Giorgione: «Pianificare subito una "normalizzazione" del settore della Sanità privata»

Messaggio politico autogestito dal committente come disciplinato dal Corecom Puglia.

Aumenti, contratti di lavoro non rinnovati da oltre un decennio...

Tutte condizioni che purtroppo incidono drammaticamente sulla qualità dell’assistenza erogata, perché l’imprenditore non ha più margine d’investimento in nuove, più efficaci ed efficienti tecnologie innovative; per premiare il personale e garantirgli una più adeguata e specialistica formazione e aggiornamento professionale. Addirittura, non ha margine per adeguarsi a tutte le ultime prescrizioni per fronteggiare adeguatamente la pandemia Covi-19.

Le tariffe di remunerazione che in molti casi in Puglia sono ferme a 14 anni fa perché dopo il DM 15 aprile 1994, poi abrogato, nulla è più stato fatto per consentire alle regioni l’adeguamento automatico delle stesse che spesso, comunque, non vengono determinate tenendo conto di tutti i reali costi di “produzione” e soprattutto dei periodici rinnovi contrattuali del personale che, per questo, le associazioni datoriali non sottoscrivono. Insomma, il cane che si mode la coda … E a pagarne le conseguenze sono sempre i più deboli: l’utenza e i lavoratori.

Nel frattempo, il Governo, la Conferenza Stato-regioni, emanano giustamente nuove e più stringenti normative di adeguamento ai requisiti di accreditamento con evidenti più oneri per le strutture che sono spesso costrette, a tutela della sicurezza degli utenti e dei lavoratori, a ingenti investimenti in termini di adeguamento strutturale, ma anche organizzativo.

Poi, come se non bastasse, arriva pure la pandemia e al danno del mancato fatturato, si aggiunge la beffa: aumento notevole degli oneri di gestione: costi fissi, costi dei DPI …

Come è evidente, tutto e sempre a discapito dei fruitori dei servizi e di chi li eroga.

“Io ritengo che vada urgentemente “normalizzato” il settore, il suo sistema di remunerazione e determinazione tariffaria; che debba esistere un solo contratto collettivo nazionale per tutti gli operatori che lavorano nella sanità, sia essa pubblica che privata, così anche da “stanare” i soliti furbi che aumentano gli utili adottando contratti di lavoro meno remunerativi; per raggiungere una giusta parità tra lavoratori che hanno lo stesso percorso culturale, stessa formazione, che fanno quotidianamente gli stessi sacrifici. Una remunerazione flessibile, facilmente adattabile all’aumento dei costi sopravvenuti. Allo stesso tempo, un controllo rigoroso sul rispetto delle normative e degli adempimenti oggi giustamente orientati sulla qualità e sulla sicurezza delle cure. E per questo, il grande lavoro dell’ARESS Puglia inizia a dare i suoi frutti, soprattutto con il RR 16/2019 e l’istituzione dell’OTA (Organismo Tecnicamente Accreditante), ma tanto c’è da fare ancora.

Aspetto suggerimenti e impressioni.

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Enzo P.

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