Corrado Augias propone alle due “Italie” il “patto dell'oblio”. Le riflessioni del M24A-ET

A cura di:
- Matteo Notarangelo, Sociologo counselor professionale, Commissione Nazionale Storia Movimento24agosto Equità Territoriale
- Pasquale Biscari, Medico anestesista, Commissione Nazionale Sanità Movimento24agosto Equità Territoriale

«Dimenticare tutto: è il tempo di un “patto del silenzio”.
Se ricordare troppo riapre ferite antiche, non sempre diventa possibile affidare all'oblio una storia ferita come quella Meridionale.
Il giornalista, scrittore, conduttore televisivo ed ex politico italiano, Corrado Augias, in una sua trasmissione televisiva ha affermato: “Noi sappiamo che in questo Paese abbiamo una secolare questione meridionale, che non è stata mai risolta, neanche a livello concettuale, forse sarebbe bene che venisse accantonata come memoria per guardare solo all'avvenire. L'elogio della memoria va bene, ma in certi casi bisognerebbe anche fare l'elogio dell'oblio”.
Cosi facendo, secondo il conduttore televisivo, la dimenticanza dovrebbe diventare parte della memoria.
Corrado Augias, come l'ateniese Trasibulo alla fine del V secolo a. C., propone un “patto dell'oblio”, che impedisca di “rinvangare il passato”, anche a quei cittadini che avrebbero tutte le ragioni per riscrivere il “romanzo storico nazionale”, dettato dalle classi dirigenti del Nord.
Il patto del democratico Trasibulo però – scrive Paolo Mieli - non chiariva quali eventuali sanzioni fossero previste per chi lo avesse violato.
I governi unitari italiani quante volte avrebbero violato "il patto dell'oblio" se, ancora tutt'oggi, si appropriano di tantissime miliardi di euro del Sud? Occorre l'oblio per scongiurare vecchie e nuove disgrazie della Storia?
Allora, cosa bisogna fare?
Per il Movimento 24 Agosto Equità Territoriale, ricordare gli sfaceli di una classe dirigente colonizzatrice, non è “un eccesso di memoria” è, invece, far conoscere alle nuove generazioni le odierne condizioni esistenziali della gente delle due “Italie” e le ragioni storiche della diaspora di oltre due milioni di giovani meridionali, che, in quest'ultimi anni, hanno lasciato la propria terra, a causa della povertà pianificata del Sud.
Il “patto dell'oblio”, auspicato da Corrado Augias, potrebbe essere un ambizioso progetto mediatico, importante quanto necessario, per aprire una plurale riflessione sulla “questione settentrionale”, per raccontare, con la voce di grandi studiosi, la vera storia del Sud e farlo attraverso i passaggi storici, le ragioni, i protagonisti palesi e occulti, i mezzi e gli strumenti che hanno portato la terra del Mezzogiorno dal grande splendore del passato alle difficoltà cui oggi deve far fronte.
Il Movimento politico, pertanto, se pur aperto al confronto, non può accettare “ patti della dimenticanza”.
Anche se la “Questione Meridionale” è un problema irrisolto, il Movimento24agostoEquitàTerritoriale non invoca lotte sanguinose e sacrifici umani.
Il suo agire politico resta quello di Ghandi e di Mandela: la non violenza e il confronto dialettico per raggiungere l'equità territoriale tra i popoli del mondo.
Con questa visione politico-culturale, pacifista e non violenta, il Movimento vuole riannodare il filo della storia, tagliato nel 1860, rievocando il pensiero dell'avellinese Guido Dorso, consapevole che le ragioni del mancato sviluppo del Sud è, anche, l'ignoranza delle profonde ragioni storiche e politiche, accettate e propagandate dalle classi politiche dirigenti e da una scuola ideologica e negazionista.
Guido Dorso lo ha detto e scritto in modo chiaro: “Solo quando questa ignoranza sarà scomparsa così nei politici meridionali, decisi a rivendicare, nei confronti di altre regioni italiane, le profonde ragioni di giustizia che costituiscono il complesso della questione meridionale, come nei politici settentrionali, finalmente convinti di distruggere i privilegi di alcuni ceti delle loro regioni, sarà creato il clima politico adatto per la distruzione dell'Italia storica, e per la creazione ideale sognata negli albori del Risorgimento”.
Ragioni storiche che fanno del Mezzogiorno la "vittima" di un "carnefice", venuto dal Nord, indisponibile a stringere un "patto della dimenticanza" per non perdere i suoi molteplici privilegi.
Ancora oggi, la storia del Sud viene narrata alle nuove generazioni come un fantastico racconto epico, che sfociò nel mito dell'Unità d'Italia.
Corrado Augias conosce nei particolari le ragioni politiche ed economiche dell'invasione del Regno delle Due Sicilie e dell'odierno impoverimento del Sud, anche se rende comprensibile di non voler “discutere la verosimiglianza di questa tesi”.
Allora, perché i governi unitari italiani indicono giornate della memoria sulla resistenza partigiana, sull'olocausto, sulle foibe e tant'altro e lasciano "proporre" il "patto dell'oblio" per dimenticare il saccheggio del Sud?
E' risaputo, l'unificazione dell'Italia è stata una guerra di conquista condotta dal Piemonte contro i popoli degli stati sovrani del Centro – Sud. “Fu genocidio: centinaia di migliaia di italiani del Sud uccisi, incarcerati, deportati, torturati, derubati”.
Sono queste le parole di Pino Aprile, che diventano pietre per le donne e gli uomini di oggi. Vocaboli che si trasformano in proiettili con la lucida e documentata ricerca di Marco Esposito. “Nel Mezzogiorno prima sono sparite le banche, poi le grandi aziende, quindi si è tagliato su strutture sanitarie, autobus, treni e sono diventate a rischio scuole e università. Si è arrivati a raccogliere tasse al Sud per investirle nel Nord. In compenso abbiamo i veleni degli scarichi industriali".
Per quanto tempo il popolo del Sud sarà disposto a sopportare?
Scriveva Giustino Fortunato: “L’unità d'Italia è stata la nostra rovina economica”.
E ancora, Antonio Gramsci, in un suo articolo pubblicato sul giornale Ordine nuovo, affermava: “Lo Stato italiano è stata una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, e seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare chiamandoli briganti”.
Dare per vero il retaggio dei miti risorgimentali proteggendoli con "patti dell'oblio" è, quindi, la condizione determinante dell'ulteriore controllo-dominio politico, sociale e culturale della gente del Meridione.
Tenere all'oscuro, con o senza "patti della dimenticanza", le popolazioni, di ieri e di oggi, della violenza portata ai popoli del Sud è stato, ed è, il cardine, la prassi del sistema di governo unitario dal 1861 a oggi.
Nel 1912, il Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia, Giovanni Giolitti, raccomandava “molta prudenza nell'aprire gli archivi del Risorgimento, perché non è bene sfatare leggende che sono belle”.
Quella falsa e bella leggenda, purtroppo, è viva nelle scuole e nelle università e nutre la cultura politica e la pratica di governo con il federalismo fiscale, fine supremo dell'autonomia differenziata, chiesto dal Veneto, dalla Lombardia e dall'Emilia-Romagna.
A Sud, non hanno dubbio: la questione meridionale nacque con il saccheggio del Mezzogiorno e le sue popolazioni non erano “povere, arretrate e oppresse e molto indietro a quelle del Nord”.
L'annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte fu invasione, “conquista regia”, “riduzione a colonia interna.
Carlo Brombini, amico di Cavour, disse che i Meridionali non dovranno più essere in grado di intraprendere. Quest' uomo era proprietario dell'Ansaldo (Piemonte) e fece in modo che le concorrenti Pietrasa (Calabria), oltre 1000 addetti prima dell'Unificazione, e Mongiana (Calabria) con 950 addetti, fallissero .
Sono queste ragioni che inducono i figli del Sud a urlare di non affidare all'oblio 160 anni di colonialismo subito, ora che la mannaia dei soprusi sta per abbattersi sulle risorse economiche europee da destinare al Sud con Recovery Fund.
Per chi continua a vivere i disastri della mancata equità territoriale, pianificati dal partito unico del nord, il “patto dell'oblio”, invocato da Corrado Augias, non è il modo per correggere la storia della “mala unità” italiana».

Read 670 times Last modified on Venerdì, 21 Agosto 2020 13:37
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