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Intervento congiunto tra un HH139B del 82° Centro Sar di Trapani e personale del CNSAS Sicilia.

Si è concluso nel pomeriggio di ieri, un intervento di soccorso aereo effettuato da un elicottero HH-139B dell’82° Centro SAR (Search and Rescue – Ricerca e Soccorso) dell’Aeronautica Militare di stanza sulla base di Trapani. L’elicottero è intervenuto per recuperare e soccorrere un uomo di 44 anni con gravi traumi.

L’uomo si era ferito gravemente a seguito di una caduta dagli scogli presso Cala Rossa, sull’Isola di Favignana.

Il Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (Ferrara), su richiesta del CNSAS Sicilia, ha immediatamente disposto l’intervento di uno dei mezzi aerei in prontezza in quel momento e adeguato al tipo emergenza, ovvero un elicottero del soccorso aereo.

Raggiunta Cala Rossa, un aerosoccorritore e i due tecnici del CNSAS hanno recuperato il ferito dopo averlo assicurato ad una barella. Il 44enne è stato poi trasportato all’ospedale di Sant’ Antonio Abate di Trapani.

L’intervento si è concluso alle 16.40 con il ritorno presso l’aeroporto militare di Trapani dove l’elicottero ha ripreso il servizio di prontezza operativa.

Il 15° Stormo dell’Aeronautica Militare garantisce, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, senza soluzione di continuità, la ricerca ed il soccorso degli equipaggi di volo in difficoltà, concorrendo, inoltre, ad attività di pubblica utilità quali la ricerca di dispersi in mare o in montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di pazienti in imminente pericolo di vita ed il soccorso di traumatizzati gravi, operando anche in condizioni meteorologiche estreme.

Dalla sua costituzione ad oggi, gli equipaggi del 15° Stormo hanno salvato più di 7500 persone in pericolo di vita. Dal 2018 il Reparto ha acquisito la capacità AIB (Antincendio Boschivo) contribuendo alla prevenzione e la lotta agli incendi su tutto il territorio nazionale nell’ambito del dispositivo interforze messo in campo dalla Difesa.

Durante la visita del Direttivo Nazionale dell'ArcheoClub Italia alla stampa son stati mostrati alcuni degli ipogei risalenti al 480 a.C che sono in fase di recupero e verranno trasformati in itinerari escursionistici.

“Grazie alla Convenzione con il Libero Consorzio di Agrigento e a una grande intuizione di Giovanni Alletto, già Direttore del Giardino Botanico – ha affermato Angela Roberto, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Agrigento – si porteranno avanti iniziative sociali, didattiche e culturali per fare fruire al meglio questo luogo straordinario che oltre ad avere un interesse unico a livello naturalistico, vegetale, floristico, ha anche un grande interesse archeologico. Nascerà un giardino – teatro, un progetto unico che porterà eventi al fine di attrarre e attirare i turisti. Il patrimonio prettamente geologico del Giardino Botanico di Agrigento è unico al Mondo, poi ci sono gli ipogei che fanno parte di Agrigento sotterranea. Ipogei che risalgono al 480 a.C. , quando subito dopo la battaglia di Himera furono portati gli schiavi in gran parte mercenari cartaginesi e furono fatti questi ipogei che convogliavano le acque fino alla Fontana di Bonamorone. Archeoclub D’Italia ha due Guide Naturalistiche certificate, riconosciute. Queste guide accompagneranno i turisti in escursione, dando loro l’opportunità di conoscere il patrimonio del Giardino Botanico di Agrigento”.

Angela Roberto (Presidente Archeoclub D’Italia): “Si stanno recuperando gli ipogei all'interno del Giardino Botanico. Sono siti costruiti a partire dal 480 a.C. che in alcuni casi saranno itinerari escursionistici per Agrigento 2025”.

Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia) : “E’ un momento davvero bello per l’archeologia italiana. Importanti le notizie giunte da Paestum . Che in occasione di Agrigento 2025, si possa riuscire a far rientrare in Italia il patrimonio archeologico, almeno in parte e culturale, italiano che è nei musei sparsi per il Mondo”.

Inoltre, è stata l'occasione per dar visibilità all’importanza del Giardino Botanico.

“Il Giardino Botanico si estende in 7 ettari. Una struttura davvero importante che può essere utilizzata dal punto di vista botanico – ha affermato Giovanni Alletto, già Direttore del Giardino Botanico di Agrigento - avendo ben 300.000 piante, dal punto di vista ludico, dal punto di vista archeologico. C’è ad esempio anche l’interessante area coltivata con agrumi e mi preme sottolineare che all’interno del Giardino Botanico di Agrigento viene praticata un’agricoltura biologica, dunque senza fitofarmaci. Siamo dinanzi ad una grande sfida per la città ma direi per la Sicilia!”.

“Il Giardino Botanico tornerà Teatro – Giardino in occasione di Agrigento 2025 e verrà riavviato il Teatro Classico rientrando così nel circuito con Taormina e Siracusa. Stiamo per completare i lavori di risanamento del costone dove avremo ben 700 posti per la realizzazione del Teatro naturale. La scenografia non sarà solo il Parco ma anche l’alto costone che si presta al mito, alla storia, all’archeologia e alla mitologia delle divinità e delle Ninfe proprio perché ci sono ipogei, nascondimenti e luoghi che potranno essere utilizzati per il teatro”. Lo ha annunciato Achille Contino, Dirigente Settore Turismo e Giardino Botanico della Provincia di Agrigento, accogliendo la stampa al Giardino Botanico, proprio per una passeggiata geo – archeologica in grado di illustrare nel migliore dei modi il progetto.

In conclusione da Agrigento lanciamo un appello chiaro: si riporti in Italia il patrimonio culturale, archeologico e non archeologico, italiano, che si trova nei musei sparsi per il mondo. Stiamo vivendo un periodo di grande fermento per la cultura ma soprattutto per il patrimonio archeologico e per l’archeologia Italiana. In queste ore arrivano grandi notizie, ad esempio da Paestum – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia - dalla Campania dove sono stati portati alla luce centinaia di ex voto. Questa è la strada giusta ma anche Agrigento Capitale della Cultura 2025 deve rappresentare il grande slancio e non solo per la Sicilia. In giro per il mondo ci sono statue, reperti, testimonianze archeologiche e culturali che in realtà sono parte della storia legata al nostro patrimonio culturale ma non sono in Italia. Ad esempio gli argenti di Paternò sono a Berlino e l’epigrafe della Iulia Florentina, scoperta nel 1730 a Catania, si trova al Louvre di Parigi. Cerchiamo di riportare in Italia tutto questo patrimonio culturale, in occasione di Agrigento 2025!”

Artmosphere” , la seconda edizione  targata Rossocinabro, a cura di Cristina Madini, con opere recenti di 43 artisti internazionali.

INGRESSO LIBERO, senza prenotazione.

La mostra è visitabile dal 21 aprile 2023 al 12 maggio 2023, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11:00 alle 17:00.

Sono quasi tutte tele sia di grandi che di piccole dimensioni, fotografie,  qualche piccola scultura e degli oggetti di design veramente particolari. Un’immersione nelle opere emotivamente coinvolgente e suggestiva, realizzata solo attraverso una consapevole ricerca artistica ed estetica. L’arte contemporanea è raffinata, è colta e non elitaria, è capace di giocare e stupire. E’ tradizione e innovazione, un lusso accessibile. E’ memoria, ironia, etica e tecnica. Uno specchio del futuro.

Opere di:

Kimberly Adamis (USA), Regina Affonso (Portugal), Elaine Ashburn (USA), Brian Avadka Colez (USA), Teresa Bellini (Italia), Antonella Caponio (Italia), André Colinet (Belgium), Alessio Costantini (Italia), Nathanael Cox (USA), Begoña Cubero Marcos (Spain), Durlindana (Italia), John Dobson (Australia), Durlindana (Italia), Johanna Elbe (Sweden), Ulf Enhörning (Sweden), Maria Evseeva (Russia/Spain), GusColors (USA), Cosme Herrera (USA), Chantal Hulshoff (The Netherlands), Carina Evelina Johnsrud (Sweden), Corina Karstenberg (The Netherlands), Monika Katterwe (Germany), Giorgi Kavelashvili (Georgia), Bulgan Khatanbaatar (Germany), Rebeccah Klodt (USA), Kirsten Kohrt (Germany), Chikara Komura (Japan), Gil Lachapelle (France), Simi Larisch (Germany), Megan Lee (The Netherlands), Fiona Livingstone (Australia), Jean Charles Neufcour (France), Pawel Opalinski (Poland), Yuri Okada (Japan), Sal Ponce Enrile (Philippines), Théodora Sebestyén - ArtByTheo (Hungary), Sou (Japan), Luana Stebule (UK), Christophe Szkudlarek (France), Taka & Megu (Japan), Josefina Temin (México), Nadia Turato (Italia), Janusz Tworek (Poland).

Il lavoro di ciascuno sarà presentato all’interno del sito di Rossocinabro in uno spazio proprio, permettendo così, pur all’interno del contesto unitario della mostra, di mantenere le specificità delle rispettive ricerche.

Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
www.rossocinabro.com

indicazioni stradali
Metro A fermata Repubblica
Metro B fermata Castro Pretorio

 

Dall'1 aprile 2023 al 6 gennaio 2024, a Volterra in mostra "I tesori dell'alabastro", Never Say Die, al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena in Piazza San Giovanni.

Dopo il successo dello scorso anno, si riapre a Volterra il percorso espositivo I TESORI DELL’ALABASTRO di Nico Löpez Bruchi a cura di Nicolas Ballario.

Nuove opere in esposizione, nuovi “tesori” da scoprire grazie all’allestimento di un’aggiuntiva estensione espositiva. Un’avventura per tutte le età, adattaa anche alle famiglie.
Vivere lavorando l’alabastro è uno stile di vita che in pochi nel mondo hanno potuto vedere e sperimentare. A Volterra ci sono riusciti, lo hanno esportato nel mondo, valorizzandolo, facendo splendere la sua trasparente corposità venata, scolpendolo nelle più differenti forme. Parlare d’alabastro oggi, significa dunque raccontare una storia che si sta evolvendo, che sta continuando, che ha avuto periodi di difficoltà, ma che non ha mai cessato di esistere, sviluppandosi in nuove vie.

"I Tesori dell'alabastro" non è una celebrazione ma un evento emozionale, che racconta il passato, scopre il presente e prospetta il futuro di questa pietra e della sua lavorazione - spiega Roberto Pepi presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra - per esprimere queste visioni ci siamo affidati alla capacità e all'inventiva di Nico Löpez Bruchi, che ha creato un vero e proprio percorso esperienziale nel mondo dell'alabastro".

“Lavorando a questo progetto – dice Nico Löpez Bruchi, curatore della mostra - sono tornato un bambino, quel bambino che esplorava le botteghe dell’alabastro dalle finestre, senza mai entrare; quei rumori, quei macchinari, tutta quella polvere, mi incuriosivano e affascinavano.
Ricordo – continua Nico Löpez Bruchi - che era usanza chiedere gli scarti di pietra agli alabastrai per scrivere in terra, sulla strada, creando porte per giocare a pallone, disegnando le caselle del gioco della “Campana”. Io ho iniziato la mia carriera da graffitista così, scrivendo sui muri con dell'alabastro. Sono passati molti anni da quei momenti scalfiti nella memoria, ma mai ho smesso di sentire questa pietra come significativa compagna di vita. Ho deciso di raccontare la mia avventura, condivisa da buona parte dei cittadini volterrani, ampliata all’evoluzione del mondo della lavorazione dell’alabastro contemporaneo, sotto forma di caccia al tesoro, un po’ con gli occhi e l’entusiasmo di un bambino, un po’ con lo sguardo e la sensibilità di un uomo, ormai adulto, che ha sempre approfondito il legame con questa arte e questa città”.
L’esposizione temporanea “I Tesori dell’alabastro” sarà allestita presso il Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena di Volterra, dal 1° APRILE 2023 al 6 GENNAIO 2024, e sarà costruita come un percorso nella storia, ma con un’apertura totale verso il futuro. Il sottotitolo “Never say die”.

I tesori dell'alabastro 02Volterra2023 2024 ph OperaLab

[foto: Opera Laboratori]

(Mai dire morte) è lo slogan di Goonies (che tradotto significa appunto “scarti”), un CULT dove si svolgono le avventure di un gruppo di giovani amici che, per lottare contro il destino delle loro famiglie, si mettono alla ricerca del tesoro di Willy l’Orbo, un leggendario Pirata. Quella che si genera è un'avventura nel mondo dell’alabastro: i fruitori della mostra riceveranno una mappa del tesoro con due percorsi, uno interno al centro espositivo e uno esterno, venendo così guidati verso la scoperta del passato, presente e futuro dei ‘tesori dell’alabastro’. Un viaggio con tanti sentieri alternativi, nell’evoluzione secolare di questa tradizione artistica e culturale che è sempre rimasta un punto fermo per la città di Volterra.

Nella sezione interna del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena – conclude Nico Löpez Bruchi - ho immaginato un contrasto netto tra la lucentezza dell’alabastro e l’oscurità dell’allestimento. Vi è una stanza del tesoro, rappresentato da una raccolta di lavori di alcuni dei più ingegnosi alabastrai cittadini, che contiene pezzi del passato e del presente e che crea meraviglia nell’apparire. Gli spettatori saranno accolti in un piccolo cinema da un cortometraggio introduttvo che li aiuterà a calarsi nel giusto spirito d’avventura, necessario per visitare questo percorso espositivo e partire alla scoperta delle botteghe degli artigiani.

Esattamente come nel film “Jurassic Park” di Steven Spielberg, dove prima della visita al parco, i protagonisti dell’avventura partecipano al video introduttivo che ne racconta la storia.”

La mostra di Nico Löpez Bruchi curata con Nicolas Ballario è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e dalla Parrocchia della Cattedrale di Volterra con l’organizzazione di Opera Laboratori.
L’esposizione temporanea rientra all’interno del progetto Anima di Volterra che, inaugurato nel 2021, si presenta al visitatore come un percorso di valorizzazione del cuore della Città, la Piazza San Giovanni dove si affacciano i tre luoghi simbolo della spiritualità volterrana: la Cattedrale, il Battistero e l’Antico Ospedale Santa Maria Maddalena.

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La notte tra sabato 8 e domenica 9 Aprile nella Chiesa Madre di Centuripe, durante la messa “In Resurrezione Domini”, come ogni anno, da secoli, cade la Tiledda (telero quaresimale) e svela il simulacro di Cristo risorto.

La caduta della “Tiledda” è l’ultimo suggestivo evento dei riti della Settimana Santa di Centuripe, riti che hanno inizio con l’esposizione dei Sepolcri in diverse chiese del paese, con la processione dei simulacri dell’Ecce Homo, del Cristo alla colonna e di Maria Addolorata durante il Giovedì Santo, e con quella del Cristo nel “tambuletto” (bara in legno dorato e vetro) e di Maria Addolorata il Venerdì Santo accompagnate da tutte le confraternite religiose del paese e dalla banda musicale che esegue marche funebri della tradizione centuripina.

“La Tiledda” che resta esposta ogni anno per tutti i 40 giorni, è un antico telero di seta dipinta, alto sette metri e largo tredici di colore blu, completato alla fine dell’ottocento dal pittore centuripino Giacomo Di Lorenzo, e realizzata cucendo tra loro dodici strisce di tessuto, raffigurante al suo centro la deposizione di Cristo, mentre ai lati è ricca di rappresentazioni simboliche. La sua funzione è quella di nascondere l’altare maggiore dall’inizio della quaresima fino al Sabato Santo, quando, durante la celebrazione della Santa Messa, viene lasciata cadere per scoprire la statua del Cristo Risorto.

Per il secondo anno consecutivo i balconi del centro storico sono abbelliti da striscioni coloratissimi che altro non sono che delle trasposizioni di opere d’arte di artisti provenienti da tutto il mondo che dialogano con la Tiledda di Centuripe reinterpretandola in modo personale e con linguaggi contemporanei. Di enorme stimolo è il confronto che si viene a creare fra il linguaggio visivo dell'opera antica e le tecniche moderne che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro raro nel suo genere.

La Mostra “OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023” che resterà visibile fino al 4 luglio 2023,  è organizzata dal Comune di Centuripe con il contributo generoso dell’Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Sicilia ed è curata da Silvio Cattani  in collaborazione con KN Academy, ospita quest’anno, oltre ai 19 artisti  della passata edizione  (Giorgio Antinori, Silvio Cattani, Paolo Fraternali, Margareta Langer, Anna Lorenzetti, Mauro Lovi, Roberta Lozzi, Bruno Marcucci, Leonardo Nobili, Udo Rein, Antonio Sammartano, Francesca Scalisi, Angela Trapani ed Andrey Volkov altri due artisti italiani come Giuseppe Provenzano e Francesco Bruscia  e 5 artisti di nazionalità cinese come  Li Zhanyang, Shen Gubo, Mao Yanyang, Gong Miko, Wang Yitong.

“Il tema delle pitture è un omaggio libero di questi artisti alla Tiledda che rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità”, Dice Silvio Cattani, curatore della mostra “Essa, attraverso il tempo, con il suo ammaliante potere elargisce, commozione, pietà, emozione e rispetto per una pratica religiosa che ancora oggi ci appare stupefacente. Per gli uomini dell'età barocca stupire era un imperativo ineludibile, certo, ma nella Tiledda c'è qualcosa di più poiché la fascinazione travalica lo sguardo e il rimando alla Fede è palpabile. Così molto stimolante è il confronto fra il linguaggio visivo di quell'opera antica e nuovi modi e le ultime tecniche che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro unico nel suo genere che è la Tiledda di Centuripe”.

Per diversi mesi il centro storico sarà quindi una bellissima vetrina dove i 21 striscioni di 4 x 1,2 m si potranno ammirare nei balconi adiacenti alla chiesa dell’Immacolata Concezione (Chiesa Madre) in via Garibaldi, in via Umberto e in Piazza Sciacca.

Per l’Assessore Andrea Messina: “sostenere il progetto OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023  è in linea con l’Assessorato che ho l’onore di rappresentare,  l'Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica è infatti  autorizzato a concedere contributi per iniziative di carattere sociale, economico e culturale svolte dagli enti locali nel territorio regionale, anche in collaborazione con associazioni, comitati legalmente riconosciuti, fondazioni nonché altri enti di diritto privato senza scopo di lucro, finalizzate a valorizzare le tradizioni locali, a rafforzare la coesione sociale e lo sviluppo dell'economia locale.  Ben vengano quindi iniziative come questa che legano riti religiosi antichi con progetti che mirano a valorizzare i territori e dare un impulso al turismo e all’economia ad esso connesso”.

Anche quest’anno come per la prima edizione della mostra gli artisti presenti doneranno il proprio lavoro al Comune di Centuripe che sta acquisendo così un pregevole patrimonio d'arte per il futuro centro d’arte contemporanea comunale.

La caduta della “tiledda” è un evento che mi ha sempre affascinato” dice il Sindaco di Centuripe Salvatore La Spina, “non solo per il rito che si svolge la notte di Pasqua, ma anche per l’opera è un’immensa tela di seta che viene esposta una volta l’anno durante il periodo quaresimale, e che ricopre l’altare maggiore della Chiesa Madre da secoli. Quale miglior modo per valorizzare un rito così antico e ricco di fascino se non con un dialogo e una reinterpretazione in chiave contemporanea da parte di artisti provenienti da tutto il mondo, mi auguro quindi che tale progetto possa continuare anche in futuro”.

La presentazione della mostra si è tenuta martedì 4 aprile presso il salone Parrocchiale della Chiesa Madre  alla presenza di Don Pietro Scardilli, Parroco della Chiesa Madre; di  Salvatore Giuffrida, Commissario del Governo; di Salvatore La Spina, Sindaco di Centuripe; di Giuseppe Ingaglio, storico dell’arte e dell’artista Gong Miko in concomitanza con altri due eventi: la presentazione del restauro dell’Ecce Homo, opera del XVIII secolo restituita al suo antico splendore grazie ai restauratori Antonio Gulisano e Gaetano Caruso; alla sorveglianza di Paolo Russo della Soprintendenza di Enna; di Graziano Pittalà, Priore della Confraternita del Purgatorio e ad una raccolta fondi lanciata dal Sindaco di Centuripe e la presentazione del volume della prima edizione della mostra realizzato grazie al contributo dell’Assessorato Reginale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana.

Il 28 marzo 2023, l'Aeronautica Militare ha raggiunto un traguardo prestigioso: 100 anni dalla sua fondazione.

Nell'anno del Centenario, sono in programma numerosi eventi per celebrare quest’importante traguardo e, tra questi, l’AeroSpace Power Conference rappresenterà un momento cruciale, un'occasione esclusiva per condividere ed affrontare temi sul potere aerospaziale insieme ai più stimati professionisti di settore nel panorama internazionale. L'evento si svolgerà presso il centro congressi "La Nuvola di Fuksas" a Roma, il 12-13 maggio 2023, ed accoglierà oltre 1500 partecipanti da tutto il mondo, militari e civili, provenienti da organizzazioni governative, accademiche, commerciali ed industriali.

Il titolo della conferenza sintetizza chiaramente il suo obiettivo in un “fil rouge” tra passato, presente e futuro: " La terza dimensione oltre il 2023: rimodellando lo spazio e il tempo 100 anni di rilevanza dirompente e senza confini del Potere Aerospaziale".

La Conferenza sarà inoltre arricchita da un’esposizione aerospaziale ideata per offrire agli espositori ed ai visitatori opportunità di apprendimento e condivisione senza precedenti.

a cura di “Prodotti a base vegetale” e “Unione Italiana Food”.

  • Gli italiani che consumano abitualmente prodotti a base vegetale sono 22 milioni e il consumo è in continua ascesa. 2 italiani su 3 (64,3%) li portano in tavola almeno una volta al mese (e 1 su 4 almeno una volta a settimana) e il 25% di chi ancora non li consuma dice che lo farà in futuro.
  • Il 75,5% di chi li conosce sa esattamente di cosa sono fatti (e il dato sfiora l’80% tra i consumatori abituali). Un dato che indica ottima consapevolezza considerata la “giovane età” dei prodotti a base vegetale. Solo il 3,2% degli Italiani non sa cosa siano.
  • Il merito è anche delle etichette che per i consumatori sono chiare ed esplicite (80,9%), facili da leggere e comprensibili (78,3%), veritiere e non fuorvianti (79,6%). Insomma, chi li acquista sa perfettamente che cosa sono e che cosa sta mangiando.
  • Per i consumatori sono buoni e gustosi (71,3%), digeribili (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) e per il pianeta (70,3%), fatti sulla base di ingredienti di origine naturale (70,3%) e di alta qualità (70%).
  • Lucilla Titta, IEO: “I plant-based nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi. Sono prodotti totalmente differenti dalla carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”), tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto”

Sono “il prodotto del momento”. Oltre 1 italiano su 2 li acquista con regolarità (il 25% di chi non li ha mai provati dichiara che lo farà[1]) e registrano, ogni anno, tassi di crescita continua (nel 2022, +2,8% a volume[2]). Sono i prodotti a base vegetale. Ma chi li consuma, li conosce davvero? Ha ben chiare le loro caratteristiche? Il 75,5% di chi già conosce questi prodotti (numero molto elevato di per sé, ancor di più se si considera la “giovane età” di questi prodotti) sa esattamente di cosa sono fatti i plant-based (con punte dell’80% tra i consumatori abituali e nelle fasce d’età più adulta) e solo l’1,4% dichiara di non saperlo (il restante 23,1% dimostra di avere una conoscenza parziale di questi prodotti). Il merito? E’ anche di etichette chiare, comprensibili e veritiere, a cui 9 consumatori abituali su 10 (8 su 10 per i consumatori in generale) prestano particolare attenzione, dimostrando di sapere esattamente quello che mangiano. È questa la foto scattata da un’indagine[3] AstraRicerche e Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food (la più grande Associazione di rappresentanza diretta di categorie merceologiche nel settore alimentare in Italia e in Europa), che ha messo a confronto 1.200 persone tra conoscitori di prodotti a base vegetale, consumatori (abituali e saltuari) e non consumatori, per capire quanto gli italiani sanno dei plant-based e quali pregiudizi, invece, aleggiano ancora.

Partiamo dai numeri: nel 2022, a fronte di un aumento complessivo delle confezioni vendute pari a quasi a 3 punti percentuali, spiccano gli incrementi a volume a 2 cifre di burger e piatti pronti (gastronomia & salumi + 11,7%); il +2,6% messo a segno da gelati e dessert e la tenuta delle bevande vegetali (+0,4%)[4].

Una crescita in linea con quel 16% di italiani che dichiara di voler aumentare l’acquisto di questi prodotti. “I plant-based sono entrati nelle scelte alimentari di moltissime famiglie in Italia”, spiega Salvatore Castiglione, Presidente Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food.Oggi sono oltre 22 milioni i consumatori che li hanno provati e poi inseriti regolarmente nella propria dieta. Una scelta forte e indiscutibilmente consapevole. La ricerca lo conferma: chi li acquista sa bene cosa sono i plant-based e cosa sta mangiando”.

CONSUMATORI SEMPRE PIÙ ATTENTI E INFORMATI A TAVOLA: È CHIARA LA CONOSCENZA DEI PLANT-BASED

Fra gli italiani che conoscono i plant-based, 2 su 3 li consuma abitualmente e 1 su 4 li ha introdotti nel proprio regime alimentare su base settimanale. Solo 2 su 10 non li hanno mai consumati. Tra chi li conosce è alto il livello di consapevolezza sulla composizione di questi prodotti, grazie in primis al fatto che il 79,3% legge le etichette (percentuale che sale fino al 92% presso i consumatori più fedeli). Per i consumatori di plant-based, le etichette risultano ‘esplicite e chiare’ per l’80,9%; ‘facili da leggere e comprensibili’ per il 78,3%; ‘veritiere e non fuorvianti’ per il 79,6%. Solo il 6% considera le attuali denominazioni dei prodotti a base vegetali poco chiare.

Chi li conosce li ritiene buoni e gustosi (71,3%), digeribili (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) e per il Pianeta (70,3%), fatti sulla base di ingredienti di origine naturale (70,3%) e di alta qualità (70%). Spingono il consumo di questi prodotti l’esigenza di variare l’alimentazione quotidiana (41,8%, percentuale che sale tra gli over 55) e la voglia di ridurre il consumo di proteine animali (32,2%). E a chi pensa che i plant-based siano una “moda passeggera”, oltre 7 su 10 rispondono che non è così, perché ormai consolidati nelle abitudini alimentari degli italiani, mentre solo un esiguo 7% li reputa un fenomeno destinato a “sgonfiarsi”. “Questi prodotti - spiega il Presidente Castiglione - sono figli del nostro tempo. E, come tutti i prodotti ‘di successo’, rispondono a un’esigenza, dichiarata e percepita, del consumatore. Il loro mercato è cresciuto negli ultimi anni ed è destinato a crescere ancora per una ragione molto semplice: i plant-based incontrano e appagano le richieste di tanti consumatori. Non dimentichiamo che prodotti come le polpette di melanzane, le panelle di ceci o il latte di mandorle (solo per citarne alcuni) fanno parte da sempre della nostra cultura culinaria. Il mondo delle aziende ha risposto in questi anni a una richiesta crescente del consumatore, lavorando per portare sulle tavole prodotti buoni, di qualità, semplici da preparare e gustare, in linea con la nostra Dieta Mediterranea. Ecco il segreto del loro successo”.

SALUTARI E SOSTENIBILI: I PRINCIPALI PLUS DEGLI ALIMENTI VEG

L’82,7% degli intervistati che conoscono i plant-based ne evidenzia i pregi in termini di “salute”, perché permettono di variare la dieta, perché realizzati con ingredienti di origine naturale e perché consentono di mangiare maggiori quantità di vegetali. Anche sulla sostenibilità dei plant-based quasi 8 conoscitori su 10 (77,5%) sono concordi. Restano dubbi solo tra un 15,6% che pensa erroneamente che questi prodotti siano realizzati consumando molta acqua e producendo ingenti quantità di anidride carbonica. “È una credenza errata: numerosi studi hanno dimostrato che i prodotti vegetali hanno un ridotto impatto ambientale”, conferma Ludovica Principato, Professoressa Aggregata in Gestione Sostenibile di impresa, Università Roma Tre. “Il cibo che consumiamo ha un impatto diretto sul Pianeta e sull’uso delle sue risorse naturali: in Italia, l’adozione diffusa di una dieta  ‘flexitariana’, più ricca di alimenti di origine vegetale (come verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all’attuale regime alimentare seguito nel nostro Paese: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15.000 campi di calcio, anziché 20.000; l’acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600 mila piscine olimpioniche[5] ”.

 

BURGER VEGETALI VS. CARNE SINTETICA: I CONSUMATORI RICONOSCONO LE DIFFERENZE

Solo il 4,7% degli intervistati non ha mai sentito parlare dei burger vegetali, divenuti ormai uno dei prodotti “iconici” del comparto. E solo 1 persona su 10 (13,6%) tra chi conosce i burger vegetali e la carne sintetica nutre ancora l’errata convinzione che questi prodotti possano essere la stessa cosa. Per un esiguo 6% sarebbero addirittura ‘realizzati in laboratorio’. Tutti pregiudizi da sfatare. “Plant-based e carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”) sono due prodotti totalmente differenti, tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto. Chi la pensa diversamente ha un’errata convinzione che va sfatata. I plant-based nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi. La novità di questi prodotti risiede nel modo in cui questi ingredienti vengono usati per creare qualcosa che prima non esisteva e che i consumatori hanno dimostrato apprezzare”, dichiara Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia-IEO di Milano. “I prodotti a base vegetale vanno considerati come ‘alleati’ che possono aiutarci ad integrare le porzioni di cereali, legumi, frutta e verdura e a mantenere una dieta equilibrata”, conclude la dottoressa Titta.

BEVANDE VEGETALI: 1 ITALIANO SU 2 OGGI NON CI RINUNCIA

9 italiani su 10 conoscono le bevande a base vegetale e tra questi almeno 1 su 2 le consuma abitualmente (50,4%). Le scelgono soprattutto a colazione (65,8%) e merenda (25,7%). I motivi del loro successo sono legati alla dieta (41,7%), ma anche alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e alla curiosità (35%). “A tavola c’è posto per tutti - conclude Castiglione - e le bevande a base vegetale si presentano come una “scelta in più”, oltre che una necessità per chi non può assumere certi alimenti (come latte o yogurt). I plant-based sono oggi offerti in moltissime categorie merceologiche (bevande, ma anche burger, polpette, cotolette, prodotti al cucchiaio, gelati, dessert, salse, condimenti, etc.), ad alto contenuto di servizio, aiutano a portare in tavola uno degli ingredienti - i vegetali - alla base della dieta mediterranea, considerata nel mondo lo stile di vita più sano e salutare”.

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[1] Dati survey BVA-Doxa/Unione Italiana Food 2022

[2] Elaborazione Unione Italiana Food su dati Circana 2022

[3] “Gli Italiani e i prodotti a base vegetale”. La ricerca è stata condotta da AstraRicerche su un campione nazionale rappresentativo della popolazione (18-70 anni). Sono state realizzate 1.200 interviste online, con metodologia CAWI, nel periodo dal 4 al 12 marzo 2023.

[4]  Elaborazione Unione Italiana Food su dati Circana 2022

[5] Dati/stime https://planetbaseddiets.panda.org/impacts-action-calculator/italy.

Le risorse, provenienti dal PNRR e gestite dalla BEI, contribuiranno a rafforzare i Piani Urbani Integrati delle 14 Città Metropolitane. Circa il 40% delle risorse verrà dedicato al Mezzogiorno. Il Fondo sarà operativo tramite gli intermediari finanziari Equiter, con il Gruppo Intesa Sanpaolo, e Banca Finint, in collaborazione con Finint Investments SGR e con Sinloc S.p.A.

Rafforzare i Piani Urbani Integrati delle 14 Città Metropolitane, sostenendo progetti dei privati volti a valorizzare la rigenerazione urbana sostenibile e la rivitalizzazione economica. Questo è l’obiettivo principale del Fondo tematico da 272 milioni lanciato dal Ministero dell’Interno e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).

La BEI convoglierà le risorse, provenienti dal PNRR e disponibili grazie ad un accordo fra la BEI ed il  Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), attraverso gli intermediari finanziari Equiter, in collaborazione con il Gruppo Intesa Sanpaolo, e Banca Finint, in collaborazione con Finint Investments SGR e con Sinloc S.p.A., selezionati a seguito di un avviso pubblico di invito a manifestare interesse. Equiter, con il Gruppo Intesa Sanpaolo, gestirà risorse fino a 163,2 milioni di euro, mentre Banca Finint, con Sinloc S.p.A., avrà a disposizione un importo fino a 108,8milioni di euro.

Il Fondo tematico per i Piani Integrati Urbani contribuirà ad attrarre investimenti privati e a combinarli con le risorse del PNRR, con l’obiettivo di finanziare progetti volti a promuovere, la rigenerazione urbana sostenibile, l’inclusione sociale, l’efficienza energetica e l’innovazione digitale.

Nel dettaglio, gli interventi previsti contribuiranno al rinnovamento, valorizzazione e riconversione di aree o edifici dismessi, con l’obiettivo, tra l’altro, di migliorarne l’efficienza energetica. Inoltre, sono anche previsti investimenti volti a promuovere la mobilità sostenibile e digitale, nonché la riqualificazione di spazi urbani e la loro sicurezza, con importanti ricadute per lo sviluppo del tessuto economico e imprenditoriale del Paese.

Le risorse, di cui il 40% dedicate al Mezzogiorno, verranno distribuite dagli intermediari finanziari sotto forma di prestiti, prodotti equity e/o quasi-equity, sulla base di una valutazione dei progetti, e potranno sostenere le esigenze di capitale circolante e costi di investimento delle imprese.

La BEI, la banca dell’Unione Europea, con questo Fondo tematico sostiene nell’ambito del PNRR investimenti a lungo termine volti a promuovere la rigenerazione urbana sostenibile, funzionale ed inclusiva.” ha commentato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente BEI.

“Una iniziativa con risorse pubbliche e private con l’obiettivo di sostenere ulteriori progetti di riqualificazione urbana nelle Città metropolitane, per migliorare la convivenza, l’inclusione e la qualità della vita dei residenti,” ha dichiarato il Prefetto Claudio Sgaraglia, Capo del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno.

Siamo molto soddisfatti di essere stati selezionati dalla BEI in qualità di advisor del Fondo Piani Urbani Integrati, attività che svolgeremo insieme al nostro partner Intesa Sanpaolo”, ha dichiarato Carla Patrizia Ferrari, A.D. di Equiter, “Tali risorse rappresentano per le Città Metropolitane un’opportunità strategica per la rigenerazione urbana e per lo sviluppo di progetti coerenti con le tematiche di sostenibilità ambientale e coesione sociale, nel rispetto dei requisiti dettati dall’Unione Europea.

Fabio Innocenzi, Amministratore Delegato del Gruppo Banca Finint, ha commentato “Banca Finint e Finint SGR, forti dell’esperienza e della collaborazione di Sinloc SpA, saranno promotori attivi del progetto per realizzare le finalità del fondo tematico dei piani urbani integrati. Si tratta di obiettivi prioritari per il nostro Gruppo in quanto la rigenerazione urbana, l’eco-sostenibilità e l’inclusione sociale contribuiscono alla rivitalizzazione dell’economia dei territori combattendone una vulnerabilità aggravata dall’emergenza della pandemia da COVID-19.

Nelle giornate tra il 15 e il 19 marzo u.s., oltre 1.800 finanzieri hanno eseguito, con la collaborazione dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, su tutto il territorio nazionale, un piano coordinato di interventi a contrasto del gioco illegale ed irregolare.

Sono stati controllati 1.000 esercizi commerciali dislocati in tutte le province d’Italia, riscontrando oltre 400 violazioni amministrative e penali, con la contestazione di sanzioni per circa 2,6 milioni di euro.

Nel corso delle attività sono stati sottoposti a sequestro 148 apparecchi manomessi o non collegati alla rete telematica, in taluni casi all’interno di punti di gioco completamente abusivi, scoperti 8 centri clandestini di raccolta delle scommesse e denunciati 66 soggetti all’Autorità giudiziaria.

I Reparti del Corpo e gli Uffici dell’Agenzia stanno ora sviluppando le risultanze dei controlli per quantificare la base imponibile sottratta a tassazione sia ai fini delle imposte dirette che della normativa di settore (PREU e imposta unica sulle scommesse).

Contestualmente, i finanzieri hanno eseguito controlli sul corretto adempimento degli obblighi previsti dalla disciplina antiriciclaggio nei confronti di 63 distributori e degli esercenti di gioco, nell’ambito dei quali sono state analizzate quasi 8.000 operazioni.

Sono ancora in corso i necessari approfondimenti sulla rilevante mole di operazioni oggetto di controllo ai fini antiriciclaggio.

Una particolare attenzione è stata riservata, come di consueto, alla tutela delle fasce più deboli, privilegiando i controlli nei luoghi e negli orari a maggior rischio di gioco minorile. Nel corso del piano, sono stati sanzionati 6 locali, ubicati in diverse Regioni, per l’inosservanza delle vigenti disposizioni in materia.

Il comparto del gioco pubblico, in considerazione delle significative prospettive di guadagno offerte, si conferma uno dei settori di maggiore interesse per la criminalità economica. Da ciò discende il costante impegno da parte della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli a presidio della legalità e a salvaguardia degli attori della filiera regolare e dei giocatori.

Sabato 25 marzo 2023, dalle ore 15 alle 18, a Firenze, a tourismA 2023, si svolgerà il convegno “Nel nome di Ippocrate. Il viaggio della medicina tra archeologia, storia e scienza”.

Un evento di grande interesse, dedicato alla medicina nella storia, alle grandi patologie che nel corso del tempo l'uomo ha dovuto fronteggiare, alle cure, alla ricerca, in un rapporto tra archeologia, arti e scienze mediche per affermare la centralità del metodo scientifico.

L’evento è promosso da Mudimed, cui parteciperà come moderatore il prof. Giuliano Volpe, Archeologo e coordinatore del Comitato scientifico di Mudimed, oggi docente presso l’Università di Bari e già Rettore presso quella di Foggia.

Il convegno vedrà la partecipazione di grandi scienziati, ricercatori e divulgatori, come  Mario Tozzi e Antonella Viola, rispettivamente geologo e immunologa di fama, un antropologo del livello di Giorgio Manzi, una storica della medicina di grande qualità come Maria Conforti, il direttore del Museo del 900 Luca Molinari e Gianluca Ansalone, responsabile delle relazioni istituzionali di Novartis Italia, che ha promosso Mudimed, il primo museo digitale della medicina che a Firenze presenteremo.

L’invito è aperto a tutti, per un viaggio nella storia e nell'archeologia della medicina.

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