«È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all'impatto. In linea generale, a chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti». Con questa dichiarazione la Protezione Civile spiega il fenomeno che si potrebbe verificare e consiglia su come comportarsi.
Si tratta, nel merito, agli ipotetici scenari causati dal rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B”, il razzo orientale che sta tenendo col fiato sospeso gli scienziati occidentali europei e le popolazioni dei paesi che potrebbero essere interessate dai suoi frammenti.
Difatti, ieri 07 maggio 2021, presso il Comitato operativo della Protezione Civile, si è tenuto un incontro per poter condividere tutte le informazioni con le strutture operative e i territori potenzialmente coinvolti.
Il rientro sulla Terra, di quello che rimarrà del razzo, secondo le stime della Protezione Civile è fissato per le ore 2.24 ore locali del 9 maggio 2021, con una finestra temporale di incertezza di ± 6 ore. All'interno di questo arco temporale sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l'Italia che, in totale, interessano porzioni di nove regioni del centro-sud, ovvero Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
La Protezione Civile, inoltre, fa sapere che le previsioni di rientro saranno continuamente aggiornate perché direttamente legate al comportamento del vettore spaziale stesso e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, e a quelli legati all'attività solare.
«È poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti» fa sapere la Protezione Civile, consigliando in via del tutto precauzionale di stare lontani dalle finestre e porte vetrate. I frammenti impattando sui tetti degli edifici –prosegue la Protezione Civile- potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici. All'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti. È poco probabile –rassicura la Protezione Civile sulle basi delle informazioni della comunità scientifica- che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all'impatto. Pertanto in linea generale, a chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti».