Sarà un viaggio tra recupero della memoria, personaggi, premi, tradizione, musica, spettacolo, cucina tipica locale e buon vino. Nel frattempo è partita l’organizzazione dell’evento culturale ed uno-gastronomico che avrà luogo sul Gargano nell’agosto 2023.
Sarà laprima edizione di "Borgo Divino 2023" a Rignano Garganico, il più piccolo comune della Montagna del Sole, e nella vicina San Marco in Lamis.
L'iniziativa è organizzata dal Circolo Culturale "Giulio Ricci" di Rignano Garganico e dal Circolo AUSER di San Marco in Lamis. L'evento ospiterà anche il Premio Jalarde 2023.
L'appuntamento è previsto il 17 agosto 2023 a Rignano Garganico e per il 20 agosto 2023 a San Marco in Lamis.
Il piccolo borgo oggi conta meno di 2000 abitanti, ma ha origini che si perdono nella preistoria più remota, come testimoniano i resti rinvenuti nel noto giacimento paleolitico di Grotta Paglicci e in altre decine di siti archeologici. La città sammarchese ha origini più recenti, ma la sua storia e i suoi uomini di cultura hanno reso grande il nome della Puglia nel mondo.
Gli organizzatori dell'evento hanno già fatto intendere che inviteranno tutta la popolazione, le aziende del territorio e le istituzioni pubbliche e private del borgo divino, a cominciare dal Comune, per continuare con la Parrocchia, la Scuola, le Forze dell'Ordine, le Associazioni, i gruppi teatrali, i Circoli, i Movimenti Culturali, gli uomini di cultura e i singoli cittadini, perché l'iniziativa sia una vera e propria festa della Rignanesità e della Sammarchesità.
Ci sarà spazio per spettacoli musicali, teatro, convegni, mostre, rappresentazioni storiche, assaggi di pietanze e produzioni eno-gastronomiche tipiche del posto.
Il programma di massima:
17 agosto 2023 - Rignano Garganico (FG) - Centro Storico/Castello Baronale
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- Ore 17.00 - Corso sulla cucina tipica locale: il pancotto, la musciska e il caciocavallo alla maniera dei nonni;
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- Ore 18.00 - Convegno sul tema "L'arte preistorica a Grotta Paglicci e nei valloni dal primo gradone garganico";
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- Ore 19.00 - Presentazione volume "Rocco e Carmela, storia d'amore e di transumanza";
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- Ore 20.00 - Premio Jalarde 2023;
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- Ore 21.00 - Degustazione pancotto, caciocavallo podolico e vini locali (cuochi a confronto);
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- Ore 21.00 - Mostra d'arte e Spettacolo Teatrale;
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- Ore 22.00 - Concerto Country-Rock;
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- Ore 24.00 - Visita guidata notturna nel centro storico medievale (alla ricerca dei luoghi che hanno ispirato leggende o che sono stati teatro di fatti di cronaca realmente accaduti).
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- Ci sarà spazio inoltre per mini-eventi e dimostrazioni dal vivo.
20 agosto 2023 - Rignano Garganico (FG) - Via Grande Torino/Via Amendola/Padula
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- Ore 17.00 - Corso sulla cucina tipica locale: le orecchiette e gli strascinati alla maniera dei nonni;
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- Ore 18.00 - Convegno sul tema "Resistenza e contro-Resistenza: storie di partigiani e fascisti garganici";
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- Ore 19.00 - Presentazione portale e mostra sui gruppi musicali sammarchesi di ieri e di oggi;
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- Ore 20.00 - Premio Mandolino 2023;
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- Ore 21.00 - Degustazione salsiccia a punta di coltello, caciocavallo podolico e vini locali (cuochi a confronto);
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- Ore 21.00 - Mostra d'arte;
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- Ore 22.00 - Auserock: gara tra band locali;
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- Ore 24.00 - Visita guidata notturna nel centro storico sammarchese (alla ricerca dei luoghi che hanno ispirato leggende o che sono stati teatro di fatti di cronaca realmente accaduti).
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- Ci sarà spazio inoltre per mini-eventi e dimostrazioni dal vivo.
Il tutto si è svolto durante la mattinata del 20 gennaio 2023, dove i Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo hanno proceduto alla chiusura di un bar a Rignano Garganico, a seguito del provvedimento emesso dal Questore di Foggia, che ne dispone la sospensione dell’autorizzazione rilasciata dal quel Comune per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande e delle autorizzazioni per i giochi leciti, sulla base delle attività di controllo poste in essere dagli operanti dell’Arma.
Il provvedimento è stato in particolare richiesto dai Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo, a seguito di una perquisizione delegata disposta dall’A.G. nello scorso mese di dicembre, nel corso della quale i militari di Rignano Garganico (FG), unitamente a personale di rinforzo della Compagnia e delle unità cinofile di Bari, rinvenivano sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish nonché attrezzatura per il confezionamento dello stupefacente. Detto materiale veniva specificatamente rinvenuto sia all’interno dei locali del bar, in orario di apertura al pubblico, sia all’interno di un’abitazione limitrofa al predetto esercizio riconducibile al proprietario del bar. Nello specifico, la cocaina risultava suddivisa in nove dosi già pronte allo spaccio e occultate in una area del locale non accessibile al pubblico.
Inoltre, gli avventori e lo stesso titolare del locale, a seguito dei controlli effettuati, risultavano essere in gran parte già noti alle FF.OO. per reati contro il patrimonio, contro la persona, per reati attinenti a sostanze stupefacenti ed in materia di armi.
E’ opportuno evidenziare che il Questore di Foggia, già nell’ottobre 2021, sempre su segnalazione della Compagnia di San Giovanni Rotondo, a seguito di un grave episodio di violenza verificatosi all’interno dello stesso esercizio commerciale, aveva disposto la sospensione della licenza per 15 giorni.
Per tutte queste ragioni la Questura di Foggia, condividendo pienamente i presupposti e le risultanze raccolte in modo analitico e minuzioso dai militari dell’Arma, rilevato che l’attività commerciale costituisce una seria minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica anche in ragione delle ridotte dimensioni della comunità di Rignano Garganico (FG), ne ha disposto e decretato la chiusura per giorni 20.
Il provvedimento è stato già notificato al titolare del circolo a cura degli stessi Carabinieri.
Grotta Paglicci rischia di crollare dopo le recenti piogge e i danni provocati dall'alluvione del 23 luglio 2021. E' l'allarme lanciato da Silvio Orlando, presidente dell'Archeo Speleo Club Rignano, che recentemente ha eseguito un sopralluogo sul posto per verificare di persona alcune segnalazioni.
Lo stesso Orlando, nel 2021, aveva presentato una apposita informativa al Comune di Rignano Garganico, nel cui territorio è ubicata la grotta paleolitica, e al Comando dei Carabinieri.
Gli eventi atmosferici degli ultimi giorno pare abbiamo aggravato ancor più la situazione tant'è che il presidente dell'Archeo Speleo Club ora chiede un sopralluogo urgente alle istituzioni e alle persone preposte, a cominciare dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia, dalla Pubblica Amministrazione e dal proprietario del suolo in cui ricade il giacimento preistorico. E si perché l'intera area è ancora privata e non è mai stata espropriata. Per cui gli Enti pubblici possono fare poco per riattarla.
La rabbia di Orlando è tanta, se non si interviene con celerità, a suo dire, si rischia di perdere un patrimonio dell'umanità. L'appello di Silvio è stato fatto proprio anche dagli Amici di Grotta Paglicci, che gestiscono il portale www.grottapaglicci.it, che da tempo si battono per la valorizzazione del sito paleolitico.
Va ricordato che in grotta, grazie all'apporto degli Archeologi dell'Università di Siena e del compianto Arturo Palma di Cesnola, sono stati rinvenuti oltre 45.000 reperti databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni fa: industria litica unica al mondo, pitture parietali, impronte di mano, graffiti su ossa, sassi e rocce, resti interi o parziali di sepolture, resti di pasto umani e animali, focolari e monili.
Parte dei reperti possono essere ammirati presso il Museo di Paglicci, ubicato a Rignano Garganico nel pieno del centro storico di origini medievali.
L'allarme di Orlando si rifà anche a quelli ormai decennali di tutti gli amanti di Grotta Paglicci, sito preistorico che versa attualmente in precari condizioni statiche ed orografiche e che meriterebbe la musealizzazione.
Il Comune di Rignano, va detto, e gli altri Enti Pubblici possono fare poco per ripristinare la sicurezza dei luoghi ed evitare lo sfacelo. E ciò perché non sono venuti mai in possesso del bene (magari attraverso un esproprio), che resta nelle mani della Famiglia Bramante, impossibilitata anch'essa a spendere decine e decine di euro per riattarla.
Anche per questi motivi l'Università di Siena e altri Atenei italiani e stranieri hanno rinunciato alle ricerche al suo interno.
Fatto sta, quella che molti definiscono la "culla della civiltà garganica e pugliese" rischia di sparire per sempre e con lei gli inestimabili tesori archeologici ancora presenti al suo interno.
PS = Un sopralluogo andrebbe fatto anche a Grotta dei Pilastri, un tempo collegata a Paglicci, che potrebbe aver subito danni. In questo caso il valore è solo di natura estetica.
Aveva 35 anni il bracciante agricolo di colore, originario della Gambia, che la scorsa notte dopo le 3, è morto avvolto dalle fiamme nel getto delle campagne a valle di Rignano Garganico, precisamente a Torre Antonacci. Si tratta di Yusupha, rimasto intrappolato nella sua “dimora baracca” dalle fiamme.
Dalle prime ricostruzioni svolte dai Vigili del Fuoco, dopo aver domato le fiamme, parrebbe che le cause siano accidentali. Sul posto son state rinvenute alcune bombole del gas che per fortuna non sono esplose, raffreddate in tempo dai Vigili.
Le indagini sono in mano ai Carabinieri che avranno l’ennesimo arduo compito di ricostruire i fatti, quelli che da anni causano roghi e morti.
Sul caso sono intervenuti vari esponenti delle istituzioni, anche politiche che dovrebbero compiere fatti e non solo proferire parole.
L’intervento della Lega Braccianti, per voce del suo leader Aboubakar Soumahoro, ricostruisce le solite, purtroppo, drammatiche vicende che a posteriori si creano in queste tragedie. «Tutta la comunità degli abitanti di Torretta Antonacci ha domato le fiamme dopo aver chiamato da subito i vigili del fuoco e le forze dell'ordine, le cui cause sono da chiarire. Chiediamo a nome della famiglia e di tutta la comunità la verità sulle cause di questa tragedia. Chiedo a certi corpi dello Stato e della politica, essendo stati indifferenti verso chi lotta a viso scoperto contro sfruttamento e assistenzialismo imprenditoriale sul corpo dei braccianti “neri”, di risparmiarci lacrime di coccodrillo e dichiarazioni retoriche. Perché rappresentano l'altra faccia di questa tragedia. Chiediamo, a nome dei familiari in contatto con la Lega Braccianti, che siano accertate le cause di questa ennesima tragedia ai danni dei braccianti dimenticati della filiera agroalimentare. La comunità gambiana e gli abitanti dell'insediamento dei Torretta Antonacci insieme alla Lega Braccianti si faranno sentire»
La politica, indignata, dalla quale si attendono azioni concrete si è manifestata trasversalmente.
“La morte di Joof Yusupha nell’insediamento di Torretta Antonacci addolora e colpisce la comunità pugliese. Il dovere di tutti i livelli istituzionali è superare definitivamente la prospettiva dei ghetti; per questo al Governo centrale chiediamo di non lasciarci soli. La Regione Puglia pur non avendo diretta competenza in materia, consapevole dell’importanza della questione, in questi anni ha sperimentato ed attuato soluzioni efficaci, ha fatto nascere foresterie e percorsi di integrazione sociale per restituire la dignità dell’accoglienza. In Capitanata sono già state realizzate strutture modulari per ospitare 1.250 migranti che arriveranno a 2.300 con gli ulteriori interventi programmati da realizzare entro il 2023. Continuano i programmi emergenziali di distribuzione di acqua potabile in tutti gli insediamenti censiti in Capitanata, di presa in carico e assistenza sanitaria, in sinergia con il Sistema sanitario regionale e le Associazioni di volontariato, di erogazione di servizi di doti individuali per favorire l’uscita dai ghetti. Da questa tragedia parte il grido di dolore della nostra Regione per la ricerca di una forte coesione con tutte le istituzioni, le parti sociali, il sistema dei datoriali. Continuiamo ad essere a disposizione del Governo per realizzare questo obiettivo”. Lo dichiara il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
“L’ennesimo incendio nel ghetto di Torretta Antonacci, l’ennesimo decesso tra le fiamme di un migrante – questa volta un lavoratore del Gambia di 35 anni – nelle campagne della Capitanata ci ricordano in modo terrificante che l’emergenza baraccopoli sul territorio continua ad essere una ferita ancora aperta e sanguinante. Il dolore per questa vita spezzata impone alla politica azioni concrete e rapide che cancellino la vergogna rappresentata dai tanti luoghi in cui la povertà si mescola con l’illegalità e, purtroppo, con la morte. Le risorse stanziate attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza devono produrre risultati. Gli obiettivi tante volte illustrati e intorno ai quali si discute da anni non possono rimanere buone intenzioni. Le istituzioni che hanno competenze e finanziamenti operino con urgenza, superando i ritardi che – complice anche l’emergenza pandemica – hanno finora impedito di affrontare con risolutezza questo dramma. Integrazione, affermazione della legalità e salvaguardia della dignità e della vita di chi lavora, soprattutto al servizio del nostro sistema agricolo, sono urgenze rispetto alle quali non è più possibile indugiare ancora”, lo dichiara il presidente dell'Ente Provincia di Foggia, Nicola Gatta.
“L’incendio in una baraccopoli a Rignano Garganico, che è costato la vita a un cittadino nord africano, è un pesante atto di accusa per le istituzioni pugliesi e per chi si occupa delle politiche di accoglienza e di integrazione nella nostra regione. Le condizioni disumane nelle quali sono costretti a vivere tanti lavoratori stagionali, impiegati nelle campagne del foggiano, dimostrano che quasi mai alle parole, ammantate da un’ipocrisia tipica del politicamente corretto, seguono i fatti. Si spendano rapidamente i 103 milioni e mezzo di euro a disposizione per cancellare la vergogna di questi veri e propri lager, dove albergano sfruttamento, illegalità e disperazione. Si restituiscano umanità e dignità a questi lavoratori, strappandoli alle grinfie del capolarato e delle mafie. I fondi ci sono, sono quelli provenienti dal Pnrr. C’è bisogno subito di progettare, incassare e attuare, facendo emergere ciò che è sommerso e seppellendo finalmente la vergogna di questi ghetti. Gli 8 comuni destinatari dei finanziamenti, che rappresentano più della metà di quelli previsti in quest’ambito a livello nazionale, facciano presto e bene la loro parte. E la Regione, come le stelle di Cronin, non resti a guardare”. Lo dichiara Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia.
“Oggi siamo di nuovo annichiliti di fronte ai resti fumanti della bara di legno e plastica che si è accartocciata sui resti carbonizzati di un migrante. Un’altra morte causata dalla povertà, lo sfruttamento, i ritardi. Questi ultimi sono, oggi più che mai, inammissibili. Il Governo, per mano del ministro Andrea Orlando, ha stanziato 200 milioni di euro dei fondi del PNRR per cancellare la vergogna dei ghetti disseminati nelle nostre campagne e nelle periferie di tante altre città d’Italia. Alla provincia di Foggia è stato assegnato il finanziamento più cospicuo, 103,5 milioni, che quantificano tanto il necessario a cancellare per sempre baraccopoli e insediamenti rurali abusivi che la vergognosa prassi dello sfruttamento dei migranti nei campi e non solo. Soldi che devono essere spesi presto e bene. Consultazioni, condivisioni, partecipazioni sono tutte procedure e prassi corrette e necessarie, perché i ghetti saranno cancellati quando l’integrazione sarà realizzata per davvero nelle città e nei paesi, non ai loro margini o in mezzo alle campagne. Nella provincia di Foggia, ciò vale per Carapelle, Carpino, Cerignola, Lesina, Poggio Imperiale, San Marco in Lamis e Manfredonia. Soprattutto Manfredonia, il cui Comune è beneficiario di 53,6 milioni di euro. Bisogna elaborare progetti e un programma utile a cancellare il ghetto della “pista”, riqualificare l’area di Borgo Mezzanone e avviare l’integrazione tra poche centinaia di residenti e migliaia di migranti. Il cronoprogramma imposto dal PNRR è stringente, bisogna agire, rapidamente e con efficacia; è necessario mettersi subito al lavoro”, la dichiarazione di Paolo Campo, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale.
Nel marzo 2017 le Istituzioni eseguirono lo sgombero del “Ghetto di Rignano” che, a dispetto del nome, è in realtà situato nel territorio del comune di San Severo, in località “Torretta Antonacci”, con la possibilità per i suoi residenti, tutti africani, di essere collocati in strutture idonee.
Tuttavia, a poche settimane dallo sgombero, coloro che ne erano stati allontanati iniziarono a tornare e ad oggi il ghetto conta nuovamente centinaia di residenti, fino ad oltrepassare il migliaio durante il periodo estivo della raccolta di pomodori.
Il ghetto è purtroppo spesso teatro di violenze che nella stragrande maggioranza dei casi nascono per futili motivi, come è successo lo scorso 16 settembre, quando i Carabinieri della Compagnia di San Severo sono intervenuti presso la baraccopoli in quanto un maliano di quarant’anni aveva accoltellato un trentenne originario del Senegal, provocandogli serie ferite alla schiena, al collo e alla nuca.
La vittima è stata immediatamente trasportata dalla compagna presso il reparto di chirurgia toracica degli Ospedali Riuniti di Foggia dove è stata ricoverata in prognosi riservata.
Determinante ai fini della ricostruzione dei fatti è stato il tempestivo intervento degli investigatori presso gli Ospedali Riuniti di Foggia dove sono state assunte le dichiarazioni della compagna della vittima e di un terzo soggetto, originario della Costa d’Avorio, che aveva cercato di dividere i due ed era rimasto anch’egli lievemente ferito a seguito della colluttazione.
Il maliano responsabile dell’accoltellamento, individuato dai Carabinieri con ancora indosso il coltello utilizzato per l’aggressione e la maglietta sporca di sangue, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale e, su disposizione del P.M. di turno, condotto presso il carcere di Foggia dove è rimasto anche a seguito dell’udienza di convalida tenutasi lunedì 20 settembre.
L’intervento dei Carabinieri presso il ghetto è stato connotato da una certa tensione a causa della resistenza opposta dal maliano all’operato dei militari. Gli investigatori, come spesso capita in occasione degli interventi presso il ghetto, sono stati circondati da un centinaio di residenti, alcuni semplicemente curiosi, altri intenzionati a ostacolare il loro operato e favorire la fuga dell’arrestato. La perfetta sinergia tra le forze dell’ordine del territorio ha fatto sì che in supporto ai militari dell’Arma intervenisse prima una volante del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza e poi personale del Reparto Prevenzione Crimine di San Severo circostanza che ha consentito ai Carabinieri di effettuare il sopralluogo e i primi accertamenti in una cornice di piena sicurezza.
Le indagini, svolte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di San Severo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno consentito di appurare che la lite era scaturita dall’astio nutrito dalla vittima nei confronti del maliano che nelle ore precedenti si era reso responsabile di lesioni, ingiurie e minacce ai danni della sua fidanzata, senza alcun apparente motivo. Da successivi accertamenti è emerso che l’arrestato aveva già precedenti specifici avendo accoltellato un’altra donna già nel 2014.
Un vero e proprio bar “fai da te” con tanto di tavolini, sedie, frigoriferi, patatine, birre di varie marche, tv color e biliardino.
A scoprire la vendita irregolare di cibo e bevande, a seguito dei controlli svolti regolarmente per il contenimento del diffondersi del virus da Covid-19, sono stati i Carabinieri della Stazione di Rignano Garganico i quali hanno contestato una violazione amministrativa al titolare 48enne del luogo per aver avviato un’attività di somministrazione di alimenti e bevande senza autorizzazione.
Il locale risultava totalmente privo della prescritta Segnalazione Certificata di Inizio Attività e della relativa notifica igienico-sanitaria, pertanto a carico del trasgressore veniva elevata sanzione amministrativa per un importo pari a 5.000,00 euro.
Nel corso del controllo venivano sorpresi all’interno del “locale” otto soggetti, alcuni dei quali di San Severo, che venivano tutti sanzionati amministrativamente per la violazione della normativa vigente al contenimento del virus Covid-19, per un totale di euro 2.240,00.
L’esercizio, senza opportuna licenza, ora dovrà rimanere chiuso.