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Lo avevamo già conosciuto su questa testata giornalistica, e continueremo a farlo perché l’arte “Made in Capitanata” va diffusa, sostenuta, comunicata, amata e condivisa, dapprima con una bi-personale fra sacro e profano insieme a Gheorghita Ouatu al castello di Monte Sant’Angelo, poi alla sua partecipazione, ancora in essere, all’USA Tour Biennial 23/24 della Fondazione Effetto Arte.

Lui è l'artista Michele Affatato, foggiano, che in questo periodo natalizio è presente il 27 dicembre 2023 con alcuni suoi quadri al “Natale in Lamis”, nel centro garganico di San Marco, e su due riviste nazionali: “Cultura e Identità” con l’articolo “Michele Affatato e la sinfonia dei colori”, a cura di Leonardo Zappulla, e alla selezione per l’Annuario Artisti ’24 da Museo” della Mondadori, che premia con posti limitati i migliori artisti pittorici che si sono contraddistinti nell’anno che sta per terminare, per poi esporre alla un’opera alla 3a edizione della Biennale Internazionale di Mantova.

 Un bel traguardo per Michele, che da sempre nelle sue opere c’è anima e cuore, l’identità di un territorio che offre tanto e tanto dovrebbe ricevere.

Come già è stato descritto in un nostro precedente articolo, le opere di Michele Affatato rappresentano l’immaginifico mondo che fu e che ritorna, non solo nei suoi pensieri, con i suoi sogni. Sulle tele colori e materiali prendono corpo, animando l’irreale, quasi onirico, scenario dove Michele ha avuto i natali. Colori come fiori e libertà, sfumature come anime e angeli, riflessi come luci di un tempo che inesorabilmente scandisce l’esistenza di tutti noi, ciò che l’artista foggiano rappresenta nelle sue opere. Un’osmosi radicata nell’essere territoriale, aprendo anima cuore e intelletto alle platee che lo osservano. Quadri che nel tempo hanno impreziosito muri di gallerie e palazzetti dell’arte, castelli, sale e palazzi internazionali.

Michele Affatato rincorre e raggiunge la meta pittorica osservando ciò che gli sta attorno, ciò che accade nel territorio e nel mondo, ciò che prova nell’animo e nel cuore, tra poesia e sentimento ma anche estemporaneità dei fatti, per poi realizzarlo con l’analisi del reale e trasformandolo con i colori nella forma, dove l’stinto prevale sulla ragione. Così Michele comunica!

E poi, lui non diserta mai un avvenimento che abbraccia l’opinione pubblica, come a dire, l’arte può comunicare come una penna che scrive o un video che descrive. Lo ha fatto in occasione della “Giornata internazionale per l'eliminazione delle violenza sulle donne”, quel 25 novembre che nella sintesi ricorda i femminicidi, ma nella sua globalità racchiude ogni forma di violenza e maltrattamenti di genere. Lo ha fatto con un’opera, “Violated women work in progress”, quadro 140x70 realizzata con acrilico fluorescente e fosforescente (di seguito nella foto).

 

MAffatato violated women work in progress 140x70  con acrilico fluorescente e fosforescente

 

Di lui, Zappulla ha scritto: «Nella realizzazione delle sue opere, su entrambi questi versanti, l’autore si muove senza uno schizzo preparatorio. Per lui i cromatismi che si distendono sul supporto con molteplici variazioni tonali, determinando riflessi e bagliori, sono la struttura stessa dell’opera, sono l’anima del suo lavoro, il centro della sua ricerca. Ne sono uno splendido modello opere come Pentagram, Note di colore o ancor di più Anime perse, in cui la natura della materia cromatica scivola nello spazio pittorico che la coglie in divenire, focalizzando la percezione sul fluire emotivo».

L’invito è di andare ad ammirare i suoi quadri, e semmai anche incontralo e parlarci, perché solo così si potrà cogliere il vero sentimento di ciò che raffigura, di quello che comunica.

Dal 9 dicembre al 10 gennaio nella galleria di Giuseppe Benvenuto in viale Michelangelo. Sulla sua arte si sono espressi Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Ugo Nespolo e Marco Lodola.

Stazioni, aeroporti, bar, metropolitane. ‘Non luoghi’ i cui momenti di attesa acquistano dignità, invitando chi osserva a scoprire quell’umanità che si nasconde dietro ogni singolo volto, gesto o azione. Ecco il potere dei dipinti di Angela Vocale, in mostra dal 9 dicembre al 10 gennaio 2024 alla Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia con la personale intitolata “Waiting for”.

Nelle diciannove opere in esposizione la Vocale entra in empatia con luoghi, odori e suoni, ritraendo persone nelle situazioni più comuni e intime. Mi affascina il concetto di relatività di gente falsamente ferma, dentro macchine in movimento, spiega l’autrice. Mi piace dare materia ai momenti di attesa concedendo ad essi una dignità per far sì che non siano sprecati”.

Ad apprezzare le sue doti artistiche anche Giosetta Fioroni, unica donna nella ‘Scuola di Piazza del Popolo’, celebre gruppo d'avanguardia degli anni ‘60, che riuniva Schifano, Festa e Angeli e che rappresentò la risposta italiana alla Pop Art. “I suoi dipinti - afferma la Fioroni- sono un inno alla semplicità e alla complessità della vita quotidiana, un invito a guardare oltre la superficie e a scoprire l’umanità che si nasconde dietro ogni volto. La sua capacità pittorica nel suo disegno fresco ed originale la rende una figura unica nell’ambito dell'arte contemporanea”.

Sulla sua arte si sono espressi anche Omar Galliani, maestro indiscusso del disegno, Ugo Nespolo, uno dei nomi più significativi dell’arte contemporanea e Marco Lodola, uno degli artisti italiani più apprezzati e famosi al mondo, diventato iconico grazie alle sue sculture luminose, l’ultima delle quali realizzate per la nuova casa dei Ferragnez.

La sua moltitudine dipinta - dichiara Galliani - vi sorprenderà lasciandovi muti osservatori di chi come lei avrà visto e annotato sulla sua tela interrogante, smagliante, brillante, interrogante, sognante di un umanità eternamente circolante”.  “La tecnica di Angela - aggiunge Nespolo - non può nascondere la solitudine dei personaggi, i loro ambienti, le loro azioni quotidiane. Nasce un mondo statico, bloccato in senso hopperiano. Il contrario dell’inutile dinamismo che ci perseguita di giorno in giorno”. “Quello di Angela - conclude Lodola- è un percorso intimo nel quotidiano, dominato da luce, che illumina il lavoro. Finalmente luce, in questa era dove l’idea di originalità e creatività, sembra sparita e dimenticata”.

All’inaugurazione della mostra, che gode del patrocinio del Comune e della Provincia di Foggia, parteciperà anche Pietro Di Terlizzi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Foggia dove è iniziata la formazione di Angela Vocale. Sarà lui a raccontare i suoi esordi da pittrice, mentre alla docente dell’Accademia Gigliola Fania spetterà il compito di introdurla con una presentazione critica.

Waiting for” sarà inaugurata alle 18.30 di sabato 9 dicembre in Viale Michelangelo, 65.

Info mostra: tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, fino al 10 gennaio 2024. 

 

AngelaVocale bannerorizzontale dic2023

 

ANGELA VOCALE

Nata a San Severo (Foggia) nel 1987, Angela Vocale durante il suo percorso artistico attinge a piene mani dalle radici del realismo classico, mentre sperimenta al contempo i confini dell’arte contemporanea. La sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e lo IED – Istituto Europeo di Design di Barcellona rappresenta solo l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione. Angela non si accontenta di essere solo un’artista, decide, infatti, di condividere la sua passione e conoscenza insegnando. Dal 2016 al 2020, entra a far parte del corpo docenti del Barcelona Atelier of Realist Art. Attualmente è residente a Barcellona, dove insegna disegno e pittura presso la Blanch Art School

Contemporanea Galleria d’Arte
di Giuseppe Benvenuto
Viale Michelangelo, 65 - Foggia
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tel. 346.7334054

L’arte nella sua molteplicità espressiva e comunicativa è anche espressione dell’anima, di ciò che si ha dentro e si vuol comunicare con il proprio estro, la propria identità e creatività.

Anche d’Identità di appartenenza, di quella resilienza che il tempo ha modificato ma che rimane nella primigenia capacità strutturale di una civiltà che oggi sente il bisogno di riportare alla luce.

Le opere di Michele Affatato rappresentano l’immaginifico mondo che fu e che ritorna, non solo nei suoi pensieri, con i suoi sogni. Sulle tele colori e materiali prendono corpo, animando l’irreale, quasi onirico, scenario dove Michele ha avuto i natali. Colori come fiori e libertà, sfumature come anime e angeli, riflessi come luci di un tempo che inesorabilmente scandisce l’esistenza di tutti noi, ciò che l’artista foggiano rappresenta nelle sue opere. Un’osmosi radicata nell’essere territoriale, aprendo anima cuore e intelletto alle platee che lo osservano.  Quadri che nel tempo hanno impreziosito muri di gallerie e palazzetti dell’arte, castelli, sale e, ora, anche palazzi e grattaceli rinomati che ospitano l’USA Tour Biennial 23/24 della Fondazione Effetto Arte.

 

MAffatato La libertà non ha prezzo 140x70 con stracci tinti in acrilico fosforescente su tela gran gallery NewYork 2023

[La libertà non ha prezzo]

Oltreoceano c’è un pezzo della nostra storia, della nostra arte contemporanea, ben rappresentata da Michele Affatato, in concorso con alcune opere, tra le quali "La libertà non ha prezzo" su tela gran gallery 140x70 cm. con applicazione di stracci tinti con acrilico fosforescente in concorso a New York, “Campo fiorito” acrilico su gran gallery 40x40 cm. concorso a Miami.

 

MAffatato Campo fiorito 40x40 acrilico su gran gallery Miami2023

[Campo fiorito]

L’Usa Tour Biennial si svolge in quattro città statunitensi, News York, Washington, Miami e Los Angeles, latitudini diverse per far spaziare ovunque la selezione artistica italiana in una Biennale dove l’operato della creatività di un selezionato numero di artisti rappresentano l’Italia negli States. Usa Tour è anche editoria, con la promozione di cataloghi, di video-esposizioni, vendita in ogni sede di fotolitografie artistiche tratte dalle opere degli artisti, dove si danno appuntamento migliaia di collezionisti e operatori d’arte. Tra le sue peculiarità si annovera l’originale esposizione delle opere scelte su grandi schermi a Broadway e Times Square, in quella Manhattan che offre tante possibilità. Usa Tour Biennial non è solo esposizione, perciò possibilità di farsi conoscere, è un concorso, con premi a tre zeri e riconoscenze e pubblicazioni.

Un ghiotto appuntamento che Michele Affatato umilmente ha saputo cogliere e soprattutto esser scelto per rappresentare l’Italia nella sua iconica identità e rappresentanza fattiva dell’arte, unica al mondo.

 

MAffatato USATourBiennial23 24 platea

 [Durante la presentazione all'USA Tour Biennial 23/24]

Michele Affatato è un autodidatta. Nella vita lavora (forse perché nella maggior parte dei casi di arte non si campa?) aiutando tante persone, per dovere, per bisogno, per piacere di farle star meglio, per un sorriso donato e a volte ricevuto. Ma è un artista e nel tempo libero crea le sue opere, che artisticamente sono figurative, con pennello e spatola esclusivamente con olio e senza schizzi preliminari: «Odio disegnare sulla tela bianca il soggetto». È anche scultore su legno. Nelle sue pluridecennali attività annovera mostre al Palazzetto dell'Arte di Foggia, in provincia, in regione e a livello nazionale. Ha partecipato a laboratori artistici di vario genere, a varie collettive, bi-personali e altrettante mostre personali. con sostanziali riconoscimenti, scritture e premi anche internazionali. Vittorio Sgarbi lo ha notato e nel 2021 lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori. Tra i premi più significativi ci son quelli del Premio Internazionale Città di New York e Città di Budapest, ambedue nel 2020, il Premio Internazionale Michelangelo, nel 2021, quello della Pro Biennale a Venezia, nel 2022, e sempre nello stesso anno alla Mostra Internazionale di Arte Contemporanea a Spoleto.

 [l'artista Michele Affatato]

MAffatato fra sacro e profano MSA ott2023

fonte ANSA.

Sono finite sotto sequestro conservativo a Lecce 27 opere e illustrazioni di Banksy che fanno parte di una mostra dedicata al noto artista britannico allestita negli spazi delle Mura Urbiche di Lecce e intitolata An Artist known as Banksy.

Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Roma che ha accolto il ricorso presentato da Mediafarm srl, la società affidataria del Comune di Lecce per la gestione degli spazi delle Mura Urbiche che vanterebbe un credito di oltre 43mila euro nei confronti della A&M (Antonelli & Marziani) Cultural Consulting srl, società detentrice delle opere di Banksy e che ha organizzato la mostra.

La controversia tra le due società è sorta perchè A&M non avrebbe versato a Mediafarm come pattuito, la parte degli incassi necessaria a coprire le spese di funzionamento della mostra. L'esposizione, inaugurata il 20 giugno scorso, si è chiusa il 30 settembre ed è stata visitata da 14.500 persone.

L'udienza per la conferma o modifica del provvedimento è stata fissata al 29 novembre prossimo. Nel provvedimento a firma del giudice Andrea Postiglione della sezione XVII del Tribunale di Roma si legge che la società leccese Mediafarm evidenzia che "le opere esposte rappresentano l'unico bene della A&M essendo la stessa una società di nuova costituzione, con un capitale versato di 2.500 euro".

Il sequestro è stato dunque disposto "per la tutela della garanzia generica che assiste il diritto di credito, essendo diretto a impedire che il debitore possa compiere atti dispositivi del proprio patrimonio e quindi pregiudizievoli dell'interesse del creditore". 

Dopo Salerno e Paestum, arriva a Foggia ‘Anima Mundi – L’Universale in un singolo’, la mostra fotografica degli artisti Sara Napolitano e Tommaso Sansanelli dedicata al tema del gender fluid.

Questo progetto – spiegano i fotografi – nasce da un ragionamento che ormai siamo disabituati a fare: siamo tutti ‘esseri’ e potremmo semplicemente essere noi stessi invece di concentrarci troppo su quello che spesso è un banale contenitore. Quindi abbiamo voluto superare il concetto di ‘persone’ parlando di ‘anime’ senza alcun tipo di giudizio o canoni, e abbiamo rappresentato l'universo che si riflette in un singolo individuo e si moltiplica all'infinito in ognuno di noi”.

Le opere in mostra, infatti, diventano fluide scardinando le barriere tipiche delle ‘categorie’ che ci autoimponiamo (o che gli altri ci impongono).

Per depersonalizzare i corpi – chiariscono – abbiamo scelto di fotografare più persone insieme proprio per non avere forme o canoni che potrebbero portare alla singolarità dei soggetti”.

In particolare l’opera principale è una sagoma umana formata da pezzi di vari corpi che vuole ricordare che il corpo non è altro che un involucro che racchiude l’anima, posta al centro dell’opera e volutamente in contrasto con il resto. È poi da questa contrapposizione che nascono le altre opere della mostra che nella loro diversità non solo evidenziano i differenti stili dei due artisti ma anche i contrasti che l’anima umana vive continuamente.

La mostra ‘Anima Mundi – L’Universale in un singolo’ verrà inaugurata mercoledì 25 ottobre alle ore 19.30 presso la sede del ‘FotoCineClub’ di Foggia. Saranno presenti Sara Napolitano e Tommaso Sansanelli. L’introduzione sarà affidata ad Alice Rizzi Presidente Arcigay Foggia Le Bigotte. La mostra sarà visitabile fino al 23 novembre dal lunedì al venerdì dalle ore 19.00 alle ore 20.30.

GLI ARTISTI

Sara Napolitano

Sara Napolitano, foggiana e figlia d’arte, è diplomata in arti figurative al liceo artistico di Pescara e ha studiato storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Firenze. È stata allieva del Maestro Niccolò Pacca (fotografia) e di Simone Cerio (corso avanzato d’identità e metodo per l’accademia MOOD Photography). Si è laureata presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara come psicologa, e attualmente sta concludendo il percorso di studi di laurea magistrale in psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni.

Ha vinto un concorso per lo stilista Pep Marchegiani, ha lavorato alle scenografie digitali di opere liriche e di concerti in teatro (Teatro Giordano, Teatro Garibaldi, Auditorium di Santa Chiara, Conservatori) e ha partecipando anche al ‘Premio Lirico Internazionale U. Giordano’. È tra i vincitori della Terza Biennale d'Arte Contemporanea di Salerno nella sezione VideoArte con l’opera ‘Freedom’. È un’alternative curvy model, ha posato per riviste come ‘Tattoo’d Lifestyle Magazine’. Molto attiva nel sociale ha girato degli spot inclusivi e reportage su temi caldi quali i disturbi alimentari, il body shaming, il pride e la religione.

È la fondatrice e Team Leader di ‘Be Yourself Group’ che svolge percorsi di crescita personale, autostima, teatro emozionale, gestione dell’ansia e laboratori emotivi unendo arte, musica e psicologia. Attualmente lavora anche come travel blogger e content creator.

Info: https://linktr.ee/sara.napolitano.artist

Tommaso Sansanelli

Tommaso Sansanelli è un fotografo concettuale che porta alla luce le tenebre che si nascondono dietro l'occhio e che l'osservatore comune non vede. Nel 2015 si iscrive all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. In accademia però, a causa del suo stile fuori dal comune, incontra un ambiente conservatore e ostile e così decide di abbandonare gli studi per dedicarsi completamente alla sua arte. Ha partecipato a numerose mostre in tutta Italia: Firenze, Galleria Roccart, giugno 2019; Genova, Palazzo Ducale, luglio 2019; Milano, Art Space, settembre 2019; Terni, Museo Diocesano e Capitolare di Terni, ottobre 2019; Milano, Spazio Arte, novembre 2019.

Info: https://www.tommasosansanelli.cloud/

La mostra fotografica di Officine Paar, che devolve chiome alla banca dei capelli, è stata fortemente voluta dalla titolare di Naif Hair Stylist. Inaugurazione il 17 ottobre presso il Palazzo della Cultura di Apricena

Il mito di Berenice e della sua treccia come veicolo per di mostrare bellezza e fare solidarietà. Questa è l’idea del progetto artistico e solidale “Chiome di Berenice”, una mostra fotografica che si terrà il 17 ottobre presso il palazzo Palazzo della Cultura di Apricena. L’inaugurazione, prevista a partire dalle ore 18.00, vedrà la presenza del Sindaco di Apricena ing. Antonio Potenza e dell’Assessorato alla Cultura del Comune con la presenza della dottoressa Anna Maria torelli e della dottoressa Carla Antonacci.

Il progetto “Chiome di Berenice” nasce da un’idea di Officina Paar in collaborazione con la Banca dei Capelli, con lo scopo di unire arte e solidarietà, in particolare verso le donne che affrontano momenti di difficoltà a causa delle cure chemioterapiche. Il tutto con un occhio di riguardo verso l’arte dell’Hair styling e della bellezza. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Apricena, vedrà gli scatti di tre noti fotografi salentini: Silvio Bursomanno, Daniele Notaro e Chiara Vantaggiato.

L’evento, già andato in scena in altre città, fa tappa ad Apricena perché fortemente voluto dall’’Hair stilyst Renata Diella, da anni professionista del settore, che ha maturato l’idea di creare una tappa nella sua città dopo aver partecipato agli shooting di Officine Paar. «Il mio vuole essere un invito ad esaltare la vera bellezza, dai contenuti simbolici – commenta Renata Diella, titolare di Naif Hair Stylist -. Il primo impatto che ho avuto con la mostra mi hanno portato a leggere il mio lavoro in maniera differente, con valori e contenuti più alti e mi ha portato a un nuovo modo di guardarmi dentro. Mi ha spinto a voler lasciare un messaggio di bellezza, non solo esteriore ma soprattutto interiore, fino a compiere un vero e proprio viaggio dall’esterno all’interno di me stessa, con il cuore aperto».

La mostra fotografica prende il nome dal mito di Berenice, che racconta il sacrificio della bella regina cirenaica che, preoccupata per l’incolumità del suo Tolomeo, fece voto alla dea Afrodite Zefirite offrendole la sua splendida chioma in caso del ritorno incolume del suo amato. A sostenere l’iniziativa è Officia Paar, un libero network attraverso il quale collaborano diversi Hair Stylist mettendo in rete conoscenze ed esperienze al fine di esaltare la bellezza.

La cittadinanza e gli operatori della stampa sono invitati a partecipare all’evento.

Sarà inaugurata sabato 7 ottobre 2023 alle ore 18 presso la Galleria Comunale “Luigi Schingo” la mostra fotografica sull’80° anniversario dell’arrivo delle truppe inglesi in Capitanata 1943-2023.

Gli scatti scelti sono un’eccezionale finestra sui mesi che corrono dal settembre 1943 alla primavera del 1945, rappresentando forse il periodo più difficile del conflitto in Italia. I tedeschi si ritiravano lottando, lasciando morte e distruzione e facendo terra bruciata; gli Alleati avanzavano spianando tutto sulla loro strada con terribili bombardamenti. Una minoranza di italiani decise di combattere; la grande maggioranza subiva e cercava di sopravvivere. Ed è proprio a questi ultimi che gli Inglesi, in modo particolare, rivolsero subito la loro attenzione e le loro cure.

Quella gente, affamata e stremata dagli stenti, accolse i primi reparti inglesi che entravano nei loro paesi come liberatori e i soldati, dal canto loro, stabilirono subito con essa rapporti di umana solidarietà. I fotografi dell’esercito britannico immortalarono le prime impressioni della popolazione e numerose foto raffigurano soldati e ufficiali inglesi che familiarizzano con contadini, artigiani e intellettuali del luogo.  La scelta degli scatti esposti è stata fatta in base alla carica simbolica di ogni singola immagine, alla sua capacità di rendere meglio il senso di un luogo, di trasmettere la suggestione di un fatto e di sollecitare lo sguardo del visitatore, invitandolo a riflettere sul passato. La mostra ci propone un particolare momento della seconda guerra mondiale, quello in cui le popolazioni della Capitanata hanno accolto “i liberatori” con grande gioia, ma soprattutto con dignità e costituisce un viaggio nella memoria con fatti e personaggi degni di essere ricordati, in cui le immagini invitano a riflettere e a prestare una attenzione più responsabile al mondo di oggi, diviso ancora tra guerre infinite e di inaudita violenza.

Dopo i saluti istituzionali, sono previsti gli interventi della presidente Dina Contò Orsi, e di Giuseppe Clemente, Presidente onorario del CRD.

La mostra è organizzata dal CRD - Centro di Ricerca e Documentazione sulla Storia della Capitanata, patrocinata dal Comune di San Severo e dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.

Le opere del grande artista americano in mostra dal 14 ottobre al 26 novembre nella galleria di Giuseppe Benvenuto, già curatore della mostra di Banksy a Vieste.

Arrivano a Foggia le opere iconiche e provocatorie di uno dei più grandi artisti della street art, Shepard Fairey, in arte Obey. Amato anche da Barack Obama di cui trasformò l'immagine in un'icona mondiale durante la campagna elettorale del 2008 Obey, con il suo stile inconfondibile, sarà in mostra presso la Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia dal 14 ottobre al 26 novembre. 

“Against the tide” sarà inaugurata alle 18.30 di sabato 14 ottobre in Viale Michelangelo, 65 e sarà visitabile tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, fino al 26 novembre. 

Against the tide’ è il titolo dell’esposizione formata da diciotto opere ricercate, tra collage, serigrafie, HPM su carta e copertine di vinili. Il visitatore potrà compiere un viaggio visivo che stimola riflessioni su temi di grande attualità: dalla discriminazione razziale al consumismo, dalla disparità di genere alla devastazione ambientale, argomento quest’ultimo che trova ideale rappresentazione in “Paint it Black”, tra le opere più significative della mostra. Il linguaggio dell‘artista si fonda quasi tutto sul “già visto”, avendo interiorizzato non solo la lezione della pop art ma anche quella del linguaggio pubblicitario e della propaganda politica.

Dopo il grande successo di pubblico della mostra di Banksy che chiuderà domani a Vieste e per la quale ho ricoperto il ruolo di curatore e direttore artistico in collaborazione con MetaMorfosi Eventi, ho pensato - dichiara Giuseppe Benvenuto, direttore della Contemporanea Galleria d’Arte - ad un nuovo evento di portata internazionale per Foggia. Sulla scia della street art, ho puntato su un grandissimo artista, molto apprezzato anche dall’ex Presidente degli Stati Uniti. Sono certo che la città, che ha tanta fame di cultura, risponderà con interesse e curiosità”.

Contemporanea Galleria d’Arte.
di Giuseppe Benvenuto
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MENDING past and future intertwine | 7 - 19 ottobre | Curatore Cristina Madini

Rossocinabro è lieta di presentare "Mending, past and future intertwine", mostra inserita nella XIX Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, dedicata anche quest'anno al tema dell'ecologia e della sostenibilità.

testo di Miriana Castellana.

Il filo conduttore di questa edizione della Giornata del Contemporaneo affronta le urgenze globali legate all'ambiente e all'ecosistema, sollecitando una riflessione profonda sul ruolo dell'arte contemporanea nell'ispirare una consapevolezza e una sensibilità più ampia riguardo a queste tematiche cruciali.

La mostra "Mending, past and future intertwine" propone un'esperienza artistica che abbraccia il legame inscindibile tra l'umanità e la Natura, esplorando la necessità di prendersi cura dell'ambiente circostante come parte integrante delle nostre vite. Attraverso opere d'arte che uniscono passato e futuro, la mostra invita il pubblico a considerare il potere proattivo che ha ciascun individuo nel modellare il proprio destino.

L'arte, come profetica capacità di immaginare e creare mondi nuovi, si esprime attraverso la rilettura dinamica del passato, ispirando scelte e azioni che definiranno il nostro futuro. "Mending, past and future intertwine" rappresenta questa visione in un affascinante intreccio concettuale, come un intricato rammendo in cui i visitatori sono i fili che completano l'opera.

"Come i fili che intrecciano la tela, siamo noi stessi a forgiare il nostro destino". Questa mostra rappresenta una chiamata all'azione per riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente e della società. Abbiamo il potere di rammendare il tessuto della nostra esistenza, scegliendo consapevolmente il percorso da intraprendere.

La mostra è una testimonianza della missione di Rossocinabro nell'esplorare e promuovere l'arte contemporanea che va oltre la superficie, affrontando le sfide e le opportunità dell'epoca attuale con profondità e sensibilità. 

Gli artisti affrontano la complessità della nostra storia e la fluidità del tempo, proponendo una rilettura dinamica e mai statica di ciò che è stato. 

"Mending, past and future intertwine" sarà aperta al pubblico dal 7 al 19 ottobre 2023. L'esposizione promette di stimolare una profonda riflessione sulla nostra relazione con il passato, il presente e il futuro, offrendo un'opportunità straordinaria di esplorare il ruolo centrale dell'arte nell'orientare il nostro percorso verso la sostenibilità.

Artisti:  Annamaria Biagini, Ioana Cozbaru, Herrera Cosme, Jean Cherouny, Elena Cholet, John Dobson, Daniela Doni, Fadiese, Mercedes Franklin, Anastasia Gangal, GetFreaky, Lukas Horst, Kirsten Kohrt, Mark Krawczynski, Mariko Kumon, Fiona Livingstone, Elisabetta Pienti, Erwin Rios, Pilar Rivero, Masayo Sakai, Jomay Tam, Radu Tikanete, Kaiyen Tu, Nadia Turato, Mariëlle Vroemen, Worapol

AMACI è l'Associazione dei 24 Musei di Arte Contemporanea Italiani.

Sabato 7 ottobre 2023 si terrà la Giornata del Contemporaneo, il grande evento organizzato annualmente da AMACI per portare l'arte al grande pubblico.

Grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e alla collaborazione con la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Giornata del Contemporaneo rinnoverà il coinvolgimento della rete diplomatico-consolare del MAECI composta da Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura, e si estenderà all’estero da sabato 7 a venerdì 13 ottobre 2023 incentivando la partecipazione di Direttrici e Direttori AMACI a eventi organizzati dalla rete estera della Farnesina e da realtà attive nei Paesi di riferimento. Come nelle scorse edizioni, la manifestazione manterrà diversi nuclei di attività tutte a ingresso gratuito: una programmazione ad hoc dei Musei associati AMACI, iniziative sviluppate in collaborazione con la rete estera del MAECI, il coinvolgimento della rete dei Luoghi del Contemporaneo promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e le proposte dei soggetti aderenti. Un calendario ricchissimo di appuntamenti che fa emergere la rete diffusa delle realtà che promuovono i diversi linguaggi contemporanei sul territorio nazionale e internazionale. La manifestazione si avvale del sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, della collaborazione della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del patrocinio di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, UPI – Unione Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, ICOM Italia.

Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
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Grazie all’invito del Presidente di EcoGargano, Giuseppe Palumbo, responsabile della gestione del castello di Monte Sant’Angelo, ho potuto visitare l’interessante e pregevole Mostra bipersonale di pittura e sculture degli artisti MICHELE AFFATATO  e GHEORGHITA OUATU, che si tiene, dal 23 al 30 Settembre 2023, presso le sale del castello, che sempre più, grazie all’opera divulgativa dei responsabili del nostro castello, sta acquistando sempre più notorietà per l’alto valore culturale e turistico degli eventi in programmazione. Del resto, sono anni che Giuseppe Palumbo sta dedicando, con abnegazione e passione, alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, fra cui il nostro castello, che ci auguriamo venga gestito da persone che appartengano alla nostra cultura e al nostro territorio. Davanti alle opere dei due artisti sono rimasto incantato per la varietà, non solo delle tecniche che entrambi usano, quanto per la varietà dei soggetti rappresentati in maniera originale e unica, sia per il contenuto che per le forme artistiche e il linguaggio che essi usano.

Michele Affatato è un nostro conterraneo, che da anni opera in provincia di Foggia, ma che sta divulgando e proponendo la sua arte in tutta Italia e in Europa, facendosi conoscere attraverso varie Mostre che egli ha organizzato a Bari, Napoli, Venezia, Padova, Monreale, Palermo, Milano, Budapest, Parigi e NewYork, con un notevole successo di critica e di consenso popolare. Consenso che deriva dalla sua arte e dal suo linguaggio che spazia fra realtà e immaginazione, con varie tematiche, che ci riconducono, da una parte alla nostr terra e, quindi, alla nostra identità daunia, con evidenti e prorompenti legami alla civiltà e cultura garganica e mediterranea, dove predomina un paesaggio rurale che ci richiama alla nostra cultura contadina e nello stesso tempo alla presenza del sacro, che si identifica prevalentemente nel culto di San Michele, con la sua originaria iconografia angelica e,  dall’altra parte, la presenza di un mondo magico ed onirico, dove  il legame con la realtà e, quindi, con la natura diventa sogno e immaginazione di un mondo astratto, ma sempre legato alla materialità e, quindi, al significato simbolico della pietra  o della roccia, nel nostro caso la Montagna Sacra, che sta a fondamento della civilizzazione dell’uomo. Un mondo surreale e immaginifico dove il colore, legato alla materialità degli oggetti, esprime quel mondo onirico e irreale che solo un artista, come Michele Affatato sa fare e sa rappresentare. Il tutto legato alla contemporaneità rappresentativa degli oggetti d’uso e, quindi, alla quotidianità del nostro tempo. Un mondo in cui predomina la tecnologia e quindi gli scarti della quotidianità e della temporaneità esistenziale. Immagini costruite soprattutto attraverso i colori che acquistano in Michele Affatato una loro liricità e una loro poeticità espressiva, che solo l’arte e la tecnica di Michele Affatato sanno riprodurre. Un mondo di colori e di immagini, tale da smarrirsi e ritrovarsi nello stesso tempo, legati a ciò che è essenziale, che è la bellezza dell’arte e, quindi, della vita. Tutto ciò gli ha permesso di attirare l’attenzione della critica, ottenendo vari premi e attestazioni di merito, fra cui il Premio Internazionale Michelangelo, 2021; il Premio Internazionale Città di New York, 2020; il Premio Internazionale Città di Budapest, 2020; Pro Biennale, Venezia, 2022; Mostra Internazionale di Arte Contemporanea, Spoleto, 2022, ecc. Infine c’è da sottolineare che la sua arte ha attirato l’attenzione di Vittorio Sgarbi, che lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori, 2021.

Gheorghita Ouatu ci riporta verso un mondo surreale e nello stesso temo onirico, dove la realtà ormai non esiste se non vista attraverso il subconscio e, quindi, attraverso una personale trasposizione del reale verso un mondo di fantasie e di pura realtà legata al subconscio.  Gheorghita Ouatu è nata a Tulcea, una ridente città sul Danubio in Romania. Vive in Italia dal 2004, che considera la patria dell’arte e quindi la culla di ogni civiltà e cultura, tale da dare origine alla Magna Grecia e, quindi, alla civiltà europea, da cui l’artista trae anche ispirazione, in quanto figlia di una Europa  non etnocentrica, ma pluricentrica, in cui sia l’Est che l’Ovest si incontrano e danno forma e spirito alle aspirazioni degli uomini, ma soprattutto, nel nostro caso, degli artisti, come Gheorghita Ouatu.

L’arte di Gheorghita Ouatu nasce dal profondo del subconscio e, quindi, da una interiorità che solo gli artisti sanno cogliere ed esprimere. Un’arte sublime e nello stesso tempo cruda, per le sue immagini che trasformano la realtà in fantasie e a volte in mostruosità tale da attirare l’attenzione della gente, mettendo quasi in disagio lo spettatore. Infatti, in un suo “depliant” si legge che l’Artista passa facilmente “dal figurativo al materico, dall’astratto al surrealismo, dall’arte metafisica all’arte concettuale”, tanto da dare alla sua personalità di artista una poliedricità stilistica, sia sul piano dei contenuti che sul piano delle forme rappresentate. Del resto l’artista presenta un curriculum molto denso e pieno di significati, tale da caratterizzare, in maniera positiva e ammirevole, il suo percorso creativo, che man mano si arricchisce negli anni di fascino e di originalità, attraverso le sue emozioni artistiche uniche e irripetibili. Nelle sue opere si notano trasfigurazioni del reale, che appartengono sempre all’uomo, ma che la tecnologia ne ha fatte proprio, attraverso pulsazioni metaforiche, allusioni fantastiche, dove l’uomo si sente prigioniero della tecnica e, quindi, non più libero di determinare la sua esistenza, quasi prefigurando l’uomo tecnologico dominato dall’Intelligenza Artificiale (AI).  In questo senso l’arte di  Gheorghita Ouatu va al di là della realtà, quasi a prefigurare un mondo in cui la tecnologia e, quindi,  l’artificio diventano padroni della vita reale dell’uomo, in un profondo smarrimento e perdita della propria coscienza umana. Tutto ciò lo ritroviamo nelle sue opere esposte nel castello di Monte Sant’Angelo, che secondo noi, dovrebbe diventare la sede unica di un futuro Museo d’Arte Contemporanea, come quello di Mart Rovereto, di cui Presidente è  Vittorio Sgarbi. Un Vittorio Sgarbi che sta accompagnando, attraverso le sue annotazioni critiche sia l’arte di Michele Affatato che di Gheorghita Ouatu, rapportandosi, di volta in volta, alla temporaneità di Michele e alla ricerca del subconscio di Georgia. Per Michele Affatato Vittorio Sgarbi ha scritto: “Con Michele Affatato abbiamo un confronto ragionato tra i grandi lasciti artistici del passato e le più attuali tendenze espressive… Il lavoro complessivo di Affatato è poliedrico, non vi è un filo rosso che lega tra loro le opere, ma nella loro molteplicità mostrano la voglia di valicare la linea di demarcazione tra stili e discipline.  Dalla biografia si evince che l’autore si occupa prevalentemente di pittura con tentativi di combinare ad essa la scultura facendo coesistere le due discipline… Le sue opere hanno una forza dirompente che privilegia l’impressione e abbandona la didascalia… il tutto con slancio energico, quasi alla Van Gogh, avvicinandosi così alle avanguardie europee…per favorire l’impatto emotivo, così come fa Paul Jackson Pollock, pittore statunitense considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto o action painting”. Secondo Leonarda Zappula, "l’individualità artistica di Michele Affatato, maniera conscia o inconscia, rende singolare la sua creazione: è quell’attributo intrinseco nella mente e nelle mani di chi genera un’opera destinata a lasciare traccia del proprio autore per sempre. È per l’appunto questa la connotazione che vuole essere considerata, presa in esame e raccontata attraverso il progetto UNICI… Michele Affatato è un  artista poliedrico, la cui produzione si basa sulla volontà di cogliere l’unità del mondo e dell’io e il segreto della realtà rappresentata come opera dell’anima. Nella sua produzione si afferma il primato dell’istinto sulla ragione. Per l'artista italiana Gheorghita Ouatu, l'arte purifica l'anima. I suoi ritratti espressivi ed emozionanti, i pezzi astratti e surrealisti sono vividamente dettagliati e mistici. Trasportare lo spettatore in un mondo parallelo dove tutto è possibile”. 

Gheorghita Ouatu ha esposto in tutta Europa, riscuotendo sempre consenso e ammirazione per le sue opere, che vanno al di là del reale, per immergersi in un mondo fiabesco e, quindi, irreale, dove tutto diventa un sogno onirico. Un mondo in cui l’uomo è soggiogato dai media televisivi, quasi succubi di un mistero che rende l’uomo schiavo della tecnologia, dove predomina una assoluta solitudine esistenziale, in mondo fatto di immagini e di puri sogni evanescenti. L’abitudine solo di sentire la voce degli altri, mentre il proprio io si smarrisce in quella degli altri senza nome e senza identità. Sentire più che ascoltare, tanto da rendere nullo l’ascolto e, quindi, la propria presenza nel mondo: un mondo fatto di tanti misteri e di tante sofferenze, che, specie oggi, rendono l’uomo non più artefice del proprio destino, in un mondo in cui predomina ancora la violenza, la distruzione dell’ambiente, oltre che delle città, costrette a subire la violenza della guerra, come sta succedendo in Ucraina, con la Russia, che non rispetta i diritti e l’identità di un altro popolo. Tutto ciò rende l’uomo schiavo del proprio arbitro e della propria hibris, cioè della propria superbia e, quindi, dell’antropocentrismo sfrenato e non più controllabile. Di fronte a tutto  ciò, Monte Sant’Angelo, che ha avuto l’onore di ospitare nel suo Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, la Mostra bipersonale di Michele Affatato e di Gheorghita Ouatu, rappresenta quell’unione storico-culturale fra Oriente ed Occidente, fra le loro culture e le loro civiltà, che affondano le loro radici nel mondo greco-romano e nella civiltà dell’Europa medievale. Una Città, Monte Sant’Angelo, simbolo della Montagna Sacra, che ha unito in sè vari popoli,  Greci, Romani, Longobardi, Normanni,  Svevi, Angioini, Aragonesi,  provenienti da tutta Europa, dall’Oriente bizantino e dall’Occidente latino, contribuendo così, tramite la diffusione del culto micaelico e del suo pellegrinaggio, lungo i grandi itinerari della fede, da Santiago di Compostela a Roma e a Gerusalemme, tramite la Via Micaelica, le grandi vie sacre,  a formare e a creare l’identità politico-culturale dell’Europa, unendo nel contempo i popoli del Mediterraneo, là dove oggi si riversano milioni di emigranti provenienti dalle sponde dell’Africa settentrionale, diretti verso i paesi europei, fra cui in primo piano l’Italia. Là dove troviamo la Montagna Sacra, Monte Sant’Angelo, verso cui oggi si dirigono popoli e razze provenienti da ogni parte del mondo, Cina, Giappone, Corea, India dello Ski Lanka, Malesia, Europa, Stati Uniti, in cerca di qualcosa che manca oggi all’uomo e che rappresenta un angolo di salvezza e di solidarietà fra tutti i popoli della Terra.

Una città, come Monte Sant’Angelo,  che con il pellegrinaggio micaelico, oggi si pone come uno dei più importati santuari del mondo cristiano e non, meta di milioni di pellegrini e turisti. Un Monte in cammino, il cui significato purtroppo, non è stato capito o per lo più spiegato in maniera esauriente, a Roma, alla Commissione giudicatrice di Monte Capitale Italiana della Cultura 2025.

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