“La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.
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I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.
11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.
"QUESTO NON È AMORE", L'OPUSCOLO
Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.
Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.
La pubblicazione prosegue con un’analisi dei cosiddetti reati spia, vale a dire di tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali).
Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).
Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.
Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).
I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.
Come per i reati spia, anche per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.
La parte dedicata ai femminicidi si conclude con un breve racconto delle storie riportate dalla cronaca nera di quest’anno, perché venga conservata memoria del dolore che le morti di queste donne (e spesso dei loro figli) provocano in tutta la comunità, oltre che all’interno delle famiglie.
Considerato che la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, rappresenta il polo operativo per la cooperazione internazionale di polizia, il report offre anche uno spaccato sulla violenza di genere nell’anno del lockdown, con tendenze registrate in vari Paesi europei ed extraeuropei.
La raccolta e il monitoraggio dei dati, indispensabili per tracciare le strategie di prevenzione e contrasto, richiede evidentemente un ampio ricorso alla tecnologia e la pubblicazione si chiude con l’anticipazione di un app, chiamata Scudo, in fase di ultima sperimentazione, di cui saranno dotate tutte le forze di polizia e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività.
La campagna permanente di prevenzione “Questo non è amore” e finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio, è giunta alla quarta edizione.
Con il coordinamento nazionale della Direzione Centrale Anticrimine diretta dal Prefetto Francesco Messina, il personale della Polizia di Stato a bordo dei camper dedicati al progetto, ha incontrato negli anni migliaia di persone nelle piazze di italiane fornendo informazioni, aiuto, supporto operativo.
Quest’anno le restrizioni Covid non consentono la stessa diffusione capillare sul territorio, ma è stata ugualmente preparata la brochure del progetto e, per facilitare la diffusione in rete degli stessi messaggi di vicinanza della Polizia di Stato, è stato realizzato un video messaggio al quale ha preso parte anche il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli.
Come si ricorderà, infine, dallo scorso lockdown la app YouPol, scaricata negli anni da tantissimi cittadini sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.
Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.
Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.
DATI STATISTICI PROVINCIA DI FOGGIA:
Gennaio-Settembre |
||||||
Totale |
… di cui |
…Familiari/Affettivi |
…donne vittime |
|||
5 |
1 |
1 |
1 |
|||
Gennaio-Settembre |
||||||
Totale |
… di cui |
…Familiari/Affettivi |
…donne vittime |
|||
6 |
1 |
1 |
1 |
Nr. reati commessi in Italia con disaggregazione a livello provinciale e mensile.
(Dati di fonte SDI/SSD non consolidati per l'anno 2020)
FOGGIA |
Gennaio - Settembre |
Gennaio - Settembre |
|
Descrizione reato |
|||
Atti persecutori |
208 |
182 |
|
Maltrattamenti contro familiari e conviventi |
154 |
194 |
|
Violenze sessuali |
32 |
28 |
“Sono 2 milioni di donne nel Mondo che hanno subito violenze. Ogni 60 ore in Italia viene uccisa una donna e nel primo semestre del 2020 sono state assassinate ben 62 donne. Da oggi, Lunedì 23 Novembre in tutte le scuole superiori di Somma Vesuviana e per l’intera settimana sarà “Il Rumore del Silenzio”, Video – Evento di sensibilizzazione alla cultura femminile con il patrocinio morale del Comune. Abbiamo dato vita all’hashtag #NoWomanLockdown. Durante il Lockdown la percentuale delle telefonate ai numeri antiviolenza è aumentata di oltre il 73% rispetto allo stesso periodo del 2019. Dunque Psicologi e artisti parleranno ai ragazzi attraverso un video – evento.
La Didattica a distanza diventa così un’opportunità per comunicare ai ragazzi, alle nuove generazioni un messaggio pieno di valori da condividere tra loro e all’interno delle proprie famiglie. Il video in divulgazione da oggi presso gli istituti scolastici superiori di Somma Vesuviana, vede gli interventi delle nostre associate, della sociologa dott.ssa Maddalena Molaro, intervallati da momenti artistici. Dunque avremo insieme Psicologia e Arte perché da sempre cerchiamo di andare nelle scuole per una narrazione artistica della figura femminile, pensiamo alla Beatrice di Dante ad esempio”. Lo ha affermato Cinzia Castaldo Presidente dell’Associazione EvaProEva, organizzazione di volontariato che è nata nel 2013 dall’attenzione delle donne per le donne, spronate dalla volontà di “dar voce a chi voce non ha”.
L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio morale del Comune di Somma Vesuviana.
#NOWOMANLOCKDOWN “IL RUMORE DEL SILENZIO”, IL VIDEO
Unire le famiglie, tutelare i valori della vita.
“Stiamo mettendo in campo politiche di unione, che diano messaggi chiari di rispetto per la vita di tutti. Politiche contro le emarginazioni ed in grado di favorire le inclusioni, ma anche politiche di valorizzazione della cultura femminile – ha dichiarato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana - e della famiglia. Saremo sempre al fianco di tutti coloro i quali contrastano le violenze di ogni tipo. Nel caso specifico si tratta inoltre di un progetto che parla alla città divulgando, soprattutto ora che è in corso un’emergenza sanitaria, i veri valori della famiglia”.
L’Assessorato alle Politiche Sociali di Somma Vesuviana è in prima linea su più fronti.
“Dall’assistenza psicologica in Emergenza Covid al progetto Autismo per una Città inclusiva, alla valorizzazione della figura femminile e della cultura femminile – ha affermato Sergio D’Avino, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Somma Vesuviana – alla tutela degli anziani, ed ancora senza dimenticare le esigenze dei minori. Siamo in prima linea su più fronti. Molti di questi progetti sono concreti, reali, già in corso come PsicologiaEmergenzaCovid19, Telesoccorso, Autismo ed altri ancora andranno in porto nelle prossime settimane. Noi ci siamo, attivi e mai fermi nell’interesse della città”.
I Carabinieri della Compagnia di Cerignola, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia, del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Modugno e delle unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due soggetti di Cerignola, ritenuti coinvolti, a vario titolo, nel tentato furto commesso nel primo pomeriggio di sabato 3 agosto 2019 al Postamat dell’ufficio postale della centralissima Piazza Duomo, a Cerignola.
Quel pomeriggio, quattro soggetti completamente travisati, giunti a bordo di due ciclomotori, fecero esplodere un ordigno rudimentale, detto “marmotta”, nello sportello ATM dell’ufficio postale centrale e, con un altro ordigno, danneggiarono la finestra adiacente allo sportello, allo scopo di ricavare un accesso alla stanza di alloggiamento dello stesso. La detonazione distrusse completamente lo sportello Postamat, scaraventandone i detriti a diverse decine di metri di distanza. Dopo pochi minuti, i quattro si dileguarono senza riuscire ad asportare il denaro, facendo perdere le proprie tracce.
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Le indagini avviate nell’immediatezza dai Carabinieri della Compagnia di Cerignola e costantemente dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, hanno consentito di individuare, mediante l’acquisizione di numerosi filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza, il garage, sito nel centro abitato, dove si erano andati a rifugiare i quattro fuggitivi subito dopo il fallito assalto. Garage di pertinenza dell’abitazione di uno dei due indagati, G.F.G., 28enne di Cerignola, con precedenti di polizia, ritenuto uno dei quattro autori del tentato furto e quindi presunto responsabile dei reati di tentato furto pluriaggravato in concorso e porto di esplosivi aggravato in concorso. L’altro indagato, D.A.P., 33enne di Cerignola, con precedenti di polizia, è ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento personale in concorso. Lo stesso, insieme ad un altro ignoto soggetto, avrebbe favorito G.F.G. ed i suoi tre complici, facendo sparire, poco dopo l’assalto, diverse tracce del reato, spostandole dal garage dove i quattro avevano trovato riparo subito dopo essere fuggiti da Piazza Duomo.
Il Gip del Tribunale di Foggia, accogliendo la richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso una ordinanza di misure cautelari con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di G.F.G. e la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di D.A.P.. La misura è stata eseguita dai Carabinieri all’alba di oggi.
Promosso dall’ Osservatorio Permanente Giovani - Editori e da Pirelli, il Liceo Artistico “Sacro Cuore” di Cerignola, con gli studenti Daniele Tango e Steliana Petrescu, classe 4G, indirizzo Grafica, ha conquistato il podio con il secondo posto nazionale.
La scuola, oggi, non è solo l’ambito a cui la società assegna il compito di trasmettere cultura e valori, ma ha anche il dovere di valorizzare e riconoscere il merito e sollecitare i ragazzi a sviluppare i propri talenti. In tale direzione l’Osservatorio Permanente Giovani nell’anno scolastico 2019-2020, ha indetto la quinta edizione del concorso, un vero e proprio percorso per aiutare gli studenti a capire che esiste un cammino possibile di crescita diverso per ciascuno. Il “dna” di Pirelli è da sempre contraddistinto dalla valorizzazione del talento, elemento imprescindibile per il raggiungimento dell’eccellenza, e si riflette nella collaborazione a questa iniziativa che supporta gli studenti nel riconoscere, coltivare ed esprimere il talento come patrimonio per la loro crescita. Un’iniziativa concorsuale che si è rivolta alle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia iscritte al progetto “Il Quotidiano in Classe”, e che ha offerto ai docenti partecipanti un percorso didattico per aprire una riflessione nelle classi intorno al tema della valorizzazione di sé stessi, alla scoperta delle qualità e dei talenti di ciascuno. La finalità dell'iniziativa è stata quindi quella di aiutare i giovani a costruire il loro futuro partendo dal presente: scoprire e imparare a conoscere meglio ciò che sono, per capire come crescere e migliorare, come affinare le capacità, valorizzare le doti e coltivare i talenti. Testimonial dell’importante concorso nell’anno scolastico appena trascorso Giovanni Allevi, Fabio Scozzoli, Lorenzo Tugnoli, Piero Angela e Philippe Daverio, da poco scomparso.
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Sotto la guida esperta della professoressa Michela Fasinella, Daniele e Steliana hanno realizzato un video veramente originale sulla vita e l’opera di Walt Disney che ha messo in evidenza tecnica, capacità comunicativa, gusto estetico e creatività, curando tutte le sue fasi, dalla sceneggiatura alle riprese per finire al montaggio, realizzando anche i modelli per le scene.
Testimonial dell’importante concorso nell’anno scolastico appena trascorso Giovanni Allevi, Fabio Scozzoli, Lorenzo Tugnoli, Piero Angela e Philippe Daverio, da poco scomparso.
Link dal sito del concorso nazionale:
https://www.osservatorionline.it/page/243075/il-talento-questione-di-clsse#content
Dura battuta d’arresto inflitta alla mafia foggiana, la “società”. Un pool antimafia di Forze dell’ordine costituito da Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri coordinati dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura Della Repubblica di Foggia, questa notte, tra il 15 e il 16 novembre 2020, a Foggia ed in altre 15 province del territorio nazionale, nell’ambito della maxi operazione antimafia convenzionalmente denominata “Decimabis”, hanno eseguito congiuntamente un provvedimento cautelare –emesso dal Tribunale di Bari su richiesta di un pool di magistrati della Procura Nazionale Antimafia, della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura della Repubblica di Foggia –nei confronti di 40 indagati, ritenuti appartenenti o contigui all’organizzazione mafiosa “società” foggiana e responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, usura, turbativa d’asta e traffico di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso.
“Decimabis” rappresenta la prosecuzione della precedente operazione antimafia, denominata “Decima Azione”, eseguita nel novembre 2018, sempre nella città di Foggia, da parte delle due Forze di Polizia operanti, nonché la risposta ai violenti attentati consumatisi in città all’inizio dell’anno, che ebbero ampio risalto in ambito nazionale, destando peraltro profondo allarme sociale.
L’importante inchiesta giudiziaria che ha compendiato gli esiti di diverse attività di indagine, tra loro connesse, è stata condotta da una task force composta da investigatori della 1^ Divisione dello SCO, delle Squadre Mobili di Bari e Foggia, nonché del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, ed ha consentito di ricostruire le attuali dinamiche organizzative-funzionali nonché le specifiche attività criminali delle tre batterie che compongono la società foggiana: “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”, “SINESI-FRANCAVILLA” e “TRISCIUOGLIO-TOLONESE-PRENCIPE”, da tempo contrapposte, sia pure a fasi alterne, in una sanguinosa guerra di mafia per il conseguimento della leadership interna ed il controllo degli affari illeciti ma, allo stesso tempo, unite nella condivisione degli interessi economico-criminali, gestiti secondo schemi di tipo consociativo.
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Le complesse ed articolate investigazioni svolte, anche con l’importante ausilio di massive attività tecniche, corroborate altresì dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno documentato, tra le altre cose, come l’organizzazione mafiosa in argomento abbia:
- realizzato una generalizzata, pervasiva e sistematica pressione estorsiva nei confronti di imprenditori e commercianti di Foggia, gestita secondo un codice regolativo predefinito e condiviso, significativamente denominato come il “SISTEMA”;
- costituito una cassa comune, finalizzata al pagamento degli “stipendi” per i consociati, nonché al mantenimento dei sodali detenuti e dei loro familiari, anche attraverso il sostenimento delle spese legali, così sviluppando collaudati processi di gestione centralizzata nell’acquisizione e nella ripartizione delle risorse economiche;
- gestito il racket delle estorsioni come la riscossione di una vera e propria tassa di sovranità, registrando su un libro mastro la lista delle attività commerciali ed imprenditoriali estorte, nonché gli “stipendi” pagati agli associati;
- regolato le dinamiche interne attraverso il sistematico ricorso alla violenza brutale, quale strumento di definizione degli assetti interni e delle gerarchie associative;
- sviluppato, negli ultimi anni, una significativa vocazione imprenditoriale, ed una parallela opera di infiltrazione nel settore amministrativo, , orientando il sodalizio mafioso verso un più evoluto modello di mafia degli affari.
I principali destinatari del provvedimento restrittivo eseguito dagli investigatori della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri sono elementi di primo piano, ed in alcuni casi anche “figure storiche”, della Società Foggiana.
Tra gli arrestati figura anche un dipendente del Comune di Foggia, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, il quale ha fornito informazioni ad esponenti della batteria “SINESI-FRANCAVILLA”, funzionali al compimento di attività estorsive nei confronti delle locali agenzie funerarie oltre ad un imprenditore locale, attivo nel settore dell’edilizia, indagato per turbativa d’asta.
Particolarmente importanti sono risultate le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, originariamente intranei alla Società Foggiana, i quali, con i propri contributi dichiarativi, reciprocamente convergenti, hanno ulteriormente rafforzato l’impianto accusatorio raccolto dagli inquirenti, consentendo, nello specifico, di acquisire significativi elementi di prova in ordine alle dinamiche interne ed agli interessi criminali del predetto sodalizio mafioso.
Le indagini hanno permesso di disvelare la capillare, pervasiva pressione estorsiva esercitata dalla “società” foggiana sul tessuto economico della città: dal mercato settimanale cittadino al settore edilizio, dalle imprese di servizi funebri, alle sale scommesse e dalle aziende attive nel movimento terra, dall’agroalimentare alle corse ippiche: non vi è ambito economico che la mafia foggiana abbia risparmiato nella sottoposizione al racket estorsivo.
Allarmanti anche i tentativi di infiltrazione e condizionamento nel settore delle aste pubbliche, dei servizi di vigilanza e nella pubblica amministrazione nonché i rapporti e le interlocuzioni attivati con esponenti importanti del mondo imprenditoriale locale sottoposti all’assoggettamento mafioso.
Questa importantissima operazione antimafia attesta, ancora una volta, quanto sia elevato l’impegno e la determinazione della “Squadra Stato” nell’attività di contrasto e di repressione della criminalità organizzata foggiana: un forte segnale di fiducia e di speranza che punta a risvegliare la coscienza sociale di una comunità cittadina rimasta per troppo tempo vittima e prigioniera di una asfissiante e tentacolare oppressione mafiosa.
Complessivamente, come detto, sono 40 gli arresti svolti dal pool antimafia, per la maggior parte si tratta di esponenti delle suddette tre batterie della criminalità organizzata foggiana. Nel mirino soprattutto le estorsioni compiute a tutto campo, tra le vittime anche ambulanti del mercato settimanale. Tra i destinatari dei provvedimenti anche un soggetto dell’amministrazione pubblica, che indicava i decessi per consentire alla mafia di intervenire per pretendere pizzo da chi curava i servizi di trasporto.
Tutti nomi degli arrestati dell’operazione Decimabis, chi raggiunto in carcere da inasprimenti di pena, chi ha visto le celle delle Patrie Galere.
Quelli della “società” foggiana
Adelio Pio Nardella nato a Foggia il 29.02.1966
Alessandro Alessandro nato a Foggia il 13.01.1979
Alessandro Aprile 'Schiattamorti' nato a Foggia il 27.02.1984
Antonio Miranda nato a Foggia il 05.09.195
Antonio Riccardo Augusto Frascolla detto 'Antonello' nato Foggia il 17.02.1990
Antonio Riccardo Augusto Frascolla detto 'Antonello' nato Foggia il 17.02.1990
Antonio Salvatore detto 'Lascia Lascia' nato a Foggia il 26.02.1991
Antonio Verderosa detto 'Sciallett' nato a Foggia il 26.05.1968
Antonio Vincenzo Pellegrino detto 'Capantica' nato a Foggia il 13.06.1952
Antonio Vincenzo Pellegrino detto 'Capantica' nato a Foggia il 13.06.1952
Benito Palumbo nato a Foggia il 05.08.1987
Ciro Stanchi nato a Foggia il 14.12.1973
Domenico Valentini nato a Foggia il 15.08.1972
Ernesto Gatta nato a Foggia il 02.06.1974
Federico Trisciuoglio nato a Foggia il 20.10.1953
Felice Direse nato a Foggia il 20.11. 1969
Francesco Pesante nato a Foggia il 04.01.1988
Francesco Tizzano nato a Foggia il 20.01.197
Gioacchino Frascolla nato a Foggia il 20.04.1985
Giovanni Rollo nato a Foggia il 18.08.1987
Giuseppe De Stefano nato a Foggia il 01.03.1982
Giuseppe Perdonò nato a Foggia il 01.02.1988
Ivan Emilio D'Amato nato a Foggia il 11.07.1973
Ivan Narcisonato a Foggia il 08.06.1990
Leonardo Gesualdo detto il 'Vavoso' nato a Foggia il 28.06.1986
Marco Gelormini nato a Foggia il 10.04.1986
Marco Salvatore Consalvo nato a Foggia il 16.08.1975
Mario Clemente nato a Foggia il 12.08.1980
Massimiliano Russo nato a Foggia il 11.06.1975
Massimo Perdonò·nato a ·Foggia il 11.09.1977
Michele Cannone nato a Foggia il 22.09.1970
Michele Carosiello nato a Cerignola il 30.08.1980
Michele Morelli detto 'Pace e cui' nato a Foggia il 08.06.1989
Nicola Valletta nato a Cerignola il 03.07.1986
Pasquale Moretti nato a Foggia il 11.05.1977
Pietro Stramacchio nato a Foggia il 06.09.1976
Raffaele Palumbo nato a Foggia il 23.01.1984
Rocco Moretti nato a Foggia il 29.05.1997
Savino Ariostini detto 'Nino55' nato a Foggia il 01.04.1969
Sergio Ragno nato a Foggia il 29.05.1977
Tommaso Alessandro D'Angelo nato a Foggia il 18.08.1985
Affiliato
Marco D'Adduzio nato a Foggia il 21.09.1968 (agli arresti domiciliari)
Dal mondo politico, imprenditoriale, associativo, terzo settore, giungono note di plauso per l’ennesimo scacco alla mafia foggiana e per aver ridato respiro all’economia locale tenuta continuamente terrorizzata e in apnea dal dilagante e criminale sistema del racket.
Nella mattina di mercoledì 11 novembre, personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cerignola traeva in arresto E.D.G. 50enne cerignolano, con precedenti di Polizia, per detenzione di ingente quantitativo di sostanza stupefacente di vario tipo e detenzione illegale di armi clandestine e relative munizioni.
In particolare, gli agenti si recavano presso l’abitazione di E.D.G. per effettuare una perquisizione per la ricerca di sostanze stupefacenti. La perquisizione veniva estesa ad un locale di cui il predetto aveva la disponibilità, ubicato nel centro cittadino, al cui interno gli agenti rinvenivano e sequestravano kg.1,834 di cocaina, divisa in panetti, pezzi e cipolline, kg.3,75 di eroina, divisa in panetti, kg.45,9 di hashish, in panetti e sfere, e grammi 40 circa di marijuana, oltre a sostanza da taglio e numerosissimo materiale per il confezionamento. Inoltre, gli agenti, nel medesimo locale, rinvenivano e sequestravano due pistole clandestine: una pistola semiautomatica cal.9x21 con matricola abrasa più 32 cartucce dello stesso calibro ed una pistola revolver calibro 357 magnum più 26 cartucce dello stesso calibro.
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E.D.G. veniva tratto in arresto e, dopo le formalità di rito, accompagnato presso la Casa Circondariale di Foggia a disposizione della competete Autorità Giudiziaria.
Gli accertamenti sulla sostanza stupefacente hanno consentito di accertare che dalla cocaina sequestrata avrebbero potuto ricavarsi quasi 10.000 dosi, dall’eroina circa 3.500 dosi , dall’hashish circa 163.000 dosi, dalla marijuana circa 219 dosi.
L’Autorità Giudiziaria, nella giornata odierna, ha convalidato l’arresto e sottoposto E.D.G. alla misura cautelare della custodia in carcere.
Il Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli ha presentato ieri nel suo studio, insieme al Dott. Gianni Letta, il calendario istituzionale 2021. La diretta streaming si è conclusa con l’intervento del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Valori e solidarietà i temi del dibattito moderato dalla giornalista Emma D’Aquino.
Le 12 immagini del calendario, scattate da vari fotografi e in epoche diverse, sintetizzano i 40 anni di storia iniziata nel 1981, anno della legge numero 121 che ha riconosciuto nella Polizia di Stato la prima forza di polizia civile ad ordinamento speciale e delineato il sistema della Pubblica Sicurezza in Italia.
Gli scatti, commentati dal Consigliere di Stato Carlo Mosca, raccontano i tanti aspetti innovativi che la legge di riforma ha introdotto nella Polizia di Stato: la “smilitarizzazione” del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, la parità di accesso e progressione di carriera per le donne, il diritto di associarsi in sindacati.
QUI IL PDF DEL CALENDARIO A PARETE 2021
Tre immagini in particolare simboleggiano lo spirito di servizio: il mese di marzo con l’ispettore Santa Perrone e la piccola Elena Luisi salvata dai suoi rapitori, il mese di agosto con il reparto mobile che presta soccorso agli abitanti della Val di Fiemme, il mese di dicembre con i poliziotti impegnati nell’attività connessa all’emergenza Covid 19, a salvaguardia della salute pubblica.
Immagini operative e di storia dell’Italia degli ultimi 40 anni che testimoniano la mission delle donne e degli uomini della Polizia di Stato: essere al servizio delle comunità.
Anche quest’anno il ricavato delle vendite del calendario sarà devoluto al comitato Italiano per l’UNICEF, per il progetto volto a fronteggiare le situazioni di disagio minorile conseguenti all’emergenza da COVID 19 e al Piano di assistenza continuativa “Marco Valerio” a favore del personale della Polizia di Stato con figli affetti da gravi disabilità. Accogliendo l’invito all’acquisto del calendario, generosamente rivolto da Rosario Fiorello, è possibile perfezionare l’operazione sul sito UNICEF all’indirizzo www.regali.unicef.it e riceverlo a casa o attraverso un versamento sul conto corrente postale nr. 745000, intestato a “Comitato Italiano per l’Unicef” indicando sul bollettino la causale Calendario della Polizia di Stato 2021 per il progetto Unicef “Emergenza Coronavirus”. Copia dell’attestazione di versamento dovrà poi essere presentata all’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Questura di riferimento.
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La scheda dei temi del CALENDARIO 2021 DELLA POLIZIA DI STATO
Come ogni anno la Polizia di Stato realizza il calendario istituzionale che rappresenta uno dei progetti più significativi sia per i profili identitari sia per le finalità solidali che si propone. Nel solco di una tradizione ormai consolidata, tutti i proventi della vendita del Calendario sono destinati al Comitato italiano per l’Unicef ONLUS – quest’anno al progetto per fronteggiare le situazioni di disagio minorile conseguenti all’emergenza da COVID-19 - e al Fondo di Assistenza per il personale della Polizia di Stato – Piano Marco Valerio che supporta le famiglie delle poliziotte e dei poliziotti con figli minori affetti da gravi disabilità.
Il calendario 2021 intende celebrare il 40^ Anniversario della Legge 1 aprile 1981, n. 121, che ha profondamente riformato l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e “rifondato” la Polizia di Stato: forza di polizia moderna, democratica e a ordinamento civile.
Per illustrare questo processo di cambiamento sono stati individuati 12 scatti fotografici che rappresentano i temi portanti della legge di riforma con l’obiettivo di raccontare questi ultimi 40 anni al servizio del Paese e tratteggiare il progressivo percorso della Polizia di Stato, al servizio delle comunità.
Il materiale fotografico è stato reperito dall’archivio fotografico della rivista ufficiale “PoliziaModerna”, acquisito presso agenzie giornalistiche che hanno generosamente contribuito alla realizzazione del progetto e, in alcuni casi, realizzato ad hoc dai fotografi dell’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale della Polizia di Stato.
Di seguito i temi maggiormente rappresentativi del processo di cambiamento della Polizia di Stato negli ultimi 40 anni e riprodotti nei 12 scatti del calendario:
1) CAMBIAMENTO: nasce la Polizia di Stato, forza di polizia civile ad ordinamento speciale, con nuovi simboli identitari che rappresentano i cardini del cambiamento. Una nuova uniforme con diversi colori, il monogramma R.I. (della Repubblica Italiana) al posto delle “stellette” sul bavero e, più avanti nel 2018, i nuovi distintivi di qualifica che concludono il processo di riforma.
2) SINDACATI DI POLIZIA: nel nuovo disegno della Polizia di Stato come forza di polizia civile ad ordinamento speciale vengono definite le norme di comportamento politico e riconosciuto il diritto di associarsi in sindacati di polizia per la tutela dei diritti del poliziotto-lavoratore.
3) DONNE: la legge di riforma scioglie il Corpo di polizia femminile e il personale, con tutte le sue competenze (reati in materia di buon costume, violenza sulle donne e sui minori), confluisce nella nuova Polizia di Stato insieme al personale del Corpo delle Guardie di P.S. e ai funzionari civili di P.S.. Le nuove norme assicurano parità di attribuzioni, funzioni, trattamento economico e progressione in carriera al personale femminile e maschile.
4) IDENTITA’: la L.121 istituisce la Polizia di Stato, organismo civile ad ordinamento speciale, che esercita le proprie funzioni al servizio dei cittadini e per l’esercizio delle libertà e dei diritti altrui. Cambia nei colori, nelle divise e nella livrea, diventando un organismo composito, capace di coordinare il complesso sistema cui è attribuita la responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica.
“Un’istituzione senza memoria, senza le proprie radici è destinata ad inaridirsi” e la legge di riforma sposa in pieno questo paradigma, rinnovando la tradizione per costruire il futuro.
5) ISPETTORI: viene istituito il nuovo ruolo degli Ispettori, figura di raccordo tra i “sottoufficiali” e i funzionari, con un profilo particolarmente qualificato (sia per titolo di studio, sia per tipologia di formazione) per lo svolgimento di funzioni precipue in materia di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria, con particolare riguardo alle attività investigative.
6) PROSSIMITA’: i compiti istituzionali attribuiti alla Polizia di Stato confermano la tradizione tracciata dalle norme in materia di ordine e sicurezza pubblica, ma viene profondamente innovato il sistema di riferimento: la Polizia di Stato esercita le proprie funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini sollecitandone la collaborazione. Un obiettivo nuovo: creare un rapporto con le comunità per costruire insieme la sicurezza del Paese e diffondere la cultura della legalità.
7) AUTORITA’ DI PUBBLICA SICUREZZA: la legge di riforma definisce il sistema dell’ordine e della sicurezza pubblica indicando nel Ministro dell’Interno l’Autorità Nazionale di pubblica sicurezza. A livello provinciale, conferma l’autorità del Prefetto e del Questore, definendo gli specifici ambiti di competenza: politico-amministrativo il primo e tecnico-operativo il secondo.
8) ORDINE E SOCCORSO PUBBLICO: il rilievo del soccorso pubblico nelle competenze delle forze di polizia viene rinnovato e la Polizia di Stato individua nella professionalità dei neo-istituiti Reparti Mobili la struttura operativa dedicata a questo delicato servizio.
9) FORMAZIONE: il sistema delle scuole di polizia viene ridisegnato in funzione di un nuovo concetto, la formazione. La formulazione dei programmi, i metodi di insegnamento e le tecniche operative vengono profondamente revisionati con l’obiettivo di assicurare la massima professionalità del personale e la promozione del senso di responsabilità nel servizio alle istituzioni democratiche e ai cittadini.
10) RUOLI TECNICI: nasce la componente tecnico-scientifica della Polizia di Stato che va ad affiancarsi al ruolo del personale che svolge funzioni di polizia e a quello dei ruoli professionali (medici). L’innovazione risponde all’esigenza di assicurare una serie di attività attinenti ai servizi di polizia nel settore logistico, scientifico, telematico, psicologico, sanitario e della sicurezza cibernetica.
11) SERVIZIO: nel 1981 viene codificata la mission della Polizia di Stato: esercitare le funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini. La tutela dell’esercizio delle libertà e dei diritti dei cittadini, la vigilanza sull’osservanza delle regole, la garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, la prevenzione e repressione dei reati, il soccorso pubblico hanno come nuovo e unico faro dell’agire il servizio alle comunità del Paese.
12) COORDINAMENTO: Il Ministro dell’Interno, in qualità Autorità Nazionale di P.S., è responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ha l’alta direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica e coordina, in materia, i compiti e le attività delle forze di polizia, avvalendosi dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, nell’ambito della quale è istituito il Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Al Dipartimento della Pubblica Sicurezza è preposto il Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza che provvede all’attuazione della politica dell’ordine e della sicurezza pubblica e coordina a livello tecnico-operativo le forze di polizia.
L'editoriale del Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli
«Lo abbiamo sentito ripetere spesso: gli italiani danno il meglio di sé nei momenti difficili. Non so se sia sempre vero, ma lo è stato sicuramente nei primi anni ‘80 quando il Parlamento, durante la coda velenosa di un terrorismo endogeno e di una criminalità organizzata quanto mai brutale, approva la legge 121 nel 1981.
La lettura degli atti parlamentari e della relazione illustrativa dà conto della complessità del dibattito che ha condotto al testo finale della legge con la quale è stata “rifondata” la Polizia di Stato e ridisegnata l’intera Amministrazione della Pubblica Sicurezza, che va ben oltre le stesse forze di Polizia, componenti essenziali.
La legge ha individuato nel Ministro dell’Interno l’autorità nazionale di pubblica sicurezza e nel Prefetto e Questore le autorità provinciali, rispettivamente politica-amministrativa e tecnica-operativa, di pubblica sicurezza. Ha creato il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, la casa delle forze di Polizia nonché lo strumento con cui il Ministro dà sostanza al suo essere Autorità Nazionale.
Con questo calendario vogliamo celebrare i quarant’anni di quella straordinaria intuizione del legislatore del 1981 che evochiamo anche nella data della “Festa della Polizia”, fissata proprio il 10 aprile per ricordarne la data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Attraverso la successione delle immagini, scattate da vari fotografi e in epoche diverse, abbiamo ripercorso i tanti aspetti rivoluzionari che la legge ha introdotto nella Polizia di Stato: la “smilitarizzazione” del Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza, l’apertura al mondo sindacale, la parità di genere garantendo alle donne eguali modalità di accesso e medesime opportunità di carriera dei colleghi uomini e tanto, tanto altro ancora.
Sfogliando queste pagine potrete ripercorrere non solo la storia della Polizia di Stato, ma ancor di più la cronaca d’Italia degli ultimi quarant’anni, perché la nostra Istituzione ha saputo, nel corso di questi decenni trascorsi, identificarsi nella comunità, tutelandola e facendosi interprete dei bisogni dei nostri concittadini.
Con l’auspicio di un anno un po’ meno complicato, garantiamo, fin d’ora, che le donne e gli uomini della Polizia di Stato saranno vicini a Voi. Sempre.»
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Il Progetto UNICEF 2020
Nel 2001 è iniziata la collaborazione fra Polizia di Stato e l’UNICEF finalizzata alla raccolta di fondi, attraverso la vendita dei calendari, da destinare a un progetto a tutela dell’infanzia che l’Unicef porta avanti in uno dei Paesi in via di sviluppo.
Per l’anno 2021, i ricavati delle vendite del calendario della Polizia di Stato, finanzieranno il progetto per fronteggiare le situazioni di disagio minorile conseguenti all’emergenza da COVID-19.
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, sancisce quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia.
Da oltre 70 anni l’UNICEF si impegna affinché a tutti i bambini del mondo siano garantiti i loro diritti. Ancora oggi, a distanza di trent’anni dalla firma della Convenzione ONU, troppi minori sono vittime di abusi, discriminazioni e violenze.
Il piano assistenza continuativa “Marco Valerio”
Il Piano “cronici”, istituito negli anni ’60 con la nascita del Fondo di Assistenza per il personale della Polizia di Stato, è rivolto ai figli dei dipendenti ed ex dipendenti della Polizia di Stato, minori degli anni 18, affetti da patologie ad andamento cronico e si concretizza con l’erogazione di un contributo economico annuale.
Rappresenta una tra le più importanti e sentite iniziative tramite le quali il Fondo di Assistenza per il Personale della Polizia di Stato, ogni anno, rende concreta la vicinanza dell’Amministrazione ai dipendenti con figli minori affetti da malattia ad andamento cronico.
Dal 1989, una Commissione, composta anche da un medico, opera per valutare le istanze di inserimento nel Piano e per attribuire, in base alla gravità della malattia, una provvidenza.
Il Piano “cronici” ha assunto l’attuale denominazione – Piano “Marco Valerio” - nell’anno 2008, in ricordo del giovane Marco Valerio, di 15 anni, figlio del Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Rizza Vincenzo, deceduto al rientro da un Pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dal Fondo per i giovani assistiti.
A seguito della tragica notizia, il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, in segno di vicinanza a quella famiglia così dolorosamente colpita negli affetti più cari, attribuì la denominazione Piano “Marco Valerio”.
Attualmente, i minori assistiti nell'ambito del Piano sono circa 700.
Oltre all’aiuto economico, nel corso degli anni, sono state organizzate una serie di iniziative di solidarietà, finalizzate a far sentire genitori e ragazzi parte della famiglia della Polizia di Stato, a sensibilizzare sul tema della disabilità ed a raccogliere fondi da destinare al Piano Marco Valerio (ad esempio tornei sportivi..).
Nel primo giorno di coprifuoco, dalle ore 22 alle 05, dopo l’ultimo DPCM, del 03 novembre 2020, Foggia si è comportata bene. Sabato 07 novembre 2020, un weekend, dalla 22 in poi la città era deserta, a parte qualcuno di ritorno dal lavoro, da urgenze giustificabili, e anche di qualche altro “sfidante” in barba alle regole normate anti CoVid-19.
Responsabilità? Paura? Legalità?
Fattori che hanno inciso nel rispettare il coprifuoco (parole forte ma imposta dal Governo) di una Foggia che nei mesi scorsi ha tanto fatto parlare le cronache, come altre città, sulla movida, luoghi di assembramenti.
Certo, adunanze e folle di persone, di ogni età, hanno purtroppo contribuito a far prolificare il virus, SARS- CoV-2, CoVid-19, Coronavirus, 2019-nCov, chiamatelo come volete… fate un po’ Voi, contagiando migliaia di cittadini.
Ma siete certi che la colpa sia stata solo della movida, così deresponsabilizzando istituzioni varie? O i trasporti sono stati i veicoli più incisivi per il contagio?
Mezzi pubblici o di aziende private di pubblica utilità sempre pieni e mai controllati a dovere da chi istituzionalmente era delegato a farlo?
Responsabilità… se dei cittadini si è colpevoli, se delle istituzioni in parte no. La solita storiella, insulsa, ignobile, pilatesca.
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Domenica mattina, per oltre 4 ore, a Manfredonia, i Carabinieri della locale Compagnia, con il preziosissimo supporto tecnico del personale della Motorizzazione Civile di Bari, hanno effettuato un robusto servizio di controllo alla circolazione stradale, dando una stretta all’uso improprio di biciclette elettriche modificate.
I mezzi controllati e successivamente sequestrati per le numerose irregolarità riscontrate, circa 20, sono stati sottoposti ad una verifica approfondita mediante utilizzo del Banco Prova Velocità della Motorizzazione Civile di Bari, grazie al quale è stato possibile stabilire anche la velocità che potevano raggiungere tali veicoli, ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge, in alcuni casi anche il doppio, 50 km/h in luogo dei 25 km/h previsti.
Nello specifico è stato accertato che tutti, nessuno escluso, erano dotati di kit clandestini che consentivano ai conducenti di muoversi agilmente per le vie cittadine al pari di un vero e proprio scooter elettrico, indipendentemente dalla forza muscolare impressa sui pedali, al punto che alcuni mezzi sottoposti a verifica ne erano completamente sprovvisti, segno inequivocabile della loro inutilità.
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A seguito delle modifiche, le ex biciclette a pedalata assistita sono state trasformate in veri e propri ciclomotori, con tutto quello che il codice della strada impone nel caso di circolazione su pubblica via: una patente di guida, l’uso del casco protettivo, l’immatricolazione e quindi la targa. L’articolo 50 del cds é molto chiaro e stabilisce la natura dei velocipedi, fissando condizioni e caratteristiche cui tali veicoli devono essere assoggettati “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”.
Perché quindi si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è necessario che il veicolo si muova esclusivamente utilizzando i pedali anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata.
I mezzi in sequestro, invece, potevano percorrere chilometri senza mai pedalare grazie ad un acceleratore o potenziometro posto sul manubrio.
Salatissimi gli importi dei verbali notificati ai trasgressori che nel complesso hanno superato la soglia dei 100.000,00 euro. di tali condotte di guida manifestatamente pericolose.
La specifica attività è stata voluta dalla Compagnia dei Carabinieri di Manfredonia per tutelare gli utenti della strada e scongiurare il verificarsi di incidenti stradali, anche mortali.
Il servizio è stato commentato con favore da molti passanti, che hanno visto nei controlli effettuati un utilissimo servizio alla cittadinanza, ora più sicura anche nel passeggiare per il centro storico di Manfredonia.
La Squadra Mobile della Questura di Foggia, coadiuvata dagli artificieri e dalle unità cinofile anti esplosivo della Questura di Bari nonché dagli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale”, ha tratto in arresto due pregiudicati foggiani, di 28 e 35 anni, trovati in possesso di un considerevole quantitativo di esplosivi, armi, munizioni e sostanza stupefacente.
Nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata lu
nedì mattina presso un casolare di campagna nella disponibilità dei due uomini, i poliziotti hanno rinvenuto Kg. 60 di materiale esplosivo, 3 pistole, un fucile, numerose munizioni nonché Kg. 10 di marijuana.
Sequestrate bombe carta, candelotti, manufatti artigianali, ed artifizi pirotecnici di vario tipo. Per gli artificieri si tratta di una vera e propria Santa Barbara caratterizzata da taluni ordigni classificati a “rischio potenziale elevato” in quanto contenenti una particolare “miscela esplosiva con effetti detonanti comportante un rischio d’esplosione in massa”. Non a caso il materiale in questione è soggetto ad una rigorosa e stringente normativa, finalizzato alla prevenzione dei disastri e a tutela dell’incolumità pubblica e privata, sicché ne è inibita la detenzione e la commercializzazione finanche alle armerie. Difatti, per la relativa distribuzione e vendita occorrono delle particolari autorizzazioni di cui gli arrestati erano completamente sprovvisti.
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Sempre durante la perquisizione è stato trovato un considerevole numero di armi, alcune dolosamente inquinate nei loro segni identificativi ed altre di palese provenienza illecita.
Nello specifico, è stata rinvenuta una pistola semiautomatica Beretta mod. 34 cal. 9 corto provento di furto, un’altra pistola Beretta dello stesso modello, i cui segni identificativi erano stati dolosamente abrasi, nonché una pistola semiautomatica Beretta mod. 418 cal. 6,35 anch’essa con matricola abrasa. Infine è stato rinvenuto un fucile cal. 12, oggetto di furto consumato in Celenza Val Fortore. Oltre alle citate armi è stato ritrovato diverso munizionamento compatibile con le suddette armi.
Infine, le operazioni di perquisizione hanno consentito agli operanti il ritrovamento di 60 piante di marijuana, ciascuna dell’altezza media di circa un metro, il cui peso complessivo lordo ammontava a Kg. 10. In particolare, i due soggetti arrestati sono stati colti dagli agenti proprio nell’atto delle operazioni di cimatura delle piante, al fine di isolare i ciuffi delle florescenze che, come noto, sono quelli principalmente contenuti nelle dosi da spaccio e più graditi ai consumatori per la loro maggiore efficacia psicotropa.
I due pregiudicati, alla luce del consistente e variegato quadro probatorio emerso, sono stati tratti in arresto e tradotti presso la locale Casa Circondariale a disposizione della Procura della Repubblica di Foggia.