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Questa mattina,14.07.2023, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal GIP del Tribunale di Bari - a carico di cinque persone, di cui tre destinatarie del carcere e due, invece, della misura degli arresti domiciliari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha diretto e coordinato le indagini dei militari dell’Arma.

Si tratta di provvedimenti restrittivi emessi in fase cautelare nei confronti di cinque soggetti ritenuti, allo stato, sotto un profilo gravemente indiziario, quali presunti responsabili – a vario titolo - dei gravi reati di concorso di persone in spaccio di sostanze stupefacenti nonché di possesso ed utilizzo illegale di telefonini all’interno di Istituti di detenzione, il tutto aggravato dall’agevolazione all’organizzazione mafiosa operante in un’area garganica. meglio conosciuta “clan dei montanari”, capeggiata dai “LI BERGOLIS-MIUCCI”.

La complessa ed articolata indagine in questione, sviluppata altresì mediante strumentazioni tecniche da parte degli investigatori dell’Arma, è in particolare scaturita a seguito dell’arresto di un 28enne, avvenuto in Vieste (FG), nel marzo 2021, sempre per reati di droga, per il quale lo stesso è già stato condannato, nell’Aprile di quest’anno, in secondo grado, da parte della Corte d’Appello di Bari, ad una pena di anni 2 e mesi 8 di reclusione, oltre a 12.000 euro di multa. A seguito dei successivi approfondimenti derivanti da tale operazione di polizia giudiziaria dalla quale derivò il sequestro di circa un etto di cocaina, le investigazioni svolte hanno quindi consentito di ricondurre tale condotta criminale, apparentemente estemporanea, ad un contesto più ampio legato al controllo del territorio nel settore del narcotraffico nella città di Vieste (FG) da parte di soggetti riconducibili al “clan dei montanari”.

Tra i destinatari di tale importante misura cautelare custodiale, rilevante soprattutto in termini di ricostruzione degli interessi illeciti e dei fenomeni mafiosi riguardanti tale area geografica, da sempre al “centro” di molteplici interessi criminali nonché protagonista, negli ultimi anni, di efferati omicidi tra clan contrapposti per il controllo del territorio e, specificatamente, del narcotraffico, vi sono anche figure apicali del “clan dei montanari”, tra l’altro già detenuti in carcere per altri procedimenti.

All’atto dell’esecuzione dei provvedimenti in questione, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, Carabinieri del ROS e del Nucleo Investigativo di Foggia hanno altresì eseguito perquisizioni nei confronti degli indagati.

Ancora una volta, Magistratura e Carabinieri, insieme, hanno dato un’importante risposta - in termini di legalità e sicurezza - sul territorio del Gargano, a tutela della collettività. L’ennesima forte testimonianza dello Stato in un’area sensibile della Nazione permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa.

È importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Aumentano le temperature, oltre i 40° C e gli incendi divampano. Il Gargano è nuovamente in fiamme. Al momento non si conoscono le cause. Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Forze dell’ordine, sono già all’opera con buoni risultati.

Dalle prime ore pomeridiane un vasto incendio sta interessando parte del Gargano tra San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo. La SS 272 è colma di fumo ed è ora attenzionata dalle Forze dell’ordine e dalla Protezione Civile, con i mezzi del Gruppo Soccorritori Gamma27 Vab Puglia, Pegaso.

Dalle prime informazioni ricevute da persone in loco, l’incendio divampato alle ore 13:00 nell’area viestana di Piano Grande pare sia stato spento, bonificando l’area.  Un’azione “fulminea” grazie alle telecamere di controllo che hanno permesso fin da subito di intercettare le fiamme e domarle.

Tuttavia, nelle aree interessate dai roghi stanno ancora operando mezzi dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, dei vari gruppi locali. In particolare si sta operando sulla SS 272, che in località Pantano e zona Campolato, nel tratto tra San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, vi sarebbero ancora roghi in atto

Le colonne di fumo innalzate si vedono invari centri cittadini garganici, che il vento sta direzionando verso la costa. C’è preoccupazione tra le persone che vivono in campagna, lontane dai centri abitati ma vicine alle aree in fiamme, per i loro averi e bestiame.

Dalla Protezione Civile fanno sapere che è tutto sotto controllo, che non vi son stati casi che hanno interessato persone e cose, solo aree boschive, e che le fiamme rimanenti saranno domate al più presto.

La qualifica di Città si acquista attraverso la propria storia, la propria cultura e la propria identità, quale espressione di civiltà di vari popoli che hanno contribuito a far sì la città sia espressione completa del suo patrimonio storico-culturale, oltre che religioso.

Popoli, come i Dauni, i Greci, i Romani, i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, che, già dall’antichità fino all’Altomedioevo, hanno creato e dato origine alla civiltà europea, che oggi ritroviamo in tante città mediterranee, fra cui Atene, Bisanzio, Taranto, Napoli, Roma. Città eterne, ricche di arte e cultura, che oggi rappresentano ciò che l’Italia ha creato e dato origine per costruire l’unione e la civiltà dell’Occidente europeo. Monte Sant’Angelo, insieme a Siponto, Arpi, Canosa, Herdonia e le città che erano sorte nell’antichità lungo le coste garganiche,   come Matinum, Uria (Vieste), Rodi Garganico, fino a Termoli, costituiscono, con la loro storia e la loro cultura, la civiltà daunia e quindi la cultura e l’etnia della Puglia, un tempo chiamata Iapigia, attraverso la presenza di diversi popoli provenienti dall’Illiria, come i Dauni che si stanziarono nella Puglia settentrionale, i Peucezi nella Puglia centrale e i Messapi nel Salento. Il Gargano, già nel 1300 a. C., viene ad essere un approdo di vari popoli che provenivano dall’Oriente e precisamente dall’antica civiltà micenea, attraverso quel fenomeno emigratorio che si ebbe dopo la guerra di Troia, con la presenza sul Gargano di vari eroi che avevano partecipato alla guerra, fra cui Diomede, Calcante e Podalirio, Dauno, Pilunno e altri. Da questi nascono vari culti, fra cui i culti di Calcante e di Podalirio che li troviamo per la prima volta in Italia, sul monte Drion, come afferma Strabone, collocato proprio sul vertice di una grotta e il secondo Podalirio nella Vallata di Carbonara, dove scorre il fiume Altheno, che sbocca verso le spiagge di Mattinata. Culti non isolati, in quanto nella Daunia troviamo altri culti e miti, fra cui il culto di Pilunno, da cui deriva la denominazione del Rione Junno, primo nucleo della futura città di Monte Sant’Angelo, il culto di Giove Dodoneo su Monte Sacro in Mattinata, il culto di Giano a San Giovanni Rotondo, il tempio di Diana a Siponto, il mito di Archita a Mattinata, il mito di Ercole a Manfredonia, e infine il mito di Gargano, da cui nascerà la leggenda delle  Apparitiones.

La grotta di Calcante, attirava gente da ogni parte della Puglia, in quanto era un culto divinatorio, che esaudiva le richieste di gente malata, in cerca del proprio benessere mentale e fisico, mentre il culto di Podalirio, con le sue acque salutari, aveva una funzione di guarire ogni male. Nel tempo, con la civiltà romana e quindi con le varie sue conquiste, verso Oriente ed Occidente, i Romani portarono a Roma e in altre parti del loro impero, vari culti pagani provenenti dall’Oriente, fra cui il culto di Mitra, che ritroviamo proprio sul Monte Gargano, nello stesso luogo del culto di Calcante. Un culto, quello di Mitra, che aveva come elemento divinatorio il sacrificio di un toro. Lo stesso che ritroviamo nelle Apparitiones, allorquando alla fine del V secolo, si ebbe la leggenda di Gargano che trafigge con una freccia il toro smarrito sulle pendici del Monte Gargano, ma la freccia invece di uccidere il toro ritorna indietro e ferisce l’arciere. Episodio da cui nascerà il culto di San Michele in Occidente, attraverso le varie apparizioni al vescovo sipontino Lorenzo Maiorano.

Un avvenimento che attraverso le Apparitiones Sancti Michaelis diventa l’elemento sacro per la nascita del culto di San Michele nella stessa grotta dove è avvenuto il fatto miracoloso. Da questo momento il Monte Gargano diventa Montis Sancti Angeli e, quindi, un luogo sacro attraverso un vasto fenomeno di pellegrinaggio che determina così gradualmente la nascita e lo sviluppo della città micaelica.

Dal pellegrinaggio verso la Montagna Sacra avrà inizio la diffusione del culto micaelico in tutta Europa, tanto che il Gargano e, quindi, la Città di Monte Sant’Angelo, diventeranno elementi di congiunzione fra l’Oriente bizantino e l’Occidente latino, dando origine nel contempo a numerosi insediamenti micaelici in tutta Europa, lungo quella che poi sarà denominata la Linea Sacra di San Michele che va dall’Irlanda, attraverso la Francia e l’Italia, passando per il Gargano, verso Gerusalemme, sul Monte Carmelo, sede del culto di San Michele in Terra Santa.

La città di Monte Sant’Angelo non è solo luogo sacro, ma anche elemento di prestigio in campo politico, tanto che vari popoli, come i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, gli Svevi. gli Angioini e gli Aragonesi, faranno del Gargano e, quindi, del culto micaelico un elemento di propaganda e di prestigio politico, per la loro diffusione verso l’Italia meridionale, quasi, come afferma Giorgio Otranto, un instrumentum regni. Specialmente in età longobarda, fra il VII e il IX secolo, la città di Monte Sant’Angelo, con il suo santuario, diventa un luogo sacro e nello stesso tempo un luogo di prestigio per affermarsi come un popolo non solo a livello locale, quanto a livello europeo, tanto da creare i presupposti per la nascita e lo sviluppo della Via Sacra Langobardorum o Via Micaelica, dal cui percorso incomincerà il processo politico-culturale che porterà alla formazione dell’unità europea e, quindi, all’incontro, su base culturale e religioso, dei popoli europei. Un grande itinerario, quello della Via Micaelica, che avrà una funzione di unificare diverse culture e diverse civiltà fra Oriente ed Occidente. E al centro una Città come Monte Sant’Angelo, che vedrà la presenza di vari papi, re, imperatori, principi, ma soprattutto di tanta gente proveniente da ogni parte dell’Europa, per visitare la grotta di San Michele. Una Città santa, ma soprattutto una città ricca di monumenti e di opere d’arte, espressione dei vari popoli, con le loro culture e le loro civiltà, che vediamo espresse in numerose chiese, monasteri e castelli, diffusi in tutto il centro urbano, il quale avrà come elemento aggregante e simbolico il Rione Junno, da cui si formerà l’identità culturale e sociale della città micaelica, quel rapporto simbiotico fra uomo e ambiente, fra il sacro e il profano, in un processo di civiltà e di cultura in perenne divenire. Inoltre una Città che diventa tale attraverso vari episodi storici, come la formazione di un vero e proprio Comitatus politico del Gargano, sotto la dominazione normanna di Enrico, conte di Monte Sant’Angelo e di Lucera, dove la città micaelica diventa il centro più importante del Gargano. Per non parlare poi dell’incontro fra un gruppo di normanni e Melo da Bari, nell’atrio della nostra grotta, da cui nascerà la dominazione normanna nell’Italia meridionale, tanto da dare origine, poi, nel 1177 all’Honor Montis Sancti Angeli, promulgato dal re normanno Guglielmo II, l’ultimo duca normanno, autore di una Constitutio dotalii, in occasione del suo matrimonio con Giovanna, figlia del re Enrico II d’Inghilterra. In altri termini alla sposa egli concedeva in dotazione l’Honor Montis Sancti Angeli, che venne da allora a costituire una circoscrizione autonoma, feudo delle regine di Sicilia. Poi, ancora la presenza assidua di Federico II di Svevia, nel cui castello viveva la sua amante Bianca Lancia, diventata sua sposa dopo aver dato alla luce il figlio Manfredi. E poi la presenza degli Angioini, che costruiscono l’attuale Basilica con il maestoso campanile, ad esempio di una delle torri di Castel del Monte. Ma la città micaelica diventa tale con il decreto papale del 1401, ad opera del papa Bonifacio IX, il quale proclamava la chiesa garganica concattedrale con quella di Manfredonia, mentre la Città assumeva la qualifica di città metropolitana, Così si legge nel decreto papale: “Ad honore dell’Onnipotente Dio Padre, Figliuolo, e Spirito Santo, e a lode, e gloria del medesimo gloriosissimo Principe Michele Arcangelo, per esaltazione della sua Santa Chiesa, ad aumento del culto Divino,…. ergiamo la predetta Terra in Città, e l’adorniamo coll’insegne, e titolo in Città, e vogliamo, che per memoria indelebile di quelle cose, che si fanno da Noi in quella parte, essa chiamata sia Città Garganica nei perpetui tempi futuri; e di più per li predetti consiglio, e potestà ergiamo, e costituiamo la medesima Chiesa in Cattedrale, e Metropolitana, cui vogliamo, e comandiamo, che presieda il nostro venerabile fratello Nicolò Arcivescovo Sipontino, siccome si vede preposto alla Chiesa di Siponto. Et uniamo, congiungiamo, e incorporiamo infine ambedue le dette Chiese Sipontina, e Garganica” (P. SARNELLI, Cronologia dei Vescovi et Arcivescovi Sipontini, Manfredonia 1680, pp. 265-2669).

Nel 1552, il feudo di Monte Sant’Angelo, dopo l’ultimo suo feudatario, Ferrante, nipote di Consalvo di Cordova, diventava di proprietà assoluta della famiglia dei Grimaldi, originaria di Monaco, che lo tennero per ben 250 anni, fino alla cessione, nel 1802, del feudo e del castello, al Comune di Monte Sant’Angelo. La famiglia dei Grimaldi era la più importante famiglia del Gargano, per lignaggio e per i suoi possedimenti, che erano sparsi in tutto il Gargano, fino nella pianura del Tavoliere. Una città feudale, con un baronaggio tale da influenzare tutta la vita sociale ed economica, non solo del Gargano, ma anche della Puglia settentrionale, con sede prima nel Castello e poi nel Palazzo dei Grimaldi, di fronte al Santuario di San Michele, e con numerosi possedimenti, consistenti in terre, palazzi, masserie fortificate, esistenti sia sul Gargano che nella Piana di Macchia. Un potere feudale immenso, sul piano politico e sul piano economico-sociale, che si manifestò per tutto il Seicento e il Settecento, fino all’eversione della feudalità (1806). E, poi, ancora, nel periodo pre-Unità, Monte Sant’Angelo diede un valido contributo all’Unità d’Italia, attraverso i suoi uomini più rappresentativi, che fecero parte della Carboneria, fra questi i fratelli Giordani, gli Amicarelli, i Gelmini, i Basso, i d’Angelantonio, i Torres, gli Azzarone, i Simone, i Rago, i Mantuano, di cui dobbiamo ricordare l’Arcidiacono Nicola Mantuano (1794- 1876) e infine don Berlingiero De Nicastro e il  Dott. Fisico Filippo d’Errico.

Del resto se prendiamo in esame lo sviluppo demografico della città, ci accorgiamo che, mentre le altre città garganiche e daune, avevano pochi abitanti, vedi Foggia capoluogo (ab. 31.562, nel 1861), Manfredonia (ab. 7.513, nel 1861), Vieste (ab. 5638, nel 1861), Vico del Gargano (AB, 8.273, nel 1861), Monte Sant’Angelo nel 1861 aveva più di 15.444 abitanti, per giungere poi nella prima metà del Novecento, anno 1951, a 23.478 abitanti, mentre Foggia ne aveva 97.504 ab., Manfredonia 29.925 ab., Vieste 12.743 ab.

Con tutto ciò, voglio dire che, la città micaelica ha avuto una grande importanza nella storia del Gargano e anche della Daunia, tanto da essere, anche negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, un punto fermo nel campo culturale, economico e religioso. Per tutto questo, quindi, non possiamo chiamare la nostra Città, un borgo, in quanto la sua storia e la sua cultura le hanno assegnato un posto preminente, come Città, nella storia culturale del Gargano e anche della Capitanata, tanto che negli anni Cinquanta (1950) si era parlato di creare nella Capitanata una seconda provincia che faceva capo a Monte Sant’Angelo, come capoluogo dell’intero Gargano. La città di Monte Sant’Angelo, quindi, nella sua storia non è stata mai considerata un “borgo”.

nota degli Attivisti di Monte Sant'Angelo appartenenti al MoVimento 5 Stelle.

«Oggi il PD cittadino ha emanato un editto: " Visto che non riusciamo a rispondere nel merito, attacchiamo chi pone le domande".

QUI IL COMUNICATO DEL PD DI MONTE SANT'ANGELO

QUI LA RISPOSTA DELL'ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE ARMONIA

Ma purtroppo ha dimenticato le centinaia di liberi cittadini che hanno sottoscritto la petizione (non avviata da Armonia) e che attendono risposte, cittadini che nulla hanno a che vedere con il presidente e con l'associazione citata dalla buona classe dirigente piddina.

QUI LA DIRETTA FACEBOOK

Vogliamo e pretendiamo risposte, illustrate il progetto esecutivo, dite chiaramente ai cittadini quali saranno i materiali che sostituiranno i basolati non recuperabili, nome e cognome di questi materiali (pietra calcarea equivale a non dire nulla). Infine ,a nome di tutte le menti libere, vi chiediamo di non offendere l'intelligenza e l'indipendenza del popolo montanaro.

CLICCA QUI E FIRMA LA PETIZIONE

Noi nei vostri giochetti di potere non vogliamo entrarci, le beghe di una sinistra passata e futura, risolvetele fra voi.

AI CITTADINI DATE RISPOSTE CONCRETE E CHIARE!

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Se non ne avete abbiate il coraggio di rimettere il mandato nelle mani dei montanari».

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Italia Nostra al Sindaco: «Si adottino soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non si perda un’identità. Firma la petizione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. “Un finanziamento non vale la distruzione di un simbolo”. I Cinque Stelle di Monte puntualizzano

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. "Oltre le Scale", l'assemblea pubblica sulle perplessità future

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. M5S: «Storia di una scalinata che non va demolita»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Prof. Piemontese: «Monte senza cultura, senza la conoscenza e la valorizzazione dei Beni culturali non ha futuro»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. I riflettori restano accesi, anche nel largo Tomba di Rotari

- MONTE SANT'ANGELO, SCALINATA DI TORRE DEI GIGANTI. L'ARCI: «NESSUNO HA INTENZIONE DI BLOCCARE I FINANZIAMENTI A PATTO CHE I LAVORI VENGANO ESEGUITI COME RESTAURO ED A REGOLA D'ARTE PRESERVANDO ARCHITETURA E STORIA»

#contrappunti

«Molto tempo fa, giunta DC-PCI, riuscii a dirottare su Macchia un finanziamento per realizzare la pavimentazione antistante la chiesa della Madonna della Libera.

Controllavo la perfetta esecuzione dei lavori anche se ero solo il delegato di Macchia.

Il giorno in cui c'è stata l'assemblea per la scalinata di Via Torre dei Giganti, ho fatto alcune foto alla Piazza Carlo d'Angiò che evidenziano molte decine di basolati rotti durante la messa in opera, tombini e pavimentazione realizzati senza alcuna geometria come se avessero operato maestranze e ingegneri senza alcun criterio professionale. Qualcuno mi ha detto che la sovraintendenza avesse data quell'indicazione per evidenziare le diverse epoche che hanno visto Lu Scutt punto di arrivo di pellegrini e dominatori.

Se questo fosse vero il problema sarebbe ancora più grave perché mancherebbe anche uno spirito critico indispensabile per confrontarsi con le vecchie maestranze che ci hanno lasciato in eredità un gioiello di città.

Mi sono chiesto cosa avrebbero combinato, i nostri eroi, se nello stesso periodo avessero dovuto realizzare, con le medesime indicazioni, la piazza e la strada della Basilica di San Pietro che ha una storia ancora più antica di quella della Basilica di San Michele?

Agli amministratori voglio ricordare che la loro presenza è solo di passaggio e che essi verranno ricordati specialmente per le cose brutte che avranno realizzato; se continuano di questo passo il loro ricordo resterà indelebile nei decenni a venire.

 

Tombino e pietra Apricena rotta MSA lug2023

 

Dai consiglieri comunali di maggioranza la città si aspetta uno scatto di coerenza con quanto di buono nei secoli è stato realizzato a Monte.

Dalla minoranza mi aspetto invece, non un atteggiamento distruttivo tipico della politica del PCI e dei suoi derivati durante i periodi in cui era all'opposizione, bensì un progetto di amministrazione che, evidenziando i gravi disastri dell'attuale giunta ne impedisca la realizzazione.

Dal vice presidente della Regione Puglia che io, pur non essendo di sinistra ho votato e fatto votare per tre volte, mi piacerebbe una approfondita analisi sul come vengono spesi i tanti milioni di euro pervenuti a Monte e se siano state realizzate opere che abbiano innescato la tanto decantata "RESTANZA" attraverso opere concrete che possano produrre posti di lavoro stabili ed una nuova economia (diversa dall'attuale che si fonda per il 93% sulle pensioni e sul posto fisso) oppure se, quelle ingenti risorse, sono servite solo per realizzare il solito specchio per le allodole, indispensabile per ottenere consensi elettorali.

 

Tombini pavimentazionebasilica MSA 6apr2023

 

Quando mio padre era in vita, noi figli chiedevamo che piantasse nei pressi della masseria di Macchia alcuni alberi di pini. Lui non lo ha mai fatto perché diceva che bisognava piantare solo alberi che producevano frutti.

Dopo la sua morte abbiamo piantato i pini che sono stati in gran parte eliminati perché non solo non producevano niente ma i loro aghi rendevano sterile il terreno circostante!

Le foto riportate mostrano quanto di sopra riferito».

nota dell'Arci Nuova Gestione - Monte Sant’Angelo.

«Il giorno 30 Giugno 2023 si è svolta l'assemblea pubblica organizzata dalle associazioni promotrici, Legambiente, Arci Nuova Gestione, Lega Consumatori e Un Monte di Idee, con gli esperti che sono intervenuti in apertura, l’architetto Gianfranco Piemontese e lo storico Giuseppe Piemontese per discutere del futuro della scalinata monumentale in pietra di Monte Sant'Angelo di Via Torre Dei Giganti ed altri lavori previsti, già città Unesco, candidata a Capitale della Cultura Italiana 2025 e designata a Capitale della Cultura di Puglia per il 2024, scalinata che è interessata ad un progetto di "riqualificazione" e non di "restauro" come ci si potrebbe aspettare vista l'importanza storica dichiarata anche dagli stessi storici ed architetti presenti.

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Nei numerosi interventi da parte della popolazione quello che riteniamo mettere in risalto è di Daniele Castellazzi turista ed ingegnere dell'ufficio tecnico di San Felice Sul Panaro (Modena) che ha effettuato un pò di precisazioni sia come tecnico che come turista del quale abbiamo apprezzato sia il lato tecnico in cui incitava il comune a fare un lavoro di "restauro" e non di "ristrutturazione", perchè le parole sono importanti avendo un senso differente come lo è la "riqualificazione" termine troppo generico in cui non vi è chiarezza e sia il punto di vista turistico dove un turista si aspetta di vedere l'aspetto reale del paese e non quello "riqualificato", per cui incitava a lasciare intatti scorci che rendono l'idea al turista di quale sia la sua vera natura, essenza ed aggiungiamo la sua anima.

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La disponibilità e l'apertura alle critiche mosse dalla popolazione da parte dell'assessore ai lavori pubblici speriamo che possa essere condivisa da parte di tutta l'amministrazione nell'attuazione del progetto in cui deve essere rispettata la volontà popolare espressa durante l'assemblea al di là dei finanziamenti ottenuti che nessuno ha intenzione di bloccare, sia i lavori che i finanziamenti, a patto che vengano eseguiti come restauro ed a regola d'arte preservando e conservando sia l’aspetto architettonico che di valore storico con l’utilizzo degli stessi materiali (vedi pietra calcarea di Monte) della stessa scalinata Via Torre Dei Giganti e questo vale per tutti gli interventi previsti nella “Buffer Zone” UNESCO.

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Siamo consapevoli che se vi è la volontà politica siamo certi che si troveranno tutte le soluzioni, compresa la pietra calcarea di Monte Sant'Angelo, in modo da non deturpare e depauperare un bene culturale che viene riconosciuto tale da tutta la popolazione».

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

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- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. I riflettori restano accesi, anche nel largo Tomba di Rotari

nota di Legambiente Circolo FestambienteSud - Monte Sant’Angelo.

I cittadini contestano un progetto sbagliato che rischia di distruggere i valori culturali della capitale della cultura pugliese.

È stato grande a Monte Sant’Angelo, il successo dell'iniziativa di venerdì 30 Giugno, promossa da Arci, Un Monte di Idee, Legambiente e Lega Consumatori, sul tema del rifacimento della scalinata monumentale di via Torre dei Giganti.

La nutrita partecipazione di tante cittadine e cittadini montanari e di numerosi turisti all'evento e alla discussione che ne è scaturita, oltre a costituire elemento di soddisfazione per chi l’ha promossa è stato il primo e più forte segnale dell'esigenza dei cittadini di dire la propria in ordine agli imminenti lavori di rifacimento di piazze e strade del centro storico di Monte Sant'Angelo (buffer zone del sito UNESCO e cuore della città che nel 2014 sarà capitale della cultura di Puglia).

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A conferma che è significativamente cresciuta negli anni una rinnovata sensibilità della popolazione ai temi dell'ambiente urbano e dell'identità culturale della Città. In particolare, non si può non registrare la chiara e nettamente maggioritaria scelta dei cittadini presenti a favore della salvaguardia della pietra di Monte, sottolineata anche dagli esperti che hanno introdotto la discussione, tratto identitario insostituibile della storia di Monte Sant'Angelo, presente tanto nella scalinata di Via Torre dei Giganti, quanto nell'area circostante la 'Tomba di Rotari'.

Dalla pubblica assemblea, infatti, è palesemente e chiaramente emersa la scelta a favore di un'opera di “restauro” della scalinata con il recupero dell'intero materiale esistente, contro un'idea di sostituzione dello stesso con nuovi materiali non meglio precisati o genericamente definiti come “pietra calcarea”. Da questo punto di vista, Legambiente è costretta a evidenziare come parziali e insoddisfacenti siano apparse le risposte dell'assessore ai lavori pubblici Giovanni Vergura.

Se è vero, infatti, che quest'ultimo si è reso ampiamente disponibile al pubblico confronto, cosa di cui si è espressamente dato giusto riconoscimento, è anche vero che negli interventi dello stesso non sono mancati ampi margini di non chiarezza circa le scelte che concretamente l'amministrazione comunale porrà in essere nell’esecuzione dei lavori in parola.

Non è ancora dato comprendere, a tutt'oggi, se si è disponibili a commutare un progetto di “ristrutturazione”, quale è al momento, in un progetto di “restauro”, come noi ci auguriamo e come si sono chiaramente espressi la maggior parte degli intervenuti.

Ricordiamo che la stima che è stata effettuata dai tecnici che sono stati incaricati dell’interventi limita al solo 30% la quantità di pietra locale recuperabile per le opere di rifacimento della scalinata di Via Torre dei Giganti e dell'area antistante la 'Tomba di Rotari'' e che pertanto il 70% di essa sarà sostituita con altri materiali edili.

Legambiente contesta questa stima che, oltre che essere superficiale, è spiegabile solo perché il progetto elaborato e in cantiere è improntato a un criterio di “riqualificazione” urbana che parte dal principio del rifacimento. Se fosse un progetto di “restauro” i criteri di valutazione sarebbero completamente diversi e si tenderebbe al recupero quasi totale del materiale esistente.

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Al termine dell'assemblea è stata formulata anche la proposta dell’istituzione di un tavolo di lavoro, tra amministrazione, cittadini, associazioni e tecnici, capace di pervenire in maniera interdisciplinare alla individuazione dei corretti interventi atti a salvaguardare la pietra di Monte esistente nei manufatti oggetto delle opere di rifacimento.

Ci auguriamo che tale proposta possa venire considerata e fatta propria dall'Amministrazione Comunale, onorando il principio della partecipazione dei cittadini e dei portatori di interesse collettivo alle scelte irreversibili che riguardano il futuro della città, nell'unico interesse della salvaguardia di elementi architettonici importantissimi della Città dell'Arcangelo e della sua stessa storia.

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Così come ci auguriamo che l’amministrazione valuti attentamente la proposta di Legambiente di mettere a punto un progetto particolareggiato di restauro, prima che partano i lavori, per evitare di affidare a tecnici e maestranze destinatarie al momento di un mandato improprio, interventi delicati come quelli dei due siti succitati. Una cosa deve essere chiara: l'attenzione su questa vicenda non smetterà di essere alta e il destino della scalinata monumentale di via Torre dei Giganti e dell'area antistante la Tomba di Rotari continuerà a essere al centro dell’attenzione non solo di Legambiente, ma di tante cittadine e tanti cittadini di Monte Sant'Angelo.

Ci auguriamo che di questo si vorrà tener debito conto in una città UNESCO, finalista come Capitale italiana della Cultura per il 2025 e designata Capitale della Cultura di Puglia per il 2024.

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Italia Nostra al Sindaco: «Si adottino soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non si perda un’identità. Firma la petizione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. “Un finanziamento non vale la distruzione di un simbolo”. I Cinque Stelle di Monte puntualizzano

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. "Oltre le Scale", l'assemblea pubblica sulle perplessità future

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. M5S: «Storia di una scalinata che non va demolita»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Prof. Piemontese: «Monte senza cultura, senza la conoscenza e la valorizzazione dei Beni culturali non ha futuro»

Grave incidente stradale sulla SS89, in zona Macchia, nel tratto che collega Mattinata a Manfredonia. La notizia è giunta circa un’ora fa e parrebbe siano coinvolte un’automobile e una motocicletta.

La dinamica non è del tutto chiara ed è al vaglio delle Forze dell’ordine che sono sul luogo. Da quanto raccolto, anche attraverso testimonianze sul luogo che hanno interagito con la redazione attraverso contatti social e da quanto si vede in un video pubblicato sulla pagina Facebook “Voce di Foggia”, si è reso necessario l’intervento dell’elisoccorso e sanitari del 118.

Al momento non si conoscono i particolari delle persone coinvolte e la gravità.

Sulla strada, tuttavia, si registrano automezzi bloccati, incolonnati in attesa dei rilievi degli inquirenti. Autovetture perfino bloccate in una delle gallerie presenti sulla strada. E c’è anche chi è stato costretto a deviare percorso dirigendosi a Monte Sant’Angelo per raggiungere il capoluogo dauno.

AGGIORNAMENTO

Le forze dell’ordine confermano l’incidente tra un’autovettura e una motocicletta. L’impatto è stato violento al punto che il motociclista ha riportato una frattura al bacino e al femore, tale da essere fin da subito assistito con una trasfusione di sangue eseguita durante il trasporto in elicottero all’ospedale di san Giovanni Rotondo. Nell’auto, invece, c’erano due donne, che non hanno riportato ferite gravi e medicate ai Riuniti di Foggia.

L’intervento del prof. Giuseppe Piemontese all’assemblea cittadina “Oltre le scale”, dal minuto 27’:30’’, di venerdì 30 giugno, dalle ore 18:30, presso la scalinata di Via Torre dei Giganti.

«Buonasera.

Sono il prof. Giuseppe Piemontese, della Società di Storia Patria per la Puglia, chiamato in causa per spiegare l’importanza storica di questa scalinata, che non a torto si chiama Via Torre dei Giganti. Del resto anche la denominazione toponomastica sta a significare il valore di un luogo e questo valore si acquisisce non da un giorno all’altro, ma attraverso i secoli e, quindi, qualora si debba intervenire, bisogna rispettare soprattutto la storia culturale di esso, l’identità specifica del luogo. Per questo mi sento di intervenire anche perché tutto la mia vita di uomo di cultura è improntata alla conoscenza e alla valorizzazione della nostra identità storica, che significa bellezza, cultura e civiltà e noi tutti siamo i testimoni di grandi civiltà che vanno al di là della nostra esistenza, ed esse acquistano valore attraverso vari percorsi culturali di cui siamo eredi. E, oggi, in un certo qual modo, mi sento quasi defraudato quando abbiamo presentato la candidatura Monte Capitale della Cultura Italiana 2025, in quanto, secondo noi, abbiamo una storia non inferiore a quella di Agrigento, soprattutto se  riferito  alla  nostra  storia  che  affonda  le  sue  radici  nella  cultura mediterranea, la cui storia fa da ponte fra Oriente ed Occidente, specie se il tutto oggi è rapportato al conflitto in atto fra il mondo occidentale e il mondo orientale, fra l’Islam e il Cristianesimo. Per questo dobbiamo continuare a difendere e a salvaguardare ciò che i nostri padri ci hanno lasciato.

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Ritornando un po’ all’oggetto di cui sono oggi stato interpellato, noi abbiamo di fronte una realtà che affonda la propria radice nella struttura delle antiche mura, che facevano da corollario al Rione Junno e, quindi, alla città micaelica sorta intorno al Santuario di San Michele e a tutto ciò che nei secoli è stato costruito, fra cui i monumenti espressione della cultura cristiana, ma anche della cultura greco-romana, che sta a fondamento del cristianesimo.

I due punti cardinali della nostra città sono: da una parte il Santuario di San Michele e dall’altra il Castello e, infatti, da questo punto in cui sto parlando, si vedono due prospettive: il Santuario e il Castello e questa scalinata è l’elemento di congiunzione fra di essi, cioè fra il sacro e il profano e, quindi, non può essere distrutta nè creare un manufatto nuovo, anche perché da alcune foto del Novecento, su in alto della scalinata, vi era, nel 1920, una torre di vedetta che faceva parte delle antiche mura della città e che in seguito è stata distrutta per costruire alcuni ambienti del Convento dei Cappuccini e della Chiesa di San Nicolò, costruiti rispettivamente nel 1595 e nel 1601. Convento che nasce fuori le mura, in quanto generalmente i Cappuccini avevano l’abitudine di costruire i loro conventi fuori le mura della città. In questo senso l’attuale scalinata aveva il compito di collegare il Rione Junno alla città, attraverso il Castello e il Santuario di San Michele.

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Quindi, noi non possiamo snaturare quella che è stata la nostra identità, distruggendo il vecchio, cioè l’antico. Nel mio articolo citato ho detto che bisogna restaurare la scalinata attuale, intervenire attraverso nuove metodologie, affinché quello che abbiamo della scalinata rimanga e venga utilizzato attraverso nuove tecniche conservative. Questo è il mio pensiero di storico, ma anche in quanto figlio di costruttore, che non si permetteva mai di abbattere tutto, conservando ciò che poteva servire ed essere utilizzato. Questo è il compito di un uomo di cultura e questo è anche il compito della nostra tradizione culturale e la politica deve incominciare ad essere più sensibile verso il proprio passato, verso la cultura locale a cui Monte deve il proprio passato. Un passato che deve costruire il proprio futuro. Monte esiste solo perché ha una sua tradizione, una sua identità culturale che non può essere annullata, né snaturata, distrutta, perché se si distrugge l’anima di un luogo, o come affermano i Greci il Daimon o spirito del luogo, oppure come dicevano i Latini il Genius Loci, si distrugge tutto ciò che appartiene all’anima degli uomini. Noi siamo andati avanti, in questi 3 millenni di storia, da quando si svilupparono sul Gargano le civiltà pre-elleniste, fra cui la civiltà daunia, con i suoi miti e i suoi culti, fra cui i culti di Calcante, di Podalirio, di

Diomede, di Pilunno, fino a quando, nella tarda antichità, non sorse il culto di San Michele. Noi abbiamo una storia antica tramandata dai nostri progenitori e il nostro compito, caro Assessore, è quello di continuare ciò che i nostri avi, i nostri progenitori ci hanno lasciato, nel rispetto dell’ambiente, con il suo patrimonio storico-artistico, tanto da diventare esso stesso un elemento peculiare per il futuro di Monte Sant’Angelo.

Monte senza cultura, senza la conoscenza e la valorizzazione dei Beni culturali non ha futuro, per cui la politica non deve isolarsi, ma deve cercare di coinvolgere gli elementi che vivono per la bellezza e l’identità culturale di un luogo particolare e unico come quello di Monte Sant’Angelo.

Grazie».

FOCUS

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nota degli Attivisti di Monte Sant'Angelo appartenenti al MoVimento 5 Stelle.

Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.

«Su iniziativa di alcune associazioni locali, culturali e non, venerdì 30 giugno, dalle ore 18:30, si è tenuta presso la scalinata di Via Torre dei Giganti, un'assemblea di cittadini per dibattere sulle sorti della monumentale scalinata adiacente l'ex convento dei cappuccini che da via Garibaldi porta al castello. L’evento è stato trasmesso in diretta su Facebook.

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L' obiettivo della riunione era quello di accertare la verità su quanto si dice in giro circa i lavori che a breve interesseranno, tra l'altro, anche la predetta scalinata. Corre voce, infatti, che tale monumento sarà interamente divelto e sostituito con una "bellissima scalinata in pietra di Apricena" simile a quella realizzata qualche tempo fa proprio per migliorare l'accessibilità al convento.

Subito dopo una breve introduzione del moderatore, hanno preso la parola i vari rappresentanti delle associazioni che hanno promosso l'iniziativa i quali, ognuno a proprio modo, hanno sottolineato la necessità che venga rivisto il progetto di smantellamento della scalinata, ognuno proponendo soluzioni alternative. Ciò che è parso chiaro a tutti e che sarebbe da evitare la costruzione ex novo del manufatto in argomento.

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Ha preso, in fine, la parola l'assessore locale ai Lavori Pubblici, Giovanni Vergura, che, cogliendo di sorpresa sia gli intervenuti prima di lui sia gran parte dei presenti, ha affermato che nulla di quanto paventato fa parte del progetto approvato dall'Amministrazione comunale con l’avallo della Sovrintendenza e che è, invece, prevista una restaurazione dell'esistente con l’eliminazione degli errori che sono stati perpetrati negli anni su quella infrastruttura.

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Perfino il moderatore ha voluto chiedere conferma all’assessore di quanto da lui affermato, questa volta però non ha ricevuto una chiara conferma per l'accavallamento di voci e brusii che hanno impedito o comunque rimandato la risposta. Si è quindi dato la parola al pubblico che con diversi interventi ha chiesto a più riprese i motivi che hanno indotto l'amministrazione a voler sostituire la scalinata e tutti ignorando quanto affermato dall'assessore che ha cominciato a prendere appunti riservandosi di dare un’unica risposta al termine del dibattito.

Particolarmente apprezzato dal pubblico l’intervento di un turista che ha voluto esprimere il proprio pensiero sia come turista sia come ingegnere, quale si è qualificato, affermando che in entrambi i casi, e ne ha spiegato le ragioni, lui era contrario allo smantellamento e favorevole al restauro.

Poi ci sono stati interventi politicizzati che hanno rovinato il dibattito. Particolarmente fuori luogo quello del padre dell'assessore, Lugi Vergura già amministratore della città, che non si è capito bene cosa o chi volesse difendere. Di sicuro, dopo aver premesso di aver lasciato da qualche tempo la politica, ha iniziato un comizio di quelli che si vedono solo alla chiusura della campagna elettorale.

Al termine ha ripreso la parola l’assessore. che ha ribadito la volontà di rispettare, come da contratto, tutte le particolarità della scalinata, compreso la sua tante volte invocata "anima", pena l'intitolazione, all' assessore, della "già via Torre de Giganti". E, citando un grande poeta: "...nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui creatore suo spirito più vasta orma stampar...".

In conclusione, noi attivisti di Monte Sant'Angelo, appartenenti al Movimento 5 Stelle, apprezziamo l'iniziativa delle associazioni locali e ci uniamo al grido di dolore di tutti quelli che non vogliono che la scalinata di via Torre dei Giganti venga demolita e sostituita con qualsiasi altro materiale che non sia la pietra con cui è stata costruita dai nostri avi».

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