Si renda pubblico il Dossier di Monte Capitale della Cultura 2025

#contrappunti

La domanda formulata dal prof. Giuseppe Piemontese, dopo l'esito negativo e perciò non più influente per la vittoria e per i progetti contenuti al fine, è la stessa che questa testata giornalistica ha posto all’Amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo, senza mai ricevere risposta. Un comportamento ingiustificabile e inqualificabile da parte di chi ha utilizzato la parola “legalità” in ogni discorso, quasi fosse un intercalare di chi è affetto da autoecolalia [ndr.]

«Non  è possibile parlare di futuro e di sviluppo di una Città UNESCO, che ha aspirato a diventare Capitale della Cultura Italiana 2025 e, oggi, Capitale della Cultura di Puglia 2024, e non conoscere il contenuto del Dossier che è stato approvato dal Comitato tecnico-scientifico, di cui faccio parte. Un Dossier, dove sono riportati i Progetti che tutte le Istituzioni e le Associazioni del Gargano hanno prospettato e fatto proprio dalla maggior parte di esse. Progetti che nessuno conosce e che la Città e, quindi, la comunità, vorrebbe renderli visibili ed essere partecipi nella loro realizzazione. Un diritto e dovere di tutti nel far proprio questi progetti e renderli così di pubblico dominio. Tutto questo, al fine di creare una situazione di confronto e di partecipazione alla vita pubblica della Città UNESCO. Eppure, si parla tanto di condivisione, di partecipazione, di sviluppo sociale ed economico condiviso, di corresponsabilità nelle scelte, per determinare una situazione ottimale di crescita della Città.

Oggi la comunità locale, così come le Associazioni e lo stesso Comitato tecnico- scientifico, sono tenuti all’oscuro di tutto, anche se chi governa la città ha il dovere di rendere pubblico tale Dossier. Ne vale della credibilità delle Istituzioni democratiche, ma soprattutto di chi ha il potere di decisione nella scelta dei Progetti da realizzare,  ma anche del destino di una città, come Monte Sant’Angelo, che purtroppo sta vivendo un periodo poco lusinghiero sul piano sociale, economico, commerciale e culturale. Questo, non è fare polemica, ma nasce in noi dalla consapevolezza che una città non si governa solo con gli annunci pubblicitari, ma dagli investimenti e dalle realizzazioni concrete che si fanno sul piano sociale ed economico. E questo per il bene di tutti e non solo di qualcuno o di pochi.  Vorremmo, da parte nostra, una città più accogliente e più visibile sul piano della bellezza e del “vivere comune”, dove i sogni diventino realtà e non solo promesse. Quindi, ripeto, è tempo di rendere palese e pubblico il contenuto del Dossier,  rispettando e attuando la volontà e la partecipazione  di coloro che hanno contribuito a redigerlo e a presentarlo alla Commissione di Roma.  Commissione che, purtroppo, non ha ritenuto la città di Monte Sant’Angelo ad essere riconosciuta quale Capitale della Cultura Italiana 2025. E, questo, per vari motivi ed errori, di cui mi astengo di elencare.

Purtroppo, la realtà attuale non è quella che i nostri amministratori ci presentano, in quanto i problemi reali della città sono tali da richiedere, anche e soprattutto, la partecipazione di tutte le forze politiche della città, ma soprattutto la consultazione della classe intellettuale, gli ordini professionali, la scuola, il mondo del lavoro, i commercianti, che stanno forse subendo maggiormente la crisi,  la gente che si vede esclusa e che pretende di essere compartecipe della volontà generale, al fine di creare le premesse per uno sviluppo integrale della città, non solo del Centro urbano, quanto dell’intero suo territorio che ha grandi potenzialità sul piano economico-turistico.

E, intanto, si parla ancora di compartecipazione della Città UNESCO alla realizzazione dei Progetti dei Dossier delle città escluse a Capitale della Cultura Italiana 2025, come Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto, anche se nessuno ne conosce il contenuto. E, allora, di che cosa parliamo? Né la materia è di competenza solo di alcuni amministratori, che si credono detentori della verità e, quindi, del potere di decidere per tutti.

Tutto questo, che sto scrivendo, non nasce da uno spirito di critica tout court, ma dalla consapevolezza di chi da anni si batte per rendere la Città UNESCO più accogliente e più confacente alla sua Storia e alla sua Cultura: una Cultura che affonda le sue radici, non solo nella civiltà dell’Europa cristiana, ma anche e, soprattutto, nella civiltà mediterranea, attraverso la presenza di vari popoli, fra cui i Dauni, i Greci e i Romani.

È tempo che la gente, anche attraverso il contenuto del Dossier,  prenda coscienza e conoscenza della sua Storia, tale da creare le condizioni per far sì che si crei un clima di maggiore partecipazione e di condivisione del “bene comune”, senza divisioni e senza calpestare il diritto e la dignità di conoscere e di costruire il proprio futuro».

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