tra Gravina e Altamura, le memorie degli anni tra il 1942 e il 1943, quando durante la seconda guerra mondiale migliaia di soldati stranieri transitarono nel territorio dell’Alta Murgia.
È proprio quell’area zeppa di testimonianze a dare il titolo alla mostra organizzata in occasione della Giornata della Memoria, giovedì 27 gennaio, presso il Museo Nazionale Archeologico di Altamura: “Campo 65 la memoria che resta: La storia dimenticata del Campo 65 Altamura- Gravina 1942-43”.
L’esposizione di fotografie e testi legati alla vita dei prigionieri, fruibile fino al prossimo 10 febbraio, Giorno del ricordo, sarà impreziosita da una tavola rotonda tematica a partire dalle 16.30.
Interverranno: la Sindaca del Comune di Altamura, Rosa Melodia e l’assessora alla Cultura, all’Istruzione e al Tempo libero, Margherita Fiore; relazioneranno Domenico Bolognese (Storia di una riscoperta), Piero Castoro (Dall’Africa all’Alta Murgia), Nunzia Cacciapaglia (La vita dei prigionieri nel campo), Giuseppe Dambrosio (Altamura teatro di guerra). Le conclusioni saranno affidate a Giuliano De Felice che affronterà la tematica dell’”Archeologia del contemporaneo”.
«L’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Altamura e l’Associazione Campo 65 è stato pensato per non disperdere le tracce di un passato che dovrebbe invece illuminare e orientare le coscienze nell’opera di costruzione di un presente e di un futuro diversi- spiega la direttrice del Museo, la dott.ssa Elena Silvana Saponaro- Anche quest’anno, come negli anni passati, il nostro Museo ha pensato a una manifestazione in grado di tenere vivo il ricordo senza cedere il passo alla rassegnazione».
«Nonostante la recrudescenza della pandemia abbiamo voluto fortemente rispondere presente alle iniziative celebrative della Giornata della Memoria- commenta il Direttore regionale Musei della Puglia, dott. Luca Mercuri- Sicuramente le parole non saranno mai sufficienti a raccontare il senso di un dramma infinito, quanto meno serviranno a rafforzare un pensiero: il male e l’orrore non sono stati, né mai saranno concetti astratti e lontani dalla nostra quotidianità».
La serata a cui si accede mediante biglietto di ingresso sarà occasione privilegiata per visitare l’intero Museo.
Orario dell’evento: giovedì 27 gennaio 2022 dalle ore 16.30 alle ore 19.00;
Costo dell’evento: € 3.00 biglietto intero; € 2.00 biglietto ridotto
Il 27 gennaio 2022, alle ore 22.00, diretta facebook sul gruppo “Daunia Poesia | Rhymers’ Club” per il Canto del popolo yiddish messo a morte di Itzak Katzenelson letto da Raffaele Niro.
Sono i poeti che porteranno la voce dei distrutti, oltre le mura, di là del recinto di filo spinato del tempo. È una decisione strategica e militare dei partigiani ebrei nel ghetto di Varsavia: salvare i poeti, i diari, i manoscritti.
Ed è grazie a questa strategia che, a distanza di tanti decenni dall’olocausto voluto da nazisti e fascisti durante la seconda guerra mondiale, continuano ad arrivare a noi testimonianze dirette di quell’orrore.
Itzak Katzenelson, nato a Korelitz in Bielorussia, nel 1886, cresciuto a Lodz, nel settembre del 1939 si rifugia a Varsavia. È un intellettuale, perciò in cima alla lista di quelli da eliminare subito.
Varsavia dà l'illusione di potersi nascondere meglio in mezzo al numero. Una folla in fuga, mezzo milione di ebrei, si ammassa nella capitale. Dal 2 ottobre 1940 sono forzati ad abitare nel ghetto murato di fresco. "Wohnungsbezirk", distretto abitativo, lo chiamano i tedeschi. È una delle tante voci di copertura della macchina di sterminio.
Itzak Katzenelson resta nel ghetto fino alla prima resistenza armata, nel gennaio del '43. In una retata perde la moglie e i due figli più piccoli, spariti nei forni di Treblinka. Gli resta il primo figlio, Tzvì, e con lui passerà di nascosto nell'altra Varsavia, fuori ghetto, con l'aiuto dei i partigiani ebrei. Lo mettono in salvo perché è un poeta.
Rinchiuso nel campo di internamento Katzenelson nell’autunno del 1943 inizia a scrivere il Canto. Lo seppellirà dentro tre bottiglie tra le radici di una quercia, dietro il filo spinato del campo di Vittel, in Francia. Il manoscritto verrà ritrovato grazie alle indicazioni fornite dalla sopravvissuta Miriam Novitch e pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1945.
In occasione della giornata della memoria 2022 il poeta Raffaele Niro leggerà dalla sua cantina il poema “canto del popolo yiddish messo a morte” di Itzak Katzenelson in diretta facebook sul gruppo “Daunia Poesia | Rhymers’ Club” dalle ore 22.00.
L’Iniziativa, ideata e realizzata dal Rhymers’ Club e dal Festival DauniaPoesia, è promossa dalla Regione Puglia, Assessorato all’industria turistica e culturale, in collaborazione con l’Associazione Presìdi del libro, il Festival delle piccole cose e la casa editrice Fortezza Bastiani.
Anche quest’anno il Comune di San Severo celebra il prossimo giovedì 27 gennaio 2022 la Giornata della Memoria, istituita con Legge n.21 del 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. Unitamente alle iniziative previste alla Biblioteca Comunale Alessandro Minuziano, in precedenza comunicate, l’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura, ha voluto ricordare alcuni dei cittadini sanseveresi scomparsi nei campi di concentramento o per effetto della lunga prigionia, con l’apposizione di PIETRE DI INCIAMPO, le prime nella Provincia di Foggia, collocate dinanzi l’ingresso principale di Palazzo Celestini – Residenza Municipale – in Piazza Municipio. La cerimonia d’inaugurazione, che si terrà nel pieno rispetto delle normative vigenti anti Covid 19, è in programma nella mattinata di giovedì 27 gennaio alle ore 10,00.
“Con questa iniziativa – dichiarano il Sindaco Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura Celeste Iacovino - si intende porre un elemento perenne di memoria nella nostra città dedicato alle vittime dell’ideologia nazi-fascista con la finalità di creare nella coscienza dei nostri cittadini un monito perché quel passato non si ripeta e si conosca la triste sorte di alcuni dei nostri concittadini militari internati durante la seconda guerra mondiale. Al fine di diffondere la conoscenza dell’importante iniziativa verrà distribuita in tutte le scuole di ogni ordine e grado una brochure in cui oltre ad essere riportata la descrizione delle “Pietre di Inciampo” c’è una breve storia degli Internati Militari Italiani e la biografia dei tre militari sanseveresi a cui sono state dedicate le tre Pietre di inciampo”.
La Pietra di Inciampo
Si tratta di un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10cm) ricoperto di ottone lucente, che ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte del deportato nei campi di concentramento e sterminio. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le Pietre d’Inciampo, “Stolpersteine”, in tedesco, nate da un’idea dell’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Grazie a un passa-parola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria. In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori. Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig ha fatto proprio un passo del Talmud: una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome. Obiettivo della Pietra d’Inciampo, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare. Queste di San Severo sono le prime pietre di inciampo della Provincia di Foggia. La nostra Città onora i suoi figli Internati Militari Italiani: MICHELE LACCI, i fratelli PAOLO e VINCENZO VILLANI”.
La storia degli Internati Militari Italiani (IMI: venivano così chiamati dal Terzo Reich i Soldati Italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono catturati e deportati in Germania, o in altri Paesi occupati dai tedeschi) è poco conosciuta. I nostri Soldati dovettero scegliere se combattere con i nazisti, oppure essere internati. Per ordine di Hitler non venne loro riconosciuto lo status di prigionieri di guerra, e, non avendo le garanzie della Convenzione di Ginevra del 1929, né godendo delle tutele della Croce Rossa Internazionale, divennero gli “schiavi di Hitler”. Dopo la creazione della Repubblica Sociale Italiana, i Soldati fedeli al giuramento al Re, rifiutandosi di arruolarsi nelle forze armate di Mussolini, e scegliendo di rimanere nei lager, vennero avviati al lavoro forzato. Lavoravano 9/10 ore al giorno, tutti i giorni, in un luogo di lavoro distante dal campo di internamento anche sei chilometri, da percorrersi a piedi. Il vitto era molto scarso. Le condizioni igieniche erano pessime. La vita quotidiana era scandita da ispezioni e punizioni, che, in alcuni casi, provocavano la morte. Gli alloggi erano in baracche prive di servizi igienici. L'abbigliamento era la divisa con la quale erano stati catturati. La malattia era spesso una conseguenza delle dure condizioni di vita.
Si articolò una rete di resistenza contro il nazi-fascismo e furono organizzate cellule e radio clandestine. Gli IMI furono circa 800.000. Il numero dei deceduti - a causa della delle durissime condizioni di prigionia - oscilla tra 37 000 e 50 000.
In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2022, la Città di San Severo onora i suoi figli Internati Militari Italiani: MICHELE LACCI, i fratelli PAOLO e VINCENZO VILLANI.
VINCENZO VILLANI nacque a San Severo il 25/05/1923. Chiamato alle armi l'8/01/1943, destinato al 1° Regg. Genio Ferrovieri di Castelmaggiore (BO), successivamente inviato in Grecia, ad Atene. Catturato dai tedeschi il 9/09/1943, nei pressi di Corinto. Deportato in Germania e internato nello Stalag VII A - Moosburg, a nord di Monaco di Baviera. Venne schedato con il numero 117853 e costretto al lavoro coatto. Morì il 12 luglio del 1944 a Monaco di Baviera per incursione aerea, a soli 21 anni. La sua famiglia venne informata della sua morte un anno dopo, da un soldato tornato dalla prigionia. Vane furono le ricerche per rintracciare e trasportare in Italia i suoi resti. Tuttora giace, Milite Ignoto, nel Cimitero Militare d'Onore Italiano di Monaco di Baviera.
PAOLO VILLANI nacque a San Severo il 13/10/1924. Chiamato alle armi il 31/08/1943, destinato al 14° Reparto Artiglieria di Treviso. Catturato dai tedeschi l'11/09/1943 e deportato in Germania. Di lui non si seppe più nulla per circa due anni. Nel maggio del 1945, dopo la liberazione, rimpatriò impiegando un mese per arrivare a San Severo, completamente debilitato e stremato. Raccontò di essere stato internato a Kustrin - Stalag IIIC, ai confini tra Germania e Polonia, a est di Berlino. Il 27/12/1950, per i postumi della dura prigionia, morì a San Severo, a soli 26 anni.
MICHELE LACCI, di Luigi e Armanda Cicerale, nacque a San Severo il 27/01/1922. Chiamato alle armi il 26/01/1942 e destinato al Rep. “IV Genova Cavalleria” in Roma. Trasferito in Francia il 4/09/1942 e poi in Croazia nel 13/06/1943. Catturato dai tedeschi il 9/09/1943 e deportato a Luckenwalde – Stalag IIIA dove venne schedato con il numero di prigioniero 111516. Dopo aver contratto la tubercolosi polmonare a causa delle pessime condizioni del lager, fu rimpatriato tramite Croce Rossa Internazionale e ricoverato all’Ospedale Militare Territoriale di Bergamo il 19/05/1944. Successivamente trasferito all’Ospedale Militare di Gallarate (4/06/1944) dove morì il 25/07/1944, a soli 22 anni, munito di conforti religiosi. Fu inizialmente sepolto a Gallarate nel Campo d’Onore riservato ai Militari. Nell’aprile 1946, la famiglia Lacci curò il trasporto della salma a San Severo, ove ebbe solenni funerali con onori militari e nel cui cimitero è sepolto. Decorato di Croce al Merito di Guerra.
L’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Alessandro Minuziano”, nell’ambito della programmazione dedicata al “Giorno della Memoria” giornata internazionale per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto del prossimo 27 gennaio, ha previsto, presso la sede della Biblioteca l’allestimento, a partire da domani, giovedì 20 gennaio 2022, di uno spazio dedicato alla produzione bibliografica sull’argomento.
Attraverso la promozione della lettura, il “Giorno della Memoria” diventa anche un appuntamento letterario che garantisce il presidio dei valori della memoria, a beneficio soprattutto delle scuole, sul presupposto che la letteratura rappresenta un valido strumento per conoscere un evento che potrà evitare di ripetersi solo se riusciremo ad avere cittadini informati del passato e capaci di senso critico.
“E’ un preciso nostro dovere - dichiarano il Sindaco Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Celeste Iacovino – sia come cittadini che come rappresentanti istituzionali mettere in atto ogni strumento utile per non dimenticare il passato e trasmettere il valore della GIORNATA DELLA MEMORIA ai nostri giovani. Nessuno deve dimenticare gli orrori del secolo scorso, vogliamo e possiamo creare nei nostri giovani un “ricordo”, una “memoria” di quelle che sono le pagine più buie, drammatiche ed orribili della Storia dell’Umanità, affinchè il passato resti passato e non si ripeta più”.
Consigli di lettura per bambini da 6 a 13 anni
CHE COS’E’ L’ANTISEMITISMO di Lia Levi
Piemme, 2018
"Perché ce l'hanno sempre avuta con gli ebrei?", "Che cos'è la Shoà?", "È vero che tutti gli ebrei sono ricchi?". Durante i suoi incontri con i ragazzi, Lia Levi si è sentita rivolgere tante domande sugli ebrei, l'ebraismo e l'antisemitismo. In questo libro ne ha scelte venti tra le più significative, a cui risponde con chiarezza e semplicità.
LA PERFIDA ESTER di Lia Levi
Mondadori, 2017
È una storia realmente successa in una scuola ebraica in Italia negli anni dal 1941 al 1943, durante le leggi antisemitiche promulgate dal fascismo e racconta le vicende accadute alla classe V B. Età di lettura: da 8 anni.
UNA VALLE PIENA DI STELLE di Lia Levi
Mondadori, 2010
Brunisa ha tredici anni e pensa che il destino le abbia fatto fin troppi dispetti: prima un nome stravagante, poi le leggi razziali di Mussolini e adesso la guerra che devasta l'Europa e mette in pericolo le vite di milioni di ebrei come lei. Suo padre, però, non si rassegna, e decide di affrontare con i suoi un viaggio clandestino per portarli oltre il confine svizzero, in una valle "piena di stelle". Ma il pericolo cresce a ogni passo e non sarà così semplice... Età di lettura: da 11 anni.
L’AMICO RITROVATO di Fred Uhlman
Feltrinelli, 2013
«Tutto ciò che sapevo, allora, era che sarebbe diventato mio amico.» Germania, 1933. Due sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. Uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Riuscirà a non essere spezzata dalla Storia? Racconto di straordinaria finezza e suggestione, «L'amico ritrovato» è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in tutto il mondo con unanime, travolgente successo di pubblico e critica. «Un'opera letteraria rara», lo ha definito George Steiner sul "New Yorker". «Un capolavoro», ha scritto Arthur Koestler nell'introduzione all'edizione inglese del 1976. «Un libro che assilla la memoria... una gemma», «Un racconto magistrale», hanno fatto eco "The Sunday Express" e "The Financial Times" di Londra. E infine "Le Monde" di Parigi: «Uno dei testi più densi e più puri sugli anni del nazismo in Germania... Tra i romanzi più belli che si possano raccomandare ai lettori, dai dodici anni in su. Senza esitazione».
LA PORTINAIA APOLLONIA di Lia Levi
Orecchio Acerbo, 2006
"Questa è la storia di un bambino che si chiamava Daniel e di una portinaia di nome Apollonia. La portinaia Apollonia portava occhiali con i vetri grossi. I suoi occhi sembravano pesci grigi in un acquario". Autunno 1943. Un bambino ebreo e una città dove comandano i soldati cattivi. Papà non c'è. Mamma lavora a casa e Daniel deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è la portinaia Apollonia, di sicuro una strega, a spaventarlo più di tutto. Finché un giorno... Il volume è qui presentato in una nuova edizione. Età di lettura: da 6 anni.
FU STELLA di Matteo Corradini
Lapis Edizioni, 2019
Nel progetto di sterminio attuato dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1935 e il 1945, molti ebrei vennero costretti a cucire sopra i vestiti una stella a sei punte di stoffa gialla. Milioni di stelle hanno seguito il destino dei loro proprietari e spesso sono state le uniche testimoni di ciò che oggi chiamiamo Shoah. La stella, dunque, diviene voce narrante di questo albo di rime e illustrazioni. Pagina dopo pagina, la stella del bambino e della bambina, del rabbino, della violinista, della professoressa, del libraio...
IL VOLO DI SARA di Lorenza Farina
Fatatrac,2011
L’incontro lieve tra una bambina e un pettirosso è il tema di questo straordinario testo di Lorenza Farina. Se aggiungiamo il contesto storico in cui si inquadra, un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, e le immagini di una delle illustratrici più intense del panorama italiano, Sonia Possentini, ne esce un insieme di potenza e lirismo unici.
Il piccolo pettirosso deciderà di portare con sé questa nuova amica dal nastro azzurro tra i capelli, perché la Shoah e i campi di concentramento sono cosa troppo crudele per una bambina.
Consigli di lettura dai 13 anni
Diario 1941-1943
Un "cuore pensante" testimonia la propria fine in un campo di concentramento. Accanto al Diario di Anna Frank, uno dei documenti indispensabili sulla persecuzione degli ebrei. "Se Etty insiste a ripeterci che tutto è bello, è perché un'ebraica volontà di vivere fino in fondo vuole questo in lei. Un rivestimento ideale, poetico, ricopre in lei la solida, l'irriducibile, l'intima forza ebraica" (Sergio Quinzio).
IL RAZZISMO IN EUROPA. DALLE ORIGINI ALL’OLOCAUSTO
di George L.Mosse
Individuate le radici del razzismo nell'ambiente culturale illuministico, nel naturalismo scientifico come nel pietismo religioso, Mosse ne segue il diramarsi nei vari movimenti letterari, scientifici, politici nell'Europa dell'Ottocento e del Novecento, fino a ricostruire le tappe e i modi in cui i nazisti arrivarono alle esecuzioni in massa degli ebrei. Mosse è stato uno storico del nazismo e del fascismo, di cui ha contribuito a rinnovare l'interpretazione. Ha insegnato nell'Università di Madison (Wisconsin) e nell'Università ebraica di Gerusalemme.
GLI UOMINI DEL NAZISMO
Collana di Storia contemporanea
Fascicolo n. 12 introdotto da Michele Tito, della collana di Storia Contemporanea" I grandi nomi del XX Secolo ", pubblicato nel 1974 dall'Istituto Geografico De Agostini " di Novara, collezione diretta da Enzo Biagi. Brossura paperback, copertina rigida plastificata illustrata in policromia a tutta pagina segnata da comuni mende da scaffale e da conservazione, tuttavia in buone condizioni, l'interno del volume, impreziosito da un'imponente apparato illustrativo e storico - documentale, presenta carte appena ingiallite ai margini, ma comunque perfettamente fruibili.
DEPORTATI ITALIANI NEL LAGER DI MAJDANEK
di Antonella Filippi – Lino Ferracin
Tra la fine del 1943 e il '44, nella Polonia occupata dalle truppe tedesche, molti deportati italiani - in gran parte militari - furono imprigionati nel lager di Majdanek, vicino a Lublino; gli autori del libro ne hanno identificati, partendo dai documenti conservati nel Museo del campo, ben 227, a ognuno dei quali hanno dedicato una scheda biografica che ne ricostruisce i percorsi attraverso il sistema concentrazionario nazista. Dopo la descrizione, nel contributo al volume di Tomasz Kranz - attuale direttore del Museo di Majdanek -, della storia di questo importante lager, un capitolo è dedicato all'analisi dei trasporti dei deportati (dall'Italia e tra i campi di prigionia in Germania e nei Paesi occupati), di alcune decine dei quali vengono poi approfondite le vicende in base alle testimonianze che è stato possibile ritrovare. Segue la ricostruzione della conoscenza di Majdanek in Italia; infine sono proposte al lettore le memorie di Carmelo Arno Marino, uno dei pochi che riuscirono a fare ritorno e che ci ha lasciato, in un testo di estrema vivezza, la descrizione di una vicenda esemplare della deportazione. Il libro è corredato dalle riproduzioni di documenti e fotografie.
Auschwitz. I nazisti e la soluzione finale
Uno studioso e documentarista ricostruisce in queste pagine l'origine e il funzionamento della più tristemente celebre macchina di morte nazista, Auschwitz, che diventa il punto di partenza per esaminare l'Olocausto in tutte le sue implicazioni. In particolare, Rees si sofferma ad analizzare le motivazioni e la mentalità dei maggiori criminali nazisti, grazie a una serie di preziose interviste rilasciate dai protagonisti, ai resoconti delle SS e ai documenti resi disponibili dagli archivi russi. Il risultato è un saggio che non esita ad affrontare anche questioni «scomode», come la corruzione diffusa tra i prigionieri, la presenza di bordelli, le complici mancanze dei Paesi occupati o l'imbarazzante silenzio degli Alleati, che sapevano dei campi.
Diario
di Anne Frank
Quando Anne inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all'immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno immaginari, si sostituisce la storia della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare, aspettare, temere il peggio. "Vedo noi otto nell'alloggio segreto come se fossimo un pezzetto di cielo azzurro circondati da nubi nere di pioggia", ha il coraggio di scrivere Anne. Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e saputo lasciare testimonianza di sé e dell'esperienza degli altri clandestini. La prima edizione del Diario subì tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. Ora il testo è stato restituito alla sua integrità originale, e ci consegna un'immagine nuova: quella di una ragazza vera e viva, ironica, passionale, irriverente, animata da un'allegra voglia di vivere, già adulta nelle sue riflessioni. Questa edizione, a cura di Frediano Sessi - ora arricchita di una nuova prefazione di Eraldo Affinati - offre anche una ricostruzione degli ultimi mesi della vita di Anne e della sorella Margot, sulla base di testimonianze e documenti raccolti in questi anni.
Auschwitz. Ero il numero 220543
di Denis Avey
Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".
Quando è la storia a impartire lezioni: la testimonianza esclusiva della signora Trudy Bandler, sopravvissuta bambina all’Olocausto e ricongiunta ai genitori a Bari nel 1946, è stata al centro del seminario sulla Shoah, rivolto agli insegnanti e studenti delle scuole pugliesi e trasmesso on-line sulla piattaforma del Consiglio regionale della Puglia, alla vigilia della Giornata della Memoria.
Alla presenza del prefetto di Bari Antonia Bellomo e della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, dopo l’introduzione storica a cura dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (Ipsaic), sui temi della persecuzione razziale in Europa e dell’accoglienza dei profughi a Bari nel dopoguerra, le parole della protagonista hanno fatto luce sulla vicenda personale e dei bambini salvati nei Kindertrasport da Praga a Bari 1939-1946.
Nel maggio 1939, Trudy Bandler, ebrea cecoslovacca di appena cinque anni, riuscì a sfuggire alla persecuzione razziale, messa in salvo con uno dei sei treni, affollati di bambini ebrei, che da Praga raggiunse Londra. L’ultimo convoglio della cosiddetta “fuga degli angeli” venne invece bloccato e i nazisti deportarono i bambini nei campi di annientamento. Il resto della famiglia Bandler riuscì a raggiungere Trieste, ma non sfuggì all’internamento in diversi campi di concentramento della penisola. Alla fine della guerra, l’intera famiglia riuscì a ricongiungersi a Bari, diventata sotto sotto il controllo delle autorità alleate, uno dei centri più attivi dell’accoglienza dei profughi ebrei.