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Oltre 80 kg di sostanze stupefacenti sono stati sequestrati in provincia di Foggia dall’inizio dell’anno grazie al fiuto delle unità cinofile della Compagnia di Manfredonia.

In 100 giorni i cani antidroga della Guardia di Finanza hanno scoperto hashish, marijuana, cocaina ed eroina in 130 controlli eseguiti sia nel corso degli ordinari servizi di pattugliamento del territorio, con particolare attenzione alle stazioni ferroviarie, alle principali vie di comunicazione ed ai luoghi interessati da “movida” e presenza di persone, nonché nei controlli svolti congiuntamente con le altre forze di polizia.

All’esito di tali interventi 110 persone sono state segnalate all’Autorità Prefettizia per uso personale di sostanze stupefacenti, mentre nei casi riguardanti quantitativi più elevati o suddivisi in dosi i responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria: 8 in stato d’arresto e 12 denunciati a piede libero.

Un grosso carico di hashish è stato sequestrato nella notte del 6 marzo scorso in località “Scalo dei Saraceni”, quando un’autovettura non si è fermata ad un posto di controllo nella zona di Zapponeta. I Baschi Verdi della compagnia di Manfredonia sono partiti all’inseguimento. Il corriere, prima di essere raggiunto e fermato in località “Scalo dei Saraceni”, ha abbandonato l’auto con 18 kg di droga approfittando dell’oscurità per fuggire nelle campagne.

Il traffico di sostanze stupefacenti rappresenta uno dei principali settore di guadagno per le consorterie criminali foggiane. La costante attività di controllo economico del territorio posta in essere dalle Fiamme Gialle è orientata anche a contrastare ai traffici illeciti ed a sottrarre risorse alla criminalità.

Non solo controllo delle acque territoriali e confinanti, soprattutto interventi mirati per salvaguardare il Paese dal devastante "cancro" della droga. E nel frattempo arriva anche il plauso del Ministro Piantedosi.

I militari del Comando Provinciale di Catania della Guardia di finanza, unitamente a finanzieri del Gruppo Aeronavale di Messina, ieri 17 aprile 2023, hanno sottoposto a sequestro 2 tonnellate circa di sostanza stupefacente del tipo cocaina, rinvenuta in mare a largo delle coste orientali della Sicilia.

In particolare, nell’ambito delle specifiche attività di controllo delle acque costiere della Sicilia orientale per finalità di polizia economico-finanziaria, unità aeronavali delle Fiamme Gialle hanno individuato numerosi colli galleggianti, scortati da un dispositivo luminoso di segnalazione e tenuti insieme da reti che ne evitavano la dispersione. Da un sommario ed esterno esame è stato possibile riscontrare la particolare cura dell’imballaggio, verosimilmente diretto a evitare infiltrazioni di acqua in modo da preservarne il contenuto e, al contempo, scongiurare il pericolo di inabissamento.

Le peculiari modalità di confezionamento e la presenza di un dispositivo luminoso per consentirne il rintraccio hanno fatto ipotizzare che potesse trattarsi di un carico di sostanze stupefacenti, verosimilmente lasciato in mare da una delle navi cargo che solcano quel tratto di costa per essere successivamente recuperato e trasportato sulla terraferma. È stato, pertanto, attivato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza di Catania il quale, anche con il supporto del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, ha fornito collaborazione in relazione alle attività di recupero dei colli a mare e ha inoltre coordinato le successive operazioni di messa in sicurezza del carico, svolgendo i necessari approfondimenti sul delicato contesto.

Parallelamente è stata avviata un’attività di ricognizione aerea da parte di velivoli del Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare e della Sezione Aerea di Manovra di Catania volta a verificare l’eventuale presenza di ulteriori colli dispersi nell’area circostante a quella di rinvenimento.

Terminate le attività aeree e in mare, unità specializzate del citato Nucleo PEF di Catania hanno proceduto dunque all’ispezione dei colli, riscontrando l’effettiva presenza all’interno degli stessi di numerosi panetti contenenti sostanza biancastra in polvere che, da un preliminare esame tramite l’utilizzo di test speditivi, è risultata essere cocaina.

Sulla scorta delle evidenze emerse, informata costantemente la Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, si è proceduto pertanto al sequestro di iniziativa nei confronti di ignoti di oltre 1.600 panetti, contenuti in circa 70 colli, per un peso lordo complessivo di quasi 2.000 chilogrammi.

L’attività svolta, resa possibile dalla costante e sinergica azione svolta dai presidi operativi della Guardia di finanza in mare e sul territorio, si inserisce nel più ampio quadro che testimonia l’efficacia del dispositivo delle Fiamme Gialle nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di traffico illecito. L’individuazione e il successivo sequestro di un simile quantitativo di droga, uno dei più ingenti mai effettuati nel territorio nazionale, ha evitato che lo stupefacente potesse essere verosimilmente recuperato da soggetti criminali per la successiva illegale commercializzazione sul territorio nazionale, la quale avrebbe fruttato elevatissimi guadagni, nell’ordine di circa oltre 400 milioni di euro al dettaglio.

"Complimenti alla Guardia di Finanza per l’operazione di questa mattina che ha portato al sequestro di 2 tonnellate di cocaina del valore di oltre 400 milioni di euro, uno dei più ingenti sequestri di droga effettuato sul territorio nazionale”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

L’operazione condotta oggi in mare, al largo della costa orientale della Sicilia, testimonia ancora una volta lo stretto legame tra le organizzazioni criminali e il traffico internazionale di sostanze stupefacenti”, ha aggiunto il titolare del Viminale, sottolineando quanto “sia importante contrastare il mercato internazionale della droga che alimenta ingenti flussi illeciti di denaro che vengono poi riutilizzati per inquinare il tessuto economico sano del nostro Paese”.

Voglio ringraziare, ancora una volta, magistratura e Forze di polizia per il grande impegno che profondono ogni giorno per contrastate le attività criminali: si tratta di interventi fondamentali per garantire sicurezza e legalità sui nostri territori” ha concluso il titolare del Viminale.

Nell’ambito delle iniziative promosse dal Reparto Operativo Aeronavale di Bari, in occasione della “Giornata del mare e della cultura marina”, nella mattinata odierna, la Sezione Aerea e la Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari hanno accolto, rispettivamente, una scolaresca dell’Istituto Tecnico Euclide-Caracciolo ed oltre 100 alunni dell’Istituto Compren-sivo Scolastico Umberto I – San Nicola del plesso Niccolò Piccinni del capoluogo pugliese.

Alle scolaresche sono state illustrate le principali attività che il comparto Aeronavale del Corpo svolge quotidianamente, con particolare riferimento al contrasto dei crimini ambientali marini attraverso il costante presidio del litorale costiero e delle acque marittime di competenza.

La Giornata del Mare, istituita con il decreto legislativo 229/2017, si celebra l’11 aprile di ogni anno con l’obiettivo di promuovere il rispetto e la tutela dell’ambiente marino e lo sviluppo della cultura del mare, intesa come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico, con particolare riferimento alle scuole e agli studenti.

In questo ambito la Guardia di Finanza pugliese, nel periodo compreso tra il 17 e il 22 aprile e con l’intento di accrescere nei giovani studenti il concetto di “cultura del mare”, ha organizzato una serie di incontri con le scuole primarie, secondarie e superiori dei licei e degli istituti tecnici, anche nautici ed aeronautici, nell’ambito dei quali sarà possibile visitare strutture operative, i mezzi aerei e navali nonché apprendere i compiti svolti dal Corpo, con un focus sulle funzioni attribuite a partire dal 2017 quale unica Forza di Polizia del Mare.

In considerazione dell’importanza che il mare riveste nello sviluppo economico, sociale e culturale dei cittadini e del territorio, l’obiettivo degli incontri è quello di promuovere e sviluppare nei giovani la consapevolezza di essere a pieno titolo “cittadini del mare”, sensibilizzandoli sulle tematiche del rispetto e della tutela della legalità economico-finanziaria, incrementando il “rispetto delle regole di civile convivenza e dei beni di proprietà comune”.

Sono 88 i controlli sulla regolare registrazione dei corrispettivi effettuati dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggia nel periodo delle festività pasquali.

In 45 casi sono state contestate irregolarità a carico, tra gli altri, di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e negozi di alimentari per la mancata documentazione degli incassi.

A Manfredonia, invece, nel corso di un controllo economico del territorio, è stata individuata su strada una consegna di mobili a domicilio per oltre 16.000 euro effettuata da un negozio di arredamenti completamente in nero.

A Cerignola è stato scoperto un commerciante di prodotti lattiero caseari evasore totale che per più anni, senza presentare dichiarazione dei redditi, ha occultato al fisco ricavi per oltre 400.000 euro.

Nel corso delle attività ispettive sono stati individuati anche 12 lavoratori in nero: 1 presso un consulente del lavoro di Cerignola, 5 in un ristorante di Peschici, 2 addetti ad un autolavaggio di Vieste, 2 in una pescheria di Lucera, 1 in un bar di Manfredonia ed 1 in un banco di frutta a Serracapriola.

In quest’ultima località i Finanzieri della Tenenza di Torre Fantine hanno sequestrato, ad un commerciante ambulante abusivo, 45 Kg. di pesce venduto senza le prescritte autorizzazioni.

Attesa la rapida deperibilità, il prodotto è stato devoluto ad un ente caritatevole.

Inoltre, grazie al fiuto delle unità cinofile, in pochi giorni i Baschi Verdi della Compagnia di Manfredonia hanno sequestrato oltre mezzo chilo di hashish, marijuana, cocaina ed eroina tra Foggia, San Severo, Manfredonia ed Apricena.

7 persone sono state segnalate all’Autorità Prefettizia per uso personale di sostanze stupefacenti mentre nei casi riguardanti quantitativi più elevati o suddivisi in dosi i 3 responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria.

Uno dei sequestri è avvenuto lungo la statale 89 dopo che i finanzieri avevano notato la stessa persona recarsi più volte al giorno sotto ad un cavalcavia alcuni chilometri prima di Manfredonia; al momento dell’intervento i baschi verdi hanno rinvenuto oltre 150 gr. di hashish ed un bilancino di precisione in un nascondiglio ricavato sul posto.

I controlli proseguono senza soluzione di continuità nel contesto del presidio economico - finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza a tutela delle persone oneste, delle imprese che rispettano le regole e della legalità.

Nelle giornate tra il 15 e il 19 marzo u.s., oltre 1.800 finanzieri hanno eseguito, con la collaborazione dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, su tutto il territorio nazionale, un piano coordinato di interventi a contrasto del gioco illegale ed irregolare.

Sono stati controllati 1.000 esercizi commerciali dislocati in tutte le province d’Italia, riscontrando oltre 400 violazioni amministrative e penali, con la contestazione di sanzioni per circa 2,6 milioni di euro.

Nel corso delle attività sono stati sottoposti a sequestro 148 apparecchi manomessi o non collegati alla rete telematica, in taluni casi all’interno di punti di gioco completamente abusivi, scoperti 8 centri clandestini di raccolta delle scommesse e denunciati 66 soggetti all’Autorità giudiziaria.

I Reparti del Corpo e gli Uffici dell’Agenzia stanno ora sviluppando le risultanze dei controlli per quantificare la base imponibile sottratta a tassazione sia ai fini delle imposte dirette che della normativa di settore (PREU e imposta unica sulle scommesse).

Contestualmente, i finanzieri hanno eseguito controlli sul corretto adempimento degli obblighi previsti dalla disciplina antiriciclaggio nei confronti di 63 distributori e degli esercenti di gioco, nell’ambito dei quali sono state analizzate quasi 8.000 operazioni.

Sono ancora in corso i necessari approfondimenti sulla rilevante mole di operazioni oggetto di controllo ai fini antiriciclaggio.

Una particolare attenzione è stata riservata, come di consueto, alla tutela delle fasce più deboli, privilegiando i controlli nei luoghi e negli orari a maggior rischio di gioco minorile. Nel corso del piano, sono stati sanzionati 6 locali, ubicati in diverse Regioni, per l’inosservanza delle vigenti disposizioni in materia.

Il comparto del gioco pubblico, in considerazione delle significative prospettive di guadagno offerte, si conferma uno dei settori di maggiore interesse per la criminalità economica. Da ciò discende il costante impegno da parte della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli a presidio della legalità e a salvaguardia degli attori della filiera regolare e dei giocatori.

Una pattuglia della Tenenza di Torre Fantine, impegnata in attività di contrasto ai traffici illeciti lungo le coste a nord della provincia, ha tratto in salvo un raro esemplare di “Falco di Palude”.

I Finanzieri, percorrendo il tratto della ss. 16 Adriatica nei pressi di Ripalta, hanno notato un volatile appollaiato a bordo carreggiata.

Al fine di porre in sicurezza l’animale ed evitare pericoli per la viabilità stradale, hanno immediatamente azionato i dispositivi lampeggianti dell’autoveicolo in dotazione rallentando le macchine che seguivano fino a bloccare il traffico per il tempo strettamente necessario a prelevare il volatile ed evitare che potesse essere travolto.

Da un primo esame visivo, i militari hanno notato che si trattava di un falco che non riusciva a muovere una delle due ali.

Trasportato presso un centro veterinario, è stato accertato che il rapace, un raro esemplare di Falco delle Paludi – in Italia è presente una popolazione riproduttiva di 60-100 coppie – aveva un’ala spezzata e non era in grado di volare.

Dopo le prime cure, il rapace è stato affidato ai volontari della LIPU di Foggia per essere trasportato al Centro Faunistico Regionale di Bitetto (BA) dove riceverà tutte le cure necessarie per la sua completa guarigione e per essere posto nuovamente in libertà.

In data odierna, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza, e condotte dai Finanzieri della Compagnia di Policoro, è stata data esecuzione ad un'ordinanza di misura cautelare personale e reale, emessa dal G.LP. del Tribunale di Potenza, nei confronti di 9 indagati ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio ed all'autoriciclaggio, fatti commessi nella provincia di Matera (Policoro e Scanzano Jonico) ed in numerose regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Abruzzo e Puglia).

Tra i soggetti sottoposti a misure cautelari, 4 sono stati associati presso diverse Case Circondariali ed altri 4 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; inoltre, nei confronti di 1  persona è stata applicata la misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza.

Risultano indagate ulteriori 8 persone.

Le indagini coordinate  dall'A.G., e sviluppate in modo approfondito  e completo  dai militari della Guardia di Finanza di Policoro, salvo restando la necessità delle successive verifiche dibattimentali e ferma restando la presunzione d'innocenza fino a condanna definitiva, hanno disvelato un complesso  e strutturato meccanismo che, secondo l'ipotesi accusatoria, intendeva sottrarre alla futura confisca i proventi  delle  condotte  delittuose  già investigate  da  questo  Ufficio  nei  confronti.  dei medesimi soggetti, che ruotano intorno all'imprenditore agricolo DP. A., già rinviato a giudizio per vicende connesse al reimpiego di denaro proveniente dalle attività delittuose poste in essere da soggetti facenti parte di un sodalizio criminale operante nell'area. 1Jletapontina, per acquisire terreni, immobili e macchinari, ed  acquistare "a nero" prodotti   ortofrutticoli   provenienti da   produttori terzi dissimulandone la reale provenienza  ed indicando, quale fonte produttiva, i terreni intestati, o in uso, alla propria azienda agricola.

L'attività d'indagine si è sviluppata su tutto il territorio nazionale seguendo le tracce delle attività oggetto di attenzione investigativa e,  tuttavia, il fulcro dell'interesse per le condotte  delittuose in oggetto  è quello della 'fascia jonica lucana': territorio ove il tessuto sociale ed economico è strettamente connesso alle attività produttive agricole di alta qualità, i cui prodotti sono esportati in tutto il territorio nazionale ed europeo. ln tale contesto, pregresse indagini avevano evidenziato l’infiltrazione di interessi criminali in grado d'inquinare il sistema economico legale attraverso l'utilizzo di capitali di provenienza illegale e senza la necessità proprio di tutti gli imprenditori onesti, di ricorrere al sistema bancario sostenendone i relati.vi costi.

In particolare le indagini evidenziavano a livello di gravità indiziaria, come fossero in atto, nonostante pregressi provvedimenti di sequestro di compendi aziendali di DP. A. , condotte delittuose finalizzate all'avvenuta, persistente e sistematica spoliazione patrimoniale di tali aziende in .danno dell'amministrazione. giudiziaria incaricata della gestione dell'azienda agricola DP. A. (già sottoposta a sequestro da parte del Tribunale di Potenza dal 12 maggio 2021, a seguito della pregressa attività investigativa, come sopra specificato). Quanto detto avveniva, sulla base delle indagini svolte (da verificare ìn sede dibattimentale) mediante le seguenti condotte:

  • la distrazione di risorse finanziarie provenienti da erogazioni AGEA e di pertinenza della azienda agricola amministrata da DP. ,
  • la sistematica ingerenza nei processi decisionali afferenti la produzione, la commercializzazione e la gestione dell'azienda agricola amministrata, mediante condizionamenti operati dalla famiglia DP. nei confronti delle sue maestranze;
  • la sottrazione di ingenti volumi di prodotto ortofrutticolo destinati ad  illegittima commercializzazione, mediante il coinvolgimento attivo di 1llil.estranze . ''infedeli';
  • trasferimento di "utili" di pertinenza della azienda- agricola-.amministrata DP. A., che, invece, venivano trasferiti ad altra società, riconducibile alla coniuge di DP. A. Questa pratica avveniva mediante il coinvolgimento di venditori/posteggianti compiacenti, operanti su numerosi mercati ortofrutticoli nazionali, fra cui Milano, Torino, Firenze, Guidonia Montecelio (RM) e Pescara, i quali sottraevano quote rilevanti di ricavi per incassarne il quantum con consegne di somme in contanti extra-conto, che coinvolti denominavano ''cagnotta' da cui il nome della presente operazione di Polizia Giudiziaria.

Tali condotte, perpetrate sino ad oggi, hanno cagionato il progressivo depauperamento del patrimonio

  • dell'azienda agricola   sottoposta  ad  amministrazione  giudiziaria, esponendola concretamente ad un rischio di dissesto finanziario che l'avrebbe condotta al fallimento.

Per le condotte è stato operato il sequestro dei compendi aziendali di due aziende agricole, ivi compresi terreni, fabbricati, beni mobili e disponibilità finanziarie riconducibili al DP. A..

13 misure cautelari nei confronti di un gruppo criminoso dedito alle frodi sui prodotti petroliferi con base in Orta Nova sono state eseguite nelle prime ore di oggi da finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia.

Si tratta, in particolare, di 7 provvedimenti in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 obblighi di firma e del sequestro di beni mobili, immobili e valori per oltre 5 mln euro disposti dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha coordinato le complesse ed articolate indagini.

Le attività investigative hanno consentito di raccogliere un consistente quadro indiziario circa le presunte attività illecite poste in essere dal gruppo criminoso dedito alla commercializzazione illecita di gasolio ad uso agricolo sottratto all’accertamento ed al pagamento delle imposte.

Infatti, attraverso l’interposizione di una rete di 27 società, alcune delle quali costituite ad hoc, sono state emesse fatture per operazioni inesistenti al fine di cedere gasolio agevolato ad uso agricolo a soggetti non autorizzati, prevalentemente aziende operanti nel settore dell’autotrasporto prive di autorizzazione UMA, Utenti Motori Agricoli (che consente il prelievo del gasolio  ad accisa ridotta entro i limiti quantitativi di assegnazione alla luce dei mezzi agricoli utilizzati e dell’estensione dei terreni coltivati).

In tal modo, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, oltre 3,2 milioni di litri di gasolio agevolato sarebbero stati “consumati in frode”, ossia immessi sul “mercato nero” dell’autotrazione.

L’esame degli elementi acquisiti mediante indagini finanziarie e tecniche, l’analisi della documentazione contabile ed extra-contabile nonché la consultazione delle banche dati ha permesso di ricostruire come al centro della frode fosse un deposito commerciale sito in Orta Nova, il quale, sotto la regia della consorteria criminale oggetto d’indagine, avrebbe consegnato il gasolio agevolato ad uso agricolo a soggetti non destinatari del beneficio mediante l’emissione di falsa documentazione contabile atta fornire una schermo contabile–amministrativo e dissimulare i reali destinatari.

Per ogni cessione illecita, venivano, infatti, emessi un D.A.S. (Documento di Accompagnamento Semplificato) e la relativa fattura di vendita per giustificare la cessione. Il prodotto energetico, così scaricato “contabilmente”, veniva in realtà trasferito presso due centri di stoccaggio clandestini, sempre nella zona di Orta Nova, e da li distribuito ad ulteriori grossisti o ceduto ad utenti finali. 

Considerato il quantitativo ingente di prodotto petrolifero ed il numero di cessioni illecite, i responsabili della gestione del deposito commerciale, utilizzavano una vera e propria contabilità parallela, decifrata dagli investigatori, per tenere traccia dei quantitativi di carburante, delle consegne e dei flussi finanziari attraverso una numerazione progressiva che andava da 1 a 100, in funzione ciclica, per:

  • rendicontare le consegne di gasolio agricolo ed indicare il prezzo pattuito per ogni ordine, riportando il numero della fornitura (al numeratore) con il relativo prezzo (al denominatore): es. “97/62 – 99/62 - 100/62 – 1/64 – 2/64 – 3/64”;
  • annotare il quantitativo di gasolio agricolo ceduto, riportando di fianco il numero di fornitura, es. “100 / 4000 – 1 / 4000 – 2 / 4000”;
  • individuare le forniture pagate, indicando, in prossimità delle somme consegnate dal referente dell’associazione, la numerazione dell’ordine saldato, es. “7440” “97 – 99 – 100” “5120 1 – 2 ”;
  • depennare, in concomitanza del pagamento, le forniture mediante una annotazione.

Al centro della frode, una persona della zona che, avvalendosi di alcuni stretti e fidati collaboratori, prendeva tutte le decisioni relative all’organizzazione delle attività illecite, ai soggetti nei cui confronti cedere il gasolio messo a disposizione dal deposito commerciale ed alla gestione dei capitali.

Il predetto si è adoperato per attribuire fittiziamente ad altri la titolarità di beni e la disponibilità di denaro riconducibili ai sodali, quale profitto o provento dell’attività illecita, tra cui anche un’imbarcazione. La gestione dei depositi clandestini era, invece, affidata al figlio dell’uomo che, a sua volta, si avvaleva di altri sodali.

Uno dei depositi era stato dotato di un sistema di videosorveglianza per controllare il piazzale e le vie di accesso ed a seguito di uno dei sequestri subiti dall’organizzazione era stato acquistato anche un drone per rendere più efficaci le attività di monitoraggio.

30 in totale sono le persone indagate dalla Procura della Repubblica per le seguenti ipotesi di reato:

  • associazione a delinquere;
  • sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici ed irregolarità nella circolazione dei prodotti soggetti ad imposta;
  • falsità materiale ed ideologica in atti pubblici;
  • frode in commercio;
  • dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi;
  • trasferimento fraudolento di valori;

Con il medesimo provvedimento cautelare è stato anche disposto il sequestro di:

  • euro 5.152.929,28 quali provento della frode ed oggetto di autoriciclaggio;
  • sede operativa del deposito commerciale sito in Orta Nova coinvolto nella frode, con sospensione della licenza di esercizio per il commercio di gasolio;
  • 1 autoparco sito in Ordona;
  • 2 autovetture e n. 1 imbarcazione a motore;
  • 5 furgoni, n. 1 autobotte, n. 2 autocarri e n. 2 carrelli elevatori;
  • 77 contenitori e cisterne per carburanti con sistemi di erogazione;
  • denaro, disponibilità finanziarie, conti correnti, libretti di deposito beni e altre utilità riconducibili agli organizzatori della frode.

Va precisato che, indipendentemente dal quadro indiziario emerso dalle indagini e che ha dato luogo al provvedimento cautelare eseguito in data odierna, tutte le posizioni degli indagati sono ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e gli stessi non possono essere considerate colpevoli fino al definitivo accertamento con sentenza irrevocabile.   

Continuano, gli incontri, della Guardia di Finanza di Campobasso, nelle Scuole, all’insegna della legalità, quale principio di agire secondo la legge e le regole, strettamente connessa al concetto di Cittadinanza Attiva e Responsabile, tra valori civici e società moderna.

Incontri molto proficui, tra Ragazzi e Finanzieri, per coinvolgere, gli Studenti, nella cultura, “a tutto campo”, della sicurezza e della legalità.

Introduzione sulle attività svolte dalla Guardia di Finanza nel settore economico-finanziario, controllo economico del territorio – chiedere sempre lo scontrino fiscale, prima di tutto quale dovere civico –, “Servizio 117”, lotta all’abusivismo e alla contraffazione, contrasto agli sprechi di danaro pubblico, contrasto alla criminalità e agli stupefacenti, ecc., le tematiche affrontate.

Le domande formulate dagli Studenti hanno così permesso di instaurare un dialogo costruttivo, che ha coinvolto tutti i presenti, contribuendo a diffondere e rafforzare il valore della legalità nelle nuove generazioni.

Si è lasciato spazio, altresì, ad una sorta di laboratorio, pratico ed interattivo, molto coinvolgente, con l’esibizione di un’unità cinofila antidroga, delle Fiamme Gialle.

A catturare, poi, l’attenzione dei giovani studenti, anche i mezzi terrestri, navali ed aerei in uso, le specialità operative dei “Baschi Verdi” e, non ultimo, le procedure di reclutamento e formazione della Guardia di Finanza.

Giovani Studenti, per un giorno anche “Finanzieri”!

Altri momenti di formazione ed iniziative culturali, come questi, continueranno, finalizzate a divulgare il forte legame esistente tra sicurezza, legalità e giustizia, a tutela degli interessi dei Cittadini, contro le prepotenze e i soprusi.

La Guardia di Finanza continua ad essere sempre molto attenta al coinvolgimento dei Ragazzi ed al confronto con i più giovani.

Dalle prime luci dell’alba del 16 marzo 2023, personale del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Foggia nonché dello S.C.I.C.O. Roma e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Bari della Guardia di Finanza - supportati altresì da personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, da militari della Compagnia di Intervento Operativo del 8° Regimento Carabinieri Lazio, nonché dagli specialisti del Nucleo Cinofili CC di Modugno e del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri - sta dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 24 soggetti (di cui 22 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 sottoposto a interdittiva). Con tale provvedimento - emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia - sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessitano della successiva verifica processuale in sede di contraddittorio) nei confronti dei destinatari delle misure cautelari, indagati a vario titolo per una pluralità di delitti.

I soggetti attinti dal provvedimento sono prevalentemente di Cerignola, ma vi sono anche un albanese residente in quel comune, due di San Pietro Vernotico (BR) ed altri, tra cui un noto pregiudicato di Terlizzi (BA), indagati principalmente di associazione dedita al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti (cocaina, marjuana e hashish), detenzione e porto in luogo pubblico di armi da sparo, sia comuni che da guerra, anche clandestine, estorsione, ricettazione e tentato omicidio aggravato.

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L’attività investigativa condotta dalla Compagnia dei Carabinieri di Cerignola - con la  direzione e il coordinamento della D.D.A. di Bari, in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia (che ha applicato all’indagine un suo magistrato) - ha tratto avvio dalle indagini precedentemente svolte nell’ambito di altro procedimento penale, che aveva portato, nel dicembre 2018, alla ben nota operazione antimafia denominata “Decima azione” contro le tre batterie della c.d. “Società foggiana”, svolta dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia e della Squadra Mobile di Foggia.

L’odierno procedimento costituisce “una costola” di quell’indagine, nella parte in cui ha rivelato il ruolo egemone di soggetti cerignolani nel traffico di sostanze stupefacenti ed i collegamenti sia con la criminalità organizzata foggiana che con quella di altri contesti territoriali. Le investigazioni affidate ai Carabinieri di Cerignola si sono sviluppate con numerose  attività  tecniche,  più  di  50,  tra  intercettazioni  telefoniche,  telematiche  e ambientali, ma anche attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento, sia diretta

- con servizi su strada da parte di personale operante in abiti borghesi - che attraverso l’ausilio di strumentazioni tecniche all’avanguardia, come videocamere e sistemi GPS.

In sintesi, la complessa attività investigativa diretta e coordinata da questa D.D.A. in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia - secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) - avrebbe consentito di:

  • documentare tre distinte, ma contigue associazioni dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti con base operativa e logistica a Cerignola ed in rapporti di affari tra loro;
  • indagare per tentato omicidio uno dei presunti autori di una violentissima aggressione personale nei confronti di un soggetto cerignolano, a seguito di una lite scaturita per futili motivi di circolazione La vittima all’epoca riportò gravi ferite, ma non denunciò gli autori, a lui noti, probabilmente per il timore di ulteriori ritorsioni;
  • arrestare un catturando attinto da fermo, perché indiziato di tentato omicidio ai danni di un cittadino ghanese, avvenuto nel 2017, a Policoro (MT), un’aggressione dettata da motivi di gelosia;
  • far emergere un’attività estorsiva nei confronti di un commerciante di carburanti, non denunciata;
  • accertare reati predatori in riferimento ai quali un appartenente all’Arma dei Carabinieri, oggi destinatario della misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, avrebbe rivelato notizie sullo stato delle indagini, ricevendo in cambio 500 Euro;
  • sventare l’assalto a un caveau della società Loomis International AG, con sede in Svizzera, a Chiasso, dando luogo alle due operazioni denominate “Ocean eleven” e “Ocean Twelve”, che portarono poi alla cattura di tutti gli autori - 18 persone - del tentato furto I 18 soggetti furono attinti da mandato di arresto europeo, 5 dei quali furono arrestati in flagranza in Svizzera dalla polizia cantonale e 4 ad Abbiategrasso nella quasi flagranza. Il clamoroso furto fu sventato proprio grazie alle informazioni che i Carabinieri avevano acquisito durante l’investigazione e che furono tempestivamente fornite alla Polizia Cantonale.

A riscontro delle indagini, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno:

  • arrestato in flagranza di reato per spaccio 6 persone;
  • sequestrato sostanze stupefacenti (hashish, cocaina e marijuana) per oltre 23 ,
  • sequestrato la somma contante di 200.000 Euro circa;
  • sequestrato 3 pistole, di cui 2 clandestine, 3 fucili 12 e circa duecento munizioni di vario tipo e calibro;
  • recuperato 8 JEEP Renegade e 3 FIAT 500 X rubate a Melfi;
  • rinvenuto, durante una perquisizione, in una cassaforte murata - nella disponibilità di uno dei soggetti indagati - una pistola e oltre 000 euro. L’indagato era stato, pertanto, arrestato in flagranza per la detenzione illegale dell’arma. I conseguenti accertamenti bancari hanno permesso di verificare la presenza sul suo conto corrente anche di ulteriori 700.000 euro di presunta provenienza illecita.

Le  indagini  si  sono  successivamente  intersecate  con  altre  investigazioni  svolte  dallo S.C.I.C.O. e dal G.I.C.O. Bari della Guardia di Finanza, che hanno consentito di acquisire rilevanti elementi di presunta colpevolezza nei confronti dei medesimi indagati. I citati Reparti - in ragione delle peculiari competenze specialistiche della Guardia di Finanza - sono stati, altresì, delegati a effettuare articolati accertamenti patrimoniali nei confronti di 7 soggetti oggi attinti da misura cautelare personale.

Nello specifico, le Fiamme Gialle hanno proceduto ad acquisire - con riferimento al periodo oggetto d’indagine - copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni, nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo gli interi nuclei familiari dei soggetti investigati, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il materiale così raccolto è stato oggetto, dunque, di circostanziati approfondimenti investigativi che avrebbero fatto emergere una ingiustificata sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni nella disponibilità degli indagati.

Quindi, il competente G.I.P. del Tribunale di Bari – condividendo la proposta avanzata dall’A.G. inquirente, basata sul compendio indiziario acquisito dalla Guardia di Finanza (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) - ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca c.d. “allargata”, nei confronti dei predetti indagati, avente per oggetto disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, quote societarie e compendi aziendali, per un valore di oltre 5 milioni di euro.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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