Non solo furti di auto a iosa, anche negli appartamenti e in strada. È il drammatico resoconto di settimane di denunce dei foggiani alle autorità.
Luogo preferito dei borseggiatori, a quanto pare, non è più quello in periferia o nei vicoli al riparo da occhi indiscreti, bensì la centralissima piazza Giordano. A far coppia con essa sono le vie principali di Foggia, quelle più trafficate, più videosorvegliate, come se chi commette il furto si disinteressi di essere riconosciuto e/o pizzicato sul fatto.
È il caso del furto di una bicicletta, avvenuto ieri 19 agosto 2022. Come scritto sulla pagina social “Voce di Foggia”: «Furto di una mountain bike biammortizzata di colore nero e giallo appena perpetrato nei pressi della farmacia Santa Rita in viale Ofanto. Se riconoscete i malfattori o vedete la bici, chiamate il 113».
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Non è il primo furto di bicicletta o autovettura che fosse, perpetrata just in time e poi compiuto, che avviene nel capoluogo dauno. Di pari in passo si compiono saccheggi, approfittando delle case vuote per il periodo ferragostano, a volte anche con i legittimi proprietari o affittuari all'interno dell'appartamento ma di notte, durante il sonno. E chi si sveglia, oltre il forte spavento, o è minacciato o malmenato.
Ma il caso che più fa discutere in questi giorni, che pian piano si sta ritornando alla normalità del viver quotidiano, sono i borseggi che avvengono nell’area pedonale di Foggia, piazza Giordano in primis. Qui la sera la piazza è colma di persone, chi passeggia chi si siede sulle panchine mentre i loro piccoli giocano. C’è anche chi si ritrova con gli amici e tra una chiacchiera e una risata poggia sulla panchina o sui marmi delle aiuole il telefonino. Improvvisamente qualcuno passa con la bicicletta o con il monopattino elettrico, perfino in sella a una moto, e sfrecciando a gran velocità ruba quel telefonino. Come anche urtando la vittima la deruba della collanina, con annessi danni fisici, spesso gravi. Per fortuna che son calati i casi di risse, alcune capitano ancora, che in questi mesi hanno causato feriti gravi, inchieste in essere, controlli più mirati della Squadra Mobile, risse perlopiù con baby gang che prendono di mira una persona. Casi riportati anche di media nazionali.
Quelle zone in certe ore sono “orfane” di sorveglianza fisica delle Forze dell’ordine, spesso concentrate in quelle limitrofe, tra posti di blocco e controllo del territorio. Ordini dall'alto per i gavissimi casi efferati di omicidi. E se anche vi fossero chi borseggia non si cura di loro, sicuro di farla franca perché fugge, scomparendo nelle vie traverse, sicuro di non essere intercettato poiché con una bici o un monopattino elettrico è più "agile" di un’auto.
Ci vorrebbero più unità tra le Forze dell’ordine, equipaggiate su due ruote anziché quattro e che, come i loro antagonisti, sappiano destreggiarsi come biker di professione. Come pure un’illuminazione migliore e funzionale, oltre che funzionante.
Un dato allarmante, però e va detto a voce alta, è la totale inerzia delle Forze dell’ordine a contrastare il dilagante fenomeno del passaggio continuativo ad alta velocità di ragazzi e ragazze sui monopattini elettrici, che sfrontatamente minano l’incolumità delle persone che passeggiano o che si trattengono in cerchio in più zone dell’isola pedonale, dei bambini che giocano.
Intanto, il video del furto della biciletta nei pressi della farmacia Santa Rita in viale Ofanto è diventato virale sui social e i media. Si spera che qualcuno o qualcuna riconosca i ladri e denunci alle Autorità competenti.
Nel Piazzale Palma Piacquaddio, il 21 agosto, dalle ore 17:00, a Torremaggiore, si svolgerà la 4^ edizione del “Vespa Summer Day”.
Un appuntamento che si ripete con successo ogni anno. Ci saranno gare di Gimkana e Lentezza sul piazzale.
Durante la manifestazione saranno allestiti stand gastronomici, con tanta musica, gadget e sorprese per tutti i partecipanti.
Non poteva mancare un’area allestita dedicata ai bambini, con tanti giochi, animata dall'associazione Animandia Eventi.
Ospite eccezionale, il campione Samuele Zuccali, finalista dello show internazionale “Tu si que vales”, che si esibirà in uno spettacolo di Trial Freestyle per il “Circus Trial tour”.
Con la tecnica della “marmotta” scassinavano bancomat postali tra la Capitanata e l’Irpinia. Si tratta di una gang di nove persone, tre dei quali del foggiano.
L’operazione congiunta tra i Carabinieri di Avellino e Foggia è riuscita a porre fine agli assalti. Difatti questa mattina su disposizione della magistratura di Avellino i militari dell’Arma hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare tre le province di Avellino, Foggia, Lecce e Palermo. Il dispositivo cautelare ha interessato nove persone, tutte accusate di far parte, a vario titolo, di un’associazione per delinquere finalizzata al furto. Tra le varie imputazioni d’accusa ci sono fabbricazione, porto e ricettazione di esplosivo e materiale esplodente, furto e danneggiamento aggravato a danno di alcuni istituti bancari ed uffici postali.
Tra gli arrestati figurano tre persone della provincia di Foggia. Sette di loro sono state finite in carcere, mentre due ai domiciliari.
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Come ogni anno, appuntamento atteso dai fedeli, a Foggia il 04 agosto si è svolta la vestizione del Sacro tavolo della Madonna dei Sette Veli, l’Iconavetere, sceso dal tabernacolo cui è riposto per esser situato al centro della cappella dell’altare maggiore nella cattedrale. Nell’occasione il Sacro Tavolo è stato svestito dal suo chiaro manto per indossare quello a festa d’oro e d’argento. È il giorno dell’inizio delle festività religiose ferragostane foggiane.
Il programma di quest’anno, 2022, prevede dal 05 al 13 agosto 2022 lo svolgimento della Novena in preparazione della solennità, con sante messe, vespri, santi rosari e coroncine mariane.
Il 14 agosto 2022 sarà il giorno della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, seguita da sante messe e dalla solenne processione per le vie cittadine.
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Mentre il 15 agosto 2022 sarà il giorno solenne della festività. Oltre alle sante messe, alle ore 11, in cattedrale si svolgerà la Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da S. Ecc.za Mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo Metropolita di Foggia e Bovino, che al termine impartirà la Benedizione Papale con annessa indulgenza plenaria. Nell’occasione, come ogni anno, la celebrazione liturgica sarà animata dal coro della Cappella Musicale Iconavetere, diretta dal M° Agostino Ruscillo.
Infine, domenica 21 agosto, alle ore 19, si svolgerà la Santa Messa e reposizione del Sacro Tavolo dell’Iconavetere.
Stamani, 03 agosto 2022, la Polizia di Stato di Foggia, ha eseguito un’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari a carico di quattro indagati, tutti Operatori Socio Sanitari (OSS) impiegati nella R.S.A. “Stella Maris” di Manfredonia.
L’odierno provvedimento emesso dal GIP presso il Tribunale di Foggia si fonda su una richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica e ha ad oggetto i delitti di maltrattamenti e di violenza sessuale nei confronti di alcuni pazienti ricoverati nella residenza.
Gli arrestati sono tre residenti di Manfredonia e uno a Monte Sant’Angelo, rispettivamente del 42enne A. V. il presunto violentatore, D. N. 31 anni, M. P. 25 anni e il 37enne M. S..
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L’attività investigativa della Squadra Mobile di Foggia, ha preso avvio nel mese di giugno scorso allorquando è pervenuta presso il Commissariato di P.S. di Manfredonia una lettera anonima in busta chiusa nella quale venivano narrati sommariamente presunti episodi di maltrattamenti che alcuni Operatori Socio Sanitari ponevano in essere nei confronti di alcuni pazienti ricoverati presso la R.S.A. di Manfredonia. All’interno della busta vi era anche una chiavetta USB contenente un file audio video sul quale erano state registrate le urla di un’anziana donna.
Al fine di riscontrare quanto informalmente appreso si è provveduto ad installare diversi presidi tecnici all’interno della struttura oggetto di denuncia, i quali, già dopo pochi giorni dall’attivazione, hanno permesso di registrare numerosi e reiterati abusi, fisici e psicologici, da parte degli operatori a danno di pazienti in età avanzata con patologie altamente invalidanti.
Ha osservato il Giudice che gli odierni indagati hanno posto in essere condotte “prevaricatrici ed inutilmente punitive” ispirate “a mera volontà denigratoria ovvero da un irrazionale intento di ricondurre a contegni di autocontrollo e disciplina soggetti del tutto incapaci, a causa del loro stato fisico e mentale”.
Uno degli indagati è gravemente indiziato anche di aver compiuto delle violenze sessuali nei confronti di due degenti.
Ad ogni modo, l’indagato, in quanto tale, è presunto innocente fino ad una eventuale sentenza definitiva di condanna. La sua posizione penale sarà oggetto di nuove valutazioni in sede di dibattimento o procedimenti speciali con l’indispensabile contributo della difesa.
Si può essere d’accordo o no sulle opinioni dette su alcuni argomenti, anche su tutti. Argomentarli è segno di interessamento al tema discusso, anche criticarli che vuol dire porre in essere un contradditorio, specie se è accompagnato da documentazioni e prove. Tutto fa parte della libertà di espressione, di quella forma democratica che contraddistingue le repubbliche democratiche dai regimi totalitaristi, autarchici, monocratici e dittatoriali. Un esempio, ma ne abbiamo tanti sparsi sulla Terra –spesso si fa finta di ignorarli per il comun finto viver bene finanziario e geopolitico-, è l’ultimo conflitto tra Russia e Ucraina, con il beneplacito economico-belligerante di governi che pensano esclusivamente al profitto in casa propria, da un lato dell’Atlantico, e a quello altrui dal lato del Pacifico, tenendo perennemente in bilico la vita dei Paesi del Mediterraneo. Ma è un esempio, che, tra l’altro, ci ha ricordato come l’informazione può essere manipolata e poi veicolata come si vuole e dove si vuole.
In Italia, seppur ci inondano di pubblicità –detta progresso ma è di regresso- contro le fake news, e lo fanno precipuamente i media nazionali in comunella con il governo, sminuendo quella diffusa da piccole testate giornalistiche, spesso locali, con articoli -con prove alla mano- di liberi pensatori e liberi comunicatori, insomma liberi giornalisti, non mancano quelle forme di controllo e poi censura a chi da sempre ha interrogato sistemi, perciò facendo critica costruttiva, poste in essere da altrettanti media nate con la mission del contraddittorio, del farci interrogare se tutto quello detto e fatto è lecito, non lecito, libero, non libero, democratico, non democratico.
È, senza ombra di dubbio, la storia dei giornalisti liberi battitori, sciolti dal sistema e sempre con dati alla mano a denunciare confutazioni, spesso coperte, insabbiate, secretate da non so chi o cosa e per qual bene comune che ha tutto il diritto di conoscere. Qui si materializza tutta l’opera giornalistica di Maurizio Bolognetti.
Che lui possa essere in sintonia con certe condizioni, certe scelte, alcune decisioni, è un dato di fatto. Che poi Bolognetti possa essere dapprima critico poi in contradditorio con altre, è una prova di intelligente e corretto giornalismo che deve porre domande e chiedere risposte. Con Lui si può essere anche in disaccordo, ma che poi dopo anni e anni di collaborazione, gomito a gomito, con chi lo ha voluto per la sua criticità senza ombre, a volte verace nella forma espressiva ma comunicativa alla portata di tutti, con comprovati documenti, lo si metta all’angolo, confinandolo nella sua abitazione, pur pagandolo per un contratto ancora in essere, è un comportamento inaccettabile.
Non si sa cosa possa essere accaduto tra Bolognetti e Radio Radicale, una collaborazione simbiotica, anzi “quasi” alla luce delle ultime decisioni, ma da quello che si legge sulla lettera che ha ricevuto pare non esser più gradito, o meglio non gradite le sue interviste, le sue critiche, i suoi interventi e radio-articoli.
Maurizio Bolognetti respirava da tempo la decisione assunta poche ore fa dal Centro Produzione di Radio Radicale. Era già pronto a questa uscita. Rimane l’amaro in bocca da chi seguiva questa radio, e Bolognetti, poiché l’ha sempre considerata “LIBERA”, ravvedendosi oggi del contrario.
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Maurizio Bolognetti: «Quarantacinque minuti per parlarvi di democrazia, Costituzione e diritto alla conoscenza. E per spiegarvi perchè dalle ore 23.59 inizierò uno sciopero della fame ad oltranza. Buon ascolto!» [Redazione] Dal minuto 33:00, dopo l'analisi del "Civil Servant", ascoltate bene cosa è successo. Poi leggete ciò che è scritto di seguito.
«Ecco quanto mi è costato aver difeso principi e ideali per i quali vivo. Me l'hanno fatta pagare in maniera silenziosa. Prima imbavagliato, poi pagato per non far niente e ora questo» il commento a caldo di Maurizio Bolognetti dopo aver ricevuto ufficialmente la notizia della fine di collaborazione con Radio Radicale. «Ho difeso per mesi il diritto di chi veniva censurato a poter essere ascoltato. Ho messo in gioco per questo tutto quello che avevo, come sempre, per onorare convinzioni e non convenienze. La convenienza avrebbe dovuto indurmi a tacere e a far finta di niente. Conoscere per deliberare? Quale? Dov'è il conoscere per deliberare se, per dirne una, su dieci interviste realizzate con il prof. Pietro Luigi Garavelli non una di queste in mesi di palinsesto è stata mandata in onda?» la considerazione finale del collega Maurizio dopo per mesi aver cercato di far conoscere la sua idea in merito alla pandemia, ai vaccini, alle cure. «Dov'è il conoscere per deliberare se si cancellano le voci di avvocati, medici, infermieri, ecc. non mandandole in onda e destinandole all'archivio e quindi impendendo agli ascoltatori di una Radio che dice di voler onorare il diritto alla conoscenza di poterle ascoltare? Quanto c'è di onorevole nella rimozione di azioni nonviolente e di disobbedienza civile?» ciò che Bolognetti recrimina a margine della raccomandata A/R del 26 luglio 2022 ricevuta per il fine contratto con la radio, che scrive: “Egr. sig Maurizio Bolognetti, facciamo riferimento al contratto di collaborazione indicato in oggetto (“esercizio del diritto di recesso dal contratto di collaborazione del 3 aprile 2015 avente ad oggetto la realizzazione di servizi giornalistici”), per comunicarle la nostra volontà di recedere da tale accordo ai sensi dell’art. 6 del contratto con effetti a far data dal 30 settembre 2022. A tal data la nostra Società provvederà a liquidare in suo favore eventuali somme ancora dovute in forza del contratto. Distinti saluti”.
Parrebbe una mazzata tra capo e collo, in realtà Maurizio Bolognetti è più disarmato dalla volontà di una radio nata per la libera informazione in virtù di altre, oggi forse più in linea alle situazioni politiche, geopolitiche e sanitarie governative. Difatti la sua risposta lo evince: «A futura memoria. Valutateli voi dopo aver considerato il lavoro che ho provato a svolgere e quel che da sempre ho onorato senza pensare al mio tornaconto personale. È un brutto giorno, ma è un giorno che sapevo sarebbe arrivato» conclude l’amico e collega giornalista Maurizio Bolognetti.
La mancanza di Marco Pannella è racchiusa tutta qui.
Ad Maiora!
La Polizia Stradale, in occasione della partenza per le vacanze estive di milioni di italiani, raccomanda a tutti gli automobilisti di mantenere una guida prudente e corretta, ribadendo quelle che sono le norme di buon comportamento da assumere prima di affrontare il viaggio verso le mete di villeggiatura.
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I consigli.
- Fare un check-up completo del mezzo con particolare attenzione allo stato degli pneumatici (pressione, usura, fissaggio); verificare il funzionamento di luci, freni, e indicatori di direzione nonché controllare il livello dell’olio e quello dell’acqua del radiatore;
- Caricare i bagagli in modo che il peso sia bilanciato e lasciando liberi gli spazi per consentire una buona visione dagli specchietti retrovisori;
- Consumare pasti sempre leggeri ed evitare le bevande alcoliche;
- Non affrontare il viaggio in condizioni di stanchezza;
- Osservare rigorosamente le distanze di sicurezza;
- Assicurare tutti coloro che viaggiano a bordo di autovettura con le cinture di sicurezza, e se bambini sugli appositi seggiolini e/o sedili di sicurezza omologati;
- Richiedere informazioni sulla viabilità;
- Utilizzare il cellulare con auricolare o bluetooth;
- Fare una sosta almeno ogni due ore di guida;
- Non lasciare in bella vista all’interno della vettura, durante le soste, oggetti di valore;
- Rispettare i limiti di velocità che deve essere comunque adeguata alle condizioni atmosferiche, della strada e del traffico;
- Indossare sempre il casco protettivo ben allacciato a bordo di motoveicoli e ciclomotori.
A San Severo monopattini elettrici come mezzi per fuggire dopo aver collocato la bomba carta alle attività commerciali. È la triste verità scoperta dalla DDA e DIA dopo incessanti indagini che inchiodano i presunti “bombaroli”, tra cui un minorenne. Il racket non risparmia nessuno, purtroppo.
Nella serata del 26 luglio, a seguito di una complessa ed articolata attività di indagine sviluppata, oltre che dalle tradizionali modalità investigative, anche attraverso sofisticati rilievi tecnico- scientifici, nonché mediante l’acquisizione di reperti sulla scena del crimine poi sottoposti ad operazioni di analisi di laboratorio presso il RIS di Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, con il supporto altresì in fase di esecuzione dei militari della Compagnia Carabinieri di San Severo e dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Puglia”, hanno dato esecuzione a due misure cautelari in carcere emesse, rispettivamente, a seguito della richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia, che ha anche diretto e coordinato le indagini sin dall’inizio dell’inchiesta, e di quella presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, nei confronti dei presunti responsabili delle esplosioni degli ordigni micidiali avvenuti, nel Comune di San Severo, in successione, ad inizio anno. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), i reati contestati sono di tentata estorsione (per il solo maggiorenne), e del porto e detenzione illegale di materiale esplodente con l’aggravamento del metodo mafioso.
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Ad essere colpiti della misura limitativa della libertà personale sono stati in particolare un uomo di 28 di Foggia ed un giovanissimo di 17 anni di San Severo. I due, lo scorso gennaio, secondo la prospettiva accusatoria (condivisa dal GIP ma da verificarsi nelle fasi successive con il contributo della difesa, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, nel comune di San Severo, avevano posizionato e fatto esplodere due potenti ordigni, tra l’altro mescolati anche con altre componenti metalliche per aumentarne la micidialità, prima presso la profumeria “Afrodite” e poi, a distanza di pochi minuti, ripetendo di fatto le stesse azioni, anche presso la concessionaria d’auto “Romano”, provocando in questo modo gravi danni sia agli esercizi commerciali, sia ai veicoli parcheggiati in prossimità di tali siti ed anche gli edifici adiacenti, mettendo così in concreto pericolo l’incolumità pubblica. I due, che avevano agito con il volto travisato e col favore della notte, con l’evidente obiettivo di intimidire ed indurre gli imprenditori vittime di tali azioni criminali a cedere ad una richiesta estorsiva, hanno fatto specificatamente ricorso ad esplosivi improvvisati contenenti bulloni e dadi metallici utili ad aumentarne il potere distruttivo ed offensivo, al fine così di provocare effetti micidiali in quanto in grado di cagionare gravi conseguenze fisiche, anche di natura letale, ad eventuali ignari passanti.
Questi violenti attentati, uniti a quelli di Foggia, avvenuti sequenzialmente ad inizio 2022, provocarono nella Capitanata, un senso di insicurezza sociale al punto tale da determinare, nei giorni a seguire, la presenza delle più alte Cariche istituzionali dello Stato riunitesi in un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura a Foggia per cercare di analizzare e fronteggiare tali eccezionali fenomeni delittuosi.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Con l’operazione antimafia in questione, la DDA di Bari e i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, ancora una volta, hanno dato un’importante risposta - in termini di legalità e sicurezza - nel territorio della provincia di Foggia, a tutela dei cittadini ed in generale delle comunità a loro affidate dallo Stato, a riprova della grande attenzione costantemente rivolta alla Capitanata da parte delle Istituzioni.
Il 15 luglio 2022, al termine del processo di primo grado celebrato dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Foggia, gli imputati maggiorenni implicati a vario titolo nella rapina sfociata nell’omicidio del titolare del Bar Tabaccheria “Gocce di Caffè”, Francesco Traiano, sono stati condannati rispettivamente a 30, 30, 28 e 10 anni, per una complessiva condanna di 98 anni di carcere, come ampiamente descritto in un nostro precedente articolo supportato da ben tre video, qui riproposti.
Il minorenne, autore materiale dell’omicidio, era stato precedentemente condannato in sede di giudizio abbreviato dinanzi al GUP del Tribunale per i minorenni di Bari ad una pena pari a 16 anni per omicidio volontario, rapina e furto dell’auto utilizzata per commettere il colpo.
Quanto alle posizioni dei maggiorenni, tre sono stati riconosciuti colpevoli di concorso in omicidio volontario e rapina, mentre il quarto, con una posizione più marginale, della sola rapina.
Foggia Omicidio Traiano. Operazione Destino. Le immagini della rapina a "Gocce di Caffè"
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Ripercorrendo le indagini espletate, in data 25 febbraio 2021, al termine delle serrate indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Foggia, nell’ambito di procedimenti penali coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, era stata data esecuzione a due provvedimenti applicativi di misure cautelari personali di tipo restrittivo nei confronti di 5 persone, una delle quali minorenne, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento personale, implicate nell’evento delittuoso avvenuto in data 17 settembre 2020 presso il bar – tabaccheria “Gocce di Caffè”, nella cui occasione, uno dei rapinatori, armato di coltello, ha cagionato la morte del proprietario, Francesco Paolo Traiano.
Le indagini, avviate a seguito dell’evento delittuoso, sono risultate sin da subito complesse ma gli investigatori della Squadra Mobile, coordinanti dalla Procura della Repubblica di Foggia, tassello dopo tassello come in una sorta di mosaico investigativo sono riusciti, partendo dalle sole immagini dei sistemi di videosorveglianza, a ricostruire tutte le fasi dell’evento delittuoso. Le indagini si sono altresì svolte attraverso metodi tradizionali come appostamenti e pedinamenti anche notturni nonché l’utilizzo di sofisticati presidi tecnologici di tipo ambientale che hanno consentito di individuare i responsabili nonché di ricostruire gli specifici ruoli assunti dagli stessi tanto nelle fasi antecedenti e preparatorie la rapina quanto nelle fasi successive. Tale meticolosità ha altresì consentito di individuare un quinto complice, che sebbene non presente sul luogo teatro dei fatti, ha fornito un apporto significativo nella realizzazione dell’intero programma criminoso.
Omicidio Traiano. Alcuni sapevano e non parlavano. Omertà a Foggia. La conferenza stampa e i fatti
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Ripercorrendo i fatti, in data 17 settembre 2020 alle 14.10 circa, tre persone, tutte travisate da passamontagna artigianale si sono introdotte all’interno dell’attività commerciale “Gocce di Caffè” al fine di compiere una rapina. Nelle drammatiche fasi dell’evento delittuoso, uno dei tre rapinatori, e più precisamente il minorenne, armato di coltello, al fine di impossessarsi dell’incasso ha sferrato all’indirizzo del titolare Francesco Traiano, che si trovava dietro il bancone, una serie di fendenti in direzione del volto, uno dei quali si sarebbe successivamente rivelato letale. Dopo aver inferto alla vittima ulteriori percosse e aver asportato il denaro contenuto nella cassa, i tre rapinatori sono fuggiti a bordo di un’autovettura guidata dal quarto complice.
I preliminari accertamenti espletati, mediante l’analitica acquisizione delle telecamere di video sorveglianza hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile la ricostruzione del percorso utilizzato dai rapinatori per la fuga, consentendo di accertare che negli istanti successivi alla rapina 2 dei quattro appartenenti al gruppo d’azione fossero scesi immediatamente dopo l’evento delittuoso, mentre i restanti due, giunti nelle campagne limitrofe questo centro cittadino avessero abbandonato l’autovettura, per poi essere recuperati da un quinto soggetto.
L’attività investigativa ha consentito di far luce anche sulle fasi antecedenti l’evento delittuoso. In particolare era stato accertato che in data 16 settembre 2020, in questa via Radesca, veniva asportata una Fiat Punto vecchio modello, poi usata il giorno successivo per l’esecuzione della rapina .
L’analisi delle banche dati, unitamente ai sevizi esterni e ai pedinamenti, ha permesso, in data 21 settembre 2020, di rintracciare i motorini utilizzati per il compimento del furto della vettura di cui si è detto. La ricostruzione delle abitudini di vita dei primi sospettati ha consentito altresì l’installazione di presidi tecnologici di tipo telefonico ed ambientale.
Omicidio Traiano. L’omaggio a Francesco della Squadra Stato che HA VINTO!!!
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L’acquisizione delle fonti di prova è culminata in una serie di perquisizioni poste in essere in data 17 dicembre 2020 a carico degli odierni destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dall’autorità giudiziaria. In tale contesto operativo sono stati, altresì, sequestrati dispositivi cellulari in uso agli indagati dalla cui analisi forense sono stati estrapolati ulteriori file e conversazioni che hanno permesso di ricostruire le fasi preparatorie dell’azione criminosa, il successivo incendio dell’autovettura nella nottata tra il 17 e 18 settembre, a distanza di 12 ore dalla rapina, nelle campagne ove la stessa era stata abbandonata, nonché i futili motivi che hanno spinto il gruppo criminale a compiere l’azione delittuosa.
Per quattro degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per il quinto la misura degli arresti domiciliari.
E’ doveroso rappresentare che gli odierni imputati, condannati in primo grado, sono considerati colpevoli solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza.
La Corte d’Assise di Foggia, con presidente il dott. Mario Talani, si è pronunciata sul caso dell’omicidio efferato di Francesco Traiano, il 38enne titolare del bar-tabacchi “Gocce di Caffè”, in via Guido Dorso nei pressi dello stadio Pino Zaccheria, che il 17 settembre 2020 fu ferito gravemente durante una rapina, poi deceduto il 9 ottobre 2020 dopo una lunga agonia di tre settimane nel Policlinico Riuniti di Foggia.
Foggia Omicidio Traiano. Operazione Destino. Le immagini della rapina a "Gocce di Caffè"
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In totale sono 98 gli anni di carcere ai condannati, tutti tra i 22 e i 24 anni, colpevoli di concorso in rapina e omicidio: ad Antonio Bernardo son stati dati 30 anni, a Cristian Consalvo 28 anni, ad Antonio Tufo 30 anni, e 10 anni a Simone Pio Amorico per la sua posizione ritenuta dalla Corte “subalterna” al gruppo dei rapinatori. Mentre per chi ha colpito mortalmente il Traiano con un fendente, all’epoca dei fatti minorenne di 17 anni, rimane la condanna a 16 anni per aver accettato il rito abbreviato durante il processo presso il Tribunale dei Minori di Bari.
Omicidio Traiano. Alcuni sapevano e non parlavano. Omertà a Foggia. La conferenza stampa e i fatti
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Per la cronaca i cinque, quattro oggi condannati, furono arrestati dalla Squadra Mobile di Foggia durante l’operazione “Destino”, a Foggia il 25 febbraio 2021. E sempre per la cronaca il Pubblico Ministero, dott.ssa Rosa Pensa, aveva chiesto in totale 96 anni. Una condanna, questa, che rispecchia le volontà della PM che durante la conferenza stampa, tenutasi nel febbraio 2021 per l’operazione Destino, disse: «Il minore spalleggiato da Bernardo si è avventato sulla vittima colpendola ripetutamente al volto e continuando a sferrare calci anche quando Francesco Traiano si è accasciato al suolo». La Squadra Stato ha vinto!
Omicidio Traiano. L’omaggio a Francesco della Squadra Stato che HA VINTO!!!
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