Monte piange il suo già Comandante della Municipale, Matteo Piemontese. Un vuoto colmo di istituzionale senso del dovere

La notizia è circolata nella serata del 02 agosto 2022, facendo il giro su facebook, e subito ha destato sconforto, dolore, riportando alla memoria ricordi che oggi sarebbero, se eseguiti, un toccasana per la sua comunità.

L’ex Comandante degli allora Vigili Urbani, poi Polizia Municipale, Matteo Piemontese, classe 1936, non c’è più. Miglior vita l’ha chiamato, lasciando un vuoto incolmabile affettivo, amicale e istituzionalmente esemplare. Una morte inaspettata, per alcuni versi anche tragica con una scelta coraggiosa che desta stupore e allo stesso tempo fa riflettere quanti lo hanno conosciuto e condiviso anni di amicizia. Ai funerali con il picchetto d’onore c’era un bagno di folla che lo ha voluto salutare, e con esso le rappresentanze istituzionali e quelle politiche comunali, maggioranza e opposizione.

Per anni, fino al 2003, è stato a capo del Corpo dei Vigili Urbani poi Polizia Municipale, ora Polizia Locale. Ma sarebbe cambiato poco, se da Vigile e poi Municipale fosse passato a Locale, età permettendo, in un Corpo che nel suo lavoro è il principale punto di riferimento di sicurezza urbana. Lo stabilisce la legge regionale pugliese del 14 dicembre 2011, n° 37, cui affida a ogni agente il compito e responsabilità di polizia giudiziaria e amministrativa, di polizia stradale e di pubblica sicurezza, di quella edilizia e ambientale, di polizia commerciale e per la tutela del consumatore, finanche costiera, montana, mineraria, e tante altre. E il Comandante Matteo Piemontese, da quanto si legge e si ascolta, ha adempiuto senza batter ciglio e con alto senso e azione di responsabilità a tutti questi doveri, seppur antecedenti alla legge. Sono gli stessi Montanari che lo documentano, ovviamente quelli che lo hanno conosciuto nell’adempimento del suo servizio pubblico. Ma in privato era identico. Perciò, una persona tutta d’un pezzo e coerente, mettendo da parte i suoi ideali per il bene comune e quello istituzionale.

Matteo Piemontese è ricordato nel bene da molti suoi concittadini, chi ci ha lavorato gomito a gomito, chi lo ha avuto come capo, chi lo ha “subito” come Vigile, chi lo ha poi conosciuto dopo il pensionamento.

L’Amministrazione comunale, dovutamente anche se solo su una pagina facebook (meglio sarebbe stato sul sito istituzionale del Comune), lo ha ricordato con una nota del Presidente del Consiglio, dott. Michele Ciuffreda (detto Chichino): «Ieri è venuto a mancare Matteo Piemontese, ex Comandante della Polizia Municipale di Monte Sant’Angelo. Grande è lo sgomento di tutti coloro che lo hanno conosciuto. Matteo Piemontese è stato un Comandante sempre disponibile al dialogo, aperto al confronto e all’ascolto, vicino alla gente, che ha dedicato la sua intera vita professionale al nostro Ente. È stato esempio per quanti hanno scelto di indossare una divisa a servizio del Comune ed è stato punto di riferimento per tutti gli amministratori che negli anni si sono succeduti a Palazzo di Città, sia durante il suo servizio che dopo. Il Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo, il corpo di Polizia Municipale, esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia, sapendo che, con la morte di Matteo Monte Sant’Angelo ha perso un figlio che tanto ha dato».

Atto dovuto che rispecchia la persona qual era Matteo Piemontese, cui il dott. Donato Troiano, ex Sindaco di Monte e uno dei suoi stretti collaboratori vorrebbe che il Comune intitolasse la locale stazione della Polizia Municipale. «Nell'interpretare il sincero e profondo sentimento della popolazione montanara di gratitudine verso il Comandante Matteo Piemontese –si legge nella nota di Troiano-, propongo ai miei colleghi Sindaci Emeriti (Andrea Ciliberti, Michele D'Arienzo, Antonio di Iasio, Antonio Nigri, Antonio Rinaldi, Giuseppe Totaro, Rosario Trufini, Luigi Vergura) di chiedere, tutti assieme, al Consiglio Comunale di intitolare i locali della Polizia Municipale di Monte Sant’Angelo al Comandante Matteo Piemontese per riconosciuti meriti di servizio».

Una richiesta, quella di Troiano, in simbiosi con la sua esperienza lavorativa quand’era Sindaco, che da amico lo ricorda così: «La nostra Comunità ha perso una persona eccezionale, dotata di una profondissima umanità. Il nostro Comandante dei Vigili Urbani, che tutti i Montanari hanno apprezzato per la sua competenza e per la sua apertura in primo luogo verso i più deboli. Il nostro Comandante era onesto, sincero, generosamente immerso nel suo impegno pubblico al fianco dei suoi collaboratori, che ha saputo guidare sempre con saggezza e riconosciuta efficacia. Fu leale collaboratore di tutti gli Amministratori comunali, sempre pronto a suggerire soluzioni ai problemi della Comunità. Era il nostro Comandante! Il mio Comandante dei Vigili Urbani! Carissimo Matteo, abbiamo lavorato insieme per tanti anni con l'obiettivo di fare sempre il bene della nostra Comunità. Il tuo lavoro altamente professionale, in molte circostanze, ha reso anche più agevole il mio ruolo di Sindaco. GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! Mi mancherai tanto. Mancherai a tuti noi. Riposa in pace, in un abbraccio eterno con la tua amata consorte e con tuo figlio Michele, prematuramente scomparso».

Un atto d’amore e virtù verso chi senza alcun pretesa ha messo a disposizione la sua persona, le sue competenze, anche il suo privato a disposizione della comunità.

Ma c’è una persona che possa davvero disegnare cromaticamente, con tutte le sfumature del caso, chi era Matteo Piemontese. È il decano del Comune di Monte Sant’Angelo, il dirigente Mimmo Rignanese, che con comprovata commozione e fraterna amicizia lo ricorda così: « Matteo Piemontese è stato per me il primo soggetto pubblico dipendente del Comune di Monte che mi ha accolto e poi indottrinato. Con lui abbiamo collaborato a tutti i livelli, per quasi 20 anni, fino a quando è andato in pensione. Matteo era una persona discreta, perbene, delle istituzioni. Posso tranquillamente dire che è stato il mio punto di riferimento in tutto e per tutto, anche molte volte nel privato poiché per alcune questioni familiari è stato disponibilissimo, e con molta franchezza e chiarezza è stato il risolutore di diversi miei problemi personali e del Comune. Come tutti sanno ho un passato da sindacalista e Matteo Piemontese è stato chi mi ha incoraggiato insieme a quei più di venti giovani che al tempo si apprestavano a lavorare in Comune. E come si può ben comprendere quando arrivano una ventata di circa 25 giovani in un ente le resistenze sono notevoli, specie se appartengono a un sindacato. L'unico che si è reso fin da subito disponibile e che ha lottato anche contro i suoi stessi colleghi è stato il buon caro amico Matteo. Alla luce di questi miei ricordi, con un Matteo che era più di un amico, sono amareggiato per come è finita la sua vita. Mi sento finanche in colpa per non aver dato ciò che poteva far bene in un momento che doveva essere aiutato. Lui era sempre una persona che non chiedeva nulla a nessuno. Era una persona molto dignitosa e riservata, ma sempre a disposizione di tutti, senza alcun chiedere. Matteo in questo ultimo periodo aveva bisogno dell'aiuto di tutti e nessuno ci ha pensato. I problemi che negli anni lo hanno tormentato, non son stati ben compresi da noi. Prima per lo stato di salute della moglie e la dipartita della stessa, poi quella improvvisa del figlio, sportivo a tutto tondo, lo hanno chiuso in se stesso e noi abbiamo fatto ben poco. Era sempre disponibile tant'è che con la sua Alfasud di color grigio, poi comprata da me e mi fece molto piacere, si faceva carico di accompagnare concittadini per far cure mediche fuori Monte e senza pretendere nulla, a sue spese. Negli anni della quiescenza ha avuto vicino i familiari, la nuora, i nipoti, noi amici, ma ultimamente, e forse per nostre vicissitudini, sembrava esser più solo. E ciò non riesco a perdonarmelo da amico fraterno quale ero e che lui mi riteneva. Matteo era un uomo politicamente di sinistra ma mai ha anteposto la sua ideologia ai doveri istituzionali, non lo ha mai fatto. Anzi ha insegnato a me e chi era in Comune a essere un uomo delle istituzioni senza colori, perché è così che si amministra un ente, una città, un territorio. Con ciò credo, anzi ne sono certissimo, che Matteo Piemontese non ha mai utilizzato il suo ruolo per favorire qualcuno o qualcosa, far dispetti e altro. È stato sempre imparziale e sempre con il sorriso sul volto, che vuol dir molto, rasserenando chiunque si rivolgesse a lui. Matteo Piemontese mancherà a tutti perché era di tutti e si prodigava per tutti».

Tra le persone che lo ricordano come amico e indefesso lavoratore per il Comune, stacanovisticamente a disposizione di tutti, è quello il dott. Giovanni Ciliberti, già Vice-Sindaco, quando era in servizio Matteo Piemontese. Il suo esprime non solo quanto finora detto e scritto, bensì il lato istituzionale nelle funzioni del suo dovere. Una cronologia di eventi che andrebbero scolpiti nella pietra per generazioni e per quelli che svolgono la funzione di Polizia Locale e per quelli che si accingono a farla, oltre per chi amministra.

«Caro Comandante –scrive Ciliberti-, lo avevo sempre ammirato per il suo instancabile impegno nel gestire il corpo dei Vigili Urbani di Monte e per i suoi rapporti di collaborazione con il Sindaco. Matteo era di sinistra ed io pensai alla grande fortuna che era capitata al Sindaco Troiano di avere quell'uomo al suo fianco. Poi dopo una quindicina di anni venni eletto Vice-Sindaco. Ci eravamo dati il compito di riequilibrare il bilancio comunale ed io volevo anche valorizzare il territorio del nostro entroterra. Assieme a lui riducemmo il numero dei Vigili in servizio in città, distaccandone uno per la frazione di Macchia e quattro per il servizio nei boschi e per le martellate. Queste scelte comportarono un abnorme incremento del lavoro di tutti i Vigili Urbani specie dopo che non vennero sostituite le quattro unità che andarono in pensione. Ricordo che appena arrivavo sul Comune mi aggiornava sulle novità, sulle cose in sospeso e sugli accertamenti dei passi carrabili e delle superficie dichiarate per la tassa della nettezza urbana. Era un lavoro che faceva da solo e che portò alla scoperta di centinaia di dichiarazioni non veritiere e di oltre cinquecento passi carrabili non dichiarati. Sin dal primo giorno capii che era un uomo al servizio delle istituzioni e fedelissimo di ogni Amministrazione e che le sue idee politiche erano una cosa esclusivamente personale. Noi tutti, oggi, abbiamo perso un amico, la città invece ha acquisito nella sua storia futura, un esempio di servitore instancabile, affidabile e capace, un uomo al di sopra delle parti. Grazie, caro Comandante».

Molte son state le dimostranze di cordoglio, istituzionali, pubbliche, private e di moltissimi cittadini, che anche con un semplice R.I.P. hanno voluto indelebilmente ricordare il loro cordoglio.

Resta un vuoto di una persona, di una vita che non c’è più, strappata drammaticamente a un territorio che doveva comprendere cosa gli stava accadendo. Resta un vuoto colmo di istituzionale senso del dovere e soprattutto di un esempio che difficilmente sarà uguagliato. Son i tempi che corrono, diversi da quelli trascorsi ma che potrebbero ritornare se tutti lo volessimo, come potrebbe prender corpo l’iniziativa di intitolargli i locali della Polizia Locale di Monte Sant’Angelo per riconosciuti meriti di servizio.

Sindaco Pierpaolo d’Arienzo, ci pensi!

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