fonte: bari.ilquotidianoitaliano.com
Un uomo di 53 anni, operatore del servizio 118 nella provincia di Foggia, è stato ricoverato nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo. L’uomo è stato trasportato in ospedale perché affetto da una bronchite preoccupante.
Sottoposto a tutti gli accertamenti ritenuti necessari, gli stato praticato anche il tampone per verificarne la eventuale positività al coronavirus, il cui esito è risultato negativo per ben 4 volte.
La terapia somministratagli, a quanto pare, non ha sortito buon esito, motivo per il quale è stata disposta l’analisi delle secrezioni polmonari. Qui l’amara scoperta, dall’esame, infatti, l’uomo è risultato positivo al covid-19.
Non è ancora chiaro se l’origine dell’infezione sia lavorativa o invece comunitaria, se ciò si sia contagiato nell’ambito della vita privata. Al momento il 53enne risulta intubato.
A pochi giorni dalla riapertura delle scuole ed è subito chiusura. A San Giovanni Rotondo il Sindaco ha disposto la chiusura di due plessi scolastici, il Melchionda – scuola d'infanzia e primaria- in viale Kennedy, il Pascoli-Forgione - istituto comprensivo d'infanzia e primaria- in via Curtatone e quello di via Medi –scuola secondaria-.
L’ordinanza è stata emanata e resa urgentemente applicabile dopo che il Primo Cittadino ha verificatoi casi e di concerto con ASL/FG e Dirigenti scolastici ha disposto l’urgente sanificazione.
Le scuole rimarranno chiuse fino al prossimo 3 ottobre.
Domenica scorsa, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Stazione di San Giovanni Rotondo hanno arrestato, su Ordinanza di custodia cautelare in carcere, due persone del posto, di 52 e 30 anni, resisi responsabili di due furti in abitazione.
Il 14 luglio u.s. i Carabinieri della Stazione di San Giovanni erano intervenuti in piena notte presso l’abitazione di una signora di 90 anni, dove era stato segnalato un furto. Ai militari la signora, ancora scossa per l’accaduto, aveva raccontato che, alle ore 2.30 circa, mentre era seduta sul divano, aveva udito infrangersi un vetro e, spaventata, di essersi messa a urlare chiedendo se ci fosse qualcuno. Dopo qualche minuto davanti a lei si era parato un uomo con il volto scoperto che, avvicinatosi, le aveva detto di non spaventarsi. Subito dopo lo sconosciuto, insieme ad un altro che nel frattempo era rimasto nascosto, era fuggito dalla stessa finestra attraverso la quale i due si erano intrufolati.
Le donna, in occasione della denuncia, aveva poi riferito che le era stato asportato un borsellino contenente 40 euro, ed altri effetti di poco valore.
Le immediate indagini e la visione dei filmati ripresi dalle telecamere di video sorveglianza presenti nelle vicinanze avevano quindi consentito di identificare con certezza i soggetti in due già noti pregiudicati di San Giovanni Rotondo.
Qualche giorno più tardi, e precisamente il 17 luglio, su segnalazione di una guardia giurata, i Carabinieri erano poi intervenuti presso un’altra abitazione, in una zona periferica del paese, dove la sera precedente era stato consumato un furto. In questo caso i ladri avevano agito indisturbati poiché all’interno dell’appartamento non vi era nessuno, in quanto la proprietaria era fuori da qualche giorno. Alla presenza di una cugina della proprietaria, i militari avevano avuto modo di constatare che gli autori del furto erano entrati forzando una portafinestra.
Sentita a verbale, la guardia giurata aveva quindi riferito che la sera del furto, intervenuto a seguito dell'attivazione dell'allarme antintrusione dell’abitazione, non aveva colto nulla di strano, notando però la presenza in una via adiacente di due persone, che si stavano incamminavano verso un terreno sterrato, riconoscendoli come due soggetti già noti di San Giovanni Rotondo. I militari, pertanto, si erano recati sul viottolo indicato, ripercorrendolo secondo le indicazioni ricevute, recuperando così un cofanetto portagioie, ormai svuotato, poi riconosciuto dalla proprietaria come parte della refurtiva. In più, sempre alcuni giorni dopo l'ultimo furto, il titolare di un bar della stessa cittadina, insospettito dall'offerta ricevuta, aveva contattato i Carabinieri raccontando che due soggetti, poi riconosciuti negli ormai sospetti, gli avevano proposto l'acquisto di alcune latte di olio che, non casualmente, rientravano tra le cose asportate dall'abitazione.
I risultati delle indagini svolte dai Carabinieri, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, hanno consentito alla stessa di richiedere e ottenere i provvedimenti cautelari dal GIP del Tribunale, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati.
“VOCI e VOLTI”, il periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste –San Giovanni Rotondo, ha ripreso le pubblicazioni.
«Buon anno pastorale e buona ripresa delle attività nell’attuale orizzonte in cui la Chiesa guarda sempre più ad extra declina la sua “mission” – afferma Alberto Cavallini, direttore di VOCI e VOLTI-, sforzandosi di essere sempre più luogo di riflessione e confronto, incontro e approfondimento, ascolto e conoscenza del territorio: elementi fondamentali per far conoscere la vitalità della nostra Chiesa del Gargano. Ci spendiamo con la passione di sempre dentro i contesti che amiamo, ben sapendo che abbiamo tra le mani un “tesoro” composto da due cose: carta e riflessioni. Il segreto –conclude Cavallini- sta nel riempirle entrambe dei contenuti e dei valori della “Buona Notizia”, mai tramontanti e pieni di quell’umanesimo che vogliamo condividere con gli altri».
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“La dignità del lavoro, i diritti civili, politici e sindacali, l’anelito di ogni essere umano ad emanciparsi e a migliorare le proprie condizioni di vita, attraverso il lavoro, furono i suoi punti di riferimento e rappresentano oggi, per tutti noi, la sua più grande eredità”.
Con queste parole Gianni Ricci, Segretario Generale della UIL FOGGIA, ha voluto sintetizzare il suo commosso e sentito ricordo in onore di Giovanni Malerba nell’ambito del convegno “Il tempo della miniera” organizzato a San Giovanni Rotondo da UIL FOGGIA, Fondazione “Bruno Buozzi”, Comune di San Giovanni Rotondo in omaggio del sindacalista-minatore.
“Nicola Malerba rappresenta una pietra miliare non solo per la UIL che ha contribuito a fondare nel 1958 ma per tutto il sindacalismo di Capitanata.
La sua formazione avvenne “sul campo”, nella Valle del Campanaro, nelle miniere di bauxite di San Giovanni Rotondo.
Qui, sulla propria pelle, conobbe
il lavoro minorile, lo sfruttamento del lavoro, le giornate di lavoro di dieci o di dodici ore, il lavoro senza sicurezza, i morti sul lavoro, e la mancanza di lavoro. La povertà...
Malerba conobbe anche l’esperienza della deportazione nel campo di concentramento nazifascista di Dortmund.
In questo contesto storico, sociale ed economico, scelse di stare dalla parte degli sfruttati e dei poveri, per condizioni di vita migliore, per livelli culturali più elevati, per la crescita delle tutele e dei diritti, sociali e del lavoro.
La sua attività sindacale parte da qui, dalla stella polare di un costante, sistematico, progressivo impegno per la causa dei lavoratori. Un impegno che dirò per tutta la vita!”, ha aggiunto Ricci.
Nel 1960 aprì la sezione del Partito Socialista Democratico Italiano a San Giovanni Rotondo e nelle elezioni comunali del novembre 1963 fu eletto nella lista di questo partito.
Ebbe la delega di Assessore ai Lavori Pubblici nella giunta di centro-sinistra guidata dal sindaco Francesco Morcaldi.
Nel febbraio del 1973 fu tra i grandi protagonisti dell’occupazione della miniera per cercare di scongiurnarne la chiusura. Quella vertenza, sebbene terminata con un nulla di fatto, ebbe un grande
impatto sull’identità e sulle dinamiche politico- sindacali di San Giovanni Rotondo e fu determinante nell’imprimere nuove direzioni di sviluppo al territorio. In seguito, Nicola Malerba proseguì la sua attività sindacale impegnandosi nella costituzione a livello provinciale del sindacato dei pensionati.
Nel 1981 costituì la prima Cooperativa Agricola “B. Buozzi”, e nel 1989 la seconda Cooperativa Agricola “F. Turati” formata da braccianti e lavoratori stagionali. Successivamente si fece promotore del processo per istituire il Consorzio agricolo Garganico.
“Io penso che la sua eredità, il suo insegnamento più importante per noi tutti sia nell’essere sempre interpreti del cambiamento avendo, però, sempre ben presente chi siamo, da dove veniamo ma anche il senso del nostro impegno sindacale”, ha concluso il Segretario Generale della UIL FOGGIA.
“Le vicende legate alla miniera hanno determinato fondamentali dinamiche di sviluppo del territorio e dato grande impulso ai processi partecipativi e al movimento sindacale. Sotto questo profilo, Nicola Malerba giocò un ruolo di primissimo piano”, ha dichiarato Michele Crisetti, sindaco di San Giovanni Rotondo.
“Ricordo bene il linguaggio semplice e diretto, l’equilibrio che caratterizzavano Nicola Malerba. In qualità di Segretario Generale della UIL PUGLIA mi sono spesso interfacciato con lui direttamente sulle questioni inerenti i minatori di San Giovanni. Così come ricordo quando Padre Pio metteva fine alle lunghissime discussioni sindacali che Malerba e i colleghi di CGIL e CISL organizzavano per i problemi dell’Ospedale e di tutto il territorio, con un “mo’ basta jatevenne”, (ora basta andate via). Le battaglie di Malerba nelle miniera per i lavoratori, così come la presenza di Padre Pio hanno trasformato il volto di Padre Pio”, ha ricordato Aldo Pugliese, Presidente Nazionale ENFAP.
Ricchi di aneddoti anche gli interventi di Matteo Cappucci (già primo cittadino di San Giovanni) e del professor Michele Notarangelo.
Conclusioni affidate a Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione “Bruno Buozzi”: “Conobbi Malerba quando ero praticamente un ragazzino. Per me era un mito! Da autodidatta aveva saputo formarsi e diventare un punto di riferimento per tutti i minatori di San Giovanni Rotondo. Era un ragionatore, un sindacalista tenace e preparatissimo. La maggior parte delle conquiste sindacali in questo territorio porta la sua firma. Quando nacque la UIL, la nostra organizzazione volle farne giustamente un punto di riferimento per tutta la Capitanata. Il suo legame con la storia, con il passato mi ha sempre commosso. Crea una cooperativa e la dedica a Bruno Buozzi. Mi piace ricordare come, da assessore, era sempre presente sul posto per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. Malerba era la perfetta incarnazione dell’aforisma di Sandro Pertini: i giovani hanno bisogno non di prediche ma di esempi. È questa la forza e l’attualità del suo insegnamento”.
A seguire il reading “Il sindacalista e la miniera”, a cura di Gennaro Tedesco con musiche di Giuseppe Cassano e la visita della mostra allestita in Piazza De Mattias e visitabile fino al 13 settembre.
Cent’anni fa la provvidenza volle che Emanuele Brunatto (1920 - 2020) incontrasse Padre Pio nella chiesa antica dei Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Sabato 26 settembre 2020 la cittadina garganica accoglierà il corpo di Brunatto, figlio spirituale, appassionato difensore di Padre Pio e uomo di carità, deceduto a Roma nel 1965.
Emanuele Brunatto, un giovane di circa 28 anni, dopo un periodo di “dolce vita” vissuto come attore, cantante, impresario di moda, a Napoli, Palermo, Torino, si sente un uomo finito, ma emerge dalla disperazione ricordando di aver letto su un giornale napoletano nel 1919 la notizia del frate cappuccino stigmatizzato del Gargano, consolatore e taumaturgo: «Il pensiero di Padre Pio veniva incessante alla memoria – ricorderà in seguito – avrei voluto andarlo a vedere ma non avevo i soldi per il viaggio…».
In un giorno di primavera del 1920 Emanuele Brunatto piomba a San Giovanni Rotondo sentendosi il« peccatore numero uno», come egli stesso si definisce. Viaggia su un treno diretto a Foggia, ma per errore scende a San Severo, a circa 40 km da San Giovanni Rotondo, senza denaro per affittare una vettura. Non gli resta che fare la strada a piedi. Dopo dieci ore di marcia, tra vallate deserte senza mai incontrare un’anima viva, giunge all’alba presso il Convento dei cappuccini di San Giovanni Rotondo. Entra nella chiesetta deserta e poi nella sacrestia, dove nota un frate seduto accanto a un inginocchiatoio che ascolta la confessione di un contadino. Bruscamente il religioso alza la testa e fulmina Brunatto con uno sguardo duro, esce dalla sacrestia e inizia a singhiozzare come un bimbo ferito. Quando Brunatto ritorna nella sacrestia, il volto di quel frate è di una bellezza trascendente e raggiante di gioia. Senza una parola, gli fa segno di inginocchiarsi per iniziare la confessione. Così inizia la conversione di Brunatto e il suo rapporto di amicizia senza pari, il suo amore filiale verso Padre Pio. Da quel momento in poi diventa il suo fedele servitore, il suo “tuttofare”, fino a diventare il suo “appassionato” difensore. “U’poliziotto”, come lo chiamava scherzosamente il Cappuccino stigmatizzato, sarà la sua spada e il suo scudo contro i suoi persecutori e calunniatori.
Il cuore generoso di Emanuele Brunatto si è fermato a Roma mercoledì 10 febbraio 1965, ma il suo desiderio è sempre stato di vivere accanto al suo Padre spirituale, esperienza già fatta come laico per circa cinque anni nel convento di San Giovanni Rotondo (1920-1925), quando dormiva nella cella n°6 - accanto a quella di Padre Pio - faceva vita conventuale, rispettando quotidianamente tutti i ritmi della fraternità. In questo periodo, gli fu chiesto di insegnare francese e matematica ai seminaristi ed ebbe modo di assistere a molte liturgie celebrate dal mistico Frate e di frequentarlo nei momenti di vita comune. Non meno importanti sono gli anni vissuti da Emanuele a Pietrelcina accolto dai genitori di Padre Pio come un “figlio”, per dirigere i lavori della costruzione del nuovo Convento dei cappuccini. È stato, per lui, un periodo indimenticabile, perché dormiva nella stanza che il cappuccino fr. Pio aveva occupato nel periodo della sua giovinezza. Questa vicinanza “fisica” ha consolidato la fede di Brunatto ed ha fatto crescere l’amore verso il suo caro Padre spirituale.
Sabato 26 settembre p.v. Brunatto ritorna da Padre Pio, nel luogo dove iniziò la sua conversione e verrà sepolto definitivamente nel Cimitero di San Giovanni Rotondo nella tomba - progettata dall’arch. Pio Gusso, con la partecipazione della pittrice Angela Ciccone - ubicata di fronte alla cappella dove riposano i genitori di Padre Pio, il fratello Michele, la sorella suor Pia, i suoi direttori spirituali, i padri Benedetto e Agostino da San Marco in Lamis, Maria Pyle e a pochi passi dalla sepoltura di Francesco Morcaldi, noto sindaco di Padre Pio e amico speciale di Emanuele, nello stesso sacro recinto che custodisce tanti altri figli spirituali del Santo.
La fede di Brunatto è stata in continua crescita,segnata dal rapporto personale con tre santi canonizzati della Chiesa cattolica: Pio da Pietrelcina, Luigi Orione e Giovanni XXIII. Infatti, Emanuele nacque a Torino il 9 settembre del 1892 in una famiglia benestante e ricca di valori cristiani, benefattrice delle opere di don Bosco e con uno zio sacerdote della Compagnia di Gesù. Negli anni della tormenta (1923-1933) Brunatto, insieme a Morcaldi, scelse don Luigi Orione come saggia guida per incontrare,in Vaticano,molti alti prelati a cui volle consegnare prove documentali sull’operato di Padre Pio.
Nel 1928 Brunatto, su richiesta di don Luigi Orione, presta soccorso allo spagnolo padre Ricardo Gil per liberarlo dalle sbarre del carcere di Cosenza perché accusato ingiustamente dell’omicidio di una bambina, infatti, venne assolto “per inesistenza di indizi e infondatezza dei sospetti”; successivamente interviene anche per risolvere un problema complesso alle Suore della Carità di Napoli, su esplicita richiesta di mons. Bevilacqua.
Nel 1941 Brunatto inviò da Parigi – dove risiedeva dal 1930 - una prima donazione di 3.500.000 franchi (circa 300 milioni delle vecchie lire) al Comitato per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza, soldi provenienti dai guadagni della società ZARLATTI impegnata nella produzione delle nuove locomotive ferroviarie diesel dove Brunatto era un importante azionista e manager di 25 ingegneri. Durante la seconda guerra mondiale, nella Parigi occupata dai nazisti, ha salvato diverse famiglie ebree dalla deportazione nei centri di sterminio, ha creato un Ente di beneficenza per aiutare i parigini indigenti ed altre opere di carità, incoraggiato anche dai 19 incontri avuti con Sua Eminenza card. Angelo Roncalli, Nunzio a Parigi, eletto Papa nel 1958 col nome di Giovanni XXIII.
Nel 1962 Padre Pio chiede a un suo figlio spirituale Giuseppe Pagnossin: «Vai a trovare Brunatto». Emanuele ritorna subito in Italia per attivarsi a difendere nuovamente suo Padre dalla seconda persecuzione.
Tra le persone coinvolte da Brunatto nella “giusta causa” che riguardava Padre Pio, spiccano i nomi del prefetto Guido Letta (anni Trenta) e del fratello avv. Vincenzo Letta (anni Sessanta), padre del Cavaliere di Gran Croce dott. Gianni Letta, entrambi ricordati da Emanuele sempre con profonda gratitudine.
Diversi storici hanno reso omaggio ad Emanuele Brunatto come primo difensore e primo biografo (1926) di Padre Pio. Due uomini hanno lavorato per più di dieci anni per catalogare, classificare e analizzare i suoi archivi:Alberindo Grimani ed Edoardo Misuraca, che si sono anche spesi instancabilmente per mantenere viva la sua memoria.
San Giovanni Rotondo ha ospitato il primo convegno su Brunatto nel 2008; nel 2012 è stata inaugurata Via Emanuele Brunatto (la strada del noto Hotel Perla del Gargano) e nel 2015 il sindaco Luigi Pompilio ha ritenuto opportuno assegnare a quest’uomo una speciale benemerenza e la concessione perpetua di un’area del Cimitero per costruire la tomba che accoglierà a breve il suo corpo, su espressa richiesta di François,Maria Pia e Felicia (figli di Emanuele) e del Comitato “Emanuele Brunatto” composto da Antonio Lauriola, Luigi Pompilio, Pio Gusso, Raffaele Augello, Antonio Gorgoglione e rappresentato da Stefano De Bonis, il quale, è promotore - da oltre 12 anni - di tutte le iniziative su Brunatto organizzate nella città di San Giovanni Rotondo.
L’arrivo del corpo di Emanuele Brunatto a San Giovanni Rotondo sarà anticipato da alcuni convegni organizzati in data 11 e 25 settembre a San Giovanni Rotondo, moderati da Stefano Campanella – Direttore di Padre Pio Tv – e da Solène Todié - Corrispondente europea del National Catholic Register. Il progetto del trasferimento del feretro è realizzato con i patrocini dell’Amministrazione Comunale e della Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza”, dopo aver consultato i Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Il Comitato formula vivi ringraziamenti al Sindaco Michele Crisetti, all’arcivescovo S.E. rev.ma p. Franco Moscone e al Direttore Generale Michele Giuliani di Casa Sollievo della Sofferenza, al Guardiano del Convento fr. Carlo Laborde, al rettore del Santuario di san Pio da Pietrelcina fr. Francesco Dileo e al Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini fr. Maurizio Placentino.
Inoltre si ringraziano tutti coloro che in questo progetto hanno operato fattivamente: Agenzia Funebre Valerio, Valerio Fiori, BLC sas di Luigi Biancofiore&C, Marmi&Graniti P.Pio, Hotel Perla del Gargano, Assoalbergatori, Artigiangrafica, Disco Palux, Nexive, Centra Rental Car, Jack’s di Luigi Cotugno, Vivaio Green Gallery, Gamma27.
IL PROGRAMMA GENERALE
VENERDI’ 11 SETTEMBRE 2020: ore 18,00
Salone Parrocchia “San Leonardo Abate “
Piazza Padre Pio - San Giovanni Rotondo
EMANUELE BRUNATTO, UN PUBBLICANO TRA DUE SANTI: DON ORIONE E PADRE PIO
Relatori
fr. Marciano Morra O.F.M. Cap. – studioso di Padre Pio
don Flavio Peloso F.D.P. – Postulatore e storico
François Brunatto – figlio di Emanuele
Raffaele Augello – studioso di Emanuele Brunatto
Modera
Stefano Campanella – direttore di Padre Pio TV
GIOVEDI’ 24 SETTEMBRE 2020
Trasferimento del feretro dal Cimitero del Verano ( Roma ) all’obitorio della Casa Sollievo della Sofferenza.
VENERDI’ 25 SETTEMBRE 2020: ore 18
Sala Polivalente – “ Casa Riposo per Anziani”
Via Ragazzi del ‘99 – San Giovanni Rotondo
EMANUELE BRUNATTO : PROIEZIONI VIDEO E FOTO. TESTIMONIANZE
INTERVENTI
fr. Marciano Morra O.F.M. Cap. – studioso di Padre Pio
Francobaldo Chiocci – giornalista , biografo di Padre Pio e E. Brunatto
Luigi Pompilio – già sindaco di San Giovanni Rotondo
François Brunatto – figlio di Emanuele
Maurice Soustiel – figlio di famiglia ebrea salvata da E. Brunatto
Piernicola Dalla Zeta - cantautore
MODERA
Solène Tadié – corrispondente europea del National Catholic Register
SABATO 26 SETTEMBRE 2020
9,00 CHIESA ANTICA DEL CONVENTO DEI FRATI CAPPUCCINI
- arrivo del feretro
10,00 SANTUARIO “SANTA MARIA DELLE GRAZIE”
-Celebrazione Eucaristica
presiede fr Carlo Maria Laborde O.F.M. Cap. – Guardiano del Convento
11,30 Trasferimento del feretro nel Cimitero di San Giovanni Rotondo con corteo in macchina
che attraverserà c.so Umberto I
12,00 Cimitero di San Giovanni Rotondo
- arrivo del feretro
- seguiranno interventi-testimonianze
- rito di sepoltura
modera Solène Tadié
Nel pomeriggio del 28 agosto c.a. i Carabinieri di San Giovanni Rotondo hanno arrestato in flagranza di reato, per furto aggravato in concorso, un uomo e una donna di Altamura, entrambi già gravati da vicende giudiziarie.
Nella circostanza, il personale addetto alla sicurezza del Santuario di San Pio aveva contattato il 112 riferendo che dalle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza a circuito chiuso avevano notato la coppia trafugare dalle cassette delle offerte. I due, che erano chiaramente già riusciti a impossessarsi di diverse banconote, ignari di essere stati individuati stavano quindi proseguendo indisturbati. L’intervento immediato dei Carabinieri, coadiuvati dai responsabili della sicurezza del Santuario, ha quindi permesso di bloccare i due ladri che, utilizzando una rullina metrica a cui era apposto del nastro biadesivo, avevano già "pescato" 970 euro, restituendoli quindi ai Frati Cappuccini.
Gli arrestati sono stati portati presso il carcere di Foggia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L'uomo già nel 2016 era stato sorpreso a rubare con le medesime modalità dalle cassette delle offerte dello stesso Santuario. In quel caso, scoperto dagli addetti alla sicurezza, ne aveva aggredito uno tentando poi la fuga, venendo però subito raggiunto e arrestato dai Carabinieri, tempestivamente intervenuti, che gli avevano trovato addosso i 210 euro appena sottratti.
Si è affidato a un video pubblicato sulla sua pagina facebook il Primo Cittadino di San Giovanni Rotondo, il Sindaco Michele Crisetti, annunciando che San Giovanni Rotondo non è più CoVid free. La città di San Pio da Pietrelcina, di Padre Pio, è tra quelle colorate nella mappatura del virus. Un dato che fa riflettere per l’evolversi della situazione post CoVid che, a quanto pare, sta ritornando CoVid.
Gli ultimi dati pubblicati dalla task force della Regione Puglia, appunto, confermano che la provincia di Foggia in questi ultimi giorni, in particolare oggi, ferragosto, ha aumentato i casi di positività al Coronavirus CoVid-19. Solo oggi in Capitanata si confermano 13 positivi. Come sono confermate No CoVid free alcune aree dei comuni di Ascoli Satriano, Manfredonia, Orta Nova, San Giovanni Rotondo e Stornara, con Cerignola “zona rossa”. In Puglia 5 sono le persone ricoverate con condizioni critiche, tutti giovani tra i 20 e 30 anni, con polmoniti serie causate dal virus, come confermato dall’epidemiologo Lopalco.
La Prefettura di Foggia è in prima linea, come sempre, per combattere e arginare la pandemia, e informare continuamente sull’evolversi dei casi. Il Sindaco Michele Crisetti si affida ai dati della Prefettura, informando ed esortando i concittadini a prudenza, responsabilità, utilizzo dei DPI e rigoroso rispetto delle normative emanate dal Governo e Regione Puglia
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«Dalle pratiche che da qualche giorno mi forniscono la Prefettura devo informarvi che non siamo più CoVid free -ha affermato il Primo Cittadino di San Giovanni Rotondo, il Sindaco Michele Crisetti, postando un video sulla sua pagina social facebook-. Gli ultimi aggiornati dalla Prefettura, e che sono i dati ai quali mi atterrò sempre perché sono i dati ufficiali, piuttosto di quelli forniti da alcuni media e alcuni cittadini super informati che io non li tengo in considerazione, in quanto sono un Sindaco e ho il dovere di dirvi la verità, a San Giovanni Rotondo risultano tre persone in quarantena di cui due positive. Questo ci deve far riflettere -continua il Sindaco-. In questi giorni ho già comunicato con video della situazione, raccomandando di tenere comportamenti responsabili. Ancora una volta dobbiamo diventare o ridiventare più responsabili. Ne va della nostra salute, ne va della nostra economia, ne va anche della serenità di una comunità che a fatica si sta riprendendo, e bene, e che non deve ritornare alla situazione precedente. Per cui, -chiosa Crisetti- prudenza, utilizzo dei DPI nei luoghi dove è prescritto l'utilizzo e, come ho sempre fatto, vi aggiornerò man mano che arrivano i dati perché tutti possiate essere a conoscenza della situazione a San Giovanni Rotondo. Il vostro Sindaco è abituato a raccontarvi la verità».
Redazionale
Passano i giorni e, a quanto pare, il CoVid-19 sta riprendendo terreno, meglio dire persone. La Puglia è tra le regioni attenzionate. Movide, feste all’aperto e in locali vari, circolazione di gente italiana e straniera poco controllata, irresponsabilità di giovani, e non solo, che hanno travisato l’uscire con prudenza al “liberi tutti”, incuranti delle raccomandazione e, ancor più grave, delle normative prescritte, sono solo alcune delle cause che probabilmente stanno facendo aumentare i casi di positività al Coronavirus. Chi deve controllare lo fa, ma tra loro c'è anche chi è “distratto” e lascia correre per il buon vivere o forse “altro”. Un comportamento, il "covidismo" (scusate il neologismo...), diffuso in tutta Italia, dall'una e l'altra parte. Dobbiamo preoccuparci? Un ritorno a un nuovo lockdown non gioverà nessuno. L’economia arranca e in affanno cerca, per chi può permetterselo, di rimettersi in gara, difficile da vincere ma parteciparvi è un dovere per riprendere a produrre, vendere, vivere.
La prima domenica di agosto ha portato circa 150 bikers a mettersi in luce tra San Giovanni Rotondo e il suo paesaggio con i muretti a secco e con vista sul golfo di Manfredonia, teatro della prima edizione della XC del Poggio, prova del circuito regionale fuoristrada Challenge XCO Puglia.
I feedback positivi, la cospicua partecipazione (da otto regioni d’Italia), i protocolli di sicurezza anti Covid-19 rispettati in pieno, un percorso innovativo, agile e entusiasmante (sulle piste pump track del Poggio Trail Center), la disponibilità e l’accoglienza messe in campo dallo staff di Poggio Active Hotel hanno permesso alla cross country organizzata da Mtb Puglia di superare un esame a pieni voti.
In ottima mostra i rappresentanti delle categorie giovanili ed agonistiche con i primi posti di categoria ad appannaggio di Antonio Bassi (Team Eurobike) tra gli allievi uomini primo anno, Rebecca Lobascio (Polisportiva Dilettantistica Gaetano Cavallaro) tra le allieve donne primo anno, Ivan Carrer (Team Eurobike) tra gli allievi secondo anno, Daniele Angelo Ronzoni (GS Borgonuovo) tra gli esordienti primo anno, Daniele De Feudis (Team Eurobike) tra gli esordienti secondo anno uomini, Jennifer Maria Fusco (Mtb Casarano) tra le esordienti donne secondo anno, Pasquale Sirica (Pit Stop Racing Team) tra gli open, Gabriele Finelli (Ciclisport 2000 Team) tra gli juniores uomini e Ilaria Scarpa (Team Eurobike) tra le juniores donne.
Hanno fatto del loro meglio anche i rappresentanti delle categorie amatoriali con i primati di categoria per Riccardo Barnaba (Team Preview Bikespace Sei Sport) tra i master junior, Gabriele Nigro (Bike Sport Team) tra gli élite sport, Nicola Pugliese (Eracle Mtb) tra i master 1, Graziano, Notarangelo (Nrg Bike) tra i master 2, Federico Rispoli (Vesuvio Mountain Bike) tra i master 3, Andrea Diomede (Team Bike Revolution Palo del Colle) tra i master 4, Alfonso Striano (Pit Stop Racing Team) tra i master 5, Pasquale Piemontese (Free Bike Team) tra i masters 6, Antonio Marfisi (Cycling Bro) tra i master 7 over e Anna Paola Rella (Ciclisport 2000 Team) tra le donne master.
Gli organizzatori capitanati da Francesco Velluto hanno centrato in pieno l’obiettivo di lasciare ai partecipanti e agli accompagnatori un ricordo importante di San Giovanni Rotondo e dintorni, in attesa di proiettarsi alla data del 13 settembre a Bovino per lo svolgimento della XC dei Monti Dauni.
Si respira un’atmosfera di grande entusiasmo in casa Pro.Gi.T. Cycling Team che si accinge ad organizzare domenica 2 agosto a Binetto la Cronometro del Levante all’interno dell’omonimo autodromo.
Con il progressivo ingresso nella Fase-3 dell’emergenza Covid-19, l’autodromo ha spalancato le porte ai primi allenamenti delle squadre giovanili pugliesi nella più totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti anti-contagio, all’apice di un progetto “Camìn Salut e Pedala” volto al rilancio del ciclismo regionale ma grazie anche alla disponibilità dello staff dell’autodromo con in testa il direttore Ivan Pezzolla.
L’organizzazione tecnica e materiale dell’evento, capitanata da Giovanni Chierico, è alacremente all’opera affinchè lo svolgimento della cronometro su più batterie possa dare i suoi frutti con un buon livello di partecipanti sia numerico che qualitativo, aprendo alle categorie esordienti (3 giri di pista di 1,6 chilometri cadauno per un totale di 4,8 chilometri con partenza del primo corridore dalle 10:00 in poi in base al numero di iscritti), allievi (5 giri per complessivi 8 chilometri con partenza del primo corridore dalle 10:00 in poi in base al numero di iscritti) e juniores (8 giri per complessivi 12,6 chilometri con partenza del primo corridore alle 15:00) con l’assegnazione del titolo regionale FCI Puglia a cronometro solo per allievi e juniores.
Le numerose richieste d´iscrizione pervenute in questi giorni lasciano ben sperare per l’ottima riuscita della manifestazione: una settantina i partecipanti in rappresentanza delle squadre di casa Andria Bike, Alto Salento Bike Team, Cagnano Varano Ciclismo, Ciclo Team Laerte, Polisportiva Dilettantistica Gaetano Cavallaro, Team Eurobike, Scuola di Ciclismo Franco Ballerini Bari e AC Dilettantistica Terra di Puglia più le extra-regionali Team LVF (Marche), SC Mobili Lissone (Lombardia), Team Lady Zuliani (Veneto), Pedale Toscano Ponticino e Vallerbike (Toscana), Cicloteam Valnoce (Basilicata), Pedale Rossoblu Truentum (Abruzzo), Asd Marco Pantani, UC Giorgione Campania, Team Cesaro, D’Aniello Cycling Wear e Cps Professional Team (Campania), Team Toscano Giarre (Sicilia) e Team Mazzei-Club Corridonia (Calabria).
Stessa atmosfera è per ultimare i dettagli della prima edizione della cross country XC del Poggio, datata domenica 2 agosto a San Giovanni Rotondo.
La gara ha come scenario principale il Poggio Active Hotel (ritrovo alle 8:00, partenza alle 9:30 per agonisti e amatori, alle 11:00 le categorie giovanili esordienti e allievi) al cui interno è stato ricavato il percorso ad anello di 4 chilometri tra sentieri in terra battuta rossa, dossi, strade bianche brecciate contornate da muretti a secco e con vista sul golfo di Manfredonia con un dislivello di 100 metri a giro.
“Proponiamo una cross country diversa e atipica da quelle a cui si è abituati in Puglia – spiega l’organizzatore Francesco Velluto -. E’ un compito molto impegnativo ma al tempo stesso gratificante, nel rispetto delle normative anti Covid-19, per garantire l’ottima riuscita di questo evento targato Challenge Puglia XCO ed anche inedito sul Gargano transitando sulle piste di pump track del Poggio Trail Center e tra i muretti a secco”.
I preparativi proseguono con l’obiettivo di coinvolgere quanto più possibile il territorio garganico cui gli organizzatori di Mtb Puglia sono in prima linea nel portare avanti un progetto di cicloescursioni, approfittando del periodo estivo, oltre all’organizzazione della cross country già programmata da tempo.