fonte: NOCPress.
Si ferma all’ALT della Polizia, fugge e dopo un rocambolesco inseguimento di circa 2 km si schianta contro un’auto. Fugge a piedi ma viene bloccato dagli agenti con l’aiuto di un cittadino che ha intuito l’accaduto e non ha pensato due volte a intervenire e aiutare le Forze dell’ordine.
È accaduto nelle ore scorse serali a Pesaro, di ieri 22 dicembre 2023. Un 23enne nordafricano, marocchino per la precisione proveniente da Treviso è stato arrestato dagli agenti delle volanti della Polizia. Era in compagnia di una donna a bordo di una Ford Puma.
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Tutto è iniziato dopo che gli agenti avevano fermato l’auto per un controllo stradale di routine sulla SS16 che da Fano conduce a Pesaro, passando per il centro cittadino. Fermato, il 23enne ha poi inserito la marcia e a tutta velocità si è dato alla fuga. Immediatamente la Polizia è corsa all'inseguimento, condotto dapprima lungo la via nei pressi dell'istituto alberghiero di pesarese, poi tra le vie cittadine, anche contromano. Da lì a poco una volante ha tentato di sbarrargli la strada ma il nordafricano ha speronato la pattuglia, proseguendo la folle corsa.
Giunto nel centro cittadino, la Polizia con una volante ha speronato la Ford Puma che si è schiantata contro altre auto parcheggiate in largo Aldo Moro, dove ha terminato la corsa. Il giovane corriere della droga con in braccio una valigia si è dato alla fuga, inseguito dagli agenti. Ma un giovane 30enne pesarese, Gianalberto il suo nome, ha intuito l’accaduto e ha ostacolato la corsa del fuggitivo, permettendo così ai poliziotti di placarlo e catturarlo.
Con sé, il nordafricano aveva un borsone con all'interno ben 5 kg di hashish, divisi in panetti da 5kg l’uno.
Nel frattempo altri agenti arrestavano la donna con cui era in compagnia il 23enne, accusata per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di droga al fine di spaccio.
Dalla Questura di Pesaro-Urbino fanno sapere che la Ford Puma era già oggetto di investigazione, pertanto il controllo stradale di routine poteva essere finalizzato individualizzazione del mezzo e di chi lo conduceva. Intanto dal Comune di Pesaro il Sindaco si congratula con il giovane Gianalberto definendolo coraggioso e incline alla legalità, sfatando incidenti tra la gente che a quell’ora era in strada e seduta fuori i locali a godersi questi giorni di feste natalizie amichevolmente.
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella classifica delle top five rimangono saldi spaghetti e penne che mantengono saldamente il primato come formati più amati, confermando la supremazia anche come preferiti nell'acquisto. A breve distanza i fusilli, che conquistano il cuore del Nord Italia. Nel centro-sud, la medaglia di bronzo è condivisa tra le paste corte e quelle adatte a brodi e minestre. Pasta protagonista delle Feste: con l'avvicinarsi del Natale, i pastai di Unione Italiana Food propongono una piccola guida al giusto abbinamento formato/condimento, riservando un posto d'onore ai primi piatti ricchi di gusto e tradizione.
a cura dell'Unione Italiana Food
L’amore per la pasta, il rapporto quasi sentimentale che lega gli italiani ai piatti della tradizione, è legame forte e questione identitaria. Non a caso, siamo leader mondiali di produzione (3,6 milioni di tonnellate) e consumo (23 kg a testa).
Corta o lunga, liscia o rigata, fine, piena o bucata, si fa presto a dire pasta: perché da due ingredienti semplici e naturali come acqua e semola di grano duro è nato un mondo. Nomi e forme raccontano territori, cultura popolare, tecniche di produzione, l’arte e la fantasia del pastaio, e soprattutto un prodotto da sempre accessibile e trasversale. E per questo tanto amato. Ma quali sono le abitudini di consumo nel Belpaese? Siamo i più appassionati pasta lover al mondo, ma risultiamo anche amanti fedeli: se è vero che si contano oltre 500 formati di pasta, è vero anche che scegliamo quasi sempre gli stessi. In generale, secondo Unione Italiana Food, nella produzione di pasta, quella corta rappresenta il 70% del peso relativo dei vari formati contro il 30% occupato dalla pasta lunga. Ma, all’atto pratico, il parametro di ogni scelta dovrebbe essere la ricetta che andremo a preparare.
LA TOP FIVE DEI FORMATI DI PASTA PIÙ AMATI: IN TESTA, SPAGHETTI E PENNE
Gli Spaghetti si posizionano al 1° posto dei formati più amati dagli italiani. Lo rivela un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati NIQ che ha fotografato le preferenze in fatto di formati di pasta nel nostro Paese, secondo 4 aree: Nord-ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna), Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia). Se gli spaghetti sono l’ID della pasta, e la cosa non sorprende, al 2° posto si posizionano le Penne. Per i due formati più amati dagli italiani, è plebiscito. Insieme, rappresentano il 78% della pasta venduta in tutto il Paese, tenendo in considerazione che quando parliamo di spaghetti e penne ci riferiamo a tutta la categoria di spaghettini, spaghettoni, pennette, mezze penne, pennoni e tutte le diciture affini che riportano allo stesso formato. A partire dalla 3° posizione, cominciano a delinearsi le preferenze regionali, con formati di pasta iconici utilizzati per le ricette della tradizione. Al Nord (ovest ed est) vincono i Fusilli mentre nel centro sono le paste corte come le Mezze Maniche a farla da padrone e al sud la preferenza va alla pasta per brodi e minestre, con la Pasta Mista ad occupare la maggior parte della sezione. Viceversa, al 4° posto, al Nord (ovest ed est) e al Sud vince la pasta corta contro i Fusilli che conquistano il Centro e infine, in 5° posizione, la pasta per brodi e minestre predomina al Nord mentre al Centro e al Sud vincono i Rigatoni/Tortiglioni/Maccheroni.
FORMA, TRAFILA E CAPACITÀ DI CONTENERE I SUGHI: ECCO I SEGRETI DELL’ABBINAMENTO PERFETTO
Ogni regione, ogni campanile ha la sua ricetta simbolo, ogni italiano ha il suo preferito ma, al di là di alcune nozioni di base, non tutti sanno che certi formati danno il meglio di sé con determinati tipi di sugo e non con altri. E che esistono regole precise per l’abbinamento. I pastai di Unione Italiana Food in vista del Natale propongono una guida all’abbinamento e 5 ricette delle feste con i formati di pasta più amati (vedi Focus 1). Alcuni abbinamenti vengono da soli o, meglio, sono figli di tradizione e consuetudini secolari (Spaghetti aglio olio e peperoncino, Trofie con il pesto, Tagliatelle con il ragù, Ziti con la salsa genovese), altre sono coppie più aperte (come la Carbonara che, sempre più spesso, abbandona la pasta lunga preferendo rigatoni e mezze maniche). Ma come orientarsi con gli abbinamenti più quotidiani o creativi? Sono quattro i parametri da tenere d'occhio:
1.OSSERVIAMO IL FORMATO
In che modo la forma della pasta incontra il condimento? Le spire del fusillo o le righe di una penna catturano il sugo, lo spaghetto lo avvolge, una lumachina lo accoglie e così via. Un solo elemento, anche piccolo, cambia tutto: la curvatura di un formato, una variazione nel suo spessore tra rigo e valle, un profumo nel sugo, tempi e modi di cottura (classica, ripassata in padella o risottata, reidratata), perfino il modo di servirla nel piatto o lo strumento con cui la mangiamo: forchetta o cucchiaio? Ci sono sughi più corposi e sughi più lisci. E paste versatili, che riescono a valorizzare condimenti di consistenza diversa, o formati “progettati” per dare il meglio proprio con quell’abbinamento.
2.LA TRAFILA, QUESTIONE DI TEXTURE
La trafilatura ci fa capire come si comporterà la pasta in cottura (e mantecatura) ma anche la sua sensazione in bocca. Da una trafilatura in teflon si ottiene una pasta dal cuore più croccante, mentre una pasta trafilata al bronzo risulta più omogenea. E ancora, la superficie porosa o rigata cattura meglio i sughi più sciolti, mentre una texture più liscia è perfetta con sughi più “avvolgenti”.
3.LA PROVA DELLA FORCHETTA (O DEL CUCCHIAIO) PER CAPIRE L’INTENSITÀ DEL BOCCONE
La impariamo prima assaggiando singolarmente il formato e il condimento, la cui intensità dovrà essere direttamente proporzionale a quella della pasta. Un bucatino o un pacchero richiedono una masticazione più lunga di una pastina. Analogamente, un sugo robusto come quello alla Carbonara non è adatto ai finissimi Capelli d’angelo mentre le Tagliatelle non hanno alcuna possibilità con le consistenze leggere ed eteree di un aglio, olio e peperoncino. Le Pennette o i Ditalini si trovano bene anche in un cucchiaio, etc.
4.LA TECNICA DI COTTURA GIUSTA PER RENDERE PERFETTO L’INCONTRO
Se ci sono tutti i presupposti per un flirt tra pasta e condimento, il cuoco fornisce l’aiutino per rendere i partner inseparabili. I pastai italiani forniscono sulla confezione e sui siti aziendali tutte le indicazioni su come valorizzare al meglio il formato con la cottura. Per esempio, mantecando in padella con un cucchiaio di acqua di cottura o un filo d’olio per fare l’emulsione. O scegliendo il metodo di cottura più adatto, come la cottura risottata per legare i sughi più liquidi ai formati più lisci (per esempio gli spaghetti aglio Olio e peperoncino), la finitura in padella delle linguine con le vongole per generare la cremina dalla parte più sottile delle “alette” e così via.
Secondo Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai di Unione Italiana Food, “la pasta è una e molteplice. In Italia siamo i custodi della tradizione. Abbiamo le nostre preferenze ma non rinunciamo a cambiare le carte in tavola e sperimentazioni e stravolgimenti si richiamano, per affinità o contrasto o reinterpretazione, al nostro patrimonio alimentare. Proprio questa sua versatilità e la capacità di adattarsi a ingredienti diversi in combinazioni infinite fanno della pasta un alimento sempre contemporaneo e globale. Proprio per questo, accanto ai cinquecento formati attuali di pasta censiti, le aziende continuano a sviluppare per innovare l’architettura della pasta e andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori, con impegno e maestria, e con la speranza che in ogni parte del mondo tutti possano trovare la loro pasta preferita e l’abbinamento del cuore”.
ECCO COME ABBINARE I FORMATI DI PASTA PIÙ POPOLARI SECONDO I PASTAI DI UNIONE ITALIANA FOOD
PASTA LUNGA:
- Bucatini: amatriciana, gricia, sughi strutturati con pomodoro e formaggi
- Bavette: sughi semplici di pesce, pesto alla genovese
- Capellini: minestre
- Fusilli: con ragù alla napoletana, sughi di carne, ricotta
- Lasagne: sughi ricchi di carne, formaggi e verdure
- Maccheroncini: ragù alla napoletana, sughi di carne
- Rigatoni: sughi corposi, ragù di carne, verdure, salsiccia, adatti anche a timballi al forno, con sughi di carne
- Spaghetti: serviti asciutti, con filetto di pomodoro, sughi all’olio, sughi di pesce, carbonara
- Ziti: serviti asciutti, in timballo o spezzati con ragù alla napoletana o sughi di carne
PASTA CORTA:
- Conchiglie: con salsa di pomodoro, sughi semplici, sughi di carne
- Farfalle: sughi semplici all’olio, paste fredde estive
- Mezze maniche rigate: pomodoro fresco o sughi semplici al burro, carbonara
- Orecchiette: cime di rapa, sughi al pomodoro e ricotta
- Pasta mista: in brodo, brodo, minestroni, zuppe, la pasta e fagioli
- Penne lisce: sughi leggeri di pesce e verdure, pasta fredda
- Paccheri: ragù di pesce, sughi corposi di verdure
- Trofie: lessate con fagiolini e patate e poi condite con il classico pesto alla genovese
5 RICETTE DELLE FESTE CON I FORMATI DI PASTA PIÙ AMATI
A CURA DELLO CHEF SIMONE RUGIATI
1.SPAGHETTONE CON CREMA DI RISO ALLO ZAFFERANO, PEPE SARAWAK, PANCETTA AFFUMICATA
Ingredienti - Riso 200 gr, Zafferano 2 bustine, Sale qb, Pepe sarawak qb, Spaghetti 400 gr, Pecorino 100 gr
Preparazione - Iniziamo dalla salsa di amido mettendo a bollire 200 gr di riso bianco nel doppio del suo peso di acqua. Dovrà cuocere 30 minuti e riposarne 5. È necessario che il riso sia sempre sommerso da almeno 3 cm di acqua, quindi dovrete aggiungerne alla dose indicata. Quando pronto scolatelo di modo da tenere l’acqua di cottura che a questo punto sarà diventata una crema semi trasparente e collosa, ossia l’amido del riso. Alla salsa di amido aggiungete lo zafferano, il pecorino e frullate tutto quando aggiustando di sale e pepe. Mettete a cuocere gli spaghetti e in ultimo cuocete la vostra pancetta a cubetti. Una volta pronta asciugate il grasso in eccesso. Mantecate la pasta insieme alla salsa e alla pancetta, servite in una fondina con un cucchiaio di salsa sul fondo e una grattugiata di pecorino.
2.SPAGHETTI AL “PESCE PERSO”
Ingredienti - Spaghetti 400 gr, 1 cucchiaio di olio evo, Peperoncino a piacere, ½ spicchio d’aglio, 4/5 capperi dissalati, 1 cipolla piccola, 3 filetti d’acciuga, 3 cucchiai di liquido dei pelati, 1 pelato privato dei semi, 3 olive nere, 1 cucchiaino di origano, 4 gocce di limone. Per il crumble: 1 fetta di pane vecchio grattugiato, 1 cucchiaino d’olio, 2 gocce di olio d’acciughe
Preparazione - In una padella, preparate il fondo di cottura con olio, peperoncino senza semi, aglio senza anima interna e tritato fino ed infine capperi dissalati e tritati finemente e i filetti d’acciuga. Fate cuocere lentamente, a fuoco basso, aggiungendo la cipolla rossa o cipollotto fresco tagliato fino. A questo punto, iniziate a bollire la pasta e a preparare il crumble di pane: basterà far saltare in padella il pane grattugiato per circa 2 minuti a fuoco medio/alto. Nel frattempo, preparate i pomodori pelati eliminando l’attaccatura al picciolo e tagliateli a fette, scartando i semi; con poca acqua del barattolo sfumate il fondo, aggiungete l’origano, le olive nere denocciolate, i filetti di pomodoro a crudo, delle gocce di succo di limone e buccia di limone, una parte del crumble di pane condito con olio e olio di acciughe e infine saltate la pasta. Disponete la restante parte del crumble on top.
3.PENNE ALLO SPADA CON PESTO DI PISTACCHI
Ingredienti - 320 g di penne, 120 g di pesto di pistacchi di bronte, 250 g di pesce spada, 100 g di ragusano grattugiato, 4 pomodori datterini, 1 arancia non trattata, 1/4 bicchiere di vino bianco, 1 spicchio di aglio, olio extravergine, sale, pepe
Preparazione - Schiacciare l’aglio, metterlo in una padella con un filo di olio extravergine, aggiungere i pomodori tagliati in 4 parti e stufare dolcemente il tutto. Tagliare il pesce spada a cubetti e metterlo nella padella: quando sarà ben rosolato, sfumare con il vino bianco e regolare di sale e pepe. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e tuffarla ancora al dente nella padella con la salsa. Terminare la cottura con l’acqua della pasta e completare il piatto con il pesto di pistacchi, il ragusano e un’abbondante grattugiata di buccia di arancia.
4.FUSILLI DI VERDURE
Ingredienti - Fusilli di farro o integrali 100 gr, 4 carciofi, 1 spicchio aglio, 1 scalogno, peperoncino qb, pecorino semi stagionato qb, sale e pepe, olio evo, vino bianco
Preparazione – Pulire i carciofi bagnandoli in acqua e limone e tagliarli in due, dopo aver tolto le foglie esterne e il fieno centrale. Mettere in padella lo scalogno a fiamma bassa con olio Evo ed eventuale peperoncino se gradito, e uno spicchio d’aglio tagliato in due o schiacciato. Alzare la fiamma e togliere l’aglio e il peperoncino. Cominciare a trifolare i carciofi, cominciando dalla parte delle foglie, tagliata più sottile, rosolandola e sfumandola con poco vino bianco e un po’ d’acqua per ammorbidirli. Spostare il tutto in un piatto e cominciare a saltare la base dei carciofi a dadini piccoli finché non diventano croccanti, unire sale e pepe e riunire l’altra parte di carciofi, unendo sempre un po’ d’acqua. Separatamente, cuocere i fusilli in acqua e scolarli all’interno del condimento, molto molto al dente, in modo da far assorbire tutto il condimento liquido all’interno della pasta. A questo punto, unire il pecorino semi stagionato per mantecare e il resto a scaglie sopra. A scelta, si può profumare con della buccia di limone.
Far andare in padella lo scalogno tagliato a fettine con l’olio evo, l’aglio e il peperoncino. Trifolare i carciofi e sfumare con il vino bianco. Aggiustare di sale e pepe. Saltare i fusilli in padella e mantecare con il pecorino. Profumare con la buccia di limone.
5.MEZZAMANICA DI FARRO, CACIO, PEPE E CRUSCA
Ingredienti - Crusca Sohn 1 bustina a porzione, Mezzamanica di farro 400 gr, Pecorino 1 spicchio, Pepe qb. Per la salsa di amido cacio e pepe: riso 200 gr, acqua 400 gr, pecorino 100 gr
Preparazione
Iniziamo dalla salsa di amido cacio e pepe mettendo a bollire 200 gr di riso bianco nel doppio del suo peso di acqua. Dovrà cuocere 30 minuti e riposarne 5. È necessario che il riso sia sempre sommerso da almeno 3 cm di acqua, quindi dovrete aggiungerne alla dose indicata. Quando pronto scolatelo di modo da tenere l’acqua di cottura che a questo punto sarà diventata una crema semi trasparente e collosa, ossia l’amido del riso. Alla salsa di amido aggiungete il pecorino, il pepe e frullate tutto quando aggiustando di sale. Cuocete le vostre mezzemaniche, scolatele e saltatele con la salsa cacio e pepe, servite aggiungendo una generosa macinata di pepe, il pecorino grattugiato e la vostra Crusca Sohn.
Nel periodo dal 1° al 20 dicembre 2023, i reparti della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro 225.916 giocattoli e 1.638.714 luminarie e addobbi natalizi non conformi agli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente, segnalando, complessivamente, 69 responsabili, di cui 3 denunciati all’Autorità giudiziaria, per i reati di cui agli artt. 515 c.p. (Frode nell’esercizio del commercio) e 517 c.p. (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
La maggior parte degli illeciti in argomento afferiscono alla violazione dell’obbligo, previsto dal Codice del Consumo, che i prodotti commercializzati riportino in maniera visibile e leggibile, in lingua italiana, la denominazione, i dati del produttore e dell’importatore, il Paese d’origine, i materiali impiegati e le istruzioni d’uso.
Sul fronte penale, invece, registriamo l’indebito utilizzo della marcatura “CE” (European conformity) che si distingue dal marchio cinese “CE” (China export) per la distanza più ampia tra la lettera C e la lettera E.
Il simbolo CE non rappresenta un’indicazione di origine e non è un marchio di qualità ma un’attestazione di conformità del prodotto alle prescrizioni in materia di sicurezza, il cui indebito utilizzo integra il reato di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.) o di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.).
La Guardia di finanza tutela il mercato dei beni e servizi dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale, affinché gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza, promuovendo, al contempo, una protezione efficace dei consumatori.
Il dispositivo di contrasto adottato dal Corpo a presidio del comparto assume ancor più rilevanza se si considera che l’obiettivo di coloro che commercializzano detti prodotti è quello di ottenere il massimo profitto al minor costo. È scontata, quindi, l’assenza di remore da parte dei medesimi soggetti a impiegare nella produzione qualunque genere di materiale e sostanza, anche se potenzialmente dannosa o nociva per gli utilizzatori.
In tale contesto, le attività della Guardia di finanza sono orientate a garantire la più ampia tutela del consumatore. La strategia repressiva del Corpo a tutela del mercato mira, infatti, non solo a intercettare le partite di prodotti illegali ma, anche e soprattutto, a disarticolare alla radice le filiere illecite, individuandone e colpendone contestualmente le componenti di approvvigionamento, produttive e distributive, così da interrompere i canali di alimentazione del mercato parallelo e le stesse fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali. In Italia, infatti, esistono sia veri e propri poli produttivi sia, più di frequente, centri di assemblaggio di merce che arriva da Paesi terzi separatamente dagli imballaggi, sprovvista di loghi ed etichette, che sono successivamente apposti sul territorio nazionale dopo lo sdoganamento.
Sul piano organizzativo, la Guardia di finanza opera attraverso un dispositivo dinamico, flessibile e coordinato che prevede, a livello centrale, la Componente Speciale che sviluppa attività di “analisi di rischio” mediante le banche dati a disposizione e predispone piani d’intervento mirati su specifiche tipologie di fenomeni illeciti di rilevante impatto.
Sotto il profilo operativo, il dispositivo di contrasto messo in campo dalla Guardia di finanza muove in tre distinte direzioni: il presidio delle aree doganali, portuali e aeroportuali, per l’individuazione dei traffici di merci illegali provenienti dall’estero; il controllo economico del territorio, del mare e degli spazi aerei sovrastanti, grazie anche al supporto della Componente aeronavale, per il monitoraggio delle dinamiche di movimentazione delle merci e la repressione dei fenomeni di abusivismo e minuta vendita e, infine, l’attività investigativa in senso stretto, finalizzata alla disarticolazione dell’intera filiera di tali prodotti e all’aggressione patrimoniale dei sodalizi criminali.
Esaminando i dati di sintesi relativi ai sequestri effettuati dal Corpo negli ultimi anni, emerge come gran parte della merce non sicura sottoposta a sequestro provenga dall’estero.
Individuare la reale origine e/o provenienza dei prodotti che giungono in Italia è, tuttavia, operazione complessa: le merci viaggiano, infatti, seguendo rotte sempre diverse, anche lungo itinerari secondari, transitando per Paesi in cui i controlli sono meno rigorosi.
Il Corpo partecipa, inoltre, a operazioni internazionali congiunte, in stretta sinergia con le Forze di polizia estere e con gli organismi e agenzie sovranazionali come Europol, Interpol, Olaf e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Un ulteriore ed efficace strumento per il contrasto alla commercializzazione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza è costituito, senza dubbio, dal Sistema di allerta rapido denominato “Gras Rapex”.
Si tratta, in sostanza, di un sistema, attivo nell’Unione Europea, di allerta e informazione rapida per i prodotti non conformi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri segnalano alla Commissione europea i prodotti (a eccezione degli alimenti, farmaci e presidi medici) la cui commercializzazione determinerebbe un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Nella prospettiva di incrementare le segnalazioni sul Gras Rapex, la Guardia di finanza - confermandosi quale Forza di polizia all’avanguardia nell’utilizzo di moderni applicativi informatici grazie anche a nuove tecnologie in grado di scandagliare sia il clear sia il dark web, per sviluppare attività di contrasto alla commercializzazione di prodotti non sicuri.
La Guardia di finanza continua a profondere il massimo sforzo per contribuire alla creazione e al mantenimento nel Paese di una cornice in cui legalità e sicurezza siano sempre garantite. In tale quadro, non sfugge come la tutela delle libertà economiche e dei consumatori rappresentino un presupposto imprescindibile per sostenere lo sviluppo e la crescita dell’Italia.
fonte: OdG Puglia.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha varato la proposta per la definizione dei parametri giudiziali finalizzati alla determinazione dell’equo compenso. Si tratta di parametri di riferimento necessari per la quantificazione del pagamento del lavoro giornalistico in sede di contenzioso giudiziario. I paramenti definiti dal Cnog, approvati nella seduta del 12 dicembre, per divenire operativi devono essere approvati dal Ministero della Giustizia che vigila sull’attività dell’Ordine.
Il Consiglio nazionale, in base alle norme vigenti, ha quindi individuato una definizione dell’attività giornalistica tenendo presente l’evoluzione del settore e il costante incremento delle richieste di prestazioni multimediali.
I parametri per l’equo compenso riguardano, in particolare, i giornalisti autonomi e i freelance che sempre più spesso si trovano a dover ricorrere in giudizio per il riconoscimento di quanto loro dovuto. I parametri sono proporzionati alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale del giornalista.
Nelle tabelle proposte dal Cnog si individuano tre tipologie di compenso, qui di seguito in via semplificativa (si rimanda al testo integrale in allegato per lo schema completo).
Tabella A, attività giornalistica presso quotidiani, periodici, agenzie stampa, anche online, emittenza radiotelevisiva, uffici stampa; il tutto in ambito nazionale:
Iscritto con meno di 30 mesi: valore giornaliero 130 euro, valore lordo minino (mezza giornata) 65 euro.
Iscritto con più di 30 mesi: valore giornaliero 170 euro, valore lordo minimo 84 euro.
Tabella B, attività giornalistica in tele-radiodiffusione nonché imprese fornitrici di contenuti informativi, anche in tecnologia digitale e/o satellitare, il tutto solo in ambito locale:
Iscritto radiogiornalista con meno di 24 mesi: valore giornaliero 86 euro al giorno, valore lordo minimo 44 euro (metà giornata);
Iscritto tele-radiogiornalista radio con più di 24 mesi: 94,5 al giorno; valore lordo minimo 47,25 (metà giornata)
Tele-giornalista Tv con più di 24 mesi: 119,7 euro al giorno; valore lordo minimo 62 euro.
Tabella C: attività giornalistica presso testate periodiche di informazione a diffusione locale, anche online e attività giornalistica in testata di informazione esclusivamente online operanti in ambito locale, entrambe escluse quelle inserite in network nazionali e non collegate su più aree geografiche.
Periodici: valore lordo minimo della prestazione 52,50 euro.
Periodici mensili: valore lordo minimo della prestazione 262,50.
Gli importi delle tabelle possono essere maggiorati del 10% o del 15% in caso di opere di particolare impegno.
Il testo integrale della proposta sui parametri giudiziali per la determinazione dell’equo compenso:
Tre mesi di attività, oltre 720 milioni di dati analizzati nell'ambito di uno scenario di simulazione in cui hanno oltre cento operatori specializzati, sia militari che civili, hanno lavorato in stretta sinergia per affrontare le principali sfide evolutive del mondo informatico e valutare l’utilizzo di tecnologie innovative per il dominio cyber. Questi i numeri della “Cyber Eagle 2023”, esercitazione di cyber security pianificata e condotta dall’Aeronautica Militare - attraverso il Comando Logistico della Forza Armata - in partnership con DEAS (Difesa e Analisi Sistemi), società italiana leader nella sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici del Paese, che si è conclusa ufficialmente oggi.
I risultati dell’esercitazione, divenuto ormai un modello di partenariato pubblico-privato tra una Forza Armata e un’azienda e tecnologie italiane, sono stati illustrati questa mattina presso il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare, che ne ha curato la fase progettuale, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, di autorità istituzionali e rappresentanti di aziende del settore.
L’esercitazione - giunta alla sua ottava edizione - ha avuto l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla minaccia cibernetica e testare la capacità di reazione della Forza Armata nella valutazione della minaccia stessa e delle successive azioni da intraprendere, con il coinvolgimento del Reparto Gestione e Innovazione Sistemi di Comando e Controllo (Re.G.I.S.C.C.) per le fasi di conduzione delle attività esercitative e del Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore dell'Aeronautica per gli aspetti di sicurezza legati all'incidente informatico sulle reti AM.
“Dobbiamo essere abili a trasferire nel nostro peculiare ambito questo genere di collaborazioni con il mondo accademico e con realtà aziendali di settore per essere pronti a gestire e, laddove possibile, anticipare il cambiamento e le possibili derivanti minacce”, ha dichiarato il Generale Goretti nel suo intervento. “Ritengo che i risultati conseguiti nel corso dell’esercitazione possano costituire un patrimonio informativo da condividere nel comparto Difesa e costituire un riferimento in ambito tecnologico. La cooperazione in materia di cybersicurezza e di cyberdifesa, in questo senso, è un qualcosa che può concretizzarsi non solo in campo nazionale, ma anche offrendo il nostro contributo alla collaborazione a livello internazionale con gli alleati della NATO, Paesi ed istituzioni dell'Unione Europea ed altri paesi amici”
“In un'epoca in cui la cybersecurity assume una rilevanza geopolitica e geostrategica sempre maggiore, la nostra partnership con Aeronautica Militare è strategica”, ha sottolineato la Dottoressa Stefania Ranzato, Amministratore Unico di DEAS Spa. “La Forza Armata è stata apripista nello sfruttare appieno il binomio tecnologie disruptive associato ad aziende totalmente italiane per migliorare la sua resilienza verso le minacce cyber presenti e future”.
Partendo dalla realizzazione di software ottimizzati volti a orientare e facilitare il lavoro degli operatori, in gergo tecnico dei “cyber agent”, e grazie all’utilizzo di modelli di Intelligenza Artificiale (AI) e al ricorso al potente supercalcolatore HPC - High Performance Computer del Re.S.I.A., che ha ridotto di oltre 14 volte il tempo di elaborazione dati necessario con strumenti di calcolo standard, personale specializzato della Forza Armata e un team di ricercatori ed esperti della società DEAS, che hanno anche ricoperto il ruolo di potenziali aggressori esterni, hanno lavorato per quasi tre mesi a stretto contatto su uno scenario fortemente realistico, pensato anche alla luce dell’attuale contesto geopolitico internazionale in atto. Sono state replicate comunicazioni e scambi di dati dei sistemi di radio assistenza e radio terra-bordo-terra dei velivoli, sfruttando anche la capacità di video processing capability dei sistemi a pilotaggio remoto Predator ed altre piattaforme aeree di comando e controllo in dotazione alla Forza Armata.
Attraverso la produzione di specifici cruscotti informativi dedicati agli operatori e analisti cyber, in grado di associare in modo immediato la minaccia ad una o più capacità operative potenzialmente degradate dagli attacchi cibenetici, l’esercitazione ha permesso di accrescere la capacità di reazione della Forza Armata nella valutazione della minaccia e delle successive azioni da intraprendere e valutare tecnologie innovative per il dominio cyber. Inoltre, con il coinvolgimento di personale specializzato del Reparto Sperimentale Volo dell’Aeronautica Militare, in ambiente esercitativo è stata per la prima volta simulato un attacco cibernetico ad un sistema avionico di un velivolo militare, generando ed installando una modifica malevola su un sofisticato sistema utilizzato sul velivolo Tornado per la raccolta e l’analisi dei dati della missione. Un’attività che ha dimostrato l’importanza del garantire un’appropriata cornice di sicurezza cyber a protezione degli assetti aerei, andando così ad ampliare anche a potenziali minacce cibernetiche la gamma dei possibili inconvenienti o errori che è possibile investigare nelle fasi di test di volo.
Il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare ha di recente concluso, tra l’altro, il processo di audit nell’ambito di uno specifico bando dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ricevendo la Certificazione ISO27001:2017 sul Sistema di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni, prima tra le Forze Armate a raggiungere tutti i requisiti necessari nell’ambito del processo di certificazione voluto dallo Stato Maggiore della Difesa.
La piccola, in gravissime condizioni, necessitava di essere trasferita da Cagliari a Genova.
Partito dalla base di Ciampino nel tardo pomeriggio di ieri, il velivolo Falcon 50 del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare ha permesso il trasporto in tempi brevi, da Cagliari a Genova, di una bimba di 18 mesi in imminente pericolo di vita.
La piccola, in gravissime condizioni, necessitava infatti di essere trasferita dall’Azienda Ospedaliera "G. Brotzu" all’Istituto Giannina Gaslini per ricevere cure mediche specifiche.
Messo a disposizione dall’Aeronautica Militare su richiesta della Prefettura di Cagliari alla Sala Situazioni di Vertice dell'AM, il Falcon 50, partito da Ciampino, è dapprima atterrato su Genova, intorno alle 19:30, al fine di imbarcare l’equipe medica che avrebbe assistito la piccola durante il viaggio, per dirigersi subito dopo verso Cagliari. Atterrato poco dopo le 20:30 sull’aeroporto sardo, la bimba, accompagnata anche dal suo papà, è stata così imbarcata intorno alle 22:30, per giungere finalmente a Genova dopo poco più di un’ora.
Dopo l’atterraggio, la paziente ha proseguito in ambulanza il suo viaggio verso la struttura ospedaliera di destinazione. Il Falcon 50 ha invece fatto rientro a Ciampino, tornando subito disponibile per possibili nuove attivazioni a supporto della collettività.
Il 31° Stormo di Ciampino è uno dei Reparti dell’Aeronautica Militare che svolge il servizio di prontezza operativa per questo genere di missioni, insieme alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, al 14° Stormo di Pratica di Mare e agli elicotteri del 15° Stormo di Cervia, dislocati su tutto il territorio nazionale. I Reparti di volo sono infatti a disposizione della collettività 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, con mezzi ed equipaggi in grado di operare, anche in condizioni meteorologiche complesse, per assicurare il trasporto urgente non solo di persone in imminente pericolo di vita, ma anche di organi, equipe mediche o, come nel caso dei velivoli C-130 J della 46^ Brigata Aerea di Pisa, anche di ambulanze, accorciando così notevolmente i tempi di trasporto.
A Foggia manifestazione sotto la Prefettura dalle ore 9.30.
“Dentro un quadro di crisi diffusa che colpisce a livello nazionale soprattutto lavoratori e pensionati, che hanno visto erosi i propri redditi da inflazione e caro energia e assistono a pericolosi tagli al sistema sanitario nazionale, la condizione sociale in Capitanata ancor più reclama un protagonismo del mondo del lavoro che pretende interventi a sostegno dello sviluppo, per creare opportunità occupazionale e irrobustire le reti di protezione sociale”. Spiegano così le ragioni dello sciopero generale il segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno, e il coordinatore Uil Puglia, Sede di Foggia, Luca Maggio, che le due confederazioni hanno indetto contro la manovra economica del Governo per venerdì 17 novembre, con manifestazione e presidio sotto la Prefettura di Foggia dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
“Scioperiamo a sostegno di un’altra politica economica e un altro paradigma sociale, a fronte di una legge di bilancio del Governo Meloni che non dà risposte alle emergenze di questo Paese – affermano Carmeno e Maggio -. Nessuna risposta all’emergenza salariale, che si fa sentire ancor più forte in territori come il nostro dove prevalgono settori produttivi a basso valore aggiunto e bassa specializzazione. Mentre le povertà aumentano si tagliano la sanità e la scuola pubblica, non si investe sulla pubblica amministrazione che è essa stessa elemento di sviluppo territoriale, non si cancella come promesso anzi si peggiora la Legge Fornero sulle pensioni. E invece di perseguire politiche di ridistribuzione della ricchezza si adottano provvedimenti di politica fiscale che favoriscono chi ha di più e gli evasori, così che lavoratori e pensionati si ritrovano a pagare più tasse di chi ha rendite finanziarie e immobiliari e detiene grandi patrimoni. Perché durante anche durante la crisi c’è chi si è arricchito e chi paga più di tutti: salariati, pensionati i giovani”.
ALCUNI DATI SULLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE DELLA CAPITANATA.
Una provincia dove il primo diritto a dover essere garantito è quello stesso a una occupazione e un reddito dignitoso: nel 2022 il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro è stato appena di 1.400 unità. Dei 194.623 contratti attivati, oltre 183mila erano però a tempo determinato o comunque precari e atipici. Con un evidente gap di genere che vede le donne estremamente penalizzate, se è vero che i rapporti attivati per i maschi sono stati il doppio (133mila contro 61mila). I rapporti di lavoro cessati nel 2022 sono stati 193.214, di questi 116mila non ha avuto durata superiore ai tre mesi (65mila addirittura inferiori ai 30 giorni). Prevalentemente rapporti stagionali in settori – prevalgono agricoltura e servizi – dove più bassi sono i salari, più intermittente il lavoro e che registrano elevati tassi di sfruttamento ed elusione contrattuale.
Il tasso di occupazione nell’ultimo trimestre del 2022 in Capitanata era appena del 47,8%, il 16,6% il tasso di disoccupazione con il 69,5% disoccupato di lunga durata, ovvero in quella condizione da oltre un anno. Una sfiducia a trovarlo un lavoro dignitoso che spinge al 42,4% il tasso di inattività e che relega nella condizione di esser fuori da percorsi di lavoro o formazione il 27,9% di giovani - i cosiddetti Neet – tra i 15 e i 29 anni.
Una condizione di contesto che spinge alla necessità di emigrare per trovare opportunità e spendere il proprio bagaglio di conoscenze: solo nei tre anni che vanno dal 2019 al 2021, hanno cancellato la propria residenza dalla Capitanata oltre 32mila persone, verso altre regioni o l’estero.
“Dal Governo nessuna risposta su salari, pensioni, fisco, sviluppo, giovani”.
Basta scorrere gli indicatori della Capitanata per comprendere le difficoltà che vive questo territorio, “e della necessità che avrebbe di politiche di investimento sia sul versante economico che sociale, a partire dalla messa a terra dei progetti legati al Pnrr, al Fondo Sviluppo e Coesione, di fatto commissariati dal Governo. Con tutte le complessità di contesto per un territorio dove forte è la presenza della criminalità organizzata e dove i principali comuni – a partire da quello capoluogo – ha visto sciolte le amministrazioni per infiltrazioni mafiose”, sottolineano i due dirigenti sindacali. “A chi accusa di sciopero politico rispondiamo che non si conosce la condizione del Paese, le difficoltà che vivono le famiglie, specie a queste latitudini”, affermano Carmeno e Maggio . “Adesso basta!”, come recita lo slogan della mobilitazione: “Altro che sciopero per fare un week end lungo: in troppi nemmeno lo hanno un lavoro, chi aderisce ci rimette parte dello stipendio, e magari il sabato e la domenica è regolarmente al suo posto di lavoro, che sia un medico, un insegnante, un ferroviere. Il nostro è uno sciopero che parla a tutta la società e non afferma le ragioni di chi lavora ma di tutti, a difesa dei servizi pubblici essenziali e per opportunità di crescita individuale e collettiva”.
Una rappresentanza Unifg invitata a Milano per presentare il libro Evoluzioni di Hackathon - l’esperienza del Wellbeethon: il volume, curato da due docenti del Dipartimento di Studi Umanistici, si presenta non solo come “manuale d’uso” per gli esperti del settore educativo, ma come un vero e proprio “manifesto sulla ripresa della vita universitaria post-Covid” ancora in atto.
Un titolo fortunato, quello di Evoluzioni di Hackathon, il libro che racconta l’evento intitolato “Wellbeethon: la Maratona del Benessere”, tenutosi a Foggia a maggio 2022 sotto il coordinamento del Learning Science Hub. Un esperimento pedagogico ma anche un’iniziativa strategica, escogitata con l’intento di ripristinare quel senso di comunità che il Covid aveva rischiato di cancellare all’interno delle aule universitarie. Lo specifica Luigi Traetta, coautore del volume e Direttore del TFA Sostegno di Foggia: “Il Wellbeethon, come suggerisce la parola stessa, è stato un evento dedicato al well-being, ovvero al ben-essere. Ben-essere vuol dire soprattutto ben-stare, ovvero trovarsi al proprio agio all’interno degli spazi in cui si vive; per raggiungere tale obiettivo, è importante creare buone relazioni. Abbiamo cercato di promuovere tutto questo, allestendo, dopo la traumatica chiusura pandemica, uno spazio fatto di creatività, di incontro e di formazione, che restituisse agli studenti l’esperienza viva dell’Università. Un'università che punta al benessere di chi la abita”.
L’esperienza multidisciplinare del Wellbeethon ha catturato l’attenzione dell’editore Franco Angeli, che ne ha fatto un volume scritto a più mani. Ogni capitolo è affidato a uno o più professionisti che si sono dedicati alla realizzazione dell’evento; tra questi, giusto per citarne alcuni, possiamo nominare Annamaria Petito, psicoterapeuta e ordinaria di psicologia clinica in Unifg; Marco Carotenuto, neuropsichiatra e professore associato presso Unicampania; Mario Carrassi, economista e professore associato all’Università di Bari; Omar Gelo, psicologo e professore associato in Unisalento, i ricercatori del Learning science hub e molti altri.
“Abbiamo portato il libro un po’ in giro per l’Italia” racconta Giusi Toto, curatrice insieme al prof. Sebastiano Valerio, nonché principale promotrice dell’evento, “abbiamo avuto l’onore di poterlo presentare all’Università di Bologna, ospitati dalla collega Annalisa Guarini, e poi ancora all’Università di Bari e a Roma, con il patrocinio di Tlon, il meraviglioso progetto culturale di Maura Gancitano e Andrea Colamedici. Quando abbiamo ricevuto dallo IULM la notizia di essere stati inclusi in Bookcity abbiamo festeggiato: è un’occasione unica per disseminare il nostro lavoro, il nostro messaggio e i nostri intenti. E nel frattempo, basandoci sul successo del Wellbeethon, abbiamo preparato e stiamo preparando eventi simili per arricchire l’esperienza formativa di studentesse e studenti”.
Bookcity Milano ospiterà Unifg il 17 novembre, alle ore 16.30, presso lo IULM, Sala dei 146 e vedrà la presentazione del Volume alla presenza della curatrice Giusi Antonia Toto e di ricercatori del LsH.