È di oltre 50.000 euro il valore delle 1.101 banconote false sequestrate dalla Guardia di Finanza in provincia di Foggia a seguito di attività dirette a contrastare il “falso nummario”.
Lotta alla criminalità economico - finanziaria e sicurezza in materia di circolazione dell’euro e degli altri mezzi di pagamento: sono queste le prerogative di legge affidate al Corpo per arginare l’immissione sul mercato di banconote e monete contraffatte, a tutela del corretto funzionamento dei mercati dei capitali, nonché a salvaguardia della fiducia che il pubblico ripone nell’utilizzo della valuta. Un comparto di specialità definito dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, nell’ambito della razionalizzazione delle funzioni di polizia e dei servizi strumentali, con il quale è stato affidato alla Guardia di Finanza il compito preminente sulla vigilanza del settore, affrontata nella duplice funzione di polizia economica e finanziaria e di polizia giudiziaria, volta alla ricerca, prevenzione e repressione dei reati in argomento.
In tale contesto, gli approfondimenti delle Fiamme Gialle foggiane sono stati finalizzati a ricostruire l’intera filiera del falso, partendo dai singoli detentori di banconote contraffatte, per individuare le possibili ipotesi di reato connesse, quali la truffa e il riciclaggio.
Un significativo supporto alle indagini arriva anche dalle sinergie attuate con il Centro Nazionale Analisi (“C.N.A.”) della Banca d’Italia, che rimette periodicamente al Comando Provinciale le banconote riconosciute come false e sulle quali vengono esperiti approfondimenti investigativi utili a rilevare potenziali collegamenti con episodi criminosi che hanno interessato la provincia di Foggia.
La “classifica” delle banconote false sequestrate vede al primo posto il taglio da 50 euro (569 banconote per un valore di 28.450 euro), seguito da quello da 20 euro (257 esemplari per un corrispondente valore pari a 5.140 euro) e quindi da 100 euro (158 biglietti per un corrispondente valore pari a 15.800 euro); nettamente inferiori sono i casi relativi a banconote con tagli da 10 euro (86 pezzi) e da 5 euro (31 pezzi).
Per quanto attiene ai tagli di maggior valore, non si registra la presenza di banconote da 200 e da 500 euro.
I finanzieri della Compagnia di Manfredonia hanno proceduto al sequestro di crediti fiscali fittizi derivanti da eco-sisma bonus per 6 milioni di euro e di un immobile, oggetto delle condotte fraudolente, del valore di oltre 5 milioni di euro.
Le indagini, avviate nel 2022 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, hanno permesso di raccogliere elementi indiziari nei confronti di tre imprenditori e tre tecnici che, attraverso quattro società riconducibili ad alcuni di loro, avrebbero organizzato un complesso sistema di appalti e subappalti fittizi circa i lavori di ristrutturazione dell’immobile oggetto del sequestro.
Gli approfondimenti svolti sulle operazioni economiche, considerate anomale in ragione della natura e degli importi delle prestazioni contrattuali, permettevano di ricostruire plurime asseverazioni irregolari, a partire dalla natura dello stabile dichiarato come in ristrutturazione, ma di fatto ancora in fase di prima costruzione non completata, circostanza che avrebbe fatto venir meno già a monte la possibilità di accedere ai benefici fiscali.
I controlli delle fiamme gialle facevano emergere, inoltre, che molti dei lavori dichiarati e fatturati, sui quali era stato richiesto il riconoscimento del credito fiscale, non erano in realtà mai stati effettuati; l’analisi dei conti correnti permetteva, quindi, di ricostruire un articolato movimento di somme che, per pari importi e date, “giravano” tra le società interessate per giustificare contabilmente operazioni economiche di fatto mai avvenute, ritornando, al termine dei vari passaggi, nella disponibilità dei committenti.
Sulla base degli elementi indiziari raccolti, il Giudice per le Indagini Preliminari, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, disponeva il sequestro dell’immobile e dei crediti fittizi.
Va precisato che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, indipendentemente dal quadro indiziario emerso, la posizione degli indagati è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e non possono essere considerati colpevoli fino al definitivo accertamento con sentenza irrevocabile.
I Finanzieri della Compagnia di Cerignola, nell’ambito di mirati controlli eseguiti nei confronti di pubblici esercizi della zona, hanno individuato e sequestrato oltre 2.000 articoli commercializzati per la festa di Halloween, potenzialmente insicuri.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno rilevato, presso un negozio di Cerignola, la presenza sugli scaffali di giocattoli, maschere, cosmetici e gadget a tema Halloween, privi della marcatura “CE”.
Gli accertamenti sono stati indirizzati sui prodotti che, non rispettando le prescrizioni sugli standard di sicurezza, possono risultare pericolosi per la salute, con particolare riguardo agli articoli per bambini e di cosmetica destinati all’applicazione sulla persona.
Il titolare dell’attività commerciale è stato segnalato alla competente Autorità amministrativa.
Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori ed un mercato competitivo, ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.
Foggia. Nuove e straordinarie operazioni ad “Alto Impatto” per la sicurezza del "Quartiere Ferrovia”
Nella città di Foggia è stata sviluppata una ampia strategia per il superamento delle condizioni di degrado sociale ed urbanistico, nell’ambito di una serie di tavoli tenuti in Prefettura con le Forze di Polizia, la gestione commissariale del Comune di Foggia e le associazioni di categoria e cittadine, volta ad individuare ed intervenire nelle aree e quartieri risultati fortemente degradati e compromessi, tra i quali in particolare il c.d. “Quartiere Ferrovia” sul quale sono stati promossi significativi interventi e progettualità impattanti, confluite nel Patto della sicurezza urbana di Foggia sottoscritto alla presenza del Sig. Ministro del’Interno. Sono state infatti numerosissime ed importanti le operazioni interforze ad “Alto Impatto” svolte in alcuni luoghi particolarmente esposti a fenomeni di degrado.
In linea con la recente direttiva del Ministro dell’Interno, questa azione sinergica già sperimentata efficacemente si andrà a strutturare ed attuare anche grazie a nuove e straordinarie operazioni ad “Alto Impatto”, a partire da quella in corso questa mattina a Foggia presso il c.d. “Quartiere Ferrovia”, con l’impiego di un cospicuo numero di personale appartenente alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza e alla Polizia Locale, a cui si aggiunge il personale dell’Ispettorato del Lavoro e dell’A.S.L. SPESAL, e che si replicheranno con modalità analoghe nelle prossime settimane anche in altre aree del capoluogo dauno.
Le linee operative delle attività di controllo sono state definite in specifici Tavoli Tecnici svolti in Questura tenendo conto delle aree di maggior degrado, con riferimento alle condizioni di disagio abitativo, scolastico e occupazionale, unite a fenomeni di marginalità, che contribuiscono a favorire le consumazioni di reati e al proliferare di fenomeni di particolare allarme sociale, quali l’abuso di sostanze stupefacenti, di alcool, la vandalizzazione e l’occupazione di edifici e spazi pubblici, ed è stata prevista accanto ad una meticolosa e capillare azione di controllo del territorio anche una mirata e puntuale azione di verifica delle attività commerciali del comprensorio.
Le Fiamme Gialle foggiane hanno svolto nell’ultimo mese mirati interventi nell’intera provincia volti ad assicurare il rispetto delle norme relative ai prezzi dei carburanti praticati al consumo.
Presso i distributori stradali sono stati eseguiti controlli finalizzati a verificare la corrispondenza dei prezzi praticati alla pompa rispetto a quelli esposti per le diverse modalità di erogazione (“self” e “servito”) nonché il rispetto degli obblighi di comunicazione e trasparenza.
26 sono le irregolarità riscontrate dai Finanzieri:
- 12 riguardano la mancata esposizione dei prezzi;
- 9 l’inosservanza degli obblighi di comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy;
- 5 la difformità dei prezzi di vendita rispetto a quelli esposti.
Durante le attività di controllo economico del territorio, nel cerignolano la Guardia di Finanza ha, altresì, scoperto 2 distributori abusivi, procedendo al sequestro di migliaia di litri di gasolio ad imposta agevolata destinato ad uso agricolo illecitamente commercializzato per autotrazione al prezzo 1,5 euro al litro. In entrambi i casi sono state sequestrate le cisterne, le pompe e gli impianti di erogazione ed i gestori sono stati denunciati.
I controlli sulla distribuzione stradale dei carburanti sono finalizzati non solo a garantire il corretto assolvimento degli obblighi impositivi ma anche il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione, la qualità del prodotto venduto e la trasparenza dei prezzi al consumatore.
Nei giorni scorsi i Baschi Verdi della Compagnia di Manfredonia hanno tratto in arresto un cittadino della città del golfo ritenuto responsabile di aver spacciato sostanze stupefacenti nella propria abitazione.
I finanzieri, durante le attività di controllo economico del territorio, avevano infatti notato un anomalo andirivieni di persone, che entravano in un palazzo del centro cittadino per uscire dopo pochi minuti.
I Baschi Verdi procedevano quindi al controllo di alcune di queste persone, che risultavano in possesso di cocaina: uno degli acquirenti aveva con sé circa 2 grammi, un altro oltre 10 grammi suddivisi in dosi.
Alla luce degli elementi indiziari così raccolti, i finanzieri procedevano a perquisizione rinvenendo ulteriore sostanza stupefacente (cocaina), sostanza da taglio (mannite), bustine per il confezionamento ed un bilancino.
Il presunto spacciatore veniva condotto per “direttissima” innanzi al Tribunale di Foggia, che convalidava l’arresto disponendo l’applicazione di una misura cautelare.
Va precisato che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, indipendentemente dal quadro indiziario emerso, la posizione dell’indagato è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e non può essere considerato colpevole fino al definitivo accertamento con sentenza irrevocabile
La costante azione di contrasto al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti ha portato nei giorni scorsi anche al sequestro di oltre 300 grammi di hashish ed altre droghe nonché alla segnalazione alla Prefettura di Foggia di 10 assuntori.
Continua, incessante e incisiva l’azione sinergica fra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari e la locale Procura della Repubblica volta al contrasto delle frodi e dei fenomeni più gravi di evasione fiscale valorizzando le analisi di rischio e le collaborazioni con i diversi attori istituzionali (Agenzia dell’Entrate e Ispettorato del Lavoro).
In particolare, l’attenzione investigativa è stata focalizzata sulla individuazione di strutturati meccanismi di frode fiscale, che vedono il coinvolgimento di soggetti economici, operanti nei più vari settori commerciali, costituiti nella forma di cooperative, di consorzi o di società di capitali, che presentano una ingente forza lavoro e che fungono da meri “serbatoi” di manodopera.
Tale operatività è riconducibile alla ricorrente fenomenologia evasiva incentrata sull’utilizzo distorto e strumentale di entità giuridiche a vita breve, legalmente rappresentate da prestanome, che dissimulano, attraverso fittizi contratti d’appalto per prestazioni di servizi, somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi, massimizzando i guadagni attraverso il mancato pagamento delle imposte (dirette ed indirette), delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali ed assicurativi.
In sintesi, le indagini svolte negli ultimi anni, (risultati investigativi relativi della fase dell’indagine preliminare che devono essere confermati con il contributo della difesa nella fase processuale successiva) non solo nella provincia barese, hanno consentito di rilevare la presenza di:
- società “serbatoio”, costituite nella maggior parte di casi sotto forma di cooperativa o di società di capitali, che si avvicendano nel tempo trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e, verosimilmente, erodendo la base imponibile contributiva mediante manipolazione delle buste paga. Le evasioni fiscali e contributive di tali imprese sono preordinate a consentire la pattuizione di prezzi particolarmente vantaggiosi a beneficio di altre società definite “filtro”, come rilevabile dalle fatture emesse nei confronti di quest’ultime;
- società “filtro”, nella maggior parte dei casi consorzi, privi di maestranze o con un numero esiguo di dipendenti, che rifatturano le prestazioni ai committenti finali, ovvero ad ulteriori “filtri”, presenti all’unico scopo di allungare la catena commerciale ed ostacolare le attività di controllo.
Il meccanismo in esame consentirebbe alle predette società di fruire dei vantaggi derivanti dalla disponibilità “di fatto” di lavoratori dipendenti senza l’assunzione dei relativi oneri con la possibilità di praticare tariffe più convenienti nei confronti della clientela finale, giovandosi di tale effetto distorsivo in sede di aggiudicazione di nuove commesse a dispetto delle aziende concorrenti;
- società committenti, spesso rappresentate da importanti realtà aziendali che operano nei più svariati settori commerciali.
Il modello fraudolento sopra descritto, oltre che realizzare gravi condotte che possono agevolare lo sfruttamento dei lavoratori determinando pratiche di concorrenza sleale, integra – sul versante penal-tributario – la configurabilità dei reati di cui agli artt. 2 (Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e 8 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) del D.Lgs. n. 74/2000.
Il rischio di un utilizzo distorto del contratto di appalto nei rapporti commerciali oggetto di investigazioni non è certo nuovo, in quanto già la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni dei lavoratori (1955) ebbe a rilevare che “attraverso gli appalti di manodopera , spesso mascherati con fittizie cooperative, si esplica un sistema di abusiva mediazione di manodopera che si traduce in un vero e proprio mercato di uomini assunti senza alcuna continuità di lavoro ed a condizioni di fame profittando sia delle condizioni di disoccupazione in cui essi versano sia di condizioni particolari come nel caso dell’immigrazione di manodopera meridionale verso il nord”.
La situazione non è purtroppo mutata negli anni ove si consideri che la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nella relazione in data 20 aprile 2022 evidenzia ancora oggi che:
- “attraverso questo meccanismo di esternalizzazione delle operazioni logistiche, di fatto le aziende committenti possono trarre benefici in termini di costo da un grado significativo di sfruttamento dei lavoratori”;
- “nel corso degli ultimi anni quindi, si è sempre più consolidato il fenomeno delle cooperative spurie, che per essere precisi non caratterizza esclusivamente il settore della logistica, ma assume tratti specifici in base al comparto (qualsiasi esso sia) in cui si siano insediate forme di cooperazione. Con «cooperativa spuria» si fa riferimento all’azione di cooperative che portano avanti comportamenti illegali nell’ambito del diritto societario e del diritto del lavoro violando quelli che sono gli elementi costitutivi la cooperazione”,
- “ciò che costituisce l’elemento più pericoloso oggi non è l’uso, ma l’abuso delle nuove forme contrattuali. Prima avevamo tre forme contrattuali e ora ne abbiamo più di quaranta. L’abuso della somministrazione, dell’appalto, del contratto di distacco, del lavoro interinale, dei contratti parziali, delle finte cooperative, cioè l’uso di contratti leciti per perseguire un fine illecito, è ciò che scherma il reato, dando a questo un’apparenza pulita e difendibile di fronte a un accertamento”.
In tale quadro, si inserisce l’operazione odierna che vede i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Bari dare esecuzione a un decreto di sequestro preventivo – emesso dal competente G.I.P. del Tribunale barese su richiesta della locale Procura della Repubblica (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) – avente per oggetto beni del valore di circa 60 milioni di euro, nei confronti di un consorzio, esercente l’attività di “servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci”, e di 3 società cooperative operanti nel medesimo settore, quale presunto profitto dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per gli anni d’imposta dal 2016 al 2021, nonché di omesso versamento dell’IVA risultante dalle dichiarazioni annuali, con riferimento a taluni periodi d’imposta.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico- finanziario esercitato da questa Procura della Repubblica - in stretta sinergia con il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Bari - per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale, a tutela dei cittadini e dei contribuenti rispettosi delle regole, che vengono così tutelati dall’illecito vantaggio competitivo ottenuto da aziende concorrenti che frodano il fisco.
I Finanzieri della Compagnia di Cerignola hanno scoperto, nel corso delle attività di controllo economico del territorio, un parrucchiere che gestiva in città un centro estetico totalmente sconosciuto al Fisco.
Il titolare dell’esercizio, che da qualche anno pubblicizzava la propria attività utilizzando anche i canali social, lavorava in maniera del tutto abusiva, in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Durante il controllo, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto, all’interno del locale, attrezzature e lampade speciali, prodotti di bellezza esposti per la vendita, strumentazione per la cura dei capelli, il listino prezzi dei trattamenti nonché agende con l’annotazione degli appuntamenti. All’atto dell’intervento è stato altresì individuato un lavoratore completamente “in nero”.
A seguito dei preliminari approfondimenti, è emerso che il parrucchiere risulta percepire indebitamente il reddito di cittadinanza.
I Finanzieri hanno avviato così un controllo fiscale finalizzato alla ricostruzione del reddito sottratto a tassazione e richiesto l’attribuzione d’ufficio di una partita IVA.
L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di Finanza contro gli evasori totali.
Il Comando generale della Guardia di Finanza ha indetto, per l’anno 2023, un pubblico concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1673 allievi finanzieri così ripartiti:
a) n. 1461 del contingente ordinario di cui:
(1) n. 171 da avviare al conseguimento della specializzazione “Anti Terrorismo e Pronto Impiego (A.T.P.I.)”;
(2) n. 33 da avviare al conseguimento della specializzazione “Tecnico di Soccorso Alpino (S.A.G.F.)”;
(3) n. 1257 destinati ai cittadini italiani non specializzati di cui:
(a) n. 880 ai volontari in ferma prefissata delle Forze armate;
(b) n. 377 agli altri cittadini italiani;
b) n. 212 del contingente di mare di cui:
(1) n. 148 riservati ai volontari in ferma prefissata delle Forze armate ripartiti come segue:
(a) n. 74 da avviare al conseguimento della specializzazione “Nocchiere”;
(b) n. 42 da avviare al conseguimento della specializzazione “Motorista navale”;
(c) n. 32 da avviare al conseguimento della specializzazione “Operatore di sistema”;
(2) n. 64 destinati agli altri cittadini italiani ripartiti come segue:
(a) n. 32 da avviare al conseguimento della specializzazione “Nocchiere”;
(b) n. 18 da avviare al conseguimento della specializzazione “Motorista navale”;
(c) n. 14 da avviare al conseguimento della specializzazione “Operatore di sistema”
Al concorso possono partecipare coloro che abbiano, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, compiuto il 18° anno e non abbiano superato il giorno di compimento:
• del 26° anno di età se concorrenti per i posti riservati ai volontari delle Forze Armate;
• del 24° anno di età se concorrenti per i posti destinati agli altri cittadini italiani.
Il limite anagrafico massimo così fissato è elevato di un periodo pari all’effettivo servizio militare prestato e, comunque, non superiore a tre anni per coloro che, alla data del 6 luglio 2017, svolgevano o avevano svolto servizio militare volontario, di leva o di leva prolungato;
Per partecipare è necessario essere in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda di partecipazione, del diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione ai corsi per il conseguimento della laurea. Ai volontari delle Forze Armate in servizio al 31 dicembre 2020 ovvero congedati entro tale data è richiesto, se concorrono per i posti a loro riservati, il diploma di istruzione secondaria di primo grado.
La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12:00 del 21 ottobre 2023, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo https://concorsi.gdf.gov.it, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
Al predetto indirizzo e tramite l’APP Mobile “GdF Concorsi”, disponibile sui servizi di distribuzione digitale Google Play e App Store, potranno essere reperite le informazioni sul concorso e seguiti i relativi esiti.
I finanzieri del Comando Provinciale Milano, su delega della Procura della Repubblica di Monza, hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso nei confronti di numerose persone fisiche e società ubicate in Lombardia, Liguria, Puglia e Calabria.
L’articolata indagine condotta dai militari del Gruppo Sesto San Giovanni ha permesso di disvelare l’esistenza di un’insidiosa organizzazione dedita al riciclaggio di proventi illeciti, derivanti da un’articolata frode fiscale nel settore dei servizi alle imprese. Nel sistema fraudolento sono allo stato coinvolte, a vario titolo, 9 persone fisiche nonché 18 società attraverso cui venivano illecitamente veicolati i flussi di denaro.
Le perquisizioni, eseguite da oltre 90 finanzieri appartenenti a diversi Reparti del Comando Provinciale, hanno permesso di sequestrare rilevante documentazione contabile, extracontabile ed informatica. L’operazione di servizio è stata supportata da unità cinofile cash dog specializzate nella ricerca di banconote.
Gli accertamenti investigativi si sono concentrati su una società brianzola operante nel settore dell’imballaggio e confezionamento che si è rivelata vero e proprio epicentro di una fitta rete di numerosi altri soggetti economici, operanti in molteplici settori (logistica, trasporti, servizi di pulizia, sicurezza) i quali, basandosi sull’emissione di fatture false per 50 milioni di euro e mancato versamento di contributi previdenziali, riuscivano a fornire ai clienti finali mano d’opera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, effettuando di fatto una “somministrazione illecita di manodopera” basata su contratti di appalto “non genuini”.
Le investigazioni consentivano altresì di rilevare come i proventi delle attività illecite venivano riciclati attraverso il trasferimento di somme su conti correnti intestati a soggetti compiacenti, che venivano poi prelevate in contanti e retrocesse agli artefici della frode.
L’attività svolta rientra nella più ampia missione della Guardia di Finanza volta al contrasto della criminalità economica al fine di intercettare e reprimere ogni forma di inquinamento dell’economia legale nonché di salvaguardare i cittadini e gli operatori economici onesti.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla predetta Procura della Repubblica in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021.