Della Ragione seppe soprattutto darci ciò che di più avevamo bisogno: la fiducia e l’amicizia. Viveva con noi della stessa passione, si bruciava alla stessa fiamma. Renato Guttuso, 1961.
Dal 29 luglio 2022 all’8 gennaio 2023, l’Antiquarium di Centuripe ospita la mostra I Maestri del Novecento: da Guttuso a Vedova. Opere dalla collezione Alberto Della Ragione a cura di Sergio Risaliti.
Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra il Comune di Centuripe e il Museo Novecento di Firenze, con l’intento di rendere fruibile una selezione di capolavori esposti per la prima volta in Sicilia e provenienti da una delle più importanti raccolte dedicate all’arte italiana del Novecento: la Collezione Alberto Della Ragione.
La raccolta, composta da oltre duecento opere, fu donata dall’ingegnere Alberto Della Ragione al Comune di Firenze nel 1970, all’indomani della violenta alluvione che colpì la città nel 1966. Con il suo gesto, alimentato da un profondo senso civico, Della Ragione rispose all’appello lanciato dallo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, la cui volontà era quella di istituire un Museo Internazionale di Arte Contemporanea, come risarcimento simbolico ai danni subiti dal patrimonio storico-artistico fiorentino.
“Un viaggio speciale per una ricca selezione delle opere donate a Firenze dal mecenate e collezionista Alberto della Ragione”, sottolinea la Vicesindaca e Assessora alla Cultura Alessia Bettini. “Grandi capolavori del Novecento italiano che fanno parte del prezioso lascito avvenuto all’indomani dell’alluvione del ‘66. È proprio il caso di dirlo, l’arte e la bellezza non hanno confini ed è molto significativo riuscire a realizzare importanti sinergie nel segno della cultura. Firenze ha l’ambizione per farlo, creando e rafforzando questi legami virtuosi”.
Rinnovando la lunga e feconda tradizione del collezionismo moderno, dalla cui costola sono nati i musei più importanti di Firenze, dagli Uffizi al Museo Stefano Bardini, Della Ragione contribuì ad alimentare il nucleo fondante del Museo Novecento, che conserva ed espone oggi questa importante Collezione.
“Dal 2018 il Museo Novecento si occupa della valorizzazione della Collezione Alberto Della Ragione, con progetti ‘esportati’ fuori dalla città metropolitana di Firenze” dichiara Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze. “Un cospicuo numero di opere provenienti dalla raccolta dell’ingegnere-collezionista è stato presentato a Salò, in occasione della mostra Italianissima, per poi approdare a Livorno, in una mostra che ha visto confrontate due collezioni: quella pubblica di Della Ragione e quella privata dell’avvocato Iannaccone. Superato l’ostacolo della pandemia, le opere della collezione civica sono tornate a viaggiare, e questa volta arrivano a Centuripe, quasi a coprire un raggio d’azione che ha tracciato una linea di continuità nella penisola. In questa occasione abbiamo concentrato l’attenzione sul carattere umanistico di molti dipinti realizzati dagli artisti della prima metà del Novecento italiano, dove emerge la passione per le vicende dell’uomo, l’ambiente quotidiano, la natura e i drammi storici attraversati all’epoca in cui queste opere furono realizzate. Una sottile vena esistenzialista che sembra aver animato Alberto Della Ragione, deciso difensore della libertà artistica e della funzione antagonista dell’Avanguardia. La presenza di Guttuso è un omaggio voluto alla Sicilia che ha dato i natali a uno dei più grandi cantori della realtà umana nella pittura del Novecento. Siamo felici di questa collaborazione con il Comune di Centuripe e con il Sindaco Salvatore La Spina, da sempre amante dell’arte”.
Ripercorrendo la volontà di Alberto Della Ragione, il lascito supera i confini cittadini e regionali per arrivare in Sicilia, a Centuripe, città ricca di storia e custode di importanti tesori artistici e archeologici. Con una selezione di opere che spazia da Renato Guttuso a Emilio Vedova, da Mario Mafai a Filippo de Pisis, il pubblico potrà ammirare quarantuno capolavori del coraggioso mecenate che sin dagli anni Venti si dedicò all’arte, quando ancora diffidente nei confronti della produzione del suo tempo, acquistò le prime opere ottocentesche. Il suo amore per i contemporanei fu suggellato da una visita alla prima Quadriennale romana, nel 1931, che provocò in lui un deciso rifiuto dell’arte dei secoli precedenti. Il collezionista rispose così all’istanza etica di “non passare ad occhi chiusi tra l’arte del proprio tempo, ma di dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”, da subito motivata da ideali antifascisti e da una reazione alla politica culturale del Regime.
Per il Sindaco di Centuripe Salvatore La Spina: “La presenza a Centuripe di quarantuno opere dei più grandi maestri del ‘900 era inimmaginabile, fino a poco tempo fa. La disponibilità del Sindaco Dario Nardella, della Dirigente Marina Gardini e di tutto lo staff della Direzione Cultura del Comune di Firenze, l’amicizia di Sergio Risaliti, curatore e brillante Direttore del Museo Novecento, l’attenzione dell’Assessore al Turismo Manlio Messina, la generosità degli sponsor (Med Service, Manusia Restauri, LuxEsco, Verzì Caffè) e l’operosità dell’Associazione Liberart, sono state le componenti necessarie affinché un progetto così ambizioso potesse realizzarsi in un piccolo centro della Sicilia. Oggi possiamo affermare, con orgoglio, che Centuripe ospita una delle mostre più importanti dell’isola nel 2022.
Invito i centuripini, i siciliani ed i turisti in vacanza, a venire ad ammirare questi capolavori e gioire delle bellezze storiche e paesaggistiche del nostro paese.”
La grande qualità e la varietà delle opere incluse nella raccolta, che valsero a Della Ragione il primo premio alla Mostra delle Collezioni d’arte contemporanea di Cortina d’Ampezzo del 1941, è evidente nel dialogo che si instaura tra capolavori di correnti e movimenti diversi: da Valori Plastici al Novecento Italiano, dal Secondo Futurismo al Realismo magico. Grande risalto assumono inoltre le opere dei maestri della Scuola romana e di Corrente, con cui Della Ragione instaurò non solo rapporti di tipo professionale, ma anche dei veri e propri legami di amicizia. È il caso di Renato Birolli e Renato Guttuso, il quale, a proposito del collezionista, dichiarò: “seppe darci ciò di cui avevamo bisogno: la fiducia, l’amicizia, viveva con noi della stessa passione, si bruciava della stessa fiamma”.
Della Ragione iniziò così ad offrire il proprio supporto ad artisti giovani, spesso trascurati dal mercato e dalla critica ufficiale. Da allora la sua collezione d’arte contemporanea, che già negli anni Quaranta era una delle più grandi esistenti in Italia, crebbe progressivamente. La raccolta rivela come il gusto dell’ingegnere-collezionista fosse comunque orientato, nella scelta di artisti e opere, verso i generi più tradizionali (tra cui la natura morta, il ritratto, il paesaggio, il nudo femminile), che assicurarono un quadro di riferimento, anche inconscio, alle sue scelte talvolta spregiudicate. Pur essendo deciso a rinnovare la propria visione dell’arte, Della Ragione non rinnegò mai totalmente la figurazione. Nelle oltre duecento opere della raccolta emergono temi cari alla storia dell’arte moderna, ai quali pittori e scultori aderivano offrendo provocatorie soluzioni figurative senza mai travalicare i confini visivi collaudati nelle epoche precedenti.
La mostra, curata da Sergio Risaliti, è stata resa possibile grazie al patrocinio oneroso dell’Assessorato Sport Turismo e Spettacolo della Regione Sicilia ed al supporto economico di Med Service, Manusia Restauri, LuxEsco e Verzì Caffè. Per l’organizzazione si ringrazia la Direzione Cultura del Comune di Firenze, lo Staff del Museo Novecento di Firenze, Associazione MUS.E, e soprattutto l’Associazione Liberart, che si occupa anche della gestione durante tutto il periodo della mostra. Si ringrazia inoltre Generali Italia per il sostegno con il progetto Valore Cultura, Serenissima Vigilanza per la sicurezza delle opere esposte, l’Amministrazione Comunale, i consiglieri di RestiAmo a Centuripe, la Direzione Amministrativa, L’ufficio tecnico e gli operai del Comune di Centuripe.
L’Amministrazione Comunale con l'Assessorato alla Bellezza ha accolto con piacere l’invito alla collaborazione giunto dal Gruppo Stilmarmo, cooperante con il Politecnico di Bari, a promuovere una mostra al fine di raccontare la storia e la previsione di sviluppo della “Madre Pietra” sabato 23 Luglio 2022, alle ore 10:00, presso il Palazzo della Cultura di Apricena.
La mostra, intitolata “QUARRY VISIONS”, che sarà visionabile dal 23 Luglio al 23 settembre 2022 presso il palazzo della Cultura, è la sintesi degli esiti del Laboratorio di Progettazione Architettonica IV A.A. 2021/2022 –DICAR- Politecnico di Bari derivanti dal corso del Prof. Giuseppe FALLACARA.
Sul prestigioso evento, che vedrà anche la partecipazione di una rappresentanza della NORMAN FOSTER FOUNDATION, principale esponente dell’architettura high-tech contemporanea, insieme al Rettore del Politecnico di Bari, Francesco CUPERTINO, il Responsabile delle Relazioni Esterne Stilmarmo, Alfonso MASSELLI, il Vice Presidente della Regione Puglia, Raffaele PIEMONTESE, e l’Assessore alla Bellezza, Anna Maria TORELLI, il Sindaco di Apricena, Antonio POTENZA, ha affermato: “Siamo felici e orgogliosi nel contempo di accogliere la mostra “QUARRY VISIONS” in quanto non solo permetterà alla nostra città di promuovere uno dei beni più importanti del nostro territorio ma anche di visionare la bellezza che da tale fonte si può realizzare e sviluppare. Ringrazio per questa importante occasione di promozione del nostro territorio il Gruppo Stilmarmo e il Politecnico di Bari”.
L’evento, dopo i saluti istituzionali, si svilupperà con la presentazione di un video curato da Giuseppe Fallacara e Annalinda NEGLIA del Politecnico di Bari, da Anthony CARADONNA della NYIT, e da Maurizio BARBERIO e Micaela COLELLA del Politecnico di Bari. Prima del taglio del nastro della mostra che si terrà alle ore 12:00, infine, sarà presentato il libro curato da Ilaria CAVALIERE, Dario COSTANTINO, Alessandro ANGIONE con commenti degli studenti del corso di Progettazione Architettonica.
L’inaugurazione della mostra “QUARRY VISIONS” culminerà con un rinfresco a cura della NAR.MARMI Srl del Gruppo Stilmarmo.
Il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” di Vieste (FG), sul lungomare Amerigo Vespucci, piazzetta Cappuccini , dal 1 agosto al 30 settembre 2022 è lieto di accogliere “Andy Warhol e tracce sul Novecento”, un'imperdibile mostra dedicata ai più grandi maestri del Novecento, curata da Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei, della Contemporanea Galleria d’Arte. Non solo turismo ma tanta arte internazionale a Vieste.
L’inaugurazione si svolgerà venerdì 5 agosto 2022, alla ore 19:30, alla presenza del Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti e dell’Assessore alla cultura Grazia Maria Starace.
Il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” di Vieste (FG), dal 1 agosto al 30 settembre 2022 è lieto di accogliere un'imperdibile mostra dedicata ai più grandi maestri del Novecento, curata da Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei.
Presentazione a cura di Sara Maffei.
Il ricchissimo repertorio comprende circa trenta prestigiosi capolavori di artisti internazionali, articolati entro un percorso espositivo che, partendo dagli anni Trenta, ci offre uno spaccato dell'evoluzione artistica fino ai nostri giorni. Gli osservatori potranno fare esperienza di un itinerario artistico sorprendentemente vasto e differenziato, a partire dalla splendida Natura morta (1953) di Giorgio Morandi (1890-1964), una matita su carta che suggerisce, attraverso il tratto leggero del disegno, un’autentica poesia delle cose, quasi una sacralità con cui posiziona i suoi oggetti fuori dal tempo, in un’eterna immobilità. Del metafisico Giorgio de Chirico (1888-1978) il Museo pugliese ospita un Olio su tavola (1952) raffigurante una succulenta natura morta entro uno scenario naturale e l’olio su tela Cavalieri in un paesaggio (1961) in cui i cavalli e il mantello in primo piano sono resi con un intenso impasto cromatico.
Del grande genio del XX secolo Pablo Picasso (1881-1973) è possibile ammirare la celebre Madame Ricardo Canals (1966), litografia a colori su carta intessuta, firmata e numerata dal maestro in cui il volto austero della donna è avvolto dalla predominanza del nero, dal quale emerge con autorevole fissità di sguardo.
Si mostra in tutta la sua irriverenza la serigrafia Ladies and Gentlemen II.130 (1975) del massimo rappresentante della Pop Art americana Andy Warhol (1928-1987), parte di una provocatoria serie di 10 tele realizzate in edizione limitata di 125 esemplari - firmati e numerati in originale. Il soggetto, con lo sguardo sfrontato e diretto verso chi guarda, è dapprima fotografato con una polaroid ed in seguito dallo scatto è realizzata la serigrafia, completando il tutto con larghi tocchi di colore. Con questa serie l'artista prende le distanze dagli iconici ritratti dedicati alle celebrità, fotografando le drag queen al The Gilded Grape, il night club di New York sulla West 45th Street, e consentendo l'ingresso nell'arte a figure ai margini.
Restando sull'onda della Pop Art italiana ed europea, incontriamo Smalti e acrilico su tela (1990) di Mario Schifano (1934-1998), principale esponente della Scuola di Piazza del Popolo. Egli si allontana dalle fredde immagini patinate di Warhol, dando all'atto creativo un accento più emotivo, ravvisabile nelle pennellate irregolari, testimoni della materialità del gesto pittorico. Appartengono alla medesima scuola anche Giosetta Fioroni (1932) e Valerio Adami (1935), dei quali la mostra presenta rispettivamente Bambino (1969) e Dedica (1970). L’opera della Fioroni è una matita e smalto alluminio su carta che rivela la sua caratteristica visionarietà, attraverso la quale esprime la sua infanzia memore dei lavori di Klein, apprezzati negli anni parigini. Il soggetto si fa portatore di una narrazione e di un messaggio legato al ricordo e al substrato della memoria. Adami inizialmente si esprime prediligendo un'arte astratta, in seguito accoglie la figurazione, ispirandosi alla Pop Art americana di Lichtenstein.
Al movimento della Scuola di Piazza del Popolo si avvicina anche Jannis Kounellis (1936-2017), importante esponente dell'Arte Povera e del quale si può osservare una Tecnica mista su carta (1999): fautore di un'arte intesa come uscita dal quadro in cui l'artista passa dalla rappresentazione alla presenza, nei suoi disegni si nasconde il substrato più intimo e profondo di sé, in un horror vacui di traiettorie confuse sulla superficie bianca.
È a Lucio Fontana (1899-1968), ideatore dello Spazialismo, che si deve un'autentica rivoluzione spaziale, attraverso incisioni e tagli nella tela, alla ricerca di possibilità inedite oltre il quadro. Con lui la tela smette di essere un supporto, divenendo materia plasmabile, modificabile, oltrepassabile e in grado di inglobare lo spazio nell'opera d'arte. La serigrafia con incisioni intitolata Concetto spaziale (1965), presente in mostra, è firmata e datata in basso a matita.
Con Alberto Burri (1915-1995) ed Enrico Castellani (1930-2017) il processo creativo risponde alla necessità di esprimersi in maniera totalmente libera, fino ad intaccare la normale configurazione dell’oggetto e del supporto. Entrambi sviluppano l'eredità di Lucio Fontana, trasformando la bidimensionalità della tela in uno spazio fisico e concettuale: il primo manipolando sacchi e plastiche attraverso processi di combustione, tagli e cuciture; il secondo facendo uso di superfici estroflesse e introflesse. Di Castellani la mostra accoglie Superficie bianca (1969), opera che offre una partecipazione attiva, invitando lo spettatore ad indagare realtà intime mai esplorate, essendo, quelli dell'artista, lavori portatori di una notevole carica emotiva. Negli anni Sessanta, assieme a Piero Manzoni, dà vita alla Galleria Azimut di Milano. Esponente dell'informale materico, Burri dà un significato nuovo e poetico alla cosa banale e all'oggetto ritenuto uno scarto. Dell’artista è possibile ammirare Museo di Capodimonte (1978), opera appartenente alla Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, Città di Castello 1986, con tiratura e firma in basso a matita.
Anche la Dadamaino (1930-2004) entra in contatto con gli artisti del gruppo Azimuth. Osservabile nel Museo è il suo Progetto per serigrafia (Inversione Cromatica) (1975), un acrilico su tela cartonata proveniente dall'Archivio Dadamaino in cui nega il colore, optando per un bianco totale da cui scaturisce un ritmo dinamico.
Fra gli altri artisti presenti presso il Museo Archeologico di Vieste incontriamo Fortunato Depero (1892-1960), Filippo de Pisis (1896- 1956), Fausto Pirandello (1899-1975), Graham Vivian Sutherland (1903- 1980), Guttuso (1911- 1987), Achille Perilli (1927-2021), Dennis Oppenheim (1938 – 2011), Keith Haring (1958-1990), Elio Marchegiani (1929), Piero Gilardi (1942), Sandro Chia (1946), Enzo Cucchi (1949) e Nicola De Maria (1954).
Depero è un esponente del secondo Futurismo del quale è osservabile un Invito, realizzato per la mostra “Depero futurista” presso Galleria Fonte d'Abisso (1992), con legatura in cartoncino editoriale bullonata. L’artista è il più autorevole cartellonista pubblicitario tra i Futuristi, lavora a New York per copertine di riviste e lancia il “Manifesto dell’arte futurista della pubblicità” (1931), facendosi promotore di una comunicazione dinamica e immediata, caratterizzata da grandi campiture piatte di colore.
De Pisis si serve di pennellate velocissime, leggere e memori dell’impressionismo nell’olio su tela Vaso di fiori con calamaio (1949). Per le Due bagnanti (1960) Pirandello utilizza dei pastelli su carta in cui le figure umane sono caratterizzate da una potente plasticità cromatica. Sutherland in Tecnica mista su carta lascia emergere le sue tipiche espansioni lineari, caratterizzate da un fantasioso astrattismo. Guttuso suggerisce i corpi dei suoi personaggi sommariamente, attraverso pennellate veloci pregnanti di materiale emotivo, come si evince in Olio su tela (1957); dell’artista la mostra presenta anche China su carta (1972). La Tecnica mista su tela (2002) di Perilli rivela le tipiche figure geometriche dell’artista, fondate sull’ambiguità nel loro essere al contempo aperte e chiuse, realizzando uno spazio irreale.
Tra i pionieri della Land Art incontriamo Oppenheim che, a partire dagli anni Ottanta, si dedica soprattutto alla realizzazione di grandi installazioni in spazi pubblici. Il Museo accoglie il suo progetto su carta Gallery sculptures (1975), con firma a pennarello in basso a destra, proveniente da un'edizione Deluxe.
L’esponente del Graffitismo Metropolitano Haring è padre della street art statunitense il cui stile è immediatamente riconoscibile nei suoi buffi personaggi dalle forme arrotondate come in Senza titolo (1984).
Marchegiani in Grammature di colore (1976) realizza una sintesi astratto-geometrica che rivela il suo costante riferimento di ricerca. Gilardi è uno scultore che dà vita a frammenti di nature artificiali, intagliando il poliuretano espanso, com’è evidente in Ostriche Bretoni, visionabile presso il Museo pugliese. L’Olio su tela degli anni Novanta di Chia, esponente della Transavanguardia italiana, è fedele al suo soggetto principale, ossia la figura umana, resa con impasti cromatici corposi e accesi.
Per Cucchi disegnare è un istinto naturale, uno strumento molto potente in grado di fornire un nuovo modo di vedere il mondo. Egli si dedica alla figurazione dopo l'esordio concettuale, diventando uno dei massimi rappresentanti della Transavanguardia Italiana e dei suoi disegni la mostra ospita Il gatto (1980).
Infine, la sensibilità artistica di De Maria si esprime in Biblioteca Magica: Parmenide (2010), una tecnica mista e collage su carta in cui è condensata una visione del mondo raffinata e fantastica al tempo stesso.
Questi sono solo alcuni dei nomi degli artisti le cui opere presenzieranno presso il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” di Vieste nella stagione estiva. A completare la cospicua raccolta ci saranno anche capolavori di Galliani, Nespolo, Frangi, Pizzi Cannella, Soldani e Baj.
Orari e info
- Dal 1 al 31 agosto, dal martedì alla domenica, dalle ore 18:30 alle 23:30
- Dal 1 al 30 settembre, dal martedì alla domenica, dalle ore 18:00 alle 22:00
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | tel. 3467334054
Dal 19 luglio al 31 agosto 2022, a Vico del Gargano, adiacente la chiesa di San Giuseppe, si svolgerà un’esposizione fotografica di Pasquale D’Apolito, che ripercorre storicamente momenti delle Confraternite.
Sono diversi i modi per poter raccontare un paese. Uno di questi trova espressione nella fotografia.
Il progetto “Nelle viscere di un popolo” nasce dalla volontà di voler indagare gli aspetti più significativi di uno dei momenti più radicati a Vico del Gargano, qual è la Settimana Santa.
Osservando negli anni tutto quello che ruota intorno ai riti della Settimana Santa, un dato è certo: i testimoni viventi di questa storia sono principalmente le persone appartenenti alle cinque Confraternite del paese.
Un confratello lo è sempre, ogni giorno, ovunque esso sia.
In particolare un confratello vive l’attesa della Settimana Santa durante tutto l’anno; un sentimento antico che custodisce dentro di sé, che accarezza e cura.
Un sentimento radicato, viscerale, che vive in ogni luogo in cui si trovi, in ogni momento della sua esistenza.
Un confratello, parte del popolo, diventa così il custode di un sentimento che trova manifestazione nella tradizione.
Nelle viscere di un popolo, attraverso una serie di scatti fotografici, indaga nell’interiorità dei testimoni viventi di questa storia, ricercando quel sentimento sotto la loro pelle, nelle viscere più profonde del loro essere.
Richiamare le viscere ha reso necessario l’esposizione fotografica in una via senza nome, che affianca l’antica chiesa di San Giuseppe.
Questa strada, che è posta all’ingresso del labirintico centro storico vichese, è apparsa, metaforicamente, quella più idonea a rappresentare le viscere di un popolo, dove da tempo immemore i confratelli custodiscono la tradizione.
La notizia è fresca ed esclusiva. Nelle prossime settimane Vieste diverrà il centro culturale e artistico della provincia di Foggia e del Mezzogiorno. Ospiterà una mostra di pittura di elevato spessore, con opere di nomi eccellenti e che hanno segnato indelebilmente la storia e la cultura artistica italiana nel mondo.
Tutto per opera del gallerista Giuseppe Benvenuto, della Contemporanea Galleria d’Arte, presente stanzialmente a Foggia e Bari, che da anni propone mostre internazionali, con ingresso libero e gratuito, del patrimonio artistico culturale del nostro Belpaese.
Finalmente, Vieste non solo è fulcro del turismo garganico, bensì diverrà della cultura e dell’arte. Una mostra voluta fortemente dal sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, e soprattutto dall’assessore alla Cultura, Graziamaria Starace, persona molto attenta a ciò che l’arte comunica con eventi ben organizzati, in location importanti che offrono il proprio patrimonio culturale, che sa cogliere l’attimo per farlo diventare eternità.
Tra le anticipazioni, senza citare gli artisti e le loro opere che saranno note nelle prossime ore, la mostra s’intitolerà “Andy Wharol e tracce sul Novecento”, e avrà luogo nel Museo Civico Archeologico “Michele Petrone”, con il patrocinio del Comune di Vieste. La mostra si avvelerà della preziosa collaborazione del critico artistico Sara Maffei, che da tempo ha sposato il valido progetto proposto da Benvenuto.
Insomma, il mese di agosto per Vieste sarà importante, ricco di eventi e si prospetta l’inizio di un lungo sodalizio tra arte e nostri validissimi e preparati organizzatori e galleristi che da anni cercano di proporre cultura, arte, conoscenza e imprenditoria.
Giovedì 14 luglio, alle ore 21.00, in Piazza Umberto I, il sindaco Massimo Colia e l'assessore agli eventi Arcangelo Colangiuolo insieme alla presidente della Pro Loco di Stornarella Rossana Croce , inaugureranno “ Stornarella si racconta ”, la prima esposizione itinerante di immagini fotografiche e digitali che raccontano la storia della città e della sua popolazione.
Ideata da 28mm studio di Vico del Gargano, la mostra voltirà un percorso nei luoghi e nei familiari degli abitanti, che i visitatori ritroveranno nelle immagini - visibili anche attraverso un qr code - su tutti i dispositivi mobili.
Fondamentale è stato il contributo del fotografo Pasquale D'Apolito , del direttore artistico Luciano Castelluccia e dei tanti cittadini che hanno messo a disposizione il loro preziosissimo tempo credendo in questo progetto fin dalla prima fase, per creare insieme un progetto denominato collettivo “ Museo dell' Esperienza ”.
L'esposizione sarà visitabile tutti i giorni gratuitamente.
L'inaugurazione è aperta a tutti.
Rossocinabro raccoglie finemente in una mostra le tele di artisti che nei mesi scorsi hanno esposto presso la galleria romana.
INGRESSO LIBERO
La mostra si svolgerà dal 15 luglio al 31 agosto, con ricevimento di inaugurazione esteso dalle 12 alle 17.
Le opere in mostra provengono da: Europe, UK, USA, Japan, Indonesia, South Korea, Australia, China, Center and South America, Canada.
"In una celebre e fulminea parabola Borges parla di un pittore che dipinge paesaggi; regni, montagne, isole, persone. Alla fine della sua vita si accorge di aver dipinto, in quelle immagini, il suo volto; scopre che quella rappresentazione della realtà è il suo autoritratto. La nostra identità è il nostro modo di vedere e incontrare il mondo".
E per gli artisti in mostra il mondo qual è? L’opera d’arte ha un’anima propria, che è la stessa dell’artista che la crea e così, ogni poesia, ogni quadro, ogni scultura, diventa l’espressione di un frammento d’anima di un singolo essere umano.
Gli artisti sanno bene che l’arte è l’unico mezzo per esprimere la propria individualità. La mostra ‘Nuovi mondi’ è una raccolta di opere che Rossocinabro ha ospitato negli ultimi mesi. La porosità delle architetture, il linguaggio, le case, le strade, i caffè, le abitudini, i volti, la storia, i libri, i cieli, gli alberi, la luce, le stanze, le favole, i diari, acquistano contorni nitidi, come fissati finalmente in istantanee vive, malinconiche, amabili, sensibili, presenti.
Lo sguardo sulle opere invece di rappresentare un percorso logico, diventa piuttosto un viaggio nel tempo - dal momento che non c'è descrizione senza distanza – e ogni cosa sembra diventare doppiamente straniera. Ma il viaggiatore non è perduto perché è provvisto di una speciale conoscenza, come un fascio luminoso che gli permette di cogliere la reale natura di tutte le cose, il silenzio che resiste agli sguardi curiosi. Come un viaggiatore va alla ricerca dei luoghi perché gli permettono di osservare il futuro: tutto quello che non si è ancora mai provato, così ogni cosa si mostra agli occhi del bambino come una promessa o si offre all'adulto in immagini lontane. "Non sapersi orientare in questa mostra non vuol dir molto. Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare".
In mostra: Kimberly Adamis, Chadwick Arcinue, Brian Avadka Colez, Flavia Basiloni, Cristina Bazán Sánchez, Jonathan Berkh, Erin Bird-Johansson, Car Act Air, Carol Anne, Laura Casini, Mia Civita, Eliana Carvidón, Karen Chappelow, Jean Cherouny, Nathanael Cox, Fedor Deichmann, Savas Deli, Joel Douek, Andrzej Dudek, Johanna Elbe, Hiroaki Furukawa, Goneja*, Paul Hallinan, Susumu Hasegawa, Tondi Hasibuan, Manuel Hernández, Akane Hiraoka, Sophie Hoath, Daphne Horev, Wioletta Jaskólska, JUSToh, Corina Karstenberg, Kirsten Kohrt, Nora Komoroczki, Chikara Komura, Anya Lauchlan, Fiona Livingstone, Sofia Monzerratt, Piotr Nalewajka, Anne Nkeng, Dave O’Flynn, Anna Papadopoulou, Kim Piffy, Sal Ponce Enrile, Orit Sharbat, Aina Putniņa, Maria Regina Ruiz, Maro Sargsyan, Cristopher Schaller, Jenna Silander, Belinha Silva, Shibìria, Luana Stebule, Christophe Szkudlarek, Taka & Megu, Lauren Tilley, Angela Thouless, Daphna Wysokier-Dishi.
Rossocinabro
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A 30 anni dalla sottoscrizione del trattato di Maastricht e a 20 dall’avvento dell’euro, la celebrazione della storia dell’Europa e delle tappe fondamentali che l’hanno contraddistinta.
“Europe Experience”. Una mostra immersiva sull’identità europea. A 30 anni dalla sottoscrizione del trattato di Maastricht e a 20 dall’avvento dell’euro, l’assessorato alla Cultura del Comune di Vieste celebra la storia dell’Europa e le tappe fondamentali che l’hanno contraddistinta.
Il Museo Civico Archeologico “Michele Petrone” sarà la sede della mostra, un videomapping, fortemente immersivo e interattivo. Una location d’eccezione che oggi si arricchisce di un nuovo contenuto culturale. Per tutta l’estate il museo viestano sarà anche un inno alla storia europea, agli uomini che l’hanno resa grande, alle vicende che l’hanno valorizzata. “Vieste non è solo mare e spiagge – afferma Graziamaria Starace, assessore alla Cultura del Comune di Vieste – e non a caso abbiamo pensato di dare ai nostri ospiti un’offerta variegata anche dal punto di vista culturale. Vogliamo far conoscere di più il nostro museo archeologico inaugurato due anni fa e lo facciamo anche grazie a questa mostra interattiva. La mostra vuol essere uno spunto per fare un salto indietro nel tempo e conoscere gli aspetti storici e culturali che ci hanno portati alla formazione di un’identità europea”.
La mostra andrà in loop ogni mezz’ora dalle 18 alle 22 fino a fine giugno, successivamente fino alle 23.30. Tanti gli spunti di interesse, le curiosità, che spaziano dall'antichità all'età contemporanea, sulla base di grandi slanci ideali e su un sentimento di grande cooperazione. Tutto questo spicca ancor di più, alla luce della situazione internazionale che da un lato mette alla prova la resistenza del concetto “Europa”, dall’altro ne rafforza il sentimento unitario. “Vieste – conclude Graziamaria Starace – è tutto questo: è amore per il territorio ma anche vocazione europea, è attaccamento alle radici e orizzonti illimitati. Nel 2022 ricorre l’anniversario di due momenti speciali dello sviluppo dell’Europa. Abbiamo voluto onorarli con un evento che vogliamo sorprenda. Un’esperienza che non nasce e finisce con l’inizio e la fine della mostra, ma in qualche modo resta dentro. Perché non si limita a farsi guardare. Si vive con pienezza”.
Mostra personale mostra dedicata a Giuseppe Amadio a cura di Sara Maffei e Giuseppe Benvenuto, dal 14 giugno al 31 luglio 2022, presso la Contemporanea Galleria d'Arte di Bari, in via Niccolò Piccinni, 226.
È una mostra che attualmente ospite con le sue opere nel Padiglione Siriano, Repubblica Araba Siriana alla 59° Biennale di Venezia.
A cura di Sara Maffei.
In esposizione 15 lavori su tela estroflessa monocromatiche che ripercorrono la carriera dell’artista. L’estroflessione è una particolare tecnica, frutto di una ricerca materico-concettuale, a metà strada tra pittura e scultura: dilatando la tela spazialmente verso l’esterno, l’artista ottiene effetti chiaroscurali ed un illusorio movimento, nonché il superamento della tradizionale bidimensionalità.
I materiali che vengono utilizzati da Giuseppe Amadio nelle sue opere sono legni particolari appositamente e tecnicamente curvati, spessori e lamine di acciaio inossidabile e, per la tela, speciali vernici al caucciù che la rendono elastica.
Gli spazi ritagliati dall’artista restituiscono una potenza energetica incredibile, raccontano un universo che si accende di toni, di materia pulsante, di dilatazione, rivelandoci perfino l’ossatura stessa di questo universo. Con il suo personalissimo alfabeto, pur rientrando in quell’area che muovendosi da Lucio Fontana porta ad autori come Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Turi Simeti, Amadio crea un lessico visivo attraverso cui movimenta punti, linee, curve, angoli, quadrati, cerchi. Il risultato è una geometria simbolica e rigeneratrice, vera geometria dell’universo, mossa da un ritmo elementare che rende la sua produzione la prova cartografica di un vivere infinito.
Artista capace, intellettuale colto, raffinato filosofo del fare, si muove in una nuova visione dello spazio e del tempo, ma anche della società e della storia contemporanea, intessendo strutture e tensostrutture che sono divenute ritratti del mondo, ritratti del corrugamento terrestre, iterazioni tensive come ritmi cosmici che contengono un respiro dinamico e un valore infinito.
Contemporanea Galleria d'Arte
Bari | via Niccolò Piccinni, 226
Orari
dal martedì al sabato dalle ore 16:30 alle 20:30
Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Mostra personale mostra dedicata a Pierluigi Pusole a cura di Sara Maffei e Giuseppe Benvenuto, dal 3 giugno al 30 luglio 2022.
La Contemporanea Galleria d'Arte di Foggia, dal 3 giugno al 30 luglio 2022, sarà lieta di ospitare una mostra dedicata a Pierluigi Pusole, artista fra i più originali della pittura italiana contemporanea.
A cura di Sara Maffei.
Nato ed attivo a Torino, comincia ad esporre negli anni Ottanta presso importanti gallerie, fra cui la Galleria Guido Carbone di Torino, la Dumont Kunsthalle di Colonia, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Galleria d'Arte Moderna di Bologna, la Galleria Michael Schultz di Berlino e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di San Marino. Partecipa alla Biennale di Venezia del 1991 e prende parte ad importanti rassegne collettive quali Il Cangiante, Anni Novanta, Dodici pittori italiani, Cambio di guardia, Ultime generazioni e Antologia. Dal 2000 si dedica al progetto “Io sono Dio”, culminato nel recente “Experiments”, grandi cicli pittorici in cui mette in atto una personalissima ricerca formale dove la materia pittorica, frutto di un gesto veloce su carta bagnata, attinge a conoscenze scientifiche e assunti filosofici.
Come suggerisce Gianni Romano, Pierluigi Pusole può essere definito un romantico che crede nella logica, il cui sguardo razionale è il principio ordinatore che gli permette di riorganizzare una realtà altra, diversa da quella che siamo abituati a vivere. Fautore di un linguaggio artistico che, nel corso del tempo, compie svolte improvvise, negli anni Novanta è uno dei maggiori interpreti della giovane figurazione italiana ed accoglie la serialità della Pop Art, attraverso cui mira ad azzerare il peso della storia e dei suoi limiti formali. In seguito, abbandona la figurazione, comprendendo che quest'ultima è una trappola formale che consente di esprimere sicurezza e talento ma che conduce inevitabilmente ad un percorso prevedibile, dunque chiuso. Alla stregua di un demiurgo, l'artista-creatore inventa così una pittura nuova, da lui definita “antinaturale”, in grado di suggerire significati importanti e nascosti e con la quale rifonda il mondo, partendo dal paesaggio in quanto sistema formale complesso. Ne deriva un'arte pregnante di spirito riflessivo, orchestrata su diversi piani di lettura e dotata di una propria funzione creatrice che sfida la natura, ricreandola.
Intitolata “Serie L” ed appartenente all'ampio ciclo “Io sono Dio”, la mostra si compone di circa quindici opere di grande formato caratterizzate da una pittura di impronta fauvista, il cui gesto determina la perdita di controllo sull’esito finale, subendo il fascino dell’imprevedibilità.
Con pennellate espressioniste ed una gamma cromatica acida, non rappresenta la realtà per come appare, ossia intesa come semplice imitazione, bensì per come la sente, trasformandola in colore. Prendendo le distanze da tinte veritiere e compiendo scelte cromatiche divergenti dal mondo reale, Pusole rifiuta la somiglianza cromatica oggettiva, assolvendo il colore da ogni servitù e da ogni relazione con corpi e oggetti. Il paesaggio, declinato nelle diverse sfumature del verde, del rosso e del blu, è essenziale ed esistenziale al tempo stesso: è spoglio e fa parlare l'assenza o talvolta la presenza di anonime esistenze che, simili ad anime in compagnia della propria ombra, portano con sé il peso di un dubbio.
L'architettura sacra della natura - fatta di montagne, alberi, fitti boschi rocciosi e ambienti lacustri - si fa chiave interpretativa della percezione del tempo e dello spazio. Attore protagonista dei paesaggi di Pusole è il vuoto, quel luogo in cui si muovono tempo e moti stagionali, che funge da catalizzatore di emozioni, sensazioni di attesa e mistero. Non inteso come negazione del pieno, ma come entità di per sé esistente, il vuoto può calmare ed inquietare, attivare la coscienza, dare la possibilità di ritrovare sé stessi. Diviene quello spazio, potenziale e creatore, da cui tutto ha origine e verso cui tutto si dirige, racchiude in sé l'unità dell'esistente ed è sinonimo di infinita ricchezza di possibilità, di massima apertura e libertà. Questo vuoto, espresso in suggestioni pittoriche oblique e affrettate, attiva il tempo dell'osservazione, stimola la riflessione e la forza indagatrice del nostro presente, circa ciò che siamo ed il mondo da cui proveniamo.
La totalità paesaggistica di Madre Natura esprime la propria forza spirituale grazie all'azione del Dio splendente Phanes, ossia della Luce, che permea il quadro naturale di pennellate vibranti simili a benedizioni orfiche (da Orfeo, colui che guarisce mediante la luce). Si tratta di una luce rivelatrice di verità, nel suo svelare il mondo interiore tramite la rappresentazione di quello naturale. È in questo modo che la natura di Pusole, entro la quale dimora l'enigma, dettagli accennati, interpretazioni da compiere, incontra il Simbolismo, ossia l'andare oltre ciò che si vede, ricreando la dimensione del mistero, richiedendo un chiarimento, spronando alla riflessione. Il paesaggio naturale si rivela dunque un'identificazione inconscia di un paesaggio interiore, entro cui l'uomo cerca il suo senso o il suo non senso, facendosi locuzione cartesiana del cogito ergo sum. Pertanto, è lo spirito di coscienza a donare un significato al mondo e all'esistenza, reso possibile grazie all’arte. E l'assenza, come nelle migliori pellicole di Antonioni, diviene presenza di senso, di pensiero e di un carico esistenziale pieno di dubbi e consapevolezze, riempiendo lo spazio vuoto. Così, per dirla con le parole contenute nel Daodejing «ciò che è vuoto diventa pieno…» in quanto significativo e portatore di un significato che va oltre il visibile.
Contemporanea Galleria d'Arte
Foggia | viale Michelangelo, 65
Orari
dal lunedì al sabato dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle ore 17:00 alle 20:00
Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.