nota del consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, dei consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e del responsabile regionale sanità di Azione Alessandro Nestola.
"Lo spray salvavita Baqsimi per i diabetici era a pagamento, poi divenne rimborsabile e ora è ritornato a pagamento. E tutto questo perché nel contenzioso sulla commercializzazione tra due case farmaceutiche, quella che l'ha spuntata - con una transazione - non ha un'organizzazione stabile in Italia.
Lo spray Baqsimi serve principalmente a bambini e adolescenti con diabete di tipo 1 e adulti con diabete mellito in terapia intensificata. Si tratta di un medicinale indispensabile per la somministrazione in contesti - per esempio a scuola - in cui diventa difficile la somministrazione intramuscolo con altri farmaci, allo stato - peraltro - in situazione di ridotta disponibilità, tanto che l'Agenzia del farmaco ha autorizzato l'importazione.
L'utilizzo in puglia dello spray Baqsimi per pazienti minorenni è stimato in 1400 confezioni per un costo cadauno pari a 84 euro, salvo riduzioni di legge e riduzioni confidenziali, per cui la spesa da dover sostenere sarebbe pari a euro 100.000, calcolato per eccesso.
Il finanziamento della spesa attraverso il bilancio autonomo, così da continuare a erogare gratuitamente il farmaco, ci è precluso, poiché siamo in piano operativo (solita storia che ci fa insorgere quando scoviamo sprechi e l'allontanamento dall'obiettivo di ritornare nel regime ordinario) e il Governo nazionale potrebbe impugnare una decisione di questo tipo. Nonostante ciò, proporremo già martedì o nel primo appuntamento legislativo utile, una norma per porre la spesa a carico del nostro bilancio autonomo, considerato che il motivo della revoca di rimborsabilità dell'Agenzia del farmaco non è relativo a fattori clinici ma solo a problemi di tipo commerciale. Insomma, il nostro intervento si fa doveroso per motivi di coscienza”.
Uno stralcio dell'intervento in Parlamento dell'On. Giandiego Gatta.
«Oggi ci troviamo di fronte a una decisione di vitale importanza per il nostro patrimonio agroalimentare: dobbiamo decidere se consentire che nei supermercati, nei ristoranti e sulle tavole degli Italiani vi siano prodotti che qualcuno pretende di poter definire "carne" e che carne non sono. Questa decisione incide profondamente sulle nostre tradizioni culturali e sull'innovazione. L'Unione Europea deve comprendere che l'agroalimentare italiano è un pilastro fondamentale del nostro Paese e che il nostro Paese è un pilastro fondamentale dell'Europa e che la difesa del nostro patrimonio agroalimentare è, quindi, non solo una priorità economica ma anche una questione culturale e identitaria. Ci sono preoccupazioni legate non solo alla protezione delle tradizioni gastronomiche italiane, ma anche alla sicurezza alimentare e alla salute umana. Siamo davvero sicuri che i cibi "sintetici" siano la migliore alternativa rispetto alla carne vera e che non sia solo un modo per invadere una porzione di mercato con messaggi ingannevoli a scapito di consumatori? Per questo, il nostro impegno è e rimane quello di proteggere i nostri cittadini, il nostro patrimonio e di contribuire a un futuro alimentare sostenibile per l'Europa».
“La terapia con anticorpi monoclonali per le donne affette da carcinoma mammario deve diventare realtà in provincia di Foggia e in Puglia.
L’adozione del trattamento oncologico con anticorpi monoclonali prevede la somministrazione sottocutanea per la terapia del carcinoma mammario all’interno delle strutture sanitarie della Regione. In tal modo, la paziente non è costretta a sopportare un periodo di degenza per ricevere un trattamento chemioterapico, con un costo giornaliero a carico della struttura.
In ogni caso il sistema sanitario ha modo di conseguire un risparmio perché la somministrazione viene effettuata con una semplice iniezione, eliminando le degenze”.
Il consigliere regionale della Lega, Joseph Splendido, ha depositato nell’ultimo consiglio regionale delle interrogazioni su diverse tematiche, in particolare su questioni inerenti la salute.
“Con questo nuovo farmaco riduciamo l’attesa in ospedale per la paziente che potrà al termine tornare a casa, evitando alle pazienti di avere anche per mesi una fastidiosa cannula inserita in permanenza – prosegue Splendido - ringrazio l’assessore alla salute, Palese, per aver fornito con tempestività risposte ai miei quesiti posti nelle mie interrogazioni in consiglio regionale”. Il consigliere aggiunge: “altra rassicurazione giunta da Palese riguarda la mia preoccupazione per la lunghezza delle liste d’attesa e la carenza di medici in Puglia e in provincia di Foggia; non è pensabile che un paziente debba attendere tempi lunghi e porre a repentaglio la sua salute, non si può vivere in queste condizioni”.
Altra tematica posta da Splendido, la pericolosità della SS16: “Chiedo di migliorare la viabilità sul tratto Foggia-San Severo. È la strada della morte. Si faccia al più presto qualcosa per evitare la drammaticità di certe notizie e si affronti una volta per tutte il problema dell’emergenza ambientale derivante dall’abbandono delle carcasse di auto oggetto di furto”.
“Esprimo grande soddisfazione per la destinazione di 121 milioni di euro, di cui 80 del Pnrr al Bacino Alti Fondali di Manfredonia. Si tratta di un’opera di straordinaria importanza per il territorio, la cui parte esecutiva sarà avviata quest’anno, che darà nuovo impulso allo sviluppo del porto di Manfredonia. I lavori riguarderanno non solo opere di consolidamento e ripristino delle condizioni originarie, anche con riferimento al loro comportamento sotto l'azione sismica, ma anche la contestuale rifunzionalizzazione dell’infrastruttura. Ancora una volta il governo di centrodestra, anche grazie al lavoro di stimolo e mediazione portato avanti in tutti questi anni da Forza Italia, mostra la giusta attenzione al recupero e all’ammodernamento dei porti italiani, in questo caso di quello di Manfredonia, punto di partenza verso il rilancio delle attività del porto e di tutto l’indotto, che rappresenterà linfa vitale per tutto il territorio”.
Così in una nota il deputato pugliese di Forza Italia, Giandiego Gatta.
A Foggia manifestazione sotto la Prefettura dalle ore 9.30.
“Dentro un quadro di crisi diffusa che colpisce a livello nazionale soprattutto lavoratori e pensionati, che hanno visto erosi i propri redditi da inflazione e caro energia e assistono a pericolosi tagli al sistema sanitario nazionale, la condizione sociale in Capitanata ancor più reclama un protagonismo del mondo del lavoro che pretende interventi a sostegno dello sviluppo, per creare opportunità occupazionale e irrobustire le reti di protezione sociale”. Spiegano così le ragioni dello sciopero generale il segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno, e il coordinatore Uil Puglia, Sede di Foggia, Luca Maggio, che le due confederazioni hanno indetto contro la manovra economica del Governo per venerdì 17 novembre, con manifestazione e presidio sotto la Prefettura di Foggia dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
“Scioperiamo a sostegno di un’altra politica economica e un altro paradigma sociale, a fronte di una legge di bilancio del Governo Meloni che non dà risposte alle emergenze di questo Paese – affermano Carmeno e Maggio -. Nessuna risposta all’emergenza salariale, che si fa sentire ancor più forte in territori come il nostro dove prevalgono settori produttivi a basso valore aggiunto e bassa specializzazione. Mentre le povertà aumentano si tagliano la sanità e la scuola pubblica, non si investe sulla pubblica amministrazione che è essa stessa elemento di sviluppo territoriale, non si cancella come promesso anzi si peggiora la Legge Fornero sulle pensioni. E invece di perseguire politiche di ridistribuzione della ricchezza si adottano provvedimenti di politica fiscale che favoriscono chi ha di più e gli evasori, così che lavoratori e pensionati si ritrovano a pagare più tasse di chi ha rendite finanziarie e immobiliari e detiene grandi patrimoni. Perché durante anche durante la crisi c’è chi si è arricchito e chi paga più di tutti: salariati, pensionati i giovani”.
ALCUNI DATI SULLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE DELLA CAPITANATA.
Una provincia dove il primo diritto a dover essere garantito è quello stesso a una occupazione e un reddito dignitoso: nel 2022 il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro è stato appena di 1.400 unità. Dei 194.623 contratti attivati, oltre 183mila erano però a tempo determinato o comunque precari e atipici. Con un evidente gap di genere che vede le donne estremamente penalizzate, se è vero che i rapporti attivati per i maschi sono stati il doppio (133mila contro 61mila). I rapporti di lavoro cessati nel 2022 sono stati 193.214, di questi 116mila non ha avuto durata superiore ai tre mesi (65mila addirittura inferiori ai 30 giorni). Prevalentemente rapporti stagionali in settori – prevalgono agricoltura e servizi – dove più bassi sono i salari, più intermittente il lavoro e che registrano elevati tassi di sfruttamento ed elusione contrattuale.
Il tasso di occupazione nell’ultimo trimestre del 2022 in Capitanata era appena del 47,8%, il 16,6% il tasso di disoccupazione con il 69,5% disoccupato di lunga durata, ovvero in quella condizione da oltre un anno. Una sfiducia a trovarlo un lavoro dignitoso che spinge al 42,4% il tasso di inattività e che relega nella condizione di esser fuori da percorsi di lavoro o formazione il 27,9% di giovani - i cosiddetti Neet – tra i 15 e i 29 anni.
Una condizione di contesto che spinge alla necessità di emigrare per trovare opportunità e spendere il proprio bagaglio di conoscenze: solo nei tre anni che vanno dal 2019 al 2021, hanno cancellato la propria residenza dalla Capitanata oltre 32mila persone, verso altre regioni o l’estero.
“Dal Governo nessuna risposta su salari, pensioni, fisco, sviluppo, giovani”.
Basta scorrere gli indicatori della Capitanata per comprendere le difficoltà che vive questo territorio, “e della necessità che avrebbe di politiche di investimento sia sul versante economico che sociale, a partire dalla messa a terra dei progetti legati al Pnrr, al Fondo Sviluppo e Coesione, di fatto commissariati dal Governo. Con tutte le complessità di contesto per un territorio dove forte è la presenza della criminalità organizzata e dove i principali comuni – a partire da quello capoluogo – ha visto sciolte le amministrazioni per infiltrazioni mafiose”, sottolineano i due dirigenti sindacali. “A chi accusa di sciopero politico rispondiamo che non si conosce la condizione del Paese, le difficoltà che vivono le famiglie, specie a queste latitudini”, affermano Carmeno e Maggio . “Adesso basta!”, come recita lo slogan della mobilitazione: “Altro che sciopero per fare un week end lungo: in troppi nemmeno lo hanno un lavoro, chi aderisce ci rimette parte dello stipendio, e magari il sabato e la domenica è regolarmente al suo posto di lavoro, che sia un medico, un insegnante, un ferroviere. Il nostro è uno sciopero che parla a tutta la società e non afferma le ragioni di chi lavora ma di tutti, a difesa dei servizi pubblici essenziali e per opportunità di crescita individuale e collettiva”.
nota del deputato pugliese di Forza Italia, Giandiego Gatta.
"Sono soddisfatto: la Camera ha appena approvato quasi alla unanimità, sia pure subordinandolo ai vincoli di finanza pubblica, il mio ordine del giorno in favore delle imprese ittiche, che impegna il Governo a rinnovare la misura del credito di imposta per l’acquisto del carburante, necessario all’esercizio dell’attività, anche per il primo semestre del 2024. Una misura per far fronte al caro-energia che ha duramente provato il settore: si consideri che il carburante è arrivato a incidere sul bilancio delle imprese ittiche per il 70% dei costi complessivi. Dopo un importante sostegno giunto alle nostre marinerie, gli imprenditori hanno dovuto affrontare ancora il continuo aggravio dei prezzi senza alcun sollievo. Per questo, oggi la Camera dei Deputati ha lanciato un chiaro e importante messaggio di vicinanza e sensibilità ed ora attendiamo che il Governo valuti l'opportunità di accogliere quanto è stato indicato dal Parlamento”.
nota del consigliere regionale di Con, Stefano Lacatena.
“Ringrazio l’assessore Palese per aver mantenuto fede all’impegno assunto e aver, quindi, recepito il contenuto della mia proposta per salvare le residenze socio-sanitarie: è stata appena approvata dalla Giunta regionale la delibera che modifica i requisiti organizzativi necessari ai fini dell’accreditamento. La delibera recita, nella parte che qui ci interessa: “A contemperamento di tutti gli interessi su riportati, al fine di permettere alle strutture che entrano nel sistema, il graduale inserimento degli ospiti e, al contempo, di preservare la tenuta dello stesso si ritiene plausibile, ai soli fini sperimentali, permettere alle strutture in fase di avvio (intendendosi per fase di avvio i primi diciotto mesi a decorrere dalla data di rilascio dell’autorizzazione all’esercizio) una deroga ai requisiti organizzativi previsti dai Regolamenti Regionali nn 4 e 5 del 2019 secondo il seguente criterio: per le strutture che hanno un’utenza pari o inferiore al 50 % dei posti complessivamente autorizzati all’esercizio, per le stesse è prevista la possibilità di ridurre il monte ore complessivo di ciascuna figura professionale del 50 % rispetto a quello previsto dal Regolamento Regionale di riferimento. Tale deroga non si applica al Responsabile sanitario della struttura”. È un notevole e significativo passo in avanti: fino ad oggi, si imponeva alle strutture di assumere un numero di dipendenti adeguato ai posti letto accreditabili a prescindere da quanti pazienti fossero effettivamente accolti. Il che significava esporre i gestori sotto il profilo finanziario tanto da poterne provocare il fallimento. Ora, invece, la Regione modifica il tiro e ascolta il grido di dolore dei gestori privati senza i quali, è bene ricordarlo, crollerebbe l’assistenza socio-sanitaria erogata. Dopo il lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi, di ascolto del settore e di attività in Commissione Sanità e in Consiglio regionale, non posso che essere soddisfatto”.
Sull’emergenza psichiatrica all’interno delle strutture di detenzione pugliesi, il consigliere del gruppo di “Fratelli d’Italia”, Giannicola De Leonardis, ha interpellato l’assessore alla Sanità, Rocco Palese.
Secondo le stime presentate da De Leonardis, in Puglia (dove, fra l’altro, si registra la percentuale più bassa d’Italia nel rapporto agenti di custodia/detenuto, pari allo 0.53 per soggetto detenuto, a differenza dello 0.65 nazionale), un soggetto in custodia su cinque mostrerebbe sintomi psichiatrici. Queste condizioni sarebbero favorite dalle carenze croniche di personale medico e psichiatrico, che spingono le direzioni carcerarie a trasferire i detenuti fuori regione, nonostante il DPCM del 30 maggio 2008 avrebbe previsto, oltre alle due strutture di Spinazzola e San Pietro Vernotico (quest’ultima non ancora realizzata, ma coperta dalla convenzione privata con una struttura di Carovigno), la realizzazione di una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) anche nel comune di Accadia, in provincia di Foggia, circostanza, tuttavia, non ancora verificatasi.
“Risulta a me – ha detto De Leonardis - che il Dipartimento sanitario, l’assessore alla sanità e il direttore generale della ASL di Foggia hanno alzato bandiera bianca e hanno riconosciuto la propria incapacità di attivare una REMS, e hanno fatto un bando per esternalizzare una struttura di questo tipo, che sarà inaugurata domani a Manfredonia. Quando sarà attivata la struttura di Accadia?”
“Si sta procedendo – ha risposto Palese - su Accadia e, nel frattempo, siccome abbiamo una lista di attesa che in alcuni momenti ha raggiunto anche i 155 detenuti, pazienti con problemi mentali che avevano commesso reati, ma non potevano andare in carcere perché mancava la struttura. D’intesa con l’Osservatorio, siamo stati autorizzati a procedere,
nota del Gruppo Consiliare A MONTE – Monte Sant’Angelo.
«In occasione del Question Time di venerdì 10 novembre scorso abbiamo interrogato il Sindaco e la Giunta su alcuni temi che, se non presi in considerazione e se non affrontati con una certa urgenza, rischiano di mettere a repentaglio il futuro e il benessere di Monte Sant’Angelo. Primo fra tutti: lo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra città.
Da tempo, ormai, si registra un notevole calo demografico, con una tendenza negativa soprattutto negli ultimi anni (fonte: Istat). Diversi nostri concittadini, spinti dal desiderio di un lavoro stabile e di una migliore qualità della vita, hanno deciso di lasciare questa città per andare a vivere altrove, molti proprio nei comuni limitrofi. Qualcuno, inoltre, vorrebbe farci credere che le scelte politiche in questo caso non possano fare la differenza e che il problema sia proprio legato ai tempi che stiamo vivendo perché questo trend negativo si registra su scala nazionale.
Poiché noi, al contrario, riteniamo che le scelte politiche siano determinanti, abbiamo chiesto all’Amministrazione di mostrarci la loro visione (questa sconosciuta!) su come intendano limitare il calo demografico (aspetto mai affrontato con la dovuta attenzione) attraverso le risorse e i possibili canali di sviluppo del territorio: scuole, entroterra, Piana di Macchia. Risorse che possono, se adeguatamente sfruttate, divenire un’opportunità di lavoro per quanti decidano di restare e investire.
Come era prevedibile, circa il calo demografico dalla maggioranza sono state date le responsabilità a chi ha amministrato la nostra comunità dagli anni ‘50 in poi.
Se anche noi volessimo parlare del passato, potremmo senz’altro dire che il Sindaco d’Arienzo amministra questa città da sei anni e mezzo ormai e non si vedono significativi cambiamenti! Le tantissime risorse finanziarie ottenute dallo Stato e dalla Regione evidentemente non sono state, e non vengono ancora oggi, spese con una finalità ben definita, visto che non producono risultati utili!
Tuttavia, ci vogliamo concentrare sul futuro, poiché il nostro territorio ha tante potenzialità e le risorse, se adeguatamente sfruttate, possono divenire un’opportunità di lavoro per quanti decidano di restare e investire.
Riteniamo che anche la scuola possa stare al passo con le esigenze del territorio, tanto che, a tal proposito, abbiamo chiesto all’Assessore Palomba se sia in atto, o quantomeno in programma, uno studio che ci permetta di capire quali siano le preferenze degli studenti in modo tale da considerare l’ipotesi di ottenere indirizzi scolastici adeguati alla potenziale realtà lavorativa del territorio. Ma anche qui nessuna risposta concreta, solo l’ennesimo proclama!
Uno spiraglio si è intravisto per quanto riguarda il Piano Urbanistico Generale (PUG). Il Sindaco, infatti, ha lasciato intendere che si sta andando verso una definitiva redazione. Abbiamo chiesto che, prima della approvazione, è doveroso coinvolgere ulteriormente tutti i portatori di idee, di suggerimenti, lo stesso nuovo Consiglio Comunale, visto che la discussione politica si è fermata prima di giugno 2022, cioè con il vecchio Consiglio Comunale: non possiamo e non vogliamo rassegnarci a un destino che sembra sia già stato scritto da qualcun altro, perché il nuovo PUG segnerà la storia del territorio da qui ai prossimi 30/40 anni.
Vigileremo affinché ci sia più concretezza e meno annunci vuoti e superficiali!»
nota del degli Attivisti di Monte Sant'Angelo appartenenti al MoVimento 5 Stelle.
«Dalla seduta dell'ultimo "Question Time" abbiamo appreso importanti novità.
Chi sostiene che a Monte non ci sia il teatro si sbaglia. Evidentemente non segue i consigli comunali e men che meno i famosi "Questione time" che, nonostante l'apposito regolamento, si svolgono in maniera del tutto estemporanea e con assenza assoluta di disciplina, tanto che, nell' ultima seduta di qualche giorno fa, un membro della maggioranza ha chiesto lumi al segretario comunale sottolineando il mancato rispetto del già citato regolamento.
Ma, tant'è. Passiamo ai contenuti o presunti tali.
Quello che abbiamo capito, e speriamo di sbagliare, è che non c'è armonia tra i tecnici del comune e la parte politica dello stesso. Ognuno va per la propria strada, ma soprattutto, i tecnici fanno il bello e cattivo tempo, e lasciano ai politici la sola facoltà di chiedere informazioni. Richieste che vengono ignorate per lungo tempo anche se prodotte per iscritto.
Abbiamo, inoltre, capito che siccome il problema della scarsa natalità è iniziato tanto tempo fa, i nostri amministratori non possono farci niente e dobbiamo rassegnarci, il nostro è un paese ineluttabilmente in via di estinzione.
Ma allora ci chiediamo: "Qual è il compito degli amministratori in un comune con meno di quindicimila abitanti che ha scelto pure di dotarsi di un presidente del consiglio?".
È gradito un cortese cenno di riscontro».