Ancora un incendio. Ancora il Centro Comunale di Raccolta. Ancora i rifiuti.
Le indagini in corso non consentono di fare riflessioni a riguardo.
Ma lasciatemi dire alcune cose.
Notizie di questo tipo ci riportano indietro, a scenari ed etichette che non vorremmo più cucirci addosso.
E così ci indigniamo se i giornalisti su emittenti televisive nazionali definiscono la nostra città come la “culla della mafia garganica”, la quarta mafia più pericolosa d’Italia.
Ci aggrovigliamo in ragionamenti di alto profilo giuridico per comprendere le arcane motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale, mettendo in dubbio finanche l’operato della giustizia amministrativa e di quella penale.
La verità, invece, è che la mafia esiste, è ancora forte ed è ben radicata nel territorio.
Si alimenta dell’economia delle nostre imprese, delle nostre famiglie.
Siamo in guerra e la Squadra Stato è una delle forze in campo.
Il resto spetta a noi cittadini perbene, a noi persone oneste.
Se continuiamo a restare a guardare, se continuiamo ad indignarci senza reagire, questo cancro prima o poi ci divorerà e non ci sarà alcuna speranza per la nostra terra, per il nostro futuro, per i nostri figli.