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Da Robert Mapplethorpe a Cecily Brown, da von Gloeden a Nathaniel Mary Quinn fino alla quarta edizione del premio Rinascimento e la grande mostra di Depero a Palazzo Medici-Riccardi.

Dal 29 settembre all’8 ottobre 2023 Firenze torna a essere capitale del contemporaneo grazie alla Florence Art Week, la settimana dell’arte giunta quest’anno alla sua terza edizione.

In occasione di questo importante appuntamento, il Museo Novecento organizza un ricco calendario di eventi con mostre di altissimo livello scientifico e di carattere innovativo, ponendosi ancora una volta al centro della programmazione culturale fiorentina e a livello nazionale e internazionale.

Si inizia il 23 settembre con Beauty and Desire, omaggio a uno dei maggiori esponenti della fotografia del Novecento, Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – Boston, 1989), in un confronto inedito con gli scatti di Wilhelm von Gloeden e una selezione di fotografie dall’archivio Alinari. Quarant’anni dopo la grande mostra del 1983, che fece conoscere proprio a Firenze l’opera di Mapplethorpe, tornano a farsi ammirare le immagini del celebre fotografo newyorkese con un progetto organizzato con il fondamentale contributo della Robert Mapplethorpe Foundation e della Fondazione Alinari per la Fotografia.
La mostra – a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, assieme a Eva Francioli e Muriel Prandato – è la seconda grande mostra del museo dedicata alla fotografia, pratica che ha rivoluzionato la storia dell’arte a partire dall’Ottocento. Ospitata negli spazi espositivi al primo e al secondo piano del Museo Novecento, Beauty and Desire trae spunto da un nucleo consistente di opere che mette in luce l’intensa produzione artistica di Mapplethorpe, sottolineando il legame della sua ricerca con la classicità, nonché il suo approccio scultoreo al mezzo fotografico, reso evidente tanto nello studio del nudo maschile e femminile, quanto nella natura morta. A partire da questo focus, il lavoro di Robert Mapplethorpe è messo a confronto con alcune fotografie risalenti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, provenienti dagli Archivi Alinari. Fra queste, assumono uno speciale rilievo alcune immagini del barone Wilhelm von Gloeden (Wismar, 1856 – Taormina, 1931), tra i pionieri della staged photography. Uno dei tratti distintivi delle atmosfere che animano le composizioni di von Gloeden è proprio il richiamo al passato, concepito quale inesauribile bacino di soggetti e suggestioni: un segno stilistico unico, che lo rende ancora oggi un’icona.

Dal 30 settembre, le sale al piano terra del Museo Novecento tornano a ospitare un focus sulla pittura contemporanea presentando le opere di una delle sue più talentuose esponenti, la pittrice inglese Cecily Brown, nata a Londra nel 1969 e residente a New York dal 1994, che più di ogni altra ha saputo reinventare il rapporto tra l’arte contemporanea e la grande arte figurativa dei secoli scorsi. Protagonista in questo recente periodo di una mostra personale al Metropolitan Museum di New York, l’artista espone i suoi lavori per la prima volta a Firenze al Museo Novecento e in Palazzo Vecchio, in quella che si preannuncia come la mostra più sofistica ed emozionante dell’anno. Il progetto, a cura di Sergio Risaliti, raccoglie oltre trenta lavori, tra cui dipinti e opere su carta, per lo più inediti, nati da una riflessione attorno alle Tentazioni di Sant’Antonio, soggetto ampiamente indagato dagli artisti nel passato, da Michelangelo Buonarroti a Hieronimus Bosch, da Paul Cézanne a Odillon Redon.
Il titolo scelto da Cecily Brown per questa mostra fiorentina, Torments, Temptations, Trials and Tribulations, evoca la vita di ascesi, battaglie spirituali e privazioni del Santo – primo fondatore della vita monastica e padre spirituale degli anacoreti – le cui storie e vicissitudine sono state raccontate nella Vita Antonii, pubblicata nel 357 circa da Atanasio vescovo di Alessandria. In via del tutto eccezionale verrà esposta, nella cappella al piano terra del Museo Novecento, una versione su tavola di epoca rinascimentale delle Tentazioni di Sant’Antonio, di collezione privata, che, come quella già attribuita al giovane Michelangelo – oggi conservata al Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas e databile tra il 1487 e il 1489 –, deriva dalla medesima incisione di Martin Schongauer.
Il progetto espositivo prosegue nel Museo di Palazzo Vecchio dove, all’interno del Camerino di Bianca Cappello, amante del Duca Francesco I de’Medici, Cecily Brown presenta una sola tela, esercizio di presa di coscienza di diversi livelli di realtà e visibilità. Anche in questo caso l’opera si distingue in un perfetto equilibrio tra vitale profusione, disegni e colori, e una sottostante struttura narrativa e iconografica con la quale l’artista parla della storia e della vita.

Il denso calendario espositivo prosegue con le ultime tappe del progetto che Nico Vascellari ha ideato per la città di Firenze. Melma si dispiegherà a ottobre in diversi interventi tra alcuni dei luoghi più prestigiosi del patrimonio storico-artistico della città. Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e il Museo Novecento ospiteranno una serie di opere, tra cui una nuova installazione per l’Arengario, una perfomance site-specific ideata dall’artista per il Salone dei Cinquecento e una serie di lavori nella sede delle ex-Leopoldine, tenendo conto del peculiare rapporto tra Rinascimento e contemporaneità, tra lo spazio pubblico della piazza e il luogo politico per eccellenza rappresentato dal Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.
In Piazza della Signoria, dopo gli interventi di Koons, Fabre, Fischer e Vezzoli realizzati negli anni passati, l’arte contemporanea torna a essere protagonista. Fioretti è l’installazione site-specific pensata da Vascellari per l’Arengario di Palazzo Vecchio: un’azione poetica e delicata allo stesso tempo, ispirata tanto alle immagini rinascimentali – come quelle del prato fiorito del Botticelli – quanto ai versi di Poliziano e di Pasolini. Il titolo dell’opera è da intendersi nella triplice accezione del termine “fioretto”, come arma, atto di rinuncia e piccolo fiore. L’installazione sarà inaugurata il 3 ottobre 2023. Nella stessa giornata, Vascellari darà vita ad Alessio, una performance pensata per il Salone dei Cinquecento che riflette sulle convenzioni e i codici della comunicazione non verbale. Infine, il 4 ottobre al Museo Novecento sarà presentata una selezione di video realizzati dall’artista negli ultimi anni, con una mostra a cura di Stefania Rispoli.

Il 5 ottobre il chiostro del Museo Novecento ospiterà l’opera di Namsal Siedlecki (Greenfield, 1986). Il lavoro di Siedlecki indaga la natura processuale e trasformativa dei materiali concentrandosi prevalentemente sulla pratica scultorea. Le sue opere, che spesso uniscono la maestria artigianale alle più moderne tecnologie, sono concepite come oggetti in evoluzione che rendono omaggio alle infinite possibilità della forma. La sua mostra monografica al Museo Novecento, curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, è concepita come un’installazione site-specific nel chiostro rinascimentale dell’edificio, interpretato come un vero e proprio ventre all’interno del quale energia e materia continuamente si rigenerano.

Sulla scia di questi eventi, il 7 ottobre aprirà al pubblico Split Face, la mostra di Nathaniel Mary Quinn (Chicago, 1977) artista noto per i suoi ritratti pittorici realizzati con uno stile che richiama la scomposizione e il collage tipici delle avanguardie storiche. La prima monografica dell’artista in Italia e a Firenze coinvolgerà il Museo Stefano Bardini e il Museo Novecento, offrendo al pubblico la possibilità di conoscere una serie di dipinti inediti o di recente produzione accanto alle opere della ritrattistica rinascimentale fiorentina e dei maestri del Novecento italiano. Insieme ai capolavori di Donatello, del Pollaiolo, dei Della Robbia, Tiepolo, Felice Casorati, Virgilio Guidi, Carlo Levi e molti altri, verranno presentate oltre quindici opere dell’artista provenienti dal suo studio e da alcune prestigiose collezioni pubbliche e private. Come nelle passate incursioni di John Currin, Gleen Brown, Luca Pignatelli, Anj Smith, Emiliano Maggi e Rachel Feinstein, la direzione artistica del Museo Novecento rinnova e ripropone il dialogo tra una delle ricerche più avanzate in campo figurativo, come quella di Mary Quinn, e il Museo Bardini, la cui collezione e sistemazione museologica è il frutto di una passione eclettica per l’arte classica, medioevale e rinascimentale, come è stata quella del mercante e collezionista Stefano Bardini.
I ritratti di Nathaniel Mary Quinn, a tratti grotteschi e mostruosi, sono realizzati con una meticolosa attenzione ai particolari, un’eccezionale qualità e tecnica pittorica e un’attitudine all’iperrealismo e al cartoon. Tutti questi aspetti, uniti a una forte carica e tensione espressiva, creano un senso di disorientamento e confusione in chi guarda. I volti sembrano ritagliati, come immagini fatte a pezzi e poi ricombinate, per corrispondere nelle intenzioni dell’artista al volto del ritrattato. Tutto il suo lavoro è autobiografico, Quinn mescola una narrazione personale, fatta di persone ed eventi a lui vicini, a immagini tratte da riviste, fumetti o fotografie trovate; accosta riferimenti alla tradizione figurativa, dal Modernismo in poi, alla cultura visiva più contemporanea, unendo low and high culture. Il suo linguaggio si nutre anche di esperienze in campo musicale e letterario, e pone ancora una volta al centro del fare artistico il montaggio, il “taglia e cuci”, sperimentato tanto nell’arte che nella moda dalle avanguardie del Novecento. In definitiva Mary Quinn ci mette di fronte alla realtà contemporanea, al modo in cui ci viene comunicata e ne facciamo esperienza, a come ci costruiamo e rappresentiamo la nostra vita e quella degli altri.

A coronare questa costellazione di eventi, il premio Rinascimento +, giunto alla sua quarta edizione, che torna a essere il protagonista in occasione della Florence Art Week. Nella città dei Medici, cui si riconosce il primato nella storia del collezionismo e mecenatismo, si rinnova la passione per l’arte e il sostegno agli artisti, sancito da questo prestigioso riconoscimento internazionale che viene consegnato a eminenti personalità del sistema dell’arte che hanno saputo nutrire lo sviluppo e la diffusione dell’arte contemporanea. La cerimonia avrà luogo venerdì 6 ottobre nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. I premiati di questa quarta edizione sono Laura Colnaghi, Danna e Giancarlo Olgiati, Franca e Lorenzo Pinzauti, Giorgio Fasol, Nicole SaiKalis Bay, Lorenza Sebasti e Marco Pallanti.

Sempre a Palazzo Medici Riccardi, il 28 settembre verrà gettata una nuova luce sull’opera di Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960), indiscusso maestro dell’arte del Novecento, con una mostra promossa da Città Metropolitana di Firenze su progetto del Museo Novecento, con la curatela di Sergio Risaliti ed Eva Francioli e l’organizzazione di Mus.e.
Grazie all’individuazione di alcuni dei temi che hanno caratterizzato la sua produzione, saranno messi in evidenza il sottile nesso della sua figura e del suo lavoro con il territorio fiorentino. Il prodotto si inserisce nell’ambito delle iniziative della Florence Art Week, che già nell’edizione del 2022 ha visto esporre nelle sale di Palazzo Medici Riccardi un corpus di opere del XX e XXI secolo in un’ottica di valorizzazione delle collezioni civiche e di aggiornamento della critica e del pubblico su alcuni aspetti dell’arte recente ancora poco indagati. Grande rilievo, in tal senso, viene riservato alla pratica del disegno e alle sue molteplici declinazioni, oltre che al complesso rapporto che lega da sempre la città di Firenze alle arti, nonché a quella dei lavori su tessuto, come gli splendidi arazzi di cui verranno presentati in mostra alcuni esemplari di grandi dimensioni come Cavalcata Fantastica e Due Maschere Tropicali.
Nello specifico, la mostra consentirà di presentare per la prima volta a Firenze l’opera di Depero, che ha saputo coniugare l’elemento popolare a una fervida immaginazione figurativa, la grafica da fumetto a quella dei cartoni animati, temi della contemporaneità a motivi tradizionali come quello del cavallo, che attraversa la storia dell’arte fin dall’antichità. Il progetto prende avvio dalla presenza, nelle collezioni del Museo Novecento, di Nitrito in velocità (1932), capolavoro dell’artista parte delle collezioni civiche. Il dipinto fu donato dall’ingegnere navale Alberto Della Ragione al Comune di Firenze all’indomani della terribile alluvione del 1966, insieme a oltre 240 opere della sua celebre collezione. L’opera, rivelatrice di un’apertura di Della Ragione alle sperimentazioni delle avanguardie circoscritta alle esperienze del cosiddetto Secondo Futurismo, si offre come pretesto per una più ampia riflessione sul collezionismo e sui legami che si possono creare tra collezionista e artista.


CALENDARIO INAUGURAZIONI

- 23 settembre 2023 | Robert Mapplethorpe e Wilhelm von Gloeden. Beauty and Desire | Museo Novecento
- 28 settembre 2023 | Fortunato Depero. Cavalcata fantastica | Palazzo Medici Riccardi
- 30 settembre 2023 | Cecily Brown. Torments, Temptations, Trials and Tribulations | Museo Novecento e Camerino di Bianca Cappello a Palazzo Vecchio
- 3 ottobre 2023 | Nico Vascellari. Fioretti | Piazza della Signoria e Arengario di Palazzo Vecchio
- 3 ottobre 2023 | Nico Vascellari. Alessio | Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio
- 4 ottobre 2023 | Nico Vascellari. Melma | Museo Novecento
- 5 ottobre 2023 | Namsal Siedlecki. Endo | Chiostro, Museo Novecento
- 6 ottobre 2023 | premio Rinascimento + | Sala Luca Giordano, Palazzo Medici Riccardi
- 7 ottobre 2023 | Nathaniel Mary Quinn. Split Face | Museo Stefano Bardini e Museo Novecento.

Ufficio stampa Museo Novecento Firenze e Lara Facco P&C.

Un piccolo stralcio del pezzo di Fabio e Dino che hanno vinto alla finale del Super Zelig Open Mic a Milano. La Parodia del duo comico passa per la dissacrazione di quelle che dovrebbero essere le battute più ricercate nei testi della comicità. E loro puntualmente e appositamente ci scherzano (e ci riescono) mettendo a confronto la visione contenutistica di un dotto (Dino) e quella elementare e grottesca (Fabio)

Il Duo si esibirà con uno spettacolo tutto loro allo Zelig di Milano il 31 Ottobre 2023.

QUI IL REEL DI AREA AZELIG

a cura di Opera Siena.

Era il 2021 quando presero il via i lavori di sondaggio e poi restauro di uno dei capolavori conservati all’interno del Complesso Monumentale del Duomo di Siena: il Fonte battesimale del Battistero di San Giovanni.

Dopo quasi due anni di lavoro la sinergia organizzativa, tecnica e operativa tra la Soprintendenza di Siena Arezzo e Grosseto, l’Opera della Metropolitana con tutto il suo personale, e l’Opificio delle Pietre Dure, sta attraversando un momento cruciale, e si sta proiettando verso la fase conclusiva del restauro auspicabilmente prevista tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024.

Posizionato al centro della struttura architettonica del Battistero, il Fonte Battesimale, è una straordinaria opera in marmo, bronzo e smalto realizzata tra il 1417 e il 1431 dai maggiori scultori del tempo quali Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia. Il Fonte è costituito da una vasca esagonale in cui si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato raffiguranti la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Fra gli episodi più rappresentativi assume un particolare rilievo il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, elegante e raffinata scena caratterizzata da un pittoricismo e un senso prospettico ottenuti grazie al rilievo schiacciato. Il ciclo si conclude con il celebre rilievo realizzato, sempre da Donatello nel 1427, che rappresenta il Banchetto di Erode, la scena più commovente per la drammaticità del soggetto e le qualità formali.

L’importanza del Fonte - quale punto focale nella definizione dei princìpi del Rinascimento - la complessità degli interventi conservativi per le opere in bronzo dorato e per gli elementi in marmo, hanno richiesto indagini accuratissime e grandi competenze nella definizione del programma dei restauri.

Le campagne diagnostiche preliminari sono state svolte con le strumentazioni più avanzate, ed hanno messo in luce oltre al degrado delle superfici bronzee e lapidee – un degrado prevedibile, visto il loro plurisecolare utilizzo – anche una criticità strutturale che ha richiesto una variante metodologica, oltre a nuove soluzioni per abbassare l’umidità relativa del Battistero.

Conseguentemente è stata avviata una delicatissima fase di smontaggio delle cimase e di rimozione di tutte le grappe metalliche ed altri perni, per poter introdurre soluzioni tecniche in grado di garantire il ripristino di un equilibrio statico, perso molto probabilmente durante la parziale ricostruzione post-bellica.

Il progresso degli interventi per la conservazione del Fonte e di tutte le opere d’arte che lo compongono è frutto di un lavoro quotidiano svolto all’interno del Cantiere in Battistero e contestualmente anche presso i laboratori dell’Opificio fiorentino. Non solo: il dialogo e la condivisione delle informazioni tra i tanti restauratori, storici dell’arte, ingegneri, architetti, tecnici e fotografi impegnati coralmente in questo restauro, svolgono un ruolo chiave nei processi attuativi e costituiscono la premessa di una progressione costante nella conoscenza e nella conservazione.

In particolare, dopo essere state sapientemente restaurate dall’Opificio, tutte le opere in bronzo dorato rientreranno nel Battistero senese e dal 7 agosto prossimo saranno visibili nelle teche espositive insieme alle tre opere di Donatello, tra cui Il banchetto di Erode, già collocate, dopo l’esposizione temporanea dedicata al grande artista del Rinascimento lo scorso anno presso Palazzo Strozzi a Firenze, ai lati della scultura del Fonte.

Si tratta dei quattro Putti, due dei quali già protagonisti della suddetta mostra, una formella con “la Cattura di S. Giovanni Battista” e una delle Virtù ovvero “la Prudenza”.

Le opere in bronzo dorato, prima della loro ricollocazione definitiva in fregio al Fonte, rimarranno ancora per alcuni mesi nelle teche espositive che, proprio in questi giorni, sono state appositamente modificate con un sistema di ventilazione naturale vista la presenza di umidità relativa: tutto ciò al fine di non vanificare il lavoro già compiuto dai restauratori dell’Opificio.

Saranno esposte nelle vetrine illuminate poste ai lati del Cantiere nel Battistero, in attesa del completamento del restauro degli elementi lapidei, anche grazie al lavoro quotidiano dei restauratori lapidei dell’Opera della Metropolitana, i quali affiancano in tutte le operazioni il team dei restauratori dell’Opificio Pietre Dure, artefici del progetto di restauro, tutti sotto la attenta collaborazione e supervisione della competente Soprintendenza di Siena.

“Un’operazione complessa - commenta il Rettore Prof. Giovanni Minnucci - che ha visto tutto il personale dell’Opera della Metropolitana di Siena impegnato – ciascuno secondo le proprie competenze – pienamente consapevole che le operazioni di manutenzione, conservazione e restauro costituiscono alcuni degli scopi principali dell’Ente, così come previsto dalle disposizioni statutarie”.

Inizio all'arrembaggio, chilometri dopo chilometri, giri dopo giri, sempre nel gruppetto di testa, Mathieu van der Poel studia la sua corsa per poi sferrare l'attacco finale. A due giri dal termine la stratosferica pedalata, un terremoto di potenza che stacca tutti e poi Alberto Bettiol, sempre intesta. Cade a un giro dal traguardo iridato, si ferisce a una spalla, rompe uno scarpino, si rialza e ricomincia nella possente conquista del mondiale.

Così l'olandese Mathieu van der Poel conquista la maglia iridata su strada, a Glasgow 2023, in un mondiale che sta soddisfacendo tutti e che ha in serbo altre sorprese sulla pista.

Giornata primaverile, con pioggia battente, questa del mondiale su strada di ciclismo a Glasgow 2023. Molte cadute su un percorso insidiosissimo, con oltre 42 curve e tutte strette e scivolose.

Alberto Bettiol (in foto in basso) ha condotto una gara degna del suo potenziale, in testa per oltre metà gara, lasciando presagire una vittoria o un piazzamento di sul podio.  Indosso la maglietta azzurra con la scritta “#WeAreInPuglia” orgoglio di una popolazione che le bellezze della sua natura ha conquistato il mondo. Il clima è quello che Bettiol ha sempre preferito, specie nelle varie sfide, Giro d’Italia e Tour de France, ha posto in evidenza le sue ottime capacità. Ma dietro un gruppetto di quattro antagonisti, “avvoltoi” sportivi in attesa del calo o del primo che sferrasse l’attacco, non gli hanno dato tregua. È stato sempre in testa con oltre 25 secondi di vantaggio, ma ha terminato la gara solo decimo.

 

Alberto Bettiol mondiale strada Glasgow2023

 

Chilometro dopo chilometro il vantaggio si assottigliava. A poco meno di due giri dal termine ecco l’immenso van der Poel che poderosamente stacca tutti, supera Bettiol e prende la testa della corsa, con un margine che supera il minuto.

Pedala e spinge con forza, sicuro dell’azione studiata da tempo. Ma una curva lo ferma. L’olandese scivola, cade, si sbuccia una spalla, il pantaloncino si strappa sulla coscia destra, lo scarpino destro si rompe e il gancio dei tacchetti penzola vistosamente. L’olandese, “volante” per usare un eufemismo, si rialza controlla la bici e riparte, più forte e deciso. Strappa il gancio penzolante e con circa due minuti dal gruppo degli inseguitori taglia il traguardo. È campione del mondo.

 

Mathieu van der Poel mondiale strada Glasgow2023 02

In una delle più importanti location italiane, ambite da artisti internazionali, la musica di Micky Sepalone e Angela Piaf con la Canta Napoli Band ritorna a furor di popolo. Sepalone: “Sarà un concerto esplosivo con nuovi arrangiamenti e un omaggio a Pino Daniele”.

Non è estate senza un concerto all’aria aperta. Proprio per questo è un calendario estivo fitto di appuntamenti quello della Canta Napoli Band di Micky Sepalone e Angela Piaf che quest’anno festeggiano ben sedici anni di concerti per un totale di trecento spettacoli live..

Fino a settembre continuano le date del tour della band foggiana che canta la musica napoletana.

Abbiamo cominciato dalla passione per la musica e quell’entusiasmo non ci ha mai abbandonatoquesto il commento del frontman Micky Sepaloneogni anno infatti siamo presenti nelle maggiori piazze di Capitanata ma anche nelle regioni vicine come il Molise, l’Abruzzo, la Basilicata, il Lazio e inevitabilmente la Campania. Ci mettiamo da sempre amore e dedizione con un occhio di riguardo anche alle tematiche sociali per sensibilizzare il pubblico anche attraverso la musica. Oggi, questi numeri, sono i risultati di anni di impegno artistico”. Così i due vocalist continuano a coltivare il loro progetto musicale partito per gioco nel 2008 e che anche per l’estate 2023 allieterà le serate nelle piazze italiane.

IL CONCERTO | Canta Napoli Band porta sui palchi della Capitanata e non solo, uno spettacolo esplosivo, con alcune novità negli arrangiamenti e con la presenza di qualche new entry in scaletta come medley dedicato a Pino Daniele interpretato da Angela Piaf. Il pubblico potrà assistere ad un concerto moderno ma con arrangiamenti che Sepalone e Piaf, insieme ai loro musicisti, personalizzano continuamente, ogni anno in modo differente. La musica spazia dal pop, al blues, al funky, al country, al rock, al reggae. Ad essere interpretate canzoni che raccontano la storia di Napoli e d’Italia, che piacciono a grandi e piccini come gli intramontabili: Tu vuò fà l’americano, Guaglione, Malafemmena, Torero, Io te vurria vasà, Dicitencelle vuje, Caruso, Napul’è, O Sarracino, A Città e Pullecenella, O sole mio, Don Raffaè, Resta cu mme, Lazzarella, Pigliate na pastiglia, Tre numeri al lotto, L’hai voluto te, Tammurriata nera, Comme facette mammeta, Funiculì funiculà, Caravan petrol e tante altre ancora. Si canta il genio di Renato Carosone e si interpretano Antonio De Curtis, Enzo Gragnaniello, Sergio Bruni, Roberto Murolo e Mia Martini, Pino Daniele e Nino D’Angelo. Il tutto sempre con un tocco personalissimo con cui Angela Piaf impreziosisce lo spettacolo attraverso la sua vocalità e la sua eleganza, come nelle interpretazioni di Voce e notte, Napule, Tu sì na cosa grande e Caruso.

CANTA NAPOLI BAND | Nata nel 2012 come APS per la cultura, l’Associazione “Canta Napoli Band” aggrega un gruppo di soci uniti dalla passione per la musica ma anche dall’amicizia e dalla voglia di divertirsi e svagarsi insieme. La musica, quindi, diventa volano per trasmettere al grande pubblico messaggi di pace e amore. Non a caso, la band sin dal suo esordio, ha partecipato a diversi progetti a carattere sociale. Nello specifico la Canta Napoli Band è stata protagonista di eventi promossi all’interno del Carcere di Foggia e del Carcere di Lucera, grazie al Maestro Sergio Picucci e alle Direzioni delle rispettive Case Circondariali. Esperienze che non hanno fatto altro che arricchire il bagaglio di Micky e Angela che si prestano senza remore ad iniziative di rieducazione, di svago e di intrattenimento. Non mancheranno infatti altre iniziative benefiche nel prossimo futuro.

GLI ARTISTI | Gli artisti della Canta Napoli Band sono un mix di personalità artistiche che tra talento e presenza scenica sono in grado di incantare il pubblico. Micky Sepalone, foggiano, da sempre immerso in ambienti artistici, è il frontman della band. Micky è un mattatore che ama trascinare il pubblico, cantando tra la gente che coinvolge con la sua innata capacità di intrattenitore unita a quella tipica della musica napoletana. Con Angela Piaf, cantante dalla voce carismatica e vibrante, il sodalizio musicale perfetto in equilibrio tra una rispettiva esaltazione vocale. A comporre la band anche i musicisti Francesco Genovese, Luigi Pellicano, Sergio Picucci, Luciano Parisano, Giuseppe Fabrizio, Guido Paolo Longo, Emanuele Acucella. La qualità delle performance della Canta Napoli Band si ottiene anche grazie ai professionisti dello staff tecnico: Alberto Fiore, Emmanuel Venturini, Gianluca Moffa, Salvatore Ferrara. Tra le collaborazioni di gran pregio artistico per la Canta Napoli Band anche quella con Giovanni Imparato, percussionista e vocalist dell’Orchestra Italiana e special-guest con Nino D’Angelo. Artista poliedrico, percussionista, musicista, cantante, autodidatta, professionista dal 1980. Napoletano tra i maggiori esperti in Italia del patrimonio afrocubano, da quel mix partenopeo e cubano sincretizza la propria struttura di riferimento musicale, esistenziale, culturale e religiosa. Giovanni Imparato come session man ha collaborato con grandi nomi della musica italiana e napoletana come Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana, Nino d’Angelo, Lucio Dalla, Eros Ramazzotti, Riccardo Cocciante, Mina, Ray Charles, Mystic Diversions, Giorgia, Sunlightsquare, Andrea Bocelli, Renato Carosone, Mia Martini, Edorardo Bennato, N.C.C.P. C. d’Angiò, Tosca, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Gigi Finizio. Giovanni Imparato insegna percussioni sin dal 1984 ed è ideatore del progetto Afrocubanìa, tra gli ultimi eventi da segnalare Tarenzi e Imparato a Summer Gigs Pro.

IL TOUR ESTIVO 2023 | Anche quest’anno il tour estivo abbraccia la Capitanata spingendosi fino alle regioni limitrofe, un complesso itinerante pronto a rallegrare le notti d’estate con il meglio della musica partenopea. Di seguito le prossime tappe da agosto a settembre:

  • 06 AGO ASCOLI SATRIANO (FG)
  • 07 AGO APRICENA (FG) RESTATE APRICENA
  • 08 AGO SILVI MARINA (TE) EVENTO PRIVATO
  • 09 AGO TERLIZZI (BA) FESTA MAGGIORE
  • 10 AGO SAVIGNANO IRPINO (AV) SAVIGNANO VILLAGE
  • 11 AGO TROIA (FG) CON GIOVANNI IMPARATO
  • 12 AGO STURNO (AV) CON GIOVANNI IMPARATO
  • 13 AGO BUONABITACOLO (SA) FESTA PATRONALE
  • 14 AGO CASALNUOVO MONTEROTARO (FG)
  • 15 AGO STORNARA (FG) FESTA PATRONALE
  • 16 AGO MAIORI (SA) FESTA PATRONALE
  • 27 AGO VICOVARO (RM)
  • 02 SET SAN GREGORIO MAGNO (SA)
  • 04 SET NAPOLI (NA) MASCHIO ANGIOINO
  • 10 SET BORGO SEGEZIA (FG)
  • 12 SET BAGNOLI (NA) PORTA DEL PARCO

Tra gli appuntamenti speciali da non perdere quello previsto per il 4 settembre presso il Maschio Angioino Napoli e il 12 settembre a Porta del Parco Bagnoli.  Gli eventi rientrano nell’ambito della rassegna “Estate a Napoli” promossa dal Comune di Napoli. È previsto il pagamento di un ticket d’ingresso al costo di € 10.

Per la data del 4 settembre i sostenitori della Canta Napoli Band avranno la possibilità di partire da Foggia con la band in Autobus GT. Non solo musica: si parte dal piazzale c/c Mongolfiera ore 14.30 con arrivo a Napoli ore 17.30 (sosta compresa) e passeggiata in Piazza Plebiscito e Via Toledo, ore 19.30 ingresso al Maschio Angioino, ore 20 inizio spettacolo e rientro a Foggia a mezzanotte circa.

In via di definizione i prossimi appuntamenti in vista dell’autunno, a partire da ottobre in poi fino a dicembre che per il terzo anno consecutivo vedrà la Canta Napoli Band impegnata con il progetto “Christmas” che ha già ottenuto un grande riscontro nelle due edizioni precedenti. Per restare sempre aggiornati su tutte le novità della Canta Napoli Band come i prossimi eventi e le prossime date del tour ci si può collegare al sito web ufficiale e alle pagine Facebook di riferimento.

 

L‘equipaggio del 31° Stormo di Ciampino ha trasportato una neonata di 2 giorni da Alghero a Genova per consentire ai sanitari dell‘Ospedale “Gaslini“ di fornirgli le cure necessarie.

Si è concluso a notte fonda il trasporto sanitario urgente effettuato da un Falcon 50 dell’Aeronautica Militare che ha consentito ad una bambina di appena 2 giorni in imminente pericolo di vita, di ricevere le cure salva-vita di cui necessitava. Il velivolo militare da trasporto del 31°Stormo di Ciampino (RM) è decollato da Alghero ed è atterrato a Genova intorno alle ore 3:20.

A bordo dell’F 50 anche la mamma e un‘equipe medica che hanno assistito la bambina durante il volo per raggiungere il capoluogo ligure.  Un’autombulanza ha completato il trasferimento dall’aeroporto di Genova fino all’Ospedale “Gaslini”.

La richiesta di trasporto, come previsto dalle procedure d’urgenza, è pervenuta dalla Prefettura di Sassari alla Sala Situazioni di Vertice del Comando della Squadra Aerea, la sala operativa dell’Aeronautica Militare che ha tra i propri compiti anche quello di disporre e gestire questo tipo di missioni attraverso l’attivazione di uno dei velivoli che la Forza Armata tiene pronti 24 ore su 24, in varie basi, per questo genere di necessità.

Il trasporto d’urgenza effettuato nella notte dall’equipaggio del 31° Stormo di Ciampino dimostra che gli interventi dei velivoli dell’Aeronautica Militare a favore della collettività sono quotidiani, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, anche in condizioni meteorologiche complesse.  Oltre ai trasporti sanitari di urgenza che consentono di trasferire in tempi rapidissimi pazienti in condizioni critiche verso centri specialistici su tutto il territorio nazionale, l’Aeronautica Militare effettua anche trasporti di organi per trapianti, interventi di ricerca e soccorso aereo in caso di persone disperse o traumatizzate e concorre nei soccorsi in caso di pubbliche calamità, come avvenuto recentemente nelle zone alluvionate dell‘Emilia Romagna.

Dal 30 giugno al 15 ottobre 2023 | Palazzo Dosi Delfini | Piazza Vittorio Emanuele II - Rieti | In occasione dei Centenari Francescani, una mostra riunisce quaranta opere della grande artista sarda ispirate all’amore per il creato a cura di Sergio Risaliti e Eva Francioli.

Dal 30 giugno 2023 nelle sale di Palazzo Dosi Delfini a Rieti è aperta IL PANE DEL CIELO, mostra che raccoglie quaranta opere della grande artista Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) in occasione delle celebrazioni per i Centenari Francescani, 1223 - 2023.

Ideata da Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze, in collaborazione con l'Archivio Maria Lai e organizzata dall'Associazione Mus.e, la mostra, a cura di Sergio Risaliti e Eva Francioli, è stata commissionata dal Comitato Nazionale per l'Ottavo Centenario della Prima Rappresentazione del Presepe Greccio 2023, per rendere omaggio al "Poverello di Assisi" attraverso opere ispirate al creato e all'amore per l'altro, motivi ancestrali eppure di grande attualità, che illuminano la vita del santo e trovano una sensibile interpretazione nel lavoro dell'artista sarda.

"La mostra di Maria Lai, nella prestigiosa sede di Palazzo Dosi Delfini, cuore di Rieti, è la prima grande iniziativa espositiva di Greccio 2023, e ci porta dentro una riflessione sul "sacro contemporaneo", ispirato ai segni francescani così presenti in Valle Santa ma assolutamente universale. Il Pane del Cielo: il pane, se vogliamo, è questa Valle e la sua terra; il cielo invece è il nostro pianeta, è il dialogo di pace con tutti i popoli che lo abitano e si interrogano sul futuro". Lo precisa Paolo Dalla Sega, il manager culturale del Comitato Nazionale, Greccio 2023.

Artefice di una ricerca semplice e al contempo profondamente sperimentale, Maria Lai attinge a riti arcaici della sua terra, ai racconti e alla poesia dimessa del quotidiano, per dare corpo a un immaginario fantastico. Nelle sue opere, cariche di storie e di simboli, il divino e l'umano si fondono, rivelandosi con un linguaggio semplice e universale. Come gli insegnamenti di Francesco, le creazioni di Maria Lai sembrano interrogarci sul mistero dell'esistenza, guidandoci con infantile stupore tra le inesauribili meraviglie del mondo.

Il percorso affida a fragili creazioni in terracotta e pietre, stoffa e legno una funzione religiosa e sociale espressa in parole semplici. Poesie fatte di materiali poveri, opere che, come le parole del Cantico delle creature, abbracciano terra e cielo, uomo e natura, mistero e rivelazione, e ci fanno riflettere sulla forza dell'amore universale.

La mostra trae ispirazione dalla capacità dell'artista di rileggere in chiave contemporanea l'esempio di Francesco, ideatore della narrazione senza tempo del Presepe realizzato per celebrare la nascita di Gesù, la prima volta, nel Natale del 1223 in una grotta di Greccio. "Amo il presepe – diceva Maria Lai come esperienza di qualcosa che, più ne indago l'inesprimibile, più trovo verità, più divento infantile e ingenua, e più rinasco. (...) Amo il presepioperché ci raccoglie intorno alla speranza di un mondo nuovo".

Attraverso i suoi presepi, Maria Lai rinnova ogni volta quell'esperienza di avvicinamento al sacro, alla manifestazione di Dio tra noi: minuscole rappresentazioni capaci di riprodurre in un'unica superficie storia, sogni e utopie che resistono tra i popoli. Spesso frammentati e incompleti, chiamano in causa la precarietà della condizione contemporanea, e nello stesso tempo mettono in connessione la finitezza della terra e l'infinità del cielo.

In mostra anche L'offerta, un pane in terracotta, quel "corpo di Cristo" offerto a tutti noi come nutrimento spirituale.

L'interesse per la panificazione, metafora di arte e vita, attraversa l'intera produzione dell'artista, affascinata sin dall'infanzia dalla ritualità e dal mistero del "farsi da sé" dell'impasto. Parte di numerosi progetti espositivi, i pani di Maria Lai hanno negli anni trovato casa proprio nel territorio reatino, come nell'intervento di arte pubblica Olio al pane e alla terra il sogno (1999) realizzato per il Museo dell'Olio della Sabina nell'antico forno di Castelnuovo di Farfa. Il pane evoca la vicenda umana di Cristo e il mistero della transustanziazione dell'ultima cena, temi centrali della storia umana e religiosa di San Francesco, senza dimenticare anche quel rapporto con le umili cose, i valori antropologici e la loro connessione alla spiritualità, che caratterizzano l'opera della Lai.

Fondamentale nella produzione matura di Maria Lai è il ricorso al filo, al ricamo, all'arte del cucito, che emerge nelle Geografie, teli ricamati su cui si dispiegano imbastiture di complesse "mappe astrali" che, ricorda l'artista, "rispondevano all'esigenza di un rapporto con l'infinito, di una dilatazione e proiezione sulle lontananze".

Le carte geografiche di Lai ci invitano a compiere un viaggio oltre la contingenza, disegnando spazi immaginari, evocando mondi, costellazioni e armonie astrali. Le linee curve e quelle oblique conducono il nostro sguardo verso l'altrove, un vuoto che si carica di mistero e di magia: "Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di là di essa".

L'artista affida al ricamo anche la sua autobiografia, i suoi pensieri, i suoi aforismi, traducendoli in delicate scritture su stoffa, dove il linguaggio scritto si combina con l'immagine annullando le distanze tra poesia e arti visive. Riflessione su una pratica antichissima e legata alla figura femminile, il cucito appare un luogo di libertà, in grado di tradurre istanze universali e personali.

L'amore per il creato avvolge tutto il lavoro dell'artista per la quale l'opera è "oggetto di indagine scientifica, ma possibilità di contatto con l'universale (...) Il contatto deve essere però diretto e individuale: non come atto mentale, ma attraverso il corpo, la materia". Maria Lai osserva la vita in tutte le sue forme, dando voce alla sua varietà: le sue opere sono espressione di un amore puro e senza filtri nei confronti della natura e degli esseri viventi. "Io sono una bambina che gioca, una capretta ansiosa di precipizi. Ascolto il silenzio sospesa tra cielo e terra". La capretta, umile e caparbia, è una sorta di alter ego dell'artista, che con determinazione porta avanti la propria ricerca rivelando la forza generativa dell'arte, che sfida le convenzioni e celebra con linguaggio semplice la meraviglia della creazione.

"La mostra Maria Lai. Il pane del cielo ribadisce la centralità del Museo Novecento nel panorama artistico italiano dichiara Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze – rilanciando il suo ruolo di istituzione culturale impegnata nella realizzazione di progetti volti a valorizzare tanto le collezioni del Comune di Firenze, quanto gli artisti in esse presenti, attraverso mostre che valicano i confini della città metropolitana per aprirsi al territorio nazionale. La presente esposizione si colloca infatti nell'alveo dei progetti ideati negli ultimi anni, che hanno visto presentare un cospicuo numero di opere provenienti dalla raccolta Alberto Della Ragione. In questa occasione abbiamo concentrato l'attenzione sul lavoro di Maria Lai, una protagonista dell'arte italiana del XX e XXI secolo, una cui opera è di recente entrata a far parte delle collezioni novecentesche del Comune di Firenze. La sua ricerca, oggi nota ad un pubblico sempre crescente anche grazie all'infaticabile lavoro dell'Archivio Maria Lai, ci è sembrata la più adatta a reinterpretare in chiave contemporanea la spiritualità senza tempo di San Francesco d'Assisi, celebrata oggi grazie all'articolato e intenso lavoro del Comitato Nazionale Greccio 2023".

Maria Lai nasce nel settembre 1919 a Ulassai. Di salute cagionevole, viene affidata alle cure degli zii, con i quali vivrà fino all'età di nove anni, trascorrendo la propria infanzia a Cardedu. Dopo un breve soggiorno a Ulassai, si trasferisce a Cagliari, dove nel 1932 si iscriverà all'Istituto Magistrale, divenendo allieva dello scrittore Salvatore Cambosu, con il quale instaurerà un profondo e duraturo rapporto di amicizia. Dopo alcuni anni trascorsi Roma, dove si era trasferita nel 1939 per frequentare il Liceo Artistico – seguendo, tra le altre, le lezioni di Marino Mazzacurati – nel 1943 si sposta a Venezia, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti. Qui avviene il fondamentale incontro con lo scultore Arturo Martini, i cui insegnamenti influenzeranno radicalmente la sua ricerca successiva. Alla fine della guerra, dopo un viaggio rocambolesco, rientra in Sardegna, dove conosce lo scrittore Giuseppe Dessì. Tornata a Roma (1954), sul finire degli anni Cinquanta riscuote i primi importanti riconoscimenti, sanciti, tra l'altro, dalla mostra personale organizzata alla Galleria dell'Obelisco (1957). Negli anni Sessanta, segnati da una profonda crisi, inizia a sperimentare nuove tecniche e a lavorare con materiali diversi. Nascono così i Pani e i Telai, a cui si affiancheranno, dalla fine del decennio successivo, le Geografiee i Libri cuciti. Nel corso degli anni Settanta espone in diversi musei e gallerie, oltre che alla Biennale di Venezia (1978), e la sua ricerca inizia ad aprirsi a una dimensione ambientale (La casa cucita, Selargius, 1979). Nel 1981 realizza a Ulassai la celebre performance collettiva Legarsi alla montagna, spesso ricordata quale primo esempio di arte relazionale in Italia. Le sperimentazioni avviate negli anni Settanta vengono approfondite e sviluppate nel corso dei decenni successivi, durante i quali si intensificano anche le azioni teatrali e gli interventi sul territorio (La disfatta dei Varani, Camerino, 1983; L'albero del miele amaro, Siliqua, 1997). Lasciata definitivamente Roma per Cardedu nel 1993, continua a lavorare intensamente, firmando, tra gli altri, il progetto per il Museo dell'olio della Sabina a Castel Nuovo di Farfa (1999-2001). Insignita della Laurea Honoris Causa in Lettere presso l'Università degli Studi di Cagliari (2004) per "l'originalità della sua vasta produzione artistica, riconosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo", nel 2006 inaugura a Ulassai il Museo di Arte Contemporanea Stazione dell'arte, dove viene raccolto un cospicuo nucleo dei suoi lavori. Presente, con le proprie opere, in prestigiose istituzioni culturali, muore a Cardedu nel 2013.

Il monumentale leone rampante di Vezzoli installato permanentemente all’interno di Palazzo Vecchio, Firenze.

La PIETÀ (2021) di Francesco Vezzoli entra a far parte della collezione permanente del Comune di Firenze. L’imponente scultura raffigurante un monumentale leone rampante novecentesco installato su un basamento antico, intento a stritolare tra le fauci una testa romana del II secolo d.C, è stata collocata all’interno del terzo cortile, detto cortile nuovo, già previsto dal Vasari ed eseguito da Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti a conclusione dell'ampliamento verso via dei Gondi e via dei Leoni, ora cortile dell’anagrafe.  L’opera, già presentata in occasione della mostra Francesco Vezzoli in Florence (a cura di Cristiana Perrella e Sergio Risaliti, dal 2 ottobre 2021 al 2 febbraio 2022 in Piazza della Signoria e Studiolo di Francesco I – Palazzo Vecchio) rappresenta un pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti dell’artista, e intende mettere in dialogo arte contemporanea e patrimonio storico artistico della città. L’inaugurazione oggi alla presenza del sindaco Dario Nardella, della vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini, dell’artista. 

“Siamo felici che il leone sia tornato ed abbia trovato qui una nuova casa che lo protegge dopo la mostra dello scorso anno e siamo orgogliosi di questa nuova stagione della città che ha abbracciato la sfida del dialogo e a volte del conflitto tra il Rinascimento e la contemporaneità con tanti artisti che si sono misurati in questo, da Fabre a Koons a Penone e ora a Francesco Vezzoli. – ha detto il sindaco Dario Nardella -  Palazzo Vecchio è un simbolo per Firenze e luogo vivo e pulsante di lavoro, di civismo, di politica, incarnazione dell’identità della nostra città. Grazie a Francesco Vezzoli per questo dono che rimarrà con noi per sempre ad arricchire questo cortile, con una prospettiva straordinaria dal cortile del Verrocchio che, in un arco temporale di secoli, mette a confronto senza pregiudizi epoche e stili diversi”. 

“Da anni stiamo portando avanti sempre di più una forte vocazione al contemporaneo in dialogo con il passato e adesso andiamo avanti in questa direzione. – ha aggiunto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini - Questo cortile è sempre stato un luogo di passaggio, con questa opera monumentale acquista una sua identità ancora più marcata. Molti sono gli animali araldici che caratterizzano le città, il nostro Marzocco ci ricorda che il leone è simbolo del popolo fiorentino. Così la ‘Pietà’, che già avevamo potuto ammirare in piazza Signoria, adesso da qui ci ricorda la nostra storia e ci rimanda a forti suggestioni. Grazie a Vezzoli, che ha donato quest’opera, grazie a tutti gli uffici e a tutti coloro che hanno reso possibile questa installazione”. 

“Nel settembre 2021, Francesco Vezzoli, artista di fama mondiale, ha realizzato un’opera site specific per piazza Signoria, evocando la figura di un minaccioso leone, ispirandosi ad una serie di elementi iconografici e non solo che hanno caratterizzato la storia di Firenze” ha dichiarato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. “Un leone alzato sulle proprie zampe e in atteggiamento aggressivo installato su un basamento antico. Si tratta di una scultura di fattura moderna dal carattere rustico e alquanto impressionante nella sua posa. Una grande emozione adesso rivederlo installato all’interno di uno dei cortili di Palazzo Vecchio, in un contesto che storicamente e simbolicamente giustifica la sua presenza”.

Il leone, infatti, a Firenze è da sempre il Marzocco, assurto fin dai tempi della repubblica fiorentina instaurata nel 1115 ad elemento totemico in difesa della libertà comunale. Celebre è il Marzocco realizzato in pietra da Donatello la cui copia si staglia sull’arengario, mentre l’originale è conservato al Museo Nazionale del Bargello. Due leoni, come vigili sentinelle, si trovano poi a segnare la scalinata di accesso alla Loggia dei Lanzi: uno antico e l’altro una invenzione moderna. Altre sagome di leone poi decorano in alto la porta di accesso al Cortile di Michelozzo. mentre un leone dorato svetta assieme alla banderuola sulla vetta della Torre di Arnolfo e altri si impressionano nel cortile della Dogana all’interno ella Signoria e nella sala dei Gigli, dove il leone è elemento decorativo. Sappiamo poi dalle fonti che nel secondo cortile di Palazzo Vecchio si manteneva un serraglio di leoni, ben 24 feroci animali arrivati da lontano. Se il Marzocco come vuole la tradizione protegge tra le zampe il Giglio, simbolo della libertà fiorentina, il Leone di Vezzoli, stritola tra le fauci aperte una testa in marmo d’epoca romana, un frammento di civiltà perduta e una figura togata acefala.  La belva sembra aver staccato la testa del togato romano dal resto del corpo -qui per estensione quello dell’arte classica- che è scivolata a terra, sul piano del basamento. Dell’intero non resta che una parte, un frammento, come quelle statue distrutte dalla furia degli uomini o dal tempo. La bella testa marmorea di epoca romana, di spirito antiquariato - come quelle che tanto amavano collezionare i principi e i porporati nelle case e nei palazzi da Roma a Firenze, da Mantova a Milano in epoca rinascimentale- contrasta con la fattura un po' prosaica e ‘rozza’ del leone, che s’impenna con fare minaccioso nel centro della piazza. Quell’essere fiero qui si rivolta contro la civiltà passata, la storia delle immagini e dei monumenti classici, e superbamente ruggisce a dimostrare la sua potenza, una sovranità tanto fiera quanto irrazionale.   

Vezzoli negli ultimi anni si è cimentato con la scultura, giustapponendo parole antiche e moderne, accoppiando reperti classici di figure togate frammentate, e sovente acefale, a lemmi moderni, come le teste manichino ‘rubate ‘a De Chirico, restituendoci a questo modo nuove muse inquietanti.  Nell’operazione odierna, Vezzoli riserva, a sè stesso e all’artista contemporaneo, il compito di ricomporre i frammenti e esergo di una civiltà in ‘disgrazia’, di un’unità perduta. E a questo modo si permette di ricordarci che l’arte è sempre cosa mentale, e che il ready made è ormai cosa superata e che di questi sublimi assemblage, tra antico e moderno, se ne hanno testimonianze importanti nei tempi antichi. Si veda ad esempio il Ganimede di Benevenuto Cellini realizzato assemblando parti di una antica scultura a elementi moderni, realizzati dallo stesso Cellini. Ma Vezzoli riesce a fare un passo ulteriore rispetto a quella tradizione rinascimentale. Un passo ancora più sofisticato e provocatorio, in senso creativo e poetico. Piuttosto sulla scia di De Chirico e Savino, inventori di metamorfosi e collage misteriosi ed evocativi, che su quella dei restauratori rinascimentali. Perché nel suo caso il fine non è l’integrazione per una ristabilita leggibilità della frase figurativa originaria, rispondendo alle esigenze di armonia formale e concettuale, risultante dalla perfetta ricostruzione dell’intero a partire dal frammento come nel caso citato del Ganimede. Vezzoli combina i lemmi figurativi in modo da ottenere un ibrido che spiazza e sconcerta, appunto un collage linguistico che vive in un mondo diverso da quello della tradizione pur rigenerandone le forme. Un mondo surreale e metafisico ad un tempo, che nasce dalla giustapposizione di archeologia e fantasia, di memoria e invenzione, che sottende in questa occasione e in questo luogo una volontà di critica all’attacco che la cultura artistica occidentale e classica in particolare sta subendo da parte di movimenti ideologici al limite del fanatismo.  L’opera, il Leone, questa volta difende da una minaccia culturale, da una minacciosa e aggressiva onda ideologica, che sta mettendo a soqquadro la storia delle immagini e dei contesti originali.  Perché la libertà si fonda e tramette anche sul potere misterioso, poetico e trascendentale delle immagini.  

Al Royal International Air Tattoo l’Aeronautica Militare porta numerosi assetti, incluso l'HH-139 del 15° Stormo che per la prima volta effettuerà una dimostrazione di missione ricerca e salvataggio fuori dai confini nazionali.

L'Aeronautica Militare partecipa all’edizione di quest’anno del Royal International Air Tattoo (Fairford, Regno Unito, 14-16 luglio) con una massiccia presenza di velivoli ed elicotteri, nell'ambito delle celebrazioni per i Cento anni dalla sua istituzione come forza armata autonoma, il 28 marzo 1923.

Il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Gen. S. A. Luca Goretti ha dichiarato: "L’importante partecipazione dell’Aeronautica Militare al Royal International Air Tattoo 2023 è sia l'occasione per celebrare i suoi primi 100 anni di storia – anche nell’ambito di una delle più prestigiose manifestazioni aeree al mondo –, sia una grande opportunità per sottolineare la proficua collaborazione tra Italia e Regno Unito: due grandi Paesi, tra i pochi al mondo, dotati di Forze Aeree ultracentenarie e tra le più avanzate nel panorama internazionale”.

L'area tematica denominata ITAF100, allestita dall'organizzazione di RIAT, ospita alcuni degli assetti chiave dell'Aeronautica Militare, tra cui: G-550 CAEW, P-72, C-130J, U-208, Tornado, AMX e C-27J. La presenza del KC-767A – che fa della Forza Armata una delle poche al mondo con capacità di rifornimento in volo –, e dell'HH-101 – elicottero in grado di essere rifornito in volo e quindi di essere maggiormente proiettabile ed efficace nei contesti operativi –, rientrano anche nell’ambito delle celebrazioni che RIAT dedica ai 100 anni dal primo rifornimento aria-aria. ITAF100 comprende anche aerei che hanno fatto parte della storia dell'Aeronautica Militare, messi a disposizione da privati. Tra questi il De Havilland Vampire FB.52 e il FIAT G.46.

AM soccorso elicottero gen2021

Tra le esibizioni in volo, il 15° Stormo eseguirà, per la prima volta fuori dai confini nazionali, la demo di una missione di ricerca e soccorso (SAR – Search And Rescue) con un elicottero HH-139. È invece un ritorno quello del Reparto Sperimentale di Volo, con i display di Eurofighter Typhoon e T-346A. Proprio il team Reparto Sperimentale di Volo l’anno scorso è stato premiato dall’organizzazione di RIAT con il "The Sir Douglas Bader Trophy" per la migliore prestazione solista del C-27J.

L'Aeronautica Militare e la Royal Air Force britannica hanno una collaborazione di lungo corso che è stata recentemente rafforzata con la firma, lo scorso maggio, di un accordo che prevede l’addestramento (Fase IV) di allievi piloti (Student Pilot) e piloti istruttori (Instructor Pilot) presso l’International Flight Training School (IFTS) di Decimomannu (CA). L'IFTS è riconosciuta a livello internazionale come centro di eccellenza e punto di riferimento nell'addestramento avanzato dei piloti destinati a caccia di 4a e 5a generazione e si avvale dell'esperienza e della tradizione dell'Aeronautica Militare e delle capacità tecnologiche italiane, rappresentate dal syllabus del sistema di addestramento integrato basato sul T-346A.

Dopo le diverse esposizioni nella Contemporanea Galleria d'Arte di Foggia e Bari, curata da Giuseppe Benvenuto, e dopo i successi ottenuti nelle varie mostre predette, che hanno letteralmente fatto esplodere l'interessamento all'arte moderna vissuta dal vivo e con chi la produce, dal 13 luglio al 24 settembre 2023, Palazzo Reale presenta una mostra monografica di Omar Galliani, grande maestro del disegno. Opere monumentali, lavori recentissimi e inediti, pezzi storici esposti nelle Biennali internazionali, per un viaggio emozionante attraverso i grandi temi della vita e dell’uomo.

L'INGRESSO È LIBERO E GRATUITO. NON È RICHIESTA LA PRENOTAZIONE.

fonte: palazzorealemilano.it

L’esposizione Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani.

Il titolo della mostra – Diacronica – è mutuato dalla linguistica e si riferisce allo studio delle lingue nel loro sviluppo storico. Il sottotitolo – Il tempo sospeso – allude alla resistenza del fare dell’artista, che in un mondo sempre più digitalizzato e smaterializzato, sostiene la bellezza della fisicità dell’opera d’arte.

Il percorso espositivo, sviluppato al piano nobile di Palazzo Reale, comprende oltre 100 opere, dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Un excursus attraverso i lavori di Galliani presentati nelle Biennali di Venezia, Parigi, San Paolo, Praga, Tokyo, Pechino, nell’ambito di mostre museali, con l’aggiunta di una selezione di inediti, realizzati appositamente per l’esposizione milanese.

A fare da guida, all’interno di un itinerario non cronologico, che consentirà tuttavia al visitatore di seguire il divenire delle opere nel tempo, saranno principalmente suggestioni tematiche ed emotive, capaci di nutrire il pensiero e la fantasia dell’artista: Universo simbolico, Universo mitico, Universo psicologico, Universo erotico, Universo scientifico, Universo paesistico.

L’immagine guida dell’esposizione è De rerum natura (2020), una grande tavola che trae il titolo dal poema di Tito Lucrezio Caro. L’opera raffigura una giovane donna e un colibrì, simbolo di congiunzione tra cielo e terra, tra mondo fisico e spirituale.

Orario
Da martedì a domenica ore 12:00 -19:30
Giovedì chiusura alle 22:30.
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Martedì 15 agosto ore 12:00-19:30
Lunedì chiuso.

 

 

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Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 945

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 1025

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 901

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 777

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 995

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 780

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 799

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 912

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 738

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

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