Tapropane Art è lieta di presentare la sua prima mostra a Roma dal titolo Untold stories. Viviamo immersi nelle storie, dovunque c’è un essere umano c’è una storia. Cambiano le modalità e i mezzi per raccontarle, ma all’origine di ogni narrazione c’è sempre il bisogno innato di nutrirsi del racconto. Siamo una specie che racconta, che si racconta, lo abbiamo sempre fatto, in varie forme e con vari linguaggi. Abbiamo creato immaginari multiformi, che costituiscono la ricchezza, la rappresentazione e la storia del genere umano.
La mostra si svolgerà dal 5 al 30 settembre, con ricevimento di inaugurazione esteso dalle 12 alle 17 con ingresso libero, curata da Tapropane Art e Rossocinabro.
Nasce così questa serie di mostre, volute da Rossocinabro e realizzate da Tapropane la nuova piattaforma online dedicata all’arte e a tutto ciò che la circonda. In Untold stories, gli artisti si raccontano o divulgano una storia attraverso le loro opere.
La mostra permetterà agli artisti di riconsiderare il proprio lavoro in un contesto non privato. Raccontare qualcosa attraverso un'opera d'arte apre le opere a diverse interpretazioni e prospettive.
Gli artisti parleranno di sé stessi attraverso i propri scritti, le proprie immagini, le proprie opere, i propri taccuini. Questa è magia!
In mostra: Sergio Alessandrini, Nicola Barth, Jonathan Berkh, Emma Chandrima Dutta, Wenjun Fu, Palina Kasino, Ivan Klymenko, Larz, Loberg, Massina Canceller, Roberta Matera, Piero Romagnoli, Natalia Schaefer, Monika Schtein, Romano Tommasini, Maria Tsormpatzoglou, Elisabeth Turci, Maria, Yeliz Çagla
Le opere in esposizione provengono da tutto il mondo, hanno stili e tecniche diverse, ma si uniscono per sfidare gli spettatori ad indagare sulle storie che trovano al di là della superficie.
Le opere in mostra provengono da: Europe, UK, USA, Japan, Indonesia, South Korea, Australia, China, Center and South America, Canada.
Galleria Il Leone
Via Aleardo Aleardi, 12
Roma Italia
da lunedì a sabato 10:30 - 13:00 / 15:00 – 18:00
Ritorna per il suo sesto anno con un doppio opening, il 3 e il 4 settembre, Trullo 227, la mostra di arte contemporanea a cura di Graziella Melania Geraci. La tematica di quest’anno fissa l’attenzione sull’attualità e coglie la voglia di registrare, attraverso l’arte, il fluire dei tempi e dei propri drammi proponendo le Emergenze quale filo conduttore delle opere ospitate.
Le riflessioni sul momento storico di Aurora Avvantaggiato, Giovanni Battimiello, Pietro De Scisciolo, Enzo Guaricci, Alessia Lastella, Cristiano Pallara, Pippo Patruno, Massimo Ruiu, Lino Sivilli, Raffaele Vitto ridefiniscono la visione della realtà e delle sue criticità ribadendone la percezione non assoluta ma di carattere personale.
Con Trullo 227_Emergenze l’arte contemporanea invade gli spazi interni del Trullo Nicolò a Martina Franca dal 3 al 7 settembre, mentre le installazioni rimarranno nella campagna circostante fino al 3 ottobre.
Novità è il prolungamento invernale ospitato da 1m2, spazio sperimentale di Martino Pezzolla, Giordano Santoro e Michele D’Amico, con sede a Martina Franca e a Locorotondo, con esposizioni sempre a cura di Graziella Melania Geraci di alcuni degli artisti invitati a Trullo 227_Emergenze.
L’edizione di quest’anno è dedicata a Grazia Terribile, pugliese precorritrice del concetto di AgriArt, che realizzò nell’agro di Gravina nel 1983 l’Intervento Omocromico e che verrà ricordata la sera del 3 settembre attraverso un video e la testimonianza della figlia Alba Nardone.
Domenica 4 settembre alle ore 18.30, nello scenario creato dalle foto di Enzo Ferrari, ci sarà il reading delle poesie di Antonio Bux e di Marina Pizzi lette da Barbara Gortan, curatrice della collana di poesia Calliròe, Edita.
L’evento ospita anche l’intenso racconto del viaggio del reporter di Alias de Il Manifesto, Vincenzo Mattei che, recatosi con un’associazione al confine con l’Ucraina per trarre in salvo donne e bambine, restituisce con un diario personale e visivo le testimonianze di angosce e paure dell’emergenza bellica.
Dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere in mostra suggeriscono riflessioni sul tema proposto con linguaggi privi di asprezza, le urgenze prendono delicate forme estetiche, si immergono nell’ambiente divenendone parte e si insinuano nei pensieri, pungolo costante all’azione.
Così l’opera di Giovanni Battimiello registra la velocità di liquefazione del ghiaccio, un tempo breve che, rivelando il motto di una lotta ambientalista, lancia l’allarme del cambiamento climatico. Le due enormi pile in marmo di Pietro De Scisciolo, inserite nel terreno, ricordano l’urgenza di una natura che va deteriorandosi e che necessita di essere rigenerata per ritrovare nuovo vigore. Mentre Lino Sivilli conserva le impronte degli ulivi secolari contrassegnate dalle coordinate del posto in cui si trova l’albero, elementi destinati ad una ipotetica banca dati per la conservazione di ciò che potrebbe essere cancellato, Alessia Lastella invita a porre un seme nelle sue delicate creazioni fitomorfe, custodi di una nuova nascita che avverrà in natura attraverso una migrazione in diversi tempi e in diversi luoghi. Raffaele Vitto impreziosisce lo strumento di misurazione dell’acqua piovana trasformando in oro quella sete che disegna nella terra le cesure di un dolore sempre più pressante. Per Aurora Avvantaggiato la materia viva delle costruzioni locali diventa superficie su cui incidere l’abbandono dell’artificio umano, reperti contemporanei di una urbanizzazione violenta. Ed è anche la violenza o meglio la denuncia di come sia entrata nella quotidianità l’emergenza che Enzo Guaricci porta a tavola imbandendo con un’arma un pasto pietrificato nel tempo. Massimo Ruiu interseca la natura simbolica di un tappeto da preghiera con un albero che si pone al suo centro quale punto focale della ricerca spirituale della pace. Attraverso piccole scene di vita, frammenti di visioni che pongono domande interiori, Cristiano Pallara dipinge la necessità di liberarsi dai costrutti mentali e culturali imposti dalla famiglia e dalle regole di una società sempre meno attenta all’individualità. I collage di Pippo Patruno, che sembrano apparire improvvisi qua e là nel trullo, rimandano a racconti mai scritti, come copertine di libri dai titoli ipotetici che sfuggono alle classificazioni ma che sorgono dal materiale della memoria, dal bagaglio di un vissuto e di una cultura che urge preservare affinchè continui ad essere un paesaggio quotidiano.
L’apertura dell’evento si terrà il 3 settembre dalle ore 18.00 presso il Trullo Nicolò in via Ostuni 227 M, Martina Franca (TA).
Media partners: Taranto Buonasera - Edit@ Casa Editrice & Libraria
INFO +393475999666 -
Giovedì 15 settembre 2022, a partire dalle ore 20.30, presso il Chiostro del MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo (FG), si svolgerà il talk “Ama il tuo ritmo. La performance nell’arte e nella vita di Andrea Pazienza”, evento finale della fortunata esposizione didattica “La funzione Pazienza. Un archivio in mostra”, inaugurata lo scorso 21 maggio.
L’iniziativa, rientrante nell’ambito della rassegna “InChiostro al Museo 2022”, si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione all’evento della direttrice del museo Elena Antonacci, che sottolineerà la vision e gli obiettivi del MAT nelle attività di valorizzazione dell'artista Andrea Pazienza. Prevista la relazione di Puca Rojas Jeronimo Beccaglia, storico dell’arte, di Domenico Migliaccio, studioso di Paz, di Serenella Russo, operatrice volontaria del progetto di Servizio Civile Universale ‘MUSEUM FOR EQUALITY: DIVERSITA’ E INCLUSIONE’, moderati da Antonello Vigliaroli, operatore culturale del MAT Museo dell'Alto Tavoliere, che cura le attività del centro di documentazione SPLASH Archivio ‘Andrea Pazienza’, sezione del MAT.
L’INGRESSO È GRATUITO
Andrea Pazienza oltre ad essere un genio indiscusso, un creativo, è stato anche un erudito, un continuo scopritore di tutto ciò che concerneva la storia dell’arte. Sebbene sia stato un inventore, anche Paz si è volutamente lasciato influenzare da svariate correnti; l’infinito amore verso l`arte è leggibile e visibile nelle sue tavole e opere d‘arte, con l`aggiunta di una capacità indiscussa di voler conoscere, di saper analizzare, di interpretare e di creare attraverso la sua innata immaginazione. Oltre ad essere artista è stato anche un performer, movimentava le sue azioni seguendo un ritmo specifico che si rifletteva sul proprio modo di fare arte e di vivere la sua vita.
Per conoscere in maniera più approfondita le opere d`arte realizzate antecedentemente alla pubblicazione di “Le straordinarie avventure di Pentothal” dell’aprile del 1977, lo storico dell’arte Puca Rojas Jeronimo Beccaglia, nella prima parte del talk, presenterà e racconterà le opere giovanili con particolari riferimenti al mondo artistico dal fumettista.
La seconda parte del talk vedrà coinvolto lo studioso Domenico Migliaccio, amministratore della pagina Facebook Andrea Pazienza – L’ARTISTA, che, partendo da quanto descritto nel volume “Il murale di Andrea Pazienza a Napoli” (Muscles Underground Edizioni, 2020), effettuerà un’analisi iconografica del murale realizzato da Paz nella primavera del 1987, in occasione della quarta edizione della “Fiera del Fumetto”, presso la sede dell’Ente Autonomo Mostra d’Oltremare a Napoli.
A seguire, Serenella Russo, integrando lo studio di Migliaccio, farà riferimento al romanticismo di Gericault e si occuperà di una breve analisi sulla poetica del segno per ampliare e approfondire la poetica del gesto e sull’azione che diventa atto artistico, descrivendo come in Paz l’azione stessa si trasforma in esibizione performativa. L’incontro sarà moderato da Antonello Vigliaroli.
La conversazione sarà intervallata da intermezzi musicali a cura della violoncellista Michela Celozzi.
La mostra didattica “La funzione Pazienza. Un archivio in mostra” continuerà ad essere visitabile fino a domenica 18 settembre, osservando i seguenti orari:
lunedì – venerdì: ore 9.00-13.30 / 17.30-20.30;
sabato: ore 18.00-21.00;
domenica: ore 10.30-13.30 / 18.00-21.00.
Per informazioni:
MAT – Museo dell’Alto Tavoliere
Piazza San Francesco 48 - San Severo (FG)
tel.: 0882.339611
email:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Una mostra da record estivi.
La mostra “Andy Warhol e tracce sul Novecento”, in programma fino al 30 settembre presso il Museo Archeologico di Vieste, sta già riscuotendo un grande successo di pubblico. Nella sua prima settimana di apertura, l’esposizione è stata visitata da oltre mille persone che hanno apprezzato le oltre 30 opere di maestri dell’arte antica quali Picasso, Warhol, Fontana, Castellani, De Chirico, Fioroni, Festa, Guttuso, Morandi, Chia, Bonalumi, De Maria, Kounellis, Haring, De Pisis, Dorazio e altri, La qualità del progetto scientifico è inoltre avvalorata dalla positiva risposta della stampa. Notizie e recensioni della rassegna stampa sono già apparsi sui principali quotidiani nazionali e almeno cinquanta siti di redazioni giornalistiche on-line.
Un magnifico lavoro dell’Assessore alla cultura della Città di Vieste, Graziamaria Starace e del Direttore Giuseppe Benvenuto affiancato dalla storica dell’arte Sara Maffei.
Dal 20 al 28 agosto 2022, in via XXIV maggio, accanto al Comune di Peschici, sarà possibile visitare “I miei orizzonti garganici”, la mostra personale dell’artista Raffaella Nardelli.
L’esposizione, ad accesso libero, sarà visitabile dalle ore 16.00 alle ore 20.00.
Il fil rouge della rassegna riguarda i paesaggi garganici, rappresentati sotto la lente caleidoscopica dell’artista.
“La pittura è da sempre stata una mia dolce evasione. Mi ha permesso di rifugiarmi in un mondo ovattato, al sicuro dalle ingiustizie, dalla violenza e dall’arroganza della realtà. Mi ha consentito di esprimere al meglio le mie gioie e le mie frustrazioni. Con questa raccolta di dipinti, vorrei trasmettere la mia personale visione dei paesaggi garganici: I MIEI ORIZZONTI, gli stessi che mi hanno vista crescere, andare via e poi ritornare nuovamente. Fare una mostra con i miei lavori è sempre stato un mio sogno, sin da bambina. Non vedo l’ora di mostrare le mie visioni favolistiche della realtà, sperando che anche qualcun altro possa trovarvi un rifugio. La pittura rappresenta una forma di libertà per me. Facendo l’architetto e occupandomi prevalentemente di disegno tecnico, avverto molto spesso il bisogno impellente di staccare dalle rigide regole della rappresentazione architettonica. E’ indispensabile poter spiegare le vele al vento e navigare liberamente nel mare della creatività. L’arte è il mio punto di riferimento, la mia compagna fidata. So con certezza di poter contare su di lei nei momenti bui. E’ una valvola di sfogo. E’ la mia cura, il mio analgesico per l’anima”.
Raffaella Nardelli è insegnante e architetto di Vico del Gargano. Dopo gli studi compiuti a Firenze, inizia il suo peregrinare alla ricerca di un impiego lavorativo, così come la maggior parte dei giovani d’oggi, tra Budapest, Londra, Torino, Firenze, per poi tornare alle origini: il suo paesino natale in Puglia, che la raccoglie un po’ come un “figliol prodigo”. Pur non avendo una formazione artistica, ha da sempre mostrato un vivo interesse per l’arte, in ogni sua sfaccettatura.
Nella suggestiva Galleria d’Arte N. N. Tonitza, in Romania, nella città di Barlad, dal 15 agosto al 10 settembre 2022, Nunzio Lobasso, contemporary artist, esporrà “Texture”, l’ultima sua collezione personale di quadri.
I cromatismi caleidoscopici delle tele di Nunzio Lobasso diventano trame artistiche che riprendono a più parti la fraternità, la giustizia e la libertà di un paese che nella sua bandiera racconta la storia di un popolo che dei colori ne ha fatto il suo simbolo.
Texture è il sogno e la realtà che lo storico dell’arte Francesca Di Gioia racconta come i “colori vividi che vestono reticoli di luce, forme distese al sole e rimandi a possibili originali; un immaginario complesso quello che abita l’ultima suite di Lobasso. Un complesso lavoro sull’archeologia dei linguaggi, che diventano nuances archetipiche da far vivere in mondi conosciuti dando loro una nuova identità”.
Curatori della mostra lo storico dell’arte Francesca Di Gioia e il prof. di Arte Contemporanea Dario Agrimi, patrocinata dal Comune della città di Barlad, con il progetto grafico di Vincenzo Baratta.
Vernissage 14 agosto 2022, ore 11, a cura del prof. Antonio Romeo Palie.
Nunzio Lobasso “contemporary artist” nasce a Foggia il 27 febbraio 1982. Frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Foggia, poi Liceo Artistico. Segue noti artisti locali ed esteri affinando le tecniche pittoriche, che lo portano a riprodurre come copie opere di Vincent Van Gogh, di Leonardo Da Vinci, di Caravaggio, del Giorgione e altri artisti. Partecipa a seminari tematici per la pittura, decorazione e incisione, studiando e poi affinando una sua tecnica personale, brevettata: l’applicazione di forme astratte e viventi su tavola e cartone mediante incisioni e decorazioni, applicandola su diverse opere. Studia e sviluppa una tecnica innovativa per le decorazioni su vasellame in terracotta. Partecipa a diverse collettive, al X Congresso e VII Raduno di Falconeria a Melfi (PZ) nell’ottobre 2003 avente tema “Federico II”, al XXXIX Concorso Premio Primavera organizzato dal Club degli Artisti di Foggia, alla Mostra Nazionale di Pittura “Bianco e Nero”, all’Internazionale “Rubur”. All’attivo ha diverse mostre personali e collettive a Foggia e in Italia, esponendo le sue opere in varie gallerie e in autorevoli palazzi, sconfinando all’estero, per far conoscere la sua arte e le sue tecniche.
Sarà la chiesa Madre di Vico del Gargano a ospitare la mostra “Da Luce Trafitto. Alfredo Bortoluzzi e la Via Crucis di Vico del Gargano” dal 7 al 21 agosto 2022.
Si tratta della stessa chiesa a cui il maestro Alfredo Bortoluzzi donò, circa quarant’anni fa, le tele raffiguranti una Via Crucis ambientata nel centro storico di Vico del Gargano.
Alfredo Bortoluzzi ha attraversato gli eventi più importanti del Novecento e ne è stato testimone con la sua vita.
Pittore, coreografo e ballerino, frequenta l’Accademia di Karlsruhe e il Staatliches Bauhaus di Dessau.
Le opere di Alfredo Bortoluzzi sono state esposte al fianco di quelle di Paul Klee e Vasili Kandiskij e di altri autorevoli esponenti della pittura.
Ha conosciuto i campi di prigionia e con la sua danza ha calcato i palchi dei teatri più importanti d’Europa, fino ad arrivare sul Gargano, dove si stabilisce per il resto della sua vita.
Nella Via Crucis vichese – che precede di qualche anno quella realizzata per la chiesa di Sant’Elia di Peschici – le cucine monacesche, la cupola della chiesa Madre, i palazzi, le torri, diventano il luogo in cui si consuma la vicenda legata alle ultime ore della vita di Gesù Cristo.
La mostra Da luce trafitto, nata grazie ad un gruppo di amici, prova a raccontare, attraverso la Via Crucis vichese, un segmento piccolissimo della poliedrica vita di Alfredo Bortoluzzi, nel tentativo di avvicinare un pubblico sempre più ampio alla sua conoscenza e allo studio della sua produzione artistica.
Nel percorso dell’allestimento si aggiungono ulteriori elementi che inducono la riflessione nel visitatore, come la particolare croce lignea realizzata dal Maestro Bortoluzzi e donata alla chiesa di San Nicola di Myra, e alcuni scatti fotografici del fotografo Pasquale D’Apolito.
Da luce trafitto ha ricevuto il patrocinio del Comune di Vico del Gargano, della Pro Loco di Vico del Gargano e di Settimana Santa in Puglia.
La mostra è stata curata da Simone Fontana, don Gabriele Giordano, Pasquale D’Apolito, Francesco Pupillo e Francesco A.P. Saggese.
La mostra, di cui verrà pubblicato il catalogo, sarà inaugurata domenica 7 agosto 2022 alle ore 19:30 presso la chiesa Madre di Vico del Gargano.
Saranno presenti: Pasquale D’Apolito, Lorenzo Fecchio, Simone Fontana, don Gabriele Giordano, Gianfranco Piemontese, Francesco Pupillo, Teresa Maria Rauzino, Francesco A.P. Saggese, Maria Scistri.
Da luce trafitto ha ricevuto il sostegno economico per l’allestimento dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e il contributo per la stampa del catalogo dalla Pro Loco di Vico del Gargano.
In un’atmosfera eterea, realizzata nell’ambiente che la famiglia Jatta un tempo utilizzava come deposito, i celebri vasi del Museo raccontano una storia nuova, congiungendosi al fascino di oggetti d’uso dell’Ottocento e del Novecento di proprietà Jatta, riletti attraverso l’osservatorio privilegiato del collezionista, una figura in grado di imporre la sua dimensione sociale anche nel presente.
Si tratta della mostra con ingresso gratuito, annunciata qualche giorno fa su questa testata giornalistica indipendente, “Collezionauta. Capolavori attraverso il tempo” inaugurata giovedì 28 luglio nel c.d. “Grottone” del palazzo Jatta e fruibile fino al 28 maggio 2023.
L’ampio salone definito da arcate e circondato da vani e nicchie, finora mai aperto al pubblico, oltre a garantire un’offerta culturale di qualità sarà destinato poi al potenziamento della fruizione di Palazzo Jatta nel solco di valorizzazione integrata.
«Il buon esito di questa iniziativa dimostra il valore del lavoro di squadra - commenta il prof. Massimo Osanna, Direttore Generale Musei - Con la regia della Direzione Regionale Musei Puglia e la collaborazione della Palazzo Jatta Benefit hanno infatti operato con grande intesa la Soprintendenza e il Comune di Ruvo, delineando una sinergia virtuosa, in ambito interistituzionale così come nel campo della cooperazione pubblico-privato. Il fatto che il Grottone di Palazzo Jatta sia ora a disposizione della collettività come nuovo spazio di narrazione per i visitatori è un’ottima notizia nell’ottica della diversificazione dell’offerta culturale e della valorizzazione del territorio e delle sue radici».
Il percorso espositivo vede al centro i vasi del Museo, partendo dal vaso di Talos, significativamente inserito nella sezione Ruvo nel Mondo, insieme a un corredo funerario rinvenuto nel 1986 e a un dipinto ottocentesco con la ricostruzione ipotetica della Tomba delle Danzatrici, esempio per antonomasia, nell’immaginario collettivo, di bene andato via dalla città. A seguire, la lisca centrale dell’esposizione prevede una sezione “L’emozione della Scoperta”, nella quale troneggiano alcuni tra i pochi vasi di cui si possiedono ancora notizie circa il momento dell’acquisto, seguita dal settore dedicato ai “Vasellini”, come i collezionisti Jatta nell’Ottocento chiamavano i piccoli vasi che erano costretti ad acquistare per potersi aggiudicare anche quelli più grandi e ritenuti più pregiati.
La sezione successiva si intitola “Forme strane” e si riferisce in particolare ai bicchieri a testa di animale (i rhytà) e ai vasi configurati a forma di testa umana, forme predilette da Giovanni Jatta senior, l’iniziatore della raccolta.
Il culmine della mostra si staglia su una parete dorata, sfondo dei crateri (i vasi per mescolare acqua e vino) decorati con la strage dei figli di Niobe e con l’albero dei pomi d’oro sorvegliato dal serpente e custodito dalle graziose Esperidi. Il cuore della esposizione risiede nella congiunzione fra i reperti del Museo e beni ottocenteschi e novecenteschi della famiglia Jatta.
“Con questa iniziativa raggiungiamo tre obiettivi - spiega il Direttore Regionale Musei Puglia, dott. Luca Mercuri - consentire la fruizione del patrimonio del Museo durante i mesi di necessaria chiusura per lavori, valorizzare le opere con un racconto inedito, diverso da quello abituale dell’allestimento ottocentesco, e, infine, condividere con i visitatori la storia appassionante che sta all’origine del Museo, immersa nel suggestivo mondo del collezionismo di due secoli fa. Questo nuovo ruolo del Grottone da noi fortemente voluto è solo il primo passo nella direzione di un approccio di valorizzazione integrata ai luoghi della cultura».
Curatela: Luca Mercuri e Palazzo Jatta Benefit
Direzione Scientifica: Claudia Lucchese
Direzione Lavori e coordinamento della progettazione: Azzurra Sylos Labini
Progetto di Allestimento: COR arquitectos
La mostra, a ingresso gratuito, sarà aperta dal giovedì alla domenica con i seguenti orari:
giovedì 8:30-13:30
venerdì 8.30-19.00
sabato 14.30-19.30
domenica 8.30-13.30.
In accordo con l’avanzamento del cantiere di restauro nel museo adiacente, gli orari potranno essere ulteriormente ampliati a partire dall’autunno.
Opere del Museo che dialogano con oggetti d’uso di grande interesse per la storia del collezionismo, in un racconto inedito nel ‘Grottone’ del Palazzo Jatta.
È in quell’ampio salone definito da arcate e circondato da vani e nicchie, dal forte sapore rustico, che giovedì 28 luglio sarà inaugurata la mostra temporanea “Collezionauta. Capolavori attraverso il tempo” (fino al 28 maggio 2023), un percorso fra archeologia, collezionismo e storia del gusto, che inserisce l’esperienza Jatta nel più ampio contesto delle raccolte d’arte ottocentesche.
Questo spazio, finora chiuso al pubblico, potenzierà e diversificherà l’offerta culturale anche dopo la riapertura del Museo, attualmente chiuso per lavori di restauro, quando il Grottone sarà destinato a iniziative ed eventi, nel solco di un modello di valorizzazione integrata delle risorse culturali.
La serata del 28 luglio offrirà una duplice occasione di intrattenimento culturale. L’apertura della mostra si svolgerà dalle 20.30 alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.30) e, dalle 20.30 alle 21.30 sarà accompagnata dal concerto per Handpan a cura dell’associazione culturale Mamamà. L’evento musicale costituisce uno degli appuntamenti del festival “Trentadate”, frutto di un accordo tra la Direzione Regionale Musei e il Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura.
La mostra, a ingresso gratuito, sarà aperta dal giovedì alla domenica con i seguenti orari:
giovedì 8:30-13:30
venerdì 8.30-19.00
sabato 14.30-19.30
domenica 8.30-13.30.
In accordo con l’avanzamento del cantiere di restauro nel museo adiacente, gli orari potranno essere ulteriormente ampliati a partire dall’autunno.
Si comunica, infine, che nella serata inaugurale e in tutti i weekend, sarà presente un servizio di ausilio per l’accesso alla mostra da parte dei visitatori con difficoltà motorie.
La mostra “9 x 100 = ‘900 – 9 itinerari per 100 architetture del ‘900 in Basilicata e Puglia” è approdata a Roma, alla Casa dell’architettura in piazza Manfredo Fanti, vicino alla centralissima piazza Vittorio.
Inaugurazione in grande stile e molto partecipata per un’esposizione che intende focalizzare l’attenzione sulle architetture più significative realizzate nelle due regioni nel corso del XX secolo: un’iniziativa che costituisce il risultato di una schedatura del patrimonio architettonico regionale del Novecento da parte di Do.co.mo.mo Italia (Associazione italiana per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni). Sezione Basilicata e Puglia E.T.S.
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All’interno di tale schedatura, un comitato scientifico ha selezionato 100 opere di architettura moderna di riconosciuta qualità: un complesso e lungo lavoro confluito nella mostra e in un volume di oltre 300 pagine curato da Mauro Sàito e da Antonello Pagliuca, comprendente schede e interventi di autori del panorama nazionale e internazionale, pubblicato da Gangemi editore.
La mostra è stata sviluppata in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università della Basilicata e con la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, secondo sei percorsi tematici o “itinerari”, che collegano le opere delle due regioni al dibattito culturale nazionale, esaltandone le peculiarità.
Composta da 150 pannelli, l’esposizione ha carattere itinerante: evento ufficiale nel programma della Fondazione Matera 2019, dopo la tappa iniziale in Basilicata è stata allestita a Bari, Lecce, Carovigno (Brindisi) e a Taranto presso la Biblioteca Acclavio. L’intero progetto è stato finanziato dalla Regione Puglia.