Vieste. Parcheggio auto anziché parco giochi? Replica al Sindaco Nobiletti dall’Avvocato della famiglia che gestisce il parco

Giorni concitati quelli trascorsi a Vieste tra il Comune, per mano del Sindaco Giuseppe Nobiletti, e la famiglia che gestisce il parco giochi. Le voci, del resto riportate dagli organi di stampa, che dicevano di “…utilizzato come parcheggio …. abusivamente da gente del luogo… ”, voci formalizzate dallo stesso sindaco pubblicate sulla sua pagina facebook ("FACCIAMO CHIAREZZA SUL PARCO GIOCHI"), hanno reso irascibile chi da anni si occupa di quell’area, tanto da smuovere i legali per una replica, diritto dovuto e di seguito riportata. L’Avv. Gianni Cerisano, che difende la famiglia suddetta, la Quinto (cognome scritto dall’Avvocato stesso), scrive alle redazioni, dichiarando che il Sindaco Nobiletti ha detto il falso, descrivendo cronologicamente “la vera storia del parco giochi di Vieste”.

Di seguito la Lettera di Replica

«Le dichiarazioni del Sindaco Nobiletti apparse su organi di stampa e sui social, ed inerenti il parco giochi di proprietà della famiglia Quinto in Vieste, sono del tutto fuorvianti ed inesatte e meritano una replica al fine di ristabilire la verità dei fatti.
Occorre innanzi tutto rilevare che il terreno sul quale la famiglia Quinto ha realizzato da oltre trent’anni il parco giochi non appartiene al Comune di Vieste, il quale pertanto non ha alcun diritto di reclamarne la proprietà, né l’uso pubblico.
Detto terreno fa parte di un più vasto complesso di suoli che, fino a due mesi addietro, risultavano in catasto di proprietà privata e sostanzialmente abbandonati dai rispettivi proprietari.
Tant’è che i sigg.ri Quinto hanno in corso un giudizio per far dichiarare l’acquisto per usucapione dell’area da loro occupata da oltre trent’anni; come del resto hanno già fatto e concluso altri proprietari confinanti.
Solo recentemente, attraverso una voltura catastale effettuata nel giugno 2020, si è appreso che il demanio dello Stato, oltre 56 anni addietro, ebbe ad espropriare quei terreni per realizzare un programma edilizio che però non venne mai posto in essere.
In particolare il decreto di esproprio, fino a quel momento sconosciuto, non venne mai di fatto eseguito e pertanto tutti quei terreni, pur formalmente acquisiti alla proprietà del demanio, restarono nella disponibilità di chi li occupava.
Né il demanio si è mai preoccupato della sorte di quei terreni; tant’è che il primo e più grande occupatore abusivo di detti fondi è stato proprio il Comune di Vieste, il quale sugli stessi ha realizzato, senza alcun titolo, e senza acquisirli da nessuno o pagare indennità di esproprio, strade, parcheggi, scuole, ecc.
Pertanto, la famiglia Quinto occupa quell’area esattamente con gli stessi titoli e diritti con i quali il comune di Vieste occupa i restanti terreni all’epoca espropriati dal demanio.
Per sanare tale situazione di occupazione senza titolo, il Comune ha chiesto al demanio di acquistare detti terreni, che pertanto sono stati riconosciuti cedibili e non utilizzati per gli scopi demaniali, e quindi perfettamente usucapibili, offrendo in cambio un immobile di proprietà comunale attualmente adibito a sede della polizia di stato.
A tale fine è stata adottata la delibera di consiglio comunale n. 10 del 12/05/2020, pubblicata sul sito istituzionale dell’ente dal 21/05/2020.
Si tratta peraltro di un’operazione di permuta vietata dal regolamento comunale sulla cessione degli immobili, condotta in spregio delle più elementari regole di trasparenza e di pubblicità, e con la quale si è deciso di cedere un immobile comunale, fonte di reddito, senza porlo preventivamente sul mercato per verificare che non vi fossero offerte migliorative.
Senonché il comune di Vieste non ha mai dato notizia ai sigg.ri Quinto di detta iniziativa di compravendita, la quale avrebbe interessato anche l’area attualmente occupata dal parco giochi; semplicemente i signori Quinto sono stati del tutto ignorati, così come la loro attività trentennale. E i sig.ri Quinto hanno quindi presentato ricorso al Tar Puglia contro quella improvvida ed illegittima deliberazione che li avrebbe esclusi e danneggiati.
Certo, la presenza dei sigg.ri Quinto su quel suolo, e la causa di usucapione in corso, avrebbero posto in serio pericolo l’operazione di permuta con il demanio; sicché cosa si inventa il sindaco per risolvere per le vie brevi la situazione?
Emanare in pieno agosto, senza alcun preavviso, e senza alcun potere (sarebbe spettato al dirigente), un’ordinanza di rimozione immediata, entro 24 ore (!), dei cancelli del parco giochi che erano li da oltre trent’anni, sul presupposto che essi ostruissero il passaggio lungo la fantomatica “Via Salandra”, definita pomposamente “un’arteria stradale comunale”, ma che in effetti non è mai esistita coma strada ricadendo all’interno dell’area recintata del parco giochi.
Atto violento ed illegittimo, per il quale a carico del sindaco pende anche una denuncia penale per abuso d’ufficio, eseguito di forza e con violenza il giorno dopo (!) la sua emissione. Efficienza degna di migliori scopi.
Ma il sindaco non si è limitato alla rimozione forzata dei cancelli.
Avendo deciso che la famiglia Quinto non dovesse proseguire la propria attività, ha anche revocato dopo qualche giorno, e sempre senza preavviso, la scia in forza della quale venivano gestiti gli impianti del parco giochi.
In pratica, per affermare che l’attività dei Quinto era abusiva, il sindaco ha revocato il provvedimento autorizzativo !
Probabilmente a breve, con la stessa logica, assisteremo alla revoca anche dell’autorizzazione edilizia con la quale è stato realizzato il chiosco bar, così che il sindaco potrà affermare che ogni attività dei sigg.ri Quinto è abusiva.
Infine, lo stesso sindaco, evidentemente per fronteggiare il giusto risentimento dei molti cittadini viestani che non accettano questo modo di fare e che sono affezionati all’area del parco giochi nel quale hanno trascorso la loro infanzia, ha ritenuto di attivare una campagna mediatica di disinformazione, rivendicando il potere dovere dell’amministrazione di ripristinare la legalità, senza specificare in che cosa sarebbe stata violata da parte dei Quinto (qualcuno riferisca al sindaco che l’acquisto per usucapione è previsto da qualche millennio e risale al diritto romano), e insinuando, del tutto falsamente, che i Quinto avrebbero in animo di realizzare addirittura una casa su detto terreno.
Affermazione grave da parte di un sindaco, il quale dovrebbe sapere che le possibilità di edificazione dipendono dal piano regolatore e non dalla volontà del proprietario del terreno; ma si sa che spararle grosse, cercando di confondere la gente, spesso paga.
La verità è che la famiglia Quinto vuole semplicemente continuare a lavorare e gestire il suo parco giochi, e che invece, grazie alle violenti ed illegittime iniziative comunali, con le quali il parco giochi è stato chiuso, è stata privata dei propri mezzi di sostentamento in piena stagione estiva e in questo particolare e grave periodo economico».

Avv. Gianni Cerisano

FOCUS
- Vieste. Parcheggio auto anziché parco giochi? Il Sindaco Nobiletti smentisce e chiarisce

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