a cura di Angelo Riccardi.
«In attesa dell’ennesima proroga del Governo, non possiamo restare indifferenti alle ultime vicende che riguardano gli LSU: da una parte i tifosi della curva con i loro beniamini in giacca e cravatta (di legno) a festeggiare l’assunzione degli ulteriori 15 lavoratori gridando: “Certo potevano farlo altri, potevano farlo prima, potevano farlo con il contributo dello Stato centrale. Ma non è accaduto. È accaduto oggi!”; dall’altra parte coloro che definiscono miserabili tali festeggiamenti, visto il contributo istituzionale ricevuto da chi aveva organizzato la festa per le nuove assunzioni.
E poi c’è chi, nonostante il sostegno di 9 anni e con oltre 480 SI ai provvedimenti della legislatura Riccardi, in maniera imbarazzante rinnega il proprio passato, facendo finta di non ricordare di aver fatto parte di quella maggioranza che, a suo dire, non avrebbe fatto nulla per gli LSU. Ma la cosa più comica è che con un fare tronfio, tipico di chi non ha capito nulla, e dopo aver fatto stare senza il misero assegno per ben 4 mesi i lavoratori socialmente utili, ha comunicato all’intero Consiglio, come se stesse annunciando la fine della guerra in Ucraina, l’arrivo dei soldi per il pagamento. È riuscito a diventare assessore dopo uno tirocinio in Consiglio lungo 9 anni, eppure non si è reso conto che la precedente amministrazione si assumeva una grande responsabilità facendo atti di prosecuzione provvisoria per l’utilizzo della platea LSU nelle more della sottoscrizione della convenzione tra il Ministero del Lavoro e Regione Puglia.
Prima di entrare nel merito delle ultime vicende mi corre l’obbligo fornire alcuni chiarimenti, poiché non vorrei che tra qualche giornalista smemorato da una parte e la scarsa attenzione a quello che succede nella realtà dall’altra, qualcuno si convincesse che la sceneggiata a cui abbiamo assistito possa passare inosservata.
Innanzitutto, giova ricordare che la legge 160/2019 (legge di bilancio 2020), pubblicata sulla G.U. n. 304 del 30 dicembre 2019 all’art. 1, commi 495 e 497, ha consentito l’assunzione degli LSU, con contratti a tempo parziale, in deroga al piano del fabbisogno di personale e ai vincoli delle assunzioni, in qualità di lavoratori sovrannumerari alla dotazione organica e a totale carico dello Stato. Prima non era possibile assumere i lavoratori, se non con gli strumenti e i limiti delle norme vigenti. L’urlo così si comprende, visto che si continua a fare propaganda, nonostante la campagna elettorale sia finita da un pezzo. Evidentemente qualcuno ha la preoccupazione che forse sarà l’unica cosa in grado di fare, grazie all’impegno altrui.
Ma la cosa più patetica di questa sceneggiata manfredoniana è il vedere intorno al tavolo tutti i protagonisti della politica manfredoniana, pronti a dare il loro contributo (a chiacchiere morte), visto che per due anni, sì due anni, solo alcuni fuori dal tavolo si battevano per far comprendere a tutti che i trettrè turisti di Palazzo San Domenico si ostinavano vergognosamente a sostenere tesi incomprensibili pur di non stabilizzare i lavoratori, anche davanti a norme mai state così chiare. Dall’altra gli stessi protagonisti del tavolo non si sono mai preoccupati di richiamare al loro dovere istituzionale i commissari, né si sono preoccupati all’epoca di metterli allo stesso tavolo con il Prefetto per chiudere questa vicenda ultradecennale, invece di fungere comodamente da “zerbini” agli uomini mandati dal Governo a fare il proprio dovere.
Il tema è delicato e viene da molto lontano anno 1995, tuttavia, nonostante non ci fossero incentivi e norme derogatorie, le amministrazioni del passato hanno comunque proceduto alla stabilizzazione di diversi LSU con appalti di servizi comunali e attraverso società terze, così come prevedevano le norme dell’epoca.
Vediamo cos’è accaduto nei tempi più recenti:
- con delibera di Giunta Comunale n. 61 del 29.03.2019 previste 13 (LSU) stabilizzazioni con accordo sottoscritto dall’allora sindaco Riccardi con il Prefetto di Foggia;
● con delibera della Commissione Straordinaria n. 26 del 10.12.2019 si modificava la precedente previsione passando a soli 4 (LSU) unità da stabilizzare;
● la Legge n. 160/2019 (G.U. n. 304 del 30 dicembre 2019) articolo 1, commi 495 e 497 consentiva l’assunzione dell’intera platea dei lavoratori LSU entro il 31 dicembre 2020;
● con delibera della Commissione Straordinaria n. 78 del 15.07.2020 confermata con la n. 162 del 09.11.2020, solo dopo l’ostinazione delle parti sindacali dei lavoratori interessati la Commissione ha proceduto ad un'altra modifica ripristinando quello che aveva previsto giustamente la Giunta Riccardi;
● con delibera della Commissione Straordinaria n. 167 del 24.11.2020 con oggetto: “LSU ricognizione del personale sul portale mobilità”, viene avviata la stabilizzazioni di ulteriori 15 (LSU) unità;
● con determina n. 1704/2020 del 30.12.2020 vengono assunti a tempo indeterminato e parziale 13 LSU. Anche in questo caso con la solita faccia tosta i commissari non solo non colgono l’occasione di procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori, ma si prendono il merito di una stabilizzazione decisa dalla precedente Giunta, senza rendersi conto, in buona compagnia degli stessi uffici comunali, che nel frattempo le leggi sono cambiate e i 13 (LSU) stabilizzati, essendo stati assunti entro il 31 dicembre 2020, potevano gravare finanziariamente a totale carico della Stato fino al pensionamento e non soltanto, com'è accaduto, per i successivi 4 anni. Ciucci e presuntuosi. Un anno perso inutilmente e ostinatamente a modificare precedenti atti per dimostrare la tesi solita e nota: dimostrare che gli atti precedenti erano sbagliati (ma su questo tema tornerò presto con un lungo lavoro, per dimostrare quali danni ha procurato il periodo commissariale);
● Legge n. 178/2020 (GU n. 322 del 30 dicembre 2020 - Suppl. Ordinario n. 46) articolo 1, comma 295 proroga fino al 31 marzo 2021;
● Decreto Legge n. 44/2021 (GU Serie Generale n. 79 del 01 aprile 2021) articolo 8, comma 1 e 2 proroga al 30 maggio 2021;
● Legge n. 76/2021 di conversione Decreto Legge n. 44/2021 (GU n. 128 del 31 maggio 2021) articolo 8, comma 1 e 2 proroga al 31 luglio 2021
Tutti gli ultimi provvedimenti legislativi sono stati continuamente ignorati dalla Commissione Straordinaria.
Con l’arrivo della nuova amministrazione, a seguito del tavolo istituzionale, così definito da qualcuno, con un emendamento alla precedente norma con il Testo Coordinato del Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 228 (GU n.49 del 28 febbraio 2022 - Suppl. Ordinario n. (?), con i commi 26, 26-bis, si ottiene grazie al deputato pugliese Bordo la proroga fino al 31 marzo 2022
L’emendamento salutato come salvifico, nella realtà si dimostra inutile, se non a rivendicare il merito di aver consentito alla nuova amministrazione di poter procedere alla stabilizzazione delle 15 (LSU) unità lasciate in sospeso dalla Commissione Straordinaria, per le quelli erano già stati predisposti gli adempimenti di legge e le coperture finanziarie previste dal DPCM del 28 dicembre 2020.
Ma a questo proposito c’è da chiedersi come si può pensare che in un paese asfittico come l’Italia, con la sua burocrazia disarmante, pretendere che si possa procedere alla stabilizzazione in circa 30 giorni. Evidentemente si vive sulla luna, o peggio ci si adopera senza sapere per cosa: “una roba” incredibile!
Da una parte i burocrati comunali si ostinano a produrre carte, dal mio punto di vista inutili, e richieste per le ulteriori stabilizzazioni tra cui quella alla COSFEL (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali), senza comprendere che la stessa commissione già con Decisione n. 177 del 20 gennaio 2021 ha AUTORIZZATO l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori di cui agli artt. 1 c. 495 e 497 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 per tutti gli Enti locali interessati e sottoposti al controllo della COSFEL.
Dall’altra, l’intesa sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante riparto delle risorse finanziare destinate ad incentivare, fra l’altro, le assunzioni a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, di progetti di lavori socialmente, che prevede la copertura finanziaria per la stabilizzazione di 100 LSU di Manfredonia, arriva solo il 30 marzo 2022, con repertorio atti n. 48/CU, ed ad oggi non ancora pubblicata, quindi senza aver prodotto alcun effetto.
Il tempo su questa vicenda ha giocato la sua parte. Una politica miope e chiacchierona ha relegato molti di questi lavoratori al ruolo di fantasmi, certo con i dovuti distinguo, visto che alcuni di loro non meriterebbero alcuna considerazione. Tra gli ultimi cento, alcuni aspirano all’incentivo all’esodo, altri non hanno i requisiti per la stabilizzazione. Ne resteranno poco più di 60, che forse andranno a popolare il gruppo di lavoratori a 12 ore del Comune di Manfredonia, all’incirca a 500,00 euro al mese. Questa è la vera miseria umana di questa vicenda.
Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. (Sandro Pertini).»
nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.
«Foggia non è in guerra. Eppure c’è chi pensa che si possa trasformare un plesso scolastico in abitazioni per l’emergenza abitativa. Dopo le strutture sportive e le Circoscrizioni siamo giunti alle scuole. Portando così a termine quel disegno amministrativo che da vent’anni sta condannando al degrado la nostra Città.
Negli ultimi due decenni sono stati spesi per l’emergenza abitativa oltre 50 milioni di euro, in locazione per fortunati imprenditori-proprietari, container pagati a peso d’oro ed imprese edili chiamate a realizzare i necessari “adeguamenti funzionali” per le strutture.
Soluzioni di emergenza e di fortuna che non hanno mai fornito una risposta definitiva al problema. Perché se il problema venisse risolto, finirebbero gli affari per qualcuno. Dunque l’emergenza è servita – e continua a servire – a chi intende lucrare sullo stato di bisogno della povera gente (non tutta povera, a dire il vero, ma è un altro tema).
Ci si illudeva che dei Commissari chiamati per “bonificare” la macchina comunale interrompessero determinate pratiche.
Purtroppo ci siamo illusi.
Foggia è oggi chiamata a sacrificare il futuro dei suoi figli sull’altare dell’emergenza abitativa, che non può dirsi emergenza se è lì da oltre vent’anni.
L’offerta formativa destinata ai nostri bambini ed i loro spazi di socialità barattati con la trasformazione di quei luoghi in alloggi popolari.
Anche a voler essere buoni e generosi, non è possibile non definire letteralmente vergognoso l’ultimo capolavoro partorito dalla Commissione Straordinaria alla guida del Comune di Foggia. Un capolavoro di pressapochismo politico, di totale assenza di visione strategica e di incapacità di affrontare in modo serio i problemi della Città.
I nostri Commissari Straordinari, inviati dal Viminale dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, prima hanno provato a trasformare una parte della Scuola “Moscati” in appartamenti di fortuna per l’emergenza abitativa, completando il “mandato Landella”. Poi, dopo la protesta delle famiglie e della dirigente scolastica, hanno fatto marcia indietro, ma solo per prendere la rincorsa ed alzare il tiro.
Abbiamo letto comunicati di giubilo per la buona notizia, che però, come detto, ha prodotto un’idea ancora peggiore della precedente. Con buona pace dell’esaltazione della dirigente scolastica Antonella Lo Surdo, che si è prodigata in infiniti ringraziamenti per il pericolo scampato, probabilmente affetta dalla “sindrome di Nimby”, perché evidentemente trasformare in appartamenti spazi dedicati alla didattica va bene solo se i locali non sono quelli della propria scuola.
Ed infatti la Commissione Straordinaria adesso ha deciso di ricavare alloggi popolari all’interno della scuola comunale dell’infanzia “Sorelle Agazzi”, di cui ha recentemente – ed in modo scellerato – disposto la chiusura insieme a tutte le altre sette scuole dell’infanzia comunali e all’asilo nido “Tommy Onofri”.
Una decisione scriteriata, senza capo né coda. Perché mentre in ogni Città d’Italia si sta investendo nelle scuole dell’infanzia potenziandone l’offerta, come chiede il Governo, partecipando ai bandi del PNRR dedicati alla formazione dei nostri figli, a Foggia quei luoghi di formazione, crescita e didattica vengono trasformati in case popolari, in assoluta continuità con lo sciagurato disegno di degrado urbano dell’Amministrazione di centrodestra e dell’ex Sindaco Franco Landella.
Una vergogna, politica e amministrativa, che grida vendetta. E che denota soprattutto un’assoluta ignoranza rispetto alle soluzioni che esistono per dare risposte ai bisogni delle famiglie dell’ex Distretto e della palazzina di via San Severo, dichiarate a rischio crollo imminente dai Vigili del Fuoco.
Per farlo sarebbe sufficiente studiare gli atti amministrativi con serietà. E dare attuazione agli Accordi di Programma vigenti. Mi riferisco a quegli Accordi di Programma che riguardano “Coop Casa” e “Meridiana”. Nel primo caso gli alloggi da cedere al Comune per far fronte all’emergenza abitativa sono 30, nel secondo caso – in condizione di immediata disponibilità – sono 8. Numeri assolutamente in grado di venire incontro alle esigenze dei 14 nuclei familiari dell’ex Distretto e dei 10 nuclei familiari di via San Severo.
I nostri Commissari conoscono questi atti? Sono a conoscenza degli impegni legati a questi Accordi di Programma? La convenzione urbanistica con il Consorzio “Coop Casa”, ad esempio, è stata attualizzata il 5 luglio 2020. I Commissari, al momento del loro insediamento, si sono preoccupati di informarsi circa il rispetto degli obblighi assunti dal Consorzio nei confronti dell’Ente, sollecitandolo a realizzare rapidamente i 30 alloggi da cedere al Comune?
Con ogni probabilità non l’hanno fatto. Altrimenti adesso saremmo nella condizione di risolvere le emergenze dell’ex Distretto e di via San Severo senza pensare di trasformare le scuole dell’infanzia in appartamenti.
Un disastro che va evitato. E contro il quale la Città ha il dovere di battersi. Adesso più che mai serve una mobilitazione popolare per impedire che si consumi questo scempio.
Soprattutto che si compia nel silenzio complice della politica e di tutti i partiti, preoccupati, penso alla Lega, solo per le “assunzioni” o completamente distratti, come quella parte del Movimento 5 Stelle che dopo aver fatto da “stampella” a Franco Landella, nella sua “diramazione romana” ha brigato perché Foggia venisse condannata alla “morte civile” attraverso il Commissariamento.
Dove sono i loquaci difensori dei diritti della nostra Città che siedono tra i banchi del Parlamento? Dove sono i censori a mezzo stampa capaci di intervenire su tutto ma, nello stesso tempo, di essere affetti da cronico mutismo quando si tratta di prendere posizione contro la Commissione Straordinaria?
Il tema dell’emergenza abitativa può e deve essere ricondotto, nell’ambito territoriale, all’assessorato regionale al Welfare e non all’interno di “politiche abitative” che non dovrebbero affatto operare attraverso strumenti emergenziali per superare vincoli urbanistici. In un paese normale – che non è in emergenza, né per guerre né catastrofi naturali – le scuole non possono e non debbono essere adibite ad abitazioni.
L’assessore regionale al Welfare, pur in assenza di competenze specifiche, è d’accordo – sul piano politico – con questa “soluzione” ideata dalla Commissione Straordinaria e dalla Regione?
Foggia ha bisogno di affrancarsi da questo teatrino ultraventennale, di riappropriarsi del suo presente e del suo futuro anche in questa materia, consegnando finalmente al passato quella logica delle “varianti” che distrutto il nostro tessuto urbano, rendendolo sempre più invivibile.
Foggia ha il dovere di fermare queste scelte di una Commissione cieca e sorda ad ogni suggerimento e indisponibile ad ogni confronto. Ciascuno di noi ha il dovere di proteggere le nostre scuole, che in una Città malata di illegalità sono il primo e più importante vaccino per i nostri figli.
Foggia deve fermare il suo degrado urbano, la formazione di nuovi ghetti, come è accaduto, ad esempio, per l’ex Onpi.
Perché il degrado urbano rappresenta il migliore “campo di addestramento” per la criminalità organizzata, diventando il teatro e la fucina formativa ideale per le nuove leve di cui la mafia si alimenta.
Io, come sempre, sono disponibile a fare la mia parte in prima linea. E spero che vogliano esserlo anche i foggiani. Insieme. Prima che sia troppo tardi.
Se così non dovesse essere e la Città restasse dormiente rispetto a quest’ultimo scempio, allora significherebbe per davvero che Foggia ha avuto e continuerà ad avere la classe dirigente che si merita. Una classe dirigente che ha fatto precipitare la Città nel degrado materiale e morale più assoluto.
Salvo poi lamentarsi ed inveire in modo sterile ed inutile contro i personaggi che pure solo qualche anno fa sono stati sostenuti e premiati con una valanga di voti e preferenze.
Questo è il momento in cui è fondamentale ed essenziale una vera partecipazione attiva. Occorre mobilitarsi per fermare questa forma di smantellamento degli ultimi cardini di civiltà della nostra Città.
Sbagliare è umano. Perseverare, nel silenzio e nell’inerzia, sarebbe diabolici».
a cura di Angelo Riccardi.
“Alla fine di febbraio, quando la Russia ha iniziato l’invasione dell'Ucraina, il mondo dell'energia è entrato in allerta, preparandosi a gravi perturbazioni dei mercati energetici che rimangono fortemente dipendenti dal petrolio e dal gas russi. Il fallback è stato rapido, provocando una volatilità senza precedenti che si è riverberata in tutto il mondo.
Dentro questo quadro di forte incertezza è tornato alla ribalta il mega deposito Energas di Manfredonia che, come accade nella migliore tradizione italiana, viene artatamente rilanciato come strategicamente necessario nell’attuale scenario di crisi energetica del nostro Paese.
È di questi giorni la notizia, non verificata, di un’imminente autorizzazione alla realizzazione del mega impianto da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con molta probabilità pezzi della politica di governo di questo Paese vogliono cogliere l’ennesima occasione di difficoltà per favorire un’operazione imprenditoriale, inutile e dannosa per la nostra comunità.
L'opera conta un parco serbatoi tumulati per complessivi 60.000 mc di GPL, con un periodo di realizzazione di diversi anni e con un periodo di attività di almeno 30/50 anni, che quindi va ben oltre il 2050, ovvero non è conforme agli obiettivi climatici italiani ed europei.
Qual è la provenienza del GPL da stoccare e distribuire? Visto il ruolo che la Russia svolge in questo settore.
Per quanto riguarda la collocazione, mi aspetterei fosse nelle vicinanze della fonte, ovvero di una raffineria di petrolio e non, come sta invece accadendo a Manfredonia, di un’area più volte rappresentata come collocata all’interno di contesti di tutela e sottoposti a vincoli di natura ambientali, già oggetto di procedure di sanzioni da parte dell’Unione Europea
Non c'è dubbio che si tratti di una infrastruttura molto grande e pericolosa, soprattutto per rischio incendio di vasta portata. Il GPL ha densità superiore a quella dell'aria per cui non si disperde nell'atmosfera; in caso di fuoriuscite accidentali tende a concentrarsi ristagnando al suolo e nelle cavità, causando situazioni di accumulo molto pericolose (rischio incendio e asfissia). Un esempio lampante è il tragico incidente ferroviario di Viareggio del 2009.
Senza considerare che sul nostro territorio la collocazione di questo mega impianto è prevista a pochi km dall’aeroporto militare di Amendola, che contribuisce alla difesa aerea nazionale con i velivoli F-35A assegnati al 13° Gruppo Volo e il servizio di NATO QRA (Quick Reaction Alert) a difesa dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica che renderebbe la base obbiettivo militare in caso di conflitto.
Oggi si tende a posizionare depositi di questo tipo su piattaforme galleggianti in alto-mare e non certamente dove Energas ha pensato di collocarlo ormai due decenni fa.
In questo contesto è utile ricordare che la Russia, secondo produttore mondiale di gas naturale e terzo di petrolio, minacciava di limitare le esportazioni di energia. Seppur sta continuando ad inviare gas naturale attraverso la sua infrastruttura di gasdotti, l’Europa, attanagliata dal rischio di un'interruzione del flusso e di una compressione dell'offerta, si è mossa immediatamente alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. A seguito della sospensione da parte della Germania del progetto da 11 miliardi di dollari del gasdotto Nord Stream 2 del Mar Baltico, che doveva raddoppiare il flusso di gas russo verso la nazione tedesca, l'Unione Europea (UE) ha emesso una tabella di marcia urgente per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi entro il 2030.
Nell'ambito delle sanzioni per paralizzare l'abilità economica della Russia, i 27 paesi membri dell'Unione europea (UE), durante la prima settimana di marzo, hanno presentato piani per ridurre di due terzi la propria dipendenza dal gas russo già quest'anno e rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi "ben prima del 2030". Il piano delinea anche una serie di misure per rispondere all'aumento dei prezzi dell'energia e ricostituire le scorte di gas europee per il prossimo inverno.
L'iniziativa di azione europea congiunta, "REPowerEU", propone di tenere sotto controllo i prezzi dell'energia al dettaglio attraverso la regolamentazione dei prezzi, le misure di aiuto di Stato e le azioni di mercato, che potrebbero comportare riforme della progettazione del mercato elettrico e del programma di scambio di quote di emissione. L'ambiziosa iniziativa cercherà nel frattempo di presentare con urgenza una proposta legislativa per lo stoccaggio minimo di gas e stabilire un obiettivo di deposito del 90% entro il 1 ottobre, designando lo stoccaggio di gas come "infrastruttura critica" e consentendo incentivi per il riempimento.
A lungo termine, REPowerEU incoraggerà più pannelli solari sui tetti, pompe di calore, risparmio energetico ed elettrificazione. Cercherà inoltre di accelerare le autorizzazioni per le rinnovabili, oltre a diversificare le forniture di gas. Infine, raddoppierà le ambizioni di costruire la sua economia dell'idrogeno, sviluppando infrastrutture, strutture di stoccaggio e porti per sostituire la domanda di gas russo con altri 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato e 5 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile domestico. Notevoli sono anche le ambizioni di produrre 35 miliardi di metri cubi (Bcm) all'anno di biometano entro il 2030 da rifiuti e residui agricoli.
Seppur non espressamente richiamato nella mozione approvata, il Consiglio Comunale di Manfredonia monotematico tenutosi lo scorso 17 marzo è stato convocato per la preoccupazione che il conflitto in corso tra Ucraina e Russia possa indurre il Governo a propendere per l’istallazione del deposito Energas sul territorio sipontino. Tale timore è stato più volte espresso durante la seduta.
A tal proposito è utile evidenziare come, proprio a seguito del conflitto tra Ucraina e Russia e come spiegato precedentemente, sia emersa in maniera palese la dipendenza energetica dell’Italia dal gas estero. Per liberarsi da questo giogo economico occorrerebbe puntare la maggior parte degli sforzi sulle energie rinnovabili, portando avanti con ancora più determinazione il lavoro fatto dalla Regione Puglia negli ultimi decenni. Gli ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili sono tutti ampiamente superabili e l’Italia, svincolandosi dalle fonti fossili, potrebbe raggiungere presto la sovranità energetica. Se ci fossimo concentrati sulle fonti pulite ottenendo lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW), oggi avremmo potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, con una riduzione delle importazioni di gas dalla Russia del 70%.
Un dato importante che ci deve far riflettere sul fatto che il deposito di GPL proposto da Energas nel territorio di Manfredonia rappresenta un modello del passato e che ora dobbiamo necessariamente guardare al futuro per il bene dell’ambiente, ma anche per l’attuazione di una indipendenza energetica sul piano nazionale”.
Di seguito la Lettera Aperta della sezione del Partito Democratico di Lucera, indirizzata al Segretario Nazionale del Partito Democratico, ENRICO LETTA, al Segretario Regionale per la Puglia del Partito Democratico, MARCO LACARRA, al Commissario ad acta per il Congresso Regionale della Puglia, FRANCESCO BOCCIA, alla Segretaria Provinciale di Foggia del Partito Democratico, LIA AZZARONE.
"Siamo un gruppo di militanti, iscritti, simpatizzanti ed elettori del Partito Democratico di Lucera.
Abbiamo appreso da un comunicato del Sindaco Giuseppe Pitta dell’ingresso del Pd nella maggioranza consiliare.
Solo un anno e mezzo fa il Partito Democratico si era presentato davanti agli elettori chiedendo di sostenere un progetto politico nettamente alternativo a quello del sindaco Pitta e del suo schieramento civico (che oggi ingloba rilevanti pezzi del centro-destra), riuscendo a triplicare i voti di lista della precedente elezione e ottenendo un lusinghiero risultato al ballottaggio, seppur non sufficiente a raggiungere la vittoria.
Oggi ci troviamo sgomenti e disgustati di fronte al tradimento del mandato elettorale. Non è pensabile che gli elettori siano considerati solo l’ascensore che i candidati utilizzano per essere eletti. Non è pensabile che scelte di questo tipo vengano fatte senza convocare un’assemblea. Non è pensabile che si debba apprendere queste notizie dalla stampa e dalla voce del sindaco, senza che il Partito abbia spiegato direttamente le ragioni di questa decisione.
Il capogruppo in Consiglio Comunale, Antonio Dell’Aquila, ha dichiarato che questa operazione ha come obiettivo quello di uscire dall’irrilevanza: davvero i dirigenti del Circolo pensano che il voto dei cittadini sia irrilevante? Qual è il progetto politico che vogliono perseguire? A chi lo hanno presentato?
Il Partito Democratico non è proprietà privata del Segretario, del Capogruppo, del gruppo dirigente.
Il Partito Democratico dovrebbe essere una comunità, dovrebbe essere degli iscritti, degli attivisti, degli elettori, di chi lo ha sempre sostenuto, nonostante tutto.
Siamo elettori del PD. E sebbene negli ultimi anni la comunità dei democratici in città si sia divisa più volte, abbiamo apprezzato il tentativo di ricostruzione che era iniziato con la candidatura di Fabrizio Abate a sindaco nel 2020. Oggi, tutto quel processo è stato tradito, mortificato e umiliato dalle scelte e dalla presunzione che tutto sia legittimo, che non si debba rispondere a nessuno se non a sé stessi.
Ora basta. Abbiamo sempre votato il Partito Democratico, ma è arrivato il momento di smetterla di pensare che sia un fatto scontato. Le scelte politiche dovrebbero poggiare sui valori, ma i valori non sono una cosa astratta: sono la pratica quotidiana della vita, che si riflette nelle azioni e nei percorsi. E a chi giustifica scelte moralmente deprecabili in nome di un troppo definito “bene della città” diciamo che il bene comune è occuparsi dei bisogni più profondi delle persone, perché la politica è, come diceva Don Milani, sortire insieme i problemi di tutti.
Chiediamo, con rispetto e nettezza, alla Segreteria Provinciale, alla Segreteria Regionale e alla Segreteria Nazionale di intervenire con fermezza per impedire che una comunità intera venga ancora una volta vilipesa da chi pensa di potersi comportare come a casa propria.
Vi chiediamo di assumervi la responsabilità delle persone che vi hanno sostenuto fino ad oggi, partecipando, iscrivendosi al Partito o semplicemente votandolo.
Noi non ci presteremo più ad un sostegno aprioristico e fiduciario: vi chiediamo impegno, ascolto e dialogo.
Speriamo davvero di cuore che le nostre osservazioni possano trovare accoglienza presso di voi. In caso contrario ognuno farà le sue scelte.
I firmatari.
Rocco Marino, Marco Esposito, Carlo Luciano, Saveria Del Gaudio, Lucilla Calabria, Fabrizio Abate, Alfredo Mancaniello, Massimo Maiori, Alfonso Di Gioia, Michele Maggi, Salvatore Lovaglio, Marianna Bonghi, Laura Bonghi, Amalia Mastromatteo, Beniamino Sardella, Mauro Abate, Nunzia D'Antino, Stefano Abate, Maria Teresa Lepore, Massimo Catapano, Antonio Mancaniello, Maria Carmela Ritucci, Carmela Checchia, Pasquale Timperio, Sabino Preziuso, Lucia Soprano, Annamaria Soprano, Andrea Pio Maiori, Annamaria Ornito, Daniele Catino, Annamaria Bozza, Silvia Fortunato, Tonino Del Gaudio, Vincenzo Luciano, Angela Mariani, Damiano Sassi, Riccardo Pastore".
Era lì per promuovere la campagna del progetto “Sicurezza Stradale per Studenti” ed è intervenuta per ripristinarla.
Stiamo parlando della Lamborghini Huracán, la super veloce autovettura della Polizia di Stato in dotazione alla Stradale. Non solo inseguimenti sulle autostrade, non solo trasporto urgenti di organi umani per trapianti, anche e nel pieno del dovere rilevamenti di incidenti stradali.
Un automobilista ci ha contattato in redazione testimoniando ciò che avvenuto poco fa sulla SP 53 a Vieste. La Lamborghini Huracán mentre stava raggiungendo la città di Pizzomunno e Cristalda è intervenuta per rilevare un incidente stradale, senza gravi conseguenze, per fortuna.
«Vorrei ringraziare la Polizia Stradale di Vieste che nel pomeriggio di oggi è intervenuta per rilevare un incidente tra due auto» ha commentato l’automobilista. «Difatti, mentre raggiungevo Vieste sulla SP 53, mi sono trovato casualmente davanti la Lamborghini Huracán della Polizia Stradale che stava rilevando un incidente stradale insieme alla pattuglia della Polizia Stradale della sottosezione di Vieste. Ho potuto constatare la competenza e serietà degli operatori - ha concluso- affermando che- la sicurezza stradale innanzitutto».
In questi giorni la La Lamborghini Huracán, precisamente il 5 e 6 aprile, è attesa a Vieste per la manifestazione progetto “Sicurezza Stradale per Studenti”.
Un plauso alla Polizia di Stato e alla Stradale per la dovizia posta in essere nel senso del dovere.
«Sono stato presente alla manifestazione della Tappa Regionale della 27^ Edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia, che si è tenuta a Monte S. Angelo il 22 marzo scorso presso l’Auditorium delle Clarisse.
Mi ha sorpreso l’assenza, da nessuno degli organizzatori giustificata, di Raffaele Piemontese, Vice Presidente della Regione Puglia.
Non mi ha affatto sorpreso, invece, la mancata partecipazione del Prefetto di Foggia, che alcune settimane fa aveva elogiato l’Amministrazione comunale.
Evidentemente, e forse anche dopo la mia lettera aperta del 28 gennaio scorso a lui indirizzata, ha ricevuto dai suoi collaboratori una serie di elementi relativi all’attività e ai comportamenti dell’Amministrazione d’Arienzo, che gli hanno suggerito una pausa di riflessione sorretta dalla necessaria “prudenza istituzionale”.
Mi è particolarmente rimasto impresso nella mente, poi, il ragionamento di Sua Eccellenza padre Franco Moscone, Vescovo di Manfredonia, che io condivido, secondo il quale chi non rispetta le leggi dello Stato democratico non agisce senza leggi, ma in verità applica le leggi del malaffare, della corruzione e nei casi più gravi delle organizzazioni mafiose.
Mi ha molto entusiasmato il lavoro svolto dalle ragazze e dai ragazzi dei due Istituti Scolastici Comprensivi della nostra Città che, sapientemente guidati dai loro insegnanti e efficacemente coordinati dai Dirigenti Scolastici, hanno sviluppato le tematiche dell’antimafia sociale lungo il percorso dell’educazione alla legalità, conseguendo risultati meritevoli di particolare elogio.
Gli interventi dei relatori, infine, mi hanno indotto a fare una semplice riflessione di carattere professionale più che politico.
Ai giovani, alle ragazze e ai ragazzi noi adulti non dobbiamo offrire soltanto la pedagogia della parola, che è necessaria e utile ma non sufficiente.
A loro dobbiamo assicurare, invece, soprattutto la pedagogia dell’esempio. Ma in una Comunità organizzata a chi spetta offrire la pedagogia dell’esempio in un percorso strutturato di educazione alla legalità?
INNANZITUTTO, E NON SOLO, SPETTA A CHI HA LA RESPONSABILITÀ DI AMMINISTRARE L’ISTITUZIONE COMUNALE.
Se questo principio pedagogico ha una sua indiscussa validità, e ce l’ha, quel giorno nell’Auditorium delle Clarisse aleggiava un’evidente contraddizione tra la pedagogia della parola, accuratamente spesa dal mondo della Scuola, e la pedagogia dell’esempio rappresentata dagli attuali Amministratori comunali, in quanto essi violano o consentono di violare le leggi del nostro Stato democratico.
Questa contraddizione può essere cancellata con un cambio del gruppo dirigente che attualmente gestisce il potere nella nostra Città.
Se ciò non accadrà nei prossimi mesi, ricadrà su ciascuno di noi la colpa di non aver messo i giovani nelle condizioni di praticare i sacrosanti principi della legalità e della lotta alla corruzione, al malaffare e alle organizzazioni criminali e mafiose».
Solo nella giornata di ieri, 25 febbraio 2022, precisamente a metà mattinata, si è sbloccato il pugno di ferro tra gli autotrasportatori e Governo. Il lungo assedio delle principali strade della Capitanata e dell’Italia, ha fatto breccia a Montecitorio. Una delegazione degli autotrasportatori sarà ascoltata dal Governo per trovare soluzioni sul caro prezzi energetico, alimentare, materie prime, che in Italia ha già inginocchiato gran parte della popolazione.
In provincia di Foggia, nei giorni scorsi, si è innalzata anche la voce degli esercenti. Tra questi la categoria dei panificatori, in particolare quella di Monte Sant’Angelo presieduta da Donato Taronna, che con una “Lettera Aperta” invitava il Prefetto di Foggia, dott. Carmine Esposito, a interloquire con le categorie dei TIR innanzitutto per evitare disagi sociali per la mancanza di approvvigionamenti alimentari.
E proprio grazie all’intervento della Prefettura, che ha coinvolto i comandi delle Forze dell’ordine della Capitanata, malgrado i suddetti blocchi stradali sono avvenute le consegne delle principali derrate alimentari presso la città di Foggia e paese limitrofi.
Al Signor Prefetto di Foggia, dott. Carmine Esposito
Al Signor Questore di Foggia, dott. Paolo Sirna
Al Comandante Provinciale Carabinieri di Foggia, Col.Nicola Lorenzon
al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, Col. Andrea Di Cagno
e alle loro dipendenze
Commissariati dipendenti
Compagnie Carabinieri
Compagnie Guardia di Finanza
«In qualità di Presidente Associazione Panificatori di Monte Sant'Angelo, mi preme ringraziare le Signorie Vostre per la sensibilità e disponibilità avuta verso la nostra categoria nei giorni dello sciopero degli autotrasportatori facendoci effettuare malgrado i blocchi stradali le consegne presso la città di Foggia e paese limitrofi.
Con immutata stima e deferenza si inviano Cordiali Saluti»
Donato Taronna
La questione sicurezza a Monte Sant’Angelo pare assorbire tutte le attenzioni delle istituzioni, e non solo locali. Lì, sul Gargano, c’è un problema, che non è solo criminalità, spesso fatta passare per organizzata, con una libera e sciolta da ataviche faide, che potrebbero ritornare con scarcerazioni a breve termine. Nelle ultime ore di una settimana che ha visto comitati prefettizi attenti alla questione, si alza sempre più intensamente la voce di aumentare risorse, inviate dal Viminale. Voci anche di locali attori che legittimano la “presenza massiccia delle forze dell’ordine” e di “un’attività di intelligence in corso e che presto -così è stato confermato- darà i suoi frutti”. Di controcanto interviene Donato Troiano, Montanaro e persona nota nelle istituzioni politiche e regionali, che da circa un anno è al vertice di un gruppo civico che sicuramente concorrerà alle prossime elezioni del Consiglio comunale, e perciò del sindaco, a Monte Sant’Angelo. In redazione è giunta una sua nota, a suo nome, che cronologicamente ricorda operati definiti dalla controparte virtuosi e sani. Ovviamente, la Redazione è qui, sempre aperta, per accogliere e pubblicare note in merito, purché vengano indirizzate e non colte, a volte per caso, da letture social. La Redazione.
Ecco la nota di Donato Troiano.
«Qui a Monte Sant’Angelo c’è una presenza massiccia delle forze dell’ordine e un’attività di intelligence in corso e che presto darà i suoi frutti.
Il 26 gennaio scorso si è tenuta nella nostra Città una riunione straordinaria del Comitato Provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza, presieduta dal Prefetto di Foggia.
Dopo la riunione, a cui hanno partecipato anche il Sindaco d'Arienzo e l'Assessore Rignanese, il Prefetto Esposito ha incontrato i Consiglieri Comunali.
Esprimo il mio modesto e sincero apprezzamento per la decisione assunta di intensificare le attività di vigilanza nel nostro Comune e di garantire le necessarie e dovute condizioni di sicurezza a coloro che gestiscono la cosa pubblica.
Dalla dichiarazione del Prefetto Esposito ho appreso una verità che non conoscevo.
Non sapevo che l'Amministrazione è "virtuosa e sana", anche se ha disatteso le promesse fatte all'atto del suo insediamento davanti alla Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, a proposito di rotazione dei Responsabili di Settore della struttura burocratica del Comune.
Non sapevo che l'Amministrazione è " virtuosa e sana, anche se ha autorizzato dei lavori dopo che erano stati effettuati, come nel caso dell'incidente in cui perse la vita un giovane operaio.
Non sapevo che l'Amministrazione è "virtuosa e sana", anche se ha istituito e mantenuto attiva l'area Pedonale Urbana senza la preventiva autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, violando apertamente la legge.
Non sapevo che l'Amministrazione è "virtuosa e sana", anche nell'affidamento diretto dei lavori e dei servizi tecnici ha violato le prescrizioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
Non sapevo che l'Amministrazione è " virtuosa e sana", ha consentito al Responsabile Unico del Procedimento di non applicare le sanzioni previste dalla legge per inadempimento contrattuale, come nel caso dei lavori di sistemazione della Villa Comunale, che l'impresa avrebbe dovuto ultimare entro settembre 2021.
Non sapevo che l'Amministrazione è "virtuosa e sana", anche se ha liquidato all'impresa dei servizi cimiteriali l'intero canone mensile pur non avendo ottemperato a tutti gli obblighi di contratto.
Comunque, al di là di queste di queste considerazioni, mi auguro che durante la riunione del Comitato il Sindaco d'Arienzo e l'Assessore Rignanese, per dovere di collaborazione interistituzionale, abbiano fornito utili elementi per l'accertamento della natura e dei responsabili dei tanti atti intimidatori, che si sono verificati negli ultimi cinque anni.
La popolazione di Monte S. Angelo attende con fiducia e pazienza che si giunga alla verità nel più breve tempo possibile».
Un intervento di riflessione sulle ultime vicende che hanno interessato Foggia e provincia, a margine dell’ultimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, tenutosi in Prefettura il 17 gennaio 2022 e prima di quello di domani, 26 gennaio, convocato dal Prefetto Esposito. La presenza del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in quello del 17 gennaio è stato il momento non solo di confronto ma di richieste fattive per contrastare il dilagante fenomeno criminale e mafioso avvenuto dall’inizio del 2022. È stato anche l’occasione per dar voce a voci politiche che da sempre chiedono rinforzi, senza curarsi che l’intelligence è prioritaria e che la Capitanata abbisogna di strutture stanziali dello Stato. Bene gli specialisti e bene l’aiuto esterno di associazioni, ma un cervello ci dev’essere. Ed dev’essere quello di una struttura di intelligence che indichi la via da seguire e non seguire più vie, che alla fine si intersecano sfociando in viottoli (Redazione).
Qui la Lettera Aperta di Claudio Lecci, già Dirigente superiore in quiescenza della Polizia di Stato, sulla sicurezza in Capitanata, pubblicata sul suo profilo facebook.
«Il Prefetto è il rappresentante del Governo sul territorio. Viene scelto dunque dal Governo per ragioni di opportunità tecnico politiche.
Se la Capitanata ha esigenze di pubblica sicurezza prevalenti, ecco che la scelta deve cadere su una persona che abbia anche, ho scritto -anche-, conoscenze comprovate, specifiche di pubblica sicurezza. Magari che sia passato dalla carriera di funzionario di polizia. E cioè sia stato un questore, quindi autorità provinciale di pubblica sicurezza in senso tecnico. Con la nomina a Prefetto, diviene autorità provinciale di pubblica sicurezza in senso politico.
Non lo dico io, lo scrive il legislatore.
E così infatti da tempo avviene per Foggia.
Ma può essere mai che se arriva nella sua provincia la ministra, cioè uno dei soggetti che lui rappresenta, il Prefetto possa sconfessarla?
Il Questore è un funzionario di polizia che nella fase finale della sua carriera raggiunge il grado di dirigente superiore e può, ho scritto -può- anche essere inviato in una provincia a rappresentare l'Autorità di pubblica sicurezza in senso tecnico.
Altrimenti può, ho scritto -può- essere impiegato in altre mansioni che quel grado e quella qualifica consentono. Per esempio -ispettore generale- al Ministero o Dirigente il Compartimento Polfer di un capoluogo di regione.
Teoricamente lo sceglie il Consiglio di Amministrazione della sua amministrazione, in pratica c'è una valutazione tecnico-politica nella quale si tiene conto del gradimento del Ministro. Lo sanno tutti e, nel mio post sulle -Volanti- foggiane, lo conferma Antonio Nanni, stimatissimo collega, amico da sempre e questore in pensione. Rectius: dirigente generale, cioè uno con i numeri per fare il prefetto. Stessa situazione uguale a quella di D'Ambrosio, Zonno e Silvis che pure sono intervenuti sotto lo stesso post con espressioni analoghe.
Ma sotto al post sono intervenuti confermandone il contenuto quelli che proprio operativamente e nello specifico hanno operato facendo i conti con i numeri riportati nella mia espressione.
Quindi anche il Questore di Foggia, come il Prefetto, deve dire che si sta facendo il massimo sforzo, che i risultati operativamente sono incoraggianti, che aumenterà l'impegno e si è tutti molto orgogliosi. Se il sorriso di circostanza a coreografico corredo della recitazione della ministra non è convincente, il Prefetto di Foggia e il Questore, calmate le acque e spenti i riflettori, se al governo restano gli attuali impuniti, saranno rispettivamente impiegati in un delicatissimo incarico superiore. Il primo potrebbe essere destinato a presiedere la commissione di cooperazione per la sicurezza in Mozambico e il secondo verrà promosso prefetto e incaricato di studiare i sistemi di sicurezza del Viminale in caso di tsunami sul litorale di Ostia con arrivo di acque a Roma.
Il giorno che andranno in pensione come me, se vorranno potranno dire la verità e cioè che le nozze non si fanno con i fichi secchi.
La Ministra già Prefetta e figlia di Prefetto ha promesso l'invio di personale. Ma il numero di agenti giovani e inesperti coprirà almeno quelli che intanto da tempo sono andati in pensione?
I triglioni di biliardi di ore dedicate dai nuclei speciali elimontati, automontati, motomontati, giunti da tempo a Foggia, hanno risposto in modo adeguato alle specifiche domande istituzionali, come per esempio il pronto intervento delle volanti e quelle investigative della squadra mobile o hanno fatto "controllo del territorio" militarizzandolo con una suggestiva visibilità che non ha spostato di un millimetro l'arroganza violenta della criminalità?
Se continuano a mandare medici specialisti oculisti ai reparti di ortopedia, sempre medici sono arrivati ma i pazienti restano con le gambe rotte».
«In barba al minimo principio di democrazia partecipata, senza tener conto delle possibili ricadute sociali ed economiche, che tante famiglie affronteranno, si decide di cambiare l'offerta formativa della scuola.
Con delibera n. 116 del 21/12/2021 adottata dal Consiglio d'istituto, e successiva approvazione del collegio dei docenti, il plesso I.C."Tancredi-Amicarelli" di Monte Sant'Angelo, stabilisce una riorganizzazione delle attività per 5 giorni (dal lunedì al venerdì) e sabato libero. In gergo comune si parla di" settimana corta".
Eppure, con circolare del novembre 2021,si chiedeva alle famiglie di esprimere attraverso un sondaggio l'opinione in merito ad una riorganizzazione scolastica.
Pur ribadendo che tale metodo non influisce sulla decisione finale, si evince una netta contrarietà delle famiglie ad una nuova offerta. Evidentemente, anche di questi tempi, l'opinione altrui, conta
quando fa comodo.
Eppure la scuola, luogo di istruzione e formazione, dovrebbe essere anche luogo di ascolto, di relazione, di sintesi.
Parole belle usate al momento delle iscrizioni.
Tutti bravi ad accogliere con abbracci e saluti di circostanza, e poi?
Coinvolgere le famiglie è un dovere etico e morale. Informarle a fatti avvenuti non è rispettoso.
OMNIA CUM TEMPORE!»