Recovery Fund: un'occasione storica che a Manfredonia si rischia di perdere

Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.

a cura di Angelo Riccardi, già Sindaco di Manfredonia (FG) e iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia.

«Il Recovery Fund è un’occasione storica per l’Italia, ma anche per la nostra città. Il premier Giuseppe Conte ha infatti dichiarato, in più occasioni, il ruolo strategico dei comuni nella programmazione e pianificazione delle risorse, concretizzando tali dichiarazioni con l’accoglimento nelle linee guida di ben dieci punti che i sindaci avevano sottoposto all’attenzione del Governo tramite l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Le proposte dei Comuni inserite nel piano prevedono: efficientamento energetico ed energia verde; mobilità sostenibile; recupero e riuso dei rifiuti; reti digitali; piano scuola; edilizia abitativa per contrastare le povertà; recupero periferie; beni culturali e ambientali; patto con le città metropolitane; creazione di una scuola nazionale per la formazione di una classe dirigente della Pubblica Amministrazione.
Ma che cos’è il Recovery Fund? Sostanzialmente: l’Italia verserà 96,3 miliardi per riceverne 81,4 come trasferimenti e 124,7 come prestiti. Di queste risorse sono solo 14,9 miliardi “a fondo perduto”, esattamente i 14,9 miliardi che l’Italia mette in più rispetto a quelli che riceve come “trasferimento”. Il resto delle risorse sono tutte a prestito, a basso interesse, con un evidente e consistente aumento del debito pubblico, che per un Paese come il nostro, che già oggi ha un rapporto debito/pil intorno al 150%, non può passare come un dettaglio, ma che è inevitabile vista la situazione economica che viviamo.
Le risorse saranno disponibili non prima della tarda primavera 2021, tempi incompatibili con l’emergenza attuale, ma che purtroppo è figlia delle liti e contraddizioni di parlamentari e senatori italiani che nemmeno sappiano cosa sia la crisi, visto che continuano a percepire vergognosamente indennità per complessivi 15 mila euro netti al mese.
Per i comuni italiani, vista la mole delle risorse disponibili e a fondo perduto, si presenta un’occasione irripetibile. In primo piano c’è però la questione relativa alla scarsa capacità della macchina amministrativa, la lentezza autorizzativa, la scarsa disponibilità di risorse umane e di competenze. Tutti temi che i comuni devono affrontare con il Governo al più presto, per rimuovere ostacoli che precludano irrimediabilmente un’ottima chance di rilancio.
E il Comune di Manfredonia?
Molti comuni italiani si stanno adoperando con rapidità per cogliere questa occasione. Stanno studiando percorsi e metodi di partecipazione dal basso, per raccogliere idee e suggerimenti, puntando a rafforzare la macchina amministrativa per dotarla di un parco progetti funzionali allo sviluppo ed in linea con le direttive del PNRR. L’ANCI si è mobilitata per dare ascolto alle difficoltà e per proporre indicazioni e risoluzioni al Governo.
A Manfredonia questa occasione capita nel momento peggiore e ne avverto tutta la responsabilità. Nulla sembra smuovere i ‘turisti’ di palazzo San Domenico, nemmeno il dibattito su come questo Paese possa ripartire e come la nostra città possa avere un ruolo. I nostri funzionari dello Stato restano fuori dal dibattito interno all’ANCI, quindi fuori dalle dinamiche politiche che governano processi fondamentali, ne si pongono il problema, come rappresentanti dello Stato di dare il loro contributo. Eppure pubblicamente parlano di occasioni di sviluppo da dover cogliere per una terra che, a detta anche loro, ne è priva per ragioni di infiltrazioni criminali. Allora perché non muoversi coinvolgendo associazioni di categoria, associazioni sportive, culturali, enti, sindacati e partiti? La classe politica a Manfredonia è ormai sostanzialmente inesistente e latitante anche su questo tema, se non per la solita ed inutile retorica inconcludente.
Immagino, invece, l’esigenza di una partecipazione collettiva per lanciare proposte e idee, che riguardino il nostro territorio, ma anche progetti che possano riguardare altri enti, ad esempio: ANAS, Autorità Portuale, ASI, RFI.
C’è bisogno di tutti, l’occasione lo richiede.
Diversamente, se io sarò ricordato per essere stato il Sindaco che ha prodotto uno scioglimento per infiltrazioni, politicamente voluto da istituzioni dello Stato che non sono riuscite a dare risposte sul piano repressivo, lor signori saranno ricordati come la presenza peggiore che lo STATO potesse esprimere nel periodo di maggior difficoltà che sta vivendo il Paese. E di questo ci sarebbe da vergognarsi molto di più di uno scioglimento indotto per ragioni di politica giudiziaria».

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