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«Pregiatissimo Sig. Ministro Cingolani,

chi le scrive è il Vescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, una Diocesi del Sud Italia che si ritrova ad avere sul proprio territorio uno sguardo di attenzione ed interesse non solo per le stupende bellezze naturali, paesaggistiche, culturali e spirituali che i secoli le hanno donato, ma anche per la ferita, ormai incancrenita, di un sito SIN.

Fin dai primi giorni del mio ingresso in Diocesi tre anni fa ho accolto costantemente lacrime e preoccupazioni per le ferite e le morti che erronee scelte di industrializzazione hanno procurato al territorio e al suo popolo. A distanza di 45 anni dal tragico avvenimento dello scoppio della torre di arsenico del 26 Settembre 1976, si registra ancora oggi, oltre al dolore e alla paura, tanta rabbia e scarsa fiducia nelle Istituzioni civili e politiche.

Tanta rabbia perché dopo quasi mezzo secolo la situazione di inquinamento resta quasi identica al momento della tragedia: i dati pubblicati circa la bonifica sono eloquenti. La poca fiducia nelle Istituzioni è dovuta ad una quasi assenza di vero interesse verso la situazione, sono sporadici gli interventi da parte di politici ed Enti del territorio e per di più slegati tra loro rendendo difficile il perseguire il bene comune.

Mi sono chiesto cosa può fare un Vescovo dinanzi a quanto accaduto 45 anni fa, ma che continua a condizionare il presente ed a tradire lo sviluppo futuro: solo pregare? Non può bastare la preghiera: il territorio ed il suo popolo necessita di speranza e, come sosteneva un vescovo pugliese già negli anni ’80, “la Speranza va organizzata” (don Tonino Bello).

Come cittadino e come guida spirituale della Chiesa che è in Gargano non posso non richiamare e invitare a porre in atto quanto la Carta Costituzionale riporta agli articoli 9 e 41:

“La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. (Articolo 9)

“L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. (Articolo 41)

Come Vescovo non posso non sentire forte in me il monito del Profeta Isaia:

“Per amore del mio popolo non tacerò, non mi concederò riposo” (Is 62,1).

Come comportarmi quale Pastore e Guida di una Chiesa che si sente profondamente parte attiva nella società civile e desiderosa di portare il proprio contributo di responsabilità e cura del territorio? Ascoltare, organizzare dibattiti, approfondire questioni, sollecitare le coscienze, invitare a cercare soluzioni percorribili e sostenibili, ecc. Ho ancora ben presente la recente 49ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani svolta a Taranto sul tema “Il Pianeta che speriamo” in cui diversi rappresentanti del Governo Italiano vi hanno preso parte in presenza o sono intervenuti con videomessaggi. Come Chiesa abbiamo avuto modo di confrontarci con tanti di Voi, condividere preoccupazioni circa il presente e soprattutto visioni future di speranza da organizzare e far germogliare. Durante i lavori sono state citate le Diocesi del Sud e i drammi dei siti SIN in essere presenti.

Come Vescovo di una Diocesi con all’interno un sito SIN sento ora il dovere di farmi portatore di una richiesta cogliendo l’occasione di una annunciata Conferenza di Servizi decisoria in programma per il giorno 30/11/2021. La convocazione della Conferenza è stata presentata al Vostro Ufficio Bonifiche da ENIREWIND ed è stata concessa invitando i referenti Istituzionali dei Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo.

Nell’immediato richiedo, certo di trovare la Sua comprensione responsabile del suo Ministero, di rinviare tale Conferenza di Servizi decisoria di almeno 30 giorni, così da permettere al futuro Sindaco di Manfredonia, che sarà eletto in seguito al ballottaggio di Domenica 21 Novembre 2021, di poter nominare la Giunta e prendervi parte dopo essersi preparato; a tal fine chiedo anche di riaprire i termini di accesso ai documenti e presentazione delle osservazioni.

La Città di Manfredonia è una città estremamente provata dalla vicenda ricordata, ed ha vissuto nel periodo 2019-2021 lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose; la cittadinanza ha atteso con speranza il momento elettorale e la certezza di tornare ad avere i propri rappresentanti costituzionalmente eletti, non può essere privata di una sua partecipazione ad un avvenimento così importante e che ne può segnare il futuro.

Inoltre  colgo  l’occasione  per  chiederLe  un  Suo  personale  interessamento  alla  vicenda  SIN

Manfredonia area Ex-Enichem, che negli ultimi mesi sente nuove ansie e preoccupazioni per richieste di installazioni di impianti di trattamento rifiuti, di cui troppo poco ed in maniera ambigua si conosce il contenuto ed il livello progettuale circa lo studio di massima. Da quanto è stato pubblicato l’area in questione ha una falda ancora inquinata al 100% e la bonifica di superficie sull’intero SIN realizzata solo al 18%. Con queste mie osservazioni non voglio costituire elemento di freno alla crescita industriale del territorio, anzi stimolare ad una ricerca responsabile e sostenibile alla stessa, per questo invito il Ministero ad una attenta valutazione in quanto primo responsabile dell’area SIN.

Con la voce di Pastore e guida mi rivolgo alla sua sensibilità politica, certo di servire la democrazia e la partecipazione attiva della società civile ricordando il valore della vita e della salute che produce autentico lavoro e dà dignità all’economia.

Grato a Lei ed al Governo tutto, da cittadino Italiano e da Cristiano, per il servizio istituzionale che rappresentate e onorate».

+ Franco Moscone, crs

ARCIVESCOVO

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In queste ore, a firma del Sindaco Francesco Miglio e dell’Assessore alle Politiche Agricole Felice Carrabba, vengono affissi in città manifesti murali inerenti “il problema dei furti nei terreni agricoli”. Si tratta di una lettera aperta indirizzata ai produttori anche a seguito della riunione con le Forze di Polizia tenuta la scorsa settimana.

A voi “Ladri di Olive!”

Il settore agricolo rappresenta la fetta importante delle attività produttive della nostra città ed è di vitale importanza per la nostra alimentazione e la salvaguardia del nostro territorio.

Il nostro paniere è ricco e variegato: l’oro verde, per esempio, è un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.

Il vostro malaffare non solo provoca un danno morale ed economico, ma distrugge il nostro patrimonio arborio secolare,

“gli agricoltori sono in grosse difficoltà”

i furti sul campo dei prodotti sono sistematici ed organizzati in particolare sul nostro territorio di olive, uva e cereali. Questa situazione porta alla disperazione le piccole e medie aziende che da quelle produzioni ricavano la loro unica fonte di reddito.

A voi “Frantoiani”

Noi cerchiamo collaborazione ed intenti da parte “Vostra”. Sono risaputi e conosciuti i produttori locali e i “Non Produttori Locali”, pertanto:

- Segnalate

- Avvisate

- Non trasformate il prodotto “ANONIMO”.

L’Amministrazione ha posto “il problema dei furti nei terreni agricoli” come punto centrale ed indifferibile da risolvere velocemente, e supporterà tutte le azioni ed i cittadini per “ELIMINARE” questi atti “DELINQUENZIALI”.

Lettera Aperta ai cittadini del sindaco di Apricena, Antonio Potenza, per il grave atto degli incendi che stanno funestando le campagne circostanti.

«Non è una bella giornata. Mi sono scocciato di vedere quasi tutte le mattine la nostra città avvolta dal fumo degli incendi nelle campagne.

Già da qualche mese ho emesso una mia ordinanza per contrastare tale fenomeno, che prevede delle multe salatissime. Ci sono purtroppo dei delinquenti, perché tali sono, che continuano a bruciare le piantine (e non solo), avvelenando il nostro ambiente. Gli scarti di agricoltura vanno trinciati e non bruciati!!
Ho immediatamente chiesto al Comandante della Polizia Locale di girare per tutte le campagne, con tutti i vigili a disposizione per multare e denunciare tutte le irregolarità.

Siamo stanchi, vi chiediamo di aiutarci in questa battaglia di civiltà e di denunciare questi episodi. Ringrazio chi, privatamente, ci gira foto e segnalazioni, che ci sono utili per intervenire.

Ringrazio inoltre le Forze dell'Ordine, egregiamente coordinate dalla nostra Prefettura, che da mesi stanno lavorando per contrastare tale fenomeno, che sia chiaro, non è facile azzerare facilmente, tuttavia con l'aiuto di tutti e con una forte repressione e denunce, non potrà che migliorare.

Vi auguro una buona giornata»

La Lettera Aperta, firmata e sottoscritta dalle locali associazioni sportive.

«Abbiamo letto un comunicato con il quale la formazione politica “La Rinascita Possibile” tira in ballo la gestione degli impianti sportivi e nel calderone mette dentro tutte le associazioni sportive locali.
Tralasciando quella che è la conduzione degli impianti affidati con un bando pubblico, vogliamo precisare che le strutture ci sono sempre state affidate con estrema correttezza da parte del responsabile comunale.
Prima di spiegare brevemente cosa sta accadendo quest’anno vogliamo ricordare che nella stagione sportiva pre covid l’assegnazione è avvenuta con un atto amministrativo ufficiale (per la prima volta!), vale a dire tutti i cittadini attraverso l’albo pretorio del Comune potevano prendere visione dell’utilizzo delle strutture.
Pensiamo che ciò accadrà anche per la stagione sportiva alle porte, un’assegnazione temporanea con tanto di comunicazioni ufficiali e registrazioni al protocollo l’abbiamo chiesta noi associazioni all’ente comunale, per il semplice motivo che alcune federazioni sportive ancora non hanno ben definito regole, calendari, protocolli ecc.
Non solo, così come sta accadendo un po' dappertutto, i genitori sono ancora un po' titubanti ad iscrivere i propri figli ai corsi, auguriamoci che passi presto questa “paura”.
Pertanto ad ottobre uscirà un calendario ufficiale, nel contempo questa assegnazione provvisoria non ci esime dagli obblighi che abbiamo nei confronti dell’ente comunale.
Nel corso di questi anni alcuni interventi importanti sono stati realizzati per garantire la completa fruibilità degli impianti sportivi comunali, chiunque governerà la città dovrà continuare a concentrarsi su questi aspetti tralasciando a nostro parere le strumentalizzazioni per fini politici.
La pratica sportiva è troppo importante per Monte Sant’Angelo, contribuiamo tutti a non affossarla».

Sottoscritto e firmato:
ACCADEMIA CALCIO MONTE
ASD NUOVO BASKET
FUTSAL MONTE SANT'ANGELO
NEW VOLLEY
ASD H. SHIRAI
POL. OLIMPIA
MONTANARI DOC

FOCUS

- Monte Sant'Angelo. «In mano a chi sono alcuni impianti sportivi comunali?» se lo chiede La Rinascita Possibile

Domenica 19 settembre, come anticipato sulla pagina facebook e sul sito web di Parcocittà, si è svolto dalle ore 06:00 “Concerto all’Alba", un evento di musica e canto con Carmine Padula e l'Ensemble Suoni del Sud Cinematic Sound Tour.

L’evento, seppur straordinario nella sua proposta, con suoni melodici e di intensità contenuta e seguito dal pubblico, ha esacerbato la pazienza di molti residenti dell’area urbana di Parco San Felice, dove appunto è ubicato Parcocittà, già arrabbiati per i continui schiamazzi notturni durante tutte le notti della settimana.

Sulla pagina facebook “Voce di Foggia” è stata pubblicata una Lettera Aperta di alcuni cittadini di quell’area urbana, lamentando fortemente il loro dissenso a questo evento e interessando le Forze dell’ordine.

Ecco la Lettera Aperta

«Buon pomeriggio Voce, questa mattina ci siamo svegliati molto amareggiati ed increduli per il "concerto" organizzato da Parco Città alle 5 di mattina con annesse prove e durato fino alle 8:30.
Hanno disturbato un intero rione ad un orario indecente e non consentito per soddisfare il loro desiderio di un "concerto all'alba" dimostrando mancanza di educazione e di rispetto per le persone che, come me e la mia famiglia, abitano di fronte al parco, studiano, lavorano e la domenica vorrebbero riposare qualche ora in più. Per non parlare di altre persone che abitano in zona e che sono malate.
Già dobbiamo sopportare gli schiamazzi dei tanti giovani che frequentano Parco San Felice e che, comunque, non arrivano a disturbare il sonno anche alle prime ore del mattino. È stata chiamata anche la polizia che è giunta sul posto e, speriamo, accerti le responsabilità.
Voce, ti prego di riportare la mia denuncia a nome dei residenti della zona perché hanno letteralmente disturbato la quiete pubblica!
Grazie mille».

Intervento al convegno del Meeting Nazionale ANPIS (Associazione Nazionale Per l’Inclusione Sociale) “Sottosopra” XX Edizione settembre 2021

a cura di di Matteo Notarangelo, Sociologo counselor professionale.

“L’emergenza sanitaria pandemica nega le cure  ai malati mentali, ai poveri, agli anziani.

A distanza di quarantatré anni dalla cosiddetta “legge Basaglia”, le persone con disturbi mentali continuano ad avere un accesso ridotto e discriminato ai servizi sanitari.  I malati mentali, i poveri e gli anziani restano “cittadini” svantaggiati, anche durante la pandemia. La sanità pubblica mostra poca attenzione alle patologie somatiche dei sofferenti psichici, delle persone povere e degli anziani fragili. In questi anni pandemici, i loro decessi, precoci, sono stati determinati soprattutto da patologie somatiche concomitanti, favorite dalle disuguaglianze di accesso alle cure  e al trattamento per malattie del corpo. Ai malati mentali, agli anziani e agli "scarti" sociali viene, tutt'oggi, problematizzato il ricovero ospedaliero e, spesso, vengono lasciati nella marginalità, nell’abbandono con terapie farmacologiche inappropriate, suggerite a distanza. La negazione del diritto alla cura non riguarda solo  i malati poveri, indesiderati, ma anche chi risiede in istituzioni psichiatriche o residenze per anziani. I fattori che motivano i processi di esclusione e di negazione del diritto costituzionale alle cure ospedaliere sono: gli ostacoli procedurali posti dalle istituzioni di cura, i pregiudizi della cultura medica, le condizioni di svantaggio sociale dei malati mentali, la bassa contrattualità sociale delle persone fragili e i silenzi delle autorità sanitarie. Nella lunga emergenza pandemica, questi ostacoli sono diventati  ragioni storiche e prevalgono nella cultura sanitaria, rafforzando le convinzioni che i disagiati psichici, i poveri e gli anziani possono avere una qualità di vita e di cura inferiore ai “sani”. Questa idea è diventata dominante e ha costruito lo stigma istituzionale, il pensiero che in diversi stati del mondo spinge milioni di persone nei tanti disumani manicomi e nelle periferie dell'esistenza.

I deboli sono indesiderati                                          

Per gli architetti dell’umanità, chi non ha non è. Nella loro visione sociale, i poveri, i malati, gli anziani e i folli sono “vite non degne di essere vissute”. In questo scenario umano, non è opportuno ritornare al grande internamento della “classe pericolosa” e improduttiva nei grossi contenitori, chiamati “case lavoro”; non è conveniente isolare gli scarti dell’esistenza nelle nuove città periferiche della follia, chiamati ancora manicomi; non è economico custodire e nascondere "chi non ha" in grandi istituzioni totali, definiti ospedali psichiatrici e residenze sanitarie assistite. Nel nuovo ordine sociale globale, gli ultimi, gli improduttivi, i pericolosi, i malati psichici, gli indigenti, gli anziani, gli esclusi hanno un costo economico da ridurre, contenere. Secoli fa, durante questa pandemia, statisti, medici e scienziati, senza alcuna vergogna, non hanno smesso di ripetere che le cure non erano rivolte e garantite agli “scarti” della società e tra questi "residui umani" , oltre agli anziani, ci sono gli individui della "classe pericolosa” e i tanti malati mentali, che continuano a non avere  accesso alle cure sanitarie, in diversi stati del Mondo. E’ risaputo, la storia della medicina non è una storia di guarigione collettiva, perciò  non riesce ad avviare un nuovo racconto di storia della salute mentale, psicologica e sociale al di fuori del mercato. Con questa pandemia  non è iniziata una nuova narrazione della scienza medica: è ancora quell’antica, divinatoria, di esclusione e di diritti negati. Lo psichiatra Benedetto Saraceno, in uno dei suoi lavori, intitolato “Un virus classista. Pandemia, disuguaglianze e istituzioni”, scrive: “…subito prima della pandemia, qualcuno pensò che la nozione di “sofferenza urbana” rappresentasse efficacemente il legame tra la dimensione privata del singolo e quella pubblica della città, ovvero dei contesti urbani ove le vite dei singoli si declinano e si incontrano: storie di tanti che fanno storia collettiva”. Una verità sociale, quella di Saraceno, che continua a parlare di incontri, di diseguaglianze, di storie umane, di esclusione sociale, economica e sanitaria, forti determinanti di un possibile e prossimo conflitto sociale. Dopo quarantatré anni  dalla cosiddetta “legge Basaglia”, scrivevo, la solitudine del malato mentale è più forte, seppure relegata nei territori, ancora privi della medicina di comunità. Secoli fa, ossia oggi, crescono le ragioni di un nuovo conflitto sociale.

Meeting Nazionale ANPIS 2021 02

La solitudine del malato mentale

Secoli fa, ossia prima della pandemia, la fiaccata voce dei familiari dei malati  faceva conoscere la difficile condizione dei poveri, dei sofferenti psichici e degli anziani. Nella loro solitudine, i malati mentali e i loro familiari parlavano delle grandi barriere poste alle cure mediche da un organizzazione sanitaria respingente. Anche se l’ospedale psichiatrico è stato soppresso, resta l’ingombro dell’agire biomedico e dell’intralcio “ospedalocentrico”: due ostacoli che impediscono la nascita della salute mentale comunitaria. Questi due ostacoli, durante la crisi pandemica, hanno provocato la solitudine del sofferente psichico, degli ultimi e ostacolato la cura sanitaria di tanti sofferenti psichici e anziani fragili, che continuano a essere ignorati, trascurati e, spesso, disprezzati e allontanati dai luoghi di cura. Le persone con disabilità psichiche, come gli anziani, restano esposte alla violazione del diritto ad essere curati e, spesso, assassinate dal disinteresse del sistema sanitario, che incardina la medicina e la cura sull’esclusione degli ultimi, degli scarti, di chi non ha voce e non ha potere. Durante la crisi pandemica, ossia oggi, si è manifestata la scarsa tutela medica soprattutto dei sofferenti mentali. Costoro non sono giunti all’osservazione diagnostica  e al trattamento delle malattie somatiche, se non in fin di vita. Di questa grande omissione sanitaria,  nessuno parla. In questo tempo storico, i decessi delle persone con disturbi mentali sono, per la maggior parte, causati da una cultura medica, che non considera le malattie somatiche delle persone con disturbi mentali. Che si dica: la loro mortalità non è stata determinata dal disturbo mentale, bensì alla scarsa attenzione da parte del sistema sanitario verso le patologie somatiche delle persone con disturbi mentali.

I malati sono “incapaci” di decidere

Negare a un malato mentale o agli anziani le cure sanitarie non è solo un abuso giuridico, ma fisico e psicologico: un crimine contro l’umanità. Eppure, non c’è Stato che non voglia proteggere le persone con disabilità da “trattamenti crudeli, inumani, o degradanti”, assicurando  appropriate forme di assistenza. In questo difficile momento sociale e sanitario, l’assassinio, la strage delle persone fragili, impone un nuovo impegno sociale e politico: l’esigenza di riaffermare i principi  della “moral case”. I principi della “cura morale” considerano i  diritti di chi soffre di malattie mentali o del mal di vivere incardinati sull’idea che non c’è salute senza salute mentale e che qualunque intervento su una malattia somatica deve includere e tener in conto gli aspetti di salute mentale. Mobilitarsi per affermare la pratica della "cura morale" vuol ribadire che tutti devono poter avere accesso ai servizi e ai trattamenti sanitari, evitando, anche nell' emergenze pandemica, di escludere la popolazione più vulnerabile: i poveri, gli anziani e i sofferenti psichici. Tutto questo, malgrado le buone intenzioni, non è accaduto e non accade”.

«Lo scioglimento del Consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose ha inferto un durissimo colpo all'immagine della nostra Città millenaria.

Un colpo immeritato, considerato che non è stato trovato dalle competenti Autorità alcun atto che potesse far pensare a una qualsiasi forma di condizionamento dell'attività amministrativa da parte delle organizzazioni criminali.

Negli ultimi quattro anni il verificarsi di  numerosi atti intimidatori  e il richiamo continuo del Sindaco D'Arienzo alle pressioni della mafia, senza peraltro fornirne alcuna precisa indicazione, stanno rendendo ancora più devastante quella misura preventiva.

Ora basta! Una riflessione seria e profonda è la cifra del tempo di questa nostra Comunità.

Chi amministra per espressa volontà popolare ha il dovere di tracciare e percorrere la strada della legalità, dell'imparzialità e della trasparenza in ogni suo atto. Ogni deviazione può generare malcontento, protesta e episodi di ingiustificata violenza.

Noi cittadini, d'altra parte, di fronte alle ingiustizie e ai soprusi  non abbiamo il diritto di reagire con la violenza e l'intimidazione.

C'è un'altra via, democratica e più efficace: la loro segnalazione alle competenti Autorità, perché laddove c'è il sopruso e l'illegalità prima o poi la Giustizia arriva.

Talvolta il passo della Giustizia può apparire lento, ma non è mai lento per indulgenza verso qualcuno o per connivenza, ma soltanto per sovraccarico di indagini e di attività giudiziaria.

PERCIÒ, MAI PIÙ ATTI INTIMIDATORI, MIEI CARI CONCITTADINI!

Incombe su di noi tutti la responsabilità di restituire ai nostri figli, ai nostri nipoti, alle nuove generazioni il patrimonio storico e culturale che ci hanno prestato.

Questo mio accorato appello, rivolto soprattutto a voi,  non è mosso da alcuna velleità politica, ma è semplicemente il grido di dolore che sale dal profondo dell'anima di una Città, per la quale ho speso nel bene e nel male la parte migliore della mia vita.

La mia Città, la vostra Città, che ha gravissimi problemi e che merita un radioso e prospero futuro!»

Prosegue l’azione di protesta non violenta di Maurizio Bolognetti. In questi giorni ha girato in lungo e in largo la Basilicata, enunciando le sue rimostranze verso le decisioni assunte dal Governo in materia di Emergenza sanitaria pandemica SARS-CoV-2. Nell’occasione ha girato alcuni video che proponiamo dopo l’ultima sua “missiva” verso chi appoggia e divulga le note del Governo. Questa volta Bolognetti, dopo il Gen. Francesco Paolo Figliuolo, non le manda a dire al medico infettivologo genovese Matteo Bassetti.

di Maurizio Bolognetti, Giornalista, Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Prntt

«Sui vaccini non si deve discutere ed è inaccettabile che un politico si metta contro di loro: è un atto gravissimo contro lo Stato", ha detto.

Egregio virologo a gettone e da parata, parole come queste fotografano al meglio la cultura di chi le esprime e di cui lei è impregnato.

Non si deve discutere? Quindi ci sono verità rivelate e indiscutibili? Discutere è "contro lo Stato", dice il fasciokomeinista Bassetti.

A questo punto direi che è evidente l'idea di Stato che questo signore ha in mente.

E no, caro Bassetti, io rivendico libertà di parola, di pensiero, di critica, e la rivendico anche e a maggior ragione in un regime di "democrazia reale" qual è il nostro.

Scienza è metodicità del dubbio e non dogma di fede.

Lei, egregio teleinfettivologo, non è Dio e nessuno può chiedermi di credere alle sue parole come se si trattasse delle tavole dei comandamenti consegnate a Mosè.

A me non risulta che il dr. Bassetti sia in grado di camminare sulle acque o di far aprire le acque del Mar Rosso. L'unico miracolo che di certo ha compiuto consiste nella moltiplicazione delle sue comparsate televisive.

Il numero non fa la ragione. Se anche un milione di persone dovesse affermare che il sole ruota attorno alla terra e uno solo dicesse che è la terra che ruota attorno al sole, la ragione starebbe dalla parte di quel singolo che si oppone alla massa e a credenze consolidate.

Io non vivo di pregiudizi, ma di certo detesto i dogmatismi.

Su questi "vaccini imperfetti" e non sterilizzanti, autorizzati a condizioni e in emergenza, molto c'è da dire e nulla potrà impedirmi di continuare a parlare, a porre domande, a sollevare dubbi. Nulla, nemmeno lo Stato etico e totalitario evocato da un tele-infettivologo, che sta screditando se stesso e che in questi mesi si è più volte contraddetto.

Se Bassetti vuol ritagliarsi il ruolo di gerarca di regime e di caporale di giornata è libero di farlo. Per quanto mi riguarda, continuerò nelle mie eresie e continuerò a difendere tesi eterodosse.

Questo clima infame non mi piace e non intendo certo rassegnarmi».

Maurizio Bolognetti durante il walk-around in Basilicata

A Latronico

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A Melfi

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FOCUS:

- Diritto umano alla conoscenza scientifica della pandemia . Bolognetti fa lo sciopero della fame e scrive al presidente della RAI, Marcello Foa

- Diritto umano alla conoscenza scientifica della pandemia. Maurizio Bolognetti e il suo video-editoriale

- Italia Scombinata

- Vaccini, Green Pass e SARS-CoV-2. M. Bolognetti «NO a autoritarismi politici-sanitari. NO provvedimenti antiscientifici e discriminatori»

- Bolognetti: E niente...W Alberto Mantovani e W la Pfizer

- Bolognetti: Covid, vaccini e conflitti d'interesse. Sit-in e walk-around a Maratea e la verità scritta su "Emory News Center"

 

Maurizio Bolognetti, giornalista, segretario dell’associazione Radicali Lucani, ritorna (a dir il vero non ha mai lasciato l’azione in corso, che alimenta di dati ogni giorno) sul tema Emergenza Sanitaria, Pandemia, Green Pass e Vaccini. Lo fa ripresentando la sua Lettera aperta al Ministro Lamorgese, inviata il 21 aprile 2021 (Qui il testo integrale  https://www.avantionline.it/scrive-maurizio-bolognettilettera-aperta-al-ministro-lamorgese/) di seguito pubblicata la prima parte con una presentazione odierna.

«Il 6 agosto "celebrerò" l'entrata in vigore di questa porcata incostituzionale e insensata, chiamata "Green Pass", in quel di Maratea.

Gioverà ricordare quel che scrivevo ad aprile rivolgendomi al Ministero dell'Interno per preannunciare azioni di disobbedienza civile: "Signor Ministro, ci state dicendo che lo fate per tutelare la salute pubblica. Mi consenta, avreste potuto e dovuto tutelarla ridando dignità al Servizio Sanitario Nazionale, rafforzando la medicina del territorio e magari cambiando protocolli e linee guida. Questo affermo al netto della mia convinzione che occorra stare attenti, molto attenti a virus non sanitari, ma egualmente perniciosi, quali quelli che producono e alimentano antidemocrazia e anti-stato di diritto..." .

A ciascuno il suo».

A ciascuno il suo”, dice bene Maurizio. Non si può obbligare una persona a vaccinarsi. Come pure “obbligarla” a farlo passando dal subdolo e artefatto sistema del Green Pass, che altro non è un’imposizione alla non libertà individuale. Il Governo ha messo in campo mezzi e strumenti per arginare il fenomeno, per non contagiarsi, come mascherine, distanziamento sociale, disinfezione e sanificazione ambienti, cose e mani con soluzioni alcoliche, tamponi anti COVID-19. Invece, ci costringe a adottare un QCode e un cellulare per avere accesso a ciò che già fruivamo con i dovuti accorgimenti. Se poi c'è sempre chi viola le regole e accende focolai, materia di chi dovrebbe controllare, il problema andrebbe analizzato socialmente e non con ulteriori restrizioni di massa che limita anche chi rispetta le regole.

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Maurizio Bolognetti, come sempre e prima di scrivere, parlare e informare, da buon e corretto giornalista si documenta. La sua battaglia per “Conoscere per Deliberare” fa breccia in tante persone e nel caso, tra quelle che vogliono saperne di più sugli effetti dei vaccini che, come sappiamo, non sono divulgati dai media nazionali e di Stato, passando per fake news poiché pubblicati da siti minori. È la più infame bugia che lo Stato, il Governo e il giornalismo può fare, per screditare chi del giornalismo ne fa un mezzo e strumento di libera e trasparente conoscenza dei fatti. La fonte di Bolognetti è accreditata, è l’Ema (European Medicines Agency - Agenzia europea per i medicinali), aggiornata al 31 luglio 2021; se non son dati certi questi, diteci quali sono? Quelli non detti da Tv, radio, giornali cartacei e web, Stato e Governo?

Di seguito i dati dell'analisi e dell'elaborazione di Bolognetti, un lavoro di ben 4 ore per estrapolarli ed analizzarli.

«Dati aggiornati al 31 luglio 2021 relativi agli eventi avversi e ai decessi collegati all'inoculazione dei non-vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca e J&J (a cura di Maurizio Bolognetti).

3.351.385 eventi avversi, oltre 20mila decessi, 357.139 casi "gravi".

Dati Europa (escluso Inghilterra):

- Eventi Avversi Totali 3.351.385;

- Numero di casi individuali 779.048;

- Media eventi avversi per caso individuale 4,30.

Nel dettaglio:

- 327.665 casi individuali collegati al non-vaccino Pfizer;

- 346.881 casi individuali collegati al non-vaccino Astrazeneca;

- 84.587 casi individuali collegati al non-vaccino Moderna;

- 19.915 casi individuali collegati al non-vaccino J&J.

Vaccini SARS CoV 2 dati decessi 01

Per ciò che concerne i casi classificati come fatali, ecco la situazione al 31 luglio 2021:

- 9.968 decessi collegati all'inoculazione del non-vaccino Pfizer;

- 5460 decessi collegati all'inoculazione del non-vaccino Moderna;

- 4534 decessi collegati all'inoculazione del non-vaccino Astrazeneca;

- 733 decessi collegati all'inoculazione del non vaccino J&J.

Totale 20.595 eventi classificati alla voce "Fatal".

Ribadito che ogni caso individuale è stato interessato in media da 4,30 eventi avversi, gioverà sottolineare anche quanti sono i casi individuali classificati come gravi:

- Pfizer 129.076;

- Astrazeneca 179.589;

- Moderna 42.462;

- J&J 6.012.

Totale casi individuali classificati come "gravi" 357.139.

Vaccini SARS CoV 2 dati decessi 02

Vaccini SARS CoV 2 dati decessi 03

Vaccini SARS CoV 2 dati decessi 04

Fermo restando che già così la situazione è preoccupante, occorre sempre tenere nella dovuta considerazione che trattasi di farmaco vigilanza passiva. Tradotto, i dati con assoluta certezza sono sottostimati rispetto alla reale dimensione. Avrebbero dovuto adottare una farmaco vigilanza attiva che non c'è.

Un'ultima cosa: ovviamente nulla si sa di possibili effetti collaterali a media e lunga scadenza, perché hanno autorizzato a condizioni e in carenza di dati su sicurezza ed efficacia.

CONOSCERE PER DELIBERARE!»

FOCUS:

- Diritto umano alla conoscenza scientifica della pandemia . Bolognetti fa lo sciopero della fame e scrive al presidente della RAI, Marcello Foa

- Diritto umano alla conoscenza scientifica della pandemia. Maurizio Bolognetti e il suo video-editoriale

- Italia Scombinata

Di seguito si pubblica una Lettera Aperta di Fabio, un amico di Monte Sant'Angelo che sul portale garganosalutementale.it ricorda che c'è l'obbligo di "osservare" e di applicare la legge n° 68 del 1999 sull'inserimento lavorativo per i diversamente abili.

«Buongiorno a tutti.

Sono un utente psichiatrico residente in una Crap sul Gargano. Mi chiamo Fabio. Sto facendo il mio percorso qui in concomitanza dell'inizio della pandemia. A tutt'oggi non mi è permesso di uscire autonomamente, nonostante il mio quadro clinico sia positivo. Ho fatto richiesta al coordinamento di una borsa lavoro o quant'altro e mi è stata data risposta negativa. Non trovando informazioni utili online, ho trovato il vostro sito e contatto. Mi piacerebbe essere informato sui miei diritti in quanto ospite per quanto riguarda l'inserimento lavorativo e la possibilità di uscire. Potreste aiutarmi a capire cosa posso richiedere come aiuto? Non ho ancora il coraggio e le possibilità economiche di dimettermi e ricominciare la mia vita in autonomia.
Sono affetto da disturbo psico affettivo, ho sempre lavorato, sono anche un oss. Potreste aiutarmi?

Resto in attesa di una vostra gradita risposta e colgo l'occasione per ringraziarvi e salutarvi.

Carissimo Fabio, la legge che regola la problematica dell'inserimento lavorativo è la n° 68 del 99. Da quanto verificato, i privati fanno del tutto per aggirarla. Resta il pubblico, che non la considera. Noi di Monte Sant'Angelo (FG) non ci siamo rassegnati e in ogni incontro con i referenti del Piano Sociale di Zona poniamo l'obbligo di "osservare" e di applicare la legge n° 68 del 1999.
Costoro, nei tavoli di concertazione, si mostrano disponibili, di fatto, poi, la dimenticano.

Negli anni precedenti, abbiamo presentato al Comune diversi progetti, approvati e finanziati per un breve periodo.
Per darti un'idea, cogliamo l'occasione per pubblicare un articolo del primo progetto.

Ti salutiamo, caro amico, e restiamo a tua disposizione per qualsiasi chiarimento».

FOCUS:

- Uno sportello per favorire l’inserimento al lavoro di persone con disabilità

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