Omaggiato il Procuratore Gratteri. [VIDEO] A Vieste Donato Taronna gli dona la statuetta di San Michele Arcangelo

Sempre nell’interesse di Monte Sant’Angelo. Donato Taronna, Maestro Panificatore, ha consegnato al Procuratore Nicola Gratteri la statuetta di San Michele Arcangelo, quella rappresentata nella Santa Grotta dell’Arcangelo, patrimonio UNESCO.

La consegna è avvenuta a Vieste, durante la presentazione del libro del procuratore di Catanzaro, davanti le più alte cariche istituzionali locali, con il benvenuto del sindaco Giuseppe Nobiletti.

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«Mi son sentito molto onorato nel conoscere di persona il procuratore Gratteri, persona impegnata nella lotta contro la criminalità e in particolare contro le mafie –ha esordito Donato Taronna-. Un uomo che della legalità ne ha fatto davvero un modo di vivere, di comunicare, di fare, di decidere, di porsi in gioco in prima linea pur sapendo che ogni giorno rischia la vita e quella dei suoi collaboratori e della scorta. Ho voluto –ha proseguito il Maestro Panificatore- omaggiare quest’uomo, umile, del dono più bello che una città potesse fare, la statuetta di San Michele Arcangelo, quella rappresentata nella Santa Grotta dell’Arcangelo, patrimonio UNESCO. Un dono fatto col cuore, che rappresenta la filosofia di vita di noi Montanari, un riferimento, un punto di arrivo per tanti pellegrini che poi riprendono il cammino verso altre mete, ma che a Monte Sant’Angelo si fermano per pregare il custode e il difensore della verità, perciò della legalità. Monte –ha concluso Donato Taronna- merita questo e altro e una continua promozione nel nome del buon vivere».

Donato Taronna, nel commentare il dono fatto al dott. Gratteri era visibilmente commosso, sia per la grandezza dell’uomo che gli era al fianco, sia per il messaggio conferito con l’omaggio.

Durante la serata e mentre commentava il suo libro, il procuratore Nicola Gratteri ha voluto dir la sua sull’attuale situazione mafiosa che attanaglia la provincia di Foggia. «Debellarla è una parolona. Per arginare le mafie necessita una ricetta di breve periodo con un sistema giudiziario diverso proporzionato alla realtà criminale, di lungo periodo investendo nell’istruzione e nella cultura».

Una ricetta che sta prendendo forma in alcune realtà italiane, piuttosto che in altre dove, purtroppo, come ha precisato Gratteri: «La parola mafia è scomparsa dal dibattito politico. Nessun rappresentante del Parlamento, del Governo utilizza il termine mafia, e quello che più preoccupa è che nessuno fa niente per contrastare le mafie….  …urge creare un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale. Bisogna fare tante modifiche fino a quando non conveniente delinquere, non un approccio morale ed etico, ma di convenienza… …È tempo di dare un nome a questa organizzazione criminale di Capitanata».

Dalla Redazione

Con tutto il rispetto sig. procuratore, se con “quarta mafia” si identifica quella odierna presente in provincia di Foggia e come ha detto giustamente Lei quel nome è da attribuirsi alla ormai scardinata “sacra corona unita" (mentre in TV continuano erroneamente a pronunciarla per mero fine di share) in Capitanata la mafia un nome ce l’ha: la “società” foggiana, apicale con le altre delle varie aree, quelle garganiche e dell’Alto Tavoliere. Un nome c’è!

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