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Monte Sant’Angelo. “Lettera al Sindaco sul decoro urbano”

A cura di Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

 «Caro Sindaco, mi ha fatto piacere l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo per quanto riguarda le “Aree verdi come elemento qualificante del contesto urbano”, con relativo Regolamento per la manutenzione e la cura, non solo da parte dell’Ente pubblico, quanto anche da parte dei privati, al fine di renderli corresponsabili del patrimonio paesaggistico della città. Un’approvazione, che secondo l’Assessore Totaro “ha inteso disciplinare l’attività diretta alla salvaguardia, alla valorizzazione, alla promozione e alla corretta gestione del patrimonio arboreo ed arbustivo, pubblico e privato ed in generale di tutte le aree a verde ubicate all’interno del territorio comunale di Monte Sant’Angelo”. Tutto questo dovrebbe dare un contributo diretto e positivo, in concomitanza della fine dei lavori riguardanti la rete viaria interna della nostra città, alla valorizzazione dell’assetto urbano per quanto riguarda l’aspetto infrastrutturale e paesaggistico. Ma ciò non basta, in quanto rimane sempre l’annoso problema del decoro urbano, specie per quanto riguarda le facciate e le strutture dei nostri palazzi storici e degli immobili pubblici e privati, che si affacciano lungo il corso della città, da Corso Garibaldi fino a Corso Vittorio Emanuele. Un problema che investe direttamente l’aspetto storico e ambientale del Sito Unesco, e che crea, in noi tutti, in maniera deleteria, un senso di abbandono e di mortificazione, nel vedere tanti immobili sporchi, pieni di erba lungo le strutture esterne, crepe nelle facciate, annerimento generale per quanto riguarda il prospetto che si affaccia direttamente lungo il corso.

È tempo di intervenire e di approvare al più presto un Piano di intervento urgente e risolutivo. Del resto tutto questo è già previsto nel Regolamento UNESCO, per quanto riguarda la Buffer Zone e precisamente il Centro Storico e tutto ciò che ruota intorno al Santuario di San Michele, da cui è derivato il riconoscimento UNESCO. Infatti nelle disposizioni generali del Regolamento si legge che “Il Centro Storico di Monte Sant’Angelo fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e pertanto è prescritta la conservazione e il mantenimento dei valori storici, architettonici, tipologici e documentari del patrimonio edilizio e urbanistico esistente”. È obbligo dell’Amministrazione Comunale adottare una serie di criteri e di norme per quanto riguarda la salvaguardia dell’immagine della città, con specifico riferimento all’aspetto esteriore degli edifici, nonché agli elementi di arredo urbano e che comunque ne integrano l’aspetto, al fine di salvaguardare i valori architettonici e ambientali della città, nell’ambito di un piano di sicurezza e di qualificazione dell’ambiente urbano” (Art. 1). Da tutto ciò ne deriva che: “Le facciate che presentino lordure, graffiti o siano state oggetto di vandalismo devono essere ripristinate e ridipinte. Tali casi possono essere oggetto di ingiunzione da parte degli Uffici comunali” (Art. 4).
Tutto questo mi spinge a ricordare che, purtroppo, lungo il corso, da Corso Garibaldi fino a Corso Vittorio Emanuele, vi sono molte case e palazzi in stato di abbandono e di evidente situazione precaria, con facciate screpolate e annerite, ciuffi di erba lungo le facciate e i cornicioni esterni, vari infissi che presentano evidente pericolo di sicurezza, abrasioni e rotture di elementi decorativi ed artistici riguardanti vari palazzi storici, portali e balconi trascurati dai proprietari, senza che nessuno intervenga. Eppure nel Regolamento citato sono previsti interventi obbligatori da parte dei proprietari, oppure dietro ingiunzione dell’Amministrazione comunale, per quanto riguarda “l’aspetto e la manutenzione degli edifici, delle murature e delle tinteggiature” (Art. 5). Purtroppo dal 2011, data del riconoscimento UNESCO, nulla è stato fatto e predisposto.

È tempo di obbligare, per legge, i proprietari degli edifici, sia pubblici che privati, a ripristinare l’aspetto originario, specialmente dei Palazzi storici, ma anche degli immobili pubblici e privati che sono situati lungo il Corso. Inoltre bisogna anche incentivare i privati o chi per essi, voglia intervenire per tutelare il decoro urbano attraverso contributi o sgravi fiscali. Di palazzi storici fatiscenti ce ne sono purtroppo tanti, fra cui Palazzo Amicarelli (sec. XVIII) in Piazza Beneficenza, Palazzo Ciampoli (sec. XVIII) sorto lungo il Corso Garibaldi, Palazzo dei Grimaldi (sec. XVII), Palazzo Gambadoro (sec. XVI) adiacente Largo delle Clarisse, Palazzo dei Nobili (sec. XVI), sorto alle spalle della Chiesa di San Salvatore, nel rione Junno, Palazzo dei Giordano-Todero (sec. XVI), Palazzo Cassa (sec. XVII), Palazzo Rago (sec. XVII), Palazzo De Pascale-Sciarra (sec. XVII), Palazzo De Angelis (sec. XVII) nel rione di Santo Oronzo, Palazzo Giordani (sec. XVII), Palazzo De Cocchi (sec. XVII), Palazzo Vischi (sec. XVIII), Palazzo Roberti (sec. XVIII), Palazzo D’Angelantonio (sec. XVIII), Palazzo Fantetti (sec. XVIII). È tempo che i proprietari di questi palazzi siano obbligati a intervenire per ripristinare l’antico decoro urbano. Ne va di mezzo la reputazione e la dignità di una città e della sua comunità. Non vi è Città UNESCO se non viene predisposto un Piano di salvaguardia e di valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico. Purtroppo, c’è da dire che in tutto questo, vi è anche la noncuranza del patrimonio pubblico comunale, lasciato per anni in abbandono, vedi l’ex Biblioteca comunale o i locali dell’ex Ostello della Gioventù, che sono in un evidente stato di abbandono. In una tale situazione, di mancanza di decoro urbano, la città di Monte Sant’Angelo non può dirsi Città UNESCO, se non rispetta e conserva la propria memoria storica, artistica e ambientale. Allora è tempo di intervenire e risolvere tali situazioni, in maniera tale da creare veramente una Città della Bellezza e del Decoro Urbano, quale segno di un nuovo Rinascimento».

 

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