Ieri è giunta sulla email della Redazione questa “Lettera Aperta” a firma dell’Ufficio del Sindaco del Comune di Vico del Gargano in risposta a quella del Consiglio di Istituto dell’IC “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano, "Concorso “Quel fresco profumo di libertà", l'istituto scolastico IC “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano bacchetta le Istituzioni", pubblicata su questa Testata Giornalistica il giorno 07 agosto 2020. Si pubblica doverosamente per “Diritto di Replica. Ovviamente siamo aperti, declinando ogni responsabilità per ovvie ragione di “Diritto di Cronaca e Replica a mezzo stampa”, ad altri eventuali confronti tra le parti a mezzo stampa. La Redazione.
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Il Comune di Vico: “Gravissimo il comportamento della dirigente scolastica Donatella Apruzzese”
“No a guerre personali e personalistiche, la scuola è di tutta la Comunità”
«Per l’ennesima volta, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Manicone-Fiorentino di Vico del Gargano, Donatella Apruzzese, ha mancato di rispetto all’intera comunità vichese. Lo ha fatto dapprima con una lettera aperta e una durissima e ingiusta polemica attraverso la quale ha preso di mira l’Amministrazione Comunale, i partiti, le associazioni vichesi e gli enti territoriali di promozione culturale; poi, non contenta, ha deciso di non informare né coinvolgere o invitare le istituzioni comunali e le realtà del tessuto culturale vichese a un evento importante, durante il quale sarà presentato il lavoro realizzato dagli alunni nell’ambito di un progetto nazionale sulla cultura della legalità che ha meritato un riconoscimento nazionale. Agli studenti, naturalmente, vanno le congratulazioni e il ringraziamento dell’Amministrazione comunale e di tutta la Comunità di Vico del Gargano. Purtroppo, al Comune di Vico del Gargano la dirigente scolastica non ha dato modo di partecipare, né ha comunicato mai nulla all’Amministrazione comunale riguardo a quel progetto e al successivo riconoscimento. Più in generale, la dirigente scolastica della scuola pubblica “Fiorentino-Manicone” non informa mai di nulla l’Amministrazione comunale, neanche quando sia la legge che il buon senso la obbligherebbero a comunicare iniziative, azioni e decisioni alle autorità cittadine. Una condotta, quella della dirigente, che riteniamo gravissima. Non è la prima volta che Donatella Apruzzese si rende protagonista di comportamenti molto discutibili. Alle autorità scolastiche regionali abbiamo segnalato tutta una serie di comportamenti che hanno creato disagio alle famiglie e polemiche all’interno della comunità scolastica. E’ quanto accaduto, ad esempio, sulla scelta dell’orario scolastico, con l’imposizione delle 40 ore settimanali e l’alterazione dei moduli di iscrizione cartacei per la scuola dell’infanzia. Una situazione incresciosa, risolta soltanto dopo che le legittime rimostranze di tanti genitori sono giunte alle autorità competenti, tanto da costringere la dirigente a un frettoloso passo indietro. Una vicenda simile ha riguardato anche il servizio della mensa scolastica: in questo caso, analogamente a quanto accaduto per l’orario scolastico, la dirigente ha tentato di imporre l’obbligo di utilizzare il servizio. La stessa dirigente, lo scorso aprile 2019, si è opposta in ogni modo, anche attraverso la pubblicazione di messaggi denigratori su facebook a danno dell’Amministrazione comunale, alla normale potatura di alcuni alberi posizionati in prossimità dell’edificio scolastico “Manicone-Fiorentino”. In quella occasione, inoltre, Donatella Apruzzese ha perfino denunciato il sindaco di Vico del Gargano alla Procura della Repubblica. Il 16 ottobre 2019, invece, per l’inaugurazione del Modello Dada adottato dall’istituto comprensivo, la dirigente scolastica ha deciso di non invitare il sindaco di Vico del Gargano, creando imbarazzo tra le altre autorità presenti all’evento. Una presenza, quella del sindaco, che in un’occasione così importante sarebbe stata più che opportuna, poiché il sindaco è colui che rappresenta tutti i cittadini vichesi. L’Istituto comprensivo Manicone-Fiorentino è una scuola pubblica e, come tale, appartiene a tutta la Comunità di Vico del Gargano. Non è una scuola privata e non appartiene alla dirigente scolastica pro-tempore che è chiamata a dirigerla rispettando la legge, evitando scelte arbitrarie e dannose, mettendosi al servizio della più ampia Comunità scolastica e cittadina con umiltà e gratitudine, non conducendo guerre personali e personalistiche. E’ purtroppo evidente come il comportamento di questa signora abbia ormai configurato una sua incompatibilità con la Comunità di Vico del Gargano, causata dal suo chiaro disprezzo verso le Istituzioni locali, dal mancato rispetto della normativa statale e scolastica testimoniato dall’alterazione dei moduli di iscrizione tesa a impedire ai genitori la scelta di un orario scolastico diverso da quello imposto. L’Istituto Manicone-Fiorentino resta, le dirigenti sono pro-tempore. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, rispettando scrupolosamente la legge e le diverse prerogative dettate dalle norme, per porre un limite ai personalismi deleteri e alle guerre personalistiche condotte con grave danno per la Comunità scolastica e per quella di Vico del Gargano. Com’è nostro dovere, continueremo a segnalare alle autorità competenti ogni altro comportamento arbitrario e non rispettoso delle leggi, delle istituzioni e della Comunità di cui dovesse essere ancora protagonista la dirigente scolastica Donatella Apruzzese».
FOCUS
A cura di Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.
«Caro Sindaco, mi ha fatto piacere l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo per quanto riguarda le “Aree verdi come elemento qualificante del contesto urbano”, con relativo Regolamento per la manutenzione e la cura, non solo da parte dell’Ente pubblico, quanto anche da parte dei privati, al fine di renderli corresponsabili del patrimonio paesaggistico della città. Un’approvazione, che secondo l’Assessore Totaro “ha inteso disciplinare l’attività diretta alla salvaguardia, alla valorizzazione, alla promozione e alla corretta gestione del patrimonio arboreo ed arbustivo, pubblico e privato ed in generale di tutte le aree a verde ubicate all’interno del territorio comunale di Monte Sant’Angelo”. Tutto questo dovrebbe dare un contributo diretto e positivo, in concomitanza della fine dei lavori riguardanti la rete viaria interna della nostra città, alla valorizzazione dell’assetto urbano per quanto riguarda l’aspetto infrastrutturale e paesaggistico. Ma ciò non basta, in quanto rimane sempre l’annoso problema del decoro urbano, specie per quanto riguarda le facciate e le strutture dei nostri palazzi storici e degli immobili pubblici e privati, che si affacciano lungo il corso della città, da Corso Garibaldi fino a Corso Vittorio Emanuele. Un problema che investe direttamente l’aspetto storico e ambientale del Sito Unesco, e che crea, in noi tutti, in maniera deleteria, un senso di abbandono e di mortificazione, nel vedere tanti immobili sporchi, pieni di erba lungo le strutture esterne, crepe nelle facciate, annerimento generale per quanto riguarda il prospetto che si affaccia direttamente lungo il corso.
È tempo di intervenire e di approvare al più presto un Piano di intervento urgente e risolutivo. Del resto tutto questo è già previsto nel Regolamento UNESCO, per quanto riguarda la Buffer Zone e precisamente il Centro Storico e tutto ciò che ruota intorno al Santuario di San Michele, da cui è derivato il riconoscimento UNESCO. Infatti nelle disposizioni generali del Regolamento si legge che “Il Centro Storico di Monte Sant’Angelo fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e pertanto è prescritta la conservazione e il mantenimento dei valori storici, architettonici, tipologici e documentari del patrimonio edilizio e urbanistico esistente”. È obbligo dell’Amministrazione Comunale adottare una serie di criteri e di norme per quanto riguarda la salvaguardia dell’immagine della città, con specifico riferimento all’aspetto esteriore degli edifici, nonché agli elementi di arredo urbano e che comunque ne integrano l’aspetto, al fine di salvaguardare i valori architettonici e ambientali della città, nell’ambito di un piano di sicurezza e di qualificazione dell’ambiente urbano” (Art. 1). Da tutto ciò ne deriva che: “Le facciate che presentino lordure, graffiti o siano state oggetto di vandalismo devono essere ripristinate e ridipinte. Tali casi possono essere oggetto di ingiunzione da parte degli Uffici comunali” (Art. 4).
Tutto questo mi spinge a ricordare che, purtroppo, lungo il corso, da Corso Garibaldi fino a Corso Vittorio Emanuele, vi sono molte case e palazzi in stato di abbandono e di evidente situazione precaria, con facciate screpolate e annerite, ciuffi di erba lungo le facciate e i cornicioni esterni, vari infissi che presentano evidente pericolo di sicurezza, abrasioni e rotture di elementi decorativi ed artistici riguardanti vari palazzi storici, portali e balconi trascurati dai proprietari, senza che nessuno intervenga. Eppure nel Regolamento citato sono previsti interventi obbligatori da parte dei proprietari, oppure dietro ingiunzione dell’Amministrazione comunale, per quanto riguarda “l’aspetto e la manutenzione degli edifici, delle murature e delle tinteggiature” (Art. 5). Purtroppo dal 2011, data del riconoscimento UNESCO, nulla è stato fatto e predisposto.
È tempo di obbligare, per legge, i proprietari degli edifici, sia pubblici che privati, a ripristinare l’aspetto originario, specialmente dei Palazzi storici, ma anche degli immobili pubblici e privati che sono situati lungo il Corso. Inoltre bisogna anche incentivare i privati o chi per essi, voglia intervenire per tutelare il decoro urbano attraverso contributi o sgravi fiscali. Di palazzi storici fatiscenti ce ne sono purtroppo tanti, fra cui Palazzo Amicarelli (sec. XVIII) in Piazza Beneficenza, Palazzo Ciampoli (sec. XVIII) sorto lungo il Corso Garibaldi, Palazzo dei Grimaldi (sec. XVII), Palazzo Gambadoro (sec. XVI) adiacente Largo delle Clarisse, Palazzo dei Nobili (sec. XVI), sorto alle spalle della Chiesa di San Salvatore, nel rione Junno, Palazzo dei Giordano-Todero (sec. XVI), Palazzo Cassa (sec. XVII), Palazzo Rago (sec. XVII), Palazzo De Pascale-Sciarra (sec. XVII), Palazzo De Angelis (sec. XVII) nel rione di Santo Oronzo, Palazzo Giordani (sec. XVII), Palazzo De Cocchi (sec. XVII), Palazzo Vischi (sec. XVIII), Palazzo Roberti (sec. XVIII), Palazzo D’Angelantonio (sec. XVIII), Palazzo Fantetti (sec. XVIII). È tempo che i proprietari di questi palazzi siano obbligati a intervenire per ripristinare l’antico decoro urbano. Ne va di mezzo la reputazione e la dignità di una città e della sua comunità. Non vi è Città UNESCO se non viene predisposto un Piano di salvaguardia e di valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico. Purtroppo, c’è da dire che in tutto questo, vi è anche la noncuranza del patrimonio pubblico comunale, lasciato per anni in abbandono, vedi l’ex Biblioteca comunale o i locali dell’ex Ostello della Gioventù, che sono in un evidente stato di abbandono. In una tale situazione, di mancanza di decoro urbano, la città di Monte Sant’Angelo non può dirsi Città UNESCO, se non rispetta e conserva la propria memoria storica, artistica e ambientale. Allora è tempo di intervenire e risolvere tali situazioni, in maniera tale da creare veramente una Città della Bellezza e del Decoro Urbano, quale segno di un nuovo Rinascimento».
Una Lettera Aperta scritta e inviata alla stampa dall'istituto scolastico IC “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano per redarguire Sindaco, Assessori, Amministratori, Associazioni e Sezioni di Partito, Enti Territoriali e di Promozione culturale, per aver fatto mancare il riconoscimento istituzionale ai bambini e ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo dopo l’eccellente risultato a livello nazionale nel concorso “Quel fresco profumo di libertà”, indetto dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino e dal Ministero dell’Istruzione.
«Tutta la comunità scolastica che rappresentiamo come Consiglio di Istituto dell’IC “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano, anche alla luce di un anno scolastico faticoso ma straordinariamente ricco di esperienze e di opportunità colte e svolte con fervore, si pone una domanda: quanto si crede nell’azione educativa della scuola, che noi tutti rappresentiamo come genitori, docenti, personale ATA e Dirigente Scolastico?
Noi ci sentiamo parte di una comunità democratica che riconosce e promuove la dignità di “bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomini e donne”.
Nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’IC “Manicone-Fiorentino”, fra gli innumerevoli progetti in corso, il progetto Legalità occupa un posto di rilevante importanza. Alla sua attuazione in particolare i ragazzi della Secondaria di I grado, docenti e Dirigente Scolastico dedicano energie e tempo a esperienze formative nella lotta alle mafie, aderendo a concorsi e iniziative sul territorio nazionale che celebrano la memoria delle vittime innocenti delle mafie e dei giudici Falcone e Borsellino.
La formazione sui temi della legalità è volta a educare ed educarsi, piccoli e grandi, alla legalità. Ci impegniamo ogni giorno a promuovere la conoscenza accompagnando bambini e ragazzi nell’esperienza fondamentale dell’apprendimento, mirando a formare il pensiero critico come capacità intellettuale alta. Solo il pensiero critico aiuta a distinguere quel che è apprezzabile (e perché) da ciò che non lo è. Per tutti è un’esperienza di crescita quella che aiuta a dare il meglio di se stessi in ogni circostanza nel percorso di formazione di ciascuno, educando a valutare le scelte, presenti e future.
Come scuola, siamo sempre impegnati a promuovere l’equità attraverso l’inclusione e accompagniamo bambini e ragazzi al rispetto del punto di vista altrui, al confronto attraverso il dialogo, che porta sempre alla scoperta di se stessi, degli altri e del peso che hanno le parole che si usano. È straordinario puntare ad avere piena coscienza dei pregi personali da potenziare e dei difetti da smussare, delle azioni belle che compiamo e di quelle brutte che spesso sono frutto di pregiudizi e rabbia.
L’adesione a due importantissimi concorsi nazionali sulla legalità e i riconoscimenti altissimi ottenuti ci rendono molto orgogliosi, perché il messaggio che insieme noi tutti interiorizziamo, CI EDUCA. Si impara a scuola che val sempre la pena superare il proprio personale punto di vista per riconoscere l’importanza dell’Altro. Educarsi vuol dire reciprocità e in essa c’è l’essenza dello stare al mondo.
Sappiamo che per insegnare ed educare, non solo a scuola, sono indispensabili gli esempi, perché bambini e ragazzi ci guardano, ci osservano, ci emulano. Gli esempi sono gli strumenti di educazione per eccellenza e per questo è importante la correttezza, quella delle parole e delle azioni, quella nostra di adulti nella veste di insegnanti, genitori, amministratori, educatori, ciascuno nel suo importante ruolo nella società civile dove sempre si lascia impronta.
La nostra visione di scuola “libera e pensante” rispecchia i diritti costituzionali alla libertà di opinione e di espressione in tutte le sue forme, all’identità come esseri umani e come cittadini.
All’esercizio corretto dei diritti da parte dei più piccoli dovrebbero sempre corrispondere apprezzamenti e manifestazioni di riconoscimento da parte di tutte le agenzie educative che ruotano intorno a loro.
Riconoscere ai piccoli quanto di bello e importante realizzano, esprimendosi in molteplici linguaggi, vuol dire aiutarli a esercitare il diritto di ciascuno ad autodeterminarsi.
E per questo Sindaco, Assessori, Amministratori, Associazioni e Sezioni di Partito, Enti Territoriali e di Promozione culturale, perché avete fatto mancare il vostro riconoscimento istituzionale ai bambini e ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo dopo l’eccellente risultato a livello nazionale nel concorso “Quel fresco profumo di libertà”, indetto dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino e dal Ministero dell’Istruzione?
Il Consiglio di Istituto dell’IC “Manicone-Fiorentino” di Vico del Gargano»
È un pensiero di tantissimi cittadini. Nello stesso tempo dovrebbe essere quello anche di chi ci amministra, di chi ci governa. Non possiamo pensare che nessuno di loro abbia bisogno di controlli sanitari specialistici. Sarebbe utopico pensarlo. Ed allora perché non si pongono il problema, almeno rendendolo pubblico con richieste a chi di competenza? Mah… Fortunatamente che ci sono cittadini che lo fanno, mettendoci faccia a nome. Da Monte Sant’Angelo, ma non è l’unico, è stato lanciato l’appello. Lo fa Michele Rinaldi, montanaro, in un post, come Lettera Aperta, sul social fecebook .
«Ma possibile che nessuno interviene per garantire la ripresa di visite di controllo specialistiche ed esami strumentali in ambito sanitario ambulatoriale a favore di tanti cittadini affetti da varie patologie di base, che passivamente sono costretti ad accettare le disposizioni imposte a causa dell'eventuale contagio da coronavirus e nello stesso tempo costretti sempre ad assistere passivamente e puntualmente ad assembramenti serali da "movida" che improvvisamente fanno decadere le disposizioni dell'eventuale contagio dello stesso ed identico virus?
Nello stesso tempo si parla poi sempre di più in tema sanitario di prevenzione e di diagnosi precoce.
Da semplice cittadino italiano mi rivolgo a tutti coloro che hanno responsabilità nel governare la nostra Nazione, le Regioni, le Province ed i Comuni affinché intervengano urgentemente, altrimenti di questo passo assisteremo ad un incremento di decessi non più causati dal coronavirus ma da galoppanti patologie non curate».
Presso la nostra Redazione, e in altre, è giunta la Lettera Aperta di Pino Aprile e del Movimento 24 Agosto rivolgendosi a tutti i dirigenti e docenti scolastici d’Italia. In sintesi si chiede di rivedere i testi scolastici per alcuni contenuti che andrebbero riscritti, in particolare sulla storia del sud dell’Italia. A Voi la lettura.
«Gentilissimi,
c'è una novità: non esiste alcuna verità senza conoscenza.
Nei prossimi giorni, i nostri ragazzi frequenteranno la Scuola Secondaria di Primo e di Secondo Grado.
Un gruppo di intellettuali e di docenti, resisi conto delle storture e delle diverse omissioni nel racconto della storia unitaria, ha cominciato a collaborare con la comunità scolastica e con le case editrici per una migliore comprensione della storia della nostra Italia.
Gli storici, raccogliendo le indicazioni di tanti studiosi, hanno corretto alcuni dei loro testi. In occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico, si vuole allargare questa bella esperienza, invitando i docenti a verificare l'attendibilità storica dei libri di testo scelti.
Rianalizzare il "senso del passato" e i mutamenti della società sono due buoni principi formativi. In questo interessante cammino, il Movimento 24 agosto Equità Territoriale vuole esserci per offrire la sua conoscenza storica ai docenti e agli studenti, ma anche per segnalare alcuni testi meno aderenti al vero storico.
Allargare la comunità educante a tutte le risorse plurali del territorio può essere un modo per costruire “la scuola equa”, aperta a esplorare il passato e, in particolare, il significato dato dalla storiografia risorgimentale, alla storia della gente del regno delle Due Sicilie, troppo a lungo falsificato dai testi scolastici.
È vero, i saperi scolastici dei ragazzi, se distorti dai libri “ideologici” romanzati, determinano, non solo cattive interpretazioni dei fatti storici e letterari, ma, anche, iniquità territoriale tra i Sud e i Nord del Mondo.
Questa ragione può essere una motivazione del cattivo uso della storia e una cattiva interpretazione della storia non è offensiva, bensì pericolosa.
Anche per questa motivo, si vuole fare del Movimento 24 agosto Equità Territoriale, un movimento politico transnazionale, non violento, parte del sogno di Mahatma Gandhi e di Nelson Mandela. È vero, la storia identitaria non basta, soprattutto in un tempo epocale di profondo mutamento esistenziale.
In questo tempo storico, c'è la necessità di una distinzione fra ciò che è vero e ciò che si crede che sia vero.
La Scuola, la Famiglia e la Comunità scolastica non possono far fronte alle sfide sociali, economiche, culturali e religiose trascurando i fatti storici, che hanno portato alla formazione della nazione Italia.
Gli studi storici, ormai, hanno evidenziato diverse omissioni nei testi scolastici e molte falsità storiche.
Da 160 anni, tale narrazione storica condiziona la vita dei popoli del Mezzogiorno.
Rivisitare i contenuti dei libri scolastici è, ormai, una necessità, altrimenti quali cittadini si andranno a formare?
Parafrasando lo storico Rosario Romano, si può dire che “un paese idealmente separato dal proprio passato è un paese in crisi d'identità”. Una crisi d'identità che è diventata economica e culturale.
Una crisi politica pianificata, scritta, raccontata e ripetuta da una storia di parte a danno della gente del Meridione, narrata da uno Stato che fatica a essere unitario.
Questa ragione storica insegna che investire in educazione pura, senza vizi ideologici e falsità storiche, in un mondo globalizzato, è una priorità.
La Scuola, pertanto, non è più chiamata a offrire ai ragazzi le conoscenze di una “storia bugiarda” di un sud Italia diverso da quello che era.
La nuova Scuola dell'era digitale può e deve liberarsi dai testi anacronistici e colmi di inesattezze storiche e letterarie, documentate da storici accreditati.
Da questi testi scolastici, intere generazioni di studenti hanno acquisito false conoscenze storiche e letterarie.
La Scuola del futuro potrebbe, invece, essere libera dai condizionamenti delle relative classi dirigenti e offrire ai ragazzi, anche da adulti, "la verità storica e letteraria", oltre alle giuste competenze spendibili nella società globalizzata.
Sono queste esigenze di vita che impongono l'urgenza di invitare la comunità scolastica a rivalutare i testi adottati e i loro contenuti, consapevole che quei “racconti” incideranno nella formazione delle generazioni prossime.
C'è, quindi, il bisogno di riscrivere la vera storia del sud Italia e dei mali sociali, economici e culturali che, ancora oggi, determinano la subordinazione politica e economica del Sud al Nord.
Una storia che resta ancora contaminata da tante falsità ideologiche risorgimentali e postrisorgimentali.
A tal proposito, eloquenti sono le ricerche storiche, scritte e pubblicate da tanti storici revisionisti.
La formazione dei nostri ragazzi, quindi, è la principale condizione per comprendere i nuovi scenari geopolitici, caratterizzati da “nuove” ondate migratorie, che segnano la vita dei nostri giorni, causa di prossime trasformazioni socio-culturali ed economiche.
Questa esigenza di vita e di conoscenza, il Movimento 24 agosto Equità Territoriale la vuole condividere con tutta la Comunità educante, per affrontare insieme le nuove sfide storiche in atto.
Tutto ciò, è una buona ragione per rendere il singolo cittadino partecipe della formazione, in tutti i Comuni d'Italia, di Gruppi di Analisi dei Testi Adottati dagli istituti scolastici italiani.
Per queste riflessioni, la formazione culturale dei ragazzi non può prescindere dal processo di comprensione del passato, che continua a invadere il corso della vita».
Commissione Istruzione Movimento 24 agosto Equità Territoriale